domenica 23 febbraio 2014

LA PRIMA EDIZIONE DI “VIVERE DI VINO IN VALDERA”: INCONTRO CON VINI , DISTILLATI E GASTRONOMIA.




Nel pomeriggio di Sabato 15 febbraio 2014, nell’antico Comune di Palaia, nella Frazione di Forcoli, in Provincia di Pisa, più precisamente in Località Montanelli, nei locali dell’Antica Grapperia ToscanaMorelli”, si è svolta la Prima Edizione diVivere di Vino in Valdera”.

La Manifestazione è stata organizzata e patrocinata dal Consorzio Toscana Sapori.

Il “Consorzio Toscana Sapori - Italian Food & Wine”, (aderente alla C.N.A. Pisa, “Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa”, presieduta da Andrea Zavanella e diretta da Rolando Pampaloni), oltre a valorizzare il Territorio, difende ogni specifica peculiarità delle Aziende iscritte, sottolineandone la loro estrazione Pisana e Toscana.

Il Consorzio è guidato con molto attivismo e passione dal Presidente Marco Morelli e dal Segretario Antonio Schena.

L’Antica Grapperia Toscana Morelli è un Liquorificio nato, nel lontano 1911, grazie all’idea e alla volontà del Cavaliere Leonello Morelli.

Leonello, nel 1906, quando prende le redini della bottega, dove lavora con i fratelli a Forcoli, è molto giovane, è un’attività ereditata dallo zio. 
Il negozio è classico un bar-emporio del tempo; vi si trova il pane, tutti gli altri generi alimentari oltre a  moltissime e varie altre cose. 

Ma il sogno di Leonello è quello di fare liquori.
Nel 1910, tornato dal servizio militare, inizia a fare le prime distillazioni nel retrobottega, fin da subito i suoi prodotti piacciono. 
Tale successo lo porta ad aprire, nel 1911 il suo Liquorificio.

Attraverso gli anni l’Antica Grapperia Toscana è passata dalle mani del suo fondatore, Leonello, al figlio Dante  e successivamente al nipote Piero.

Oggi quest’importante Azienda, che negli anni è stata moltissime volte premiata con prestigiosissimi riconoscimenti a livello mondiale, per la qualità dei suoi prodotti, è una bella realtà, con 11 dipendenti e una produzione di circa 300.000 bottiglie, guidata, dai tre figli di Piero, Luca, Paolo e Marco, la quarta generazione di Morelli.

Ma veniamo alla Prima Edizione di “Vivere di Vino in Valdera” a cui hanno partecipato, con i loro Vini, le Aziende  del “Consorzio Toscana Sapori”: “Gli Archi” Fauglia (PI), “Castelvecchio” Terricciola (PI), “Badia di Morrona” Terricciola (PI), “Pieve de’ Pitti” Terricciola (PI), “Vallorsi” Terricciola (PI), “Usiglian del Vescovo” Palaia (PI), “San Michele” Santa Luce (PI).

Oltre a loro erano presenti, con i loro Vini, anche le Aziende Agricole: “San Gervasio” Palaia (PI), “Sorelle Palazzi” Terricciola (PI), “Podere la Chiesa” Terricciola (PI), “Fondi Rustici Montefoscoli” Palaia (PI), “La Regola” Riparbella (PI), “Valdonica” Sassofortino (GR).

Per la Gastronomia la “Fattoria Casanova” di San Miniato (PI),  presentava alcuni dei suoi prodotti da forno, l’Azienda AgricolaLa Ghiraia” Santa Luce (PI), l’olio e la pasta con il marchio “Bertoli” e, dall’estremo sud-est della Sicilia,  l’AziendaPachinEat” di Pachino (SR) esponeva i suoi pomodori.

L’AziendaCafè Velez” di Cascina (PI) era presente con il suo Caffè dagli aromi Colombiani.

La Ristorazione era ben rappresentata dai titolari del RistoranteLa Cucina del Re”, ubicato in Località  Fornacette, a Calcinaia (PI), il giovane Chef  Francesco Francalacci e la Chef Pasticcera Sandra Casarosa, che hanno preparato per tutti presenti del “Finger Food” (pappa al pomodoro degustata con cucchiaini fatti di Parmigiano Reggiano “stravecchio” con oltre 48 mesi di stagionatura).

