lunedì 27 aprile 2009

Azienda Agricola Paolo Caccese da più di cinquanta anni un punto di riferimento per i cultori del "Buon Vino".

La zona di Cormòns è importante per molti motivi; siamo in Friuli Venezia Giulia e precisamente nel Collio Goriziano, questa oasi felice è un vero "paradiso" per la produzione del Vino con la "V" maiuscola, oltre ad essere un particolarissimo concentrato di bellezze naturali e storiche. Quì il terreno è ricco di rocce marnose, arenarie che in superficie si sgretolano fino a diventare un'argilla finissima, in friulano la Ponka e in profondità, caso piuttosto raro, vi si trova uno strato denominato in geologia Flysch (in dialetto svizzero tedesco "china scivolosa") di Cormòns, una sedimentazione di numerosi strati calcarei depositati, dallo scorrere dell'acqua, in un bacino sotterraneo; quì si ottengono, da 1500 ettari, Vini di straordinaria freschezza e adatti all'invecchiamento, la D.O.C. Collio.
Il nome di Cormòns probabilmente deriva da una popolazione di Galli Carmones o Carmonenses; attraverso i secoli, i territori in questione sono passati dalla dominazione Romana all'invasione degli Avari, dai Longobardi ai Patriarchi di Aquileia, dai Conti di Gorizia agli Austriaci, fintanto che, alla fine della Prima Guerra Mondiale, divennero definitivamente Italia.
Non lontano dalla cittadina di Cormòns, prendendo un viale alberato, in pochi minuti si raggiunge la dolce Collina di Pradis, quì si trova l'Azienda Agricola Paolo Caccese.
La loro storia inizia subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, l'ingegnere Francesco Caccese (padre di Paolo), classe 1895, uomo di grande rettitudine e coraggio, conosciuto da tutti per il suo grande "cuore", viene nominato dal Prefetto di Gorizia, di allora, Commissario Prefettizio presso la Fondazione Villa Russiz; l'Ente Morale gestisce oltre all'Azienda Agricola Villa Russiz anche la Casa Famiglia "Adele Cerutti", luogo di accoglienza per bambini orfani e bisognosi. Francesco entra così a stretto contatto con il mondo del vino, diventando amico del bravo Direttore del tempo dell'Azienda Agricola Edino Menotti (padre di Gianni Menotti attuale e altrettanto bravo direttore di Villa Russiz); è proprio dopo questa esperienza positiva che nel 1954 acquisterà i primi due ettari e mezzo di collina a Pradis, facendo nascere così l'Azienda Caccese. Sono anni di grande impegno e lavoro, ma l'amore per la propria terra dà presto ottimi frutti con la produzione del primo Vino, in quel periodo solo vino sfuso o in damigiane; Paolo, classe 1948, in quegli anni cresce con il grande esempio del padre, e anche in lui si rafforzano i sentimenti di passione per la natura e per la cura delle piante e in particolare delle viti. Purtroppo il 25 Aprile del 1969 papà Francesco viene a mancare; all'età di ventuno anni, Paolo, prende in mano l'Azienda e incomincia un lungo percorso di continui passi avanti nella cura delle viti e nella produzione. Nel 1976 nasce l'amicizia con l'enologo Giuseppe Lipari e, visto che lui girava per le aziende con un grosso camion abbinato ad una macchina imbottigliatrice, decide, proprio in quell'anno, d'imbottigliare il suo primo Vino. Sono anni entusiasmanti, la produzione è inferiore alle diecimila bottiglie per cinque Vini: Malvasia, Tocai, Sauvignon, Merlot e Cabernet Franc. Il 1988 è l'anno dei lieti eventi: Paolo sposa l'affascinante Veronica Tacchino che da allora prende anche a curare le pubbliche relazioni dell'Azienda, e nasce Francesco, oggi ha ventuno anni studia ma è anche molto impegnato ad aiutare suo padre nell'attività di famiglia. Il 1990 porta grosse novità: è stato messo in vendita un terreno confinante di tre ettari e mezzo, Paolo non si fà scappare l'occasione per allargarsi e lo acquisisce.
Oggi l'Azienda Agricola Paolo Caccese forte dei suoi sei straordinari ettari di viti, lavorati nel pieno rispetto della natura, produce 40.000 bottiglie l'anno e tutti i suoi dodici Vini, data la qualità, esigono un approfondimento specifico:
MALVASIA - colore giallo carico, aroma intenso, sentori di pepe bianco e mela verde, un sapore asciutto, rotondo, molto armonico anche con il suo retrogusto leggerissimamente amarognolo, 14% Alc.Vol., una produzione di circa 3.000 bottiglie, sicuramente meritevole dei più alti voti in tutti gli anni;
FRIULANO - (per la vessata quaestio internazionale non più Tocai) colore giallo paglierino con eleganti riflessi citrini, molto brillante, profumo morbido e vellutato con sentori di mandorla e fiori di campo, sapore asciutto e avvolgente, dal retrogusto mandorlato,13,5% Alc.Vol., mediamente si producono 7.000 bottiglie;
SAUVIGNON - colore giallo paglierino carico, con aromi di salvia, foglia di pomodoro e sambuco, sapore asciutto e corposo, in bocca sapido o amarognolo a seconda dell'annata, 14% Alc.Vol., la produzione è di 5.000 bottiglie;
PINOT BIANCO - un bel giallo paglierino, un profumo molto elegante ed armonioso pieno di sentori di mela golden e glicine, dal sapore vellutato ma asciutto, pieno e morbido, lascia in bocca un piacevolissimo sentore di crosta di pane, 14% Alc.Vol., fatto in 3.000 bottiglie, una certezza di grande risultato, sempre, ogni anno;
PINOT GRIGIO - colore paglierino dai riflessi ramati, profumo netto ed intenso di caramello e macedonia, gusto ricco e persistente con sentori di frutta tropicale, 13,5% Alc.Vol., imbottigliato in 3.500 unità;
TRAMINER AROMATICO - colore oro brillante con un inconfodibile profumo di petali di rosa, un sapore pieno e fragrante leggermente asciutto e aromatico, 13,5% Alc.Vol., solo 600 bottiglie;
RIESLING - colore giallo paglierino, aroma intenso e minerale, al palato asciutto, fresco ma strutturato, 14% Alc.Vol., anche questo in piccola quantità, 1.000 bottiglie;
MULLER THURGAU - colore giallo chiaro, profumo intenso, aromatico e leggermente fruttato, un gusto leggero ed elegante, secco con un sentore di caramello, 12% Alc.Vol., con una produzione di 2.000 bottiglie;
CABERNET FRANC - un bel rosso rubino con marcate orlature violacee, spiccato profumo erbaceo con sentori di viola, in bocca leggero ma persistente, 12% Alc.Vol., se ne fanno 4.000 bottiglie, è l'espressione della Collina di Pradis per i Vini rossi, una certezza attraverso gli anni;
MERLOT - rosso rubino molto intenso, aromi di tabacco e frutti di bosco, dal sapore asciutto e fragrante, 13,5% Alc.Vol., una produzione di 2.500 bottiglie;
MERLOT RISERVA - rosso rubino dai riflessi violacei, riposa in barriques per circa due anni, aromi di frutti di bosco, muschio e vaniglia, in bocca ricco rotondo e persistente, 14% Alc.Vol., 800 bottiglie di qualità;
LA VERONICA - Vino da dessert, il nome è un omaggio alla moglie, ottenuto da uve Malvasia Istriana e Verduzzo Friulano lasciate passire in parte sul vigneto, in parte su graticci areati e coperti, raccolte ai primi di novembre, la fermentazione e la maturazione avviene in piccole botti di rovere, piacevolissimo profumo di miele, acacia e frutta secca, al palato morbido, sapido e delicatamente dolce, 14,5% Alc.Vol., una prelibatezza solo per pochi dato che se ne producono solo 500 bottiglie.
Su tutti i Vini c'è una bella e inconfondibile etichetta con tre cipressi piegati dal vento, rispecchiano proprio quelli davanti l'Azienda sempre curvi sulla ventosa Collina di Pradis.
Paolo è stato, tra il 2007 e il 2008, anche Presidente del Consorzio Tutela Vini D.O.C. del Collio, e anche in questa funzione ha sempre perorato la causa della difesa del territorio e del modo tradizionale di fare il Vino eccezionale di questa zona fiore all'occhiello dell'enologia Italiana.
Paolo Caccese è un personaggio molto simpatico, comunicativo, premuroso ed esperto, parlare con lui di vino in generale e dei suoi in particolare è stato estremamente piacevole, assaggiando i suoi grandi Vini nelle diverse annate, si è fatto sera, ho dovuto accomiatarmi, venendo via dispiaciuto per dover lasciare una persona così speciale.
Azienda Agricola Paolo Caccese
Località Pradis 6, Cormòns - Gorizia
Tel. e Fax. 0481 61062
info@paolocaccese.it
http://www.paolocaccese.it/

