Livorno oggi
è bella Città Portuale, adagiata sulla suggestiva Costa Toscana e bagnata dal
Mar Ligure.
Livorno è la
terza Città, nella Regione Toscana, per numero di abitanti, circa 160.000.
Livorno
ha alle spalle una lunga e ricca storia che inizia con i primi insediamenti
umani (confermati da ritrovamenti archeologici) addirittura nella Preistoria.
Convenzionalmente
quel periodo che precede l’invenzione della scrittura (avvenuta in oriente tra
3500 e 3200 anni a.C.) si definisce “Preistoria”.
Altri
ritrovamenti successivi ci indicano che qui vissero anche Etruschi e Romani.
Già nel I
Secolo a.C. Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), filosofo, scrittore,
politico, avvocato e pregevole oratore Romano, in una lettera indirizzata a suo
fratello, Quinto Tullio Cicerone (102 a.C. - 43 a.C.), citava l’antica “Pisis”
(Pisa) e una località vicina definita “Labrone”.
Tutt’oggi “labronico” è
sinonimo di “livornese”.
Il primo
dato certo di un toponimo “Livorna” risale però al 1017 e si riferisce ad un
piccolo nucleo abitativo a pochi chilometri a sud della Foce del Fiume Arno.
Grazie
all’interramento del vicino Porto Pisano, tra il XIII e XIV Secolo, Livorno,
con il suo Porto, si sviluppò rapidamente dotandosi di robuste fortificazioni ed
edificando il maestoso “Fanale dei Pisani” (o Fanale Maggiore, uno dei fari più
antichi d’Italia, ricostruito fedelmente dopo i danni subiti durante la Seconda
Guerra Mondiale).
Grazie alle
“Leggi Livornine”, emanate, tra il 1591 e il 1593, dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, particolarmente “larghe di manica”, e l’istituzione
del “Porto Franco” (che diventò uno dei più trafficati scali del Bacino del Mediterraneo),
la Città prese a crescere sotto tutti
gli aspetti, anche sotto il profilo gastronomico.
Nel 1815 la
Città di Livorno contava più di 50.000 abitanti.
Nel 1860, si
tenne il Plebiscito che sancì l’unione del Granducato di Toscana al Regno di
Sardegna; a Livorno su 23.900 votanti solo 215 si espressero contro tale atto.
Dal 1861 Livorno e i suoi 91.000 abitanti, causa la fine dei vantaggiosi e facilitati commerci,
fatti durante gli anni del Granducato, precipitò in disastroso stato sociale.
I primi
cenni di ripresa cittadina, che si vedranno maggiormente a partire ai primi del
900, si ebbero nel 1866 quando fu dato, in concessione trentennale, il Cantiere
Navale di San Rocco, all’Ingegnere e Imprenditore palermitano Luigi Orlando
(1814 - 1896).
Altro evento
fondamentale per Livorno fu l’inaugurazione, il 6 Novembre 1881, dell’Accademia
Navale che venne inizialmente ubicata, sul lungomare, dove sorgeva il
Lazzaretto di San Jacopo.
Tra le due
guerre mondiali Livorno ebbe un periodo di notevole sviluppo
economico/architettonico, con una parziale trasformazione della città
(interrotta poi dalla Seconda Guerra Mondiale).
Tra le realizzazioni più
importanti, tutt’oggi attive, citerei il grande e moderno Ospedale e il nuovo
Stadio.
Durante la
guerra, tra il 1940 e il 1944, Livorno ebbe ben 1000 allarmi aerei e decine di
bombardamenti tra diurni e notturni, i più distruttivi furono quelli “a
tappeto” effettuati dagli Americani e dagli Inglesi a partire dal 1943.
Non esiste
un calcolo preciso del numero delle vittime tra i lavoratori delle industrie e
i civili, ma è certo che furono parecchie migliaia.
La città venne distrutta si
dice per l’80%.
Le poche industrie rimaste in piedi vennero fatte poi saltare
dai Tedeschi in ritirata.
Oltre 30.000
Livornesi rimasero senza casa e molti di più anche senza lavoro.
Ma torniamo
ad argomenti più gradevoli.
La Cucina
Livornese, per essendo un intricato groviglio di ricette provenienti da
tradizioni distanti tra di loro, sopraggiunte con il notevole afflusso di
gruppi etnici perseguitati per motivi legali o religiosi, si è sviluppata con
un suo specifico, vario e robusto carattere che si può ritrovare anche in
una ricetta, assolutamente e unicamente
“Livornese” come il “Cacciucco”.
Uno dei
cuochi/scrittori più appassionati e documentati sulla Cucina Livornese, e non
solo, è Paolo Ciolli.
