martedì 21 febbraio 2017

ECCEZIONALE “CATA” DI GRANDI VINI “VECCHIE ANNATE DELLA RIBERA DEL DUERO”, PER CELEBRARE LA QUINDICESIMA EDIZIONE DI “MADRID FUSIÓN”.




La XV Edizione del Congresso Internazionale di GastronomiaMadrid Fusión” si è svolta a Madrid, in Spagna, nei giorni Lunedì 23, Martedì 24 e Mercoledì 25 Gennaio 2017.
In parallelo, e a integrazione di “Asisa Madrid Fusión 2017”, già di per se una grandiosa e ampia Manifestazione, ci sono stati anche molti incontri e straordinarie degustazioni per “Enofusión 2017”, tutto sul mondo del Vino Spagnolo.  

La più importante degustazione (“cata” in Spagnolo), tra le molte fatte, è stata quella dei “Grandi Vini Vecchie Annate della Ribera del Duero”.

Varie sono le Zone Vitivinicole della Spagna e altrettanto varie sono le “Denominazioni”, ma possiamo sicuramente affermare che quella della “Denominación de Origen Ribera del Duero”  è  la “punta di lancia” della loro produzione.

La Comunità Autonoma (suddivisione territoriale Spagnola) di Castiglia e Leon occupa la parte settentrionale dell’Altipiano, più antico e più vasto della Penisola Iberica, la Meseta.
Il suo Territorio, il più grande di Spagna, corrisponde al più grande bacino imbrifero (idrografico) della Spagna quello del Fiume Duero, dei suoi affluenti e dei molti laghi naturali.

Il Fiume Duero percorre per ben 572 km. in Spagna, e su 112 fa da confine con il Portogallo.

La Castiglia e Leon ha nove Province: Avila, Burgos, Leon, Palencia, Salamanca, Segovia, Soria (famosa per il prezioso tartufo nero, la “Trufa Negra”), Valladolid, Zamora.
In queste Province si trova il 60% di tutto il patrimonio architettonico, artistico e storico di tutta la Spagna.
La vastità di questo Territorio e le sue varie peculiarità fanno nascere da zona a zona diversi particolari microclimi.

Nella parte meridionale Provincia di Burgos c’è la “Comarcas Ribera del Duero”.
La “comarcas” in Spagna è una particolare suddivisione storica dei territori rientranti sotto le Province, in Italia lo potremmo equiparare al termine “distretto”.  

La Ribera del Duero è una zona prevalentemente dedita all’agricoltura, vi si pratica la pastorizia e vi si coltiva estesamente i cereali e le barbabietole, ma è soprattutto un Territorio Vitivinicolo.
Qui troviamo la D.O.C. (in Spagnolo “Denominación de Origen”) Ribera del Duero che è estesa, per circa 21.000 ettari vitati, su 60 Comuni della Provincia di Burgos, 19 di Soria, 4 di Segovia e 20 di Valladolid.

La prestigiosa “Denominación de Origen Ribera del Duero” è nata 21 Luglio 1982 (nel Luglio 2017 ricorreranno i primi 35 anni) e il “Consejo Regulador de la Denominación de Origen Ribera del Duero” ha sede nel piccolo Comune di Roa, ubicato a 820 m. s.l.m., rientrante nella denominazione.

La Zona della Denominazione è considerata il “Cuore della Ribera del Duero”.
Le sue particolari caratteristiche del terreno e del clima, che passa da nevicate copiose e vento gelido (- 18°) in inverno, a forti tempeste improvvise, a venti secchi e a un clima caldo e arido (+ 40°) in estate, creano una natura inimitabile.

Qui dal tempo della conquista Romana della “Hispania”, iniziata nel 218 a.C. e terminata nel 17 a.C., si coltiva la vite e, dal XIII Secolo, furono edificate le prime Cantine e s’iniziò a commerciare con il Vino.

Nella Ribera del Duero il Vitignorosso” (tinto) più coltivato è il Tempranillo (conosciuto anche, tra gli altri nomi, come “Cencibel “, “Tinta del País” e “Tinto Fino”), ma ci sono anche Cabernet Sauvignon, Merlot, Malbec, Garnacha Tinta e l’unico bianco autorizzato l’Albillo o Blanca del País.

I Vini prodotti vengono suddivisi in:

- “Jovenes”, quelli che non passano in botte o se vi riposano per un periodo che non superi i 12 mesi;

- “Crianzas”, almeno 12 mesi in botti di rovere e l’immissione sul mercato dopo due anni di vita;

- “Reserva”, un minimo di 12 mesi in botte, l’invecchiamento deve essere di almeno 36 mesi tra botte e bottiglia prima di essere commercializzati;

- “Gran Reserva”, un minimo di 24 mesi in botte e almeno 60 mesi tra botte e bottiglia, vini di eccezionale qualità che non vengono venduti prima dei 5 anni;

- “Rosados”, le uve di questa particolare tipologia vengono fermentate senza le bucce per produrre vini più freschi da bere poco tempo dopo la vendemmia. 

