Il “calco
linguistico” (procedimento di formazione di un nuovo termine con parole già
esistenti in un'altra lingua), preso dalla lingua Inglese, “Junk Food”, serve
internazionalmente per indicare del “Cibo
Spazzatura”.
Questa
definizione fu usata per la prima volta, nel 1972, dallo scienziato Americano e
fautore della buona alimentazione Michael F. Jacobson, cofondatore e direttore esecutivo
del “Center for Science in the Public Interest” (CSPI) con sede a Washington,
Distretto di Columbia (D.C.), importante
Istituto che si occupa dello studio e del miglioramento dell’alimentazione
della popolazione Americana.
“Junk Food”
è un termine molto forte esteso ad alimenti, di pochissima qualità, con un
bassissimo valore nutrizionale e che, allo stesso tempo, invece, abbondano di
grassi e/o di zuccheri.
Tra le
tipologie più comuni di questi cibi dove, ribadisco, le materie prime non vengono
attentamente selezionate, possiamo annoverare gli hamburger, gli hot dog, le
patatine fritte, i dolciumi, le merendine e i soft drink (bibite varie e
beveroni ottenuti da preparati chimici).
Alla lunga
queste preparazioni sono risultate dannose per l’organismo umano ed è
dimostrato che possono sviluppare anche
gravi malattie.
In realtà la
traduzione dall’inglese di “Junk Food” non è solo “Cibo Spazzatura”.
Sul “Food”
siamo certi che si traduca in “Cibo” o “Alimento”, ma “Junk” è una parola dai
molteplici significati.
Col temine “Junk” gli Inglesi indicano non solo il
“Ciarpame” e la “Roba Vecchia” da cui si può arrivare al termine “Spazzatura”
ma anche la “Carne sotto sale” e ”Qualcosa di fatto a pezzi” da cui si potrebbe
giungere alla definizione di “carne tritata o macinata”.
In qualunque
modo però si traduca o si valuti il “Junk Food” si deve riconoscere che non
solo ha invaso il mondo ma ha anche ispirato, attraverso gli anni, grandi
artisti che ne hanno fatto il soggetto delle loro più famose opere.
Mercoledì 18
Dicembre 2013, alle ore 19,30, si è tenuto al Blu Cafè Ristorante di Palazzo
Blu a Pisa, un interessante incontro cultural-gastronomico dal titolo “Junk
Good quando il cibo diventa POP”.
La
Manifestazione, patrocinata dalla Fondazione Pisa, da Toscana Sapori, dalla
Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa (CNA)
di Pisa, dalla Banca di Pisa e Fornacette, oltre che dal Comune di Pisa, è
stata presentata e coordinata da Antonio Schena Segretario Toscana Sapori.
L’Incontro
prevedeva la presentazione dell’esperta critica d’arte Ilaria Duranti e
l’intervento del sottoscritto, Giorgio Dracopulos, enogastronomo del Corriere
del Vino, oltre alla degustazione delle preparazioni dello Chef Pietro Vattiata
“padrone di casa”.
Nel titolo
dell’evento il “Junk Food” è diventato “Junk Good”, il termine “Good” (buono)
intende principalmente comprendere lo
straordinario e positivo uso artistico ma
anche la possibilità di fare, con materie prime di qualità, una versione
salutare degli stessi cibi.
Il “Blu Cafè
Ristorante”, dello Chef Pietro Vattiata e di Matteo Anconetani, ha aperto il primo
giorno del Mese di Giugno 2013.
Il Locale è
tutto nuovo e accogliente; al piano terra il Bar con il grande bancone vetrina
e i tavolini.
Qui, dietro il bancone, si trova la Cucina.
Durante la
buona stagione si può mangiare o bere nel dehors coperto da ombrelloni.
Al piano
superiore, accessibile dalla comoda scala e dall’ascensore, c’è la Sala
Ristorante, 10 tavolini per una quarantina di coperti.
Colori e
luci tenui, un massiccio rudere della casa di Santa Caterina da Siena (al piano
terra) e alcune sculture, oltre che, alle pareti, molti quadri, creano una
piacevole, delicata e ordinata atmosfera.
Essendo in periodo Natalizio il Locale era
anche riccamente addobbato.
Il Blu Cafè
Ristorante è nel complesso di Palazzo Blu.
Palazzo Blu si
erge maestoso sul Lungarno, risale alla fine del ‘700, e oggi prende il nome
“Blu” dal particolare colore della sua tinteggiatura esterna.
Il tutto a
pochi passi dal Ponte di Mezzo e dalla Sede del Comune di Pisa (Palazzo
Gambacorti).
Palazzo Blu,
attraverso i secoli, è appartenuto a diverse ed importanti famiglie nobili.
Oggi è della
“Fondazione Pisa” che, recentemente, lo ha completamente e profondamente
ristrutturato.
La
Fondazione Pisa, dal 2000 prosegue l’attività filantropica della Cassa di
Risparmio di Pisa, operando in settori di estrema rilevanza come Arte e Beni
Culturali.
La
Fondazione ha la sede a Pisa, in Via Pietro Toselli 29, nel complesso che
comprende anche l’adiacente Palazzo Blu posto al numero 9 di Lungarno
Gambacorti.
La
Fondazione ha trasformato Palazzo Blu in un centro di altissimo livello per
attività culturali ed espositive, oltre alla parte dedicata all’accoglienza ubicata
nella parte più bassa del complesso, affacciata sul davanti in Via Toselli e
sul retro in Piazzetta Piegaja, e che comprende il Ristorante, il Bar e la
Libreria.
Ma torniamo
all’Evento.
Dopo una
breve introduzione di Antonio Schena, la brava critica d’arte, Ilaria Duranti,
ha proiettato, raccontato e dettagliatamente descritto, una serie di opere
straordinarie che avevano per soggetto lo “Junk Food”.
Opere di grandi
maestri come Andy Warhol, Robert Rauschenberg, Guy Peellaert, Mario Schifano,
Claes Oldenburg, Wayne Thiebaud, Johannes Cordes, Maurizio Savini, Félix
Gonzàlez-Torres.
Successivamente
il sottoscritto ha brevemente illustrato come è nato e si è sviluppato lo “Junk
Food”.
L’Incontro
cultural-gastronomico, “Junk Good quando il cibo diventa POP”, al “Blu Cafè
Ristorante” di Pisa, si è concluso, dopo i ringraziamenti, con la degustazione dei
buoni panini, ai diversi ingredienti, preparati appositamente dallo Chef Pietro
Vattiata.
Addobbi di Natale
Ilaria Duranti
Ilaria Duranti, Antonio Schena, Giorgio Dracopulos
I Panini
Matteo Anconetani, Giorgio Dracopulos, Pietro Vattiata
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