La Storia
conosciuta di Vada in Provincia di Livorno, oggi accogliente meta
turistico/balneare, parte in Epoca Tardo Etrusco-Romana come Porto della Citta
di Volterra (oggi in Provincia di Pisa), situata nell’interno su un panoramico
colle.
Infatti il nome “Vada” deriva dal termine Latino “vadum = approdo”.
Qui, in
secoli lontani, la particolare conformazione del Terreno, piuttosto basso
rispetto al livello del Mare, favorì la creazione di canalizzazioni che
portavano l’acqua di Mare verso l’interno, dove poi la forza del sole
provvedeva al prosciugamento: erano nate le “saline di Vada”.
Ancora intorno al
754 d.C., sotto la dominazione Longobarda, documenti attestano la produzione di
sale in zona.
Circa a cavallo
dell’Anno Mille risulta che Vada avesse un piccolo Castello, una Chiesa
dedicata a S.S. Giovanni e Paolo e la Badia Benedettina di S. Felice che in
epoche successive passò alla Monache Domenicane.
Dal 1079 in poi Vada subì
ripetuti attacchi da parte della Flotta Genovese, ma riuscì a resistere fino al
1126 quando fu conquistata.
Quarant’anni dopo Vada passò sotto il dominio di
Pisa che fortificò le opere difensive; sono infatti di questo periodo le
fondamenta e la parte più antica della Torre Medicea di avvistamento che ancora
si erge maestosa nel centro di Vada.
All’epoca le
Terre “paludose” del Vadese erano infestate dalla malaria e pertanto poco popolate,
si arrivò a un punto che per incentivare il ripopolamento veniva esonerato chi
ci veniva ad abitare dal pagamento delle tasse.
Successivamente
ai Pisani, Vada passò sotto il dominio dei Fiorentini, a parte un breve periodo
(1432-1433) di occupazione effettuata dalle truppe del Duca di Milano.
Nel 1452 Vada fu praticamente distrutta dalle
truppe sbarcate dalla Flotta del Re di Napoli.
Poi tornarono anche i Genovesi,
fino al 1495 quando vennero scacciati dai Fiorentini.
Bisogna
arrivare alla dominazione dei Lorena (1737-1801 e poi dal 1814 al 1860) perché
Vada nasca a nuova vita con il suo inserimento nel complesso delle opere per la
Bonifica della Maremma. Sorsero le pinete e la linea ferroviaria per
Collesalvetti, la Stazione, la fonderia e piccole industrie per la lavorazione
dei prodotti della campagna insieme ad altre attività soprattutto lungo la Via
Aurelia verso Cecina.
Attraverso
l’unificazione dell’Italia e i decenni successivi Vada è giunta fino ai nostri
giorni.
I Fiorentini
ci sono sempre ma ora vengono a Vada per passere principalmente la vacanze
estive, l’accoglienza e il bel Mare prospiciente fa dimenticare loro le calure
della loro terra natia.
Tra le
caratteristiche più particolari e positive del Luogo c’è la grande Tradizione Gastronomica
di qualità sia di Mare che di Terra.
Per esempio
di fronte a Vada, in Mare, c’è il Faro delle Secche di Vada, le “Secche” sono
famose per essere state, attraverso i Secoli, la causa di arenamento e
affondamento di moltissime navi, ma in
compenso sono un vero e proprio paradiso per la pesca: i più famosi Ristoranti
Toscani, e non solo, fanno a gara per riuscire ad avere i Lupicanti (Astici) e
le Aragoste qui pescate.
Proprio
nella Piazza Centrale di Vada, nei giorni di Venerdì 27, Sabato 28 e Domenica
29 Luglio 2018 si è svolta la Prima Edizione del “Vada Pizza Festival”.
L’Evento organizzato dalla Pro Loco ha avuto il patrocinio
della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, della Camera di Commercio
Industria Artigianato e Agricoltura della Maremma e del Tirreno, di Vetrina Toscana e della Confesercenti.
