domenica 25 novembre 2012

OSTERIA PRIMO RIFUGIO, ABBADIA SAN SALVATORE LOCALITA’ PRIMO RIFUGIO, MONTE AMIATA, I “BUONI SAPORI DI UNA VOLTA”.



Nella parte Meridionale della Regione Toscana si erge maestoso, sulle vallate circostanti, con i suoi 1738 metri s.l.m., un vulcano ormai spento da circa 700.000 anni, il suo nome è Monte Amiata.

Il suo Territorio si suddivide tra due Provincie, quella di Grosseto e quella di Siena.

Qui la flora e la fauna hanno raggiunto un equilibrio invidiabile. Le pendici del Monte sono ricche di fitti e bellissimi boschi di Faggi, Abeti e Castagni. Sul lato Grossetano, nel Comune di Arcidosso, una grande area protetta è stata destinata per il ripopolamento del quasi scomparso “Canis Lupus Italicus”, più comunemente denominato Lupo Appenninico. Qui ci sono le sorgenti di ben 4 fiumi (Fiora, Vivo, Albegna, Paglia), tutte gestite da quella efficiente opera d’ingegneria idraulica, costruita negli anni trenta, che è l’Acquedotto del Fiora.

Il Monte Amiata è conosciuto, oltre che per la natura lussureggiante e i panorami, anche per essere una Stazione Sciistica Invernale, con una decina di impianti di risalita, e per le sue risorse, in prevalenza il Legname, le Castagne (D.O.P.) e i Funghi; in zone più basse poi ci sono gli oliveti e i vigneti.

Questa Terra dà un pregiatissimo e prelibato Olio Extra Vergine di Oliva prodotto con l’Olivastra Seggianese e i buoni Vini delle D.O.C. Montecucco e Orcia.

Nel territorio Amiatino Senese, c’è l’antico Comune di Abbadia San Salvatore. Il suo nome deriva dall’omonimo Monastero, prima dei Frati Benedettini e, successivamente, di quelli Cistercensi, che, edificato nell’ottavo secolo, ha avuto molto potere in queste zone in Epoca Feudale.

Sulla strada che porta alla vetta del Monte Amiata, vi è una Località immersa nel bosco che si chiama Primo Rifugio.

Qui sorge un Locale rustico particolarmente “caldo” e accogliente: l’Osteria Primo Rifugio di Clara Rossi e suo marito Damiano Pizzetti.

Clara è nata a Siena, il 25 Febbraio 1978, è una “figlia d’arte”, in quanto è cresciuta in una famiglia di ristoratori, i suoi genitori, Rossano e Seriana, gestiscono con grande passione, nel Comune di Castiglione d’Orcia (SI) nella Frazione di Vivo d’Orcia, l’Osteria Ristorante “Il Castagno”.

Clara cresce in un ambiente familiare particolarmente legato alla buona cucina tradizionale del territorio, indimenticabili le squisite preparazioni di nonna Iole, fatte con prodotti di altissima qualità. Ciò alimenta in lei il forte legame con l’attività ristorativa. Finite le scuole dell’obbligo frequenta l’Istituto di Istruzione Superiore Statale “Pellegrino Artusi” di Chianciano Terme (SI), ottima Scuola che, da più di 50 anni, prepara professionisti per i settori della ristorazione e dell’accoglienza turistica. Dopo questa esperienza formativa torna ad aiutare nel Locale di Famiglia.

Clara, nel 1996 a Paestum, nel Comune di Capaccio in Provincia di Salerno, al matrimonio di una cara amica, conosce Damiano, classe 1971 di Abbadia San Salvatore, lui è l’amico dello sposo. Da questa conoscenza nasce l’amore che li porterà al matrimonio e alla nascita della loro bellissima, dolcissima e intelligentissima figlia Zoe.

Damiano è ragioniere, la sua famiglia è di artigiani, ma il suo babbo ha sempre avuto una grande passione per la cucina e il buon vino e un grande sogno, che ha trasmesso al figlio, aprire un’osteria. L’incontro con Clara è decisivo, nel 2002 aprono insieme un’Osteria in pieno centro storico di Abbadia San Salvatore, in un antico edificio medievale, pianterreno e primo piano. L’osteria viene battezzata con il nome “Re Ratchis”, il Re Longobardo che si ritiene abbia fondato l’Abbazia in questa Cittadina. L’esperienza con Clara in Cucina e Damiano in sala dura fino al 2007, con grandi riconoscimenti da parte della clientela e non solo.