Alla “Denominación de Origen Ribera del Duero” appartengono 249 Cantine (Bodegas) tra cui alcune dai nomi super famosi nel Mondo come la “Bodegas Vega Sicilia”.

Ma torniamo alla “cata” dei “Grandi Vini Vecchie Annate della Ribera del Duero” che quest’anno, per celebrare la XV Edizione di Madrid Fusión e l’inizio dei festeggiamenti per i 35 anni della “Denominación de Origen Ribera del Duero”, è stata del tutto particolare e estremamente interessante.

La Degustazione denominata “El Origen de una Gran Idea” (Le Origini di una Grande Idea) si è svolta la mattina, di Martedi 24 Gennaio 2017, in una grande Sala del “Palacio Municipal de Congresos”, alla presenza di una numerosa rappresentanza della Stampa Internazionale Specializzata.

Come tutti i grandi viaggi hanno un punto di partenza e tutte le grandi storie hanno un inizio” (parole di Enrique Pascual García), anche la Storia del “Consejo Regulador de la Denominación de Origen Ribera del Duero” è nata grazie a un gruppo di Viticoltoriilluminati”, dei pionieri che coscienti delle potenzialità del Territorio e delle loro Aziende unirono le loro forze nel 1982.

La Degustazione di 11 grandi e preziosi Vini Rossi, della “Denominación de Origen Ribera del Duero”, a partire dalla Vendemmia del 2001 fino a quella del 1985, ha espresso pienamente questo fantastico percorso.

La “Cata” perfettamente organizzata, come sempre, dal “Consejo Regulador de la Denominación de Origen Ribera del Duero” in collaborazione la “Union Espanola de Catadores” (UEC), l’Associazione Sommelier Spagnola.

La “Cata” è stata ben introdotta e illustrata dal mio carissimo amico Dr. Enrique Pascual García (Presidente del Consejo Regulador de la Denominación de Origen Ribera del Duero), mentre la conduzione è stata fatta da due giovanissimi ma super esperti Sommelier: Silvia García Guijarro e Guillermo Cruz Alcubierre.

Silvia García Guijarro, una grande, bella e brava Sommelier professionista che lavora in uno dei RistorantiStellati” e prestigiosi di Madrid, il “Kabuki Wellington”, talmente brava che nel 2012 è stata premiata, dalla RivistaMetrópoli”, come “Miglior Sommelier dell’Anno”.

Guillermo Cruz Alcubierre, espertissimo e spigliato Sommelier lavora nel RestauranteMugaritz” (Due Stelle Michelin) uno dei Locali più importanti e famosi della Spagna, e non solo, ubicato nella Comunità Autonoma dei Paesi Baschi.

Eccoci ai Vini Rossi dellaDenominación de Origen Ribera del Duero degustati:

- “Dehesa De Los Canónigos Gran Reserva 2001”, Crianza, un Blend di Tempranillo, Cabernet Sauvignon e Albillo, 13,5% Vol., ha riposato in botti (Americane) per 32 mesi, poi altri 36 mesi in bottiglia, un Vino seguito dall’Enologa Belén Sanz della “Bodega Dehesa de Los Canónigos”;

- “Alenza Reserva 1996”, 100% Tempranillo, ha riposato in botti di legno Americano per 30 mesi, l’Enologa è Eva Maria Fernández, prodotto dalla “Bodegas Condado De Haza”;

- “Arzuaga Gran Reserva 1996”, 90% Tinto Fino, 8% Cabernet Sauvignon e 2% Merlot, 14,2% Vol., affinato per 24 mesi in barrique (80% Francesi e 20% Americane), un Vino curato dall’Enologo Adolfo Gonzáles, prodotto dalla “Bodegas Arzuaga Navarro”;

- “Viña Pedrosa Gran Reserva 1994”, Crianza, 90% Tinta del Pais (Tempranillo) e 10% Cabernet Sauvignon, per 24 mesi in botti (Francesi e Americane) e per 36 mesi in bottiglia, l’Enologo è José Manuel Pérez, un Vino prodotto dalla “Bodegas Hermanos Pérez Pascuas”;

- “Pago De Carraovejas Autor 1991”, 85% Tinto del Pais e 15% Cabernet Sauvignon, 13% Vol., Vino passato in legno (barrique Francesi e Americane) per 12 mesi, l’Enologo è Almudena Calvo, prodotto dalla Bodega “Pago De Carraovejas”;

