sabato 19 aprile 2025

IL “PAIN SUISSE” DELIZIA GASTRONOMICA DI “ÉGALITÉ”: ASSOLUTAMENTE DA NON PERDERE.




La parola Francese che ci interessa per l’argomento che stiamo per trattare è “Boulangerie” un termine che in Italiano si traduce inPanetteria” o “Panificio”: un’attività al dettaglio che produce e vende pane. “Boulanger” (Panettiere) è un termine di origine “Piccardiana”: la Piccardia è una Regione storica, nel nord della Francia, che si estende a nord dei sobborghi di Parigi e dei vigneti della Regione Champagne fino alle spiagge della Baia della Somme sul Canale della Manica.

Boulanger” è diventato una parola di uso comune alla fine del XIII Secolo trasformandosi da “bolengarius” e “bolengerius” (in Latino Medievale) e da “boulenc” nell'antico linguaggio Picard. Progressivamente l’uso di “Boulanger” ha eliminato nella Lingua Francese quello di “Talmelier”, quello di “Pesteur” (pistor: colui che impasta) e infine quello di “Panetier” (che invece troviamo in Italiano, “Panettiere” e in Spagnolo, “Panadero”).

A Milano, già da alcuni anni, c’è un’Azienda denominataÉgalité” che svolge alla perfezione, proprio con lo spirito e il fascino Francese, attraverso tre accoglienti Negozi ubicati nel cuore della Città (Via Melzo 22, prima apertura nel 2018, Piazza San Simpliciano 7 e Corso Sempione 10) il tradizionale lavoro di boulangerie-pâtisserie.

La SocietàÉgalité” è nata dal desiderio di portare a Milano un modello di “panificazione Francese” di altissima qualità, sviluppando inoltre un “concept di boulangerie gastronomica” del tutto inedito nel panorama Italiano. Il brandÉgalité - République du Pain” è caratterizzato da una specifica identità visiva, peculiare e distintiva che propone un approccio alla “Cultura Gastronomica Francese” abbinando la grande professionalità all’ironia e alla simpatia.

Égalité” nei suoi Negozi offre un mix assolutamente gustoso: panificio, negozio di prodotti freschi e confezionati, caffetteria, pranzo, merenda o aperitivo. Una formula che favorisce l’incontro tra prelibatezze gastronomiche sia Italiane sia Francesi e dove la tradizione incontra l’innovazione.

Il Pane diÉgalité”, realizzato con ricercate farine Francesi, viene sfornato 4 volte al giorno, con 7 diversi tipi dibaguette” (in Italiano baghetta”, “francesino” o “pan francese”, è un pane dalla forma allungata e dalla crosta croccante) e 7 altre versioni di pane, oltre a 1 varietà del giorno sempre diversa. La proposta gastronomica comprende le specialità della “Pâtisserie boulangère dolce e salata”, oltre ai taglieri di formaggi, al celebre “Croque-monsieur” (tipico tramezzino grigliato con prosciutto e formaggio), e una serie di prodotti che raccontano le tradizioni Francesi più originali, come la “Galette De Rois” (letteralmente “Torta dei Re” una torta di pasta sfoglia dal ripieno di crema frangipane alle mandorle che si prepara di solito per l’Epifania) o il “Kouign-amann” (un dolce di pasta sfoglia, specialità Regionale di Douarnenez, in Bretagna, in Bretone significa “dolce di burro”).

Le Boulangeries-pâtisseries diÉgalité” aggiornano e rinnovano costantemente i propri “Menu” arricchendoli di nuove specialità, secondo una proposta gastronomica che ci riporta ai piatti tipici del Sud della Francia (dalla Costa Azzurra alla Provenza), per far gustare i migliori e autentici sapori d’Oltralpe a Milano. Grande è la scelta, per esempio, di “Quiche” (disponibili anche nella versione mignon) l’equivalente degli sformati Italiani, tipiche torte salate della Cucina Francese caratterizzate da un guscio friabile di “pasta brisée” e da un ripieno morbido e cremoso a base di due ingredienti sempre presenti: uova e panna acida (tipica “crème fraîche”), a cui è possibile aggiungere salumi, formaggi e verdure.

Tra l’infinità di delizie offerte non poteva mancare il “Pain Suisse”, l’evoluzione ancor più golosa del “Pain au Chocolat”, la viennoiserie che unisce la morbidezza della pasta croissant scioglievole e burrosa alla voluttuosità della crema pasticcera e al piacere delle gocce di cioccolato.