venerdì 24 aprile 2009

Lo straordinario Brunello 2004 del Podere Canalino in degustazione al Ristorante In Gargotta a Castiglioncello (Li).

Giovedì 16 Aprile 2009, presso il Ristorante In Gargotta di Castiglioncello (Livorno), sono intervenuti la gentilissima signora Sodi Luciana con il marito Sergio Pagliantini ed il figlio Alberto, titolari dell'Azienda Podere Canalino di Montalcino (Siena); la serata organizzata dall'efficiente Patron del Ristorante, Francesco Urbani, ha permesso di far assaggiare ai fortunati partecipanti gli ottimi Vini del Podere in questione, e soprattutto poter degustare il raro Brunello di Montalcino 2004 Podere Canalino, alla sua prima uscita, prodotto esclusivamente in 2.600 bottiglie per tutto il mondo.
La serata è stata un grande successo; l'elegante sala del ristorante era piena, tra l'interesse di tutti i presenti Alberto Pagliantini e suo padre Sergio hanno illustrato la loro Azienda, il loro modo di fare il vino, la loro filosofia, non sono mancati gli applausi di approvazione degli astanti.
La degustazione è stata abbinata ad un menù appositamente preparato dalla mamma di Francesco la brava Chef Antonella Guerrieri:
- Crostino dorato con patè di fegatini;
- Uno straordinario piatto di ricercati affettati toscani con un voul-au-vent di sugo di cinta senese.
Con l'entrée e l'antipasto è stato servito il Rosso di Montalcino Podere Canalino 2006, l'abbinamento era perfetto e sia i piatti che il vino erano ottimi.
- Lasagnette toscane;
Ottimo primo abbinato ad un vino veramente eccellente, il Merum Rubrum Ilcinentium 2005, un Rosso di Montalcino Riserva che ha un fattore qualità/prezzo eccezionale.
- Cinghiale in umido con le olive;
- Pecorino di grotta piccante con marmellate piccanti.
Il secondo e il formaggio, molto buoni, sono stati accompagnati con il raro Brunello di Montalcino Podere Canalino 2004 alla sua prima uscita, che ha riscosso uno straordinario gradimento generale; se le premesse sono queste nel lungo invecchiamento chissà a che livelli potrà arrivare.
Coccole al cioccolato con il caffè hanno chiuso la pregevole cena.
La serata si è conclusa con i ringraziamenti, da parte di Francesco, alla famiglia Sodi/Pagliantini (mancava solo la bella Chiara, sorella di Alberto, impossibilitata per motivi di studio), all'affascinante e brava giornalista della Nazione Cinzia Gorla e a tutti i partecipanti, che a loro volta si sono congratulati con lui per la riuscitissima serata.
Quando si abbina il buono al buono il risultato può solo essere eccezionale.
Ristorante In Gargotta
Via Fucini, 39 Castiglioncello (Livorno)
Tel. 0586 754367 Fax. 0586 685575
ristogargotta@hotmail.it
Podere Canalino
Loc. La Ginestra, 235 Montalcino (Siena)
Tel. e Fax. 0577 847171
poderecanalino@virgilio.it
http://www.canalino.com/

