domenica 26 agosto 2012

L’ANTICO MERCATO DI SAN MIGUEL A MADRID IN SPAGNA : UN LUOGO CULT DELLA GASTRONOMIA MONDIALE.


Il Cattolicesimo è sempre stata la religione prevalente in Spagna, poi, a partire dal XV Secolo, si è imposta in maniera egemonica. Successivamente grazie al Concordato del 16 Marzo 1851, tra Papa Pio IX (ultimo sovrano dello Stato Pontificio tra il 1846 e il 1878) e Isabella II di Borbone (unica regina regnante di Spagna, sul trono dal 1833 al 1868), alla Chiesa Cattolica veniva garantita un’esclusiva situazione di privilegio. Tutto ciò ha portato, nei secoli, un fiorire di bellissimi edifici, in tutto il Paese, riconducibili alla “Chiesa Cattolica”. Chiese, Cappelle, Parrocchie, Conventi, Scuole, Università e Collegi furono costruiti in tutta la Spagna e, tutt’oggi, moltissimi di questi immobili sono un grande richiamo culturale per la loro storia e bellezza architettonica. Oggi la Chiesa Cattolica in Spagna è suddivisa in 14 Arcidiocesi Metropolitane con 71 Diocesi e 22.890 Parrocchie con più di 40 milioni di fedeli.

Tra il 1808 e il 1813 divenne Re di Spagna Giuseppe Bonaparte, instauratosi grazie alle vittorie Napoleoniche. Tra i suoi numerosi interventi, per migliorare alcuni servizi della Capitale Spagnola, in particolare per dare più spazio ad un vecchio mercato medievale all’aperto, fece demolire la vecchia Chiesa parrocchiale “San Miguel de los Octoes”. Alla Chiesa, precedentemente danneggiata da alcuni incendi, in particolare quello del 1790, che avevano interessato la vicina e maestosa “Plaza Mayor”, vi si accedeva uscendo da alcune delle nove porte della Piazza stessa, quelle che, anche oggi, portano in “Calle Cava de San Miguel”. Nacque cosi una Piazzetta che prese appunto il nome della vecchia Chiesa, “Plaza San Miguel”.

I fedeli della zona erano particolarmente devoti a San Miguel (San Michele Arcangelo), infatti, nel 1745, avevano anche edificato, a pochissima distanza, una Basilica Pontificia, adiacente al Palazzo Vescovile, dedicata al Santo e che tutt’oggi si può ammirare.

Il mercato all’aperto della Piazzetta di San Miguel, allargandosi, poté cosi contenere molte più bancarelle, diventando, negli anni successivi, un punto di riferimento per una spesa di qualità, con una particolare attenzione per il pescato.

Intorno alla metà de 1800 si fece largo, supportata da medici e scienziati igienisti, l’idea di una maggiore, generale e attenta cura della pulizia della Capitale Spagnola, in particolare quella dei mercati alimentari.

Sull’onda di questa ispirazione tra il 1875 e il 1882 vennero edificati in varie zone di Madrid quattro mercati al coperto (Mostenses, Orzo, Chamberì, Pace), con strutture in ferro, seguendo uno stile francese già adottato a Parigi.

Dopo un’idea originaria dell’Architetto Joaquin Henri, pubblicata, nel 1835, su un giornale madrileno, per la copertura del Mercato di San Miguel, bisognò arrivare al 1911 per la realizzazione del progetto definitivo. Venne incaricato l’Architetto Alfonso Dubé y Diez che, successivamente, realizzò l’opera, al costo di trecentomila pesetas, tra il 1913 e il 1915, con alte colonne in ghisa (lega ferro-carbonio) e strutture in ferro, sempre con lo stile delle “Halles de Paris”. I lavori, per non interrompere l’operatività del mercato, furono eseguiti in due tempi, la prima parte entro il 1914, l’altra entro a fine del 1915. L’inaugurazione è avvenuta il 13 Maggio 1916.

Il Mercato di San Miguel del 1916, circa 1200 mq. a pianta rettangolare al piano terra e altrettanti nel sottosuolo per lo stoccaggio, aveva solo la fascinosa copertura, con il sistema di raccolta della pioggia, le finiture lavorate a cresta intorno al tetto e il pavimento in granito intarsiato.