Dal Settembre 2007 al maggio 2008, trascorrono una parentesi non troppo fortunata in Paraguay.

Rientrati in Italia, negli ultimi mesi del 2008 rilevano l’Osteria Primo Rifugio sul Monte Amiata, è una grande avventura in quanto il Locale è stato chiuso per quasi trent’anni. Impegnativi lavori di ristrutturazione e adeguamento li vedono occupati per molto tempo e l’apertura della loro gestione avviene il 4 Luglio 2009.

L’edificio, che ospita l’Osteria, ha il classico aspetto della casa di montagna in pietra e legno, è stato inaugurato, sempre come punto di ristoro, nel lontano 1935, dall’allora Ministro della Cultura Popolare Conte Gian Galeazzo Ciano (1903-1944).

Il Locale all’interno, per lo stile, segue i canoni dell’ubicazione montanara, appena si entra troviamo sulla destra il bancone frigo per i formaggi e gli affettati, davanti sulla destra il bancone bar, a sinistra la prima saletta con il caminetto, da cui si accede, a sinistra, in un’altra piccola salettina, e, a destra, in un corridoio che porta alla cucina ed a una ulteriore sala rettangolare più grande sul retro. In totale una capienza di 40 persone all’interno, la sala grande del retro viene usata solo in particolari occasioni o feste.

All’esterno, in estate, si può mangiare fuori nella grande terrazza, che ospita un’altra quarantina di avventori, solo a pranzo, perché di sera, anche in agosto, è facile che si debba stare dentro e accendere il caminetto. Sempre in estate un piccolo baracchino fuori alleggerisce il lavoro del servizio bar interno.

L’apparecchiatura è semplice ma non manca niente.

Damiano si occupa dei Vini, e non mancano buone bottiglie Italiane dalle migliori zone di produzione.

Ma veniamo alla degustazione. In tavola il vino sfuso della Casa, Rosso di Montecucco dell’Azienda Agricola Niccolini di Giorgio e Gabriele Niccolini, Loc. Pescina, Seggiano (Gr), e del buon pane casareccio:

- Antipasto misto Toscano su tagliere di legno con i salumi: salsiccia di cinghiale, salamella di Cinta Senese, finocchiona, prosciutto;

- Tre Assaggi : Ricotta pepe nero, fichi secchi e Olio extra Vergine di Oliva; Peperoncini ripieni di ricotta salata; Pomodorini appena scottati;

- Tagliere di Formaggi: Pienza nero, Pienza di grotta, con marmellata di cipolle rosse e pera affettata;

- Pappardelle fatte in casa in bianco con uva, spinaci, uvetta, pinoli e mandorle;

- Ventricello di maiale ripieno di macinato, salsicce, uova, cotiche, formaggio parmigiano, spezie e peperoncino, accompagnato da insalata mista;

- Chiocciole (Lumache) con ragù, antica ricetta tradizionale Toscana, qui le chiocciole vengono chiamate “Lumacci”;

- Cantuccini al cacao con il Vin Santo;

- Tocchetti di cioccolata fondente e al latte con un’ampia e interessante scelta di Rhum di varie nazionalità.

Tutto molto buono dai sapori intensi, tradizionali e curati, eccezionali le chiocciole, provenienti da un noto allevamento, vero e proprio cavallo di battaglia del Locale. Clara è una cuoca appassionata, si sente in ogni sua preparazione, nella sua tenera semplicità esprime veramente un’ottima cucina. Clara è molto precisa, per non scordarsi niente si scrive addirittura la cose sulle mani, dagli acquisti agli impegni. La spesa è fatta con molta attenzione per le materie prime, vengono usate solo quelle di qualità garantita, e cercando quanto possibile di stare nel “Km. zero”. Per esempio, i salumi sono della qualificata Macelleria Salumeria Rosi di Ferrucci e Borgognoni della vicina Cittadina di Castel del Piano (GR).

In sala sarete ben curati da Damiano, ma vi verrà a trovare anche Clara per assicurarsi che vada tutto bene. Qualche volta nei momenti di punta, viene a dare una mano anche il fratello di Clara, Niccolò, che ha una birreria ad Abbadia San Salvatore.

L’impegno di Clara e Damiano è veramente notevole, sostenuto dalla grande passione che hanno per il loro lavoro, infatti, il Locale, è praticamente sempre aperto con la bella stagione, dalle colazioni la mattina presto, al pranzo, alle merende, alla cena e dopo, senza negare mai, a nessuno, a qualsiasi ora, un buon panino riccamente imbottito.