Alla Manifestazione ha partecipato il Prefetto di Pisa, Dr. Francesco Tagliente, sempre impegnato, con passione e orgoglio, a promuovere incontri che valorizzino l’eccellenze del Territorio e la straordinaria, impegnata professionalità degli artigiani del gusto.

Anche il Sindaco di Palaia, Alberto Falchi, ha portato il suo sostegno all’Evento.

Alla Prima Edizione di “Vivere di Vino in Valdera” sono intervenuti anche l’Avvocato e Degustatore Internazionale di Vini Paolo Baracchino, il Coordinatore del Premio Internazionale di Enogastronomia Piazza de’ Chavoli”, Gr. Uff. Umberto Moschini e il sottoscritto Giorgio Dracopulos Enogastronomo del Corriere del Vino.

Il bravissimo Paolo Baracchino, Sommelier A.I.S., Degustatore del “Grand Jury Europeén” con Sede nel Granducato di Lusseburgo, ha assaggiato, con attenzione ed estrema professionalità, una selezione di Vini di tutte le Aziende presenti alla Manifestazione, giudicando poi, in generale, una positiva e costante crescita dei Vini Pisani.  

Per tutto l'Evento il servizio Vini è stato puntualmente eseguito dalla Delegazione Pontedera-Valdera della Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori (F.I.S.A.R.), erano presenti il Delegato Francesco Fariello e i Sommelier Cristina Braccini e Gianni Frizzi.

La Prima Edizione diVivere di Vino in Valderaè stato un indubbio successo seguito “passo passo” anche dall’Emittente TelevisivaGranducatoche ne ha fatto un bel servizio per la sua Rubrica Prisma”.



Alcuni dei Prodotti Morelli

I Prodotti da Forno

I Pomodori, la Pasta e l'Olio

Cafè Valez

Gli Chef Francesco Francalacci e Sandra Casarosa

Paolo Baracchino durante la Degustazione

Baracchino e Marco Morelli (ultimo a dx) con i Produttori 

Umberto Moschini

Baracchino, Dracopulos, Tagliente, Schena

Cristina Braccini, Francesco Fariello, Gianni Frizzi

sabato 15 febbraio 2014

LO CHEF GIAPPONESE FUMIO KONDO UNO DEI PIU’ GRANDI MAESTRI DEL MONDO PER IL “TEMPURA”.




Con la parola “Tempura” si denomina una particolarità della Cucina Giapponese oggi diventata un “cult” in tutto il mondo.

Il “Tempura” (in Giapponese è una parola al maschile e si pronuncia tenpura’) è una “tecnica di cottura” rapida ad immersione nell’olio, di una preparazione, quasi sempre, a base di pesce (in alcuni casi si usa anche carne bianca di pollo o di altri uccelli) e verdure, impastellate, e fritte separatamente.

Detta così sembrerebbe una cosa semplice e di facile realizzazione, in realtà per farla bene occorre una particolare esperienza e molta attenzione. 

E’ una cottura che ha una lunga storia e come tutte le tradizioni Giapponesi anche “molto di più”.

La ricetta e il nome “Tempura” è legato, con molta probabilità, al periodo iniziato, nel 1549, in cui arrivarono in Giappone i missionari Portoghesi e Spagnoli.

Quel periodo, per la storia del Paese del Sol Levante, fu molto difficile e sanguinoso, caratterizzato da lotte intestine e dalla debolezza del governo centrale, tanto che è stato definito “Sengoku Jidai” (Epoca del Paese in guerra).

Probabilmente “Tempura” deriva da “Tempora”, parola Latina tratta dal termine “ad tempora quadragesimae” (durante il periodo quaresimale), periodo in cui i religiosi si astenevano dal mangiare carne rossa e si alimentavano con pesce e verdure.

Un’altra ipotesi attribuisce alla parola Portoghesetempero” (condimento) una probabile origine.

