Un vasto
territorio di circa 5.000 chilometri quadrati, dai confini non ben definiti,
bagnato da un cristallino Mar Tirreno e ubicato nel sud della splendida Regione
Toscana e nell’Alto Lazio, prende il nome di Maremma.
La Maremma è
un Territorio ricco di Storia e tradizioni, le sue pianure, le sue coste, le
sue spiagge, i suoi golfi e i suoi promontori si suddividono
amministrativamente tra 5 Provincie e 34 Comuni. Necropoli Etrusche, Siti
Archeologici, Castelli, Torri Costiere, Borghi, Pievi, Ville, Chiese e
Fattorie, fanno del suo paesaggio uno
splendido percorso turistico.
Qui vivono e si tramandano antiche forme di
allevamento di buoi e cavalli, qui si trova la mitica figura del “buttero”
tipico guardiano di mandrie a cavallo.
In Maremma le tavole sono imbandite con gustosi
e tipici prodotti della terra e con piatti straordinari preparati con antiche e
tramandate ricette, qui si bevono Vini che sono conosciuti in tutto il Mondo
per la loro ottima qualità.
Proprio in
questo magnifico e incontaminato contesto Maremmano, in una Zona collinare
particolarmente panoramica, verdeggiante e fascinosa, sorge maestoso il “Castello
di Montepò”.
Il Castello di Montepò è una bella, elegante e possente struttura
fortificata adagiata su una dolce collina nella Campagna a Nord del Comune di
Scansano e a circa 30 Km. dal Capoluogo di Provincia, la Città di Grosseto.
Il
Castello è sorto intorno all’Anno Mille e nel 1300 è stato quasi totalmente
ricostruito dai signori del vicino “Castello di Cotone”.
Successivamente il Maniero
passò sotto il controllo dei Senesi e fu ceduto a un’antica e importante
Famiglia, i Sergardi.
Nel XV
Secolo il Castello di Montepò divenne una grande Fattoria Fortificata e nella
seconda metà del 1900 la struttura è stata riportata agli antichi splendori.
Un
Complesso semplicemente bellissimo e affascinante, particolarmente massiccio e
possente, a pianta rettangolare, con alte mura in pietra che racchiudono i
corpi di fabbrica attorno a uno spazioso cortile interno, quattro sono le maestose
Torri Angolari a sezione quadrata.
Dalla fine
degli Anni Ottanta il Castello e la Tenuta sono di proprietà della Famiglia
Biondi Santi.
La Famiglia Biondi Santi ha una lunga storia che si perde
praticamente nel tempo.
Iniziamo dalla Famiglia Biondi:
erano dei Patrizi (di
Nobile Stirpe) di cui troviamo tracce risalenti al XIII Secolo nel Territorio
Toscano nella Signoria di Volterra e in particolare a Pomarance oggi Comune ma
allora antico Castello (Ripomarance).
Della
Famiglia Santi, anch’essa molto antica d’importanti possidenti di Terre coltivate
e Vigne tra Montalcino e Pienza, ne troviamo tracce certe con Giorgio Santi
(Pienza 1746 - 1822).
Giorgio Santi fu Medico, Naturalista e Scrittore, un
importante Scienziato Internazionale che ebbe anche l’incarico di Professore
all’Università oltre a quello di Direttore dell’Orto e Museo Botanico di Pisa.
Il Figlio di
Giorgio Santi, Luigi, Erudito Farmacista, si sposò con Petronilla Canali e
dalla loro unione nacque, a Montalcino il 17 Settembre 1795, Clemente Santi.
Clemente
crebbe in un ambiente molto positivo di grande cultura e si laureò in Farmacia
all’Università di Pisa diventando poi anche corrispondente della prestigiosa
Accademia dei Georgofili di Firenze e collaboratore del Giornale Agrario
Toscano.
Nel 1820, aiutato dalle sue conoscenze chimiche e scientifiche, iniziò
fattivamente a seguire le Vigne nella Fattoria “Il Greppo” una proprietà della
sua Mamma che fino allora aveva prodotto solo il “Moscadello di Montalcino” un
Vino di qualità leggermente dolce.