Il “Pain Suissedi Égalité viene preparato con la stessa esperta cura artigianale e la stessa totale attenzione alla qualità a partire dal buonissimo Burro, rigorosamente A.O.P. (Appellation d’Origine Protégée), una materia prima d’eccellenza prodotta secondo metodi tradizionali in aree geografiche specifiche, sinonimo di autenticità e di rispetto della tradizione.

Il “Pain Suisse” grazie al suo aspetto invitante, con quella superficie a righe dorate che lo rende subito riconoscibile, e alla sua estrema bontà è diventato la “viennoiserie” più richiesta dalla Clientela.

La “leggenda” attribuisce l’invenzione del “Pain Suisse” all’intuizione di un Pasticcere Svizzero, che arricchì gli avanzi d’impasto con crema pasticcera e cioccolato. Una storia molto probabilmente romanzata, ma che rende omaggio alla semplicità di questa magnifica e fragrante pasta lievitata, perfetta per una colazione golosissima o una magnifica merenda.

Da “Égalité” le Boulangeries più chic di Milano troverete il luogo ideale per degustare anche deliziosi Cocktail, ottimi Vini e altre proposte analcoliche: dal celebre “Cocktail Hugo” a base St-Germain e Crémant, agli “Champagne” e altri tipi di bollicine Francesi, dalle birre artigianali al Sidro di mele d’Oltralpe.

Alle Boulangeries Égalitédi Milano potrete assaporare, in ambienti super accoglienti, il gustoso piacere della Cultura Gastronomica Francesecompreso i golosissimiPain Suisseassolutamente da non perdere.

https://www.egalitemilano.it/

https://www.youtube.com/watch?v=-RFaOXvj5KU


"Égalité": Banconi Ricchi di Golosità (Foto Égalité)

"Égalité": Ambienti Super Accoglienti (Foto Égalité)
 
"Pain Suisse": Preparato con Cura Artigianale (Foto Égalité)

 Solo Burro di Grande Qualità..... (Foto Égalité)

"Pain Suisse" una Vera Delizia..... (Foto Égalité)


martedì 15 aprile 2025

L’ISTITUTO ALBERGHIERO “VAL DI CORNIA” DI PIOMBINO (LI) VINCE IL SECONDO CONTEST “ARTE E CULTURA DELLA CUCINA” DELLA PROVINCIA DI LIVORNO.



Mercoledì 9 Aprile 2025 tre Istituti Toscani di Istruzione Secondaria con indirizzo Professionale Alberghiero della Provincia di Livorno, “Enrico Mattei” di Rosignano Solvay,Val Di Cornia” di Piombino e “Raffaello Foresi” di Portoferraio (Isola d’Elba), hanno gareggiato in campo neutro, presso la “Scuola Tessieri” di Ponsacco (PI), nel Secondo ContestArte e Cultura della Cucina - L’Interpretazione di un Primo Piatto Ispirandosi all’Arte Pittorica dei Divisionismo”.

Si definisce “Scuola Alberghiera” una Scuola di formazione secondaria di secondo grado che prevede un percorso formativo di durata quinquennale. Alla fine del triennio si consegue un Diploma Professionale che consente già di affacciarsi sul mondo del lavoro. Proseguendo il percorso di studi per gli altri due anni si consegue il Diploma di Maturità e la qualifica di “Tecnico dei Servizi Turistici” o di “Tecnico dei Servizi di Ristorazione”. La Scuola ha tre indirizzi specifici: Enogastronomia, Servizi di Sala e di Vendita, Accoglienza Turistica.

Come negli altri Licei e Scuole Superiori, anche negli Istituti Alberghieri si studiano tutte le discipline tradizionali. Ciò che caratterizza però il percorso Alberghiero è la presenza delle materie specialistiche: scienza degli alimenti, nutrizionistica, servizi di accoglienza, laboratori tecnici, gestione delle aziende di ristorazione, economia e tecnica dell’azienda turistica, diritto riguardante la materia del turismo e della ristorazione. Il percorso formativo prevede anche la partecipazione a Stage presso ristoranti, pasticcerie, alberghi, agenzie di viaggio o in altre strutture.

In Italia la Storia degli IstitutiAlberghieri” è iniziata nel 1930 con l’apertura di Scuole riservate denominate “Istituti Tecnici per l’Industria Alberghiera”. Agli inizi i Corsi erano di un solo Anno, poi divennero Biennali e successivamente Triennali. Dal 1943 questo tipo di Scuola venne denominata: “Scuola Tecnica Commerciale Alberghiera”.

