sabato 27 febbraio 2010

AL RISTORANTE LE NUVOLE DI SUVERETO (LIVORNO) C'E' UN BRAVO CHEF CHE VIENE DA MOLTO LONTANO.

In Toscana, tra le tante meraviglie della natura, c’è una valle denominata Val di Cornia, prende il nome dal Fiume Cornia che la attraversa. Il Cornia è un corso d’acqua di circa 50 chilometri a regime torrentizio, nasce dal monte Aia de Diavoli sulle Colline Metallifere, il più esteso sistema collinare e montuoso dell’Antiappennino Toscano. La Valle si estende nella provincia di Livorno tra i Comuni di Campiglia Marittima, Suvereto e San Vincenzo, è delimitata ad Ovest dal Mar Tirreno, ad Est dal Monte le Cornate di Gerofalco (sette punte, la più alta a 1059 s.l.m.), a Nord dal Comune di San Vincenzo e a Sud dalle colline che la dividono dal Grossetano. È una Valle ricca per le sue coltivazioni, abbondano le viti e gli olivi, ma ci sono anche altre importanti produzioni, in particolare spinaci, cardi e cocomeri in una varietà che rappresentano una specifica tipicità. Qui la diffusa, secolare, tradizione di fare il buon Vino ha avuto il riconoscimento, nel 1989, della D.O.C. Val di Cornia e, nel 2000, della Sottozona specifica di Suvereto.
Proprio Suvereto, in Provincia di Livorno, è una delle Località più antiche di questo territorio. Il Borgo medievale sorge su un colle da cui si gode un fantastico panorama: il golfo di Follonica, il Mar Tirreno e l’Isola d’Elba, oltre alla bella campagna, magnificamente coltivata, che lo circonda. Questa è terra di macchia mediterranea, c'è l'olivo secolare, la vite e la sughera, qui in dialetto il sughero viene chiamato “suvero”, da ciò deriva il nome del Paese, diviso, poi, nelle Frazioni di San Lorenzo, Montioni (dove la vasta area boschiva è diventata recentemente un grande Parco Provinciale), Forni, Prata e Belvedere. La sua storia, inizia con la caduta dell’Impero Romano, le popolazioni costiere, in pericolo a causa delle incursioni piratesche, si ritirarono nelle zone collinari interne, la sua nascita quasi certamente si può far risalire intorno all’Anno Mille. Terre dominate dalla Famiglia degli Aldobrandeschi di Santa Fiora che nel XII Secolo vi costruirono la Rocca e i fossati per circondare l’abitato. Dopo che i forti cittadini di Suvereto si erano costituiti in “Libero Comune” (il primo della maremma settentrionale), ottennero, nel 1201, dal Conte Ildebrandino VIII, in riconoscimento alle loro aspirazioni autonomistiche economico/politiche la “Charta Libertatis”, questo evento viene festeggiato anche oggi con sontuose ricostruzioni storiche (vedi prima foto sotto). Il Borgo è ricco di vicoli, scaloni, giardini pensili e importanti monumenti. La Porta Merlata ci porta nel cuore del Paese, troviamo la Pieve Romanica di San Giusto completata nel 1189, la Chiesa della Madonna di Sopra la Porta del 1772, la Rocca Aldobrandesca le cui fondamenta sono anteriori all’Anno Mille, il Palazzo Comunale del XIII secolo, famoso per il suo bel loggiato, la Chiesa del Crocifisso del 1500 e l’antico Convento di San Francesco del 1288 con il suo suggestivo Chiostro. Attraverso vicissitudini storiche che vanno dal passaggio sotto il dominio del Principato di Piombino a quello dei Francesi con la sorella di Napoleone (Elisa Bonaparte), dal Granducato di Toscana all’unità d’Italia, questo Borgo è giunto a noi perfettamente conservato con tutto il suo fascino e ogni anno è sede di molte, belle e affollate manifestazioni storiche, gastronomiche, enologiche e culturali.
Proprio entrando in Paese dalla Porta Merlata sulla destra si affaccia un Ristorante fuori dall’ordinario, Le Nuvole.
Questo simpatico e caratteristico Locale è di proprietà di una bella giovane coppia, lo Chef Timothy Magee e sua moglie Cristina De Nigris (vedi quinta foto sotto).