Unico sopravvissuto tra i mercati coperti di Madrid, San Miguel, ha dovuto nel 1999 ristrutturarsi per far fronte alla concorrenza dei moderni supermercati. Con un costo di 150 milioni di pesetas ha qualificato le sue strutture, adeguando il Mercato alle moderne esigenze, tra l’altro è stato rivestito l’interno del tetto con fasciame di legno, sono arrivate le grandi e luminose vetrate, e sono state aggiunte le porte automatiche.

Ma cosa più importante, nel 2003 è nata la “Società Gourmet San Miguel”, formata da un gruppo di commercianti, entusiasti del proprio lavoro, e altri appassionati, per la gestione dell’aggiornata struttura. Grazie a loro, il Mercato è stato ulteriormente specializzato e qualificato, con altri lavori riguardanti le tipologie e gli aspetti delle postazioni vendita, successivamente, nello stato attuale, ha riaperto in pompa magna il 13 Maggio 2009.

È nato cosi non solo un Mercato di prodotti stagionali freschissimi e super selezionati ma un centro Cultural/Gastronomico a livello mondiale.

Al Mercato di San Miguel ci sono 33 banchi alimentari di tutti i generi, ma non ripetuti e quindi non in concorrenza, gestiti da grandi professionisti, in aggiunta i bar, l’enoteca, la libreria enogastronomica, il fioraio e un negozio di design.

Al Mercato di San Miguel, che ha un lungo orario di apertura (è aperto tutti i giorni dalle 10.00 del mattino fino a tarda notte), potrete soddisfare tutte le vostre esigenze, acquistando e degustando ottimi prodotti nazionali ed esteri.

I banchi ben allineati su più file offrono ostriche freschissime, pesci, crostacei e molluschi dal profumo di mare, ricercati formaggi dai mille gusti, saporiti salumi e i super famosi prosciutti (jamòn iberico bellota), la delicata pasticceria, la raffinata biscotteria e cioccolateria , la gelateria e le granite alla frutta, il fragrante pane, i mille colori della frutta fresca, i vini e gli champagne di grandi marche, le birre artigianali, i croccanti e buoni fritti nel cono di carta, le immancabili e buonissime “tapas” di cento tipi diversi e moltissime altre prelibatezze: questi sono i punti forti del Mercato.

Il Mercato di San Miguel, non è solo uno dei migliori posti al mondo per la spesa quotidiana, ma un centro vivace e accogliente dove si possono vivere eventi che spaziano dai corsi di alimentazione e gastronomia, agli spazi musicali e culturali, dalle presentazioni di manifestazioni e libri, alle fiere. Le degustazioni iniziano con le colazioni, seguono con i pranzi veloci, poi con le merende, arrivando agli aperitivi e alla cene, ma proseguono poi anche nell’intrattenimento dei dopo cena, abbracciando tutte le ore del giorno.

Ogni anno 4 milioni di persone visitano questo Mercato, da tutta la Spagna e da ogni angolo della Terra, qui si concentra l’interesse dei curiosi ma soprattutto quello degli appassionati della qualità e dei buongustai.

L’antico Mercato di San Miguel, nel centro storico di Madrid in Spagna, è diventato in pochissimi anni uno straordinario “Centro di Cultura Culinaria” un luogo “Cult” della gastronomia mondiale.




Giorgio Dracopulos al Mercato di San Miguel


Uno degli Ingressi

Il Banco dei Salumi

Il Banco del Pesce

Il Banco della Frutta

L'Enoteca

Uno dei Corridoi

sabato 18 agosto 2012

IL QATAR UN PICCOLO EMIRATO DAL FASCINO INDISCUTIBILE CON UNA CUCINA FUSION.


  Il Qatar è un tranquillo Emirato (Monarchia assoluta), un piccolo Stato Arabo ubicato in una penisola che si protende, dalla più grande Penisola Arabica, per 11.400 Km. quadrati, tra il Golfo del Bahrain e il Golfo Persico.

Il mare, più precisamente l’Oceano Indiano, che bagna le bianche spiagge del Qatar, ha delle fantastiche sfumature di colori grazie alle incantevoli barriere coralline di cui è ricco.