Clemente con
grande passione impiantò vitigni selezionati e sperimentò nuovi sistemi di
vinificazione individuando anche tecniche di travaso e di invecchiamento in
botti estremamente avanzate per quei tempi.
I suoi Vini iniziarono a essere
premiati, dal 1850, a Firenze, Parigi e Londra, ma il successo più
straordinario arrivò nel 1865 con la prima Bottiglia del suo “Vino Rosso
Scelto” denominato “Brunello”: il “Brunello di Montalcino”.
L’invenzione
del “Brunello di Montalcino” fu riconosciuta alla Famiglia Biondi Santi e
ufficializzata nel 1934 dal Ministero dell’Agricoltura e della Foreste presieduto
al tempo dal Professore Giacomo Acerbo (1888 - 1969).
La Figlia di
Clemente Santi, Caterina, convolò a nozze con il Medico Fiorentino Jacopo
Biondi, erede della Famiglia Biondi, le cui origini ho già citato.
Ecco che
dall’unione delle due storiche Famiglie prese vita con il loro Figlio Ferruccio
il Ramo Biondi Santi.
Ferruccio
Biondi Santi si dedico con amore e passione alla Fattoria “Il Greppo” e dovette
combattere contro vari flagelli delle Vigne, che imperversavano al tempo in tutta
Europa, come l’oidio (il mal bianco, un fungo), la peronospora (altro fungo) e
la fillossera (insetto di origine nordamericana che attaccando anche le radici
della Vite ne provoca rapidamente la morte).
Le sue intense ricerche lo
portarono a constatare che i Vitigni del Sangiovese Grosso resistevano meglio
alle varie aggressioni e iniziò a selezionare questa tipologia di Viti per il
suo Brunello, un Vino predisposto per un lungo invecchiamento.
Iniziò poi a
limitare le rese per ottenere uve più ricche e selezionò solo i grappoli
migliori per i Vini Riserva. Tenne il Vino a lungo contatto con le bucce
durante la fermentazione per poter ottenere migliori caratteristiche aromatiche
e di struttura, anche per resistere nel tempo dato che poi veniva invecchiato
per anni in grandi botti di rovere.
La Prima
Grande Annata del Brunello di Montalcino Biondi Santi fu il super mitico “Millesimo
1888”.
Il Figlio di
Ferruccio, Tancredi Biondi Santi (classe 1893) si laureò in Agraria
all’Università di Pisa, con la sua conduzione Aziendale il suo “Brunello” si
affermò in Italia e nel Mondo.
Tra le moltissime
importanti innovazioni che introdusse ricordo
che, nel 1927, dette inizio al fascinoso Rito, una vera e propria
Cerimonia, della “Ricolmatura delle Vecchie Riserve”, iniziando con i Millesimi
1888 e 1891.
Franco
Biondi Santi, Figlio di Tancredi, classe 1922, si era laureato in Agraria a
Perugia e da subito iniziò, nell’Azienda Vitivinicola di Famiglia, ad affiancare
e supportare il Padre.
In pochi anni Franco Biondi Santi divenne un vero mito
nella produzione del Brunello di Montalcino grazie alla straordinaria qualità
dei suoi Vini e all’estrema passione con cui si batteva in difesa dell’identità
del Brunello.
La sua prima Vendemmia, il 1970, è oggi una Riserva best seller
dell’Enologia Mondiale.
Il
Sangiovese è sempre stata una varietà particolarmente complicata e sensibile
alla variabilità, ma grazie dall’appassionata e accurata ricerca della Famiglia
Biondi Santi, per arrivare alla migliore selezione possibile, nel 1978 fu
inscritto nel “Registro delle Varietà di Vite del Ministero delle Politiche
Agricole Alimentari e Forestali” il Clone di Sangiovese Grosso denominato “B-BS
11” (Brunello Biondi Santi, Vite n.11).