Oggi per chi vuole intraprendere una carriera nel mondo Ristorativo/Alberghiero esistono su tutto il Territorio Nazionale numerosi Istituti Professionali Statali per i Servizi Alberghieri e la Ristorazione (IPSSAR) e Istituti di Istruzione Secondaria (ISIS). Ma per poter entrare “in punta di piedi” nel fantastico mondo dell’enogastronomia si deve studiare moltissimo, acculturandosi e aggiornandosi in continuazione.

Il Contest 2025 era ispirato al “Divisionismo” un fenomeno artistico Italiano, nato alla fine dell'800, tecnicamente derivato dal “Neoimpressionismo” (il movimento pittorico nato con l'intento di sviluppare e sistematizzare in modo "scientifico" i principi dell'Impressionismo), e caratterizzato dalla separazione dei colori in singoli punti o linee che interagiscono fra di loro in senso ottico; per tali motivi può essere definito come una variante specifica del "Pointillisme" (Puntinismo Francese). Il “Divisionismo” è un “fenomeno artistico” e non può essere definito un “movimento pittorico” in quanto i Pittori che usarono questa tecnica non scrissero mai uno specifico “manifesto artistico”. Tra i maggiori esponenti del “Divisionismo” furono: in primis il Pittore, Incisore e Critico d’Arte Italiano Vittore Grubicy de Dragon (1851 - 1920) e poi Plinio Nomellini, Lodovico Tommasi, Gaetano Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Carlo Fornara, Matteo Olivero, Angelo Morbelli, Giovanni Segantini, Rubaldo Merello, Benvenuto Benvenuti, Emilio Longoni. Inizialmente aderirono al “Divisionismo” anche Umberto Boccioni e Giacomo Balla.

La “Scuola Tessieri” è una delle migliori Scuole Superiori Italiane Private Accreditate e Certificate, ha Sede in Toscana a Ponsacco, in Provincia di Pisa, nella Zona Artigianale/Industriale, precisamente in Via Milano al Civico 24. La sua ubicazione strategica le permette di essere raggiunta con facilità trovandosi a solo 2,5 Km. dall’uscitaPontedera-Ponsacco” di una fondamentale arteria come la “Strada di Grande Comunicazione Fi-Pi-Li”. La Scuola è nata nel 2015 per la brillante iniziativa di un noto imprenditore della zona Alessio Tessieri (classe 1963). Alessio ha fondato e guidato nel tempo Aziende leader a livello Nazionale e Internazionale nel settore dolciario. “Casa Tessieri” l’Azienda madre del suo Gruppo imprenditoriale sceglie e distribuisce nel Mondo, da oltre 50 anni, prodotti di selezionatissime pasticcerie, panetterie e Aziende di trasformazione alimentare. La “Scuola Tessieri” è un grande open space di oltre 800 mq. che può essere suddiviso in ambienti separati mediante pareti trasparenti e insonorizzate. Le più moderne attrezzature arredano gli specifici Laboratori di Cucina, Pasticceria e Panetteria, Pizzeria, Bar e Sala, Gelateria, Cioccolateria. Telecamere e Schermi giganti permettono di proiettare ogni passaggio delle lezioni.

Grazie a importanti ed espertissimi Professori interni a cui si aggiungono, per specifici Corsi, anche noti e super premiati Professionisti esterni, non solo Italiani, gli Allievi della Scuola sono seguiti con grandissima attenzione e accompagnati nel portare all’eccellenza le specifiche attitudini professionali di ciascuno. Le attività della “Scuola Tessieri” spaziano dai Corsi Base fino a raggiungere i Corsi di Alta Specializzazione: l’istruzione acquisita offre la possibilità di avere interessanti sbocchi occupazionali. La “Scuola Tessieri” grazie al suo stretto legame con il Territorio e con le eccellenze Enogastronomiche Nazionali spesso organizza molte iniziative ed eventi per aumentare la diffusione e la conoscenza della “cultura del cibo”.

Il ContestArte e Cultura della Cucina” è stato ideato dalla “Fondazione Livorno” in collaborazione con la “Scuola Tessieri” e per l’Edizione 2025 ha avuto il supporto anche della “Castagneto Banca 1910”.

Il “Contest” nasce con la volontà di:

- Favorire l’occupabilità dei giovani in stretta connessione con le vocazioni economiche del proprio territorio;

- Favorire il diritto allo studio con attenzione ai giovani meritevoli e privi di mezzi con conseguente difficoltà all’accesso ai percorsi di alta formazione professionalizzante;

- Favorire l’autonomia dei giovani e la valorizzazione dei talenti attraverso azioni di diritto allo studio;

- Valorizzare il rapporto tra arte e cultura gastronomica e turismo sostenibile quali motori per lo sviluppo locale;

- Favorire la conoscenza tra i giovani e il patrimonio artistico del territorio Livornese;

- Favorire lo sviluppo del territorio attraverso azioni volte a incentivare la formazione di qualità rispondente alle esigenze del mercato occupazionale.