Il territorio del Qatar, la cui principale fonte di ricchezza è data dai ricchi giacimenti petroliferi, è estremamente brullo, roccioso e desertico, ma non è privo di fascino, data anche la sua posizione geografica. Il clima, caldo umido in estate con temperature anche molto sopra i 44 gradi, diventa torrido tra maggio e ottobre, in inverno, il periodo migliore, la temperatura è tra i 10 e i 24 gradi e l’aria è secca. Molto accentuata l’escursione termica, le piogge sono molto rare. Ma tutto ciò fa parte delle peculiari e interessanti caratteristiche del Paese.

La popolazione totale di circa 1.700.000 abitanti è concentrata, in larga parte, nella Capitale Doha o nelle aree vicine alla Città.

Doha è bagnata dall’Oceano, e si estende sul suo Golfo, dall’esteso e bel lungomare si può ammirare l’imponente molo del porto che si protende nel mare per superare la barriera corallina.

La Città, fondata nel 1825 con il nome di “Al Bida”, è diventata la Capitale dello Stato, in concomitanza con l’indipendenza del Paese dall’Inghilterra, nel 1971.

Doha è una Città moderna, viva e vivace, con moltissimi grattacieli dalle forme più svariate e di notte, quando si accendono le luci, si formano incredibili, colorate e suggestive luminarie.

I cittadini del Qatar hanno un reddito pro capite molto alto, ciò permette loro di largheggiare nelle compere, di conseguenza l’offerta esaudisce i desideri più particolari con i migliori prodotti da tutto il mondo. A Doha ci sono molti mercati tradizionali all’aperto, chiamati “souq”, dai nomi particolari e affascinanti, che spaziano dai prodotti alimentari, a quelli manifatturieri artigianali, ai preziosi, fino ad arrivare a quelli degli animali. Ovviamente non mancano gli opulenti e lussuosi centri commerciali, come il City Center-Doha, super moderna struttura su 4 piani di cui uno interrato, con i suoi 350 negozi, la maggior parte griffati, i 64 Ristoranti, Bar e punti gastronomici, le banche, i grandi panoramici ascensori, le 14 sale cinematografiche, la “pista di pattinaggio sul ghiaccio” e molte altre attività ludiche per la gioia di 45.000 visitatori, in media, al giorno.

Una Nazione con questa posizione di grande importanza geografico strategica è stata dominata dai Persiani, dagli Ottomani e dagli Inglesi, attraverso i secoli ha conservato e tramandato delle usanze gastronomiche derivanti dal meglio delle diverse arti culinarie che qui si sono incontrate.

Il Qatar ha raggiunto, solo nell’ultimo decennio del 1900, l’autosufficienza alimentare per frutta e ortaggi, ed ha sviluppato molto l’allevamento di capre, pecore, bovini e cammelli. Il pesce è molto abbondante e freschissimo, tanto da essere anche esportato.

A Doha ci sono molti Ristoranti di livello con Cucina Araba, come il grande “Al Bandar”, tre piani con terrazze (in realtà tre ristoranti in uno) o il familiare “Al-Majless Al Arabi” ubicato in una delle più raffinate zone della Città. Poi troviamo i Locali etnici, espressioni di varie nazionalità (anche alcuni Ristoranti Italiani), e, infine, quelli moderni ed internazionali, ubicati soprattutto nei grandi alberghi a 5 stelle come il panoramico “Four Seasons Doha” o la torre del “The Ritz-Carlton”.

Nel Qatar la Cucina è indubbiamente “Fusion” deriva, come già accennato, dall’armonico incontro di varie e specifiche tradizioni culinarie provenienti anche da paesi molto lontani tra di loro.

Tra i piatti più interessanti si può gustare innanzi tutto quelli che compongono la “Meze” (oppure “Mezze”), una selezione di varie portate molto diverse che viene servita come antipasto. Una tradizione Greco, Turco, Levantina che nell’etimologia del termine accomuna il significato di “sapore” e”gusto”. Tra questi antipasti:

- “Arnavut Cigeri” piccoli pezzi di fegato fritto, cipolle, prezzemolo e peperoncino, serviti con una ciotola di “Cacik” (in Greco Tzatziki), crema molto liquida di yogurt, olio, cetrioli e aglio, molto piacevole, dai gusti intensi;

- “Piyaz”, una ricca e saporita insalata di fagioli, cipolle, pomodori, uova sode, ben condita con aceto e spezie.

