sabato 28 settembre 2024

CHAMPAGNE BRUT GRAND CRU “EFFRONTÉE 2008” DI PIERRE ARNOULD: RARO, OTTIMO E “SFRONTATO” PRORIO COME IL SUO NOME.




La “Champagne” è un Territorio, delimitato da una Legge del 1927, ubicato nella Regione della Champagne-Ardenne, del Nord-est della Francia, dove si produce l’omonimo e mitico Vino spumeggiante. Il Territorio della Champagne si trova a circa 150 Km. a Est di Parigi e si divide in Cinque Zone naturali (319 Comuni in totale) dalle diverse caratteristiche sia del terreno sia climatiche: Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Côte de Sèzanne e Côte des Bar nell’Aube. Nel Territorio dellaA.O.C. Champagne” (Appellation d'Origine Contrôléein Italiano Denominazione d'Origine Controllata) ci sono 34.200 ettari di Vigneti, divisi in circa 281.000 Parcelle (in maggioranza molto piccole) coltivate da oltre 16.000 Vigneron.

Lo Champagne non è solo un piacevolissimo Vino Francese con le bollicine (perlage) ma, in tutto il Mondo, da più di trecento anni è un “cult” che nel 2015 è stato riconosciuto anche dall’Unesco con l’inserimento di “Coteaux, Maisons & Caves de Champagne” nel “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.

Oggi Vi racconto di uno ChampagneMillesimatomolto particolarePierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru”.

LaMaison Champagne Pierre Arnould è ubicata nel Comune Francese di Verzenay

Verzenay è un piccolo Comune (circa 1100 abitanti) che si trova nella Regione del Grand Est, Dipartimento della Marna, Arrondissement di ReimsCantone Mourmelon-Vesle et Monts de Champagne.

Tra le storie di Verzenay molto particolare è quella che si riferisce a “Le Phare de Verzenay”, un “Faro” che come recita il motto del Paeseè unico”, infatti si trova a oltre 200 km. dal mare.

Joseph Goulet, che nel 1909 aveva realizzato la sua Marca di Champagne, decise di promuoverla con una pubblicità assolutamente nuova e impattante per l’epoca costruendo in “cemento armato” (una delle prime costruzioni nella regione) un “Faro” su le cui pareti spiccavano grandi scritte.

Il Faro, edificato su di una collina chiamata “Mont Rizan” in mezzo ai vigneti, la sera iniziava a illuminare, ruotando, le Colline di Verzenay e quello che Joseph chiamava “un mare di viti”. Negli edifici alla base del Faro furono allestiti un Ristorante con giardino e un Teatro, successivamente, visto che il Faro attirava moltissimi curiosi da tutti i territori circostanti, venne aperta anche una “Guinguette”.

Si definiva “Guinguette”, preminentemente nelle periferie urbane o nelle zone rurali, un Locale popolare dove si poteva bere, mangiare e ballare.

La ferrovia della “Compagnie des Chemins de Fer de la Banlieue Rémoise” che serviva la Stazione di Verzenay (oggi scomparsa) favorì in quegli anni l’accesso al Faro.

La “Compagnie des Chemins de Fer de la Banlieue Rémoise”, creata nel 1826 e chiusa nel 1937, serviva una rete ferroviaria secondaria di oltre 400 km. che raggiungeva ben 180 Comuni.

Durante la “Prima Guerra Mondiale” (1914 - 1918) il Faro, utilizzato come posto di osservazione, venne pesantemente bombardato e danneggiato, come anche nella “Seconda” (1939 - 1945), gli edifici annessi furono tutti distrutti ma il Faro si salvò dal crollo. Abbandonato negli anni successivi nel 1987 fu acquistato dalla Città di Verzenay. Nel 1994, la Comunità dei “Comuni di Vesle Montagne de Reims” si è fatta carico del progetto di creazione nel Faro di un “Ecomuseo della Vite” che ha aperto il ​​3 Ottobre 1999.

Oggi “Le Phare de Verzenay” grazie al Museo offre una speciale ospitalità, una magnifica vista (a 360°) sui vigneti dal belvedere, raggiungibile da 101 scalini, informative sulla Storia dello Champagne e nell’Area Degustazioni vi è l'opportunità di assaggiare le annate più prestigiose dei Viticoltori della Montagna di Reims.

Proprio sul Terroir collinare di Verzenay (un terroirunico e irripetibile meritatamente classificato Grand Cru della Zona Montagne de Reims”) tra il Faro e un Mulino si trova buona parte delle vigne dellaMaison Pierre Arnould”.

La “Pierre Arnould” è legata alla nascita di un’altra Azienda creata nel 1925 grazie al duro lavoro di Eugène Ralle, successivamente il Figlio Pierre nel 1955 ha fatto nascere il MarchioPierre Arnould” e ancora oggi esiste il collegamento con la stessa “Eugène Ralle”. Dal 2002 alla guida dell’AziendaPierre Arnould” è arrivata la Figlia di Pierre, Nathalie Arnould, che con grande sapienza enologica (ha una Laurea in Enologia e tanta esperienza fatta non solo tra le vigne di Famiglia) ha saputo rilanciare l’attività di “Récoltant-Manipulant” (chi produce e commercializza Champagne per proprio conto utilizzando solo uve provenienti da vigneti di proprietà) della Famiglia e conduce “con mano ferma” la Maison e i suoi otto ettari vitati di proprietà suddivisi in differenti parcelle sempre nei dintorni di Verzenay,

Tra le Vigne dellaPierre Arnould Champagne”, molte delle quali hanno un’ottima esposizione a Nord-est che determina una positiva maturazione ritardata, il vitigno dominante è il “Pinot Nero” (85%), come regola di Verzenay vuole, affiancato da qualche sparuto filare di “Chardonnay”. L’agricoltura è sostenibile e durante le vendemmie la selezione delle uve è super severa, la vinificazione poi avviene nella ben attrezzata Cantina, voluta da Natahlie, che in bella vista si trova nella Piazza principale del Paese. Al primo piano della Cantina un grande open-space, l’ufficio e la sala di degustazione.

