venerdì 25 ottobre 2013

AZIENDA VITIVINICOLA TAVERNA: LO SPIRITO DEL SUD AL RISTORANTE L’OCA DI VIAREGGIO (LU).




L’antichissimo Comune di Ginosa, in Provincia di Taranto, è ubicato nella Regione più orientale d’Italia, la Puglia

I suoi territori si estendono nell’Arco Ionico Tarantino (Subregione Pugliese), anche con il Litorale di Marina di Ginosa, fino ai confini della Regione Basilicata.
Tra le sue Frazioni c’è quella di Girifalco.

Il territorio della Contrada di Girifalco, anticamente, era parte dell’omonima Masseria.
La Masseria di Girifalco si è sviluppata attorno ad una Torre merlata Normanna, di avvistamento, risalente al Secolo XI.

La Torre rientrava tra le numerose opere difensive (Castelli, Fortezze ecc.) fatte edificare, contro i Saraceni, dal Condottiero Normanno Roberto d’Altavilla (detto il Guiscardo, 1025-1085) nominato, nel 1059 da Papa Niccolò II, Duca di Puglia, Calabria e Sicilia. 

La proprietà della Masseria, nei secoli successivi, passò di mano in mano: dal Trono di Napoli ai Doria, dai Grillo agli Spinola (Marchesi de Los Balbases j Alcacines), fino alla Casa Reale di Spagna.
Dopo il 1920 la grande Masseria di Girifalco, una parte del Feudo che superava i settemila ettari, fu, come il Feudo stesso, frazionata e ceduta.

Dal 1972 una porzione, 100 ettari, della Masseria è diventata proprietà della Famiglia Lunati.

Con grande e oneroso impegno, questa Famiglia, ha adeguato le strutture (salvaguardando il loro prezioso valore storico) e i terreni, trasformando il tutto nel bellissimo e accogliente Borgo Resort, inaugurato nel 2002, e ribattezzato Valle Rita dal nome del Torrente che attraversa la proprietà.

Il Complesso, dal fascino tipicamente Mediterraneo, è immerso nel verde, e offre la possibilità di essere ospitati in sette super confortevoli appartamenti e due ville. 
Godere di comfort come la panoramica piscina, il campo da tennis e la scuola di equitazione. 

Oltre a ciò il Borgo offre la possibilità di degustare tutta la loro magnifica produzione biologica di ortofrutta abbinata ad una buona e sana Cucina Tradizionale del Territorio nei due saloni (con volte a botte di pietra leccese e dai grandi camini gemelli) del Ristorante del Borgo.  

Ma lo stretto legame della Famiglia Lunati con la terra non si ferma qui, anzi, inizia, molti anni fa,  in un Comune, della Provincia di Matera, nella vicinissima Regione Basilicata: Nova Siri.

Il Territorio di Nova Siri è ubicato nell’estrema parte sud-occidentale della sua Provincia,  comprende una striscia, direzione sud-nord, di mare-montagna con altitudini superiori ai 300 m. s.l.m. e, per tre chilometri, si affaccia sul Golfo di Taranto.

Il Territorio in questione, agricolo da tempi immemorabili, è attraversato anche da torrenti  perpendicolari al mare, tre essi il Toccacielo e il San Nicola, quest’ultimo fa da confine tra la Basilicata e la Puglia.

Ci troviamo nel cuore dell’Antica Magna Grecia, la parte più meridionale della Penisola Italiana che, a partire dall’ VIII Secolo a.C., fu colonizzata dai Greci.  

A Nova Siri la Famiglia Lunati è proprietaria di una grande e bella Azienda, la “Società Agricola  Taverna”.

Il nome “Taverna” risale a moltissimi anni fa, quando in questo luogo, i viandanti trovavano ospitalità, al calar della notte: con il buio, non era più possibile attraversare il Torrente San Nicola.

La Storia dell’Azienda inizia, nel 1947, quando Pasquale Lunati riuscì a realizzare il sogno della sua vita acquistando a Nova Siri i primi 4 ettari di terreno.

La Famiglia cresce, Pasquale e sua moglie Pina hanno quattro figli, Francesco, Egidio, Rosa e Maria, attraverso gli anni, grazie al loro grande impegno è cresciuta anche l’Azienda.

Egidio Lunati e sua moglie Maddalena hanno avuto tre figli Gisella, Carlo e Pasquale.

Oggi alla guida della Società Agricola Taverna c’è un altro Lunati con il nome uguale a quello del fondatore, suo nonno: Pasquale Lunati

Pasquale, nato a Taranto il 21 di Luglio 1971, è cresciuto in stretto contatto con la sua terra, amandola fin da piccolissimo.

Dopo aver fatto gli studi superiori in uno dei migliori Licei Scientifici d’Italia, nell’antico e illustre Convitto Nazionale Statale Cicognini di Prato, fondato nel 1692 dai Padri Gesuiti, si è Laureato in Agraria, come suo padre, alla prestigiosa Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.

Pasquale, si è sposato nel 2003, ha tre figli Egidio, Maddalena e Giuseppe.

L’Azienda ai nostri giorni, grazie alla Famiglia, è solida e produttiva e ha raggiunto importanti livelli, non solo per i suoi 280 ettari sulla Costa Ionica a circa 200 m. s.l.m., ma soprattutto per le molte eccellenze che la caratterizzano.