- “Heredad De Peñalosa Crianza 1990”, 100% Tempranillo,  13%Vol., maturato in legno per 14 mesi, l’Enologo è Antonino Izquierdo, viene prodotto dalla  “Bodegas Pascual”;

- “Protos Gran Reserva 1989”, 100% Tempranillo, 13,5% Vol., ha riposato per 24 mesi in botti Americane (80%) e Francesi (20%), poi per 36 mesi in bottiglia, l’Enologo è José Carlos Guzmán, prodotto dalla “Protos Bodega Ribera Duero De Peñafiel S.L.”;

- “Gran Callejo Gran Reserva 1989”, Tinto con Crianza, 100% Tempranillo, 13% Vol., Vino maturato in legno per 24 mesi, poi ha riposato per 5 anni  prima di essere commercializzato, gli Enologi sono José Felix e Noelia Callejo, prodotto dalla “Bodegas Félix Callejo”;

- “Torremilanos Reserva 1985”, Crianza, 100% Tempranillo, 14% Vol., ha fatto 24 mesi di barrique Francesi, prodotto dalla “Finca Torremilanos - Bodegas Peñalba López”;

- “Valsotillo Gran Reserva 1985”, 100% Tinta del pais (Tempranillo), 12,5% Vol., una prestigiosa “Reserva” di sole 3.300 bottiglie, passata in barrique di legno Americano per 30 mesi in una Cantina sotterranea del XVI Secolo, un Vino prodotto dalla  “Bodegas Ismael Arroyo S.L.”;

- “Millenium Reserva 1996”, Tinto con Crianza, 100% Tempranillo, 13% Vol., Bottiglie Magnum, è stato in barrique di legno Americano per 24 mesi, un Vino curato dall’Enologa Eva Maria Fernández, prodotto dalla “Alejandro Fernández - Tinto Pesquera”.

Una degustazione esclusiva di Vini Spagnoli, anche con più di 30 anni, che hanno segnato il  cammino di un Territorio, che hanno fatto la storia vitivinicola della Ribera del Duero
Vini Rossi da “collezione”, che hanno saputo mantenere e maturare attraverso i decenni, ognuno grazie alle sue specifiche peculiarità, piacevoli aromi e sentori decisamente robusti e marcati.

Il Territorio della “Denominación de Origen Ribera del Duero” è stato premiato, in occasione della ricorrenza del “trentesimo anno dalla nascita”, dalla famosa rivista specializzata AmericanaWine Enthusiast Magazine” (fondata nel 1988 da Adam e Sybil Strum), come “Migliore Regione Vitivinicola del Mondo per l’Anno 2012”.

La “Cata” dei “Grandi Vini Vecchie Annate della Ribera del Duero” fatta, a Madrid, durante la XV Edizione del Congresso Internazionale di GastronomiaMadrid Fusión” può essere definita con una sola parola: “eccezionale”.






G. Cruz Alcubierre, S. García Guijarro , E. Pascual García

I Vini - Foto 1

I Vini - Foto 2

I Vini - Foto 3

I Vini - Foto 4

I Vini Degustati

Migliore Regione Vinicola del Mondo "Anno 2012"

Enrique Pascual García e Giorgio Dracopulos

venerdì 17 febbraio 2017

“LA VILLA - ITALIAN RESTAURANT” A NAI HARN - RAWAI, PHUKET, THAILANDIA: IL NUOVO LOCALE DEL GRANDE ALFREDO SIBALDI BEVILOTTI.




Buone notizie per gli appassionati della Ristorazione di qualità nel Mondo, Alfredo Sibaldi Bevilotti, ha appena inaugurato (metà Febbraio 2017), il suo nuovo Locale “La Villa - Italian Restaurant" sull’Isola di Phuket in Thailandia.

 Il Locale è ubicato, a una equidistanza di circa 2 Km, tra il Molo di Rawai e la Spiaggia di Nai Harn.
Rawai è un piccolo e caratteristico Porticciolo dal quale partono anche imbarcazioni per giri turistici di tutta una serie di isolotti che si trovano a poca distanza. 
Mentre Nai Harn è considerata la spiaggia più bella dell’Isola, cosi verdeggiante, raccolta, affascinante e con il suo mare cristallino, adagiata sulla punta estrema, a sud, dell’Isola di Phuket.