Un Locale che ha positivamente colpito anche la famosa inviata del New York Times, Danielle Pergament, che lo ha citato in un articolo, improntato su percorsi straordinari della Toscana, pubblicato, sul super famoso quotidiano Americano, il 7 marzo 2010.

All’Osteria Primo Rifugio ho trovato un ambiente estremamente naturale e accogliente, nella più completa e assoluta tranquillità ho potuto gustarmi “i buoni sapori di una volta”.

Osteria Primo Rifugio

Località Primo Rifugio

Abbadia San Salvatore, Siena

Tel. 0577 789705

Chiuso il Lunedì e il Martedì

In Agosto sempre Aperto


Clara Rossi e Giorgio Dracopulos

Il Caminetto

I Salumi

Tre Assaggi

I Formaggi

Le Pappardelle

Il Ventricello Ripieno

Le Chiocciole o Lumacci

Il Vin Santo e i Cantuccini al Cacao

domenica 18 novembre 2012

BODEGAS RODA, IN SPAGNA, UNA DELLE MIGLIORI AZIENDE VITIVINICOLE DEL MONDO.



Nella Spagna Settentrionale c’è una Provincia e Comunità Autonoma (la più piccola come numero di abitanti), che prende il nome da uno dei fiumi, il Rio Oja (affluente dell’Ebro), che l’attraversa, ed ha per Capoluogo la città di Logrogno, il suo nome è “La Rioja”.

Una superficie, di più di 5.000 chilometri quadrati con circa 300.000 abitanti, racchiusa tra i Paesi Baschi a nord, la Navarra a nord-est, l’Aragona a sud-est e la Castiglia e Leon a sud-ovest.

La Rioja è famosa per la sua produzione vitivinicola di qualità. Qui si producono, su 63.474 ettari vitati, prevalentemente lungo la valle dell’Ebro, circa 250 milioni di litri di Vini, 85% Rosso, a “Denominacion De Origen Calificada” (DOCa) che si estende anche a quelli prodotti in Navarra e nei Paesi Baschi. Anche se il suo Territorio non ha grandi dimensioni, ha una variegata tipologia di terreni e di microclimi che hanno portato ad una suddivisione in tre sottozone, Rioja Baja (Navarra e La Rioja Est), Rioja Alava (Pesi Baschi e La Rioja Nord), Rioja Alta (La Rioja Ovest).

Proprio nella Rioja Alta c’è una piccola e suggestiva cittadina medievale, oggi Comune di 12.000 abitanti, che si chiama Haro. Qui tutti gli anni, come da tradizione, si svolge, il 29 Giugno, per festeggiare il Patrono San Pedro, una folcloristica e coinvolgente manifestazione: la Battaglia del Vino.

Dopo una sfilata religiosa verso il Santuario, preceduta dal Sindaco, a cavallo, e con i partecipanti, vestiti di bianco, armati dei più svariati secchi e contenitori, in Paese si scatena una guerra senza quartiere, tutti contro tutti, in ricordo delle antiche rivalità con i villaggi vicini, che coinvolge migliaia di persone.

L’arma, una sola, il Vino Rosso, messo a disposizione dal Comune.

Appena fuori la Cittadina di Haro c’è un’Azienda Vitivinicola molto importante e interessante che proprio quest’anno festeggia i 25 anni di vita: BODEGAS RODA.

Nel 1987 Mario Rotllant, seguendo un sogno “coltivato” per molti anni, affronta un ambizioso e impegnativo progetto, fondare una nuova Azienda Vitivinicola in una delle più prestigiose zone di produzione della Spagna, la Rioja Alta. Costituita un’efficiente squadra di collaboratori, composta da Agustin Santolaya, direttore, Isidro Palacios, agronomo e Carlos Diez de la Concepcion, enologo/cantiniere, affronta la difficile scelta dei terreni. L’idea iniziale di un unico terreno, stile “Chateaux” Francese, purtroppo deve essere accantonata, per mancanza di zone adatte, si preferisce quindi una “Domaine”. La volontà di realizzazione non manca e, trovata l’ubicazione della sede centrale per la cantina, nel Distretto della Stazione, poco fuori Haro, vengono selezionate e acquisite ben 17 aree diverse di vigneti con caratteristiche comuni: Vitigni Autoctoni, Viti vecchie più di 30 anni e ben radicate in terreni poveri, da cui si possa ricavare grandi Vini.

