Il Francese
Jacques-Yves Cousteau (1910 - 1997), famoso navigatore, esploratore,
militare, oceanografo, regista e sofisticato amante della natura, specialmente
di quella marina, tra un’infinità di sue importantissime opere ci ha lasciato
anche questa frase: “Non è l'uomo che deve battersi contro una natura ostile,
ma è la natura indifesa che da generazioni è vittima dell'umanità”.
Attraverso i
Secoli, e specialmente negli ultimi decenni, l’umanità ha creato un’infinità di
problemi negli Oceani e nei Mari. Un recentissimo esempio di ciò si trova
proprio nell’attualità di questi ultimi mesi: l’invasione nei nostri Mari del
“Granchio Reale Blu”.
Il “Granchio
Reale Blu” (o Granchio Azzurro) è un "crostaceo decapode" (dal Greco
“δέκα = dieci” e “ποδός = piede”), appartenente alla Famiglia delle Portunidae,
il cui nome scientifico, datole nel 1896 dalla Zoologa Statunitense Mary Jane
Rathbun (1860 - 1945), è “Callinectes Sapidus”.
Si tratta di
una Specie originaria delle Coste Orientali del Continente Americano bagnate
dall'Oceano Atlantico, grazie alle sue peculiarità genetiche questo tipo di
granchio è un buon nuotatore in grado di vivere fino a 35 metri di profondità,
resistendo a temperature che possono variare dai 3 a 35 gradi, inoltre tollera
una salinità dell’acqua molto bassa e pertanto agevolmente si spinge anche
lungo i corsi dei fiumi.
I Granchi di
questa specie possono misurare anche più di 15 cm. di lunghezza e 23 cm. di
larghezza, presentano un corpo di forma ellittica, più largo che lungo, con
spuntoni ai lati e il margine anteriore seghettato. Le zampe sono allungate e
il primo paio tramutato in chele robustissime, più grandi nei maschi rispetto
alle femmine. Il colore del corpo è verde oliva nella parte superiore, mentre
il ventre è bianco-azzurrino, più grande nelle femmine per il contenimento
delle uova, le zampe presentano l'attaccatura e la parte terminale di un colore
blu intenso, nelle femmine può essere di colore arancione. Durante i periodi
della muta, sull'ultimo paio di zampe, appiattite e adattate al nuoto, appaiono
delle macchioline rosa, che acquistano via via colore divenendo sempre più
rosse man mano che la muta si avvicina. Vivono anche oltre i quattro anni
raggiungendo una maturità sessuale tra i 12 i 18 mesi e le femmine più volte
l’anno depongono ognuna alcuni milioni di uova.
Considerando
che è una Specie onnivora, divora anche i granchi autoctoni e non disdegna i
suoi simili, dalla velocissima riproduzione, caratterizzata da una particolare
aggressività, dove si stanzia crea grossi problemi all’ecosistema in mancanza
di numerosi predatori naturali.
Ecco che
l’Uomo è intervenuto dando “involontariamente” i mezzi al “Granchio Blu” per
diffondersi in numerosi Mari del Mondo attraverso l'acqua incamerata per
zavorrare le navi vuote.
Anche se
risultavano rarissimi avvistamenti in Italia che risalivano addirittura al 1949
possiamo asserire che il problema della sua proliferazione è nato nel Luglio
del 2008 con le prime segnalazioni di sostanziosi avvistamenti/pesca del
“Granchio Blu” in Basilicata, in Puglia, lungo la Costa Ionica e Adriatica, poi
in pochi anni ha prolificato decisamente diffondendosi praticamente ovunque,
tantoché nell'Agosto del 2019 si poteva trovarlo solidamente stabilito
specialmente dove le acque calme e poco profonde si sono rivelate un habitat
ideale per la sua riproduzione.
Il “Granchio
Blu” ha trovato nel Mediterraneo un habitat estremamente favorevole dove è meno
minacciato rispetto all’ecosistema originario grazie a un minor numero di
predatori come tartarughe marine, cefalopodi, pesci e molte specie di
uccelli. Alle nostre latitudini trova moltissime delle sue prede abituali
come piccoli pesci, vongole, cozze, ostriche, arselle, crostacei, meduse e
vermi. Mangiando troppo e di tutto (distrugge anche le reti da pesca o quelle
messe a protezione dell’itticoltura) rappresenta un grave pericolo sia per il
danno economico che arreca alla pesca e ai pescatori sia per l’ecosistema dei
nostri Mari.