Il mio carissimo amico (da una vita) Alfredo, nasce a Livorno il 12 Gennaio 1961, dopo le scuole dell'obbligo e le superiori a ragioneria, nel 1979, seguendo la sua passione per il mondo del “bere miscelato”, entra a lavorare all'American Bar il Punto, aperto da poco, in Via Grande, sempre nella Città Labronica
Successivamente arricchisce le sue esperienze in Locali importanti come il Cafè MàmàL'American Bar Tic Tac, sempre a Livorno, e il Belvedere dell'Hotel Continental di Tirrenia (PI).

Nel 1984, in riconoscimento della sua rapida ascesa professionale, viene chiamato come Barman responsabile del nuovo American BarIl Cotton” del Centro Commerciale Marilia ad Antignano (LI), un Locale che ha fatto storia per il grande livello professionale/qualitativo raggiunto.

Nel Maggio del 1986, insieme alla sua socia Susanna Fumi, apre in Località Triana, sulla via della “castagna”, nel Comune di Roccalbegna, in Provincia di Grosseto, sulle ceneri di una vecchia attività commerciale, che faceva praticamente tutto (bar - alimentari - mesticheria - chincaglieria - ecc.) una piccola Paninoteca Birreria
A causa della vicinanza con il Castello di Triana, molto antico, citato già in una pergamena dell’anno 822 e successivamente feudo della Famiglia degli Aldobrandeschi di Santa Fiora (GR), questo Locale verrà battezzato “L’Osteria del Vecchio Castello”, avrà una rapida e crescente affermazione, trasformandosi presto in uno dei Ristoranti Italiani più importanti.

Già nel 1990 è segnalato nelle principali Guide Gastronomiche
Negli anni 1991 e 1992 vince, al Concorso Enologico Nazionale, il “Premio Douja d’Or” come una delle migliori Carte dei Vini d’Italia
Il Concorso è organizzato ogni anno ad Asti dalla Camera di Commercio locale, cosi denominato perché “Douja” è il panciuto recipiente contadino usato in cantina per travasare e contenere il Vino.

Nel 1992 e nel 1994 la Guida dei Ristoranti dell’Espresso gli conferisce il “Premio Pommery” per il Grande Livello Qualitativo raggiunto, successivamente, nel 1999, lo promuove conferendogli i “Tre Cappelli” con 17/20.


La Guida Michelin, nel 1995, gli assegna la “Stella” oltre alle “Tre Forchette” rosse. 
La importante Rivista TedescaDer Feinschmecker” (Il Gourmet), nel 1997, lo qualifica come uno dei “Primi Ristoranti Toscani”.


Nel Marzo del 2000, un grosso cambiamento, “L’Osteria del Vecchio Castello” si trasferisce nel territorio del Comune di Montalcino (SI), in un piccolo, ma straordinario, ex Monastero del 1200, la Pieve di San Sigismondo in Località Poggio alla Mura, vicino al Castello di Poggio alla Mura conosciuto anche come Castello Banfi.

Non per questo vengono a mancare i successi, nel 2000 e nel 2001 la Guida Veronelli gli aggiudica il “Sole” e il punteggio di 100/100
Il 2004 è un trionfo, la Guida di Panorama gli assegna 9/10, quella di “Quattroruote” il punteggio massimo, il Touring Club Italiano una “Medaglia”, l’Accademia Italiana della Cucina “Quattro Tempietti” e il Gambero RossoDue Forchette”.


Ma non finisce qui, la stampa Nazionale ed Estera lo portano alle stelle, non mancano i numerosi servizi sui principali Canali Televisivi.


Alfredo Sibaldi Bevilotti ha ricevuto anche personalmente un’infinità di attestati e riconoscimenti, nel 1991 viene accolto nell’Accademia Gastronomica Italiana, nel 1992 è tra i Soci Fondatori, per l’Italia, dell’ AssociazioneJeunes Restaurateurs d’Europe”, nello stesso anno entra nell’Accademia della Cucina

Nel 1993 gli viene conferito il titolo di Maestro di Cerimonie dell’Accademia Maestri Sommelier; nel 1994 diventa Assaggiatore O. N. A.V. (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino).
Nel 1995 entra nella prestigiosa Unione Europea dei CuochiEuro - Toques International”, con a capo lo straordinario Paul Bocuse (classe 1926), Chef di fama mondiale, uno degli inventori della “Nouvelle Cuisine”, anima del suo magnifico Ristorante L’Auberge du Pont de Collonges, nel suo Paese natale a Collonges au Mont d’Or in Francia, “Tre Stelle” Michelin dal 1965.

Nel 1996Alfredo Sibaldi Bevilotti, diventa Sommelier A.I.S., poi nel Dicembre del 2000, a Parigi, gli viene riconosciuto il “Commandeur dans l’Ordre de l’Etoile de l’Europe” dalla Fondation Européenne Conseil de la Gastronomie.