Alla “Maison de Champagne Pierre Arnould”, oggi, si realizzano solo sei interessantissimeCuvées” (Vini ottenuti dalla combinazione di diversi vitigni): “Brut Seléction” (75% Pinot Noir e 25% Chardonnay), “Extra Brut” (75% Pinot Noir e 25% Chardonnay), “Cuvée Aurora” (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay), “Millésime” (80% Pinot Noir e 20% Chardonnay), “Brut Rosé” (95% Pinot Noir e 5% Chardonnay) e “Effrontée” (100% Pinot Noir).

Lo Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cruche ho avuto il grande piacere di degustare è unMillesimato 2008 non dichiarato”.

Una Cuvée di Champagne per poter essere definita “Millésime” è per il produttore un grosso impegno dovuto sia alle numerose procedure burocratiche da intraprendere sia all’obbligo di indicare l'anno di vendemmia sul tappo e sull'etichetta oppure sul collo della bottiglia. Per tali motivi in alcuni casi i Vigneron scelgono di elaborare i “Millésime” senza dichiararli anche se “verbalmente” è notorio l’anno della vendemmia selezionata.

Lo “Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru 2008” è un assemblaggio di selezionatissime uve (100% Pinot Noir) raccolte in tre delle più importanti parcelle della proprietà. La fermentazione alcolica si è svolta in acciaio, la vinificazione è stata effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica, ha fatto oltre 100 mesi sui lieviti e ha riposato per circa 6 mesi dopo ildégorgement”, la sboccatura effettuata nel 2019.

Effrontée”, in Italiano significa “Sfrontato”, è uno Champagne (100% Pinot Noir) importante, eccellente e di successo, viene realizzato esclusivamente nelle annate migliori. Nathalie Arnould sceglie la cuvèe di base e successivamente in sessione di assaggio mette a punto con alcuni amici Francesi, noti Ristoratori e Chef (Stellati), il “vino autenticamente gastronomico” per eccellenza.

Dello Champagne Pierre ArnouldEffrontée” (2008 non dichiarato), sempre per sottolineare la sua rarità, ne sono state prodotte solo 2.000 Bottiglie da 750 ml. e quella da me stappata era la Bottiglia N. 1808.

Lo Champagne Brut Grand Cru Pierre ArnouldEffrontée” (2008) si presenta con un bel colore giallo oro, al naso ha note burrose di cioccolato bianco, frutta candita, frutta secca e spezie, in bocca è denso, ricco, goloso e la sua struttura decisamente avvolgente lo rende lungo e persistente.  

Lo Champagne Pierre Arnould Effrontée” (2008) è un vino elegante e raro, una sincera e ottima espressione del magnifico Territorio Francese di Verzenay. Per le sue peculiarità lo ChampagneEffrontéee anchesfrontato, sfacciato, impudente, spudorato, impertinente, audaceproprio come il suo nome.

https://champagne-pierre-arnould.com/


"Effrontée 2008" con la Scultura in Resina di Franco Mauro Franchi

"Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru 2008"

Champagne Pierre Arnould "Effrontée 2008": L'Etichetta
 
Champagne Pierre Arnould  "Effrontée 2008": Bottiglia n.1808

Champagne Pierre Arnould "Effrontée 2008": Elegante e Raro

domenica 22 settembre 2024

ALLA STRAORDINARIA “PASTICCERIA NUOVO MONDO” DI PAOLO E ANDREA SACCHETTI LE MITICHE “PESCHE DI PRATO” ORA ANCHE AL CIOCCOLATO.




Nella magnifica Regione Toscana, “dove non manca nulla”, c’è un Comune denominato Prato.

Prato è un grande Comune con circa 200.000 abitanti ed è anche il Capoluogo dell’omonima Provincia nata nel 1992.

La sua Storia ha origini lontanissime che risalgono addirittura agli Etruschi (antica Popolazione Toscano/Umbra vissuta tra il IX e I Secolo a.C.).

Il Centro Storico di Prato, racchiuso dalle antiche Mura, è ricco di monumenti e luoghi d’interesse come il Duomo del XII Secolo, consacrato a Santo Stefano, la Basilica di S. Maria delle Carceri, vero capolavoro di Architettura Rinascimentale completata nel 1495, il Castello dell’Imperatore, il Palazzo Pretorio del Secolo XIII (oggi sede di un bellissimo Museo), il Palazzo Comunale e moltissime altre strutture religiose, e non, che fanno di questa Città una meta per gli amanti delle attrattive storico-artistiche.

Prato è sempre stata una Città molto ricca, grazie anche all’eccellenza della sua “produzione tessile” che da secoli è uno dei fondamenti della sua economia e a testimonianza di tale fatto è nato lo specifico “Museo del Tessuto”.

Fin dagli inizi degli anni Novanta la Città è stata interessata, proprio per le sue peculiarità in campo tessile, da una forte immigrazione proveniente dalla Cina.

A Prato si possono trovare anche moltissime eccellenze Enogastronomiche.