Timothy è nato nel 1972 a Reno nel Nord Nevada negli Stati Uniti d’America, per gli Americani la più grande piccola Città del mondo, famosa, per la velocità con cui vi si può divorziare; dopo aver fatto tutti i cicli scolastici si iscrive all’Università di Reno dove si laurea nel 1995 in Letteratura Inglese. La sua Famiglia ha origini Toscane, i genitori di sua mamma Lina Quirici, venivano dall’Italia, precisamente da Lucca, Timothy è cresciuto con due grandi passioni la buona cucina Italiana e il ciclismo, per la prima si doveva accontentare a lavorare part/time come pizzaiolo, per la seconda ha fatto per qualche anno anche il semiprofessionista con un certo successo. Nel 1998 è venuto in Italia, a Pisa, a trovare un amico che era Sous Chef al Ristorante Cagliostro, dove rimane coinvolto e dà una mano in cucina fino al 1999, dopo una breve parentesi di due anni a casa, torna a Pisa nel 2002 per lavorare, per un anno, presso la Cioccolateria di Paul e Cecilia De Bondt a Visignano, Navacchio, secondo la prestigiosa Guida "The Chocolate Companion" una tra le quindici migliori cioccolaterie del mondo, dove apprende la loro eccelsa arte. Successivamente lavora in Ristoranti della costa Pisana dove si specializza nella cucina di mare, nel 2004 diventa Executive Chef nel conosciutissimo Locale L’Osteria del Violino, sempre a Pisa, dove rimane per due anni. Visitata Suvereto, se ne innamora, decidendo di trasferirvisi, trovato il fondo, dopo molti lavori di ristrutturazione, seguiti personalmente, nel mese di Gennaio 2007 apre, con la moglie, il Ristorante Le Nuvole.
Cristina
è nata a Roma, nel 1974, dopo aver fatto il Liceo Linguistico, frequenta l’Istituto Italiano d’Arte Artigianato e Restauro dove si diploma a pieni voti nel 1995, per due anni andrà a Dublino in Irlanda come restauratrice, nel 1997 rientra a Roma, successivamente, casualmente, per un concerto, arriva a Pisa, per una persona che fa il suo lavoro ed ama l’arte è come essere arrivata nel “paese dei balocchi”, infatti decide di stabilirvisi. Nel 1999, in una calda sera d’estate, al Bar del Giardino Scotto, nel bellissimo contesto al centro delle antiche mura della Fortezza denominata "Cittadella Nuova" in Lungarno a Pisa, incontra Timothy, “galeotta fu la sera”, fidanzati per alcuni anni, nel 2004 si sono sposati.
Il Ristorante Le Nuvole è accogliente, una prima saletta, moderna, con tre tavolini, l’angolo del bancone e in fondo la grande vetrata che mostra la nuova bella cucina, finita la stanza, sulla sinistra, si scende una piccola scala, solo sette scalini, e si viene catapultati nella Suvereto antica. Due salette con i muri a pietra, molto belle e accoglienti, nella prima sette tavolini comodamente disposti, nella seconda, “la cantinetta”, si può cenare in un tavolo centrale godendosi la vista dei vini esposti. L’apparecchiatura e semplice ma elegante e ogni particolare è estremamente curato. Cristina in questi anni si è appassionata a tutto il mondo dell'enogastronomia e lo si nota, la sua Carta dei Vini è precisa e chiara, fatta molto bene, non ci sono mancanze, e a ogni Vino segue un’accurata descrizione dei vitigni che lo compongono. Anche la scelta delle Etichette è fatta con oculatezza ed esperienza, Bollicine Italiane e Francesi, Vini Bianchi dalle principali Regioni Italiane, dalla Francia, dalla Germania, dall’Austria e dalla Slovenia, Vini Rossi del Territorio e di altre importanti Regioni Italiane, non mancano i Francesi, Vini Dolci, Grappe e Distillati, alta la qualità, tutto anche al bicchiere, giusti e vari i prezzi.
