I Tartufi
erano già usati nell’alimentazione umana più di 4000 anni fa.
L’Italia è
uno dei maggiori produttori al Mondo di “tartufi”.
Praticamente tutte le
Regioni Italiane hanno una vocazione Tartufigena (di produzione o coltivazione),
tranne rare eccezioni.
Si possono
trovare il Tartufo Bianco Pregiato, il Tartufo Nero Pregiato, il Bianchetto (Tartufo
Marzuolo), lo Scorzone (Tartufo Estivo), il Brumale (Tartufo Nero d’Inverno) l’Uncinato
Fresco (Tartufo Scorzone Invernale) e il Mesenterico (Tartufo Nero di Bagnoli
Irpino, nome che gli deriva dalla zona di riferimento).
Fermo
restando che ogni specifica tipologia di Tartufo ha un proprio periodo di
maturazione e un proprio Territorio, dove si sviluppa al meglio, a carattere
Nazionale (ogni Regione ha le sue normative) la raccolta è sempre severamente
regolata.
Il Tartufo
Bianco Italiano più famoso è quello di Alba, in Provincia di Cuneo, nella
Regione del Piemonte.
Ma ci sono Tartufi Bianchi straordinari anche in altre
zone pregiatissime come, per esempio, Acqualagna, in Provincia di Pesaro e
Urbino, nella Regione Marche, in molte zone della Regione Lazio e a San Miniato
in Toscana.
L’antico
Comune di San Miniato, dal 1925, appartiene al territorio della Provincia
Pisana.
Si trova a metà strada sul percorso che unisce le Città di Firenze e
Pisa.
Il suo
Centro Storico sorge arroccato su tre colli limitrofi alla piana dove scorre il
Fiume Arno.
Le sue
origini risalgono all’ VIII Secolo quando dei Longobardi (tribù germanica
orientale) vi si stabilirono costruendo prima una Chiesa e successivamente una
Rocca.
Per questo motivo per molti secoli San Miniato fu chiamata “San Miniato
al Tedesco”.
Dal 1969,
ogni anno (con due sole soste nel ‘70 e nel ‘71), il secondo, terzo e quarto
fine settimana del Mese di Novembre, la Cittadina si anima per la Mostra
Mercato Nazionale del preziosissimo Tartufo Bianco (“Tuber Magnatum” secondo la
denominazione del medico torinese Vittorio Pico del 1788) delle Colline
Sanminiatesi.
Il Tartufo
Bianco, un fungo dal corpo fruttifero ipogeo (sotterraneo) è una
dell’eccellenze di questo particolare Territorio della magnifica campagna
Toscana, che ha un habitat, ideale e unico, fatto di boschi di pioppi, tigli,
querce e salici.
Il Tartufo
Bianco, pregiato “oro”, dall’aroma intenso e avvolgente, che madre natura, ogni
anno, ci dona da secoli tra i mesi di Settembre e Dicembre/Gennaio, ha reso
famosa anche San Miniato nel Mondo.
Sebbene sia
i Sumeri che i Babilonesi, gli Egiziani e i Greci conoscessero questa delizia
alimentare bisogna arrivare alla metà del I Secolo d. C., per trovare una sua prima
traccia scritta nell’opera monumentale in 37 volumi “Naturalis Historia”
(Osservazione della Natura), di Gaio Plinio
Secondo (conosciuto come Plinio il Vecchio).
Qui il “tartufo”, allora denominato “tuber
terrae”, veniva descritto come un prodotto prodigioso della natura in quanto
nasceva e cresceva senza radici.
I “Tartufai”, con la zappetta in mano, cercano il
prezioso “frutto” interrato con il fondamentale aiuto dei cani che setacciano
minuziosamente il terreno.
Non esiste
una vera e propria razza di cani da tartufo, ma ogni animale deve avere delle
spiccate attitudini naturali, come il forte fiuto, per essere scelto e
addestrato.
La scienza
che studia i tartufi si chiama “idnologìa”, il termine deriva da “hydnon” nome
con cui gli antichi Greci chiamavano il “tartufo”.
La
superficie esterna del tartufo si chiama “peridio”, può essere più bitorzoluta
se il terreno di ritrovamento è più compatto e duro, piuttosto liscia e
tondeggiante se il terreno è più morbido.
La parte interna è denominata
“gleba”.
Il tartufo è fatto in gran parte di acqua, circa l’80%; ha pochissimi
grassi e non molte proteine, ma contiene fosforo, magnesio e calcio.
La raccolta
e la commercializzazione del Tartufo è regolata, come già accennato, da un
severo disciplinare a carattere Nazionale e Territoriale, nella Regione Toscana
dalla Legge Regionale n. 50, del’11 Aprile 1995.
Gli
abbinamenti gastronomici che si possono fare con una delizia come il Tartufo
Bianco sono infiniti e vanno dagli antipasti ai dolci, ma ce ne sono due in
particolare che ho sempre maggiormente gradito, per assaporarlo al meglio e
sono tra i più semplici.
Il primo è sicuramente un vero e proprio “cult” è l’uovo
al tegamino (o occhio di bue) con una ricca grattata di Tartufo Bianco e il
secondo è una delicata pallina di gelato fiordilatte (non troppo ghiacciata) ricoperta
di scaglie di Tartufo Bianco.
Che altro
dire se non che il Tartufo Bianco, vero e proprio miracolo della natura,
allieta magnificamente, da secoli, i nostri palati.
Tartufo Nero Pregiato - "Tuber Melanosporum"
Tartufo Bianco Pregiato - "Tuber Magnatum"
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