Alcuni Cuochi Giapponesi vogliono farlo risalire addirittura a Marco Polo (ambasciatore, mercante e navigatore Veneziano vissuto tra il 1254 e il 1324) e al suo arrivo in Cina intorno al 1274, secondo loro, dalla Cina, questa tecnica, sarebbe passata poi in Giappone

Comunque sia, questo particolare modo di friggere, ebbe un grande successo e una veloce diffusione in tutto il Giappone, a partire dal Sud (dove i Portoghesi nel 1571 avevano fondato la Città di Nagasaki), grazie anche al proliferare dei “Tempura Yatai”, baracchini posti nelle strade dove veniva preparato e venduto il Tempura.

I segreti (più facili) per fare un buon “Tempura” sono, oltre all’uso delle materie prime di qualità, praticare delle piccole incisioni, sulle stesse, perché nulla “scoppi” o si arriccioli.

Preparare la pastella piuttosto liquida, unendo farina bianca e acqua fredda (preferibilmente ghiacciata e anche gassata nel caso si voglia dare più luminosità all’impasto), l’aggiunta del rosso d’uovo dipende da cosa state per friggere. 
Per le verdure si evita l’uovo.

La fase successiva è immergere, quanto si è delicatamente impastato e scolato, nell’olio molto caldo tra i 160 e i 180 gradi. 

L’olio deve essere (per tradizione) quello vegetale derivato dai semi  della pianta fiorita del sesamo, uno degli oli più antichi, usato dall’uomo già 3000 anni fa, molto chiaro e delicato.
La permanenza nell’olio deve essere breve (il tempo dipende dalla consistenza di cosa si sta cucinando), da pochi secondi ad alcuni minuti, si deve soprattutto girare delicatamente ciò che viene immerso per dargli una doratura chiara e uniforme.

Durante questa operazione è importantissimo estrarre dall’olio tutte le particelle che si staccano dalla pastella e che rischiano di bruciare rovinando il “Tempura”.

Un “Tempura” può essere servito in moltissimi modi, accompagnato da varie salse, pasta, riso e può anche essere immerso in una particolare zuppa detta “udon” dal tipo di “noodles” (fili di pasta di spessore variabile) usati, oppure semplicemente servito croccante con sopra polvere di tè verde e di scorza di “yuzu” (un agrume, ibrido di mandarino, originario dell’Asia orientale). 

Queste a grandi linee sono le indicazioni, ma ci sono dei grandi Chef, maestri di “Tempura”, che riescono a darti un’emozione in più servendoti “un Tempura straordinario”.

Tra questi c’è il Maestro Chef Giapponese Fumio Kondo.

Fumio è nato a Tokyo nel 1947, dopo essersi diplomato è entrato a lavorare al Ristorante “Tempura & Japanese Cuisine Yamanoue” dell’Hilltop Hotel di Tokyo, grazie alla sua straordinaria bravura, alla giovane età di 23 anni, era già diventato lo Chef del Locale.

Dopo più di 20 anni di esperienza e di successi, nel 1991, ha aperto, in uno dei Distretti di “Chuo-ku”, ubicato nella parte sud-occidentale di Tokyo, che si chiama “Ginza” (il nome deriva dalla parola Giapponese “gin” = argento), il suo Ristorante “Tempura Kondo”.  

Ginza” è un quartiere noto nel mondo come vasta area commerciale di lusso ricca di boutique, negozi, magazzini, ristorante e caffè.

Il piccolo Ristorante (tradizionalmente classico, alla Giapponese, con il grande bancone, al di la del quale lavora il Maestro e con una decina di sgabelli) di Fumio Kondo nel giro di pochi anni è diventato famoso in tutto il mondo e un luogo di culto per gli amanti del “Tempura”. 

Qui si possono degustare tre menu fissi a prezzi diversi. 
Per le sue piccole dimensioni e le molte richieste è necessario prenotare con largo anticipo.

La straordinaria materia prima usata, compreso il magnifico olio di sesamo dell’Azienda più antica del Giappone (nata nel 1725) la “Takemoto Oil & Fat Co. Ltd.”, insieme all’arte del Maestro Kondo fanno del suo “Tempura” un’eccezionale esperienza.