Nel 1716, per esempio, il Duca di Firenze e Granduca di Toscana Cosimo III de’ Medici (1642 - 1723) regolamentò la produzione e vendita dei Vini rientranti nei limiti geografici del Comune di Carmignano (oggi Provincia di Prato) facendo nascere in tal modo una vera e propria “D.O.C.” con DenominazioneCarmignano”, la prima nel Mondo. Proprio nel 2016, con una serie di bellissime Manifestazioni, si è festeggiato una ricorrenza veramente eccezionale: “I 300 Anni del Carmignano”.

A Prato un’altra specialità la troviamo nei Forni/Panetterie che, tra un’infinità di vari tipi di pane, producono la “Bozza Pratese”, un pane non salato che si abbina perfettamente alla “Mortadella di Prato”, ultimo dei Prodotti Tipici ad aver ottenuto il “Marchio IGP”.

A Prato poi ci sono famosi e super premiati, in Italia e nel Mondo, Pasticcieri che realizzano le loro specialità come, tra moltissime altre, anche i “Biscotti di Prato” e le “Pesche di Prato”.

Una delle più premiate è laPasticceria Nuovo Mondo” di Paolo e Andrea Sacchetti ubicata nella centralissima Via Giuseppe Garibaldi, al Civico 23, a pochi passi da Piazza del Duomo.

Paolo Sacchetti, Fiorentino classe 1959, fin da piccolo ha avuto una grande passione per i dolci (si racconta che riuscisse a mangiare numerosissime paste in un solo giorno) ed ecco che all'età di 16 anni è andato a lavorare in pasticceria. Dopo un apprendistato in importanti Pasticcerie della sua Città (Pezzatini e Donnini) e a Sesto Fiorentino (Picchiani) è andato a specializzarsi a Torino presso grandi Maestri come Robert Schicchi e Guido Bellissima e poi a Brescia dal Maestro Pasticciere Iginio Massari. Nel 1989, con il fondamentale supporto della Moglie, la signora Edi, ha aperto a Prato, in Via Garibaldi, la sua Pasticceria denominata “Nuovo Mondoin quanto espressione di un nuovo modo di fare la pasticceria.

Paolo Sacchetti è membro dell'Accademia Maestri Pasticceri Italiani (AMPI) e tra i fondatori dell' Accademia Maestri del Lievito Madre e del Panettone Italiano. È molto legato alle sue origini e si è dedicato all’attento studio delle “ricette tradizionali” del suo Territorio.

Anche Andrea Sacchetti è nato a Firenze, nel 1996, ed è cresciuto tra le infinite delizie della Pasticceria di Famiglia e da giovanissimo, a solo 12 anni, è entrato in Laboratorio assieme al suo Babbo.

Andrea compiuti i 19 anni si è recato a specializzarsi presso la prestigiosa ScuolaCAST Alimenti” di Brescia. Successivamente sempre a Brescia è andato alla Pasticceria del Maestro Iginio Massari e poi dal Maestro Alessandro Dalmasso ad Avigliana (Città Metropolitana di Torino) in Piemonte.  Rientrato a Prato, Andrea è stabilmente al fianco del Babbo Paolo in laboratorio, contribuendo alla crescita e alla visione futura della Pasticceria di Famiglia. Nel frattempo ha portato avanti la sua formazione seguendo importanti Corsi di famosi Maestri Francesi in particolare è stato affascinato dal Maestro Angelo Musa (Champion du Monde de Pâtisserie e Meilleur Ouvrier de France) del RistoranteLa Galerie” ubicato all’interno mitico Hôtel Plaza Athénée (5 Stelle Lusso) di Parigi.

Oggi la “Pasticceria Nuovo Mondo” è diventata luogo d'incontro oltreché dei Pratesi anche di appassionati e competenti del settore che da molte parti del Mondo trovano qui numerose eccellenze uniche come il “Panettone Giulebbe” (nato nel 2002: impasto classico con l’aggiunta di fichi secchi di Carmignano, noci e pinoli di San Rossore) o le speciali “Pesche di Prato”.

Le straordinarie “Pesche di Prato” sono una vecchia tradizione, nata in Toscana nel 1861 per festeggiare l’Unità d’Italia, che Paolo Sacchetti ha voluto fortemente rinverdire: due semisfere di pasta lievitata (pasta brioche) inzuppate di bagna all'alkermes e riempite di crema pasticcera. Tre ingredienti, realizzati con cura e in modo eccellente con un super preciso bilanciamento, generano un dolce magnifico e straordinariamente goloso. Di questa sublime particolarità dolciaria, che in breve è diventata un vero e propriocult”, Paolo Sacchetti ha scritto anche un Libro di successo denominato proprioLe Pesche di Prato”.

Paolo Sacchetti grazie ai moltissimi meriti negli anni ha ricevuto un’infinità di Premi Nazionali e Internazionali tra gli altri: nel 1996 è stato “Medaglia d’Oro” per la “Miglior Torta Primaverile” (il Fagottino), nel 1998 è stato decorato per la “Migliore Monoporzione” (Pesca e Pera), nel 1999 per la “Miglior Tartina”, nel 2005 si è visto riconoscere l’Eccellenza nellaPasta Sfoglia”, per la quale ancora oggi è Maestro indiscusso. Nel 2012 ha ricevuto la “Medaglia d’Oro - Trofeo Pavoni” come “Pasticciere dell’Anno” per il costante impegno profuso nel ruolo di “Vice Presidente AMPI” e per l’alta professionalità, la passione e la costante ricerca della qualità che lo caratterizza.

Nel 2020 la PasticceriaNuovo Mondodi Paolo e Andrea Sacchetti ha ricevuto anche il Premio per laMigliore Pasticceria Salata” dalla “Guida Pasticceri e Pasticcerie d’Italia del Gambero Rosso”, punto di riferimento del “settore pasticceria in Italia” oltre  alle “Tre Torte” ottenute precedentemente, il massimo riconoscimento per le Pasticcerie, riconfermate anche negli anni successivi.

