Publio
Ovidio Nasone (43 a.C. - 17 o 18 d.C.) noto a tutti semplicemente
come “Ovidio” è stato un mitico Poeta Romano tra i principali
esponenti della Letteratura Latina e la sua fama fu grande in vita quanto
nelle epoche successive alla sua morte, in una delle sue opere si leggono le
seguenti parole: “Quid melius Roma?” (Che cosa migliore di Roma?).
“Niente è
migliore di Roma” e di tale affermazione posso dare una testimonianza diretta,
infatti da piccolo ho vissuto alcuni anni a Roma e il periodo che ricordo con
più piacere è stato quello tra i 10 e i 12 anni (1962 - 1964) quando ho fatto
la Quinta Elementare e la Prima Media in una delle Scuole più antiche e
prestigiose della Città: il “Convitto Nazionale Vittorio Emanuele
II”.
Le Scuole
denominate “Convitto Nazionale” sono un'Istituzione che permise, dall'Unità
d'Italia (1861) in poi, di sottrarre alla Chiesa il quasi monopolio
Scolastico fino allora detenuto. I “Convitti Nazionali” rappresentarono
l'aspetto più interessante in materia di istruzione e, sia pure in misura
minoritaria, permisero una certa mobilità sociale. La fondamentale e
innovativa riforma della Scuola, ideata e applicata nel 1923 dal Ministro della
Pubblica Istruzione di allora, Giovanni Gentile, dette grande risalto ai
“Convitti Nazionali” che hanno avuto il periodo di massimo splendore proprio
negli anni ‘20 e ‘30 del 1900 costituendo una rete molto articolata e suddivisa
nelle diverse Province.
Oggi i
“Convitti” sono solo quarantuno distribuiti in tutte le Regioni Italiane. I
“Convitti Nazionali” oltre al personale Educativo hanno anche quello “Ausiliario”
(Cuochi, Commessi, e altri) per assistere gli allievi durante il pranzo e nel
pomeriggio.
Il “Convitto
Nazionale” di Roma trae origine dal “Pontificio Collegio Clementino”,
fondato da Papa Clemente VIII il 5 Dicembre 1595, nella Sede di
Via del Clementino.
Il “Clementino” fu soppresso dal Governo Napoleonico nel 1798 e
poi ricostituito nel 1815; nel 1891 il Governo Italiano gli conferì la
nuova denominazione di “Convitto Nazionale”.
Nel 1935 il
“Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II” fu trasferito nella Sede attuale di
Piazza Monte Grappa, sul Lungotevere Guglielmo Oberdan davanti al Ponte del
Risorgimento. La Nuova Sede, imponente e austera, appositamente costruita su
tre piani, con ampi spazi per tutti i tipi di servizi, oltre alle aule per la
didattica è provvista anche di un Parco al fine di permettere lo svolgimento di
numerose attività sportive.
Ecco, la mia
Scuola era ed è poco distante (pochi minuti a piedi) da un Rione di Roma che
frequentavo, per molti motivi, quasi tutti i giorni: il “Rione Prati”.
Il “Rione
Prati” fu costituito ufficialmente il 20 agosto 1921, l'ultimo in ordine
di tempo dei Rioni di Roma, nato come un quartiere che accogliesse le strutture
amministrative del Regno d'Italia e zona residenziale per i
funzionari dello Stato. L'impianto urbanistico stradale fu studiato in modo
tale che nessuna delle nuove vie avesse come sfondo la Cupola
della Basilica di San Pietro, a testimonianza dei rapporti tesi tra il
nuovo Stato Italiano e la Santa Sede nell'epoca precedente la firma
dei “Patti Lateranensi” avvenuta l’11 Febbraio 1929. Per questo motivo i
nomi delle Vie del nuovo Rione furono scelti tutti tra personaggi storici
della “Roma Repubblicana e Imperiale”, condottieri e letterati della
classicità latina e pagana, e tra gli eroi del Risorgimento al quale fu
dedicata la Piazza Principale (Piazza Cavour).
