sabato 20 agosto 2016

“DIARIO DI BORGO” L’ULTIMO INTERESSANTISSIMO LIBRO DI PAOLO CIOLLI IL CANTORE DELLA LIVORNESITA’ GASTRONOMICA E NON SOLO.




Livorno oggi è bella Città Portuale, adagiata sulla suggestiva Costa Toscana e bagnata dal Mar Ligure.
Livorno è la terza Città, nella Regione Toscana, per numero di abitanti, circa 160.000.

Livorno ha alle spalle una lunga e ricca storia che inizia con i primi insediamenti umani (confermati da ritrovamenti archeologici) addirittura nella Preistoria.
Convenzionalmente quel periodo che precede l’invenzione della scrittura (avvenuta in oriente tra 3500 e 3200 anni a.C.) si definisce “Preistoria”.

Altri ritrovamenti successivi ci indicano che qui vissero anche Etruschi e Romani.
Già nel I Secolo a.C. Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), filosofo, scrittore, politico, avvocato e pregevole oratore Romano, in una lettera indirizzata a suo fratello, Quinto Tullio Cicerone (102 a.C. - 43 a.C.), citava l’antica “Pisis” (Pisa) e una località vicina definita “Labrone”. 
Tutt’oggi “labronico” è sinonimo di “livornese”.

Il primo dato certo di un toponimo “Livorna” risale però al 1017 e si riferisce ad un piccolo nucleo abitativo a pochi chilometri a sud della Foce del Fiume Arno.

Grazie all’interramento del vicino Porto Pisano, tra il XIII e XIV Secolo, Livorno, con il suo Porto, si sviluppò rapidamente dotandosi di robuste fortificazioni ed edificando il maestoso “Fanale dei Pisani” (o Fanale Maggiore, uno dei fari più antichi d’Italia, ricostruito fedelmente dopo i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale).

Grazie alle “Leggi Livornine”, emanate, tra il 1591 e il 1593, dal Granduca di Toscana Ferdinando I  de’ Medici, particolarmente “larghe di manica”, e l’istituzione del “Porto Franco” (che diventò uno dei più trafficati scali del Bacino del Mediterraneo), la Città prese a  crescere sotto tutti gli aspetti, anche sotto il profilo gastronomico.

Nel 1815 la Città di Livorno contava più di 50.000 abitanti.

Nel 1860, si tenne il Plebiscito che sancì l’unione del Granducato di Toscana al Regno di Sardegna; a Livorno su 23.900 votanti solo 215 si espressero contro tale atto.

Dal 1861 Livorno e i suoi 91.000 abitanti, causa la fine dei vantaggiosi e facilitati commerci, fatti durante gli anni del Granducato, precipitò in disastroso stato sociale.

I primi cenni di ripresa cittadina, che si vedranno maggiormente a partire ai primi del 900, si ebbero nel 1866 quando fu dato, in concessione trentennale, il Cantiere Navale di San Rocco, all’Ingegnere e Imprenditore palermitano Luigi Orlando (1814 - 1896).

Altro evento fondamentale per Livorno fu l’inaugurazione, il 6 Novembre 1881, dell’Accademia Navale che venne inizialmente ubicata, sul lungomare, dove sorgeva il Lazzaretto di San Jacopo.

Tra le due guerre mondiali Livorno ebbe un periodo di notevole sviluppo economico/architettonico, con una parziale trasformazione della città (interrotta poi dalla Seconda Guerra Mondiale).
Tra le realizzazioni più importanti, tutt’oggi attive, citerei il grande e moderno Ospedale e il nuovo Stadio.

Durante la guerra, tra il 1940 e il 1944, Livorno ebbe ben 1000 allarmi aerei e decine di bombardamenti tra diurni e notturni, i più distruttivi furono quelli “a tappeto” effettuati dagli Americani e dagli Inglesi a partire dal 1943.

Non esiste un calcolo preciso del numero delle vittime tra i lavoratori delle industrie e i civili, ma è certo che furono parecchie migliaia. 
La città venne distrutta si dice per l’80%. 
Le poche industrie rimaste in piedi vennero fatte poi saltare dai Tedeschi in ritirata.

Oltre 30.000 Livornesi rimasero senza casa e molti di più anche senza lavoro.

Ma torniamo ad argomenti più gradevoli.

La Cucina Livornese, per essendo un intricato groviglio di ricette provenienti da tradizioni distanti tra di loro, sopraggiunte con il notevole afflusso di gruppi etnici perseguitati per motivi legali o religiosi, si è sviluppata con un suo specifico, vario e robusto carattere che si può ritrovare anche in una  ricetta, assolutamente e unicamente “Livornese” come il “Cacciucco”.

Uno dei cuochi/scrittori più appassionati e documentati sulla Cucina Livornese, e non solo, è Paolo Ciolli.

