giovedì 25 gennaio 2024

RESTAURANTE “BENARES” A MADRID: UNA GUSTOSA ED ECCELLENTE ESPERIENZA DI CUCINA INDIANA DI ALTISSIMO LIVELLO.



L'Indiaufficialmente Repubblica dell'India, è uno Stato Federale dell'Asia Meridionale con Capitale Nuova Delhi.

L’India con un Territorio di 3.287.263 km² è al settimo posto nel Mondo per superficie, mentre con 1 miliardo e 482 milioni di abitanti nel 2023 ha superato di poco la Cina diventando lo stato più popoloso della Terra. L'India è una Federazione di Stati con Parlamenti e Governi Autonomi: 28 Stati Federati e 8 Territori, fra cui quello della Capitale Nuova Delhi e ognuno di essi è suddiviso in Distretti.

Il nome “India” deriva da quello del Fiume Indo, lungo 3.180 km., che in Persiano Antico era detto “Hindush”.

L’India ha ben 7517 km. di Coste bagnate a Sud dall'Oceano Indiano, a Ovest dal Mar Arabico e a Est dal Golfo del Bengala; confina a Ovest con il Pakistan, a Nord-est con Cina, Nepal e Bhutan, a Est con Bangladesh e Myanmar. L’India possiede una ricchissima diversità vegetale e animale e numerosi habitat protetti.

L’India grazie alla sua lunga Storia che l’ha vista protagonista di vasti Imperi e al centro di fondamentali rotte commerciali è una Nazione multilingue e multietnica, caratterizzata da un pluralismo religioso davvero importante: Buddhismo, Induismo, Giainismo e Sikhismo sono Religioni nate qui, mentre entro il Primo Millennio d.C. arrivarono Zoroastrismo, Ebraismo, Cristianesimo e Islam

L’India, colonizzata dal Regno Unito a metà del 1800, è diventata un moderno Stato Nazionale nel 1947, dopo una lotta per l'indipendenza che è stata caratterizzata da una diffusa resistenza non violenta guidata da Mohāndās Karamchand Gāndhī (1869 -1948).

L'India ha alle spalle millenni di Storia durante i quali ci sono state mutazioni continue di influenze diverse, di cambi di confini e di differenti gestioni politiche che hanno condizionato anche la “Cultura Gastronomica” del Paese.

Nella grande confusione di tracce e ritrovamenti pare certo che circa 3000 anni a.C. le Civiltà della Valle dell'Indo avevano iniziato ad addomesticare animali e a coltivare.
Da allora in poi è stato tutto un fiorire di “cucine" diverse poiché ogni Territorio prima e in seguito ogni Stato o Regione ha sviluppato una propriatradizione culinaria” anche se molti piatti di diverse Zone sono simili fra loro e usano in gran parte i medesimi ingredienti.

Durante “L' Epoca d'Oro dell'Arte Indiana” quella corrispondente all’Impero Gupta (dal 240 al 550 d.C.) si ebbe un lungo periodo di pace e prosperità che favorì non soltanto lo sviluppo culturale ma grazie al fiorire dei commerci e degli scambi una moltitudine di viaggiatori portarono in India, tra molto altro, anche nuove tipologie di spezie e thè.

Gli invasori Britannici nel XVIII Secolo non amando particolarmente la Cucina Indiana cercarono di adattarla ai loro gusti, vedi per esempio l’invenzione e l’uso del “curry”: “una moltitudine di miscele”, spezie pestate nel mortaio che diventano una polvere giallo-senape o un pesto umido, piccanti e non ma molto aromatici. Introdussero anche usi come il “Ray” la preparazione di una cena ricca, elaborata e abbinata al thè che viene servita verso sera.

Alla base della Cucina Indiana ci sono materie prime come l’“atta” (una farina integrale ottenuta dalla miscelazione di farine di soia, avena, mais e ceci), il riso, moltissime tipologie di legumi, latte, latticini e spezie (peperoncino, aglio, noce moscata, coriandolo, cumino, pepe nero, zafferano, curcuma, cannella, curry, cardamomo).

Anche il Pane ha la sua rilevanza e generalmente ha l'aspetto di schiacciatine, viene usato maggiormente nell'India Settentrionale perché serve per accompagnare i piatti di carne, mentre invece è poco usato nel Sud dell’India dove viene fatto un uso più vegetariano del cibo. Il Pane è importante anche per l’utilizzo che ne viene fatto infatti può essere utilizzato come piatto o comepinza” (cucchiaio). Comunemente il Pane è di due tipologie: lievitato e fritto sulla “tawa” (una pesante piastra di ferro o ghisa), e non lievitato la cui cottura avviene nel “tandoor” (un forno cilindrico di argilla con il fondo interrato).

Da ricordare che in India per mangiare con le mani “si deve utilizzare soltanto la mano destra”, la sinistra è considerata impura essendo la mano dedicata alla pulizia del corpo.

Molti sono i condimenti che accompagnano le portate della Cucina Indiana ma i due più usati, nelle diverse formule e varianti, sono il “raita” (un'insalata fatta con yogurt e verdure tritate che fa da contorno ai piatti piccanti) e la “chutney” (una salsa vegetale piccante e densa, a base di frutta, spezie e ortaggi).

Una delle preparazioni più interessanti, che prendo a esempio della complessità armonica della Cucina Indiana e della sua Cultura, è ilThali”.

Con il nome “Thali” originariamente si indicava “una grande piastra” ma con il passare del tempo il nome ha preso a indicare un tipo di pasto completo, molto coreografico, che comprende diverse portate (vegetariane e non) che si completano in una sintonia equilibrata di gusti e sapori, serviti in piccole ciotole chiamate “katori” adagiate su un “thali” (un grande piatto/vassoio) o per comodità anche su due vassoi che combaciano.

Con la globalizzazione anche la Cucina Indiana si è diffusa con successo nel Mondo grazie alla grande varietà dei suoi piatti ricchi di gusto e intensi sapori

A Madrid, in Spagna, una delle Capitali del Mondo che più amo, c’è un Locale che oltre alla sue varie positive peculiarità serve alla Clientela una Cucina Indiana assolutamente genuina, di altissima qualità e pluripremiata: “Benares”.