Fumio Kondo è riuscito ad ottenere, usando una tecnica dalla precisione assoluta, un “Tempura” assolutamente asciutto e croccante, ma all’interno morbido e delicato, che esalta i sapori di ciò che è stato impanato e messo nell’olio.

Non un semplice fritto ma quasi una cottura al vapore”, sostiene il Maestro, “fondamentalmente è necessario che la pastella non assorba l’olio, e poi dobbiamo considerare che, anche dopo aver estratto il tempura dall’olio, la pastella continuerà a rilasciare molto calore all’ingrediente al suo interno”.

Fumio Kondo ha impostato la sua vita nella costante ricerca della perfezione nel suo lavoro e ciò gli ha portato moltissimi premi e riconoscimenti tra cui le prestigiosissime “Due Stelle” della Guida Michelin di Tokyo, Yokohama e Shonan.

Fumio Kondo, uno dei più grandi Maestri al Mondo di “Tempura”, realizza con dell’olio molto caldo dei “gustosissimi sogni” che rispecchiano perfettamente la sua filosofia e la sua arte culinaria.

“Tempura Kondo”

Sakaguchi Building, 9F

5-5-13 Ginza Chuo-Ku

Tokyo

Tel.  +81-03-5568-0923




Gamberi in Tempura

Verdure in Tempura

Olio di Sesamo della "Takemoto Oil & Fat Co. Ltd."

sabato 8 febbraio 2014

MADRID FUSIÓN 2014 : PER TRE GIORNI MADRID E’ STATA LA CAPITALE MONDIALE DELL’ALTA RISTORAZIONE E DELLA GASTRONOMIA DI QUALITA’.




Nei giorni 27, 28 e 29 Gennaio 2014, si è svolto a Madrid, in Spagna, la XII Edizione del Congresso Mondiale di GastronomiaMadrid Fusión”.

La Cucina Fusion deriva dall’armonico incontro di varie e specifiche tradizioni culinarie provenienti anche da Paesi molto lontani tra di loro.

Madrid Fusión quest’anno era dedicata a “Comer en la Ciudad, la ispiración está en la calle” (Mangiare in Città, l’ispirazione è per strada).

Il Vertice si è tenuto nuovamente (nel 2013 per motivi tecnici si è svolto alla Fiera di Madrid) nella sua sede ottimale, il “Palazzo Municipale dei Congressi” della bellissima Capitale della Spagna.

Il “Palacio Municipal de Congresos” (progettato dall’Architetto Urbanista Spagnolo Ricardo Bofill Levi, e inaugurato nel 1993), in Avenida de la Capital De Españia 21, è ubicato nella nuova e avveniristica zona fieristica di Madrid, “Campo de las  Naciones”, vicinissima all’Aeroporto Internazionale Madrileno di “Barajas”. 

Il Palazzo è una grande e moderna struttura, tecnologicamente avanzata, con molteplici possibilità di accoglienza: molte le sale di varie dimensioni, grandi spazi espositivi, due Auditorium, A e B,  con capacità, uno, di quasi 2000 persone sedute e l’altro di circa 1000
Il tutto è disposto su più livelli serviti da grandi ascensori e scale mobili: un edificio decisamente accogliente e adatto.

Il Comitato d’Onore di “Madrid Fusión” è presieduto da Sua Maestà il Re Juan Carlos I, da molti personaggi delle Istituzioni Nazionali e Locali come il Presidente della Comunità Autonoma di Madrid, il Signor Ignacio González González (non è una ripetizione), il Sindaco di Madrid, la Signora Ana Botella e il Segretario di Stato del Ministero dell’Economia, Signor Jaime García-Legaz
Ne fanno parte anche straordinari Chef Spagnoli, dai nomi ormai famosi in tutto il globo, come Ferran Adrià e Juan Mari Arzak.  

Il Vertice Internazionale di Enogastronomia si è svolto contemporaneamente su vari piani e fronti.