A seguito di un viaggio in Messico del Maestro Paolo Sacchetti, più precisamente nello Yucatán, uno dei 31 Stati Federati del Messico situato nel Sud-est del Territorio nella parte Nord dell'Omonima Penisola, alla scoperta delle origini del Cacao, alla “Pasticceria Nuovo Mondo” è nata un’evoluzione dellePesche di Prato”: le “Pesche di Prato al Cioccolato 2.0”.

Le “Pesche di Prato al Cioccolato” sono una eccezionale preparazione dolciaria creata da Paolo Sacchetti e dal figlio Andrea mixando gli ingredienti delle già magnifiche “Pesche di Prato” con il pregiato, raro e gustosissimo Cioccolato Mexico Criollo Fondente al 76% che nasce dalla secolare esperienza degli agricoltori Messicani. Il “Mexico Criollo Dark 76%” è un cioccolato certificato e particolare, con persistenti note di cacao accompagnate da morbidi sentori fruttati e profumi floreali, prodotto con “Cacao criollo” naturalmente fermentato in cassoni di legno di acacia, viene essiccato al sole e tostato a bassa temperatura.

Il “Cacao criollo” (definito anche “Cacao nobile”) ha semi bianchi, molto profumati e poco amari, ha avuto origine in Messico (rappresenta il seme degli antichi Maya), è poco produttivo e delicato ma la qualità è assolutamente pregiata. Particolarmente sensibile alle intemperie, ha bisogno di molte specifiche cure visto che la sua resa è piuttosto scarsa. Il “Cacao criollo” sia per i ridotti quantitativi che ne vengono prodotti (rappresenta meno del 10% sul totale del raccolto mondiale di cacao) sia per il prezzo alto è destinato alla realizzazione di cioccolata di altissimo pregio.

Nelle “Pesche di Prato al Cioccolato” il cioccolato prescelto dopo una lunga e attenta lavorazione è presente sia nell’impasto della pasta brioche sia nella crema pasticciera che farcisce le Pesche, poi quasi al termine della sua lavorazione la Pesca viene rotolata in zucchero mescolato a cacao e a chiudere il tutto, sopra, una spuma di ganache montata al cioccolato con un’amarena candita sotto sciroppo. In questa versione “cioccolatosa” la bagna al Liquore di Alchermes, centrale per il gusto conclusivo dell’originale Pesca di Prato, rimane anche in questa nuova versione, ma con un grado alcolico leggermente maggiore.

Le nuove “Pesche di Prato al Cioccolato 2.0sono state presentate in anteprima assoluta, al Castello dell'Imperatore di Prato, Venerdì 7 e Sabato 8 Giugno 2024 durante il prestigioso Evento “La Toscana in Bocca”.

La Toscana in Bocca” è una bellissima Manifestazione di successo, nata nel 2014, che in ogni Edizione vede la partecipazione di decine di Aziende del Settore Agroalimentare con molti Stand espositivi, visitata da migliaia di persone.

AllaPasticceria Nuovo Mondo”, in pieno Centro nella Toscanissima Città di Prato, dei Maestri Pasticcieri Paolo e Andrea Sacchetti, una delle più premiate d’Italia, troverete un’infinità di golosissime e imperdibili delizie, comprese le nuovePesche di Prato al Cioccolato”, che assolutamente meritano di essere assaggiate.

www.pasticcerianuovomondo.com


Pasticceria Nuovo Mondo: Le Mitiche Pesche di Prato (Foto Aromi)

Paolo Sacchetti e Andrea Sacchetti (Foto Aromi Group)

Pasticceria Nuovo Mondo: Solo Gustosissime Delizie (Foto Aromi)

"Pesca di Prato al Cioccolato" (Foto Georgios Misirlis)

sabato 14 settembre 2024

L’AUTENTICO “HOT POT DEL SICHUAN”, UNA DELLE PREPARAZIONI PIÙ DIVERTENTI E GUSTOSE DELLA CUCINA CINESE, DA “SHOO LOONG KAN” A MILANO.



 

Il Secondo Paese più popolato al Mondo, con più di un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, è la Cina e con una estensione territoriale di 9,6 milioni di chilometri quadrati (Terzo al Mondo) si presenta come un incredibile colosso.

Benché in Cina ufficialmente si riconoscono 56 gruppi etnici esiste tuttavia, pur con una varietà praticamente infinita e inenarrabile di variazioni, qualcosa che unisce la maggior parte di queste etnie e che a grandi linee si può definire “Cucina Cinese”.

A dimostrazione dell’importanza del cibo per i Cinesi quando accolgono qualcuno in Casa la prima domanda è: “Hai già mangiato?”.

Oggi la “Cucina Cinese” è una delle più conosciute nel globo grazie alla sua grande diffusione.

LaCucina Cineseha una storia antichissima.

Come attestano alcuni ritrovamenti archeologici di un’epoca lontanissima, risalenti alla “età della pietra” e agli albori dell’uso del fuoco per cucinare gli alimenti, in Cina non si praticavano solo semplici cotture ma già qualcosa di più elaborato. Attraverso i Secoli e il susseguirsi di epoche anche molto lussuose e prospere (per esempio con l’avvento degli Imperatori e con l’enorme sviluppo dei commerci) la “Cucina Cinese” di qualità ha assunto un suo preciso carattere di tradizionale genuinità, accompagnata da ordinate e belle presentazioni.

Tra le varie tradizioni Culinarie della Grande Cina, sicuramente tra le più importanti, possiamo annoverare quella della Capitale Pechino, quella Cantonese e quella del Sichuan.