Tutta la loro produzione di ortofrutta biologica, compresa quella proveniente da Valle Rita, è garantita e certificata, per la sicurezza del consumatore, dal marchio “Frutthera - dai Giardini della Dea”. 
Poi c’è l’ottimo Olio Extra Vergine di Oliva Taverna, e il latte fresco pastorizzato e certificato di alta qualità, prodotto dalla mandria di razza Frisona
Questo latte è anche la materia prima del Caseificio dove si producono ogni giorno deliziose mozzarelle, delicate ricotte e saporite scamorze.

Per non riparlare dell’accoglienza nel Borgo di Valle Rita.

Oltre a tutto ciò, all’Azienda Agricola Taverna, c’è il Vino.

Dai circa 19 ettari, coltivati a vigneto per uva da vino (principalmente si tratta di vitigni autoctoni come Aglianico, Greco e Primitivo), vengono prodotti sette tipi di Vino, circa 130.000 bottiglie, la gran parte delle quali vanno nel mercato estero (Europa e Stati Uniti).

L’Azienda Taverna commercializza buoni Vini fin dai primi anni ’80
All’inizio, per essere sicuri sulle  tipologie di viti da impiantare, si sono avvalsi della consulenza dell’I.S.I.S.S.G.B. CerlettiScuola Enologica di Conegliano in Provincia di Treviso.

Ho avuto il piacere di incontrare Pasquale Taverna e degustare alcuni dei suoi Vini, abbinandoli alle preparazioni del RistoranteL’Oca” di Viareggio (LU).

Alla fine del mese di Gennaio 2013, un gruppo di noti imprenditori Viareggini, appassionati di enogastronomia e tutti Sommelier, insieme ad alcuni notissimi personaggi della ristorazione locale hanno deciso di costituire una nuova società, denominata “Quelli dell’Oca” al fine di ridare vita a quel prestigioso Locale che ha fatto storia, non solo in Darsena a Viareggio o in Versilia ma in tutta Italia: “L’Oca Bianca” .
Sono stati effettuati lunghi e impegnativi lavori per un totale rinnovo dei locali, compreso la cucina.

Per la parte operativa, vera e propria, in Sala c’è Stefano Niccoli con suo figlio Simone e Nicola Dallori, in Cucina gli Chef Giovanni Dallori (fratello di Nicola) e Paolo Carnicelli aiutati da Mohammed e Renato.

Il Ristorante L’Oca” è particolarmente accogliente e panoramico, un gran bel posto dove si mangia bene, molto importante e sapientemente selezionata anche la Carta dei Vini, per tutto ciò, per essendo stato inaugurato da pochi mesi (Domenica 14 Aprile 2013) è già stato segnalato sulla Guida, appena uscita, dei Ristoranti dell’Espresso 2014.

Ma veniamo alla degustazione.

I Vini dell’Azienda Taverna stappati:

- “Maddalena 2012”, Matera Rosato D.O.C., 13% Vol., 90% Primitivo e 10% un Blend di Uve delle varietà Montepulciano e Aglianico;

- “San Basile 2012”, Matera Greco D.O.C., 13,5% Vol., 100% Greco Bianco, ottenuto da una varietà di uva particolare e autoctona, il Bianco di Gerace;

- “I Sassi 2011”, Matera Moro D.O.C.,13,5% Vol., un Blend di uve Primitivo, Cabernet Sauvignon e Merlot, affinato in legno per almeno 12 mesi;

- “Aglianico del Vulture 2008”, Aglianico del Vulture D.O.C., 14% Vol., 100% Aglianico, fatto con la migliore uva selezionata dalla raccolta sulle dolci e fresche Colline di Venosa, matura per 16/18 mesi in botti di rovere da 300 litri.

In tavola l’ottimo e fragrante pane assortito, ai vari sapori, della Casa.

Sono state servite le seguenti portate:

- Pappa al pomodoro fredda con sale nero di Cipro;

- Baccalà al vapore su vellutata di zucchine;

- Filettino di sogliola, leggermente panato, con funghi porcini;

- Parmigiana di capasanta con provola affumicata, su salsa di basilico, pomodorini confit e burrata;

- Ricciola (pesce marino di grandi dimensioni dalla colorazione argentea azzurra, nome scientifico “Seriola Dumerili”) cotta sotto vuoto a bassa temperatura, impanata con il sesamo e accompagnata da zucchine alla griglia;

- Semifreddo di castagne su cuolis di cachi al naturale.

Vini molto interessanti, corretti, espressioni sincere del territorio di origine.

La Cucina del RistoranteL’Oca” è sicuramente una Cucina di ottimo livello, ma nonostante ciò è in continua evoluzione, ovviamente in meglio.

Ho parlato molto con Pasquale Lunati e ho sentito, dalla passione sincera che metteva nella descrizione della sua Azienda, quanto duro impegno è stato messo per poter arrivare ai grandi risultati ottenuti, e quanto, lui e la sua bella Famiglia, siano legati alla loro terra, alle loro tradizioni e alla loro storia.

Ho incontrato, al Ristorante L’Oca di Viareggio (LU), lo “Spirito del sud” degustando piacevolmente i Vini dell’Azienda Agricola Taverna di Nova Siri in Provincia di Matera.