Nel grande Auditorium si susseguivano gli “Show Cooking”, presentazioni culinarie di grandi Chef provenienti da moltissime parti del mondo, interessanti dibattiti con personaggi illustri della gastronomia internazionale, affascinanti filmati che presentavano mondi e metodi lontani, le  premiazioni e i concorsi tra i quali quello di “Cocina creativa con productos Italianos”.

Prestigiosi, famosi e in moltissimi casi “super stellati” Cuochi come Elena Arzak, Gastón Acurio, David Muñoz, José Ramon Andrés Puerta,  Joan Roca, Sergi Arola, Eneko Atxa, Pascal Barbot, Michel Brass, Filip Claeys, Quique Dacosta, Gert De Mangeleer, Dani García, Paco Roncero, Andoni Luis Adúriz, Paco Morales, Daniel Ovadía, Mario Sandoval, Duangporn (detta Bo) Songvisava, Pedro Subijana, e l’Italiano Giuseppe (Pino) Cuttaia, solo per citarne una minima parte, hanno dato il meglio della loro arte culinaria.

Nelle varie sale, ai diversi piani, si poteva assistere a conferenze stampa e ad incontri gastronomici con altri Paesi; quest’anno, al posto di una particolare Nazione (messa in vetrina) sono state invitate due particolari Regioni, la Spagnola “Murcia” e dal Belgio le “Fiandre”.  

La “Comunidad Autónoma de la Región de Murcia” è posizionata sulla Costa del Mar Mediterraneo nella parte sud-orientale della Spagna, nel suo territorio ci sono importanti coltivazioni di frutta e ortaggi di qualità, oltre ad una piccola ma buona produzione vitivinicola, mentre le Fiandre sono una Regione che, in proporzione ai suoi 6 milioni di abitanti, ha la più alta concentrazione del mondo di Ristoranti “Stellati” della prestigiosissima Guida Michelin.

Oltre a quanto già detto contemporaneamente, in Madrid Fusión, si svolgevano anche altre importanti iniziative, intraprese dai molti espositori presenti. 
In ampie zone del Palazzo Municipale dei Congressi, erano allestiti numerosi Stand Enogastronomici Internazionali in rappresentanza di tutto ciò che si può collegare al settore della gastronomia. 

Se non bastasse, in parallelo e ad integrazione di Madrid Fusión 2014, anche molti incontri e straordinarie degustazioni per “Enofusión 2014”, tutto sul mondo del Vino Spagnolo.

Come sempre per me è stato un grande piacere anche rivedere amici come i bravi giornalisti Spagnoli Ignacio Medina e Juan Manuel Bellver Sánchez, presenti in qualità di conduttori o giurati nei vari eventi.

Il Congresso vero e proprio è finito, nella serata di mercoledì 29 Gennaio, tra moltissimi applausi.

Ma la Fiera Gastronomica di Madrid era diffusa, grazie al Comune, anche in tutta la bellissima Capitale Spagnola con il “Gastrofestival Madrid Fusión 2014” (Gastronomía para lo cinco sentidos = Gastronomia per i cinque sensi) che, dal 24 Gennaio al 9 Febbraio, coinvolgeva più di 400 tra locali di ristorazione, musei, galleria d’arte, scuole di cucina, teatri, cinema in cui si potevano approfondire tutti i vari aspetti della gastronomia. 

Le serate poi, per la stampa internazionale, sono state dedicate, la prima, il  27 Gennaio, alla Cena al bellissimo Ristorante Coque” del grande Chef Mario Sandoval, ubicato in Località Humanes. 
La seconda, il 28, alla Cena al Ristorante Life & FoodRamses”, un super moderno Locale,  riccamente ristrutturato e arredato dal famoso Architetto e Designer Francese Philippe Starck, ubicato su un lato della Piazza dove spicca la bellissima “Puerta de Alcalá” (uno dei monumenti più significativi di Madrid). 
Il “Ramses” è dello Chef stellato Valenziano Ricard Camarena ma in Cucina c’è il giovane e bravo Chef José Luís Marín Marugán.

Il 29Ir de Tapas”, divertente e interessante, un giro per alcuni dei migliori Ristoranti e Locali di Tapas della Capitale: “Puerta 57”, “Tengo”, “Al Trapo” e “IO Iñaki Oyarbide”.