Elencare tutti i traguardi raggiunti è impossibile, accontentatevi di quanto fin qui esposto, tenendo sempre presente di che straordinario livello stiamo parlando.

Dopo l’esperienza fatta e con riconoscimenti di tale importanza, Alfredo, per alcuni anni si è dedicato a una serie di qualificate consulenze in Italia e in molti altri Paesi del Mondo, sempre legate al mondo del Vino e della Ristorazione di altissima qualità.


Successivamente dopo tutto questo girovagare è nato, nel cuore di Alfredo, il desiderio di tornare alla sua Città natale, ecco dunque l’esperienza in una delle strade commerciali più importanti di LivornoVia Magenta dove, dal 2010, per un paio di anni ha aperto il suo RistoranteL’Angolino di Via Magenta”.

Accanto ad Alfredo, ad aiutarlo, la sua “dolce metà” e socia Silvana Dieli che, poi, nel Dicembre 2016 è felicemente convolata a nozze con Alfredo.


Silvana è di origini siciliane (Palermo), dal 1976 al 2007 ha lavorato nel Nord Italia, in particolare a MilanoSaronno (VA) e a Seveso (MI), poi nel 2008 ha deciso di trasferirsi in Toscana
Entra a lavorare alla Fattoria dei Barbi a Montalcino (Siena), vista la sua perizia, il titolare dott. Stefano Cinelli Colombini le affida l’incarico di creare il marchio e la loro nuova linea di prodotti gastronomici, successivamente di allestire e dirigere anche il nuovo negozio “La Bottega dei Barbi”.


Dopo il periodo a Livorno, Alfredo Sibaldi si è dedicato nuovamente a fare consulenze per il Mondo e durante i suoi viaggi ha conosciuto le bellezze e le opportunità che offre un bellissimo Paese come la Thailandia
Ecco che è nata l’idea, poi realizzata del nuovo LocaleLa Villa - Italian Restaurant" sull’Isola di Phuket.

Potete leggere, di seguito, alcuni particolari raccontati dal diretto interessato, tratti dall’intervista che ho fatto ad Alfredo Sibaldi Bevilotti:

- “Anno 1990, Triana comune di Roccalbegna, Grosseto
Dopo quattro anni dall'apertura, “L'Osteria del Vecchio Castello” cambia registro, piatti insoliti, vini folli. 
Mi danno del matto, dell'incosciente, mi dicono che nessuno verrà in un ristorante così strano, con prezzi così alti per mangiare cose che non si capiscono. 
Che nessuno comprerà mai una bottiglia di vino che costa quanto una botte dal contadino. 
Il mio Ristorante diventa un punto di riferimento dell'Alta Ristorazione in Italia, riceve la prima “Stella” dalla Guida Rossa Michelin e si colloca al 42 esimo posto nella rosa dei magnifici “50 Top Restaurant”.

- “Anno 2000, Montalcino, Siena
Apro nelle mura di un ex monastero il mio ristorante. 
Li stessi piatti insoliti e vini ancora più folli. 
"Ma come un ristorante a Montalcino che non fa' la Fiorentina, la carne alla brace, la zuppa di fagioli?" 
"Un ristorante a Montalcino che ha una carta dedicata ai vini esteri, con quasi venti pagine dedicate ai Vini Francesi ????" 
"Lei ha sbagliato tutto....non è un ristorante che può funzionare!
Anche in questo caso “L'Osteria del Vecchio Castello” nella Pieve di San Sigismondo smentisce le previsioni, a soli nove mesi dall'apertura, arriva, tra gli altri riconoscimenti, un'altra “Stella” dalla Guida Rossa Michelin”.

- “Anno 2010, Livorno, L'Angolino di Via Magenta
Punto sul contrasto, in una città di mare, propongo solo piatti di "terra", non solo, non offro scelta. Ogni settimana propongo una degustazione di sette portate, con o senza l'abbinamento dei vini. 
" Deh o che discorsi sono....un ristorante a Livorno che un'fa' il pesce, seondo me chiudete dopo un mese" "....e poi 'st'ambiente tutto lecchino, co' piatti strani.......mah secondo me 'un durate 'na settimana!.... e poi deh unsipole nemmeno sceglie". 
Dopo nove mesi dall'apertura eravamo già sulla Guida dell'Espresso, su varie testate di quotidiani e riviste e venivamo considerati il Ristorante più particolare di Livorno
Avevamo prenotazioni che andavano di settimana in settimana”.