Ma veniamo alla degustazione fatta, su consiglio di Cristina abbiamo stappato un’ ottima bottiglia di Pinot Grigio Calcaire 2004 , de la Domaine Zind-Humbrecht di Turckheim (Haut-Rhin) Alsazia, Francia, un’Azienda fondata "solo" nel 1658, un Vino biologico e biodinamico certificato, dai profumi intensi e dai sentori morbidi; in tavola il fresco e fragrante pane della casa, mini baguette, crakers, mini schiacciatine, nodini di pane :
- Involtino di seppie su “inzimino” ( in origine denominato zimino, classico condimento toscano a base di verdure) di cime di rapa con polvere di nero di seppia carbonizzato;
- Filetto di triglia al forno su scarola alla napoletana saltata in padella con pinoli e uvetta su patata croccante e salsa cremosa aioli (aglio, olio di oliva e sale);
- Tortelli al baccalà e scorza di limone grattugiato su crema di pomodoro e latte di baccalà;
- Filetto di gallinella in crosta di patate con tapenade di olive ( composto finemente tritato di olive, capperi, acciughe e olio di oliva);
- Trancio di palamita e bagna cauda ( salsa calda Piemontese a base di aglio, olio d'oliva e acciughe salate) su verdure grigliate;
- Tarte tatin ( torta della tradizione Francese) ripensata alle mele su letto di caramello;
- Mini pasticceria della Casa (come potete vedere dalla foto in fondo, la "gola" è stata più veloce della foto stessa).
Le presentazioni belle e interessanti, gradevolissimi gli aromi e buoni i sapori, Timothy ha molte qualità e una grande passione che si sente in ogni sua preparazione. In cucina, come valido aiuto, c'è il giovane Sous Chef Simone Pezzulla.
Il loro Menu cambia quotidianamente a secondo delle disponibilità di pesce fresco, si prediligono i prodotti a chilometro zero, quelli di stagione e i biologici, tutta la pasta è fatta in casa. Per pranzo il Locale adotta la politica del contenimento dei prezzi, pertanto c'è una Carta Specifica, leggermente più ridotta e veloce, con qualche piatto anche di terra, uso Bistrot (o Bistro), per la cena il Ristorante è a pieno regime, tutto mare, rimanendo, però, in una ottima fascia qualità/prezzo.
Bella esperienza, in un Borgo antico come Suvereto ho trovato un piacevole Ristorante con una ottima cucina di mare, i bravi titolari, Cristina De Nigris e Timothy Magee mi hanno pienamente convinto e soddisfatto, ho degustato delle prelibatezze fatte con mano sicura da un bravo Chef che viene da molto lontano.
RistoBistro Le Nuvole
Via Palestro, 2 Suvereto (Li)
Tel. 0565 829092
Aperto a pranzo e cena
giorno di riposo il lunedì.
info@lenuvoleristobistro.it
http://www.lenuvoleristobistro.it/



























domenica 21 febbraio 2010

Le nuove preparazioni cucinate da Alfredo Sibaldi all’Angolino di Via Magenta a Livorno.

Dopo la recente inaugurazione del 23 Gennaio scorso (vedi articolo su questo Blog), estremamente curioso, mi sono recato ad assaggiare i nuovi piatti preparati dal grande Alfredo Sibaldi, nel suo nuovo accogliente bel locale a Livorno che, per la sua ubicazione, è stato battezzato: L’Angolino di Via Magenta. Sono stato accolto con molta gentilezza da Silvana Dieli e mi sono sentito subito a mio agio; dopo una breve chiacchierata con Alfredo Sibaldi sulle attuali problematiche della Ristorazione (purtroppo il momento, a livello mondiale, non è positivo in nessun settore) ho iniziato la degustazione. Sul tavolo, ben apparecchiato, un interessante assortimento di focaccia secca integrale ai semi di girasole, focaccia morbida all’Olio Extra Vergine di Oliva e un fragrante filoncino di pane. Si inizia con due antipasti:
- Filetto di maiale stagionato, della Macelleria Fratelli Bonelli di Castel del Piano (Gr) (da cui proviene anche tutta l’ottima salumeria servita nel Locale), con raveggiolo di capra, Olio Extra Vergine di Oliva e pepe tostato;
- Sfogliatine di uovo con vellutata di erbe di campo (ortica, rucola, radicchio, borragine e valeriana) serviti su una base di erbe e ricotta.
Questi primi due piatti sono stati accompagnati da una bottiglia di Chardonnay 2008 Alto Adige D.O.C. del Podere Provinciale Cantina Laimburg, Vadena (Bz).
Come primo:
- Batuffoli di ricotta con concassè di funghi trifolati alla maggiorana.
Per secondo, due portate:
- Sfilacci di gallina Livornese su insalatina di campo con uva appassita, pinoli di Migliarino (Pi) e patate al vapore con sopra una riduzione di aceto balsamico;
- Antico peposo rinascimentale con pomodori rossi e patate lesse.