La “Cucina Pechinese” (in Cinese 北京菜 = Cucina di Pechino) è una variegata offerta di preparazioni con influenze giunte attraverso i secoli anche da zone lontanissime del Paese ma che ha risentito principalmente di quelle provenienti dalla Costa Orientale della Provincia di Shandong. Questa Provincia si sviluppa lungo il corso inferiore di quello che i Cinesi ritengono che sia la culla della loro civiltà: il Fiume Giallo. La Cucina di Pechino è ricca e gustosa. Come non ricordare, tra i tantissimi piatti, alcuni super famosi nel mondo: “l’anatra laccata” (obbligatoriamente Razza Pechino), gli “hot pot” (chiamati anche “fondue chinoise”, una ricetta a base non solo di carne) o il “maiale mu shu”.

La Cucina comunemente denominata “Cantonese”, in realtà la “Cucina Guangdong” (in Cinese 廣東菜), ha origine nell’omonima Provincia di Guangdong, sulla Costa Meridionale della Cina Continentale. La “Cucina Guangdong” è sicuramente molto ricca, visto l‘utilizzo di un’infinità di materie prime, ed è più tecnica nella valorizzazione dei prodotti freschi con le sue cotture veloci ed efficaci: vapore, bollitura, “siu mei” (cottura allo spiedo), frittura, stufatura. Una Cucina che ha raggiunto anche livelli molto importanti di Internazionalità diventando più consona ai palati Occidentali. Nella Cucina Cantonese troviamo conosciutissimi piatti come il riso alla Cantonese, il maiale in agrodolce, gli involtini (un’infinità di tipi), i ravioli, i crackers ai gamberi, il “congee” (particolare porridge) di riso…… e potrei ancora aggiungere un elenco lunghissimo.

La “Cucina del Sichuan” (四川菜) è uno stile di Cucina Cinese tramandata nella Provincia di Sichuan, un vastissimo Territorio (485.000 km², circa 90 milioni di abitanti con 53 Etnie diverse) ubicato nella Cina Sud-occidentale con Capitale Chengdu. Una Cucina solida con sapori audaci, non mancano asprezza e piccantezza grazie al largo uso di aglio, peperoncino, sesamo e zenzero. Una Provincia con un Territorio così vasto ha favorito la nascita di 4 Stili diversi di Cucina: “Chongqing”, “Chengdu”, “Zigong” e “Buddista Vegetariana”. Una Cucina Cinese decisamente importante e sofisticata tantoché nel 2011 l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO) ha dichiarato Chengdu “Città della Gastronomia”.

Oggi desidero approfondire proprio la conoscenza dell’Hot Pot della Cucina del Sichuan”.

L'Hot Pot (火鍋), come già accennato conosciuto anche come una particolare “Fondue Cinese”, racchiude nel suo nome una infinita varietà di stufati dell'Est Asiatico. Le sue origini sono molto antiche e incerte, ma la sua diffusione in Cina avvenne sotto la “Dinastia Tang” (618 - 907 d.C.) nel Nord del Paese e più tardi con la “Dinastia Qing” (o Ch'ing, 1636 - 1912) in tutta la Cina adattandosi a gusti e ingredienti dei vari Territori.

All'interno di una casseruola, riscaldata da una fiamma, posta al centro tavola si possono cuocere ogni tipo di vivande: una esperienza culinaria molto gustosa e aggregante che simpaticamente coinvolge tutti i partecipanti.

La Tradizione distingue 3 Tipi diHot Pot”: - Una zuppa dal gusto leggero nella quale si cuoce il cibo crudo al momento; - Il cibo nella casseruola è già cotto e la fiamma è usata solo per mantenere il piatto caldo e per cuocere solo le verdure; - Il cibo viene interamente cotto prima che la casseruola venga servita e in tavola serve solo a riscaldarlo. Una costante è l’accompagnamento con salse e condimenti vari. Con l’Hot Pot si consiglia l’uso di due diverse coppie di bacchette (in CineseKuài Zi”), la prima coppia per i cibi cotti e la seconda per quelli crudi, evitando così contaminazioni visto che il brodo può essere consumato a fine cotture.

A seconda della Regione, in Cina si possono trovare molti tipi diversi di “Hot Pot” che prevedono l’usa di carni diverse, pesci e noodle.

Nel “Sichuan”, per esempio, l’Hot Pot più comune è quello di pancetta di maiale: il brodo, bollito con frattaglie di pollo, serve per la rapida cottura della pancetta di maiale insieme ai germogli di soia.

Da pochi mesi a Milano  ha aperto, in Via Carlo Farini 21 (vicino alla StazioneMilano Porta Garibaldi”) il primo Ristorante Cinese della conosciuta e rinomata Catena (in pochi anni ha aperto oltre 900 Ristoranti nel Mondo 7 in Europa tra Germania, Francia, Spagna e Portogallo) “Shoo Loong Kan” dedicato al piatto simbolo di socialità e condivisione a tavola originario del Sichuan: l’Hot Pot.

Il BrandShoo Loong Kan”, nato nel 2017, in alfabeto fonetico Pīnyīn diventa “Xiao Long Kan” significa “Xiao” () = piccolo, “Long” () = drago, “Kan” () = promontorio, pendio, prende il nome del “Promontorio del Piccolo Drago” della Città Cinese di Chongqing famosa per gliHot Pot”. L’Alfabeto Fonetico Pīnyīn (拼音), termine che indica il trascrivere, l’unire, “il connettere” i “suoni” (), è stato introdotto nel 1956 dalla Commissione sulla Riforma della Lingua della Repubblica Popolare Cinese e nel 1958 adottato ufficialmente come alfabeto fonetico.