Il Ristorante prende il nome dalla fascinosa Città Indiana di Varanasi, conosciuta anche come “Benares”, Capoluogo del Distretto omonimo, è una delle più antiche agglomerazioni urbane del Mondo essendo abitata da oltre 3500 anni ed è la Città Sacra per gli Induisti dove ogni fedele deve recarsi almeno una volta nella vita per immergersi nel Fiume Sacro Gange da almeno cinque diverse rampe di scale di pietra (ghat) che scendono nel fiume stesso. Tra le intricate stradine della Città si nascondono circa 2000 suggestivi Templi tra cui il famoso il “Kashi Vishwanath” (Tempio d'Oro) dedicato alla divinità Indù Shiva.

Il Restaurante & Bar Benares di Madrid è ubicato in Calle de Zurbano, al Civico 5, nel cuore del popoloso e lussuoso Distretto Centrale e Residenziale diChamberí”. 

Il RestauranteBenares di Madrid”, inaugurato nel 2015, è una proiezione del super famoso RestauranteBenares di Londra” che dal 2003, anno dell’apertura, ha ricevuto negli anni un’infinità di importanti riconoscimenti tra cui “Una Stella” dalla mitica “Guida Rossa Michelin Londra”.

Benares” a Madrid è un Locale molto accogliente e lussuoso, comprende l’elegante Cocktail Bar, molto curato, cosmopolita ed esotico dove ci si affida volentieri al Team di bravissimi mixologist professionisti, il Ristorante con la Cucina a vista, integrata dalla coreografica e ricchissima esposizione di materie prime e spezie, la bella e luminosa Sala (c’è anche un “tavolo speciale” nello spazio suggestivo della fornitissimaCantina”) e il Patio con la “Piscina”. L’arredamento è elegante e di ispirazione Indiana con romantiche immagini della Città di Benares alle pareti.

Al RestauranteBenares di Madridlo Chef Executive è il bravissimo Luis Alfonso Ojeda Arrieta.

Luis Alfonso Ojeda Arrieta à nato nella Città di Nueva Zamora de la Laguna de Maracaibo, la Capitale dello Stato Venezuelano di Zulia uno dei 23 Stati del Paese. Luis prima di arrivare da "Benares Madrid" ha girato per molto tempo gran parte del Nord-est e Sud-ovest dell’India per studiare e imparare la gastronomia più autentica di questo grande Paese e per mettere a punto le preparazioni dei suoi Menù si è recato anche a Londra per incontrare il grande Executive Chef Sameer Taneja del Benares di Londra (Una Stella Michelin) con il quale ha condiviso le sue esperienze.

Il RestauranteBenaresdi Madrid offre alla sua Clientela un magico Tour nellaCultura Gastronomica più Autentica dell'India”, la più vera e autentica, usando si materie prime Locali e stagionali di eccezionale qualità ma elaborandole con le tecniche culinarie Indiane più moderne e all'avanguardia.

Tutte le preparazioni sono estremamente belle e gustose con consistenze, sapori, aromi e spezie che ricreano le atmosfere suggestive di una Città antichissima come Benares dove regna l’esuberanza della natura, dei colori e della spiritualità.

Il RestauranteBenaresdi Madrid ha anche un lungo orario di servizio che dall’ora di pranzo arriva fino a tarda notte. 

Visti i molti pregi il RestauranteBenares di Madrid ha ricevuto molti riconoscimenti tra cui quello della prestigiosa “Guida Rossa Michelin Spagna” che lo ha segnalato con le seguenti parole: “Seguendo le orme del suo omonimo Ristorante Londinese, i principali punti di forza di Benares Madrid sono la sua interpretazione moderna della classica cucina Indiana e la sua piacevole terrazza-giardino con una rilassante piscina patio”.

Al Restaurante & Bar Benares di Madrid potrete trovare grazie all’impegno del giovane Chef Luis Alfonso Ojeda Arrieta e del suo Staff una gustosa ed eccellente esperienza di Cucina Indiana di altissimo livello.

https://www.benaresmadrid.com/

https://www.youtube.com/watch?v=TAseeJiLtIw


"Benares Madrid": Una Vista della Sala (Foto Benares)

Una Vista del Patio (Foto Benares)

Lo Chef Luis Ojeda e la Brigata di Cucina (Foto Benares)

Cucina Indiana di Altissimo Livello (Foto Benares)

Materie Prime di Grande Qualità (Foto Benares)

Fascino e Gusto (Foto Benares)

Raffinate Preparazioni (Foto Benares)

"Thali": Un Delizioso Pasto Completo (Foto Benares) 

"Benares Madrid": Piatti Ricchi di Sapori (Foto Benares)

 

venerdì 19 gennaio 2024

“MOI - RISTORANTE OMAKASE E SAKE” A PRATO: UN PICCOLO PARADISO DI SINCERA CUCINA GIAPPONESE.




Le Tradizioni di quella magnifica Nazione che si chiama Giapponesono tantissime e tutte straordinariamente affascinanti e quella della loro Cucina è una tra le più interessanti.

La Storia della Cucina Giapponese ha inizio nel periodo “Periodo Jōmon” (縄文時代  Jōmon-jidai) che va dal 10.000 a.C. fino al 300 a.C.. Un periodo temporale molto esteso in cui non sono esistiti un Popolo e una Cultura definibile in senso stretto “Jōmon”, ma piuttosto più Popoli e Culture accomunati dall'uso di certe tecniche di produzione come per esempio quella del vasellame. Dobbiamo arrivare al VII Secolo con l’inizio della Dinastia Yamato (Dinastia Imperiale Giapponese da cui discende anche l’attuale Imperatore Naruhito) e con l’affermarsi della Religione Buddhista (iniziata ufficialmente in Giappone nel 538 d.C.) per arrivare a un’idea ben definita e generalizzata di “Cucina”.