Borgo Valle Rita

Maddalena 2012

San Basile 2012

I Sassi 2011

Aglianico del Vulture 2008

Pappa al Pomodoro

Baccalà al Vapore

Filetto di Sogliola

Parmigiana di Capasanta

Ricciola Impanata al Sesamo

Semifreddo di Castagne

Pasquale Lunati e Giorgio Dracopulos

domenica 20 ottobre 2013

AL BLU CAFE’ RISTORANTE, A PISA, LA CULTURA E LA GASTRONOMIA VANNO SOTTOBRACCIO.




Con il nome “Baglio”, in Architettura, si denomina un edificio che racchiude una corte, un cortile.
Questo tipo di costruzione ha trovato un particolare sviluppo in Sicilia, tra il XVI e il XVIII Secolo

Infatti, proprio in quel lungo periodo, i grandi proprietari terrieri del tempo, i Baroni, colonizzarono le incolte terre dell’interno dell’Isola.

Il Baglio (Bagghiu in Siciliano) diventò, quindi, il complesso delle costruzioni, circondate da un muro, che formavano le nascenti aziende agricole.

I Bagli si differenziano, a seconda delle loro caratteristiche più o meno pregevoli, tra “Padronali “ e “Contadini”.
I Bagli Contadini ebbero un ulteriore sviluppo, verso la fine del 1800, quando i Mezzadri li edificarono per gestire la terra avuta, dai grandi proprietari, in quel particolare contratto agrario che si chiama “mezzadria” (dal Latino “colui che divide a metà”).

Nella Provincia di Trapani il termine Baglio ha assunto il particolare significato di “fattoria fortificata”, un edificio protetto.

La nostra storia inizia proprio in un “Baglio”, della Provincia di Trapani, situato in una zona periferica e rurale della Città che si chiama Guarrato.

La Frazione di Guarrato è ubicata lungo la strada per Marsala a circa 10 Km. dal centro di Trapani.

Il Baglio in questione è “Baglio Vattiata”, proprietà dell’omonima Famiglia.

Negli anni Settanta i Vattiata sono 4 fratelli, Isidoro, Giuseppe, Gioacchino e Giacomo.
Giacomo alleva mucche da latte e da carne. 
Giuseppe e Gioacchino sono agricoltori in senso stretto.
Isidoro è muratore, ma, nell’arco della giornata, appena finisce il suo primo lavoro, si dedica all’amorevole cura della sua terra. 
Ama talmente tanto le sue piante che, se deve prendere anche una sola arancia, chiede a qualcun’altro di staccarla dalla pianta.

Il 18 Febbraio 1975 a Isidoro, che aveva già i figli Maria, Francesco e Raimonda  nasce il figlio Pietro. 
Il piccolo viene alla luce nell’antichissimo, fascinoso e panoramico Borgo Montano di Erice.

Erice, con le sue mura ciclopiche e i suoi castelli, sovrasta ad est, dai suoi 750 m. s.l.m., Trapani.
Tucidide (460 a.C. - 397 a.C.), storico Greco e generale Ateniese, attribuiva la fondazione di Erice ai Troiani fuggiti dalla loro Città in fiamme.

Pietro ha proprio le caratteristiche del suo segno Zodiacale, l’Acquario, ideali umanitari e fratellanza. 
Fin da piccolissimo si lega a tutta la numerosa Famiglia fatta di zii, zie e cuginetti, oltre che alla sua terra.
La vita del Baglio è sociale, segue i ritmi della natura, delle stagioni e delle tradizioni.
Il Sabato fare il pane era un rito. 
Tutto il possibile viene prodotto in Famiglia, il profumo dei biscotti, il gusto delle salse, il fascino della vendemmia, l’entusiasmo del lavorare la terra tutti insieme, l’affetto della convivialità attorno alla tavola.

Questa è l’atmosfera sana e indimenticabile in cui cresce Pietro.

Il piccolo Vattiata a 6 anni fa il suo primo Caffè ed è per la sua mamma.
 Dall’anno successivo incomincia ad appassionarsi e a seguire con maggiore attenzione, quando poteva, le preparazioni fatte nella cucina di casa.

Finite le scuole dell’obbligo, il padre vorrebbe che studiasse per geometra, ma la risposta di Pietro non lascia dubbi: “Voglio fare il Cuoco”.

Per seguire la sua aspirazione Pietro si iscrive all’Istituto Professionale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità AlberghieraIgnazio e Vincenzo Florio” di Erice.
In quegli anni l’Istituto aveva sede nella parte alta di Erice e un numero limitato di studenti, non era facilmente raggiungibile, neanche da Baglio Vattiata
Il sacrificio giornaliero di Pietro era però supportato dalla sua grande passione.

Nel 1996 Pietro si diploma. 
Le sue prime esperienze lavorative, iniziate già durante le vacanze scolastiche, proseguono con bravi Chef come Ignazio Stellino, fondatore e oggi Consigliere dell’Associazione Provinciale Cuochi Trapanesi.

Dopo il servizio di leva, trascorso in Fanteria a Trapani, Pietro, nel 1998, si trasferisce in Toscana, a Pisa, dove si trova sua sorella Raimonda.

