La cosiddetta
“Cucina Povera” è quell’insieme di “ricette” che, sparse su tutto il Territorio
Italiano, nascono attraverso i Secoli e
giungono fino a noi grazie alla fantasia e all’ingegno delle Genti più povere,
quelle che dovevano quotidianamente sopravvivere praticamente con “quasi
nulla”.
Le “Ricette
Povere” erano preparate con quel che c’era in Casa, e di solito non rimaneva
molto.
La
preparazione più povera di tutte, e oggi non più realizzata, frutto della più
assoluta disperazione, era la “minestra coi sassi”, ricetta al centro di
novelle e novelline che si perdono nel tempo:
acqua calda con dentro alcuni
sassi (meglio se raccolti in Mare) per cercare di dare un leggero sapore
all’acqua stessa.
Un’altra
preparazione minimale caratteristica e tipica della Maremma Grossetana è una Zuppa
di Verdure denominata “Acquacotta”.
Una Ricetta senza una precisa definizione
dato che si prepara in stagioni diverse e con prodotti dalla più varia
reperibilità.
Ma una base certa c’era e c’è: acqua, sale, sedano, cipolla, olio
extravergine di oliva e pane sciocco (Toscano).
A tutto ciò si può aggiungere
molto altro seguendo le varie versioni.
Ma sulla
parola “Povera” vorrei chiarire che nella “Storia della Cucina Mondiale” sono
state proprio le Classi più disagiate che, per Secoli, hanno insegnato ai “Ricchi”
a mangiare attraverso il loro lavoro in Cucina e fornendo, agli stessi, le loro
produzioni agricole e non solo.
Oggi queste
preparazioni (non più povere) per la loro semplicità, ma anche in molti casi
per la loro bontà, rientrano nel nostro patrimonio Culturale Gastronomico.
Ricette nate
sia in Territori opulenti (dove però non sono mai mancati i più bisognosi) sia
in Territori molto difficili per le specifiche prerogative morfologiche e
climatiche.
Nei Secoli
passati una di queste Zone particolarmente ardue per viverci è stata la
Maremma.
La Maremma è
una vasta Regione Geografica compresa tra la Toscana (in prevalenza) e il
Lazio, che si estende per circa 5.000 chilometri quadrati, affacciata sul Mar
Tirreno.
Da Nord a
Sud la Maremma si divide in tre zone:
l’Alta Maremma (o Antica Maremma Pisana,
oggi divisa tra le Province di Pisa e Livorno), la Maremma Grossetana (quella
più famosa, che s’identifica spesso con il termine stesso di “Maremma”) e la
Maremma Meridionale (o Laziale).
In origine
questo era un vasto Territorio, spesso basso ed estremamente paludoso,
invivibile anche per la facilità con cui si prendeva la malaria.
Tale è rimasto
fino alle Bonifiche iniziate nel 1780 e terminate, in grandissima parte, nel
1940.
Oggi invece la
Maremma è un bellissimo, curato e accogliente Territorio, ricco di cultura e
fascino, dove, grazie anche alle grandi zone protette, come il “Parco Naturale della Maremma” e la “Zona Archeologica dei Vulci”, si sono mantenute pressoché intatte
tutte le positività dell’ambiente, della flora e della fauna.
Anche se è
uscito da poco più di un anno, solo oggi mi è capitato di leggere un Libro, intitolato “Acquacotta – per fame e per amore –
Gusto e Tradizione di Maremma” e scritto da Daniele Fantini, che riunisce proprio i due
elementi da me descritti fino a ora.
Daniele
Fantini, detto “il Fanta”, è nato, il 4 Luglio 1952, nella Borgata di San
Guglielmo, un piccolo Rione della Frazione di Bagno di Gavorrano, nel
Territorio del Comune di Gavorrano in Provincia di Grosseto.
La Borgata
di San Guglielmo era sorta insieme ad
altre, nel Sud della Frazione di Bagno di Gavorrano, agli inizi del XIX Secolo, dopo che nel 1898 fu scoperto in zona un importante giacimento di
“pirite” (detta anche “l’oro degli stolti” per la sua somiglianza con l’oro)
con il conseguente fortissimo incremento lavorativo nella miniera stessa.
I Genitori
di Daniele Fantini, Aldo e Francesca, erano originari della Romagna, e si
trasferirono in Maremma proprio per lavorare alla miniera.
Dopo l’infanzia
trascorsa a contatto con una splendida natura, da ragazzo Daniele, ha fatto
varie esperienze lavorative fino agli anni Novanta quando prese la decisione di
dedicarsi completamente alla Cucina, da sempre la sua grande passione.
Ecco che
Daniele Fantini aprì, in un’altra piccolissima Frazione di Gavorrano denominata
Ravi, insieme alla Moglie Stefania e ai Figli Marco e Nicola, l’Osteria il
“Passo Carraio” che in breve tempo diventò un punto di riferimento della buona
Cucina Tradizionale Maremmana.
Successivamente la loro attività fu trasferita
nel Paese di Gavorrano dove prese il nuovo nome di Ristorante “Il Fanta”.
Dopo alcuni
anni il Ristorante “Il Fanta” si è nuovamente trasferito nella Sede,
quella attuale, non lontano da Bagno di Gavorrano, dove, dall’alto di una dolce
collina gode del magnifico panorama sul Golfo di Follonica (GR) e sulla
campagna circostante.
Ma torniamo
al Libro “Acquacotta – per fame e per amore –
Gusto e Tradizione di Maremma” edito dalla “C&P Adver Edizioni Effegi” di Arcidosso (GR) nella Collana
“Tavole Imbandite”.
Hanno
collaborato alla realizzazione Riccardo Conforti (Art Director), Martina
Purificato (Grafica) e Cinzia Bardelli per l’Immagine di Copertina.
Il Libro è
uscito nell’Estate 2017 in formato 21x15 cm. con 102 pagine.
Dopo il Sommario
troviamo la Prefazione di Mario Papalini, Archeologo, Storico dell’Arte e
Responsabile della Produzione della Casa Editrice Effegi, segue l’Introduzione
del Giornalista Silvano Polvani.
Poi una
breve Presentazione di Daniele Fantini stesso dove spiccano le seguenti parole:
“Non si tratta di un Libro di ricette, tantomeno di un tratto di storia, ma troverete
ugualmente ricette, storia, metodi con in più pezzi di filosofia di un Popolo, racconti,
storie di vita vissuta e tanto sentimento……………….”.
Di seguito i
21 avvincenti Capitoli corredati da simpatici disegni.
Che dire di
più di questo Libro “Acquacotta – per fame e per amore –
Gusto e Tradizione di Maremma”, scritto con grandissima passione da Daniele Fantini, sennoché
“Il Fanta” è riuscito a coinvolgermi totalmente con il suo scritto che l’ho
letto “tutto d’un fiato”.
Daniele Fantini e Giorgio Dracopulos
Il Libro
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