Paolo Ciolli, Livornesissimo, è nato al numero civico 161, “al primo piano”, di Borgo San Jacopo, una delle strade più tipiche della bella Città di mare Toscana, in una fredda giornata di Febbraio che portava la data del 14, nell’anno 1949.

E’ importante sottolineare “al primo piano”, perché sotto casa c’era la “Pasticceria Gnesi”,  aperta da un solo anno, il 29 Febbraio 1948, da Renzo Gnesi, e quegli straordinari aromi, che si propagavano nell’aria, sono subito penetrati, lasciando il segno, nel respiro dell’appena nato Paolo.

Fin da piccolo si è subito appassionato alla cucina seguendo le preparazioni della sua mamma Anna Maria, della nonna Giuseppina e della zia Amelia.  

A 20 anni, molto giovane, ha iniziato a insegnare educazione fisica alle superiori, l’ha fatto per 30 anni in varie scuole, per 12 anni ha insegnato anche alla super prestigiosa “Accademia Navale di Livorno”; è stato attore recitando in un film, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, nei panni di un cardinale.

La passione per la Cucina è cresciuta col passare degli anni fino a portarlo a diventare un vero e proprio “Personal Chef” con la partecipazione anche a diversi concorsi gastronomici come il programma televisivo di Rai 1, “La Prova del Cuoco”, condotto da Antonella Clerici, dove ha vinto con i suoi “Tortelloni al tramonto con zabaione al parmigiano”.

Sempre grazie alla sua grande passione culinaria è diventato anche scrittore pubblicando, dal 2006, libri di successo come “Habemus Pappam” (parafrasando il titolo del film di Moretti), “Il Miracolo della Farina di Ceci - Storie, Luoghi, Personaggi”, “I Pesci della Terrazza”, “La Cicciaccia”, “La Pasticceria a Livorno”, “Il Cacciucco” (Libro uscito anche in una versione in lingua Inglese), “Teste e lische caro Napoleone…”, “Livorno la ghiotta - La città e le sue ricette”.

Paolo ha anche, dall’Ottobre 2010, il suo Blog Gastronomico Paolo Ciolli Chef”.

Paolo Ciolli ha condotto anche una simpatica e istruttiva serie di trasmissioni di Cucina su “Granducato TV” che si chiamava “Tutti Chef”.

Proprio da pochissime settimane è uscito il nuovo Libro di Paolo Ciolli: “Diario di Borgo”.  
Il libro si compone di 252 pagine, nel pratico formato cm 20,5 x 13,5, ed è edito da “Edizioni del Boccale” (emanazione della Libreria Gaia Scienza) di Livorno

La Copertina, in cartoncino con bandelle, è illustrata con “dei ragazzini stilizzati che giocano”, opera della brava Disegnatrice Margherita Tramutoli
Margherita, nata a Potenza, nel 1984, si è laureata in Relazioni Internazionale e in Fumetto e colorazione digitale a Napoli; da tempo vive e lavora a Livorno.

Il libroDiario di Borgo”, diviso in quindici Capitoli, è una bellissima e dettagliata descrizione della vita giornaliera  che si svolgeva, dagli anni cinquanta agli anni sessanta in una della vie più fascinose di Livorno: “Borgo San Jacopo”.

Un racconto appassionante, estremamente dettagliato, anche nei più piccoli e curiosi dettagli, un libro che non ha bisogno di foto, perché ti porta direttamente in “Borgo San Jacopo” facendo rivivere, al lettore, ogni sensazione in prima persona.

Uno “tsunami” di avvincenti descrizioni, dalle più sgradevoli (dovute alla difficile situazione economica di moltissime famiglie di allora nel primo dopoguerra) a quelle più piacevoli, il tutto frutto della vasta cultura, vissuta in prima persona, prima da cittadino, poi da storico/gastronomico Livornese, da Paolo Ciolli.   

In questo contesto s’inseriscono, con naturalezza, senza interrompere il racconto, anche alcune ricette di piatti della Tradizione, a partire dalle prime fatte praticamente di “nulla”, dato la mancanza di tutto. 
Ricette povere si, ma piene di dignità, come le persone che le preparavano.

Una lettura piacevole e divertente, da leggere e rileggere, che esprime con esatte e precise parole una “vita pulsante”, quotidiana, di una strada, di una comunità, praticamente di un mini quartiere.
Nomi e fatti si susseguono, anche troppo velocemente per il lettore che, affascinato, vorrebbe, approfondire, sapere ancora di più, non smettere di seguire alcuni personaggi, alcuni momenti e alcune vicende.

Che altro dire su questo bel libro intitolato “Diario di Borgo”, se non che è un nuovo successo di Paolo Ciolli, il cantore più sincero della tradizione storica e culinaria Livornese








Il Libro

Giorgio Dracopulos e Paolo Ciolli

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