Situato
sulla sponda occidentale del Tevere, Prati è un quartiere molto elegante in
stile “Art Nouveau” che si sviluppa intorno a Via Cola di Rienzo e alle sue
lussuose boutique. Di giorno e di sera, le strade sono molto frequentate grazie
anche ai moltissimi Locali presenti. E poi c’è il “Teatro Adriano” che si trova
in Piazza Cavour di fronte al monumentale Palazzo della Corte Suprema di
Cassazione (1889).
L’Adriano è
nato nel 1898 come Teatro Lirico, è conosciuto anche come “Politeama
Adriano”, nella prima metà del XX Secolo ospitò esecuzioni classiche
di grande rilievo, sia di artisti affermati del Secolo precedente che di
contemporanei. Nel 1950 il “Teatro Adriano” subì importanti lavori che lo
trasformarono in un edificio diviso in due, una doppia Sala Cinematografica con
ingresso separato: dal lato di Piazza Cavour si accedeva al “Cinema Adriano”,
mentre da Via Cicerone, di lato, al “Cinema Ariston”. Di ambedue i Cinema
sono stato un più che assiduo frequentatore.
Il racconto
fatto fino a ora, oltre che essermi venuto dal cuore visto i miei trascorsi e i
miei ricordi, mi è servito per indicarvi l’ubicazione di una Via del Rione
Prati denominata Giuseppe Gioacchino Belli (scorre diritta per circa 700 m. tra
Lungotevere dei Mellini a Via Tacito alle spalle del Cinema Adriano) dove al
Civico 21 c’è un Ristorante molto interessante: “Carter Oblio” dello Chef Ciro
Alberto Cucciniello.
Ciro
Cucciniello (classe 1986) è di origini Campane, anche se fin da piccolo adorava
la Cucina di sua Nonna e gli piaceva osservarla mentre preparava il cibo non
aveva mai pensato di fare la professione del Cuoco, infatti dopo le Scuole
dell’Obbligo e le Superiori si era Laureato in Economia. Ma nel 2015 decise di
fare un corso per approfondire le tecniche di cucina e sviluppare quella
passione giovanile di lavorare ai fornelli: tale fatto gli scatenò un amore
improvviso che lo travolse immediatamente.
Grazie alle sue innate capacità di Chef per Ciro sono iniziate subito
delle collaborazioni importanti che gli hanno permesso di bruciare le tappe.
Il suo primo
grande Maestro è stato Luigi Nastri (classe 1974), per tutti “Gigi”, anche lui
di origini Campane (Costiera Amalfitana), Chef “Stellato” diventato famoso in
Ristoranti come il “Settembrini” (proprio dove ha lavorato Ciro nella sua
iniziale esperienza), la “Stazione di Posta” ed “Eit dell’Hotel Rex”
a Roma e in Francia a Parigi al Ristorante “La Gazzetta”. Un'altra grande
esperienza di Ciro è stata quella con il grande Chef super “Stellato” Davide
Scabin (classe 1965) al Ristorante “Combal Zero” di Torino.
Successivamente
Ciro Alberto Cucciniello tornò praticamente alle origini prendendo con successo
per alcuni anni le redini, come Chef Executive, il Ristorante, Fish Bar,
Cocktail Bar e Pizzeria “Settembrini” ubicato nel cuore di Roma, uno dei
simboli ristorativi del Quartiere Prati. Un Locale molto importante e
impegnativo che realizza grandi numeri e ha più di 50 dipendenti.
Nel Novembre
2020 Ciro Alberto Cucciniello decise, con grandissimo coraggio visto che a Marzo
dello stesso anno si era già scatenata in Italia la “Pandemia di Covid 19”, che
era giunto il momento di scatenare le sue fantasie culinarie in un Locale tutto
suo e aprì, come già accennato sempre nel Quartiere Prati di Roma in Via
Giuseppe Gioacchino Belli al Civico 21, il Ristorante “Carter Oblio”.