domenica 19 aprile 2009

CANARD A' LA PRESSE (ANATRA ALLA PRESSA) UN RARISSIMO E STRAORDINARIO EVENTO GASTRONOMICO AL RISTORANTE AORISTO' DI PISTOIA.

Ci sono eventi gastronomici che emozionano per la qualità, per la laboriosità, per la difficoltà di esecuzione, per la bravura degli chef o degli addetti alle specifiche preparazioni, ma l'evento culinario di giovedì 2 aprile 2009 a cui ho partecipato, presso il Ristorante Aoristò di Pistoia, è uno di quelli eccezionali che racchiude in sè il mito stesso della più alta cucina internazionale: veder preparare e mangiare la "Canard A' La Presse".
C'è un famossissimo Ristorante a Parigi che è nato "solo" nel 1582 (tranquilli la data è giusta non ci sono errori) e porta il nome di Tour d'Argent, è il più vecchio della città, è il tempio della cucina tradizionale francese; nasce, con lo Chef Rourteau, come locanda per rifocillare gli aristocratici, ma nel giro del breve, nel 1600, è già così famoso che ci sono addirittura delle sfide a duello per ottenere un tavolo. Re e Regine con tutta la nobiltà insieme ai ricchi borghesi sono i clienti assidui di questo locale; attraverso gli anni i commensali si sono estasiati con i suoi piatti guardando dalle finestre le barche sulla Senna, la Cattedrale di Notre Dame, le luci di Parigi o quelle della Torre Eiffel. Oggi la Sala da Pranzo del Ristorante è al sesto piano, aggiunto nel 1936, e si raggiunge con l'ascensore, il personale è vestito ancora con palandrane con le code, per gli ospiti è d'obbligo vestirsi eleganti, il menù dato alle signore non ha i prezzi, ai signori il peso economico delle scelte. La Carta dei Vini di questo storico locale è unica, 9.000 etichette per 500.000 bottiglie, vini dal 1800 ad oggi, brandy e champagne ancora più rari a partire dal 1700, più che una lista un'enciclopedia, se visiterete le cantine, prima di entrare, il cerimoniale vuole che venga suonata una campana di rame per annunciare il vostro arrivo; un locale da favola, merita il viaggio a Parigi.
In questo contesto, nel 1890, il proprietario lo Chef Frédéric Delair, prendendo spunto dall'anatra all'arancia (anticamente chiamata "paparo alla melarancia", una ricetta di Caterina dei Medici che, andando in sposa, nel 1533, a Enrico ll di Francia, portò in quella corte con molte delle sue straordinarie invenzioni, non solo gastronomiche, come la "salsa colla", leggermente rielaborata poi dallo Chef Louis Béchamel è oggi la nostra besciamella, le "crèpes souzettes" e le "omeléttes"), inventò la Canard A' La Presse; non la ricetta soltanto, ma si fece costruire, in argento, anche il marchingegno per poterla fare, la pressa da tavolo appunto.
Oggi nel mondo ci sono poche presse per poter preparare questa particolare e rara ricetta, due sono proprio alla Tour d'Argent, un'altra in un Ristorante di Parigi Le Divellec (dove la usano per fare solo una salsa all'aragosta con il solito procedimento dell'anatra), la quarta si trova in Svizzera, è solo un ornamento, presso il Ristorante Philippe Rochat dell'Hotel De Ville a Crissier, in Italia una è al Ristorante Pinchiorri di Firenze e per nostra fortuna la sesta è di proprietà, dal 1987, dell'Istituto Alberghiero "F. Martini" di Montecatini Terme (Pt). Per gentile concessione dell'attuale bravo Preside Adelmo Pagni, che ha partecipato alla serata con i suoi migliori allievi dispiegati nell'inappuntabile servizio, e con lo straordinario appassionato impegno dell'Associazione Maitres Italiani Ristoranti e Alberghi (A.M.I.R.A.) della provincia di Pistoia, insieme allo Staff del Ristorante Aoristò, sempre all'altezza della situazione, si è potuto organizzare questo eccezionale evento gastronomico che in Italia ha pochissimi precedenti, forse meno di una decina.
Voglio spezzare una lancia in favore degli amici dell'A.M.I.R.A.; che gioia, per un appassionato come me, nel vedere dei signori Maitres, con il loro elegante smoking e la loro grande professionalità, lavorare in sala e darci un esempio delle loro grandi capacità (purtroppo oggi poco sfruttate anche nei grandi Ristoranti) con la maestria del loro operare anche nella fascinosa lavorazione al flambè; un grazie particolare al Fiduciario di zona Dante Luchi, al Vice Fiduciario Roberto Pasquini insieme a Alessandro Trinci (addetto alle pubbliche relazioni dell'Associazione) e a Gian Paolo Natali, che hanno dato vita, materialmente, a questa entusiasmante ricetta.
