lunedì 30 gennaio 2017

IL TARTUFO BIANCO………. UN VERO E PROPRIO MIRACOLO DELLA NATURA.




I Tartufi erano già usati nell’alimentazione umana più di 4000 anni fa.
L’Italia è uno dei maggiori produttori al Mondo di “tartufi”. 
Praticamente tutte le Regioni Italiane hanno una vocazione Tartufigena (di produzione o coltivazione), tranne rare eccezioni.

Si possono trovare il Tartufo Bianco Pregiato, il Tartufo Nero Pregiato, il Bianchetto (Tartufo Marzuolo), lo Scorzone (Tartufo Estivo), il Brumale (Tartufo Nero d’Inverno) l’Uncinato Fresco (Tartufo Scorzone Invernale) e il Mesenterico (Tartufo Nero di Bagnoli Irpino, nome che gli deriva dalla zona di riferimento).

Fermo restando che ogni specifica tipologia di Tartufo ha un proprio periodo di maturazione e un proprio Territorio, dove si sviluppa al meglio, a carattere Nazionale (ogni Regione ha le sue normative) la raccolta è sempre severamente regolata.

Il Tartufo Bianco Italiano più famoso è quello di Alba, in Provincia di Cuneo, nella Regione del Piemonte
Ma ci sono Tartufi Bianchi straordinari anche in altre zone pregiatissime come, per esempio, Acqualagna, in Provincia di Pesaro e Urbino, nella Regione Marche, in molte zone della Regione Lazio e a San Miniato in Toscana.

L’antico Comune di San Miniato, dal 1925, appartiene al territorio della Provincia Pisana
Si trova a metà strada sul percorso che unisce le Città di Firenze e Pisa.
Il suo Centro Storico sorge arroccato su tre colli limitrofi alla piana dove scorre il Fiume Arno.
Le sue origini risalgono all’ VIII Secolo quando dei Longobardi (tribù germanica orientale) vi si stabilirono costruendo prima una Chiesa e successivamente una Rocca
Per questo motivo per molti secoli San Miniato fu chiamata “San Miniato al Tedesco”.

Dal 1969, ogni anno (con due sole soste nel ‘70 e nel ‘71), il secondo, terzo e quarto fine settimana del Mese di Novembre, la Cittadina si anima per la Mostra Mercato Nazionale del preziosissimo Tartufo Bianco (“Tuber Magnatum” secondo la denominazione del medico torinese Vittorio Pico del 1788) delle Colline Sanminiatesi.

Il Tartufo Bianco, un fungo dal corpo fruttifero ipogeo (sotterraneo) è una dell’eccellenze di questo particolare Territorio della magnifica campagna Toscana, che ha un habitat, ideale e unico, fatto di boschi di pioppi, tigli, querce e salici. 

Il Tartufo Bianco, pregiato “oro”, dall’aroma intenso e avvolgente, che madre natura, ogni anno, ci dona da secoli tra i mesi di Settembre e Dicembre/Gennaio, ha reso famosa anche San Miniato nel Mondo.

Sebbene sia i Sumeri che i Babilonesi, gli Egiziani e i Greci conoscessero questa delizia alimentare bisogna arrivare alla metà del I Secolo d. C., per trovare una sua prima traccia scritta nell’opera monumentale in 37 volumi “Naturalis Historia” (Osservazione della Natura), di  Gaio Plinio Secondo (conosciuto come Plinio il Vecchio). 
Qui  il “tartufo”, allora denominato “tuber terrae”, veniva descritto come un prodotto prodigioso della natura in quanto nasceva e cresceva senza radici.

I “Tartufai”, con la zappetta in mano, cercano il prezioso “frutto” interrato con il fondamentale aiuto dei cani che setacciano minuziosamente il terreno.
Non esiste una vera e propria razza di cani da tartufo, ma ogni animale deve avere delle spiccate attitudini naturali, come il forte fiuto, per essere scelto e addestrato.

La scienza che studia i tartufi si chiama “idnologìa”, il termine deriva da “hydnon” nome con cui gli antichi Greci chiamavano il “tartufo”.

La superficie esterna del tartufo si chiama “peridio”, può essere più bitorzoluta se il terreno di ritrovamento è più compatto e duro, piuttosto liscia e tondeggiante se il terreno è più morbido. 
La parte interna è denominata “gleba”. 

Il tartufo è fatto in gran parte di acqua, circa l’80%; ha pochissimi grassi e non molte proteine, ma contiene fosforo, magnesio e calcio.

La raccolta e la commercializzazione del Tartufo è regolata, come già accennato, da un severo disciplinare a carattere Nazionale e Territoriale, nella Regione Toscana dalla Legge Regionale n. 50, del’11 Aprile 1995.  

Gli abbinamenti gastronomici che si possono fare con una delizia come il Tartufo Bianco sono infiniti e vanno dagli antipasti ai dolci, ma ce ne sono due in particolare che ho sempre maggiormente gradito, per assaporarlo al meglio e sono tra i più semplici. 

Il primo è sicuramente un vero e proprio “cult” è l’uovo al tegamino (o occhio di bue) con una ricca grattata di Tartufo Bianco e il secondo è una delicata pallina di gelato fiordilatte (non troppo ghiacciata) ricoperta di scaglie di Tartufo Bianco.

Che altro dire se non che il Tartufo Bianco, vero e proprio miracolo della natura, allieta magnificamente, da secoli, i nostri palati.



Tartufo Nero Pregiato - "Tuber Melanosporum"

Tartufo Bianco Pregiato - "Tuber Magnatum"

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