Il RistoranteShoo Loong Kan” di Milano è molto caratteristico e accogliente, 1200 mq. disposti su due livelli, tutti accuratamente arredati come un antico Villaggio Cinese. Dall’ingresso assolutamente scenografico, con tanto di drago tradizionale cinese e due poltrone imperiali su cui accomodarsi per le immancabili foto ricordo, alle spaziose Sale che tra lanterne rosse e pagode in legno (realizzate senza chiodi e senza colla secondo la tecnica a incastro del legno nota come “Sashimono” = cose unite) riprendono colori ed elementi in puro stile “Ba-Shu”, l’antichissima Cultura, che si tramanda da oltre quattromila anni, la cui tipica architettura caratterizza le strade più antiche e i mercati storici dei centri cittadini dei Villaggi della Provincia del Sichuan.

In totale 218 posti a sedere con tavoli per un massimo di otto persone che sedute su panche tipiche possono vivere un viaggio nella tradizione gastronomica e culturale del Sichuan con protagonista l’Hot Pot, la particolare pentola posta al centro di ogni tavolo.

Nelle pentole possono bollire uno o più brodi, l’Hot Pot è una sorta di “fondutaAsiatica dove al posto dell'olio si usa il brodo (solitamente non salato ma insaporito dagli alimenti che vi si immergono) per cuocere gli ingredienti preferiti abbinandoli poi a una o più salse, scelte secondo il proprio gusto tra molti condimenti, spezie e oli vegetali: una gustosa sperimentazione fatta ogni volta con nuove combinazioni.

Al RistoranteShoo Loong Kan” il servizio inizia dopo aver scelto da un “tablet”, tra le varie tipologie di Brodo offerte, da uno a un massimo di tre tipi di brodo per il prorio Hot Pot: - il “Brodo Tradizionale” di ossa (acqua, ossa di maiale e pollo); - il “Brodo Piccante” proposto con tre livelli di piccantezza (brodo di ossa, grasso di manzo e di agnello, peperoncino, pasta di fava, zenzero, aglio, cipolla, pepe in grani, cipollotti, scalogno, coriandolo, soia nera fermentata, spezie); - il “Brodo ai Funghi” (brodo di ossa, funghi porcini, funghi shiitake, spezie); il “Brodo al Pomodoro” (brodo di ossa, concentrato di pomodoro, olio vegetale, cipolla in polvere, aromi e spezie); - il “Brodo Bianco Vegetale” (acqua, scalogno, zenzero, goji, pomodoro, sale di sodio dell'acido glutammico).

Successivamente si sceglie cosa si vuole far bollire in pentola. Nel Menu del RistoranteShoo Loong Kan” c’è davvero di che sbizzarrirsi: eccellente pescato (dalle canocchie all’aragosta, dai gamberi cristallo all’abalone), svariati tagli di carne (serviti sottilissimi) e frattaglie selezionati dalla nota Macelleria Sirtori di Milano (dal Wagyu alla costata, dai carpacci di filetto di manzo al cervello, dalle trippe all’agnello, dal pollo alle costine di maiale), verdure e funghi orientali (dalle foglie di crisantemo al “taro” = radice commestibile, dalle patate igname alle alghe, dal sedano lattuga al melone d’inverno, dai funghi shitake agli enoki, dalle orecchie di Giuda ai shimeji bianchi o marroni).

Da non perdere, quando il brodo è più ricco di sapori, i deliziosi “noodles” (paste lunghe) artigianali realizzati con farine Pugliesi dal Laboratorio Parigino di un noto Maestro Pastaio Cinese Yeh, in esclusiva in Italia perShoo Loong Kan Milano”.

Ma per chi desiderasse qualcosa di altro dalla Cucina lo Chef Michele Yang è pronto ad accontentarvi con alcune speciali e golose chicche. Un Menu ricchissimo che offre molte possibilità di abbinamenti con Vini, Birre e Sake (anche in degustazione) o con i “Loong Tea” a base di the freddo alla camelia e frutta, specialità del Locale.

Al RistoranteShoo Loong Kan Milanotroverete ad accogliervi Chen Yeyan, un grande professionista molto noto nella “ristorazione milanese” visto che per anni è stato il bravissimo Direttore di Sala dello storico Ristorante GiapponeseOsaka”.

Trasformarsi in Chef al RistoranteShoo Loong Kandi Milano cuocendo da soli, a secondo del proprio gusto carne, pesce, verdure e noodles, all’interno dei brodi che bollono in tavola nell’Hot Pot del Sichuan, una delle preparazioni più divertenti e gustose della Cucina Cinese, è unafood experienceunica che rende lo stare a tavola un momento piacevolissimo di socialità, condivisione e inclusività.

https://www.shooloongkan.it/


"Hot Pot"= "Fondue Cinese" (Foto SLK)

Ristorante "Shoo Loong Kan" a Milano (Foto Simona Bruno)

"Shoo Loong Kan": Caratteristico e Accogliente (Foto S. Bruno) 

"Shoo Loong Kan": Fascinoso e Scenografico (Foto S. Bruno)
 
"Shoo Loong Kan": Il Bancone delle Salse (Foto Simona Bruno)

 "Hot Pot" con un Solo Tipo di Brodo (Foto SLK)

"Hot Pot" con Due Tipi di Brodo (Foto SLK)

"Hot Pot" con Tre Tipi di Brodo (Foto SLK)

Una Vasta Scelta di Delizie (Foto Simona Bruno)

 "Hot Pot": Esperienza Gustosa e Aggregante (Foto SLK)

giovedì 5 settembre 2024

IL “PECK-NIC”, LA MODERNA E GUSTOSA VERSIONE DEL MITICO “PICNIC”, LO POTETE TROVARE SOLO AL NEGOZIO “PECK CITYLIFE” DI MILANO.