Tra il 1998 e il 2011, Pietro Vattiata, oltre a lavorare in conosciuti Ristoranti della Città e della Provincia di Pisa come “La Draga”, “Re di Puglia”, “La Torretta”, “Il Toscano”, “La Vineria di Piazza”, “Bacus”, si reca anche fare proficue esperienze all’estero, come a Mosca in Russia.  

Nell’estate del 2011 per 5 mesi va negli Stati Uniti, a New York, dove, tra l’altro, per due mesi lavora in quel “tempio” della Cucina che è il RistoranteLe Cirque” (aperto nel 1974) del leggendario Sirio Maccioni uno dei più grandi, famosi e premiati ristoratori al mondo.

Tornato a Pisa lavora, nuovamente, al RistoranteBacus” e poi fa la stagione estiva 2012 al Ristorante dello Stabilimento BalneareMarco Polo” a Marina di Pisa.
Al Marco Polo, Pietro, conosce Matteo Anconetani, anche lui è lì a lavorare.

Matteo è nato a Pisa, il 17 Settembre 1982, il suo nonno era Romeo Anconetani, grande,  appassionato ed esperto di calcio, Presidente del Pisa Sporting Club dal 1978 al 1994.

Matteo si è diplomato Ragioniere, ma la sua passione è organizzare eventi, serate e feste.
Questa sua predilezione lo porta anche ad affacciarsi nel mondo della Ristorazione.
Matteo, nel 2012, ha già lavorato allo Stabilimento Balneare Marco Polo per 5 Stagioni, e nel 2011 ha anche aperto, a Pisa in Lungarno Mediceo 15, un simpatico Locale, un’Antipasteria Pizzeria battezzata, “chissà perché”, “Mediceo 15”.

Nel 2012, dopo la stagione estiva, Pietro Vattiata va a lavorare nel Locale di Matteo, ma dopo l’esperienza Americana “qualsiasi cosa gli va stretta”.

Agli inizi del 2013 arriva una possibilità molto interessante: “La Fondazione Pisa” gli propone la gestione della loro Ristorazione.

La Fondazione Pisa, dal 2000 prosegue l’attività filantropica della Cassa di Risparmio di Pisa, operando in settori di estrema rilevanza come Arte e Beni Culturali.

La Fondazione ha Sede a Pisa, in Via Pietro Toselli 29, nel complesso che comprende anche l’adiacente Palazzo posto al numero 9 di Lungarno Gambacorti.
Il Palazzo, che si erge maestoso sul Lungarno, risale alla fine del ‘700, e oggi prende il nome “Blu” dal particolare colore della sua tinteggiatura esterna.

Il tutto a pochi passi dal Ponte di Mezzo e dalla Sede del Comune di Pisa (Palazzo Gambacorti).

Palazzo Blu, attraverso i secoli, è appartenuto a diverse ed importanti famiglie nobili. 
Recentemente è stato completamente e profondamente ristrutturato.   
La Fondazione ha trasformato Palazzo Blu in un centro di altissimo livello per attività culturali ed espositive oltre alla parte accoglienza, ubicata nella parte più bassa del complesso, che da sul davanti in Via Toselli e sul retro in Piazzetta Piegaja, e che comprende il Ristorante, il Bar e la Libreria (appena inaugurata).

Il primo giorno del Mese di Giugno 2013, Pietro Vattiata e Matteo Anconetani aprono il “Blu Cafè Ristorante”.

Il Locale è tutto nuovo e accogliente, al piano terra il grande bancone vetrina e la Sala con i tavolini del Bar. A questo piano, dietro il bancone, si trova anche la Cucina.
Durante la buona stagione si può mangiare o bere nel dehors coperto da ombrelloni.
Al piano superiore, accessibile dalla comoda scala e dall’ascensore, c’è la Sala Ristorante, 10 tavolini per una quarantina di coperti.
Colori e luci tenui, un massiccio rudere della casa di Santa Caterina da Siena (al piano terra) e alcune sculture, oltre che, alle pareti, i quadri e i numerosi manifesti pubblicitari di eventi fatti a Palazzo Blu, creano una piacevole, delicata e ordinata atmosfera.

Il Menu offre piatti di terra e di mare.

La Carta dei Vini è in fase di allestimento, hanno aperto da poco, ma la Cantina offre già un’ampia selezione di Vini Bianchi, Rossi, solo Italiani, e le Bollicine.

Eccoci giunti alla degustazione.

In accompagnamento alle Portate sono stati stappati i seguenti Vini, ambedue prodotti dall’Azienda Castello Banfi di Montalcino (SI): 

- “Rosso di Montalcino 2011”, Rosso di Montalcino D.O.C., 14% Vol., 100% Sangiovese;

- “Florus 2011”, vendemmia tardiva, Moscadello di Montalcino D.O.C., 13% Vol., 100% Moscadello.

Sono state servite le seguenti portate:

- Terrina di funghi con crostino di lardo di Colonnata;

- Tortino di porri con crema del “Buon Pisano” (Pecorino tradizionale Pisano a pasta compatta prodotto dal pregiato Caseificio della Famiglia Busti di Fauglia, Pisa) e finocchiona;

- Gnocchi fritti con funghi porcini e timo;

- Tagliata di lombata di vitello con salsa al Calvados accompagnata da mezza mela caramellata e verdure;

- Torta di fichi freschi e mandorle.

Tutto molto buono.