Una così complessa Manifestazione è stata perfettamente gestita, come sempre,  dall’Organizzazione di “Madrid Fusión” con il suo Presidente José Carlos Capel, il Vicepresidente Manuel Quintanero, la Direttrice Lourdes Plana, la Coordinatrice Ana Capel, la Responsabile della Stampa Internazionale Esmeralda Capel, con tutto il loro preparatissimo Staff
A tutti loro e a Jone Urrutia Villafruela, che ha seguito e assistito, con la massima dedizione, la Stampa Internazionale, un particolare ringraziamento per l’ospitalità, la disponibilità e la gentilezza dimostrata.

AncheMadrid Fusión 2014ha meritato il grande successo, come e più delle altre Edizioni.
Un successo confermato dall’affluenza di migliaia di visitatori e centinaia di giornalisti, moltissimi giunti da ogni angolo della terra, che per tre giorni hanno potuto trovare in Madrid la Capitale Mondiale dell’alta cucina e della gastronomia di qualità.





José Carlos Capel inaugura la XII Edizione

Il grande palco dell'Auditorium A

Giorgio Dracopulos e la fantastica Chef Elena Arzak

Il Piatto di Elena Arzak

Lo Chef Joan Roca "Migliore del Mondo nel 2013"

Lo Show-Cooking dello Chef Filip Claeys

Il Piatto di Filip Claeys

Il bravo Chef Italiano Giuseppe "Pino" Cuttaia

Il Piatto di Pino Cuttaia

Lo Chef super Stellato Pedro Subijana

Premi ai giovani e grandi Chef De Mangeleer e Munoz

Una Vista della Zona Stand

domenica 2 febbraio 2014

IL PESCE FRESCO: ALCUNI SUGGERIMENTI PER CONOSCERLO MEGLIO.




Il processo evolutivo dell’uomo ha attraversato, in milioni di anni, molti stadi  fondamentali, uno è  quello di “Homo Sapiens”, circa 200.000 anni fa.
La denominazione “Homo Sapiens” è del medico, botanico e naturalista Svedese, Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778), considerato l’ideatore della classificazione scientifica moderna degli organismi viventi.

In questo specifico stadio l’alimentazione onnivora dell’uomo si sviluppò grazie anche al perfezionamento dell’uso del fuoco e la conseguente cottura dei cibi.
Tra gli alimenti consumati quello che apportò maggiore aiuto allo sviluppo generale del corpo umano, in particolare al suo cervello, predisponendolo ad una fase evolutiva superiore, fu il pesce.

Questo alimento ricco di preziosi acidi grassi essenziali omega-3, fondamentali per la salute cardiovascolare, contiene anche minerali come il selenio, il fosforo e soprattutto lo iodio. 
Oltre a ciò, ha anche importantissime Vitamine come la A, la E e altre del gruppo B

Il pesce pescato in torrenti, fiumi, laghi e mari veniva consumato crudo o cotto, e il metodo di  conservazione più antico era l’essicazione, successivamente si giunse a praticare il sotto sale.

Parlare di “Pesce Fresco” potrebbe sembrare facile, in realtà riconoscerlo non è una cosa semplice  considerando anche il fatto che, secondo le statistiche più aggiornate, i due terzi del pesce che finisce nei nostri piatti è di “dubbia provenienza”.

La prova più veloce da fare, quando andate a comprarlo, è di premere, con un dito, il corpo del pesce preso in considerazione, se, togliendo il dito, rimane traccia della pressione fatta, non è fresco.
A parte questa prova immediata, la freschezza del pescato si valuta attraverso vari altri fattori, tra i principali c’è il  “profumo” di salsedine e quindi di mare. 
Inoltre, gli occhi non devono essere opachi ma trasparenti e lucidi, le branchie devono essere umide e di una delle tonalità del rosso, se poi lo mettete in un contenitore con l’acqua deve affondare.

Superati questi esami avete del “pesce fresco”, ma ci sono altri ostacoli, va accuratamente pulito e ben cucinato, questa forse è la parte più difficile.   