Le Varietà di Vitigni coltivati, con sistemi manuali, naturali e biologici, nella caratteristica forma locale a cespuglio, alto fino a un metro, con tre bracci irregolari, sono:

- Tempranillo, l’uva nera coltivata in Spagna già dal tempo dei Fenici, il suo nome deriva dalla parola Spagnola “temprano” = “inizio” in riferimento al fatto che matura diverse settimane prima della maggior parte delle altre uve rosse;

- Garnacha Tinta, è il nome Spagnolo di un interessante vitigno che si è diffuso, tra gli altri, come Grenache in Francia e Cannonau in Sardegna;

- Graciano, una varietà a bacca rossa con una resa molto bassa che la rendono di difficile coltivazione.

Sono seguiti anni d’intenso lavoro, studi e messe a punto, per raggiungere la grande qualità desiderata.

Fiore all’occhiello dell’Azienda, la moderna, tecnologica ed ecocompatibile Cantina, edificata, con un lungo lavoro, anche di scavi nella roccia, durato ben 10 anni, dal 1991 al 2001. Per mantenere intatte le prerogative, i pregi e le sfumature di ognuna delle 17 zone di produzione, in Cantina ci sono 17 grandi tini di Rovere Francese. Il microclima ideale della Cantina è l’ambiente perfetto per far maturare i Vini nelle 1000 Barrique, anche queste di Rovere Francese.

La prima bottiglia che ha raggiunto gli alti livelli desiderati dall’Azienda è stata il “Roda 1992” commercializzato nel 1996. Il Marchio RODA nasce dalle prime due lettere dei cognomi di Mario Rotllant e Carmen Daurella.

Oggi i Vini di Roda, distribuiti per un 50% in molti Paesi del Mondo, hanno uno stile proprio, elegante, con intensi profumi e complessi sentori, robusti, con gradazioni intorno ai 14% Vol., vengono imbottigliati con le più moderne tecniche:

- “Roda I” Riserva, Rioja Denominacion De Origen Calificada, 100% Tempranillo, il primo vino prodotto, fatto con uve provenienti da vigneti con più di 30 anni;

- “Roda II” Riserva, Rioja Denominacion De Origen Calificada, un Blend con base di Tempranillo e una percentuale Garnacha, prodotto dal 1995 con vigne di più di 30 anni, dall’annata 1999 viene aggiunta anche una piccolissima percentuale di Graciano;

- “Cirsion”, Rioja Denominacion De Origen Calificada, 100% Tempranillo, una particolarissima, speciale selezione “segreta” prodotta, dal 1998, in pochissime migliaia di bottiglie, con uve provenienti da vigneti vecchi anche più di 50 anni, il suo nome deriva dal Latino Cirsium e dal Greco Kirsion, una pianta della Famiglia delle Asteracee che è anche l’Emblema dell’Azienda ;

- “Roda”, Rioja Denominacion De Origen Calificada, un Blend sempre a base di Tempranillo con piccole percentuali di Garnacha e Graciano prodotto, dal 2002, con vigne di più di 30 anni;

- “Bodegas Roda Sela”, Rioja Denominacion De Origen Calificada, l’ultimo nato, una base di Tempranillo con una piccola percentuale di Graciano, prodotto, dal 2008, con uve provenienti dai vigneti più giovani, tra i 15 e i 30 anni.

Bodegas Roda, in Italiano Cantine Roda; Cantine perché non c’è solo l’Azienda a Haro, infatti, dopo 20 anni di successi nel mondo del vino, è stata creata una nuova Cantina in società, “Bodegas La Horra”, in un’altra zona della Spagna particolarmente avocata per il buon vino, dove si producono i grandi rossi con la D.O.C. Ribera del Duero, nella Comunità Autonoma di Castiglia e Leon, nella parte settentrionale della Spagna, nella Provincia di Burgos.

La diversificazione di Bodegas Roda era già iniziata nel 1999 con l’acquisizione di due Aziende Agricole in cui si produce, sempre con agricoltura sostenibile e certificata, dell’ottimo Olio Extra Vergine di Oliva: la Fattoria Aubocassa, nell’Isola di Maiorca e la Fattoria Dauro nella Provincia di Girona in Catalogna.

Un’Azienda Vitivinicola, Bodegas Roda, che, negli anni, ha raggiunto livelli qualitativi così alti da ricevere, oltre ai moltissimi riconoscimenti, da parte della stampa specializzata e dalle migliori Guide del settore, anche tantissimi premi. Nell’anno del suo venticinquesimo compleanno, può fregiarsi del prestigiosissimo titolo, “Una delle 100 Migliori Cantine al Mondo”, assegnatole, il 17 Ottobre 2012, durante la Nona Edizione del “Wine & Spirits Top” svoltosi nella Città Californiana di San Francisco, negli Stati Uniti.