La “Cucina Tradizionale” viene chiamata in Lingua Giapponese “Nihon-ryōri” (日本料理) o “Washoku” (和食). Tali termini servono per identificare la Cucina precedente al “Periodo Meiji” (23 Ottobre 1868 - 30 Luglio 1912), in contrapposizione alla Cucina Yōshoku” (洋食 “Cucina Occidentale Importata”) diffusasi nel Paese Nipponico in seguito all'abolizione del “Periodo di Sakoku” (“Paese Chiuso”, dal 1641 al 1853).

La CucinaWashoku”, ovvero “L’Arte della Cucina Tradizionale Giapponese” nel 2013 è stata insignita del Titolo di “Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO”, in riconoscimento degli “straordinari costumi socio-culinari” che si tramandano in Giappone da Secoli e per essere una delle Cucine più bilanciate e salutari del Mondo. La CucinaWashokuha quattro caratteristiche fondamentali: stagionalità, ingredienti, equilibrio ed estetica.

Ingrediente principale della Cucina Giapponese è il “riso”, fondamentale anche l’acqua (di alta qualità) sia per bollire e sia per fare il brodo, ma sono diffusi anche pasta, pesce, verdure e legumi, conditi solitamente con le varie spezie locali. La carne è meno usata ma in molti casi è ottima. I piatti più comuni sono “Sushi”, “Sashimi”, “Ramen”, “Udon”, “Soba”, oltre a diverse altre preparazioni a base di “Tofu” (Caglio di semi di Soia) e “Nattō” (ottenuto dalla fermentazione dei Fagioli di Soia). Non manca un’importante varietà di Dolci (Wagashi). Tra le bevande sono molto diffusi il “Sake” e il “Tè Verde”. 

Una delle preparazioni più tipiche e interessanti è sicuramente il “Ramen” la mitica Zuppa in cui si immergono le omonime Tagliatelle di Tipo Cinese (“ramenラーメン) denominate anche “Chuka Soba” (Soba Cinese), solide e corpose, di colore ancora più giallo quando, nell’impasto di farina di frumento, sale, acqua e “Kansui” (acqua minerale alcalina), vengono aggiunte le uova. Queste Tagliatelle possono essere fresche o secche, lisce o arricciate. La Zuppa è di brodo ristretto di pollo o maiale con inseriti molti altri ingredienti e ne esistono una miriade di varianti a seconda delle specifiche Tradizioni Territoriali. La “Zuppa Ramen”, nelle versioni di più alta qualità, è diventata praticamente “un’opera d’arte” che viene preparata nei migliori Locali specializzati denominati “Ramen-ya”.

Un’altra particolarità molto comune della Cucina Giapponese che trovo estremamente coreografica e piacevole è il “Bentō” (弁当): un vassoio contenitore con o senza coperchio, di varie forme e materiali, adibito a servire un pasto, in singola porzione, preparato in casa o all'aperto. La parola “bentō” deriva dal termine “便當” (biàndāng, conveniente), termine dialettale della Dinastia Cinese Meridionale Song (960 - 1276), poi arrivato in Giappone.

Il “bentō” è un pranzo preconfezionato, viene dato ai bambini per portarlo a scuola e agli adulti per l’ufficio, ma è anche usato nei picnic e nelle feste, per questo deve essere comodo e pratico da trasportare e mangiare. La “scatola da bentō” è dotata di divisori interni atti a separare cibi differenti e per trasportarla viene avvolta in un pezzo di carta, di tessuto o in borse speciali insieme alle bacchette ( hashi); il risultato è un pacchettino esteticamente gradevole.

Le “scatole bentō” hanno la possibilità di essere personalizzate, sono di vari materiali e dimensioni, alcune hanno uno scompartimento termico che contiene riso caldo o “miso” (condimento derivato dai semi della soia gialla).

In Giappone non esiste il concetto di “primo piatto”, “secondo”, “contorno”, “dolce e frutta”; di solito in tavola vengono portati contemporaneamente tutti i cibi scelti, che vengono consumati senza un ordine prestabilito.

Molto legata alla Cucina Giapponese è quellabevanda alcolicagià citata, che costituisce una categoria a parte non essendo classificabile né tra i Distillati né tra i Liquori, che prende il nome diSake”.

Il “Sake” (dal Giapponese , "bevanda alcolica") è una bevanda estremamente tipica del Giappone, si ottiene attraverso un antichissimo processo di fermentazione che coinvolge un particolare tipo di riso decorticato, acqua purissima, spore “koji” e specifici lieviti. “Koji” (in Giapponese: kōji, o 麹菌kōji-kin), nome scientifico “Aspergillus oryzae”, è un “fungo filamentoso” (una muffa). Viene impiegato da Secoli in diverse Cucine dell'Asia Orientale come fermentante. Viene usato anche per saccarificare il riso, altri cereali e le patate per la produzione di bevande alcoliche come “Huangjiu”, “Makgeolli”, “Shōchū”, “Sake”, oltreché per l’Aceto di Riso.

Quello che in Occidente è conosciuto comeSakein realtà per Giapponesi è un particolare Vino di Riso” chiamato “Nihonshyu” (日本酒 Alcol Giapponese). In Giappone con la parola “Sake” si indica semplicemente una bevanda alcolica che a seconda della Regione di provenienza può assumere vari significati specifici. Per esempio nel Kyūshū Meridionale (Kyūshū una delle Otto Regioni del Giappone, situata direttamente a sud-ovest di Honshū l'Isola principale dell'Arcipelago Nipponico) il termine “Sake” si riferisce di solito allo “Shochudi patate (芋焼酎 Imojyouchyou). Lo “Shochu” è un distillato che si può realizzare con orzo, patate dolci e riso.

Sake” è anche l'Awamori (泡盛 letteralmente cupola trasparente, o “kusuvecchia bevanda) un altro particolarissimo distillato delle Isole Okinawa (沖縄諸島 Okinawa Shotō), il gruppo principale dell'Arcipelago Giapponese delle Ryūkyū.

La Storia delSake” si perde tra molte leggende millenarie di origine Cinese e Giapponese. L’unica certezza è che il “Sake ha seguito sicuramente lo sviluppo della Coltivazione del Riso che fu introdotta in Giappone dalla Cina, nel già citato Kyūshū, nel tardo PeriodoJōmon-jidai” circa 2600 anni fa. Il PeriodoJōmon-jidai” (縄文時代), come già detto, classifica la Storia Giapponese nei secoli a.C. che intercorrono da circa il 10000 fino al 300.