I “Granchi
Blu” lungo le Coste delle Americhe vengono pescati in grande quantità per uso
alimentare tantoché, per esempio, per far fronte alla continua richiesta, negli
Stati Uniti, e in particolare negli Stati del Maryland e della
Virginia, che si affacciano nella “Baia di Chesapeake” (gigantesco estuario del
Fiume Susquehanna e insenatura dell’Oceano Atlantico) hanno emanato speciali
provvedimenti, volti a salvaguardare le popolazioni rimanenti, fra i quali il
divieto di pescare esemplari di diametro inferiore ai 14 cm. e restrizioni
varie circa i periodi in cui effettuare la pesca. A causa di tali e altri
provvedimenti, per far fronte alla forte domanda negli Stati Uniti hanno dovuto
ricorrere all'importazione.
La Pesca
professionale del “Granchio Reale” si pratica tramite particolari “nasse”
simili a quelle utilizzate per pescare le aragoste. Le “nasse” sono un
antichissimo strumento per la pesca, ne esistono due tipi principali a “campana” e a
“barile”, sono costituite da una rete metallica o di robusta
plastica con all'estremità un "imbuto". L'esca appesa
all'interno costringe il granchio a penetrare forzando le maglie
posizionate sulla bocca della strozzatura. In questo modo la preda non è poi
più in grado di uscire.
I pescatori
amatoriali, per pescare occasionalmente i granchi, possono utilizzare i
“palangari”, o “palamiti”, un attrezzo costituito da una lunga lenza di grosso
diametro con inseriti a intervalli regolari spezzoni di lenza più sottile
portanti ognuno un amo, oppure utilizzare la “lampara”, una lampada molto
grossa e potente per vederli durante la notte e pescarli con un retino dalle
maglie robuste per evitare che vengano danneggiate dalle forti chele.
La modesta
quantità di polpa del “Granchio blu”, che si ricava con molta pazienza, è ricca
di “vitamina B12” e negli Stati Uniti viene utilizzata moltissimo come
cibo. Infatti una delle migliori soluzioni per contrastarne l’espansione è
quella di pescarlo e di mangiarlo.
Oltreché come
cibo istantaneo la polpa di questi granchi si può utilizzare per svariate
ricette, dopo la loro bollitura o grigliatura, come sughi, fritture (durante il
periodo di muta quando il guscio è ancora molle), conservazione in scatola oppure
come prezioso ingrediente del “crab cake”.
Il mitico
“crab cake” (polpetta “grande” di granchio) in Americana è di uso comune e si
ottiene mescolando alla polpa di granchio alcuni ingredienti come uova, succo
di limone, maionese, salsa “Worcestershire” (salsa Inglese agrodolce e
leggermente piccante che prende il nome dalla Contea omonima), tabasco,
sale, pepe e olio, il tutto poi può essere cotto al forno, grigliato o fritto.
Fritto è sicuramente la soluzione migliore diventando croccante ed estremamene
gustoso e può essere servito anche all’interno di un panino accompagnandolo con
una vasta gamma di possibilità.
In questa
caldissima Estate 2023 in diverse zone litoranee d’Italia si arrivati a una
situazione di estremo allarme per l’invasione del “Granchio Reale Blu” con
pressanti richieste al Governo per il riconoscimento della “calamità” e
l’attuazione di norme per ovviare a questa “emergenza nazionale”. La risposta
del Ministero dell'Agricoltura è stata rapida e sono state accolte le proposte
pervenute dalla Autorità Locali e dalle Categorie interessate. Si è liberata la
pesca attraverso il rilascio di un'autorizzazione straordinaria per tre mesi
all'uso di "nasse/cestelli e reti da posta fissa" entro la fascia 0,3
miglia dalla costa e, ove presenti, in prossimità della foce dei fiumi. In più
si è dato il via libera all'impiego di attrezzi da pesca per tutti coloro che
ne faranno richiesta al fine di intensificare al massimo la raccolta del
“Granchio blu”.
L’ingegno e
la straordinaria abilità delle nostre attività artigianali e delle nostre
industrie del settore ittico e non solo ha permesso da subito di mettere in
atto anche alcuni processi di trasformazione/commercializzazione del “Granchio
blu” realizzando già delle spedizioni negli Stati Uniti di “crostacei semilavorati”
e in Francia di “ravioli ripieni”.
Il “Granchio Reale Blu” che causa importanti e dannosi disequilibri nella biodiversità del Mar Mediterraneo è meglio pescarlo e usarlo per realizzare gustose ricette.
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