Ingresso

Cantina

Tini

Barrique

Vino e Olio

Vigneti

Vite 

venerdì 9 novembre 2012

BORGO SAN FELICE HOTEL RELAIS & CHATEAUX UN LUOGO MAGICO PER UN’ACCOGLIENZA DA SOGNO.




Per gli antichi Romani, nel periodo finale del loro Impero, la definizione di “Burgus” identificava un piccolo insediamento militare, o una torre di avvistamento, con intorno un terrapieno e un fossato per aumentarne le capacità difensive. In epoca successiva venne adottata la denominazione di “Borgo Medievale” riferendosi ad un piccolo gruppo di case con al centro una piazza su cui prevalentemente si affacciava una Piccola Chiesa o una Cappella. L’Italia è ricca di questi bellissimi Borghi. Uno tra essi, in particolar modo, si distingue per essere diventato un magnifico luogo di accoglienza, è l’Hotel Relais & Chateaux Borgo San Felice, ubicato su una panoramica collina Toscana, alta 350 m.s.l.m., nel Comune più meridionale della famosissima zona vitivinicola del Chianti, Castelnuovo Berardenga in Provincia di Siena.

Il Borgo si erge intorno alla Piazzetta con la neogotica Cappella della Madonna del Libro edificata nel 1899 su progetto dell’Architetto Senese Bettino Marchetti. Case e annessi di varie dimensioni si districano attraverso caratteristici e affascinanti scorci, tabernacoli, antico pozzo (1792), logge e vicoli che si possono percorre camminando sull’acciottolato, fino a giungere all’antica Pieve di San Felice. La Chiesa con il suo campanile si presenta con un aspetto che è frutto di una ristrutturazione avvenuta tra il 1922 e il 1933. All’interno è possibile ammirare, un prezioso Sant’Antonio da Padova, opera lignea dello scultore Fiorentino Domenico Cafaggi (1530-1608).

Le prime notizie di Borgo San Felice risalgono al 714 d.C., la sua ubicazione strategica lo hanno fatto diventare nei secoli un insediamento conteso, in particolare durante la guerra tra Siena, Città Ghibellina, fino al 1287, sostenitrice dell’Imperatore e Firenze Guelfa schierata dalla parte del Papa. Dal XVIII secolo la proprietà del Borgo passa alla nobile Famiglia Senese dei Conti Grisaldi del Taja che fanno della casa padronale la loro stabile residenza.

Nel 1968 il Borgo viene ceduto ad una società industriale con sede a Milano che, successivamente, nel 1978, lo ha ceduto alla RAS Assicurazioni. Oggi la RAS è nel Gruppo Allianz S.p.A., leader mondiale nell’offerta di prodotti e servizi assicurativi, bancari e finanziari che opera in 70 Paesi del Mondo.

Borgo San Felice è circondato da 650 ettari di bellissima campagna in proprietà, 140 vitati (70% a Sangiovese), 60 ettari di oliveti, il resto campi e boschi. Oltre 17.000 piante di olivo divise tra le cultivar Frantoio (75%), Morailo e Leccino fanno del Borgo il primo produttore di Olio Extra Vergine di Oliva D.O.P. del Chianti.

A questo magnifico possedimento il Gruppo Allianz, attraverso gli anni, ha aggiunto altre proprietà acquisendo, nel 1984, la Tenuta di Campogiovanni a Montalcino (SI), e, nel 2003, la Tenuta Perolla in Maremma, nel territorio di Massa Marittima (GR). Il complesso dei Terreni forma l’Azienda Agricola San Felice con 210 ettari di vigneti, più tutto il resto, per una produzione di un milione di bottiglie suddivise nelle varie tipologie. Alla guida di un progetto così prestigioso un validissimo staff con il Fiorentino, Direttore Generale, Alessandro Marchionne, il Responsabile Commerciale Fabrizio Nencioni e l’Enologo Leonardo Bellaccini.

Ma torniamo al Borgo vero e proprio. Completamente ristrutturato e adeguato alle esigenze di una dimora lussuosa e super accogliente San Felice è tra i 500 posti più straordinari e unici al mondo selezionati dalla prestigiosissima Guida Francese dei Relais & Chateaux. Gli ospiti del Relais hanno a disposizione 46 bellissimi ed eleganti ambienti tra camere e suite suddivise nei vari edifici del Borgo, il nuovissimo Centro Benessere con i trattamenti naturali con cosmetici a base di vino e olio del Dr. Vranjes, la piscina scoperta, i Bar, la sala biliardo, l’Enoteca, le sale riunioni, il gazebo, la cantina, il Ristorante “Poggio Rosso”.

