Il termine
“distillazione” etimologicamente significa “separazione goccia a goccia”.
La
“distillazione” è un procedimento antichissimo (si narra fosse già noto
addirittura agli Egiziani) che viene utilizzato per separare “sistemi omogenei
di composizione” (sostanze pure), da una miscela eterogenea, sfruttando la
differenza dei punti di ebollizione specifici delle sostanze stesse.
Anche se
esistono tracce più antiche, la “distillazione” (come la conosciamo oggi), per
la produzione di bevande alcoliche, è stata introdotta nell’Europa Medievale
nel XII Secolo a seguito della traduzione, dall’Arabo, di alcuni trattati
chimici.
Arabi e Persiani usavano già tali tecniche, a partire dal VIII Secolo
d.C., per produrre alcool puro.
Un’antichissima
ricetta del 1200 così recita: “Mescolando vino fortissimo e puro, con tre parti
di sale e riscaldando, in recipienti adatti allo scopo, si ottiene un’acqua
infiammabile”.
In Italia il
primo testo conosciuto, che ha trattato scientificamente e tecnologicamente la
produzione del distillato di vino, è il “De Conficienda Aqua Vitae”, scritto
dal medico, umanista, scienziato e scrittore fecondissimo Giovanni Michele
Savonarola (Padova, 1385 - Ferrara, 1468).
Una curiosità: era il prozio del
Frate Domenicano Girolamo Savonarola impiccato e bruciato sul rogo, il 23
Maggio 1498, come “eretico scismatico e per aver predicato cose nuove”.
Erano Secoli
in cui l’ “acqua vitae” (acqua di vita) era utilizzata principalmente per uso
medico. Successivamente, nelle campagne, iniziò a essere usata, dai braccianti,
anche per riscaldarsi nella stagione fredda.
Il termine
“grappa” deriva dal fatto che, nei territori Lombardi e limitrofi, si chiama
“grapa” il raspo dell’uva.
La
produzione di “grappa” (acquavite estratta dalla buccia dell’uva comprensiva
dei vinaccioli, ovvero i semi, la
“vinaccia”, prodotta e vinificata esclusivamente in Italia) veniva
inizialmente effettuata tramite alambicchi a bagnomaria o a fuoco diretto, con un
metodo artigianale discontinuo (in batch), che prevede il carico della miscela,
da trattare nell’apparecchiatura, prima di iniziare il processo di
distillazione.
Ma è alla
fine del 1700 che in Italia si sviluppò la “distillazione moderna” con
l’introduzione della “distillazione a vapore”.
La
classificazione della Grappa avviene anche attraverso il tipo di lavorazione e
di affinamento.
Il processo
di “distillazione” si attua attraverso un antico apparecchio denominato
“alambicco”.
Etimologicamente
deriva dall'Arabo “al-’ambiq” (distillare), e dal Greco “αμβιξ” (ambix, tazza),
attraverso il Latino Medievale “alembicus” dal Francese
antico “alambic”.
L’Alambicco
è composto da una caldaia collegata, attraverso un tubo, a una serpentina di
raffreddamento, alla fine della quale esce il distillato desiderato.
La storia
che vi voglio raccontare inizia con Orazio Nonino.
Orazio era
un bracciante agricolo Friulano che, come unica ricchezza, possedeva un
alambicco montato su ruote.
Le vinacce allora erano considerate un prodotto di
scarto, senza valore.
Orazio, finito il lavoro nei campi, si recava, con il suo
alambicco, presso le abitazioni dei contadini e si metteva a produrre per loro
la grappa.
Nel 1879,
Orazio Nonino, visto l’aumento delle richieste della sua grappa, decise di
cessare questo suo lavoro itinerante e aprì una piccola sede fissa alla sua
attività di produttore artigianale di grappa. La Località scelta fu una Frazione
nel Comune di Pavia di Udine: Rochi di Percoto.
Anche i
figli di Orazio seguirono le orme del padre nell’attività, e, nel 1928, Antonio
Nonino, dopo essersi sposato con Silvia, decise di ampliare l’Azienda, che
intanto aveva affiancato alla distillazione una piccola rivendita/osteria.
Nel 1933,
tra le molte, nuove e valide regole stabilite, in campo agroalimentare, dal
Governo Mussolini (tutt’oggi in vigore) fu istituito d’imbottigliare la grappa
con regolare etichetta e sigillo di Stato.
Fino a quel momento la grappa veniva
venduta sfusa.
Proprio in questa fase nacque anche la “Prima Etichetta Nonino”
raffigurante il “Fogolâr Furlan” (Focolare Friulano).
L’immagine è ancora in
uso sull’Etichetta della “Grappa Tradizione”.
Oggi il
Marchio dell’Azienda riporta l’antico simbolo degli alcoli nel Medioevo.
Negli agli
Anni Sessanta la Grappa era ancora un prodotto non ancora sbocciato, purtroppo non
veniva considerata per il suo grande valore intrinseco.
Ma qualcosa
stava per rivoluzionare il mondo della Grappa.