Il servizio di Sala è stato effettuato con gentilezza e familiarità da Matteo Anconetani che per il servizio Bar è anche coadiuvato dal bravo Barman Andrea Caruso.

La Cucina di Pietro Vattiata è “pulita” e sincera, una Cucina Italiana che ama le cose buone, sana, divertente e simpaticamente presentata: si sente che è profondamente radicata nei trascorsi della sua infanzia.

Pietro mi ha detto: “La mia è una grande passione, non mi posso accontentare dei miei risultati, ma devo sempre impegnarmi, applicarmi e studiare di più per fare sempre meglio.”

In Cucina, il valente Chef Pietro Vattiata, è supportato dall’esperto Sous-chef Franco Pucci, che, essendo il più grande di tutti (50 anni), è soprannominato “lo Zio”.

Dopo aver visitato qualche super interessante mostra di Palazzo Blu, nel magnifico contesto dei Lungarni di Pisa, potete godere della professionale e “gustosa” accoglienza del Blu Cafè Ristorante, dove la Cultura e la Gastronomia vanno sottobraccio.

Blu Cafè Ristorante

Sempre Aperto

Piazzetta Piegaja, 20

Pisa

Tel.  050 25337



Il Bar

  La Sala  

La Terrina

Il Tortino

Gli Gnocchi Fritti

La Tagliata

La Torta

Matteo Anconetani, Giorgio Dracopulos, Pietro Vattiata

sabato 12 ottobre 2013

MARCATO LESSINI DURELLO D.O.C. 36 MESI METODO CLASSICO: UN VINO SPUMANTE BRUT DI TUTTO RISPETTO.




La Lessina è un’area geografica delle Prealpi compresa nella maggior parte nella Provincia di Verona e parzialmente nei territori delle Provincie di Trento e Vicenza.

Con la Legge Regionale n. 12 del 30 Gennaio 1990 è stato istituito il “Parco Naturale Regionale della Lessina”.

Il Parco ha lo scopo, tra l’altro, di attendere alla tutela dello straordinario patrimonio naturalistico, faunistico, agro-ambientale, storico ed etnico di questo Territorio.

Il Parco, ubicato nella parte più settentrionale della Lessinia, comprende una vasta area, tra i 1200 e 1800 m. s.l.m., con 15 Comuni, quasi tutti in Provincia di Verona (solo due nel Vicentino).

Il Parco è anche una “Zona a Protezione Speciale” (ZPS) ed è un “Sito di Importanza Comunitaria” (SIC).

Uno dei Comuni Veronesi, che rientrano nel Parco Naturale Regionale della Lessina, si chiama  Roncà.

Molto probabilmente il suo nome deriva dal termine Latino “runcare” (sarchiare, rimescolare lo strato superficiale del terreno) un termine prettamente agricolo.

Il Comune di Roncà (circa 4.000 abitanti) confina con la Provincia di Vicenza e dista 36 Km., a Est, da Verona.

L’economia del Comune si basa, per la quasi totalità, sull’agricoltura, in particolare sulla viticoltura.
Questa è zona di varie tipologie di vitigni, tra loro possiamo ricordale l’autoctono Durello (o Durella), e la Garganega.

Per questa sua specificità Vitivinicola Roncà appartiene all’Associazione Nazionale Città del Vino.

Proprio nel Comune di Roncà c’è un’Azienda molto interessante che è nel mondo del Vino da 140 anni e si chiama “Marcato”.

Le origini di questa Azienda risalgono, appunto, alla fine del 1800 quando Francesco Marcato si trasferì a Roncà, dalla vicina Montecchia di Crosara (VR), dopo avervi acquistato 5 campi per un totale di circa un ettaro e mezzo.

Attraverso i decenni, lavorando duramente, con grande impegno e passione, agli inizi anche come mezzadri, i Marcato (a partire dal fondatore Francesco a suo figlio Giuseppe, dai figli di Giuseppe, Lino e Giovanni, fino alla quarta generazione con i figli di LinoEnrico a Andrea), hanno realizzato moltissimo.

Oggi l’Azienda Marcato ha una sessantina di ettari di cui cinque proprio sulla collina dietro la rinnovata sede. 

Nel complesso le vigne dei Marcato si sono sviluppate in tre zone, Lessini, Soave e Colli Berici, e danno una produzione, grazie alle varie tipologie di uve, di ben 17 tipi di Vini tra Bollicine, Vini Bianchi e Vini Rossi.

L’Azienda Vitivinicola Marcato distribuisce i suoi prodotti per l’85% sul mercato Italiano, il resto viene venduto in Europa e negli stati Uniti

Oggi però voglio parlare di un loro Vino in particolare il “Marcato Lessini Durello 36 Mesi Metodo Classico”.

Questo Vino Spumante Brut, Lessini D.O.C., viene prodotto con Uve proveniente dai Monti Lissini (appezzamenti Cru di Durella in Roncà), della Tenuta I Prandi” dei Marcato.

Pregiata Bollicina “no vintage” (vino ottenuto dalla miscelazione di diverse annate), 12% Vol., ha minimo 85% di Uva Durella e il resto diviso, in diverse percentuali, tra Pinot Nero e Chardonnay.  
Affina per 36 mesi sui lieviti nella Cantina dell’Azienda.