Moltissimi altri piatti compongono la “Meze”, preparazioni varie con formaggi e noci, polpette di carne dalle varie forme, verdure in grande quantità, sfoglie fritte di pasta fine condite con sugo di carne, formaggio e verdure, oltre ad altre portate tendenzialmente cremose.

Nei Menu del Qatar troviamo una vasta scelta di carni: dal tenero agnello al pollo, dal manzo alla bistecca di cammello. Poi grande importanza viene data al pesce, dai polpi ai gamberi imperiali, dalle cernie ai calamari, crudo, bollito, fritto o grigliato, ma sempre un prodotto di sicura qualità.

Il Qatar un piccolo Emirato dal fascino indiscutibile, con una natura selvaggia ma dall’atmosfera tranquilla, dove ci si può dedicare al “bien vivre” degustando una Cucina “Fusion” particolarmente appetitosa.


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www.albandarrestaurant.com/

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Arnavut Cigeri con ciotola di Cacik

Piyaz


domenica 12 agosto 2012

PUERTA 57 L’ACCOGLIENTE RISTORANTE ALLO STADIO SANTIAGO BERNABEU DI MADRID IN SPAGNA.


    Madrid, la Capitale della Spagna, è una magnifica Città super ospitale con un numero incredibile di cose da fare e da vedere.

Una tra le visite da non perdere è quella allo Stadio Santiago Bernabéu (la fabbrica dei sogni), casa della prestigiosa e famosa squadra di calcio del Real Madrid (l’altra squadra della Città l’Atletico Madrid ha un altro Stadio il “Vicente Calderon”).

Il grande e imponente Stadio si trova in una zona centrale di Madrid, si affaccia su una delle strade più importanti della Capitale il “Paseo de la Castellana” a pochi passi dal Palazzo dei Congressi e dal Ministero della Difesa.

Lo Stadio progettato dall’Architetto José Maria Castell prevedeva la ristrutturazione della vecchia struttura sportiva della Città che era stata inaugurata nel 1924. I lavori iniziati nel 1944 terminarono nel 1947, e il 14 Dicembre dello stesso anno ci fu l’inaugurazione. Lo Stadio, a quel tempo il più grande e moderno d’Europa, mantenne il vecchio nome di “Chamartin” con l’aggiunta, davanti, del termine “Nuovo”.

Nel 1955, più precisamente il 4 Gennaio, lo Stadio di Madrid fu ribattezzato “Santiago Bernabéu” in onore di Santiago Bernabéu Yeste (1895 – 1978) che alla squadra del Real Madrid, nata nel 1902, ha dedicato tutta la sua vita (si assentò solo nel periodo della Guerra Civile Spagnola partecipandovi nelle file Nazionaliste). Santiago entrò nel Real Madrid come calciatore nella squadra juniores, all’età di 14 anni, successivamente fu un grande giocatore e poi per molti anni anche il capitano, “attaccate al chiodo le scarpette”, nel 1927, divenne l’allenatore, infine dal 1943 al 1978 fu l’amato Presidente.

Con Santiago Bernabéu Yeste il Real Madrid ha avuto una storia straordinaria di vittorie e record, diventando il Club Calcistico più titolato del mondo.

Oggi lo Stadio Santiago Bernabèu, con le modifiche per la messa a norma del 2003 e per adeguarsi ai regolamenti U.E.F.A., ha 80.354 posti a sedere, il verdissimo terreno di gioco è in erba.

Ma nel Santiago Bernabéu c’è molto altro, possiamo trovare, oltre alla sede del Canale Televisivo Real Madrid Channel, il Museo della Squadra con una infinità di rarissimi cimeli, il negozio ufficiale del Club gestito dall’Adidas e una serie di Ristoranti.

Arrivando al Santiago Bernabéu dal retro, percorrendo “Calle del Padre Damiàn”, c’è la porta d’ingresso allo Stadio numero 57 e proprio qui si trova l’ingresso dell’omonimo Ristorante “Puerta 57”.

