Il “cacao” è
una pianta che non ha ancora messo d’accordo gli studiosi sulla sua sicura
appartenenza, la “vexata quaestio” è sulla classificazione della Famiglia:
Sterculiaceae o Malvaceae. Certo è il nome scientifico “Theobroma Cacao” (“Theobroma”
in Greco antico significava “Cibo degli Dei”) datole da colui che è considerato
il padre della moderna classificazione degli organismi viventi il Medico,
Botanico, Naturalista e Accademico Svedese Carl Nilsson Linnaeus (1707 - 1778).
La “pianta
del cacao”, originaria dell’America Meridionale, è un alberello sempre verde
che può raggiungere anche una decina di metri di altezza. Foglie e fiori,
frutti a forma di cedro allungato con dimensioni molto varie e all’interno i
preziosi semi, da 25 a 40, ovali e piatti di colore bruno violaceo disposti in
5 file. Le coltivazioni di “cacao” richiedono molto impegno e pazienza visto che
iniziano a produrre solo dopo il quinto anno di vita. Le piante fruttificano
praticamente tutto l’anno ma in due specifici periodi raggiungono la massima
produzione. La vita fruttifera dura circa tre decenni. Il “cacao” viene
coltivato principalmente in tre grandi zone geografiche: America del Sud, Asia
e Africa. Ogni pianta rende circa 2 kg. di semi secchi, una resa del 50%
rispetto al raccolto, che si ottengono tramite una leggera fermentazione, un
accurato essiccamento solare, la tostatura e la macinazione.
I
ritrovamenti archeologici ci dicono che i primi a dare grande considerazione al
“cacao” furono i Maya che fin dagli albori della loro Storia conoscevano queste
preziose piante. Dalla lavorazione della parte grassa dei suoi semi ricavavano
(tanto per ribadire) il “Kakaw Uhana = Cibo degli Dei” un preparato che è all’origine del nostro Cioccolato. La
Civiltà Maya si sviluppò per un lunghissimo periodo, nella zona geografica che
si potrebbe oggi definire Centro America, dal 1000 a.C. alla scoperta del
Continente Americano nel 1492, per poi iniziare a decadere fino alla definitiva
scomparsa nel 1697. Probabilmente fu l’esploratore e navigatore Genovese
Cristoforo Colombo (1451 - 1506) durante il suo quarto viaggio a scoprire la
pianta del “cacao” nel 1502. Ma fu il nobile Spagnolo Hernán Cortéz Monroy
Pizarro Altamirano (1485 - 1547), militare e condottiero, che nel 1528 portò in
Spagna i primi semi di Cacao e il preparato dei Maya.
Alla fine
del 1500 e i primi del 1600 il Cacao iniziò a uscire dalla Spagna e a
diffondersi in Europa. Successivamente l’aggiunta dello zucchero al Cacao, per
combattere il naturale sapore amaro, fece nascere quella che si può definire
“cioccolata”. Nel 1778, l’inventore di origine Francese Doret, dopo aver
costruito a Torino una macchina automatica idraulica per la produzione della
cioccolata, poi ceduta alla ditta “Caffarel”, produsse il primo cioccolato
“moderno” in barrette e i primi “cioccolatini”. Molta strada è stata fatta
attraverso i secoli e oggi la magnifica “Arte del Cioccolato” ha raggiunto
livelli eccelsi e straordinari.
Desidero
raccontarvi la Storia di un Italiano di nome Domenico Ghirardelli che nel 1852
(esattamente 100 anni prima che io nascessi) ha fondato negli Stati Uniti
d’America, nel Nord della California nella mitica Città di San Francisco, una
delle Aziende nel Settore del Cioccolato tra le più famose e antiche della
Nazione Americana: la “Ghirardelli & Sons Chocolate Company”.
Domenico
Ghirardelli era nato in Liguria a Rapallo, in Provincia di Genova, il 21
febbraio del 1817, Figlio di Giuseppe Ghirardelli, un noto Mercante di spezie
di Genova e di Maddalena Ferretto. Finite le Scuole dell’Obbligo da
giovanissimo entrò a lavorare presso la oggi storica “Cioccolateria Artigianale
Romanengo” di Genova che nel 1814 aveva inaugurato il suo primo Negozio in
Via Soziglia 74 R (tuttora aperto). Ma Domenico era un ragazzo coraggioso con
nel cuore uno spirito avventuroso e a soli 20 anni, nel 1837 appena sposatosi
con Elisabetta Corsini, intraprese con la Moglie il lungo e pericoloso viaggio
per nave verso il Sud America e precisamente in Uruguay, allo scopo di andare a
lavorare in un’Azienda che produceva Cioccolato e Caffè. Un viaggio molto
pericoloso tantoché a causa di un incidente rimase subito vedovo.