Alla riuscitissima serata hanno contribuito anche il Maestro Pasticcère Paolo Sacchetti della Pasticceria "Nuovo Mondo" di Prato (nata nel 1989 questa Pasticceria, gestita con la moglie Ida, è situata in una delle principali vie del centro storico, grazie all'altissima qualità delle materie prime e alla costante ricerca unite all'Arte del Maestro è diventata un luogo di "culto" per appassionati e golosi).
Le anatre di piccola taglia, non devono avere più di sei mesi, sono state fornite, grazie alla collaborazione della "Macelleria Fracassi" di Simone Fracassi ubicata in provincia di Arezzo, dalla pregiata Azienda il Feudo di Monica Maggio, dove l'allevamento è basato sulla crescita allo stato brado abbinato ad una alimentazione di qualità.
Durante la serata si potevano ammirare esposte le opere dell'artista Hans Op De Beeck ospite gradito.
Ma veniamo alla cena denominanata per l'occasione, dallo Chef Massimo Neri, "Da Pechino A Parigi"; i richiami della cucina orientale sono per Massimo un "fil rouge" del suo personale stile.
Per aperitivo Blanquette De Limoux Carte Noire Brut-Vergnes;
L'entreé di radici di fiori di loto fritte;
Per antipasto crèpes alla mandarina con anatra alla pechinese;
Il primo è stato servito in un etereo piatto di vetro rialzato (molto bello), zuppa e ravioli d'anatra.
Questi piatti sono stati accompagnati da uno Chardonnay Domainè Emilian Gillet 2003.
Come sempre tutte le ricette dello Chef/Patron del Ristorante Aoristò hanno incontrato il favore dei commensali.
Eccoci al piatto forte della serata, su un lungo tavolo, ben visibile da tutti erano state predisposte le attrezzature necessarie, la pressa, le lampade con le teglie di rame per flambare, gli ingredienti necessari alla preparazione......poi i Maitres si sono messi all'opera.
Recise le cosce e tolte le ali, sono state divise in due, dal petto sono state tagliate due fette, e tutto ciò è stato messo da parte, la carcassa è stata divisa e inserita nella pressa insieme a delle barbe rosse tagliate a listarelle, 2/3 chiodi di garofano, 2/3 riccioli di burro, scorza d'arancia bigarado (arancio dal sapore acidulo e amaro originario del Paraguay), cognac, pinot nero (lo stesso che poi verrà servito in accompagnamento al piatto), 2/3 cucchiai di salsa bigarade (fatta col solito frutto già descritto), poi chiusa la pressa e messa in funzione (si dice possa raggiungere le sette atmosfere di pressione) si raccoglie tutto l'estratto. La carne salvata in precedenza è stata messa insieme al ricavato della pressione in padella con l'aggiunta di gocce di olio extra vergine di oliva, 5/6 riccioli di burro, altro cognac e pinot nero, sale e pepe, il tutto dopo essere stato cotto per alcuni minuti è stato magnificamente flambato e servito nei piatti; ovviamente il percorso descritto è stato ripetuto per il numero delle anatre necessarie alla cena. Che dire, magnifica e coreografica preparazione, ottimo il risultato, il piatto è stato servito accompagnato dal Pinot Nero, usato anche nella lavorazione, Cevrey-Chambertin Gilles Burguet 2005.
Per dolce
le realizzazioni del Maestro Paolo Sacchetti, tra cui spiccava per qualità e sapore "La Colomba", tipica di Pasqua; in abbinamento a uno Chenin Blanc 100%, dello Chateau Pierre-Bise di Claude Papin, Coteaux du Layon Beaulien 2003.
Per finire la serata è stato dato ad ogni commensale un attestato con il numero dell'anatra degustata, come è in uso a Parigi alla Tour D'Argent dall'invenzione del piatto (personaggi illustri della storia hanno avuto questo certificato, Re Edoardo Vll ebbe la n. 328 nel 1890, Re Alfonso Xlll la n. 40.312 nel 1914, nel 2003 è stato superato il milione).
Lo straordinario evento si è concluso con i ringraziamenti degli organizzatori e gli applausi dei partecipanti.
Al Ristorante Aoristò di Pistoia, al suo bravo Chef/Patron Massimo Neri, ad Edoardo Chelucci infaticabile e onnipresente Patron/Responsabile di sala, e a tutti gli altri che hanno dato il loro contributo per la riuscita della serata un sentito grazie e, per rimanere in Francia, "reconnaìtre le mérite".

sabato 18 aprile 2009

"CASALE POZZUOLO" E IL SUO SANGIOVESE CON IL SAPORE CLASSICO DELLA TERRA DI TOSCANA.