Al primo e ai due secondi è stato abbinato un Rosso Bolgheri D.O.C. Il Bruciato 2007 della Tenuta Guado al Tasso di Bolgheri (Li).
Anche se non ce la facevo più la gola mi ha fatto prendere anche il dolce:
- Torta di ricotta leggermente gratinata servita su di un letto di frutti di bosco.
Accompagnata da Torcolo, un Verduzzo, Vendemmia Tardiva, Veneto Orientale I.G.T. dell’Azienda Agricola Moletto di Motta di Livenza (Tv).
Molto bene, belle e colorate le presentazioni (potete vedere tutte le foto sotto), aromi e sapori di grande livello, prevale la estrema delicatezza; gli abbinamenti perfettamente centrati.
Alfredo Sibaldi ha voluto sottolineare che prova una grande soddisfazione nell’offrire alla clientela i piatti frutto della concretizzazione delle sue idee, dal pensiero al cibo di qualità, ma che, soprattutto, i cibi sono cucinati e non cotti, una differenza fondamentale per poter trasformare, tramite il calore, un’idea culinaria in un appetitoso piatto.
L’Angolino di Via Magenta
Via Magenta, 74 Livorno
Tel. 340 9474514









domenica 14 febbraio 2010

AZIENDA VITIVINICOLA I STEFANINI DOVE IL VINO E’ PIU’ SOAVE.

Il territorio che oggi corrisponde alla D.O.C. del Soave, in Provincia di Verona, ha antichissime tradizioni vitivinicole che risalgono alle popolazioni dei Veneti e dei Celti che abitarono in queste zone prima dell’avvento dei Romani. Quest’ultimi, stanziandosi nel Veronese, svilupparono e incrementarono la produzione vitivinicola, per poi distribuirla, con i carri e su barconi fluviali, in tutto l’Impero. Dopo il decadimento causato dalle invasioni barbariche, le coltivazioni ripresero vita dopo l’Anno Mille, grazie ai Monaci, ripartì la coltura della Vite. Per proteggersi da nuove aggressioni sorsero in questa zona numerosi importanti Castelli e Manieri (dimore dei signori feudali minori), che furono teatro anche delle sanguinose lotte tra le potenti famiglie del tempo, e gli immancabili scontri tra Guelfi e Ghibellini (due fazioni opposte sempre in lotta tra il XII secolo e l’epoca delle Signorie, i primi appoggiavano la Chiesa i secondi l’Impero). Il Castello di Soave (vedi foto sotto), con la sua storia, è un esempio perfetto per conoscere meglio gli eventi di questa zona d’Italia. Le origini del Castello risalgono, probabilmente, ai primi anni del X secolo, venne costruito per volontà di Berengario I Re d’Italia. Dall’edificazione al 1369 passò di mano, anche con accese battaglie, dai Sanbonifacio a Ezzelino da Romano, dalla Famiglia dei Greppi a Mastino I della Scala, da Rolando de’Rossi da Parma a Mastino II della Scala. Sotto la dominazione degli Scaligeri, Cansignorio, nel 1369, iniziò una importante opera di restauro che si protrasse fino al 1375, rafforzando il Castello anche con la costruzione della nuova grande cinta muraria che proteggeva tutto l’abitato. Le mura continuarono ad essere al centro di nuove lotte e contese, con la caduta degli Scaligeri arrivò Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, poi i da Carrara signori di Padova, successivamente si alternarono Veneziani e la famiglia Visconti, con una breve parentesi di Massimiliano I d’Asburgo. Nel 1696 il Castello divenne proprietà del Nobile Francesco Gritti, rimase della Famiglia fino al 1830 quando lo acquistò l’Avvocato Antonio Cristiani, nonno materno di Giulio Camuzzoni, bisnonno dell’attuale proprietaria. Grazie all’impegno di questa Famiglia il Castello di Soave si è preservato nel suo maestoso e straordinario fascino. Le terre che lo circondano sono una infinita distesa di filari di Viti, predominano i Vitigni, ormai autoctoni, della Garganega e del Trebbiano. La Garganega ha trovato su queste colline il suo habitat ideale, il terreno è tufaceo e ha origine vulcanica, ci sono importanti affioramenti calcarei, le viti si sono perfettamente adattate e crescono in simbiosi perfetta; oltre al già nominato Trebbiano di Soave qui troviamo anche Vitigni di Chardonnay e di Pinot Bianco. Questa è la zona di produzione di uno dei Vini Bianchi Italiani più importanti, il Soave, appunto, che nel 1931 veniva riconosciuto, primo tra tutti i Vini Italiani, “tipico e pregiato”, meriti confermati con la D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) nel 1968 e le D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) nel 1998 per il