Se poi, quando andate a fare la spesa, cercate in particolare il “pesce azzurro”, credendo di trovare una selezionata specie ittica dalla colorazione uguale a quella del cielo, siete in errore. 
Si definisce commercialmente “Pesce azzurro” quelle varietà di pesci, quasi sempre di pezzatura medio piccola, il cui costo di mercato è generalmente più basso data la minore richiesta del pubblico e l’abbondanza del pescato.

Da notare che solo il 10%, delle specie commestibili che ci offre il mare, sono conosciute e commercializzate.

Il “Pesce Azzurro”, al contrario di quanto si possa credere dall’indicazione del prezzo, non ha niente da invidiare al pescato più prezioso. 
Si tratta di pesci molto digeribili e utili per il nostro organismo data la ricchezza delle loro carni ricche di benefici acidi grassi monoinsaturi (i grassi buoni che favoriscono la sostituzione del colesterolo). 
In particolare gli acidi grassi essenziali del tipo omega-3 assolutamente indispensabili per il corretto funzionamento del nostro organismo.
Il pesce azzurro è anche ricco di calcio, un componente fondamentale per una dieta equilibrata.

Molte sono le varietà di questi pesci che si possono trovare sui banchi dei nostri mercati, tra loro possiamo citare  i più comuni: le acciughe o alici, le sardine, le aringhe, gli sgombri, le aguglie, i sugarelli, i cefali e molti altri.

Molto importante, per gustarli al meglio ed essere sicuri che si tratti di pesce dei nostri mari, è anche conoscere la stagionalità del pesce, perché solo alcune specie si trovano durante tutto l’anno.
Ad esempio, la “boga”, il “potassolo” (o melù), il "cefalo", la “mostella di fondo”, la “sardina” e il “sugarello”, ognuno con le sue particolari specificità, hanno una reperibilità durante tutte e quattro le stagioni dell’anno.
La “palamita” invece ha come stagionalità l’inverno e la primavera, mentre il “pesce serra” si trova  in tarda primavera e in estate.

Spesso il pesce azzurro si annovera anche tra quello “povero” o “dimenticato”, anche queste due categorie commerciali si riferiscono, la prima ai pesci con i prezzi più bassi, la seconda a quelli che generalmente, tra le molte specie commestibili del nostro mare, sono parzialmente o totalmente scartati.

Il “pesce azzurro” negli ultimi anni ha avuto una generale rivalutazione grazie all’uso che ne hanno fatto molti dei più grandi Chef Italiani, rientrando nella più ampia considerazione di una maggiore cura nella scelta degli ingredienti.

Sull’onda di questo successo è nato nel 2010 anche un progetto denominato “Pesce Ritrovato” per la sensibilizzazione del consumo ittico consapevole e per preservare la biodiversità marina.
A questo progetto, che aveva la durata di tre anni ed è stato cofinanziato dalla Commissione Europea, ha partecipato l’Acquario di Genova e altri diversi partner come Legambiente e Lega Pesca.

Il progetto “Pesce Ritrovato” ha avuto il grande merito di creare una rete nazionale di operatori del settore, istituzione locali, piccoli e grandi distributori, oltre che gli operatori turistici, per promuovere specificatamente 18 specie ittiche, dei nostri mari, “molto buone e nutrienti” ma poco conosciute e normalmente poco vendute.  

Importantissimo per il consumatore è di non mangiare pesce crudo se non precedentemente lavorato con metodi specifici e poi abbattuto a - 20° almeno per 48 ore.
Con il crudo c’è il rischio di contrarre pericolose infezioni da parassiti come l’Anisakis (un tipo di verme che si annida nelle carni del pesce) che nelle patologie più gravi, per guarire, è necessario  addirittura l’intervento chirurgico.

Tranquilli, i tanti e diversi modi di cucinare il pesce vi tolgono da tutti questi rischi, facendovi godere in pieno tutti i vantaggi alimentari e i meravigliosi aromi e sapori del “pesce fresco nostrano”.




Pesce Congelato

Pesce e Crostacei Freschissimi