Nel Comune di Cinigiano, provincia di Grosseto, a Borgo Santa Rita, Località Porrona, in piena Maremma, nella zona vitivinicola della D.O.C. di Montecucco, sorge, su una leggera collina predominante nella valle a circa 300 s.l.m., Casale Pozzuolo, non solo Azienda produttrice di vino ma anche un complesso agrituristico dal fascino medievale. Quattro ettari e mezzo su cui si trovano non solo vigneti di Sangiovese perfettamente curati ma anche un piccolo ed affascinante centro benessere nella ristrutturata dimora del millequattrocento; quattro confortevoli appartamenti e una suite, la grande e panoramica piscina, l'idromassaggio, il bagno turco, la sauna e la palestra. Anima di tutto ciò il giovane e vulcanico titolare Daniele Galluzzi.
Ben cinque generazioni di questa famiglia hanno vissuto ed amato questa terra, e l'impegno odierno di Daniele è frutto di una promessa solenne fatta a suo nonno: ristrutturare le vigne, il casale e sviluppare la produzione di Vino.
Oggi l'Azienda produce 13.000 bottiglie tra Rosso della Porticcia e Riserva di Rosso della Porticcia (il nome del vino deriva dalla vigna posta poco fuori della porta più piccola, Porticcia appunto, del vicino Castello di Porrona), tutte di Sangiovese 100%.
Il Rosso 2006, ha fatto un leggero passaggio in botti di rovere, è un Vino rosso rubino con calde note granate, il profumo è ricco di aromi di sottobosco, in bocca è vellutato con un buon retrogusto tannico, ideale per accompagnare carni rosse alla griglia, carni al forno, brasati o formaggi stagionati.
La Riserva 2006, affinata in botti di rovere, è un Vino dal colore rosso intenso e brillante, i profumi sono complessi e aromatici si và dalle note di frutta a bacca rossa fino a quelle speziate e tostate, in bocca è importante ed elegante adatto anche all'invecchiamento, perfetto con il cinghiale e cacciagione.
Sono rimasto soddisfatto della degustazione e ho detto a Daniele, complimendandomi per l'impegno da lui dimostrato nel voler far bene, che nei suoi Vini ritrovavo il sapore classico del Sangiovese vero della terra di Toscana.
Casale Pozzuolo
Borgo Santa Rita Loc. Porrona
Comune di Cinigiano (Grosseto)
Tel./Fax. 0564 902019
info@casalepozzuolo.it
http://www.casalepozzuolo.it/

martedì 7 aprile 2009

Ristorante La Pineta di Luciano Zazzeri, a Marina di Bibbona (Li), dove le onde del mare si fondono con la buona cucina.