Recioto di Soave e nel 2001 per il Soave Superiore. Due brevissime parole sul Recioto di Soave vanno dette, trattandosi di un grande Vino da dessert/meditazione. Gli Antichi Romani definivano questo Vino “Vinum suave, nobile et pretiosum”, come si evince dalla descrizione che ne fa nel 533 d.C. Flavio Magno Aurelio detto Cassiodoro (vissuto tre il 490 e il 583 d.C. e Prefetto del Pretorio per l’Italia sotto la reggenza di Amalasunta figlia del Re Ostrogoto Teodorico); viene prodotto con uve di Garganega lasciate appassire su tralicci o plateau di legno, e prende il nome dalla particolare forma dei grappoli che nella parte superiore prendono una posizione simile a delle orecchie, in dialetto Veneto “rece”. Lasciato invecchiare in barrique di quercia da 225 litri, anche per tre anni, quando viene imbottigliato è uno dei prodotti più rappresentativi dell’arte del fare il Vino. Non molto lontano dal Castello di Soave, circa a dieci minuti, in Località Monteforte d’Alpone c’è l’Azienda Agricola I Stefanini: è della Famiglia Tessari , agricoltori e viticoltori sin dal 1800. Il nome dell’Azienda nasce dal loro capostipite Stefano, da allora è diventato anche il loro soprannome: I Stefanini. Valentino Tessari con la moglie Stefania, il figlio Francesco, il fratello e le sorelle, Giuseppe, Luisa, Valeria e Maria Grazia, sono una splendida Famiglia di persone vere e sincere che amano la loro terra e il loro lavoro, hanno vari appezzamenti per un totale di circa 20 ettari, tutti vitati, e si sono dati all’imbottigliamento solo dal 2003, fino ad allora producevano per se e conferivano poi il resto della loro produzione alla Cantina Sociale. Anche se sono andato a disturbarli durante la vendemmia, mi hanno accolto con squisita gentilezza e ospitalità, imbastendo, lì per lì, una ricca tavola apparecchiata per pranzo. La gentile signora Stefania è appassionata di gastronomia, mi onora di essere anche una mia lettrice, mi ha fatto mangiare benissimo, con, anche, degli straordinari prodotti di loro produzione. Francesco (classe 1981), il figlio, nato a Soave, oggi è il motore trainante dell’Azienda, con il suo grande entusiasmo e la sua grande passione sviluppata fin dalla tenera età. Dopo essersi diplomato Perito Agrario all’Istituto Tecnico Agrario “A. Trentin” di Lonigo (Vi), ha frequentato la Facoltà di Agraria all’Università di Padova, trasferendosi successivamente al Corso di Enologia a Verona, tornato a casa, dal 2003, si occupa dell’Azienda con amorevole cura. I Vini da loro prodotti sono: Soave D.O.C. “Il Selese”, Soave Classico D.O.C. “Monte de Toni”, Soave Superiore Classico D.O.C.G. “Monte di Fice” e solo nelle migliori annate il Recioto “Togo Rosso". Il Soave Il Selese, Alc. 12% Vol. (90% di Garganega e 10% di Chardonnay), viene prodotto da vigneti di circa 20 anni, circa 60.000 le bottiglie, ha un bel colore giallo paglierino, gli aromi sono prevalentemente di frutta fresca rotonda, al palato delicati sentori floreali, molto fresco si lascia bere bene. Il Soave Classico Monte de Toni, Alc. 13% Vol. (100% Garganega) viene prodotto da vigneti di circa 30 anni, qui le bottiglie non sono molte, circa 12.500, colore giallo paglierino, aromi fruttati, sentori intensi al naso e al palato, lungo e molto piacevole. Il Soave Classico Superiore Monte di Fice, Alc. 13% Vol. (100% Garganega) viene prodotto da vigneti di 30 anni, è una rarità visto che ne vengono fatte solo 6.000 bottiglie, colore giallo paglierino intenso, molti aromi fruttati, al palato un tripudio di sentori floreali e note speziate, molto equilibrato armonico e avvolgente, lungo e persistente, veramente ottimo. Ovviamente, a così tanta qualità e bontà, non sono mancati i premi e i riconoscimenti, comprese ottime valutazioni come i “Tre Bicchieri” della “Guida Vini d’Italia 2010” del Gambero Rosso al Monte di Fice 2007 e il “Premio Etichetta per l’Ottimo Rapporto Qualità/Prezzo” a Il Selese 2008 sulla “Guida al Vino Quotidiano 2010” edita da Slow Food. Questo straordinario rapporto tra la eccezionale qualità e il prezzo (basso) è una prerogativa di tutta la loro produzione. Fare il Vino con le migliori tecnologie ma ottemperando strettamente alle regole della tradizione, è la filosofia della bella Famiglia Tessari, che ha ottenuto del Vino di grande qualità e lo ha reso anche più “Soave”.