Questo particolare clone della Tenuta
“Il Greppo” ha dato una fondamentale spinta per il raggiungimento della migliore
selezione di Uve Sangiovese.
Franco
Biondi Santi ha avuto due Figli, Jacopo (classe 1950) e Alessandra e quando è
scomparso a 91 anni, il 7 aprile 2013, ha lasciato a loro il testimone.
Alla fine
degli anni Ottanta Jacopo Biondi Santi ha rilevato dalla Famiglia dello
Scrittore, Drammaturgo, Agente Segreto Inglese Henry Graham Greene (1904 - 1991),
proprio nel cuore della Maremma inizialmente descritta, la meravigliosa Tenuta
del Castello di Montepò.
Oggi la Tenuta del Castello di Montepò, dopo anni di impegnativi e assidui
lavori, supportati da notevoli investimenti, ha raggiunto una superficie di ben
600 Ettari, tra Boschi, Coltivazioni, Uliveti e Vigne (50 ettari).
Le Vigne
sono ripartite per il 75% in Sangiovese e il restante 25% in Cabernet Sauvignon
e Merlot. Una modernissima Tecnologia controlla tutti i Vigneti.
Qui Jacopo
Biondi Santi con i suoi bellissimi e fenomenali (sotto tutti gli aspetti) Figli,
Clio, Tancredi e Clemente, hanno trovato le condizioni ideali per coronare un
grande progetto di valorizzazione vitivinicola.
Questa
magnifica e accogliente Tenuta del Castello di Montepò, ricca di fascinosa storia,
è stata scelta come la sede più adatta tra i loro possedimenti anche per le
peculiari e positive condizioni del suolo e del clima.
Le giuste altezze (tra i
300 e i 460 m. s.l.m.) e le speciali conformazioni dei terreni (in gran parte
galestro, uno scisto argilloso, anche a grande tessitura), la favorevole
esposizione ai venti e i microclimi, fanno della Tenuta una realtà vitivinicola
del tutto eccezionale, unica e identitaria:
una Terra ideale per lo sviluppo
del prezioso clone di Sangiovese Grosso “B-BS 11” patrimonio esclusivo della
Famiglia Biondi Santi.
Meravigliosa
anche la Cantina e la Barricaia all’interno del Castello, dove, in un clima perfetto
a temperatura controllata, maturano i grandi rossi in Barriques di rovere e
querce.
Barriques fabbricate ad arte con legni di alberi con almeno 150 anni di
età, provenienti dalle migliori e più specifiche foreste Francesi.
La
produzione Vitivinicola è seguita anche da due grandi professionisti come gli
Enologi Donato Lanati (lo “Scienziato” del Vino, il
Consulente) e Luca Martelli (l’Enologo Interno).
Ho avuto il
grande piacere di andare a trovare gli Amici Jacopo Biondi Santi e suo Figlio
Tancredi Giovedì 28 Maggio 2020 in occasione di una specialissima e
straordinaria giornata degustazione dei loro Vini.
Abbiamo iniziato con due
magnifici Vini:
- “JeT 2019”
- I.G.T. Toscana Rosato, la “J” sta per “Jacopo” e la “T” sta per “Tancredi”, prima
vendemmia 2018, un vino 100% Sangiovese Grosso B-BS11 al secondo anno di
produzione. Attraverso un’accurata vinificazione in bianco a bassa temperatura
le uve, raccolte nei vigneti più freschi e meglio esposti, diventano un vero
nettare di estrema freschezza e sapidità.
Il Vino si presenta con un colore
rosato tenue simile ai Rosati Francesi della Provenza, è un Vino semplicemente eccellente.
Del 2019 ne sono state prodotte solo 10.000 Bottiglie;
-
“Sassoalloro 2018” - I.G.T. Toscana Rosso, 100% Sangiovese Grosso B-BS11, un’anteprima.