La visione Enogastronomica di Borgo San Felice è basata su prodotti di grande qualità della Casa, come Vino, Olio e carne Chianina, abbinati a quelli che offre il Territorio Toscano. Per dare ancor più lustro all’offerta ristorativa, dal 2012 la direzione della Cucina è stata affidata a Francesco Bracali, uno dei più grandi Chef Italiani, i cui meriti sono stati riconosciuti, negli anni, da tutte le principali guide specializzate del settore che lo hanno premiato con punteggi altissimi. La prestigiosa Guida Michelin gli ha riconosciuto “Due” meritatissime “Stelle”.

Il Ristorante “Poggio Rosso” prende il nome da uno dei Vini dell’Azienda, il Chianti Classico Riserva D.O.C.G. “Poggio Rosso”, prodotto per la prima volta con l’annata 1978, con uve provenienti dall’omonimo Vigneto. Il Ristorante, completamente finestrato, è molto luminoso, ha una forma ad “elle”, con una rilassante vista sulla piscina, è molto caldo e accogliente. Si entra e a destra si trova la bella e suggestiva cantinetta chiusa da vetro trasparente, la prima sala è rialzata, per raggiungere la seconda si scendono alcuni gradini, in fondo la porta che va alle nuove, tecnologiche e attrezzate cucine. C’è la possibilità di accedere ad una ulteriore, piccola, riservata saletta.

L’apparecchiatura è molto bella, signorile e accurata, una dozzina di tavoli tondi circondati da comode poltroncine imbottite. Interessante la Carta dei Vini che offre, oltre a tutta la produzione dell’Agricola San Felice, anche un’ampia selezione di Etichette Italiane e Straniere di valore.

In questa atmosfera estremamente accogliente e piacevole ho partecipato, il 29 Ottobre 2012, ad una straordinaria serata ideata dal Borgo e dall’Agricola San Felice in collaborazione con la Fondazione “Umana Mente” del Gruppo Allianz che, dal 2001, si dedica a meritevoli attività filantropiche.

L’Evento è stato  organizzato a conclusione del Progetto “Impariamo nel Borgo”. Alcuni ragazzi, in difficoltà o con alle spalle storie difficili, provenienti dalla scuola Oliver Twist Cometa Formazione di Como, hanno passato i mesi di Luglio e Agosto 2012 in uno stage formativo nei diversi settori del Relais Borgo San Felice.

La serata, tra l’altro, prevedeva una cena di gala con quattro Chef super stellati: Francesco Bracali (aiutato dal giovane emergente Gianluca Gorini), Valeria Piccini, del Ristorante “Caino” di Montemerano (GR), Gaetano Trovato, del Ristorante “Arnolfo” di Colle di Val d’Elsa (SI), Vito Mollica, “Il Palagio” Ristorante principale del Four Seasons Hotel di Firenze.

Dopo un ricco aperitivo, servito nel grande salone sopra la Cantina a vista dell’Azienda Agricola Borgo San Felice, i dirigenti del Gruppo Allianz, Carlo Salvatori, Mario Cuccia, Erasmo Figini, insieme a Nicola Corti, Segretario Generale della Fondazione “Umana Mente”, hanno introdotto l’evento illustrandolo anche con un breve e interessante filmato. Successivamente dopo i saluti del Sindaco del Comune di Castelnuovo Berardenga, Roberto Bozzi, e dell’Arcivescovo di Arezzo, Riccardo Fontana, si è conclusa questa prima parte tra gli applausi delle numerose persone presenti, tra cui molti addetti ai lavori sia del mondo del vino che della stampa.