- “Anno 2016, Nai Harn - Rawai, Phuket, Thailandia
Trovo casualmente una splendida villa coloniale, me ne innamoro, la immagino come possibile sede di un ristorante, il mio Ristorante
Un Ristorante dove mettere nel piatto assieme alle materie prime, le mie idee, il mio cuore. 
Un Ristorante dove si presenti la Cucina Italiana, quella che il Mondo ci invidia, quella che è qualcosa di diverso dalla consueta Carbonara, dalla solita Bolognese, dall'abusata Scaloppina al limone. 
Mi dicono che non può funzionare..... che a Phuket, lavorano i ristoranti senza fronzoli, che il servizio accurato non importa a nessuno, che la gente vuol mangiare duecento grammi di spaghetti e che se sono così-così va bene uguale, l'importante è che siano tanti........... 
Bene-bene, ma Noi abbiamo aperto lo stesso...................”.

Il Menu del nuovo “La Villa - Italian Restaurant" permette di scegliere alla Carta una serie di ottime portate, di Mare e di Terra, ben presentate, tra “I Principi di Pranzo”, “Le Paste e non Solo”, “Le Pietanze”, “Le Verdure”, “Le Dolcezze di Fine Pranzo”. 
La Cucina del Locale si fonda sulla migliore Tradizione Italiana, integrata con alcuni prodotti straordinari che offre la meravigliosa natura della Thailandia.

In Cucina la Brigata è diretta dal grande Alfredo Sibaldi Bevilotti supportato da un giovanissimo (classe 1997) e bravo Chef Italiano, Matteo Massucci.  

La Villa - Italian Restaurant", con il suo verdeggiante giardino tropicale, è estremamente accogliente in tutto, sia per l’ambiente che per la “mise en place”; in Sala l’ottimo servizio e garantito dalla Brigata diretta dalla brava e bella Silvana Dieli.

Heinrich Theodor Fontane (1819 - 1898) eminente scrittore e poeta Tedesco, sosteneva che : “Rendere felici è la più gran fortuna”. 
Sono sicuro, conoscendo uno straordinario personaggio come Alfredo Sibaldi Bevilotti e sua moglie Silvana Dieli, che, nel loro nuovo LocaleLa Villa - Italian Restaurant", a Nai Harn - Rawai, nell’Isola Thailandese di Phuket, renderanno felici moltissime persone.




"La Villa": Una Vista Esterna

La "Mise en Place"

Tradizione Italiana: "La Pasta Corta"

Tradizione Italiana: "La Pasta Lunga"

Alfredo Sibaldi Bevilotti e Silvana Dieli

domenica 12 febbraio 2017

PER GLI 80 ANNI DI GIANFRANCO SOLDERA UN OTTIMO PRANZO E…… “UNA MAGNIFICA BEVUTA” CON GLI AMICI PIU’ STRETTI.




Dal 1937 a oggi, 2017, sono passati precisamente otto decenni ed è scattata una ricorrenza del tutto particolare: gli 80 anni di un grande, straordinario personaggio produttore di un Vino eccezionale e non solo.

Su una verde collina, alta 567 metri sul livello del mare, ubicata alla fine della Val d’Orcia, in Provincia di Siena, sorge un Comune dalla origini antichissime e da una lunga storia, il suo nome è Montalcino.

Cinque milioni di anni fa il Mare Tirreno sommergeva tutte queste terre, oggi per quei miracoli che solo “Madre Natura” riesce a fare, questo Territorio è particolarmente adatto per la coltivazione dei Vigneti di Sangiovese.
Qui nasce uno dei migliori Vini della produzione Enologica Italiana e mondiale: il Brunello di Montalcino.

Il Brunello è un Vino Rosso importante, ricco di struttura, di gusto e di una straordinaria capacità d’invecchiamento, prodotto col 100% di un’Uva eccellente, il Sangiovese Grosso.
Tra le molte Aziende Vitivinicole di questo speciale Territorio una è particolarmente vicina al mio cuore, non solo per il Vino straordinario che produce ma anche per quel viticoltore fuori dal comune che ne è il proprietario: Gianfranco Soldera.

Gianfranco nasce a Treviso il 29 Gennaio 1937, i suoi genitori sono Eugenio Soldera e Rosaria Zanetti
Suo padre amava bere il vino buono, e la sua mamma era una cuoca bravissima. 
Il nonno Luigi, in Provincia di Treviso coltivava il Raboso (un Vitigno autoctono Veneto, molto rustico, che si trova soprattutto nel Territorio Trevisano), anche i bisnonni materni, che vivevano a San Biagio di Callalta (TV), producevano vino. 

Quando Gianfranco aveva solo tre mesi, i suoi genitori si trasferirono a Milano, erano Socialisti e per motivi politici erano stati costretti ad abbandonare la loro terra. 
A Milano, nel 1940, la Famiglia aumenta, nasce il fratello di Gianfranco, Guido.