Nel 1838
Ghirardelli volle nuovamente trasferirsi, arrivò nella Città Coloniale di Lima,
adagiata sulla Costa dell’Oceano Pacifico e Capitale del Perù, dove aprì una
Pasticceria. Pochi anni dopo sposò in seconde nozze la Peruviana Carmen
Alvarado Martín (1830 - 1887) dalla quale ebbe sette Figli. Iniziò anche a
usare come suo nome di Battesimo quello Spagnolo di “Domingo”. Nel 1849
Domenico Ghirardelli si trasferì negli Stati Uniti, più precisamente in
California. Anche questo suo trasferimento aveva delle motivazioni avventurose
che vi voglio raccontare.
Un vicino di
Casa di Domenico a Lima era l’Americano James Lick; con Lui era nata
un’amicizia e una collaborazione in affari. James era nato il 25 Agosto 1796 a
Stumpstown (oggi Fredericksburg) nello Stato della Pennsylvania, era un noto
falegname specializzato nel realizzare pianoforti ma era anche diventato nel
tempo un importante uomo d’affari che nel 1821 si era trasferito in Argentina e
poi a Lima in Perù.
Nel 1848 a
Coloma, in California nella Contea di El Dorado, a “Sutter's Mill” (una
segheria ad acqua) fu trovato il “prezioso metallo giallo” e si scatenò subito
un’incredibile e furiosa corsa all’oro di oltre 300.000 persone provenienti da
molte parti del Mondo. L'improvvisa ricchezza rinvigorì l'economia Americana
e l'improvviso aumento della popolazione permise alla California di
passare rapidamente alla condizione di Stato dell’Unione nel 1850. In parallelo
però la corsa all’oro portò gravissime conseguenze per gli Indiani della
California che ne accelerò il declino a causa delle malattie, della fame e del
genocidio.
James Lick
vide nella “corsa all’oro” nuove e incredibili prospettive di guadagno e nel
1848 si trasferì in California portando con se una vera fortuna: 30.000 $ in
oro (oggi un valore di quasi 3 milioni di dollari) e 600 libbre (275 Kg,) di
cioccolato acquistato grazie all’Amico Domenico Ghirardelli. Il cioccolato fu
venduto così velocemente che James Lick convinse Ghirardelli, nel 1849, a
trasferirsi armi e bagagli in California. Solo a titolo di curiosità aggiungo
che quando morì l’1 Ottobre del 1876 James Lick era l’uomo più ricco della
California.
Appena
arrivato in California anche Domenico Ghirardelli fu preso dalla frenesia
dell’oro e per alcuni mesi con alterne fortune fece il cercatore, ma la sua
anima di commerciante di cioccolato ebbe presto il sopravvento e aprì uno dei
primi negozi del territorio, sempre in California, a Stockton (allora
Capoluogo della Contea di San Joaquin) vendendo dolci e altri prodotti ai
cercatori d’oro. Diversi mesi dopo, Ghirardelli aprì un secondo Negozio
all'angolo tra Broadway e Battery a San Francisco, che divenne, nel 1850, il
suo primo Locale in quella Città.
Il 3
Maggio del 1851 un incendio distrusse l'attività di Ghirardelli a San
Francisco e, pochi giorni dopo, anche il suo Negozio di Stockton andò a
fuoco. Tuttavia, nel Settembre dello stesso anno, Ghirardelli utilizzò i
soldi rimasti per aprire la “Cairo Coffee House” sempre a San Francisco ma
l’attività si rivelò infruttuosa, Lui non si arrese e aprì un nuovo Negozio,
chiamato “Ghiardelli & Girard” all'angolo tra Washington e Kearny Street,
qui le cose iniziarono ad andare bene tantoché Ghirardelli, guadagnando
abbastanza soldi, riuscì a chiamare la sua Famiglia, che viveva ancora in Perù,
e allo stesso tempo iniziò a importare il cacao in grandi quantità.
Nel 1852 Domenico
Ghirardelli fondò la “Ghirardelli & Sons Chocolate Company” e
successivamente prese la Cittadinanza Statunitense. L'anno successivo, nel
1853, l'attività si trasferì all'angolo tra Jackson e Mason Street. Nel
1855 servì un impianto di produzione più grande, quindi la Fabbrica fu spostata
all'angolo tra Greenwich e Powell Street, mentre l'Ufficio rimase nella
posizione precedente.
Intorno
al 1865, un operaio della Ghirardelli mise a punto una tecnica con la
quale, appendendo un sacchetto di semi di cacao in una stanza calda, era
possibile privare i semi del burro di cacao per sgocciolamento, il residuo
polverizzato poteva essere impiegato nella produzione di cioccolato. Tale
Tecnica, nota come “Processo Broma” diventò in seguito il metodo più
comune per la produzione di cioccolato.