 

Si definisce “Picnic” quel tradizionale “Pasto all'Aperto” compiuto in un contesto turistico, sociale e ludico che non abbia esclusivamente un fine alimentare. Caratteristiche fondamentali di un “Picnic” sono il piacere del contatto con la natura e la compagnia delle persone con cui si condivide con semplicità tutto ciò che si è portato.

Il termine InglesePicnic” che deriva dal composto Francesepiquenique” (piquer = spilluzzicare e “nique” = qualcosa di piccolo o poco importante) ha iniziato a diffondersi dalla metà del XVIII Secolo come documentato dall'Oxford English Dictionary che registrò la sua apparizione nella Lingua Inglese nell'anno 1748 come parola usata da Philip Dormer Stanhope, IV Conte di Chesterfield (1694 - 1773). Nel 1802 a Londra si formò una vera e propria “Picnic Society” una sorta di Associazione nata per godere la vita mangiando, bevendo e mettendo in scena piccoli spettacoli teatrali amatoriali all’aperto.

Il “Picnic” era il diretto discendente di quelle occasioni che i ricchi e potenti fin dai tempi più antichi mettevano in atto, grazie a un seguito di servitori che imbandivano tavolate all'aria aperta, in occasioni come viaggi e battute di caccia. Dalla metà del 1800 in poi il “Picnic” diventò quella allegra e rilassate occasione per mangiare all’aria aperta immersi nella natura.

Un’immagine quella del “Picnic” diventata sempre più comune, immortalata, a partire dal diciottesimo secolo, dall'Arte Pittorica come il famoso dipinto, del 1863, “Colazione sull'erba” (Le déjeuner sur l'herbe) del Pittore Parigino Édouard Manet (1832 - 1883) che scandalizzò i benpensanti per la presenza di una giovane donna nuda (proprio vicino a lei si trova il cesto del picnic, con lenzuola, tovaglia, cibo e frutta per la scampagnata) accanto a due uomini vestiti, dall’Arte Cinematografica, vedi per esempio i FilmPicnic” del 1955 e “Picnic ad Hanging Rock” del 1975, per non parlare poi delle infinite citazioni nei Libri di ogni genere.

Una speciale occasione il “Picnic” che celebra in tutto il Mondo il contatto con la natura e l’ambiente che ci circonda oltre al riappropriarsi di antichi valori legati a uno stile di vita insieme agli altri, grandi e piccini, più felice, rilassante e sano.

Negli Stati Uniti dal 22 Maggio 1909 presso l'Università della California-Davis ogni anno si tiene ad Aprile il “Picnic Day” con la partecipazione di decine di migliaia di persone; in Australia già dalla fine del 1800 si festeggia in Agosto il “Picnic Day”.

In Giappone il “Picnic” è chiamato “Hanami”, una parola composta da due kanji (caratteri) 花見 che significano rispettivamente  “fiori” e  “guardare”, si celebra da Secoli, fin dal “Periodo Nara” (710 - 794), durante i suggestivi giorni primaverili della fioritura dei Ciliegi, in special modo di quella dei “Ciliegi Yoshino” i più diffusi. I Giapponesi contemplano il meraviglioso spettacolo di milioni di fiori di Ciliegi che sbocciano tutti insieme, nel momento poi della massima fioritura (mankai) lasciano trasportare dal vento gli eleganti petali creando una romantica pioggia rosa che ricopre i prati e i corsi d’acqua. 

In Italia oggi il “Picnic”, ieri la “Scampagnata”, è una attività molto diffusa supportata da riferimenti molto antichi che partono da ciò che hanno scritto gli autori più importanti di Epoca Romana.

Un Evento così piacevole e diffuso nel Mondo come il Picnicha portato alla nascita dellaGiornata Internazionale del Picnicche solitamente cade il 18 Giugno di ogni anno.

Per qualsiasi occasione sia stato organizzato un “Picnic” (amici, familiari, conoscenti o per galanteria) è anche di per sé un evento bucolico e spartano, se si vuole ottenere una buona riuscita ci sono delle regole che vanno rispettate e degli accessori che non possono mancare.

Per prima cosa bisogna scegliere una bella giornata e un posto tranquillo (prati, parchi, boschi, spiagge o lungo fiumi e laghi) possibilmente con una bella vista. Di fondamentale importanza il grandissimo rispetto per la natura: non si deve rovinare nulla, non si devono accendere fuochi, non si deve disturbare animali o persone e si deve lasciare il posto così come lo si è trovato, un “Picnica impatto zero, per questo è fondamentale portare un contenitore da usare come cestino.

Per quanto riguarda gli accessori oltre all’immancabile telo da stendere come base necessitano piatti, bicchieri, posate, tovaglia e tovaglioli, cavatappi e una borsa termica. Estremamente romantici sono i “Cestini di Vimini”, kit pronti che contengono tutto il necessario, oggetti e materiali pensati per essere resistenti, leggeri e sostenibili. Oltre a tutto ciò sia il cibo sia le bevande (che seguono ovviamente le tradizioni culinarie di chi lo prepara) sono imprescindibili per la perfetta riuscita di un “Picnic”. Si prediligono preparazioni semplici da accompagnare anche con un buon vino se possibile.

Il “Picnic” è un modo perfetto per staccare dalla frenetica vita moderna e per trascorrere una piacevole giornata all’aria aperta immersi nella “bellezza” di qualsiasi posto sia stato scelto. Per questo motivo una straordinaria Azienda comePeckper soddisfare al meglio la clientela ha inventato ilPeck-Nic”.