Nell’EraYayoi-jidai” (弥生時代), che va dal 300 a.C. al 250 d.C., la “coltivazione del riso” si diffuse in tutto il Giappone. La Tecnica di Produzione del Sake” si è gradualmente e notevolmente sviluppata dal metodo iniziale, il più antico, che vedeva nella masticazione del riso cotto (per unirlo con gli enzimi contenuti nella saliva) il mezzo per la saccarificazione, per poi favorirne la fermentazione con il lievito. Si indica il PeriodoNara-jidai” (奈良時代), che va dal 710 al 784, come quello in cui il “Sake” iniziò a essere fatto nella maniera che conosciamo oggi con la fermentazione che utilizza le spore di “koji”. Allora ci fu una tale diffusione del “Sake”, per dedicarlo agli Dei e all'Imperatore durante cerimonie ed eventi, che venne istituito un Ufficio apposito per il controllo della sua produzione.

Esistono, a grandi linee, due principali tipi di Sake: il “futsuu-shu” (普通酒) ovvero il "sake normale" e il “tokutei meishyoshyu” (特定名称酒), il "sake per occasioni speciali". Ma parlare in dettaglio delSake”, della sua filosofia, delle tecniche di realizzazione, dei vari tipi e classificazioni, del modo di servirlo e di degustarlo, ci vorrebbero dei Tomi.

Se amate o anche semplicemente vi piace tutto ciò che fin qui Vi ho raccontato non potete assolutamente perdervi il RistoranteMoidi Prato che è appena stato premiato comePrimo nella Classifica 50 Top Italy - I Migliori Sushi 2024”.

50 Top Italyè la notissima Guida online del meglio delMade in Italy”, sia nel nostro Paese sia nel Mondo, curata da Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere.

Il RistoranteMoi - Omakasedi Prato è l’unico Locale del genere gestito completamente da unItamaeItaliano: Francesco Preite.

Itamae” (板前) è lo Chef della Cucina Giapponese: "Ita" significa in questo caso "tagliere" e "mae" "davanti" viene indicato colui che lavora davanti al tagliere. Per diventare “Itamae di Sushi” serve un lunghissimo periodo di formazione e apprendistato. Dopo alcuni anni di formazione, si comincia dalla gavetta, un bravo apprendista può diventare "Wakiita", che significa "vicino al tagliere", con inizialmente compiti che includono la preparazione quotidiana degli ingredienti freschi, poi, dopo altro tempo, può iniziare a preparare il sushi per l’asporto, infine se meritevole diventa “Itamae”.

La frase GiapponeseOmakase” (お任せ), significaLascio a te la scelta”, viene usata quando si ordina cibo nei Ristoranti lasciando allo Chefcarta biancasulla scelta delle pietanze da servire al cliente.

Francesco Preite (classe 1983) è nato nella Toscanissima Provincia di Prato, fin da giovanissimo ha subito il fascino del Giappone, diventava matto per i Samurai e le loro mitiche spade (Uchigatana e Wakizashi). Appena ha potuto ha fatto il suo primo viaggio in Giappone scoprendo che la maggioranza delle lame realizzate da grandi Artigiani si erano adattate, per motivi di mercato, alle esigenze dei “coltelliutili in Cucina. Tale fatto lo incuriosì a tal punto che, approfondite le conoscenze, divenne un innamorato della Cucina Giapponese. In più di 20 anni oltre settanta viaggi in Giappone per studiare e apprendere l’arte da super famosi Insegnanti.   

Per dare libero estro alla sua passione nel 2009, in Via Giuseppe Verdi nel Centro di Prato, Francesco Preite aprì il suo primo piccolo Locale, “Moi”, che offriva alla sua Clientela una proposta classica di cibo Giapponese di ottima qualità. Dopo otto anni di appassionato Lavoro che ha portato al “Moi” e a Francesco molte soddisfazioni, un nuovo balzo in avanti, una vera evoluzione con l’apertura della nuova Sede in Viale Piave, al Civico 10-12-14, sempre a Prato, proprio di fronte al fascinoso e maestoso Castello dell’Imperatore edificato per ordine dell’Imperatore Federico II di Svevia tra il Secolo XI e XVI.   

Il RistoranteMoi - Omakase” di Francesco Preite ha un ambiente decisamente accogliente e suggestivo di una eleganza essenziale, legno naturale dai toni neutri, ampie vetrate che proiettano all’interno le Torri del Castello dell’Imperatore. Il grande bancone è l’assoluto protagonista dello spazio, in essenza di cipresso riprende la struttura in legno delle poltrone e dei divani dell’area salotto, in una tavolozza di colori che dal beige sfuma nel grigio in “stile minimal zen”.

Francesco Preite lavora a vista davanti ai dieci Clienti seduti al bancone arrivati in un unico turno alle 21:00 e, secondo la formula Omakase”, realizza, con un’attenzione maniacale e assoluta qualità degli ingredienti, circa venti assaggi al buio: nigiri, brodo di vongole, manzo di kobe, ricciole, branzini di Porto Santo Stefano, carbonari d'Alaska (una dei pesci più preziosi e preservati del pianeta), storioni bianchi, capesante di Hokkaido. Il tutto abbinato a varie tipologie di salsa di soia artigianali e non pastorizzate, a preparazioni come il “gari” (lo zenzero in salamoia) preparato personalmente dallo Chef o il “wasabi” fresco, grattugiato al momento con l’apposito “oroshigane in pelle di squalo”, ai vini naturali e al sake.

Il RistoranteMoidi Prato per le sue straordinarie e specifiche peculiarità ha ricevuto, tra gli altri, riconoscimenti come i “Tre Cappelli” con 17/20 di punteggio daLe Guide de L'Espresso”, per il secondo anno consecutivo il “Premio Migliore Carta dei Vini di Ristorante Etnico in Italia” da “Milano Wine Week” e la conferma dei “Tre Mappamondi” della Guida del Gambero Rosso.