Paolo
Ciolli, Livornesissimo, è nato al numero civico 161, “al primo piano”, di Borgo
San Jacopo, una delle strade più tipiche della bella Città di mare Toscana, in
una fredda giornata di Febbraio che portava la data del 14, nell’anno 1949.
E’
importante sottolineare “al primo piano”, perché sotto casa c’era la “Pasticceria Gnesi”,
aperta da un solo anno, il 29 Febbraio 1948, da Renzo Gnesi, e quegli
straordinari aromi, che si propagavano nell’aria, sono subito penetrati,
lasciando il segno, nel respiro dell’appena nato Paolo.
Fin da
piccolo si è subito appassionato alla cucina seguendo le preparazioni della sua
mamma Anna Maria, della nonna Giuseppina e della zia Amelia.
A 20 anni,
molto giovane, ha iniziato a insegnare educazione fisica alle superiori, l’ha
fatto per 30 anni in varie scuole, per 12 anni ha insegnato anche alla super
prestigiosa “Accademia Navale di Livorno”; è stato attore recitando in un
film, “Habemus Papam” di Nanni Moretti, nei panni di un cardinale.
La passione
per la Cucina è cresciuta col passare degli anni fino a portarlo a diventare un
vero e proprio “Personal Chef” con la partecipazione anche a diversi concorsi
gastronomici come il programma televisivo di Rai 1, “La Prova del Cuoco”, condotto da Antonella Clerici,
dove ha vinto con i suoi “Tortelloni al tramonto con zabaione al parmigiano”.
Sempre
grazie alla sua grande passione culinaria è diventato anche scrittore
pubblicando, dal 2006, libri di successo come “Habemus Pappam” (parafrasando il
titolo del film di Moretti), “Il Miracolo della Farina di Ceci - Storie,
Luoghi, Personaggi”, “I Pesci della Terrazza”, “La Cicciaccia”, “La Pasticceria
a Livorno”, “Il Cacciucco” (Libro uscito anche in una versione in lingua
Inglese), “Teste e lische caro Napoleone…”, “Livorno la ghiotta - La città e le
sue ricette”.
Paolo Ciolli
ha condotto anche una simpatica e istruttiva serie di trasmissioni di Cucina su
“Granducato TV” che si chiamava “Tutti Chef”.
Proprio da
pochissime settimane è uscito il nuovo Libro di Paolo Ciolli: “Diario di Borgo”.
Il libro si
compone di 252 pagine, nel pratico formato cm 20,5 x 13,5, ed è edito da “Edizioni del Boccale” (emanazione della Libreria Gaia Scienza) di Livorno.
La Copertina,
in cartoncino con bandelle, è illustrata con “dei ragazzini stilizzati che
giocano”, opera della brava Disegnatrice Margherita Tramutoli.
Margherita, nata a Potenza, nel 1984, si è laureata in
Relazioni Internazionale e in Fumetto e colorazione digitale a Napoli; da tempo
vive e lavora a Livorno.
Il libro “Diario
di Borgo”, diviso in quindici Capitoli, è una bellissima e dettagliata
descrizione della vita giornaliera che
si svolgeva, dagli anni cinquanta agli anni sessanta in una della vie più
fascinose di Livorno: “Borgo San Jacopo”.
Un racconto
appassionante, estremamente dettagliato, anche nei più piccoli e curiosi
dettagli, un libro che non ha bisogno di foto, perché ti porta direttamente in “Borgo
San Jacopo” facendo rivivere, al lettore, ogni sensazione in prima persona.
Uno
“tsunami” di avvincenti descrizioni, dalle più sgradevoli (dovute alla
difficile situazione economica di moltissime famiglie di allora nel primo
dopoguerra) a quelle più piacevoli, il tutto frutto della vasta cultura,
vissuta in prima persona, prima da cittadino, poi da storico/gastronomico Livornese, da Paolo Ciolli.
In questo
contesto s’inseriscono, con naturalezza, senza interrompere il racconto, anche
alcune ricette di piatti della Tradizione, a partire dalle prime fatte
praticamente di “nulla”, dato la mancanza di tutto.
Ricette povere si, ma piene
di dignità, come le persone che le preparavano.
Una lettura
piacevole e divertente, da leggere e rileggere, che esprime con esatte e
precise parole una “vita pulsante”, quotidiana, di una strada, di una comunità,
praticamente di un mini quartiere.
Nomi e fatti
si susseguono, anche troppo velocemente per il lettore che, affascinato,
vorrebbe, approfondire, sapere ancora di più, non smettere di seguire alcuni
personaggi, alcuni momenti e alcune vicende.
Che altro
dire su questo bel libro intitolato “Diario di Borgo”, se non che è un nuovo
successo di Paolo Ciolli, il cantore più sincero della tradizione storica e culinaria
Livornese.
Il Libro
Giorgio Dracopulos e Paolo Ciolli
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