mercoledì 6 agosto 2014

“J. DE TELMONT”, UNA MAISON CHE DA PIU’ DI 100 ANNI PRODUCE OTTIMI CHAMPAGNE DAL PERLAGE ESTREMAMENTE VELLUTATO.




La Francia deve le sue fortune in campo enologico sia agli antichi Greci Focesi (abitanti dell’antica Città di Focea ubicata sulle coste dell’attuale Turchia), che introdussero la coltivazione della vite, sia ai mercanti Fenici che, alla fine del VII Secolo a.C., portarono il vino nell’antica Città Greca di “Massalia” (oggi Marsiglia in Provenza).

Da allora parafrasando un noto modo di dire si potrebbe azzardare a scrivere che “molto vino è passato sotto i ponti”.

Oggi la Francia si alterna all’Italia, a seconda della vendemmie, come primo produttore mondiale di Vino
Grazie ad una intelligente agricoltura, su terreni particolarmente avocati, abbinata alla qualità dell’uva, alle tecniche enologiche e a una sapiente commercializzazione, i suoi Vini sono all’apice del successo mondiale e sono l’esempio da seguire praticamente da tutti.

Varie e grandi zone della vasta campagna Francese sono diventate famose e nomi come il Bordeaux, la Borgogna, l’Alsazia, le Valli del Rodano e della Loira, la Champagne corrispondono a importanti produzioni di Vino di ottima qualità.

La Champagne, in particolare, è un territorio, delimitato da una legge del 1927, ubicato nella Regione del nord-est della Francia, dove si produce l’omonimo e mitico vino spumeggiante.

Nella Zona si trovano circa 34.000 ettari di “ricchi” vigneti, a 150 Km. da Parigi, divisi in cinque zone naturali, dalle diverse caratteristiche sia del terreno che climatiche: Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Còte des Blancs, Còte de Sèzanne e Còte des Bar nell’Aube.

Il Territorio comprende 319 Comuni, suddivisi in cinque dipartimenti: la Marne, l’Aube, l’Aisne, le Haute-Marne, la Seine-et-Marne.

Per fare lo Champagne si possono usare, teoricamente, parecchie tipologie di vitigni, in realtà vengono usati prevalentemente: Pinot Nero, Pinot Meunier, Chardonnay, Pinot Bianco, Arbanne, Petit Meslier.  

Il nome “Champagne” è una Appellation d’Origine Contròlée (A.O.C.), può essere “Grand Cru” o “Premier Cru, a secondo del Comune di provenienza delle uve.
Solo le uve di 63 Comuni possono fregiarsi della Denominazione di Origine per lo Champagne, 17 come “Grand Cru” e 44 come “Premier Cru”.

Lo Champagne non è solo un Vino Francese con le bollicine (perlage) ma, in tutto il mondo, da più di trecento anni, è un “cult”.  

La sua invenzione, forse, è merito di un giovane frate benedettino, Pierre Pérignon (1639-1715), che si dedicò ai malandati vigneti dell’Abbazia di Saint-Pierre d’Hautvillers, a nord di Epernay, un Comune che oggi è uno dei maggiori centri della Regione Champagne-Ardenne.

Anche se non è assolutamente chiaro come e se arrivò lui a fare un così prelibato nettare, l’Abate Dom Pérignon ha dei meriti certi. 
Per primo il fatto di aver selezionato un vitigno come il Pinot Nero, poi l’affinamento della tecnica dell’Assemblaggio (mettere insieme il vino della stessa tipologia di Uva, ma proveniente da zone diverse) e anche per l’introduzione dell’uso di particolari tappi di sughero trattenuti da uno spago chiamato “muselet” (gabbietta, successivamente diventata di metallo), la soluzione per imprigionare la grande pressione nelle bottiglie.

Le Uve dello Champagne vengono vendemmiate obbligatoriamente a mano, il disciplinare vieta l’uso di macchine, e il Vino nasce con un procedimento, che prende il nome dal territorio in cui viene prodotto, il “metodo champenoise”.  
Il metodo ha varie fasi e prevede, principalmente, una doppia fermentazione del mosto, la prima volta nei tini, la seconda forzatamente con l’introduzione di zuccheri e lieviti selezionati, chiamati “liqueur de tirage”, direttamente nelle bottiglie.

Il termine “metodo champenoise” può essere usato solo per il vino spumante dello Champagne; infatti, in Italia, la stessa procedura viene denominata “metodo classico”.

Il nome “Champagne”, come già detto, è una Appellation d’Origine Contròlée (A.O.C.), ma l’identificazione più “interessante” sono le sigle di due lettere, stampate di solito sull’etichetta, che definiscono la tipologia di organizzazione professionale del produttore:

- NM = Négociant-manipulant, nome dato alle Aziende più famose che comprano le uve, le assemblano e le elaborano, per poi commercializzare le bottiglie con il loro marchio, sono prodotti di pregio; 

- RM = Récoltant-manipulant, piccoli produttori, sono coloro i quali si definiscono “artisan-vigneron” (artigiano/contadino vignaiolo), elaborano, imbottigliano e commercializzano le proprie uve, in gran parte fanno prodotti molto buoni e in alcuni casi eccezionali;

- CM = Coopérative de manipulation, gruppi di vignaioli che assemblano le uve, le elaborano, imbottigliano e commercializzano, di solito la loro produzione è piuttosto buona;

- RC = Récoltant-coopérateur, sono i viticoltori che conferiscono le loro produzioni ad una cooperativa che esegue la vinificazione e l’imbottigliamento, successivamente ognuno riprende le sue bottiglie per la commercializzazione;

- MA = Marque d’acheteur, commercianti che acquistano le bottiglie pronte per essere consumate,  aggiungendovi esclusivamente la propria etichetta per la commercializzazione.