Al Ristorante Moi - Omakasedel bravissimoItamae ItalianoFrancesco Preite a Prato potrete immergervi in un piccolo paradiso di sincera Cucina Giapponese vivendo un’esperienza assolutamente gustosa, piacevole e di grandissimo livello.

https://www.moiprato.it/


Ristorante "Moi - Omakase" a Prato: Vista Interna (Foto Moi) 

Fascinosa Accoglienza (Foto Moi)

Itamae Francesco Preite (Foto Moi) 

"Omakase": Lo Chef Sceglie le Portate da Servire (Foto Moi) 

Materie Prime di Eccellente Qualità (Foto Moi)
 
Gustose Preparazioni Ben Presentate (Foto Moi)

L’Arte della Cucina Tradizionale Giapponese (Foto Moi)

Selezionatissimi Abbinamenti..... (Foto Moi)

Stagionalità, Ingredienti, Equilibrio, Estetica (Foto Luca Managlia)

sabato 13 gennaio 2024

RISTORANTE “QB DUEPUNTOZERO” A SALÒ (BS): UNA GUSTOSA CUCINA DI GRANDE LIVELLO E LA MAGICA ATMOSFERA DEL LAGO DI GARDA.




Tra le infinite meraviglie naturali che fanno dell’Italia uno dei Paesi più belli del Mondo c’è il Lago di Garda.

Il Lago di Garda (o “Benaco”, dalla parola LatinaBenacus” con cui lo chiamavano gli antichi Romani) è il Lago più grande d’Italia (circa 370 km²), a settentrione si presenta stretto a imbuto inserendosi nelle Prealpi, mentre a meridione si allarga nell’Alta Pianura Padana fiancheggiato da Colline Moreniche (costituite da detriti accumulati e trasportati dai ghiacciai) che rendono ancor più fascinoso il paesaggio. Le sue sponde si dividono tra tre Regioni: Lombardia (Provincia di Brescia), Veneto (Provincia di Verona) e Trentino-Alto Adige (Provincia autonoma di Trento).

Il Lago di Garda al suo interno racchiude altri “5 gioielli”, le Cinque piccole Isole: l’Isola del Garda (qui nel 1220 San Francesco d'Assisi fondò un Monastero), l'Isola di San Biagio (anche detta “dei Conigli” in quanto nel XVI Secolo vi erano numerosissimi conigli) ubicata all'estremità sud-orientale del Golfo di Manerba del Garda che nei periodi di secca è raggiungibile a piedi, l'Isola degli Olivi, l'Isola del Sogno (anch'essa raggiungibile a piedi nei periodi di secca) e l'Isola del Trimelone.

Vista la magnificenza del Territorio del Lago, la ricchezza della flora e della fauna locale sono state create sia Aree Protette sia Parchi e Giardini di grande rilevanza.

Già in Epoca Romana, in particolare a partire dal Primo Secolo dopo Cristo, erano presenti sulle sponde del Lago lussuose Ville concepite come luoghi dedicati all'otium, attività riservata alle classi dominanti, e allo svago, in ragione della felice naturalezza del contesto. Oggi il Lago di Garda è un'importantissima meta turistica visitata ogni anno da milioni di persone.

Tra i 26 Comuni (divisi tra le tre Province già citate), in gran parte piccoli o piccolissimi, che si affacciano sul Lago di Garda c’è Salò.

Salò è il Comune più densamente popolato e il più abitato (più di 10.000 persone) del “Parco Alto Garda Bresciano” e si affaccia romanticamente sull'omonimo Golfo della sponda Lombarda del Lago di Garda. Il Monte San Bartolomeo, che sovrasta la Città, è attraversato da suggestivi e panoramici sentieri naturalistici che lo percorrono fino alla vetta.

Salò è molto antica avendo origini Romane, ma da ritrovamenti archeologici si è scoperto l’esistenza di preesistenti insediamenti verosimilmente di Epoca Neolitica. Con una lunghissima storia alle spalle dopo la Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945) a partire dagli Anni Sessanta Salò riscoprì la sua vocazione turistica, aiutata da grandi manifestazioni sportive Nazionali e Internazionali che si sono sviluppate negli anni: corse automobilistiche, ciclistiche, gare di barche a vela, festival violinistico, concerti e moltissimo altro.

Salò sia nel 1901 sia nel 2004 è stata colpita da forti terremoti ma nonostante ciò ci sono interessantissime strutture, religiose e non, di notevole pregio storico-architettonico come il Duomo, dedicato a Santa Maria Annunziata, progettato dall’Architetto Filippo Dalle Vacche nel XV Secolo in tardo stile gotico.

Quasi al centro della bellissima passeggiata Lungo Lago di Salò c’è un Ristorante molto accogliente sotto tutti i punti di vista: “QB DuePuntoZerodello Chef Alberto Bertani e di sua Moglie, nonché Maître e Sommelier, Irene Agliardi.

Alberto Bertani è nato nel 1979 a Gargnano, un piccolo Comune (circa 2.500 abitanti), distante 50 Km. da Brescia, anch’esso adagiato sulla sponda Lombarda del Lago di Garda con l’intero Territorio rientrante nelParco Regionale dell'Alto Garda Bresciano”. Alberto è cresciuto in questo ambiente dalla natura magnifica tra rigogliosi vigneti, romantici uliveti e profumati agrumeti, dimostrando ben presto la sua passione per il buon cibo e la Cucina. Seguendo tale propensione tra il 1993 e il 1998 ha frequentato e si è diplomato all’Istituto Alberghiero (IPSEOA) "Caterina de' Medici" di Gardone Riviera (BS).

Sia durante gli studi che dopo il diploma Alberto ha fatto svariati stage in importanti strutture come il “Grand Hotel Fasano” (5 Stelle), il “Grand Hotel Gardone” (4 Stelle), il “Dolomiti Hotel” di Moena (4 Stelle). Nell’estate del 1999 Bertani ha lavorato nella cucina del noto “Ristorante Hotel Lepanto” di Salò e poi ha fatto ritorno a Moena (TN) al “Park Hotel Leonardo”, successivamente è stato all’HotelLaurin” di Salò.