Il Ristorante Puerta 57 fa parte del “Grupo de Restauracion La Maquina” che comprende nove Ristoranti a Madrid, di cui due allo Stadio Bernabéu, l’altro Locale è “Asador la Esquina” alla porta 46.

Il Gruppo “La Maquina” nasce nel 1982 con l’apertura, da parte del suo fondatore, Carlos Tejedor Lopez, dell’omonimo Ristorante in Calle de Sor Angela de La Cruz 22, a Madrid, un Locale che da allora è un punto di riferimento, nella Capitale, della cucina classica Spagnola, in particolare quella di mare. La Famiglia Tejedor, attraverso gli anni, ha seguito una politica attenta, con la costante ricerca di ottime materie prime, difendendo la tradizione culinaria e offrendo un servizio di alta professionalità. Nel tempo, al primo Locale, si sono aggiunti gli altri qualificati luoghi di ristoro.

Il Ristorante Puerta 57 è stato inaugurato nel Dicembre del 2004, ha una superficie di più di 1000 mq., divisi in tre ambienti diversi.

Appena si entra, davanti e a destra, si trova “Barra Cibeles”, il Bar con il grande e sontuoso bancone. Chiamarlo Bar è molto limitativo, ha una sbalorditiva offerta, sia per quanto riguarda il bere che il mangiare, l’opulenza e la qualità non mancano, a partire dalle fantastiche “Tapas”.

A sinistra il Ristorante vero e proprio con la grande Sala, il “Salon Madrid”, ricca di marmi e stucchi, molto luminosa ed elegante, l’ampia vetrata, lunga più di 25 metri, permette di godere della magnifica vista sul campo da gioco dello Stadio.

Da qui si scende, con la raffinata scala in ferro e legno, all’altra Sala del Ristorante, il “Salon Real”, ancora più ricco di lampadari in cristallo e finiture di lusso, su cui si affacciano delle piccole salette estremamente comode e riservate.

Il Menu del Ristorante ha un’offerta molto ampia sia di terra che di mare, con molte specialità della tradizione, un vero e proprio viaggio attraverso l’eccellenza della Cultura Gastronomica Spagnola.

La Carta dei Vini è sostanziosa con un particolare riguardo al territorio e alla diversificazione dei prezzi.

Puerta 57 è un bellissimo locale accogliente e molto vivo (come tutto il Gruppo che l’anno scorso ha servito 600.000 avventori), dove l’offerta è tale da accontentare anche i clienti più difficili e che negli anni ha avuto molti riconoscimenti e premi.

Un particolare ringraziamento va alla mia guida, il simpatico e gentile Pedro Urena Bustos, Responsabile della Comunicazione del Gruppo La Maquina, che, fedele al motto dell’Azienda “Il piacere della tavola per tutte l’età, per tutte le condizioni, per tutte le nazionalità e per tutti i giorni”, mi ha fatto trascorre a “Puerta 57”, il Ristorante allo Stadio Santiago Bernabéu di Madrid, una piacevolissima serata.

Ristorante Puerta 57

Calle del Padre Damiàn, s/n

Madrid, Spagna

www.grupolamaquina.es

L'Ingresso


Il Salone Madrid


La Grande Vetrata con Vista del Campo da Gioco

lunedì 6 agosto 2012

L’AGNELLO DI ZERI UN PRODOTTO AGROALIMENTARE TRADIZIONALE DEL PAESE CHE NON C’E’.


      La Lunigiana è un territorio che, a grandi linee, corrisponde al bacino idrografico del Fiume Magra, nel nord della Toscana, ed è racchiusa tra l’Appennino, le Alpi Apuane e il Mar Ligure .

Il Magra nasce in Toscana, tra il Monte Borgognone e il Monte Tavola, a 1200 metri s.l.m., scorre tra le valli fino al lembo di pianura compreso tra le Province di La Spezia e Massa Carrara, confluisce con il fiume più lungo della Liguria, il Vara, e poi si getta nel Mar Ligure.