Dopo al Ristorante “Poggio Rosso” abbiamo potuto degustare le preparazioni degli Chef Stellati accompagnate da una selezione dei Vini dell’Azienda:

- “San Felice 2009”, Chianti Classico D.O.C.G., 12,7 Vol., e “Poggio Rosso 2007”, Chianti Classico Riserva D.O.C.G., 14% Vol., entrambi con uvaggio 80% Sangiovese, 10% Colorino, 10% Pugnitello, prodotti con uve dei vigneti di Castelnuovo Beradenga (SI);

- “Campogiovanni 2007”, Brunello di Montalcino D.O.C.G., 15% Vol., 100% Brunello (clone di Sangiovese), prodotto nella Tenuta di Campogiovanni a Montalcino (SI);

- “Santuccio da San Felice 1982”, Vin Santo, 70% Trebbiano e 30% Malvasia, 15% Vol., ormai una vera e propria rarità visto che ne è cessata la produzione nel 1985. Oggi, il Vin Santo Chianti Classico D.O.C., viene prodotto con il nuovo nome “San Felice VinSanto del Chianti Classico”, 75% Trebbiano e 25% Malvasia, 14,5 % Vol., sempre seguendo la secolare tradizione Chiantigiana, dopo un affinamento di 5 anni in caratelli (fusti da 225 litri di rovere Francese) e 12 mesi in vetro in non più di 6.000 bottiglie

Sono state perfettamente e puntualmente servite le seguenti portate:

- “Francesina”, insalata di lesso rifatto di razza Calvana (raro ecotipo di Chianina autoctona della zona dei monti della Calvana e del Mugello), preparato dallo Chef Vito Mollica;

- Raviolo di cinghiale e pere con crema di lenticchie, cialda di Parmigiano e cumino, preparazione dello Chef Francesco Bracali;

- “Piccione”, petto, coscio, scalogni, nocciole e caffè, dello Chef Gaetano Trovato;

- Cioccolato, liquirizia, e frutti esotici, dolce della Chef Valeria Piccini;

- Piccola pasticceria di Francesco Bracali.

Belle le presentazioni e tutto straordinariamente buono, da sottolineare anche la perfetta temperatura di servizio di ogni singolo piatto.

Dopo cena Francesco Bracali, attorniato dagli Chef, dai ragazzi del progetto “Impariamo nel Borgo” e dalla Brigata di Cucina, ha detto alcune significative e sentite parole di ringraziamento. La conclusione del riuscitissimo Evento è spettata all’efficientissimo e bravo Direttore Generale del Relais & Chateaux Borgo San Felice, Achille di Carlo, a cui è seguito un sentito applauso da parte di tutti i presenti.

Credo che non ci siano parole più adatte se non proprio quelle di Achille di Carlo per definire un luogo cosi magico dove si può trascorrere una vacanza da sogno: “Borgo San Felice è il frutto di una visione straordinaria, che associa un lusso autentico, rurale e genuino, ad un magnifico Territorio che offre da sempre eccellenza sia in termini di produzione e servizi che di straordinaria bellezza del paesaggio”.






Il Panorama

L'Enoteca del Borgo

L'Ingresso del Ristorante

La Cantinetta del Ristorante

La Seconda Sala

Trovato, Gorini, Piccini, Bracali, Mollica


Giorgio Dracopulos a Borgo San Felice

sabato 3 novembre 2012

LA COMMISSIONE DEGUSTATIVA DEL CORRIERE DEL VINO AL RISTORANTE BRASSERIE LA BARCACCINA DI VADA (LI).



Il termine marinaresco “calma piatta” definisce il mare quando è uno specchio, immobile in mancanza di moto ondoso, accompagnato anche dall’assenza di un qualsiasi movimento dell’aria. Se, a una tale circostanza, aggiungete il cielo limpido e azzurro, uno splendido sole, che rende la temperatura più che gradevole, la possibilità di sedere ad un tavolo all’aperto a 5 metri esatti dal mare, per degustare una serie di Vini, e sapere che tutto ciò sta accadendo addirittura alla fine del mese di Ottobre, potreste credere di sognare.

Invece vi garantisco che è tutto vero.

Mercoledì 24 Ottobre 2012, a Vada (una Località balneare molto accogliente e conosciuta) piccola Frazione del Comune di Rosignano Marittimo in Provincia di Livorno, al Ristorante “Brasserie La Barcaccina” ubicato proprio sulla spiaggia, in riva al mare, dove finisce la passeggiata, lato nord, si è riunita la “Commissione Degustativa del Corriere del Vino”.

Il “Corriere del Vino” è da diversi anni un affermato settimanale online che si occupa del Vino e di tutto ciò che ruota intorno a questo fantastico mondo, una voce indipendente che ha saputo guadagnarsi il seguito di innumerevoli lettori.

Il Ristorante “Brasserie La Barcaccina” è collegato all’omonimo stabilimento balneare ed è proprietà del vitale Hamid Meridja insieme alla sua bella Famiglia. Il Locale è molto luminoso e accogliente, curato nei particolari, “Brasserie” in Francese è la definizione che si da ad un posto rilassante e raffinato, ma in una giornata così “climaticamente perfetta” non si poteva che stare fuori, nella parte esterna coperta dall’ampia tenda, in riva al mare.