In Via Spadari al Civico 9, in pieno Centro nella bellissima Città di Milano, proprio a due passi da Piazza del Duomo, c’è “Peckun Negozio straordinario per l’Enogastronomia di altissima qualità, conosciutissimo in Italia e all’Estero.     

Peck nasce nel lontano 1883 in Via Orefici 2 (vicinissimo alla Sede attuale) grazie all’impegno di Francesco Peck. In quell’anno Francesco Peck esperto salumiere proveniente dalla Città di Praga, oggi Capitale della Repubblica Ceca ma allora facente parte dell’Impero Austro-Ungarico (1867 - 1919), decise di aprire un Laboratorio per la produzione, e la conseguente vendita al dettaglio, di carni affumicate e salumi di Tradizione Tedesca. Nel 1918 Francesco Peck decise di cedere l’attività a un imprenditore Italiano di larghe vedute: Eliseo Magnaghi. Eliseo pur mantenendo il nome “Peck” da subito ampliò l’offerta e per tale motivo nel 1920 trasferì la Sede nei nuovi e più spaziosi Locali di Via Spadari 9 (quella attuale).

Nel 1956, superati gli anni difficili della Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945) in cui Milano fu colpita duramente dai terribili bombardamenti degli Alleati, l’attività di “Peckpassò ai Fratelli Giovanni e Luigi Grazioli conosciutissimi imprenditori già proprietari di uno dei più famosi Ristoranti della Città. Nel 1970 i Grazioli cedettero i loro Negozi ai tre Fratelli Stoppani, Angelo, Mario e Remo. I Fratelli Stoppani modernizzarono e internazionalizzaronoPeck” grazie anche alla validità delle loro specifiche competenze.

Nel Mese di Aprile 2013 il MarchioPeck è stato rilevato completamente da Pietro Marzotto imprenditore internazionale con una grande esperienza nel settore alimentare. Nel 2011 il Conte Marzotto aveva già acquistato i due terzi della Società.

Oggi il GruppoPeck”, cresciuto moltissimo nei decenni con nuove aperture sia in Italia sia all’Estero, è guidato dal bravo Pier Leone Marzotto, il più giovane dei Figli del Conte

Peck” ha una tradizione di successi lunga più di 140 anni e con i suoi Negozi e i suoi Ristoranti è un vero e proprio imperdibile “Tempio Enogastronomico” meta di una Clientela Internazionale e la sua fama non conosce confini.

Tra le aperture più recenti di Peck alla fine del 2018 c’è stata quella di Peck CityLife.

Il “CityLife Shopping District” (conosciuto anche come "Le Tre Torri") è un lussuoso complesso residenziale e commerciale nel Quartiere del Portello a Milano, progettato e realizzato da pochi anni dagli Architetti Arata IsozakiDaniel Libeskind e Zaha Hadid.

Il super accogliente “Peck CityLife” è Gastronomia, Ristorante, Enoteca e Cocktail Bar, sorge in un Padiglione di 300 mq. posto in Piazza Tre Torri, davanti al verdeggiante Parco (17.000 mq. il terzo più grande di Milano) e agli Orti Fioriti (5.000 mq. con coltivazioni di erbe aromatiche e officinali, fiori e ortaggi), baricentrico rispetto all’ingresso dello Shopping District e delle architetture simbolo del nuovo Quartiere, le Torri. “Peck CityLife” non è soltanto uno scrigno di sapori, prodotti freschi e confezionati, savoir faire e tradizioni, ma è anche un luogo dalla moderna e fascinosa atmosfera dove il cibo è un ingrediente di una più ampia esperienza.

ProprioPeck CityLifeè l’unico punto vendita dove poter acquistare su prenotazione il nuovoPeck-Nic”. Il “Peck-Nic” stato ideato e realizzato per trasformare il pranzo o l’aperitivo in un'esperienza rilassante e indimenticabile da vivere immersi nel verde di CityLife.

Il “Peck-Nic” è confezionato nel seducente “Cesto in Vimini” che include, per due persone, tovaglia, tovaglioli, posate e bicchieri: tutto l’occorrente per vivere un’esperienza di qualità, unendo in un rito antico il piacere del cibo alla natura. Sei i Menù proposti che soddisfano i palati più raffinati: “Golosi Sfizi”, “Passione Veggie”, “Weekend Gourmet”, “Sapore di Mare”, “Salumi e Baci” e “Made in Peck”.

Non manca però la possibilità di personalizzare il Cestino direttamente al banco della gastronomia per un'esperienza gastronomica unica sotto il cielo di Milano.

Per l’abbinamento con i Vini Peck propone in accompagnamento al Peck-Nicla vasta scelta della sua Cantina ricca di oltre 3.000 selezionatissime Etichette.

Il Peck-Nic”, la moderna e gustosa versione del miticoPicnic”, la potete trovare solo al NegozioPeck CityLifedi Milano, ma mi raccomanda se volete gustarvi questa meraviglia ricordatevi di prenotarlo.

https://www.peck.it/

https://www.youtube.com/watch?v=zBwDERd6WOs

https://www.youtube.com/watch?v=7YXaJH0srMU


"Peck-Nic" Solo da Peck CityLife a Milano (Foto Peck)

"Peck-Nic": Sei i Menù Proposti (Foto Peck)

"Peck-Nic": Possibilità di Personalizzare il Menù (Foto Peck)

"Peck-Nic" di Peck CityLife: Solo Delizie (Foto Peck)

"Peck-Nic": Possibilità di Abbinamento Vini (Foto Peck)

"Peck-Nic": Solo su Prenotazione (Foto Peck)