Le tre Scuole Alberghiere della Provincia di Livorno per poter partecipare al ContestArte e Cultura della Cucina 2025” hanno dovuto formare ognuna una Squadra selezionando con un Contest interno, dalle Loro Classi Quinte, tre studenti finalisti. Le Tre Squadre si sono presentate, accompagnate da alcuni dei Loro Professori, la mattina presto di Mercoledì 9 Aprile allaScuola Tessieri” per svolgere la gara finale del Contest.

Per l’IstitutoEnrico Mattei” partecipavano Erika Bevinetto, Gaia Carmignoli e Alessio Lippi, per l’IstitutoVal Di CorniaTommaso Morelli, Kimberly Parenti e Thomas Pietrini, per l’IstitutoRaffaello ForesiGiacomo Cenciarelli, Giacomo Diversi e Francesco Girgenti.  

Ogni Studente aveva a disposizione 50 minuti per la realizzazione del proprio piatto e 10 minuti per la pulizia e il riassetto della postazione di cucina. Ogni “piatto” realizzato e cucinato dagli studenti doveva ispirarsi a un quadro di uno dei Pittori scelto tra i maggiori esponenti del Divisionismo”.

La Giuria giudicante era altamente qualificata essendo composta dal Coordinatore Didattico di Cucina diScuola Tessieri” lo Chef Stefano Cipollini, dalla Giornalista Enogastronomica, Scrittrice ed Esperta d’Arte Ilaria Guidantoni, dall’Esperto d’Arte Michele Pierleoni, dal noto Chef Simone Cipriani, oltreché dal sottoscritto Giorgio Dracopulos Critico Enogastronomico Internazionale

I nove Studenti partecipanti hanno presentato alla Giuria le loro preparazioni, ogni volta la Giornalista Ilaria Guidantoni, con la sua grande conoscenza di Arte e Cultura, ha ampiamente descritto il Quadro scelto che ha ispirato all’Allievo la ricetta. Dopo le valutazioni della Giuria, che comprendevano punteggi riferiti alla “Mise en Place e Pulizia”, alla “Preparazione Professionale”, alla “Coerenza con il Tema”, all’“Aspetto Estetico”, al “Gusto” e alla “Comunicazione”, sono stati selezionati i tre finalisti, uno per ogni Scuola.

Dopo un veloce e gustoso pranzo, ben preparato per tutti i presenti dagli Studenti diScuola Tessieri” supportati da bravo Docente della Scuola stessa lo Chef Christian Cecconi, sono state presentate alla Giuria dai tre studenti finalisti le preparazioni per l’ultima valutazione.

Il Verdetto Finale dei Giudici, dopo accurata disanima, è stato il seguente: - PRIMO PREMIOTommaso Morelli dell’Istituto AlberghieroVal Di Cornia”, con il Piatto “Nebbia d’Oro e Fieno” abbinato al dipinto “Il Fieno” realizzato nel 1888 dal Pittore Plinino Nomellini; - SECONDO PREMIO  - Francesco Girgenti dell’ Istituto AlberghieroRaffaello Foresi”, con il Piatto “Fragola Favollosa” abbinato al dipinto “La Casa in Maremma” realizzato nel 1930 dal Pittore Benvenuto Benvenuti; - TERZO PREMIO - Gaia Carmignoli dell’Istituto AlberghieroEnrico Mattei”, con il Piatto “Freschezza di Campagna” abbinato al dipinto “Cucitrici a Fiesole” realizzato nel 1913 dal Pittore Lodovico Tommasi.

I Premi consistevano in importantissimi contributi per poter partecipare ai Corsi di Alta Specializzazione di Scuola Tessieri.

Il Contest ha visto la presenza di molti Professori degli Istituti interessati che hanno sostenuto con grande partecipazione i rispettivi Studenti in Gara. La “Fondazione Livorno” era rappresentata dal Presidente Avvocato Luciano Barsotti, dalla Dottoressa Olimpia Vaccari Membro del Consiglio di Amministrazione e da Rossana Meacci Membro dello Staff. Per “Castagneto Banca 1910” era presente il Responsabile delle Relazioni Esterne Angelo Scuri. Presente anche un’importante figura Istituzionale come il Dott. Ernesto Pellecchia Direttore Generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana.