Dal mese di Aprile 2001 fino al Novembre 2003 Alberto Bertani ha partecipato all’apertura del lussuoso “Grand Hotel Villa Feltrinelli” di Gargnano in qualità di Capo Partita. Dopo una breve parentesi come Chef privato, nel Giugno 2004 ha accettato la proposta di ricoprire il ruolo di Executive Chef al prestigioso “Hotel Bellerive” (4 Stelle) di Salò.

Durante quest’ultimo incarico ha conosciuto Irene Agliardi che è diventata la sua compagna di vita.

Dopo quasi cinque anni, nel Marzo del 2009, Alberto Bertani e Irene Agliardi decisero che era giunto il momento di mettersi in proprio e inaugurarono il loro primo RistoranteQB” (Quanto Basta) a Campoverde una Frazione di Salò ormai completamente inglobata nel Centro Abitato.

Dopo alcuni anni di grande impegno, dove iniziarono a farsi conoscere per le loro molte qualità (nel 2013 arrivò anche il riconoscimento deilGolosario - Guida alla Cose Buone d’Italia”) Alberto Bertani e Irene Agliardi vollero migliorare la loro Location” e capitata l’occasione nel 2014 si trasferirono nella Sede attuale, sempre a Salò, in Via Pietro da Salò al Civico 23.

La nuova e accoglientissima Sede del Ristorante QB DuePuntoZero (“DuePuntoZeroè stato aggiunto a “QB” per meglio definire il Locale nel nuovo corso) è veramente bella trovandosi in angolo con la porzione di Piazza Amici del Golfo che da Via Pietro da Salò porta subito al resto della Piazza che si allunga sulla splendida Passeggiata Pedonale Lungo Lago con una vista meravigliosa sia dello splendido panorama sia del Porticciolo Turistico (Porto Sirena di Salò).  

La Struttura del RistoranteQB DuePuntoZero” incanta l’ospite da subito sia dall’ingresso Strada sia da quello della Passeggiata Lungolago. Tutto l’ambiente è elegante e raffinato seguendo un curatissimo “stile minimal”: Sala interna e Saletta con ampi tavoli, le grandi vetrate che permettono all’ospite di ammirare, di giorno e di sera, il panorama mozzafiato. Con la bella stagione si sfrutta anche l’arioso Dehors.

Anche la “mise en place” e tutto il resto è molto curato: i Menù, per esempio, sono in puro cotone e stampati a mano dai Maestri Cartai di Toscolano Maderno (BS).

Con il trasferimento nella nuova Sede iniziarono ad arrivare al RistoranteQB DuePuntoZeroimportanti riconoscimenti: nel 2016 la “Prima Forchetta” della “Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso”, nel 2018 la Segnalazione sulla “Guida Rossa Michelin”, nel 2020 il “Cappello” della “Guida Ristoranti de L’Espresso” e la “Seconda Forchetta” per la “Guida del Gambero Rosso”. Nel 2023 il Ristorante è entrato a far parte della selezionata Guida InternazionaleLes Collectionneurs” e con l’Edizione 2024ilGolosario” ha conferito il riconoscimento della “Cucina Radiosa”.

I vari Menù del RistoranteQB DuePuntoZero” (Vegetariano, Degustazione e a sorpresa dello Chef) accontentano i palati più diversi per la varietà e l’alta qualità dell’offerta, lasciando la clientela sicuramente soddisfatta.

La Carta dei Vini, curata dalla espertissima Titolare Irene Agliardi e dalla giovane e brava Sommelier Andrea Lanzi, è super selezionata, le oltre 200 Etichette (Italiane ed Estere) offrono i migliori abbinamenti.

La Cucina del bravissimo Chef Alberto Bertani è semplice (“Quanto Basta”) molto gustosa, realizzata nel rispetto delle materie prime, del Territorio Gardesano e delle stagionalità. Le sue preparazioni belle e ben presentate sono il frutto di una costante ricerca, in esse non compaiono mai più di tre o quattro ingredienti. La sua Cucina è un percorso continuo che spazia tra Lago, Terra e Mare: una Cucina innovativa, sincera e ben fatta dove un pizzico di Tradizione non manca.

L’accoglienza personalizzata di Irene Agliardi e del suo Staff mette da subito gli ospiti a proprio agio.

Al RistoranteQB DuePuntoZeroa Salò (BS) potete godervi una gustosa cucina di grande livello e la magica atmosfera del Lago di Garda.

https://qbduepuntozero.it/

https://www.youtube.com/watch?v=_kO_u7e4Cgo 


 Alberto Bertani e la Moglie Irene Agliardi (Foto Nicolò Brunelli)

Una Vista della Sala (Foto Nicolò Brunelli)

 La Sommelier Andrea Lanzi (Foto Nicolò Brunelli)

Il "Dehors" con la Magnifica Vista (Foto Nicolò Brunelli) 

Titolare, Maître e Sommelier: Irene Agliardi (Foto Nicolò Brunelli)

"Scaloppa di Foie Gras"..... (Foto Nicolò Brunelli)

 "La Zuppa dell’Erborista Selvatico"..... (Foto Nicolò Brunelli)

"Ricciola Marinata all’Orientale"..... (Foto Nicolò Brunelli)

 Lo Chef Alberto Bertani (Foto Nicolò Brunelli)

venerdì 5 gennaio 2024

“ARAMBURU”: IL MIGLIOR RISTORANTE ARGENTINO PER LA PRIMA EDIZIONE DELLA “GUIDA ROSSA MICHELIN ARGENTINA 2024”.

 


La Repubblica (Federale) Argentina è ubicata nella parte meridionale dell’America del Sud e il suo vasto Territorio comprende una Città Autonoma, la Capitale Buenos Aires, e 23 Province. L’Argentina con una superficie di 2.791.810 km² è il più esteso Paese di Lingua Spagnola del Mondo, il secondo Stato più grande dell'America Latina, il quarto delle Americhe e l'ottavo al Mondo. Il suo Territorio confina a Nord con la Bolivia e il Paraguay, a Nord-est con Brasile e Uruguay, a Est con l'Oceano Atlantico e a Ovest con il Cile. L’Argentina è uno Stato Indipendente dal 25 Maggio 1810 quando fu deposto l'ultimo Viceré Spagnolo.