Durante
questo periodo l'Azienda vendeva anche liquori, un mercato che però abbandonò nel
1871. Nel 1866, l'Azienda importava 450 kg. di semi di cacao all'anno, non
vendeva solo cioccolato ma anche caffè e spezie sia negli Stati Uniti che
all’Estero (Cina, Giappone e Messico), nel 1885 arrivò a importare 450.000
libbre (200.000 kg.) di semi di cacao. La “Ghirardelli Chocolate” negli
anni divenne sempre più importante anche
su scala industriale e Ghirardelli divenne il “cioccolatiere di maggior
successo della Città”, il suo nome diventò celebre in tutti gli Stati Uniti
d'America.
Ritiratosi
in pensione nel 1892, Domingo Ghirardelli lasciò le redini dell’Azienda nelle
mani dei Figli e decise di tornare in Italia presso i propri luoghi
d’infanzia; rientrato a Rapallo nel 1892, vi morì due anni dopo il 17
Gennaio del 1894 all'età di 77 anni. Riportato negli Stati Uniti
d'America, il suo corpo fu sepolto presso il grande Cimitero immerso nella
natura di “Mountain View” a Oakland. Per le strane e talvolta
incredibili coincidenze della Storia, la Città di Oakland, Capoluogo amministrativo
della Contea di Alameda ubicata sulla Costa Est della Baia di San
Francisco e collegata dal 1936 a San Francisco dal lungo (160 m.) Ponte in
acciaio e cemento denominato “Bay Bridge”, è sta fondata proprio nel 1852 lo
stesso anno in cui Domingo Ghirardelli fondava la sua “Ghirardelli & Sons
Chocolate Company”.
Per andare
avanti devo fare un piccolo passo indietro: nel 1893 la “Ghirardelli &
Sons Chocolate Company” aveva comprato un intero isolato nell’Area Marina della
Baia di San Francisco per farne la Sede della Azienda. Una Complesso
che aveva superato bene anche il terribile terremoto che la mattina del 18
Aprile 1906 aveva colpito la Città di San Francisco lasciando senza Casa oltre
300.000 persone. Quando nel 1962 i Figli di Ghirardelli vendettero tutta
l’attività alla “Golden Grain Maccheroni Company”(un’altra Azienda fondata da
un Immigrato Italiano, Domenico De Domenico) che trasferì tutto a San Leandro a
Est della Baia di San Francisco, l’area
in questione doveva diventare una zona di lottizzazione abitativa. Per impedire
ciò l’ereditiera Lurline Matson Roth (1890 - 1985) e suo Figlio William
Matson Roth (1916 - 2014) acquistarono tutto.
I Roth
assunsero l'Architetto Paesaggista Lawrence Halprin e lo
Studio Tecnico Wurster, Bernardi & Emmons allo scopo di
convertire gli Edifici (storiche strutture in mattoni) e la Piazza in un
fascinoso complesso integrato di Ristoranti e Negozi. Fu il primo
grande progetto di riutilizzo adattivo negli Stati Uniti inaugurato nel 1964.
Nel 1981 “Ghirardelli Square” fu acquistata da una partnership di “Capital
& Counties USA” e “Northwestern Mutual Life”. Al fine di preservare Piazza
Ghirardelli per le generazioni future “Ghirardelli Square”, nel 1982, è stata
iscritta nel “Registro Nazionale dei Luoghi Storici” degli Stati
Uniti. Nel 1983 il Centro Commerciale è stato nuovamente venduto. Oggi
“Ghirardelli Square”, ubicata all'estremità orientale dell'Area Ricreativa
Nazionale del “Golden Gate”, collegando il Lungomare dell'Imbarcadero al Parco
Naturale di Marina Green, Crissy Field e al Presidio Parklands Project, è un
super famoso, accogliente, divertente e visitatissimo Centro Commerciale con
alcune decine di Negozi anche Storici e un Hotel 5 Stelle.
Dal 1998 “Ghirardelli Chocolate Company” è una Consociata interamente controllata dalla “Lindt &
Sprüngli” una Multinazionale Svizzera (specializzata nel settore della
produzione e vendita di prodotti dolciari e nella realizzazione
di cioccolateria di lusso) fondata nel 1845 da David
Sprüngli-Schwarz e da suo Figlio Rudolf Sprüngli-Ammann. Oggi “Ghirardelli” è
una delle poche Aziende di Cioccolato negli Stati Uniti a controllare ogni
aspetto del processo di produzione, scartando fino al 40% dei semi di cacao importati
e utilizzando solo quelli l'Azienda chiama i “semi di massima
qualità". Nel 2015 c’è stato un piccolo incidente di percorso con
l’Ente di Controllo Alimentare Americano ma in brevissimo tempo e stato
risolto.
Recentemente
ho avuto il piacere di degustare, tra il grande e interessantissimo numero di
proposte della “Ghirardelli Chocolate Company”, i “Ghirardelli Sea Salt Soiree
- Intense Dark” (cioccolatini di cioccolato fondente con sale marino e mandorle
tostate) trovandoli gustosissimi e assolutamente deliziosi.
“Ghirardelli
Chocolate Company” a San Francisco (USA) dal 1852 una eccezionale espressione
del talento Italiano.
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