La nuova bella Cantina ha una superficie di 7.000 metri quadrati, divisi nei vari settori, dove si svolgono le varie fasi: appassimento, vinificazione, stagionatura, spumantizzazione, imbottigliamento, stoccaggio.

La produzione del “Marcato Lessini Durello 36 Mesi” si aggira intorno alle 38.000 bottiglie da 750 ml. e 2.000 Magnum (1,5 L.).

All’esame visivo risulta di un bel colore giallo chiaro, l’effervescenza (perlage) è ricca ma estremamente delicata, intensi e fragranti i profumi di frutta gialla, al palato risulta estremamente equilibrato, delicato e soddisfacente, molto gradevole la persistenza e il retrogusto.

Una Bollicina perfetta sia come aperitivo che da tutto pasto, preferibilmente da abbinare con frutti di mare e crostacei.

Lo Spumante BrutMarcato Lessini Durello 36 Mesi Metodo Classico” è un Vino di tutto rispetto, fatto con molta esperienza e dedizione, frutto di un giusto connubio tra pratica, didattica, ricerca enologica e tecnologia.

Marcato un’Azienda con solide radici nel passato ma intelligentemente proiettata nel futuro.

Detto tra di noi, questo Vino, ha anche un ottimo rapporto qualità/prezzo, che “di questi tempi” proprio non guasta.   




L'Etichetta

La Bottiglia

domenica 6 ottobre 2013

RISTORANTE “ ALBERGACCIO DI CASTELLINA “ A CASTELLINA IN CHIANTI (SI): IL MEGLIO DELLA TOSCANA IN TAVOLA.




Castellina in Chianti è un piccolo Comune, meno di 3.000 abitanti, della Provincia di Siena.

Il territorio del Comune comprende le bellissime e verdeggianti colline a cavallo della Val d’Elsa, la Valle del Torrente Arbia e la Val di Pesa.

Oltre al Centro Storico, anch’esso arroccato in Collina, il Comune ha due Frazioni: Fonterutoli e San Leonino.

Fonterutoli, con il suo Castello Medievale, una vera e propria “perla”, ubicata a 5 Km. a sud di Castellina in Chianti, a 502 m. s.l.m., è antichissima, sia in Epoca Etrusca (molti i reperti archeologici della zona) che in quella Romana, era già conosciuta con il nome di “Fons Rutolae”. 

Il Centro Storico di Castellina in Chianti, negli ultimi decenni, grazie alla grande affluenza legata al turismo  enologico, è ben conservato e ben mantenuto.

Ci troviamo, infatti, in uno dei territori dove si produce uno dei Vini Rossi più antichi al mondo (il primo documento ufficiale, dove viene citato, risale al 1398), il super famoso Chianti Classico (una denominazione D.O.C.G.).  

La parte più interessante di Castellina in Chianti è quella storica, Medievale, principalmente rappresentata da Chiese, Pievi e Palazzi, oltre che dalla Rocca.

La Rocca di Castellina in Chianti, di cui si hanno notizie già nell’XI Secolo, è ubicata proprio sulla Piazza principale, è una solida costruzione merlata con due corpi di fabbrica quadrati, circondati da alte mura, e un torrione.  
La parte superiore della Rocca è una tipica costruzione muraria denominata “Cassero Senese” (ulteriore fortificazione aggiunta in rinforzo a delle mura preesistenti).
Oggi la struttura è sede del Comune e del Museo Archeologico del Chianti Senese.

Arrivando a Castellina in Chianti, dalla via Fiorentina, c’è un caratteristico, accogliente e importante Ristorante dove vengono esaltati gli straordinari prodotti di questa terra e la Cucina Tradizionale Toscana: “Albergaccio di Castellina” di Cacciatori Francesco e Visman Sonia.

Francesco Cacciatori è nato a Firenze, il 7 Gennaio 1961, ma è cresciuto a San Casciano in Val di Pesa (FI), fin da piccolo ha sempre avuto una gran passione per la terra e la natura.
Dopo le Scuole dell’obbligo frequenta l’Istituto Professionale e si diploma Perito Elettromeccanico.

Per Francesco la passione per il buon cibo è innata. 
Da ragazzo quando andava in campeggio mangiava sempre piuttosto male, finché un anno disse agli altri ragazzi: basta da oggi cucino io.  

L’incontro con Sonia Visman dà una svolta alla sua vita.

Sonia è una ragazza di Montespertoli (FI), ma con origini Altoatesine, si conoscono nel 1979, durante una vacanza all’Isola di Capraia, lei ha solo 16 anni, ma da allora non si sono più lasciati.

Francesco e Sonia vorrebbero aprire un’attività lavorativa che permetta loro di stare insieme.
Dopo molti “ragionamenti” pensano di aprire una Pizzeria a San Casciano in Val di Pesa.

Ma si presenta un’occasione da un’altra parte.

Il 2 Ottobre 1982, rilevano e aprono (l’edificio era una vecchia stalla dell’800) l’antica TrattoriaPestello” a Castellina in Chianti.
Il Locale è ubicato lungo la suggestiva strada che da Poggibonsi (SI) porta a Castellina in Chianti.

I due giovani, “nudi e crudi” di qualsivoglia esperienza culinaria professionale, si gettano con entusiasmo e passione nel nuovo lavoro facendo l’unico tipo di Cucina che conoscono, quella sana e tradizionale di Casa.