Un Vino fresco, rotondo e
dinamico, un Vino figlio della grande tradizione Biondi Santi che si affina per
14 Mesi in Barriques, la prima vendemmia è stata il 1991.
Il Nome “Sassoalloro”
deriva da un masso vulcanico, trasportato dai ghiacci lontano dal luogo di
origine, su cui sono nate numerose leggende.
Successivamente
siamo passati alla “Verticale” di “Schidione” I.G.T. Toscana Rosso.
Una “Vera
Verticale” visto che il Blend di questo “Supertuscan” non cambia mai negli anni:
40% di Sangiovese Grosso B-BS11, 40% di Cabernet Sauvignon e 20% di Merlot.
Questo Vino Rosso dalla grandissima personalità e longevità (40/50 Anni) si
affina per 24 Mesi in Barriques e per circa 6 Mesi in Tini di Acciaio Inox.
Lo
“Schidione” viene prodotto esclusivamente nelle annate migliori.
Il nome
“Schidione” significa “Spiedo”, quel lungo e grosso ferro che nel Medioevo
veniva usato per arrostire la selvaggina.
Sono state
stappate e degustate le seguenti sette annate di “Schidione”:
“2016”, “2015”,
“2011”, “2001”, “1998”, “1997”, “1995”.
Vini assolutamente magnifici ognuno con
le sue specifiche peculiarità che fanno riferimento alla vendemmia.
Per il
“1997”, un Vino unico e favoloso, assolutamente straordinario con i suoi 23
Anni di Vita, mi sento obbligato a scendere più nel dettaglio.
La Vendemmia
1997 è stata un’Annata storica in Toscana, una delle migliori del 1900.
Lo
“Schidione 1997” un Vino dalla grande struttura e con i presupposti per una
longevità fuori dal comune, è stato messo in commercio nel 2000, l’inizio del
“III Millennio”.
Proprio nel 2000 Jacopo Biondi Santi festeggiava anche i sui
primi “50 anni”.
Per tutti questi motivi lo “Schidione 1997” è stato
imbottigliato soltanto in Magnum Numerate e con una super preziosa Etichetta,
staccabile, in “Oro 23 kt”.
Lo “Schidione 1997” degustato e aperto
personalmente da Jacopo Biondi Santi, in confezione scatolata comprensiva di
Certificato di garanzia e tappo ceralaccato, era la Bottiglia n. 9.645 (su
13.987 Bottiglie da 1,5 litri prodotte).
Con
simpatica emozione Jacopo Biondi Santi ha staccato l’etichetta in oro e l’ha
apposta nell’apposito spazio del certificato che ha riempito con i dati della
giornata e lo ha fatto autografare da tutti i presenti.
Un bel ricordo del
particolarissimo Evento.
Un ottimo
Buffet all’ora di pranzo, con i prodotti dell’Azienda, e la successiva accurata
visita delle Vigne hanno fatto passare le ore “in un baleno”.
Che cosa
posso aggiungere sennonché insieme a Jacopo Biondi Santi e suo Figlio Tancredi,
nel magico contesto del “Castello di Montepò”, un vero scrigno che custodisce le loro eccellenze, ho passato una super piacevole giornata assaggiando dei Vini a
dir poco superbi.
Il Castello di Montepò
Il Panorama
Il Castello: l'Ingresso
Il Castello: la Corte Interna
La Barricaia
La Barricaia una Vista
Jacopo Biondi Santi nella sua Cantina
Iniziamo con i Primi due Vini
Verticale di Schidione
Degustazione della Verticale di Schidione
Jacopo biondi Santi Apre lo "Schidione 1997"
"Schidione 1997" Magnum n. 9.645
Jacopo Biondi Santi Stacca l'Etichetta Oro
Jacopo Biondi Santi Attacca l'Etichetta Oro
sul Certificato
Certificato "Schidione 1997" Bottiglia 9.645
Etichettato e Autografato
Le Vigne
Vigne e Panorama
Il Castello Visto dalle Vigne
Tancredi Biondi Santi, Jacopo Biondi Santi e
Giorgio Dracopulos
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