L’Evento è
stato l’ultima tappa della nota rassegna enogastronomica “Mangia in Giro 2018”
promossa dal Comune di Rosignano Marittimo.
La “Pizza”
oggi è un successo planetario che nasce però, lontano nel tempo, da una
preparazione in origine “molto povera”.
L’impasto
con cui si produce il pane o altre forme di lievitati è uno dei cibi più
antichi dell’umanità. Attraverso i millenni al pane, e agli altri derivati,
sono stati aggiunti diversi ingredienti per conferirgli diversi e particolari
sapori.
Alcuni Archeologi Italiani e Francesi hanno trovato in Sardegna tracce
di un tipo di pane risalente a circa 3000 anni fa.
Da tale ritrovamento si
evince che le popolazioni locali avevano già la conoscenza dell’uso del
“lievito”.
Ovviamente anche in tutte le altri parti del Mondo, dove si sono
sviluppate Civiltà Antiche, sono stati ritrovati resti che indicano le loro
capacità di specifiche preparazioni.
Ma la
“Pizza” come la conosciamo noi, è assolutamente una invenzione Italiana, anzi,
più specificatamente, è frutto di quella straordinaria e particolare capacità
inventiva che può nascere solo nella magnifica Città di Napoli.
Circa nella
prima metà del 1700 il “Re degli ortaggi”, il Pomodoro (Solanum Lycopersicum),
importato dalle Americhe in Europa nel 1540, dal navigatore e condottiero
Spagnolo Hernan Cortés Monroy Pizarro Altamirano (1485-1547), che fino a poco
tempo prima era considerato velenoso e pertanto usato solo come pianta
ornamentale, venne usato per arricchire la “Pizza” fino allora bianca.
Certa invece
è la data di nascita, a Napoli, di quella che è considerata la prima e più
antica Pizzeria del Mondo.
Infatti nel 1738 aprì i battenti, nel centro della
Città, un Forno denominato “Port’Alba”.
Il Forno produceva pizze e altro, in
forni (rivestiti con pietra lavica del Vesuvio) a legna, solo per la vendita
ambulante, anche con un particolarissimo metodo a credito denominato “Pizza a
Otto” che permetteva agli acquirenti, i più poveri, di ritardare il pagamento
fino a otto giorni dal consumo.
Solo nel
1830, dopo decenni in cui la sua produzione aveva raggiunto la fama non solo a
Napoli, “Port’Alba” si trasformò in una vera e propria
Pizzeria con i tavoli e il servizio diretto al pubblico.
Nei decenni
successivi la “Pizza” si è diffusa in Italia e nel Mondo diventando una forma
di cibo comunitario simbolo della condivisione con un linguaggio potente,
universale e senza età.
Ma non tutte
le “Pizze” sono uguali e non tutte sono prodotte nel modo giusto con prodotti
di qualità. A conferma del “vero metodo di produzione” di questo straordinario
manufatto alimentare, il 7 Dicembre 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite
per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha riconosciuto “l’Arte del
Pizzaiolo Napoletano” come “Bene Immateriale dell’Unesco e Patrimonio Culturale
dell’Umanità”.
Ma torniamo
alla Prima Edizione del “Vada Pizza Festival 2018”.
La Centrale
e accogliente Piazza Garibaldi è stata specificatamente ben attrezzata per
l’Evento.
Oltre ai molti stand con specialità alimentari e non, c’erano tre
grandi Forni “Neapolis” da Pizza prodotti e forniti dalla
Ditta Moretti Forni.
L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani era presente, in forze, con il suo
Vicepresidente Gianluca Pirro e tre squadre, ognuna composta da tre Pizzaioli,
per la gestione dei Forni sopracitati.
Un
particolare ringraziamento all’amico Giornalista Vincenzo Pagano, Direttore ed
Editore di “Scatti di Gusto”, uno dei principali “Web Magazine”
Italiani sul cibo e molto altro, che ha perorato e organizzato la presenza dei Maestri
Pizzaioli Napoletani, con le attrezzatura, e la partecipazione di Aziende
prestigiose (fornitrici delle materie prime) come la “Latteria Sorrentina” e “Mulino Caputo”.