La Lunigiana si interseca tra valli e monti in tre bellissime Regioni Italiane: Toscana, Liguria ed Emilia Romagna. Oltre a ciò la Lunigiana geografica è in parte coesa con un’altra delle zone più belle di questo territorio, la Garfagnana.

Il termine Lunigiana, deriva dal Latino “Lunensis Ager” (terra di Luna), e prende il nome dalla antichissima città Romana di “Luna” (oggi Luni), fondata, come avamposto militare dai legionari, nel 177 a.C., durante la vittoriosa campagna contro il popolo dei Liguri.

Non solo alte montagne, profonde e affascinanti valli, verdissime foreste, fiumi e fiumiciattoli, angoli di natura incontaminata, ma anche una lunga storia che in Lunigiana, attraverso i secoli, ha lasciato le strutture di 100 Castelli, Chiese, Borghi, Palazzi barocchi e le misteriose Statue Stele erette dall’antica popolazione locale dei Liguri-Apuani a partire da 3000 anni prima di Cristo.

Tra i Comuni dell’alta Lunigiana troviamo quello di Zeri, che con una superficie di 73,61 Kmq, dalle tipiche caratteristiche appenniniche, si estende al confine con l’Emilia Romagna e la Liguria.

I cristallini torrenti, ricchi di trote, che alimentano antichi mulini ad acqua e che scendono dalle sorgenti in montagna, vanno a formare, in questo affascinante territorio, la Vallata centrale del Gordana, quella di Rossano e la Vallata di Adelano. Le particolari condizioni ambientali, caratterizzate da declivi verdeggianti con fitti boschi di conifere e castagni, di faggi quando i boschi sono a più di 1000 metri, alternati a grandi prati permanenti usati come pascolo, creano un microclima unico e particolarmente adatto all’agricoltura e all’allevamento del bestiame.

Qui i pastori allevano, con i metodi della tradizione secolare e allo stato semi brado, la rara Pecora Zerasca. Al di fuori di queste valli è quasi introvabile, esistono solo pochi altri allevamenti in tutta la Lunigiana, ma nel complesso si parla di numeri molto piccoli tra i 2500 e i 3000 capi.

Una razza che probabilmente nasce da un incrocio tra una ovino autoctono e un altro proveniente dal settentrione d’Italia. La Pecora di Zeri è, normalmente, bianca, ha una taglia medio grande e la testa proporzionata.

L’ovino in questione è allevato soprattutto per la prelibatezza della carne dei suoi agnelli, questa prerogativa è dovuta al fatto che essi si nutrono, prima, esclusivamente di latte materno, particolarmente ricco di elementi nutritivi, e poi solo della magnifica e sana erba locale da cui deriva anche il fieno usato in inverno.

La Pecora Zerasca è un animale robusto che si adatta bene alle non facili condizioni atmosferiche e climatica appenniniche. I Pastori tengono le greggi, per gran parte dell’anno, nei pascoli incontaminati tra i 600 e i 1200 metri di altezza, e soltanto nei periodi di forte gelo proteggono i loro capi rinchiudendoli negli ovili.

A Zeri i pascoli hanno la particolarità di essere gestiti ad uso civico e collettivo, un’antica forma di gestione che risale addirittura a prima dei Romani.

Nel 2001 è nato il “Consorzio per la valorizzazione e la tutela della pecora e dell’agnello di Zeri”, Ente preposto al controllo del severo disciplinare a garanzia per i consumatori.

Percorrendo la tortuosa e stretta strada, immersa nel verde, che porta al Comune di Zeri scoprirete che non esiste il “Paese di Zeri”, il nome “Zeri” identifica l’insieme del territorio delle tre Vallate e ha origine dall’antico fortilizio medievale “Castrum Zirri” che difendeva il passaggio del “Passo del Rastrello”. Tutte le istituzioni, gli uffici e i servizi della comunità sono ubicati nelle Località di Patigno e Coloretta, quest’ultima è anche il centro commerciale.

Lo straordinario “Agnello di Zeri”, l’Agnello del Paese che non c’è (andrebbe chiamato “Agnello delle Valli di Zeri”) è stato inserito, per la sua tutela e valorizzazione, anche nell’apposito elenco, predisposto dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani.



Ovino Razza Zerasca