Daniel Barenboim (classe 1942), famoso Pianista e Direttore d'Orchestra Argentino con cittadinanza Spagnola, Israeliana e Palestinese ha detto una frase molto significativa: “L'Argentina è l'unico Paese Italiano dove si parla Spagnolo”.

Infatti esiste un fortissimo legame che unisce l’Italia e l’Argentina e recenti studi stimano che circa il 60 per cento della Popolazione Argentina rivendica origini Italiane. Tra il 1870 e il 1960 furono oltre 2 milioni gli Italiani che si trasferirono in Argentina per sfuggire a guerre, carestia e povertà, a testimonianza dell’importanza di tale fatto c’è anche l’istituzione della “Giornata dell’Emigrante Italiano” che si celebra ogni anno il 3 di Giugno.

La Cucina Argentina in seguito ai grandi flussi immigratori ha subito importanti contaminazioni da culture molto diverse tra loro, principalmente Italiana e Spagnola, ma anche Portoghese, Inglese, Tedesca, Russa, Giapponese, Cinese, Turca ed Ebrea. In Argentina si fa grande uso di carne di ottima qualità (bovina, ovina e caprina) ma anche di pesci e crostacei, importante la produzione agricola: una Cucina non molto ricca di spezie e condimenti ma abbondante nelle quantità. L’Argentina è anche un rilevante produttore di Vini e le Province di Mendoza e di San Juan sono sicuramente le più ricche sia per quantità sia per qualità di Vino prodotto.

La qualità delle materie prime Argentine è riconosciuta nel Mondo e la “Nuova Cucina Argentina” grazie a bravissimi Chef ha raggiunto un livello Internazionale davvero notevole.

Per quanto fino a qui accennato la miticaGuida Rossa Michelinha deciso di fare una specifica Edizione proprio dedicata all’Argentina.

La “Guida Rossa Michelin” ha una lunga storia, è stata pubblicata e presentata per la prima volta in occasione della “Exposition Universelle” di Parigi nel 1900 con un intento promozionale, infatti la Guida veniva regalata con l’acquisto dei pneumatici Michelin. Una idea geniale venuta proprio ai due Fratelli Michelin, André (1853 - 1931) ed Edouard (1859 - 1940), che il 28 Maggio 1889 avevano fondato la “Michelin et Cie”, trasformatasi poi in “Manufacture Francaise des Pneumatiques Michelin”.

Nell’Edizione del 1926 apparvero le “étoiles de bonne table” (stelle della buona tavola). In verità il simbolo sembra più un “fiore a sei petali”, ma stella era stata definita e stella è rimasta. Dal 1931 entrò in uso il sistema di premiazione della qualità dei Ristoranti con “Una, Due o Tre stelle”. La “Prima” indica un Locale con “Un’ottima Cucina nella sua Categoria”, la “Seconda” una “Cucina Eccellente, questa tavola merita una deviazione”, la “Terza” si riferisce a “Una delle migliori Cucine, questa tavola vale il viaggio - vi si mangia sempre molto bene, a volte meravigliosamente”.

Negli anni la “Guida Rossa Michelin” ha ampliato la sua copertura e ha raggiunto un numero di Edizioni che coprono molte Nazioni in 4 Continenti oltre a quelle relative a grandi Capitali o Città del Mondo.

Nella serata di Giovedì 24 Novembre 2023, negli accoglienti e spaziosi Arenas Studio ubicati in uno dei Quartieri più celebri e visitati di Buenos AiresLa Boca”, sorto come Porto Fluviale nella prima metà del XIX Secolo, si è svolto il bellissimo Gala condotto da Ivan De Pineda per la presentazione della “Prima Edizione della Guida Rossa Michelin Argentina 2024 - Buenos Aires & Mendoza”.

Gli “Arenas Studios” nascono dal recupero di varie strutture industriali dove era ubicata in precedenza la “Compañía Italo-Argentina de Electricidad” (CIAE) che generava energia elettrica per il Porto di Buenos Aires. Oggi è un grande complesso con oltre 20.000 metri quadri di strutture che offrono soluzioni e servizi, con diversi comfort in termini di logistica, per ospitare o realizzare tutti i tipi di prodotti audiovisivi e produzioni aziendali.

La “Prima Guida Michelin” dedicata all’Argentina ha messo in luce l'eccellenza gastronomica di solo due Zone specifiche del grande Paese che però coprono più di un terzo della popolazione: la Città Metropolitana di Buenos Aires (circa 16 milioni di abitanti) e la Provincia Andina di Mendoza (oltre un milione di abitanti).

La Presidente dellaGuida Michelin ArgentinaEliana Banchik e il Direttore Internazionale delle Guide Michelin Gwendal Poullennec hanno spiegato, all’inizio del Gala, le finalità e la filosofia della nuova Guida. Successivamente Matías Lammens, il Ministro dello Sport e del Turismo Argentino ha portato il saluto delle Istituzioni.

Poi sono iniziate le Premiazioni con la consegna del Premio Speciale per lo “Chef Emergente più Giovane” a Tomás Treschanski del RistoranteTrescha” di Buenos Aires, delle “Placche Michelin” a tutti i 57 Ristoranti Raccomandati dalla Guida (42 a Buenos Aires e 15 a Mendoza), dei 7 Ristoranti, tutti della Capitale, a cui è stato dato il “Bib Gourmand” (riconoscimento ai Locali che offrono un Menu dove prevale il miglior rapporto qualità/prezzo) e il Premio al “Miglior Sommelier dell’Anno” andato a Martín Bruno del RistoranteDon Julio” di Buenos Aires.