Il Ristorante La Pineta non è solo un posto dove si mangia bene, e neanche solo una costruzione fascinosa in riva al mare a Marina di Bibbona in provincia di Livorno, è soprattutto uno dei punti di riferimento più importanti dell'alta Ristorazione Italiana.
Molti hanno scritto che è difficile trovarlo, che è un rifugio sulla spiaggia ma anche un "grande" Ristorante, che il suo Patron/Chef è un pescatore eccezionale, un cuoco straordinario, un personaggio inimitabilie; io devo dire che Luciano Zazzeri è un affascinante, abile e piacevole narratore, è un uomo di grandissima umanità ed è uno dei migliori Chef che ho conosciuto. Non sono solo io a sostenere ciò, ma tutte le persone che lo incontrano hanno per lui una grande stima, e anche i colleghi, caso più unico che raro, trovano solo espressioni di ammirazione.
Zazzeri Luciano nasce a Marina di Bibbona il 17/01/1956, la sua famiglia ha origini locali, nonna Nella lavorava nel Fortino di Marina di Bibbona, al tempo caserma della Guardia di Finanza, si occupava della cucina aiutata dal marito barrocciaio, nonno Emo, che le portava i rifornimenti; il Forte è quasi parte della famiglia, infatti il babbo di Luciano, Alessandro, e lo zio Beppino sono nati dentro il Forte. Il babbo ha una licenza di camionista per il movimento terra e quando il comune gliela tolse, per risarcirlo, la sostituì con la licenza per lo stabilimento balneare; siamo al primo Maggio del 1964, dodici cabine e dodici ombrelloni, e la prima struttura della ristorazione con il pavimento di cemento, in cucina nonna Nella, mamma Anna e zia Serenella, i maschi della famiglia ai lavori più pesanti. Luciano ha nove anni ma è già al pezzo ad aiutare, dopo la scuola naturalmente. A Marina di Bibbona nel 1955 era stato inaugurato l'Hotel Marinetta e sono proprio i suoi ospiti i primi clienti, molti milanesi cominciano a fare le vacanze in zona, iniziando anche ad apprezzare lo stabilimento balneare e la sua ristorazione, ma è soprattutto Bolgheri che richiama, con le sue importanti frequentazioni, anche nobiliari, come gli Antinori, gli Incisa della Rocchetta e quelli della Gherardesca che insieme ai loro amici, italiani e stranieri, tutti importanti, diventano clienti affezionati. Gli anni passano, nel 1965 la famiglia mette in mare la prima barca, un gozzo di cinque metri, così la pesca entra a far parte del lavoro quotidiano, prima gli uomini in mare poi dopo le donne a pulire le reti, nel 1969 le cabine sono diventate trentasei e gli ombrelloni crescono di numero; a quattordici anni Luciano oltre che occuparsi della spiaggia fà già anche il bagnino, a diciotto è anche l'efficiente mozzo della barca condotta dallo zio, raggiunti i venticinque anni è proprio Luciano ad intestarsi la licenza di pesca (tutt'ora attiva), nel 1982 un'altra barca della famiglia, una lancia di quattro metri e mezzo, prende il mare.
Nell'inverno del 1987 una spaventosa mareggiata danneggia gravemente tutte le strutture del bagno; il babbo di Luciano per lo stress dell'evento si sente molto male, tocca al giovane Zazzeri prendere in mano la situazione e "raddrizzare la barca dopo la tempesta", ha trentuno anni, è già sposato e sono già nati i suoi due figli, Andrea e Daniele, lo zio Beppino segue il bagno e lui si divide tra la cucina e la sala, è una stagione di grande successo, sole, mare e tanto buon pesce. Ma Luciano non coltiva solo la passione per il mare, è anche un esperto cacciatore, un amorevole padrone per i suoi cani, e un agricoltore attento ed esperto per il suo orto coltivato. Nel 1995, causa qualche piccola divergenza familiare, per una estate, lascia la spiaggia per aprire, nel campeggio vicino all'Oasi Faunistica di Bolgheri, il Ristorante Il Gineprino, ma già nell'Ottobre dello stesso anno ogni divergenza familiare viene appianata, lo stabilimanto balneare resta alle cugine, a Luciano và il Ristorante. Nel Marzo del 1996 nasce La Pineta di Luciano Zazzeri, un locale che con il suo straordinario Chef/Patron ha raggiunto livelli eccezionali.
Tra i tanti episodi interessanti della sua vita, che pazientemente mi ha raccontato Luciano, forse il più inedito è quello di quando, da giovane, salvò la vita al Barone Rothschild che si stava strozzando con le noccioline dell'aperitivo, e lui, avendolo visto cianotico, intervenne con una presa spontanea ma professionale di pronto soccorso, riuscendo a far espellere al Barone la nocciolina assassina.
Molti sono i premi e i riconoscimenti arrivati a Luciano nel corso della sua carriera, uno di quelli più ambiti è stata la "Stella" conferitagli dalla Guida Michelin 2006 (pubblicata nel Novembre 2005).
Il locale, si raggiunge dalla famosa "stradina sterrata" in pineta, è la caratteristica costruzione di legno sul mare, entrati ci si sente subito a proprio agio, i colori prevalenti sono il bianco e l'azzurro, pochi tavoli splendidamente apparecchiati, dalle ampie finestre l'ineguagliabile spettacolo del mare. La cucina è a vista, di fronte un grande tavolo da lavoro e su una parete laterale un bel mobile vetrina ad ante. In sala sarete perfettamente accolti e amorevolmente assistiti dal figlio Andrea insieme ai "gemelli" Vanni (Roberto, che è anche Sommelier, e Giovanni), state attenti, quando sono separati, non è facile distinguerli, ma chiunque dei due avrete davanti, siete in ottime mani, con loro in sala c'e anche la giovane, carina e gentile russa Novikova Yeugeniya; in cucina con Luciano, dall'altro anno, c'è anche il figlio Daniele già fonte di molte soddisfazioni, e non ultimo il Giapponese Tai Suke.
Il Menù è una poesia di preparazioni di mare, a proposito non vi preoccupate se vedete uscire Luciano dalla cucina con dei pesci di qualche chilo tenuti per la coda, vuole solo farveli scegliere, sono meravigliosi a vedersi ma lo saranno altrettanto cucinati.
La Carta dei Vini è molto importante, circa 1.300 etichette selezionatissime, ricca di Champagne, molti i Prosecchi, Vini Bianchi Italiani da tutte le regioni più importanti, Bianchi stranieri da Francia, Austria, Germania, Slovenia, Ungheria, California, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa; Vini Rosati Italiani e Francesi, Vini Rossi da tutta Italia, dalla Francia (Bordeaux e Borgogna), e da Spagna, Argentina e California; non mancano grandi Vini da meditazione e da dessert.
La degustazione fatta è stata accompagnata da una superba bottiglia della Domaine Leflaive, Bàtard-Montrachet 2005 Grand Cru, e dal premuroso controllo di Luciano che, quando può, segue il susseguirsi dei piatti ad ogni tavolo :
- Millefoglie di Baccalà mantecato con vellutata di porri;
- Panzanella croccante con sgombro all'olio e cipollotto fresco;
- Mela fritta con Foie Gras e triglia spadellata;
- La trippa di mare;
- Bavette con Calamaretti e seppioline aglio e salvia;
- Straccetti di pasta fresca con le triglie;
- Seppie nere con filetti di Triglie alla livornese;
- Semifreddo Al Croccante di Pistacchi.
Sul frontespizio del Menù, sotto la scritta La Pineta Ristorante ci sono cinque stelle, ma nel Menù degustato c'era tutto il firmamento.
Che Luciano Zazzeri sia un grande Chef è una cosa lapalissiana, credo di potermi permettere di dire che per lui il più grande riconoscimento al suo eccezionale lavoro sono le innumerevoli persone che vogliono venire a mangiare nel suo Ristorante.......Bravo Luciano.
Ristorante La Pineta
Via dei Cavalleggeri Nord, 27
Marina di Bibbona (Livorno)
Tel. 0586 600016

Azienda Fattoria Terre del Marchesato, nel cuore di Bolgheri (Livorno), dove la passione si esprime nella qualità.