Nella tre
giorni dedicata alla “Pizza” molti sono stati gli incontri didattici e gli
“Show Cooking”.
Il
Sottoscritto, Giorgio Dracopulos, in qualità di Critico Enogastronomico ha
avuto l’onore e il grande piacere di presentare gli Eventi Gastronomici del
Festival.
Giurie
composte da giovanissimi, da illustri Personaggi e Giornalisti specializzati
del Settore hanno valutato la bontà delle “Pizze” preparate appositamente dai professionali
Pizzaioli Napoletani, dai bravissimi e famosi Pizzaioli del Territorio come Antonio
Polzella (Ristorante/Pizzeria La Ventola) e Giovanbattista Norfini (Pizzosteria La Cambusa).
Infine, la Domenica, il Maestro Giovanni Santarpia ha chiuso l’Evento preparando la sua idea di “Pizza per
l’Estate di Vada 2018” (Crema di piselli, gamberoni marinati all’arancia, lardo,
pecorino romano e scorza di limone).
Alle Giurie
Giovani hanno partecipato ragazze e ragazzi del “Vada Calcio”, della
“Ginnastica Artistica” e della “Ginnastica Ritmica” di Rosignano Solvay e del
“Circolo Velico Pietrabianca”.
Sono intervenuti come Giurati/Ospiti il Cuoco
Scrittore Paolo Ciolli, il Naturista Dott. Federico Calzolari i Giornalisti Divina Vitale, Elisa Poli, Marco Gemelli, Vincenzo Pagano e Luca Managlia che ha fatto anche moltissime belle
foto della Manifestazione.
L’Agenzia
specializzata “Superior ADV”, di Marco Provinciali e Andrea
Leonardi, di Livorno, è stata di supporto per l’organizzazione e la
comunicazione del “Vada Pizza Festival
2018”.
Un folto pubblico
ha “invaso” Piazza Garibaldi nei tre giorni dell’Evento e sono state sfornate
per loro più di tremila Pizze.
Ovviamente le Pizze sono state accompagnate da
molta birra tra cui i vari tipi di buona Birra Artigianale Gilac distribuiti dalla Pizzeria Il Cavaluccio Marino, di Fabio Malenotti e suo Figlio Davide, in qualità di
partner del Festival.
La Domenica,
in tarda serata, sul grande palco, c’è stata la Premiazione e i Ringraziamenti.
Roberto
Creatini, Presidente della Pro Loco di Vada, ha ringraziato oltre a tutti gli
Ospiti, gli Sponsor, tutti i partecipanti e anche i molti volontari Vadesi che
si sono prestati per l’organizzazione del Festival.
Per il Comune di Rosignano Marittimo, l’Assessore al Turismo Licia
Montagnani, anche a nome del Sindaco Alessandro Franchi, oltre ai
ringraziamenti ha espresso anche tutta la sua soddisfazione per il grande
successo di questa Prima Edizione del “Vada Pizza Festival 2018”.
Il Programma
Le Postazioni dei Forni
Dracopulos Accanto a un "Neapolis" (Foto Managlia)
I "Pizzaiuoli"
La Pizza è Pronta (Foto di Luca Managlia)
V. Pagano, G. Pirro, G. Dracopulos (Foto Managlia)
G. Dracopulos con Alcuni Pizzaioli Napoletani
G. Norfini, F. Calzolari, A. Polzella, G. Dracopulos
Giovanni Santarpia e la sua Pizza per l'Estate 2018
Vitale, Pagano, Gemelli con Pizzaiolo (Foto Managlia)
La Giuria dei Giornalisti (Foto di Luca Managlia)
Pizze per Tutti (Foto di Luca Managlia)
Premiazione e Ringraziamenti
La Vera Pizza Napoletana (Foto Luca Managlia)
G. Dracopulos e Licia Montagnani (Foto Luca Managlia)
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