Azienda Agricola I Stefanini
Via Crosara 21, Monteforte d’Alpone (Verona)
Tel. 045 6175249 Fax. 045 4851828
francesco@istefanini.it
http://www.istefanini.it/

sabato 6 febbraio 2010

Alfredo Sibaldi, famoso Ristoratore, è tornato nella sua Livorno per aprire L'Angolino di Via Magenta.

Buone notizie per gli appassionati della Ristorazione di qualità, Alfredo Sibaldi Bevilotti, ha inaugurato Sabato 23 Gennaio 2010, in pieno centro a Livorno, il suo nuovo locale “L'Angolino di Via Magenta".
Alfredo, nasce a Livorno il 12 Gennaio 1961, dopo le scuole dell'obbligo e le superiori a ragioneria, nel 1979, seguendo la sua passione per il mondo del bere miscelato, entra a lavorare all'American Bar il Punto, aperto da poco, in Via Grande, sempre nella Città Labronica.
Successivamente arricchisce le sue esperienze in Locali importanti come il Cafè Màmà, L'American Bar Tic Tac, sempre a Livorno, e il Belvedere dell'Hotel Continental di Tirrenia (Pi). Nel 1984, in riconoscimento della sua rapida ascesa professionale, viene chiamato come Barman responsabile del nuovo American Bar Il Cotton del Centro Commerciale Marilia ad Antignano (Li), un Locale che ha fatto storia per il grande livello professionale/qualitativo raggiunto.
Nel Maggio del 1986, insieme alla sua socia Susanna Fumi, apre in Località Triana, sulla via della “castagna”, nel Comune di Roccalbegna, in Provincia di Grosseto, sulle ceneri di una vecchia attività commerciale, che faceva praticamente tutto (bar - alimentari – mesticheria – chincaglieria - ecc.) una piccola Paninoteca Birreria. A causa della vicinanza con il Castello di Triana, molto antico, citato già in una pergamena dell’anno 822 e successivamente feudo della Famiglia degli Aldobrandeschi di Santa Fiora (Gr), questo Locale verrà battezzato “L’Osteria del Vecchio Castello”, avrà una rapida e crescente affermazione, trasformandosi presto in uno dei Ristoranti Italiani più importanti. Già nel 1990 è segnalato nelle principali Guide Gastronomiche; negli anni 1991 e 1992 vince, al Concorso Enologico Nazionale, il “Premio Douja d’Or” come una delle migliori Carte dei Vini d’Italia. Il Concorso è organizzato ogni anno ad Asti dalla Camera di Commercio locale, cosi denominato perché Douja è il panciuto recipiente contadino usato in cantina per travasare e contenere il Vino. Nel 1992 e nel 1994 la Guida dei Ristoranti dell’Espresso gli conferisce il “Premio Pommery” per il Grande Livello Qualitativo raggiunto, successivamente, nel 1999, lo promuove conferendogli i “Tre Cappelli” con 17/20.
La guida Michelin, nel 1995, gli assegna la “Stella” oltre alle “Tre Forchette” rosse. La importante Rivista Tedesca “Der Feinschmecker” (Il Gourmet), nel 1997, lo qualifica come uno dei “Primi Ristoranti Toscani”.
Nel Marzo del 2000, un grosso cambiamento, L’Osteria del Vecchio Castello si trasferisce nel territorio del Comune di Montalcino (Si), in un piccolo, ma straordinario, ex Monastero del 1200, la Pieve di San Sigismondo in Località Poggio alla Mura, vicino al Castello di Poggio alla Mura conosciuto anche come Castello Banfi.