Parlare di Bolgheri nel Comune di Castagneto Carducci (Li), un territorio unico al mondo per il suo microclima, che produce dei vini così straordinari, potrebbe sembrare una cosa facile, ma non è così. Sono tante, infatti, le sfaccettature che rendono questa terra un mito nel mondo dell'enologia mondiale, sicuramente la vicinanza al mare, la protezione delle colline boscose retrostanti, la storia di cui è intrisa che gli riconosce una antichissima tradizione vinicola fin dai tempi degli etruschi, ma anche il valore umano degli uomini e delle donne che in anni lontani hanno fatto di queste terre la loro casa, brava gente che ha saputo adeguarsi alla natura del luogo e agli straordinari frutti che produceva. Non solo, potremmo continuare anche con la storia dell'antico borgo rifondato nel 1393, dopo la distruzione, dai Conti della Gherardesca, conteso tra Pisani e l'Imperatore Massimiliano I D'Asburgo da una parte e Fiorentini e i loro alleati Livornesi dall'altra, fino ad arrivare a "I cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido........." la straordinaria ode, intitolata "Davanti a San Guido", dedicata dal poeta Giosuè Carducci ai luoghi dove aveva trascorso la sua fanciullezza.
Straordinaria terra, ma soprattutto terra di vino; proprio nel cuore di questo piccolo paradiso, c'è una Azienda che mi piace definire "sincera", come il loro Vino, la Fattoria Terre del Marchesato.
La loro storia inizia con la fine della mezzadria, negli anni dopo la seconda guerra mondiale, infatti è il 1954 quando Emilio Fuselli, colono marchigiano, acquista un appezzamento di terreno dal marchese Incisa della Rocchetta, operazione che darà anche il nome all'Azienda (in quel periodo numerose famiglie marchigiane si sistemarono in questa zona portando la cultura degli ortaggi che riqualificarono i terreni). Sono anni di duro lavoro, la produzione è essenzialmente agricola, ma vengono piantati anche i primi vigneti; successivamente, il figlio Aldo, amplierà la produzione con l'introduzione degli olivi, ma è con i nipoti Giancarlo e Maurizio, e soprattutto con quest'ultimo, che l'Azienda prenderà la strada definitiva del vino di grande qualità. Maurizio dopo aver fatto esperienza, per dieci anni, come responsabile nel gruppo di lavoro di Antinori, presso la tenuta Guado al Tasso di Bolgheri, e dopo aver lavorato in proprio come coltivatore diretto, dedicherà tutto il suo interesse alla realizzazione della sua principale aspirazione, la produzione del vino. Nel 2003 la prima vendemmia importante e anche la costruzione della cantina, piccola ma innovativa e funzionale, studiata per affiancare alla genuina tradizione ogni più avanzata tecnica di vinificazione.
Ad oggi parliamo di dieci ettari vitati, due di Vermentino e otto di Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah, le viti sono a cordone speronato, con 7.143 piante per ettaro, tra i filari una distanza tale che l'aria possa circolare ottenendo così una migliore maturazione delle uve e riducendo allo stretto necessario i trattamenti; pur non facendo del biologico, l'attenzione è massima per avere una produzione più naturale possibile. Per lavorare l'uva macchine Vaslin Bucher (le Ferrari del settore), per la vinificazione serbatoi troncoconici per favorire il lavoro di follatura (rimescolare il mosto per risospingere al fondo le vinacce), le barriques di rovere, rigorosamente dal sud della Francia, vengono rinnovate ogni tre anni, da tutto ciò si ricava una produzione di circa 60.000 bottiglie che, in buona parte, vengono esportate in diversi paesi nel mondo come America, Canadà, Giappone, Germania, Svizzera e Danimarca.
La fattoria si avvale della collaborazione del bravo enologo Fabrizio Moltard.
I Vini prodotti sono :
- Bianco IGT Emilio Primo Vermentino, affinato per quattro mesi in acciaio, Alc.13%vol., prodotto in 10.000 bottiglie ;
- Bianco IGT Papeo Vermentino Riserva, (lavorato come un grande rosso) macerazione in barriques, affinamento in tini di acciaio più quattro mesi in bottiglia, Alc.14%vol., circa 5.000;
- Rosso IGT Emilio Primo (cabernet sauvignon,merlot,syrah), dieci mesi in barriques, Alc.13,5%vol., circa 30.000 bottiglie ;
- Rosso IGT Tarabuso (90% cabernet sauvignon e 10% syrah),18 mesi in barriques più 6 in bottiglia, Alc.14%vol., produzione 6.000;
- Rosso IGT Marchesale (syrah in purezza della vigna Sant'Umberto), diciotto mesi in barriques più sei in bottiglia, Alc.14,5%vol., circa 3.000.
Una grossa novità, siamo alla sua prima uscita, è il Rosso IGT Aldone (in onore del loro babbo che viene così chiamato per la sua stazza), un grande Merlot in purezza (sarà fatto solamente in annate speciali), purtroppo solo per pochi intimi, infatti quasi tutta la produzione, circa 1.000 bottiglie, è stata prenotata, ancora prima di uscire, all'estero, e per il nostro mercato non ce ne è più.
L'Azienda produce anche degli ottimi distillati :
- Grappa Bianca, ottenuta da vinacce di Emilio Primo, Alc.42%vol., 1.000 bottiglie;
- Grappa Riserva, le vinacce sono di Tarabuso, con un affinamento di almeno 24 mesi in barriques, Alc.42%vol., produzione 3.000 ;
- Brandy del Marchesato, ottenuto dalla distillazione di uve selezionate dell'Azienda, con un affinamento di almeno tre anni in botti di rovere, grande piacevolezza, veramente intenso e potente, Alc.42%vol., solo mille preziosi pezzi fatti nella distilleria artigianale fondata dal leggendario mestro Gioacchino Nannoni ubicata in Località Aratrice/Paganico in provincia di Grosseto.
Debbo dire che tutti i Vini assaggiati, sia quelli in bottiglia che direttamente dalle botti o dai serbatoi, mi hanno molto interessato, e, fermo restando le loro specifiche peculiarità, anche molto soddisfatto.
L'accoglienza che ho ricevuto è stata molto calorosa e ho passato parecchie ore in compagnia di Maurizio Fuselli della moglie Giovanna (indispensabile asse portante della Ditta) e di Riccardo Peccianti l'efficiente responsabile commerciale, tutto mi è stato illustrato con dovizia di particolari, e ho potuto constatare di persona che a tanta passione corrispondeva altrettanta qualità.
Fattoria Terre del Marchesato
Loc. S. Uberto, 164 - Bolgheri (Livorno)
Tel. 0565 749752 Fax. 0565 749619
info@fattoriaterredelmarchesato.it
http://www.fattoriaterredelmarchesato.it/