Successivamente sono saliti sul palco i rappresentanti dei 6 Ristoranti (2 a Buenos Aires e 4 a Mendoza) Premiati con “Una Stella Michelin”, i 7 Ristoranti a cui è stata riconosciuta la “Stella Verde” (che premia i Ristoranti particolarmente impegnati in una rigorosa “Cucina Sostenibile”, metodo, filosofia, stagionalità…) e infine è stato premiato il miglior Ristorante 2024, da subito, con “Due Stelle Michelin”: “Aramburu” a Buonos Aires dello Chef Gonzalo Aramburu.

Il Gran Gala per la Presentazione dellaPrima Edizione della Guida Rossa Michelin Argentina 2024 - Buenos Aires & Mendozasi è concluso tra gli scroscianti applausi del numeroso pubblico presente e la grandissima emozione di tutti i premiati.

Gonzalo Aramburu è nato a Buenos Aires nel 1976, avendo perso la Madre da piccolo e il Padre esercitando la professione di Avvocato non aveva avuto nessuna spinta Familiare verso la Cucina se non quella di semplici giochi che faceva con la Sorella. Dopo le Scuole Medie e Superiori per seguire le orme del Padre si iscrisse alla Facoltà di Giurisprudenza ma lo studio non era proprio la sua massima aspirazione e lasciata l’Università iniziò a seguire, sempre nella Capitale, un Laboratorio Teatrale. In quel periodo una sua Amica gli disse che avrebbe seguito un Corso di Cucina, Gonzalo avendo molto tempo libero e soprattutto incuriosito iniziò ad andare con l’Amica al Corso e qui nacque la “scintilla”.  

Gonzalo Aramburu ha continuato ad approfondire la nuova passione Culinaria e dopo essersi Diplomato al prestigiosoInstituto Argentino de Gastronomía”(IAG) di Buonos Aires ha iniziato a lavorare nelle Cucine di uno dei migliori Hotel della Capitale, successivamente si è trasferito negli Stati Uniti in Florida a Miami, dove viveva la Sorella, e qui ha esercitato in un Bistrot con Cucina Internazionale. Poi ha continuato a fare importanti esperienze lavorando con Chef famosi e “Super Stellati” sia in Europa che negli Stati Uniti: Gaston-Albert-Célestin Lenôtre (1920 - 2009), considerato uno dei più grandi innovatori nell'Arte Dolciaria, Martín Berasategui Olazábal (classe 1960) che con i suoi Locali ha ben “12 Stelle Michelin”, Daniel Boulud e Charles Trotter (quest’ultimo purtroppo ci ha lasciati nel 2013 a soli 54 anni).

Gonzalo Aramburu nel 2006 è tornato in Argentina nella sua Buenos Aires, non aveva ancora compiuto i trenta anni ma aveva il profondo desiderio di mettersi in proprio: grazie all’aiuto di suo Padre e dando fondo a tutti i suoi risparmi (ha dovuto vendere anche l’auto) nel 2007 ho aperto il suo RistoranteAramburu”. Il fondo trovato era una ex sede sindacale, a circa due chilometri a sud del Centro della Capitale, con un costo dell’affitto abbastanza basso ma si dovettero fare molti lavori di adeguamento e poi ci fu la necessità di arredarlo, un vero “sforzo eroico” visto che per necessità si dovette anche riciclare e sistemare dei mobili usati. Gli inizi furono molto difficili ma a poco a poco con il passaparola la clientela iniziò ad aumentare, arrivarono i primi giornalisti e anche le prime critiche favorevoli.

Dopo 10 Anni di intensissimo lavoro quando ormai era conosciuto come un bravissimo Chef, Gonzalo Aramburu sentì il bisogno di adeguare il suo Ristorante alle nuove esigenze e per tale motivo nel 2018 trasferì la sua attività nella Sede attuale diAramburuall’indirizzo Vicente López 1661, nel Barrio Recoleta. “Recoleta” è un Quartiere di lusso, un'area di enorme interesse storico e architettonico, facile da percorrere a piedi e rinomato per le residenze in stile parigino, i palazzi signorili e le boutique eleganti.

Aramburu” è un Locale molto accogliente, romantico con l’illuminazione soffusa e raffinato, la Sala al Piano Terra (soltanto 12 tavoli in pietra) ha la Cucina a vista e lo “Chef's Table”, al Primo Piano si trova un’altra Saletta e il Salottino, bella la Cantina che ospita una selezione dei migliori Vini Nazionali ma anche Vini tra i più importanti del Mondo. Un Locale che per i suoi molti aspetti positivi nel 2022 è stato selezionato nello specifico e mitico elenco dei migliori Ristoranti del Mondo dalla prestigiosissima AssociazioneRelais & Châteaux”.

Il RistoranteAramburu” fa parlare di sé grazie alla straordinaria, raffinata e originale Cucina di altissimo livello, un mix di creatività proveniente dalle varie esperienze Internazionali di Gonzalo Aramburu che si fondono con le selezionatissime materie prime stagionali del Territorio lavorate (a vista) con maestria e semplicità: “Una Cucina Argentina Decisamente Contemporanea”. Oltre a ciò anche la super professionale e cordialissima accoglienza della Brigata di Sala è un punto di forza del Locale.

Alla Clientela viene offerto un unico Menu Degustazione di 18/19 portate che però viene sempre personalizzato secondo le esigenze di ogni commensale: Dessert, Caffè e quant’altro viene servito al Piano Superiore.

Il RistoranteAramburo a Buenos Aires del grande Chef Gonzalo Aramburu ha sicuramente meritato di essere premiato dallaPrima Edizione della Guida Rossa Michelin Argentina 2024 - Buenos Aires & Mendozacon le Due Stellee di salire sul podio come miglior Ristorante Argentino.

https://www.arambururesto.com.ar/

https://www.youtube.com/watch?v=uLGNR295XVo


Lo Chef Gonzalo Aramburu..... (Foto Aramburu)

"Aramburu": Una Vista della Sala e della Cucina (Foto Aramburu)

Ristorante "Aramburu": Due Stelle Michelin..... (Foto Aramburu)

"Creatività e Materie Prime del Territorio"..... (Foto Aramburu)

"Cucina Argentina Contemporanea"..... (Foto Aramburu)

"Il Miglior Ristorante Argentino"..... (Foto Aramburu)