Gianfranco Soldera cresce in quegli anni difficili di guerra, dove anche andare a scuola è pericoloso. Si sentono spesso le sirene che annunciano i terribili bombardamenti degli alleati, come quello del 20 Ottobre del 1944, effettuato, in pieno giorno, dalla Quindicesima Air Force Americana, che fece centinaia di vittime civili e che distrusse la scuola ElementareFrancesco Crispi”, del Quartiere Milanese di Gorla, dove rimasero uccisi 184 bambini con tutte le loro maestre.

Ma Gianfranco pensa a quegli anni con il rimpianto della gioventù e un delicato sorriso, ricordando, tra l’altro, che ha fatto la Prima Comunione proprio il 25 Aprile 1945, e che per andare e tornare dalla Chiesa è passato davanti alla Caserma Comando della Legione Autonoma MobileEttore Muti” in Via Rovello, rischiando molto in quella drammatica giornata.

Dopo la Guerra Gianfranco prosegue gli studi in Città, frequentando anche le superiori all’Istituto di Ragioneria
All’età di 15 anni, nel 1951, va a lavorare come apprendista in una litografia, poi segue il servizio militare, 1958/1960, non proprio vicino a casa, un mese a Trapani e 17 mesi a Palermo, alla compagnia Comando del Centro Addestramento Reclute

Tornato a Milano si impegna in una nuova professione, l’intermediario finanziario (broker assicurativo). 
Nel 1966 si mette in proprio, lavorando con Ditte molto importanti, nazionali ed estere, fino al 2002.
Nel frattempo, sempre a Milano, conosce e si innamora di una ragazza che lavora anche lei nel campo assicurativo, Graziella Roncaglioni, nel 1963 si sposano. 
Frutto della loro unione, i due figli,  Monica, nata nel 1964, e Mauro nel 1973.

La passione per il buon Vino, Gianfranco, l’ha nel sangue, i suoi ricordi vanno a quando era un bimbo e andava a trovare i nonni in campagna, per gioco, con gli altri ragazzi, si metteva a pestare con i piedini l’uva nei tini, i vecchi sostenevano che il peso dei bambini era perfetto per ottenere la migliore pigiatura.

Questa fiamma “vinicola” che lo  “brucia” lo porta a ricercare un podere adatto da comprare, fin dal 1960
La svolta nel 1972, quando un caro amico, Giulio Consonno, che venendo a caccia a Montalcino si era innamorato di questa terra (tanto da comprarvi l’Azienda Altesino), convinse Gianfranco Soldera a visitare queste zone. 
Fu amore a prima vista, anche se il particolare terreno che aveva di fronte, ubicato a Sud-Ovest di Montalcino, era un deserto abbandonato, l’uomo entusiasta vide le potenzialità e, proprio nel 1972, lo acquistò: è nata cosi l’Azienda Case Basse Soldera.

Anni di grande impegno, dedizione e investimenti, facendo la spola tra Milano e l’Azienda a Montalcino, Gianfranco è sempre presente per prendere ogni decisione, anche la più piccola, fino a giungere nel 1975 a fare il primo Vino: fantastico.

Nel 1997 Gianfranco si trasferisce definitivamente a “Case Basse” incredibilmente trasformata dalla sue volontà e lungimiranza, con l’apporto fondamentale e straordinario di sua moglie.
Nel 2002 anche la figlia Monica, con il marito Paolo e le loro 4 bimbe (Costanza, Arianna e le gemelline Matilde ed Emma), si trasferiscono in Azienda.

Oggi “Case Basse” si estende su 24 ettari di cui 7 di bosco.
Non è facile descrivere questo “Paradiso Terrestre”creato da mani sapienti, che ci riporta ad un tempo in cui la Natura regnava regina
Tutto qui ha un senso ed è concatenato per creare l’humus ideale (la parte più attiva, sotto l’aspetto chimico fisico, della sostanza organica del terreno).  
I coloratissimi giardini, due ettari, frutto dell’opera amorevole della signora Graziella, ricchi di tutto ciò che vola e cammina, il bosco che ha la funzione di depurare l’aria, il torrente, lo stagno pieno di vita che serve per annaffiare ed irrigare, il frutteto, le vigne, gli animali, tutto questo insieme crea un habitat perfetto.

Autorevoli Professori, d’importanti Università Italiane, hanno scelto l’Azienda Soldera per utilizzarla come una fucina di studi e di sperimentazioni.
Legato a ciò anche l’istituzione del “Premio Internazionale Brunello di Montalcino Case Basse Soldera” per giovani Ricercatori.