Fin dalla mattina presto il sottoscritto con il disponibilissimo e professionale padrone di casa, Hamid Meridja, sotto la guida del nostro Direttore, Riccardo Gabriele, abbiamo organizzato le postazioni e i circa cinquanta Vini da valutare.

Alle ore 11,00 la “Commissione Degustativa” composta da Riccardo Gabriele, Alessandra Rachini, Riccardo Margheri e Giorgio Dracopulos per il Corriere del Vino, Luca De Ferrari (Poderi Boscarelli) e Ivan Giuliani (Azienda Agricola Terenzuola) in rappresentanza dei produttori e Hamid Meridja per i ristoratori, ha iniziato, con l’aiuto di buoni stuzzichini della casa, a valutare i Vini in degustazione cieca (con le bottiglie coperte e non identificabili). I Vini sono stati divisi in Lotti e le batterie erano composte da tre Etichette.

Il primo Lotto comprendeva Vini di Uva Sangiovese, il secondo Lotto Vini di altri Vitigni Autoctoni (nati e sviluppatisi, attraverso lunghissimi periodi di tempo, in un preciso luogo geografico).

All’ora di pranzo abbiamo apprezzato anche alcuni piatti della brava Chef Maila Musto, moglie di Hamid.

Anche durante il pranzo sono stati stappati i seguenti Vini:

- “Revì 2008 Spumante Brut Dosaggio Zero” (nel caso che il “liqueur d’expedition” sia senza zucchero si ottiene uno spumante molto secco, pas dosé = dosaggio zero), e “Revì 2008 Spumante Brut Rosé”, ambedue Trento D.O.C., prodotti con Uve Chardonnay e Pinot Nero, 12,5% Vol., prodotte dall’Azienda Vinicola del Revì di Aldeno (TN);

- “Livia 2011”, Bianco Toscana I.G.T., 50% Viognier e 50% Roussanne, 13% Vol., prodotto dalla Azienda Agricola Querceto di Castellina di Jacopo Di Battista & C. in Località Querceto, Castellina in Chianti (SI);

- “Fosso Di Corsano 2011”, Bianco Colli Di Luni D.O.C., Vermentino Superiore, 100% Vermentino, 14% Vol., prodotto dall’Azienda Agricola Terenzuola di Fosdinovo (MS);

- “Pilar 2011”, una novità assoluta alla prima uscita, Rosso Passito Toscana I.G.T., 100% Merlot, 14,5% Vol., prodotto dall’Azienda Agricola Biodinamica Macchion dei Lupi di Carlo Parenti, Località Campo al Drago, Suvereto (LI).

Ma veniamo al Menu, i piatti serviti sono stati:

- Baccalà al vapore su passatina di ceci con olio e prezzemolo;

- Polpo nostrale di scoglio alla brace su crema di zucca e salsa verde;

- Paccheri del Pastificio Fratelli Setaro di Torre Annunziata (NA) con sugo di triglie e pomodorini confit;

- Millefoglie calda alla spuma di vaniglia;

- Biscottini al Vin Santo del Panificio la Madia di Rosignano Solvay (LI) proprietà della famiglia Salvadori (Gianni, Silvano e Vania).

Dopo pranzo, a pomeriggio inoltrato, la Commissione ha proseguito con il terzo Lotto di Vitigni Alloctoni (i vitigni più diffusi al mondo spesso definiti anche “Vitigni Internazionali”), in aggiunta agli Italiani sono stati assaggiati anche tre vini Francesi prodotti dallo Chateau Pech-Latt a Lagrasse, un piccolissimo Comune di 600 abitanti, nella Regione Languedoc-Roussillon nella parte Meridionale della Francia.

Alle ore 18,00 la Commissione Degustativa del Corriere del Vino ha concluso il suo operato dopo aver giudicato e relazionato su tutti i Vini assaggiati.

La straordinaria accoglienza e assistenza di tutto lo Staff del Ristorante “Brasserie La Barcaccina” di Vada, la magnifica giornata trascorsa in riva al mare, la piacevole compagnia e i moltissimi Vini stappati hanno fatto della degustazione un Evento ben riuscito.







La Commissione Presieduta da Riccardo Gabriele

Baccalà al Vapore

Polpo di Scoglio alla Brace

Paccheri al Sugo di Triglie

Millefoglie alla Spuma di Vaniglia

Biscottini al Vin Santo

Hamid Meridja