Nel piccolissimo Comune Francese di Damery (circa 1.500 abitanti ma con 200 ettari di vigneti), Dipartimento della Marna, nella Regione della Champagne-Ardenne, c’è una bella Azienda Vitivinicolarécoltant-manipulant”  la Maison de Champagne J. De Telmont”.

Una Maison storica e importante che negli anni ha ricevuto un’infinità di premi, attestati e riconoscimenti, sia a livello nazionale che internazionale.

La Maison nasce grazie a una Famiglia di veri viticoltori della zona, oggi è una delle poche famiglie del Territorio rimaste uniche proprietarie della loro Azienda, la Famiglia Lhopital.

La Maison è stata fondata da Henri Lhopital, nel 1912, uno dei primi “récoltant-manipulant” del territorio (molto probabilmente il secondo) che nel 1918 decise di imbottigliare con il proprio nome il suo Champagne.

Il nuovo marchio “J. De Telmont” verrà registrato successivamente nel 1949.

A partire da Henri tutti i suoi successori si sono impegnati per migliorare la qualità ed espandere  l’Azienda fino agli attuali 36 magnifici ettari di vigneti suddivisi tra vigne di Chardonnay, Pinot Meunier e Pinot Noir.

Ben quattro generazioni: dopo Henri suo figlio André, poi figli di quest’ultimo, Serge e Henry, fino ad arrivare ai nostri giorni con Bertrand e Pascale (fratello e sorella) Lhopital
Ad aiutarli c’è il cognato di Bertrand, Philippe Parinet.

La Maison de ChampagneJ. De Telmont” ha una produzione importante che varia, a secondo delle annate e della richiesta del mercato, tra 1,2 e 2 milioni di bottiglie.

La suddetta produzione si divide tra:

 - “Grand Réserve Brut” (brut = vino imbottigliato allo stato naturale), non vintage (non millesimato), composto di un terzo di Chardonnay, un terzo di Pinot Meunier e un terzo di Pinot Noir;

- “ Grand Rosé Brut”, non vintage, 85% di Chardonnay e 15% di Pinot Nero vinificato in rosso;

 - “Grand Vintage”, millésime, 40% Chardonnay, 40% Pinot Meunier, 20% Pinot Noir;

- “Grand Blanc de Blancs”, millésime, 100% Chardonnay;

- “Heritage”, Cuvée , 100% Pinot Meunier, prodotto di nicchia imbottigliato su richiesta, in speciali annate di questo Champagne viene fatto anche il Rosè;

- “ Consécration Brut”, Cuvée, millèsime, Grand Cru, 100% Chardonnay;

- “Grand Couronnement”, millèsime, Grand Cru, 100% Chardonnay;

- “Cuvée Insolite”, non uno Champagne, ma come definito da loro stessi “un vino bianco tranquillo, imbottigliato prima della seconda fermentazione”, A.O.C. Côteaux Champenois, 100% Chardonnay.

Una considerazione particolare va data al loro più recente Champagne, un Grand Cru, 100% Chardonnay, con una produzione limitata a poche migliaia di bottiglie, che racchiude tutta la storia più antica degli Champagne: “O.R 1735”.

Infatti l’Ordinanza Reale 1735, promulgata da Luigi XV di Borbone (1710 - 1774, dal 1715 Re di Francia con il soprannome di “beneamato”), stabiliva, per la prima volta, la possibilità per i produttori Francesi di esportare i Vini in bottiglia invece che in botti come era avvenuto sino a quel momento. 
Veniva definita con precisione anche la capacità della bottiglia, una “Pinta di Parigi” che corrispondeva a 0,952 litri.

Per gli Champagne il particolare tappo di sughero, della bottiglia in questione, era trattenuto da uno spago di canapa (a doppio filo e oliato) con impresso, sopra al tappo, un sigillo di ceralacca.

Lo ChampagneO.R 1735” Brut, della Maison de Champagne “J. De Telmont”, prodotto solo nelle migliori annate, ricorda le origini dei primi imbottigliamenti avendo adottato una particolare bottiglia, simile ad allora, e usato per la chiusura lo spago e la ceralacca. 
Uno Champagne curato in maniera “maniacale” che invecchia per circa otto anni prima di essere commercializzato.

Senza arrivare ai prodotti più ricercati della Maison vi garantisco che anche solo il loro prodotto base, lo Champagne “Grand Réserve Brut”, A.O.C., non vintage, è una magnificenza. 
La bottiglia degustata, una bella “magnum” (1,5 litri).

Uno Champagne cuvée (assemblaggio, in questo caso specifico più di 40 Cru differenti e di diverse annate) dal colore giallo paglierino vivace con lievi riflessi ramati, trasparente e nitido, dal perlage fine, al naso ricchi sentori di fiori selvatici, erbacei e fruttati, in bocca una vera e propria esplosione di vivacità, freschezza e aromi di frutta, un vino rotondo e soave, eccezionalmente vellutato e piacevolmente lungo.  

Tutti gli Champagne della Maison J. De Telmont”, un’Azienda Récoltant-manipulant” con più di 100 anni di esperienza, sono grandi Champagne dal perlage delicatamente vellutato, straordinariamente buoni per tutte le occasioni.




La Magnum Scatolata 

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