La nuova Cantina di Case Basse, edificate nel 2001, con il supporto dell’Architetto S. Lombardi, è eccezionale e fatta con amore e semplice naturalità, una cosa viva che respira, non vi si prova alcun disagio anche standovi ore, 23 metri di scavo, per ottenere 9 metri di palificata di piloni di acciaio su cui poggia il pavimento in porfido a 14 metri sotto terra. 
Le pareti sono fatte da un’enorme quantità di pietre tenute insieme esclusivamente da della rete metallica.

Le grandi botti di Rovere di Slavonia, con spessori che variano da 7 a 12 centimetri, piene di Vino delle diverse annate, maestose e immobili, fanno il loro proficuo lavoro di anni per produrre dalle 7.000 alle 15.000 bottiglie, a seconda delle annate.

Causa alcuni noti e spiacevoli eventi, accaduti alla fine del 2012, Soldera ha voluto modificare le etichette delle sue bottiglie. 
Pertanto l’etichettatura dell’annata 2006, avvenuta in due fasi, tra i primi dell’anno e la metà del mese di Aprile 2013, ha per la prima parte la vecchia scritta e nella seconda l’etichetta nuova, che si distingue per la dicitura Toscana I.G.T.” al posto di “Brunello di Montalcino”.

Camminare tra le Vigne Vecchie, più di 40 anni, con l’amico Gianfranco Soldera è una esperienza unica, dalle sue parole si impara a conoscere l’uomo intelligente e di carattere, l’agricoltore illuminato e appassionato, il marito premuroso e innamorato, il padre attento e autorevole, il nonno giocoso e amorevole. 
Oltre ad apprendere perle di saggezza che ti rimarranno per sempre impresse: “Le Viti devono soffrire, non vanno concimate, devono affondare le radici in profondità per trovare nutrimento”; “La natura non ha bisogno dell’opera dell’uomo che quando interviene fa solo danni”; “Un grande Vino è l’unico prodotto naturale commestibile che può durare più a lungo della vita di un uomo”; “Il Vino si fa in Vigna non in Cantina”; “Un Vino straordinario si distingue per armonia, eleganza, complessità e naturalità”.  

Il Vino di Gianfranco Soldera, è un “nettare” unico che si posiziona, insieme a pochissimi altri, all’apice della produzione mondiale, ed è prodotto a Montalcino, in quel “Paradiso Terrestre” che si chiama “Casa Basse”.

Per festeggiare gli 80 anni di Gianfranco Soldera, nei primissimi giorni di questo Febbraio 2017 si è svolto un pranzo, con una trentina di strettissimi amici e familiari, presso la TrattoriaIl Leccio” ubicata nella piazza centrale di quel piccolo ma bellissimo e antico “Borgo Medievale”, oggi Frazione di Montalcino, denominato Sant’Angelo in Colle (essendo adagiato su una panoramica collina).

La TrattoriaIl Leccio” è molto accogliente e caratteristica, con le sue pareti di pietra a vista e la ripida scaletta, sempre in pietra, che dalla saletta porta direttamente nella suggestiva Cantinetta scavata nella roccia. 
Dal 2004 la Trattoria è di proprietà della Famiglia Tognazzi, in Cucina il bravo Gianfranco e in Sala la bella e premurosa figlia Francesca
Qui si degusta una buona cucina tradizionale del Territorio fatta con prodotti di grande qualità.

Il festeggiato, il carissimo amico Gianfranco Soldera, ha portato, per accompagnare i piatti del Locale, il suo prezioso e magnifico vino. Per la precisione l’annata 2006…….. semplicemente fantastica.

Non è mancata la torta con le candeline e una valanga di regali che con pazienza Gianfranco Soldera ha aperto uno a uno.

Alla fine del pranzo sono stati raccolti dei fondi da devolvere all’AziendaL’Albero del Pane - Arte Bianca snc di Seccacini  Paolo, Albani Lina e C.” di Visso (MC), colpita dal terremoto del 30 Ottobre 2016
Il Panificio è stato dichiarato parzialmente inagibile ma i titolari continuano a produrre, stoicamente, il famoso pane di Visso, per i pochi abitanti rimasti e per tutti i soccorritori che sono arrivati da tutta Italia.

Un nuovo fortissimo abbraccio e tantissimi auguroni super affettuosi, per i suoi primi 80 anni, al grande Gianfranco Sodera.



Gianfranco Soldera Festeggiato da Parenti e Amici

Trattoria "Il Leccio" - L'Ingresso

Trattoria "Il Leccio" - La Scaletta per la Cantina

Alcune della Bottiglie Stappate

Si Aprono i Regali

Gianfranco Soldera e Giorgio Dracopulos