Questa costruttiva esperienza, che ha un ottimo riscontro nella loro clientela, gli permette di crescere professionalmente e acquisire tecniche più consone ad una attività ristorativa.

Nel 1988 cedono il “Pestello” e, nell’Agosto del 1989, aprono il RistoranteAlbergaccio di Castellina”.

Nel 1990 si sposano e la Famiglia incomincia a crescere, arrivano i figli, nel 1992 Pietro e nel 1996 le gemelle Laura e Viola.

Il Locale ha sede in una struttura che con il passare degli anni non è più sufficiente per il loro lavoro e nel 1999 dopo averlo ristrutturato (era un vecchio rimessaggio agricolo) si trasferiscono nell’edificio di fronte dove attualmente si trovano.

Sono anni di grande impegno e duro lavoro, Sonia in Cucina (fin da piccola le piaceva molto stare ai fornelli) e Francesco in Sala.

La loro continua ricerca della migliore qualità, per soddisfare la loro clientela, è accurata, tenace e costante, su tutto il Territorio, con una particolarissima attenzione alla stagionalità di tutti i prodotti.  

Per esempio.

Per la carne Chianina (Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale I.G.P.) si servono alla Macelleria Artigianale  “L.A. Chianina di Manieri” a Chiusi Scalo (SI). 
Questa Macelleria, di Piero Manieri, garantisce, con la marchiatura a fuoco e la certificazione, la tracciabilità di ogni singolo capo macellato fino alla provenienza da piccole Aziende Agricole della Val di Chiana, Val d’Orcia e Maremma
L’allevamento di questi bovini segue le ferree regole del disciplinare, da notare che i vitellini vengono allattati dalle madri fino allo svezzamento e successivamente vengono alimentati con foraggi freschi o essiccati provenienti soltanto dalle zone di allevamento.

La Cinta Senese (antica razza suina Toscana, si distingue per la particolare fascia di pelo bianco che avvolge il torace, oggi è una Denominazione di Origine Protetta) e il  Cinghiale Maremmano (Sus Scrofa Majori) provengono dall’allevamento “La Fornace” di Stefano Rossi, a Colle di Val d’Elsa (SI), che cresce i suoi preziosi animali completamente allo stato brado, in modo naturale, in un terreno privo di qualsivoglia nocività.

L’Agnello usato è di Razza Pomarancina garantito dall’omonimo Consorzio.

L’artigianale, prelibato e ormai rarissimo Formaggio Pecorino di Castellina in Chianti, prodotto dall’unico pastore rimasto, una signora con 5 pecore.

Pane, pasta, conserve, salumi e tutto ciò che è possibile viene fatto in “Casa”.

Per Sonia non solo lavoro ma una vera e propria filosofia di vita.
Il suo segreto: tradizione e belle presentazioni, per una Cucina che mantiene un fortissimo legame con il passato, le fondamentali “radici”, ma si aggiorna e si adatta abbinando l’esperienza alla fantasia.

I frutti maturano e presto arrivano i primi riconoscimenti, i buoni punteggi sulle Guide specializzate e i premi.
Con loro grande soddisfazione, nel Novembre 2003, con l’uscita dell’Edizione 2004, la prestigiosa Guida Michelin gli riconosce l’ambita  “Stella”.  

Oggi il RistoranteAlbergaccio di Castellina” è un locale molto accogliente e “caldo”, elegantemente rustico con i suoi muri in pietra, il soffitto a travi e travicelli e i pavimenti in cotto.
Da un piccolo ingresso “reception”, girando a sinistra si entra in uno spazio si cui si affaccia la Cucina e una piccola Saletta (tre tavolini e in angolo il grande caminetto); da qui si scende una comoda scaletta per arrivare nella Sala del locale con una decina di tavolini.

Bella l’apparecchiatura, comode le sedute. 
Il tutto per soddisfare al massimo 34 ospiti.

Dalla Sala scendendo, alcuni gradini, si accede alla Cantina climatizzata.

Durante la buona stagione si può mangiare nel dehors coperto dal grande ombrellone quadro a 4 bracci indipendenti.

Da 3 anni, solo in estate e solo a pranzo, per accontentare tutti i tipi di clienti, visto l’afflusso turistico, è stata attrezzata, sotto un pergolato, una piccola area dove si effettua un servizio più “leggero”, informale e veloce, tipo Osteria, pur mantenendo l’alta qualità della Cucina.

Il Menu si apre con la seguente frase: “Il profumo, il colore e …… ultimo ma non ultimo il sapore. 
Il sapore quello vero. 
Per i nostri piatti utilizziamo esclusivamente prodotti freschi. 
Niente scatolati, niente semilavorati, niente aromatizzanti o glutammato. 
I profumi, i colori, i sapori; ogni stagione i propri ….. quelli veri!

Prima della Carta vera e propria, troviamo i Menu speciali e quelli consigliati.
La scelta è molto ampia, quasi nella totalità di terra, e cambia ogni mese.
Per i Dolci c’è una Carta apposita.