mercoledì 1 aprile 2009

Asta di Vini e solidarietà al Caffè Re Noir del Porto Turistico Cala de'Medici di Rosignano Solvay (Livorno).

Sabato, 28 Marzo 2009, con inizio alle ore 17:00 si è svolta una interessantissima asta di vini di qualità (Wine Aid), organizzata dal Rotary Club Cecina/Rosignano in collaborazione con Cala de'Medici Servizi, presso l'elegante Caffè Re Noir-Lounge Bar del Porto Turistico Cala de'Medici di Rosignano Solvay (Li). La manifestazione, con il patrocinio della Provincia di Livorno e dei Comuni di Bibbona, Castagneto Carducci, Cecina e Rosignano Marittimo, aveva esclusivamente scopo benefico, infatti il totale del ricavato verrà utilizzato per acquistare attrezzature da destinare alla Cooperativa Agricola Femminile di Essaouria (Marocco) che produce olio di argan.
L'Argan è un'alberello molto rassomigliante al nostro sempreverde ulivo, nasce e cresce soltanto lungo la costa meridionale del Marocco, in una zona estremamente povera, arida e calda, da sempre l'olio spremuto dalle sue bacche, che maturano tra luglio e agosto, è per la popolazione locale, i Berberi (popolazione di razza bianco-bruna abitante le regioni nordafricane, in particolare Algeria e Marocco, nomadi a economia agricolo-pastorale), un ingrediente fondamentale della loro cucina. Un prodotto prezioso, 50 chili di bacche per ottenere un litro di olio, lavorato prevalentemente dalle donne che si tramandano di generazione in generazione i segreti dell'antica lavorazione; rotto con un sasso il duro guscio dei noccioli si estraggono le armelline ( i semi che si trovano all'interno) e successivamente si tritano, si aggiunge un poco di acqua tiepida, poi si estrae l'olio da questo composto schiacciandolo tra due pietre rotanti, molta fatica per un piccolo quantitativo.
L'olio d'Argan ha un colore dorato intenso, il sapore è deciso con un prevalente aroma di nocciola tostata; bastano poche goccie sul cuscus, sulle tajine (piatto tipico locale di carne in umido), sui piatti di crudo oppure, semplicemente, su del pane, mescolato al miele e alle mandorle diventa l'amlou beldi, tradizionale crema che accompagnata al tè è offerta in segno di ben venuto; dal 2001 è un Presidio Slow Food (progetto nato per tutelare nel mondo i piccoli produttori e per salvare i prodotti artigianali di qualità).
L'asta, alla sua quarta edizione, ha avuto un grande successo di pubblico, ben organizzata, e perfettamente condotta da Marzio Berrugi, grande esperto di vini, perfettamente a suo agio nelle vesti di banditore. Ottantuno lotti molto interessanti, con una base d'asta allettante, sono stati aggiudicati ad appassionati che non si sono lasciati scappare bottiglie, magnum e doppie magnum di 58 importanti aziende agricole soprattutto toscane; tutte aziende lodevoli che hanno donato le loro migliori etichette per l'occasione. Tra le aggiudicazioni: Doppio Magnum Castello del Terriccio 2004 a Euro 200,00, Magnum Scrio 2005 ( Az. Le Macchiole) a Euro 155,00, Magnum Ornellaia 1995 a Euro 240,00, Magnum Grattamacco 2005 Euro 110,00, Bottiglia di Sassicaia 2005 a Euro 115,00.
Alla fine sono rimasti tutti soddisfatti, gli organizzatori, i partecipanti e i beneficiari.
http://www.targanine.com/
http://www.calademedici.net/