“Carter
Oblio” deriva dall’anagramma del nome Ciro Alberto Cucciniello.
Il
Ristorante Carter Oblio già esternamente si presenta con un
suo preciso e solido carattere a partire dall’insegna color ruggine e il
curatissimo e accogliente dehors in legno. Le ampie vetrate color verde bosco
del Locale rendono gli interni luminosi mettendo in risalto particolari della
Sala come la ruvidezza della pietra e il calore del legno vivo. Il design è
“minimal” e l’impronta dell’accoglienza decisamente nordica: finiture in ferro
battuto, tavoli in rovere massello, le pareti corrose ad arte, la libreria
composita curata dallo Chef, la “mise en place” fatta di ceramiche ruvide
realizzate a mano e la presenza del giradischi con la sua immancabile musica di
sottofondo.
Lo Chef Ciro
Alberto Cucciniello realizza un tipo di cucina interessante, gustosa,
trasgressiva e audace, una cucina in cui si sente il coraggio di osare,
sperimentare e anche provocare, ma senza l’ossessione di eccedere per stupire a
tutti i costi. La sua filosofia ha solide basi, si basa sull’artigianalità di
tutto ciò che realizza: pasta, pane, fermentati, essiccati, insaccati, tutto
ciò che serve quotidianamente viene fatto in casa. La stagionalità è un
imperativo il Menù viene aggiornato in base alle materie prime più fresche che
il mercato offre giornalmente.
Nel Menù ci
sono portate dai nomi particolari che richiamano un “gioco di confusione” tra
idee e luoghi, sono portate che vengono
servite con belle presentazioni e sono molto buone, come: - Carote, Carote,
Carote - L’Uovo di Colombo - Bitter Calamari - L’Anatra e lo Stagno -
Baccalà alla Pertecaregna e Vichyssoise di Friggitelli - Un Cavolfiore che si è
Fatto da Solo - Ravioli Gusto Pizza - Minestrella Maritata e Bisque Clandestina -
Caramelle di Scorzonera, Aglio Nero, Cavolo Nero e Tartufo Nero - Maccheroni,
Pecora e Cavolfiore - Pasta e Ceci e/o Nocciole (…e Baccalà) - Roman Ramen -
Risotto, Trota alla Cenere, Blu di Bufala e Cipolla Bruciata - Mupa,
Cocco, Citronella e Frutti di Mare - Questa una Cotoletta? E’ una battuta? -
Carciofo e i Suoi Fratelli - Maiale al Luppolo, Orzo all’Orzo, Crescioni alla
Birra - Cervo e Pioggia nel Pineto - Tartelletta Pera, Noci, Mosto Cotto - Babà
alla Pastiera Napoletana - Cachi alla Brace, Mandorle affumicate e Mascarpone.
A cotante
delizie di un Menù così ricco il Ristorante “Carter Oblio” offre una super
selezione di entusiasmanti e innovativi abbinamenti grazie alla Carta dei Vini,
oltre 150 Etichette che valorizzano produzioni artigianali e vitigni autoctoni,
con Vini Bianchi, Orange Wine, Vini Rosa, Vini Rossi, Vini Esteri (España,
Portugal, France, Česká Republika, Deutschland, Österreich), Vini Ancestrali,
Bollicine e Champagne, alla Carta degli Amari, dei Distillati, dei Cocktail,
oltre a quella dei Caffè.
Il grande e
appassionato impegno dello Chef Cucciniello è condiviso e
supportato con entusiasmo da una giovane Brigata di Cucina, dal Primo Sommelier
e Direttore di Sala Matteo Cantagalli, dai Sommelier Riccardo Carrera e Flavia
Frisina e da Antonio Piccolino.
Al Ristorante “Carter Oblio” di Roma del bravo Chef Ciro Alberto Cucciniello oltre a una grande accoglienza troverete del buon cibo che si abbina perfettamente con Vini, Cocktail e Musica.
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