La Carta dei Vini, si compone di circa 350 Etichette scelte con cura e in modo estremamente  professionale da Francesco
Si apre con la selezione dei Vini al bicchiere; una scelta favorita dalle  loro macchine “enodispenser” ad azoto che migliorano la conservazione dei Vini aperti. 
Poi si prosegue con le Bollicine Italiane e Francesi, i Vini bianchi dalla Toscana e da altre Regioni avocate del nostro Paese. 
Un’ampia selezione di Vini Rossi dai Vigneti del Chianti Classico Castellina in Chianti e di altre zone con la stessa denominazione; sfogliando troviamo altre esaltanti etichette provenienti sempre dal Territorio come il Rosso e il Brunello di Montalcino (SI) o il Rosso e il Nobile di Montepulciano (SI), per poi proseguire con tutte le altre eccellenze della Toscana e delle altre Regioni Italiane. 
Segue una piccola selezione di Vini Rossi dalla Francia, Australia e Nuova Zelanda
Alla fine troviamo i Vini da Dessert.

Veniamo alla Degustazione che è stata accompagnata dalla seguente scaletta di Vini appositamente consigliata in Carta da Francesco Cacciatori:

- “Rosato di Caparsa 2012”, I.G.T. Toscana, prodotto, esclusivamente in 800 bottiglie, con uve Sangiovese raccolte a mano, 13% Vol., il 2012 è la prima annata imbottigliata, è un Vino dell’Azienda Caparsa del Coltivatore Diretto Paolo Cianferoni, ubicata a Radda in Chianti (SI);

- “Pieropan Calvarino 2011”, Soave Classico D.O.C., 70% Garganega e 30% Trebbiano di Soave, 12,5% Vol., prodotto con uve provenienti dallo storico Vigneto Calvarino (piccolo Calvario) della Azienda Vitivinicola Leonildo Pieropan a Soave (VR);

- “Villa Trasqua 2009”, Chianti Classico Riserva D.O.C.G., 100% Sangiovese,13,5% Vol., prodotto nella Tenuta Villa Trasqua a Castellina in Chianti (SI);

- “Poggio ai Chiari 2005”, Rosso Toscana I.G.T., 100% Sangiovese, 13,5% Vol., prodotto dall’Azienda Agraria Colle Santa Mustiola di Fabio Cenni a Chiusi (SI);

- “Virgona 2008”, Malvasia delle Lipari D.O.C., Vino Passito, 95% Malvasia e 5% Corinto Nero, una produzione limitata e numerata, prodotto in Sicilia, nel magnifico contesto naturale e spettacolare delle Isole Eolie, dall’Azienda Agricola Virgona nel piccolo Comune di Malfa, sull’Isola di Salina, in Provincia di Messina;

-“Il Caratello 2005”, Vin Santo di Montepulciano D.O.C., 30% Trebbiano, 40% Malvasia e 30% Grechetto (Pulcinculo), prodotto dall’Azienda Casale Daviddi a Montepulciano (SI). 
Quest’ultimo Vino era un “extra” fuori Carta.

In tavola il vassoio in ceramica con il fragrante pane della Casa: Pane lievitato naturalmente, Panini  alle noci, Pane di castagne e Grissini al pomodoro. 
Oltre a ciò anche un ciottolino di “donzelle” (o zonzelle, pasta da pizza fritta in olio bollente) assortite.

Sono state servite le seguenti portate:

- Entrée: - Pappa al Pomodoro;

- Antipasto - I sapori, i colori e i profumi dell’Estate: Cipolla cotta sotto la cenere con spuma di pecorino e acciughe del Mar Ligure, Carpaccio di coscio di maiale cotto sotto sale con salsa di yogurt e frutto del cappero, Tartara di Chianina I.G.P. al coltello profumata allo zenzero su fiore di zucca con scaglie di Parmigiano e un’insalatina di menta e germogli, Fiore di zucca ripieno di ricotta con carote;

- Ravioli verdi aperti, farciti di sedano su fonduta di Parmigiano allo zafferano delle Colline Fiorentine;

- Maccheroncini, fatti in Casa, al sugo di stracotto di guancia (di vitellone Chianino I.G.P.), filetti di peperone piccante e scaglie di Parmigiano;

- Quaglia arrosto profumata al lemon grass, in salsa di birra artigianale al farro con insalata di peperoni e patate al forno;

- Millefoglie croccante di grano Saraceno alternato con composta di fichi, formaggio pecorino dolce e giulebbo (sciroppo) di Vin Santo.

Tutto molto buono e ben presentato.

Il servizio di Sala è stato effettuato, con attenzione e cordiale familiarità, da Francesco Cacciatori assistito da Vito Laneve (all’Albergaccio dal 2005). 
Nel periodo delle Vacanze scolastiche in Sala aiuta anche la figlia Viola.

La brava Chef Sonia Visman è assistita in Cucina dal figlio Pietro, Sous-chef, e dal Capo Partita Francesco Costagli, con Sonia da 12 anni. 
Anche Laura, l’altra figlia, durante le vacanze scolastiche, aiuta in Cucina.

Al Ristorante “Albergaccio di Castellina” di Francesco Cacciatori e Sonia Visman, a Castellina in Chianti, ho trovato una grande accoglienza e il meglio della Toscana in Tavola.



La Saletta

La Sala

Il Dehors

Pappa al Pomodoro

I Sapori, i Colori e i Profumi dell'Estate

Ravioli Verdi Aperti

Maccheroncini

Quaglia Arrosto

Millefoglie Croccante

Francesco e Pietro Cacciatori, Sonia Visman, Dracopulos