Non per questo vengono a mancare i successi, nel 2000 e nel 2001 la Guida Veronelli gli aggiudica il “Sole” e il punteggio di 100/100. Il 2004 è un trionfo, la Guida di Panorama 9/10, quella di Quattroruote il punteggio massimo, il Touring Club Italiano una “Medaglia”, l’Accademia Italiana della Cucina “Quattro Tempietti” e il Gambero Rosso “Due Forchette”.
Ma non finisce qui, la stampa Nazionale ed Estera lo portano alle stelle, non mancano i numerosi servizi sui principali Canali Televisivi.
Alfredo ha ricevuto anche personalmente un’infinità di attestati e riconoscimenti, nel 1991 viene accolto nell’Accademia Gastronomica Italiana, nel 1992 è tra i Soci Fondatori, per l’Italia, dell’ Associazione Jeunes Restaurateurs d’Europe, nello stesso anno entra nell’Accademia della Cucina. Nel 1993 gli viene conferito il titolo di Maestro di Cerimonie dell’Accademia Maestri Sommelier, nel 1994 diventa Assaggiatore O. N. A.V.(Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino). Nel 1995 entra nella prestigiosa Unione Europea dei Cuochi Euro- Toques International, con a capo lo straordinario Paul Bocuse (classe 1926), Chef di fama mondiale, uno degli inventori della “Nouvelle Cuisine”, anima del suo magnifico Ristorante L’Auberge du Pont de Collonges nel suo paese natale a Collonges au Mont d’Or in Francia, “Tre Stelle” Michelin dal 1965. Nel 1996 è Sommelier A.I.S., poi nel Dicembre del 2000, a Parigi, gli viene riconosciuto il Commandeur dans l’Ordre de l’Etoile de l’Europe dalla Fondation Européenne Conseil de la Gastronomie.
Elencare tutti i traguardi raggiunti è impossibile, accontentatevi di quanto fin qui esposto, tenendo sempre presente di che straordinario livello stiamo parlando.
Dopo l’esperienza fatta con un Locale di tale importanza, Alfredo, in questi ultimi anni si è dedicato a una serie di qualificate consulenze in Italia e in molti altri Paesi del Mondo, sempre legate al mondo del Vino e della Ristorazione di altissima qualità.
Da tutto questo girovagare è nato il desiderio di tornare alla sua Città natale, ecco dunque la decisione di iniziare una nuova esperienza in una delle strade commerciali più importanti di Livorno, Via Magenta.
Accanto ad Alfredo troviamo, ad aiutarlo, la sua nuova socia Silvana Dieli (con me e Alfredo nella foto in alto).
Silvana è di origini siciliane (Palermo), dal 1976 al 2007 ha lavorato nel Nord Italia, in particolare a Milano, Saronno (Va) e a Seveso (Mi), poi nel 2008 ha deciso di trasferirsi in Toscana. Entra a lavorare alla Fattoria dei Barbi a Montalcino (Siena), vista la sua perizia, il titolare dott. Stefano Cinelli Colombini le affida l’incarico di creare il marchio e la loro nuova linea di prodotti gastronomici, successivamente di allestire e dirigere anche il nuovo negozio La Bottega dei Barbi.
Ma torniamo all’inaugurazione: L’Angolino di Via Magenta apre in “punta di piedi”, con l’educazione e il savoir-faire dei “grandi”; il suo nome deriva dal fatto che è ubicato proprio sull’angolo con Corso Amedeo.
Il locale è raccolto e accogliente, il bancone con la vetrinetta, appena si entra, gli scaffali con i molti selezionati Vini e Liquori, un mini salottino per rilassarsi, sei eleganti tavolini comodamente sistemati, prevalgono i colori forti e caldi. Alfredo Sibaldi Bevilotti vuole dare un forte messaggio di qualità, soddisfacendo, nell’arco della giornata, le esigenze gastronomiche della clientela, dalla colazione alla cena. Per dare ciò, le sue preparazioni saranno legate alla spesa giornaliera e alla ricercatezza delle materie prime, abbinandole sapientemente con i migliori Vini/Liquori.
Un famoso Ristoratore come Alfredo Sibaldi merita sicuramente fiducia, e il suo nuovo Locale in centro a Livorno, "L’Angolino di Via Magenta", vi permetterà di degustare, in un piacevolissimo ambiente, ottimi “Vini … e Sfizi”.
L’Angolino di Via Magenta
Via Magenta, 74 Livorno
Tel. 340 9474514