La grande
passione e la ferrea volontà di Benito Nonino e di sua moglie Giannola Bulfoni,
una bella e intraprendente signora, portarono, alla fine del 1973, i Nonino ha
“inventare” e registrare una idea tanto semplice quanto mai venuta in mente a
nessuno:
Distillare la Grappa non da un miscuglio indifferenziato di Vinacce,
ma da ogni singolo Vitigno (Monovitigno Nonino).
Nacque così
la tecnica e la filosofia che elevò la Grappa a distillato di pregio e che a
tutt’oggi fa della “Nonino” un Marchio famoso nel Mondo.
La prima Uva
selezionata fu quella proveniente da un Vitigno Autoctono, a bacca bianca,
conosciuto in tutto il Mondo per le sue eccezionali prerogative: il Picolit.
Nel 1975, a
conferma della passione della volontà di questa Famiglia nella difesa degli
immortali e più sinceri valori delle biodiversità del Territorio, venne
istituito il “Premio Nonino Risit d’Aur” (barbatella d’oro) con lo scopo di
stimolare e diffondere la conoscenza degli antichi vitigni autoctoni
Friulani.
Nel 1977
questo Premio venne affiancato dal “Premio Nonino di Letteratura” e, nel 1984,
infine, si è completato con la Sezione Internazionale.
Nel Novembre
del 1984 c’è stato un altro innovativo salto di qualità, la Distilleria Nonino ha
creato l’Acquavite d’Uva (ÙE Picolit), distillando l’uva intera.
Nel 1989 la
Famiglia Nonino, Benito, la moglie Giannola e le tre splendide figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta, per
garantire all’Azienda una produzione di altissima qualità, hanno impiantato,
nel non lontano territorio del piccolo Comune di Buttrio, sempre in Provincia
di Udine, 40 ettari di vigneti sperimentali, con Vitigni di Picolit, Ribolla
Gialla, Fragolino, Schioppettino, Merlot e Moscato.
Il 2 Giugno 1998,
l’allora Presidente della Repubblica Italiana, Oscar Luigi Scalfaro, ha concesso
a Giannola Bulfoni Nonino la più alta onorificenza nominandola “Cavaliere del
Lavoro”.
Un meritatissimo riconoscimento per il grande impegno che ha
trasformato un prodotto come la Grappa di qualità “da Cenerentola a Regina del
Mercato”.
Nell’Aprile
del 2000 le tre straordinarie sorelle, Cristina, Antonella ed Elisabetta, dopo
anni di accurati studi, hanno creato “Gioiello”, l’acquavite ottenuta dalla distillazione del solo miele in tutte le se
varietà di gusti.
Una produzione preziosa e limitata strettamente condizionata
dalla qualità del miele che deve assolutamente provenire da ambienti
ecologicamente puri.
Negli ultimi
decenni sono arrivati alla “Nonino” una mare di super importanti riconoscimenti
e premi da tutto il Mondo.
Oggi le
“Distillerie Nonino” sono composte da 5 Distillerie Artigianali che convivono
sotto lo stesso tetto, con 12 alambicchi ciascuna, in rame (rivestiti di
legno), una per ogni membro della Famiglia (babbo, mamma e tre figlie).
Poi, in
segno della continuità Familiare nell’arte artigianale della distillazione, ci
sono altri otto alambicchi, uno per ogni nipote (sette femmine e un maschio).
Tutta la
lavorazione avviene nel rispetto della Tradizione e dei ritmi
dell’Artigianalità. Assolutamente non viene utilizzato nessun tipo di
colorante, qualità e genuinità sono la loro priorità.
Le “Grappe
Nonino Invecchiate” e le “Riserve” stagionano, naturalmente e per un minimo di
12 mesi, nei 5 fascinosi Magazzini, in 2015 piccole botti e barriques di legni
diversi e pregiati, sotto sigillo e sorveglianza permanente dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
La Famiglia
Nonino si occupa in prima persona dell’acquisto di tutte le materie prime, esclusivamente
fresche, selezionando solo le migliori.
Ho avuto il
grande piacere di passare del tempo ad ascoltare, con grande ammirazione, una
fantastica, bellissima e preparatissima Francesca Bardelli Nonino, la Figlia più piccola di Cristina, che mi ha
illustrato e fatto assaggiare, per la felicità del mio palato e del mio
spirito, alcune delle infinite possibilità di abbinamento dei loro prodotti nel
fantasmagorico mondo dei cocktail e degli aperitivi.
Oggi
l’Azienda “Nonino” produce più di
900.000 bottiglie, suddivise nella varie linee: “Grappe”, “ÙE”, “Frut”,
“Amaro e Liquori” e la già citata “Gioiello”.
Proprio in
questo Anno 2017, i Nonino festeggiano, una tappa estremamente importante, i
120 anni di attività della loro Azienda con tantissime iniziative.
“Nonino”
Distillatori in Friuli, dal 1897 si dedicano, con grande passione e
straordinari risultati, alla magica arte della distillazione, dal loro
eccezionale lavoro nasce la migliore Grappa del Mondo.
Parafrasando
una famosa frase di Napoleone Bonaparte, potrei concludere dicendo:
“Niente
rende il futuro così roseo come il contemplarlo attraverso un bicchierino di
ottima Grappa”.
Per la Gioia del Palato
Delizie
Riserve
Amaro
Francesca Bardelli Nonino e Giorgio Dracopulos
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