Grande l’emozione e l’entusiasmo al momento della designazione e premiazione dei Vincitori che ha visto impegnati nella consegna degli attestati la Dottoressa Olimpia Vaccari insieme a un soddisfattissimo Alessio Tessieri, Titolare della Scuola, a Stefano Cipollini Coordinatore Didattico di Cucina, ad Angelo Scuri e agli altri membri della Giuria del Contest.

Dopo una Premiazione applauditissima, in cui non solo i Vincitori ma anche tutti gli Allievi partecipanti alla Gara hanno avuto un Premio, si sono fatte le foto di rito.  

Il Secondo Contest Arte e Cultura della Cucina 2025 - L’Interpretazione di un Primo Piatto Ispirandosi all’Arte Pittorica dei Divisionismoha visto una meritatissima Vittoria dell’Istituto AlberghieroVal Di Corniadi Piombino (LI) ma grande è stata la bravura di tutti i concorrenti.

https://fondazionelivorno.it/

https://www.castagnetobanca.it/privati/

https://www.scuolatessieri.it/


"Contest Arte e Cultura della Cucina 2025": La Giuria (Foto Latini) 

Ilaria Guidantoni Illustra il Contest 2025 (Foto Latini)

Sponsor e Giuria con i Tre Finalisti (Foto Fabio Latini)

"Primo Premio" a Tommaso Morelli (Foto Fabio Latini)

La Preparazione di Tommaso Morelli

"Secondo Premio" a Francesco Girgenti (Foto Fabio Latini)

La Preparazione di Francesco Girgenti (Foto Fabio Latini)

"Terzo Premio" a Gaia Carmignoli (Foto Fabio Latini)

La Preparazione di Gaia Carmignoli (Foto Fabio Latini)

Professori e Studenti dell’Istituto "Val di Cornia" (Foto Latini) 

Professori e Studenti dell’Istituto "Enrico Mattei" (Foto Latini)

Professori e Studenti dell’Istituto "Raffaello Foresi" (Foto Latini) 

A.Tessieri con Sponsor, Giuria e Tutti i Partecipanti (Foto Latini)


venerdì 11 aprile 2025

“CANTINA MUSSENNORE”: DALLA SARDEGNA OTTIMI VINI FATTI CON GRANDE AMORE E GRANDE PASSIONE.




La Sardegna è per estensione la seconda Isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia), è lunga 270 km. e larga 145 km., con 1.897 km. di Coste meravigliose; la sua superficie raggiunge i 24.100 Chilometri Quadrati. Il suo Territorio, per l’80%, si distingue tra Montuoso e Collinare (Altopiani Rocciosi). Il Promontorio di Capo Ferro, sulla Costa Nord-est dell’Isola, nel Comune di Arzachena (SS), dista dal Toscano Monte Argentario 188 km. di Mar Tirreno, mentre 10 km. meno (178) la separano dalle Coste Tunisine e dal Continente Africano, e solo 11 km. dalle Coste della Corsica Francese.

Il “patrimonio boschivo” della Sardegna, con più di un milione e 213.000 Ettari, è il più importante d’Italia. Il Clima è Mediterraneo, lunghi periodi di siccità Estiva e Inverni piovosi con temperature miti. Tale fatto, attraverso i Secoli, ha permesso lo sviluppo di molte attività dell’uomo in particolare pesca, pastorizia e agricoltura.

L’Agricoltura si è specializzata in produzioni vinicole, olivicole, di arance, di barbabietole, di carciofi. Particolarissimo il “Carciofo Spinoso Sardo” tanto da essersi meritato il Marchio D.O.P. e la cui produzione è documentata già dal 1780.

La coltivazione della Vite in Sardegna è molto antica e risale al IX Secolo a.C. quando i pacifici mercanti Fenici iniziarono ad arrivare sulle coste dell’Isola e riuscirono facilmente a integrarsi con la locale “Civiltà Nuragica” (gli Antichi Sardi, XXIII Secolo a.C. - II Secolo d.C.). I Fenici introdussero molte nuove conoscenze e tecnologie nella vita dell’Isola tra cui una forma di aggregazione urbana fino allora sconosciuta: la Città. Anche i Cartaginesi, i Greci e Romani hanno successivamente sviluppato, tra moltissimo altro, la Viticoltura Isolana.    

Ma è a partire dal XIV Secolo in poi, con l’arrivo in Sardegna di Vitigni come la “Vernaccia”, il “Vermentino”, il “Cannonau” (introdotto, dopo il 1479 con l’arrivo della dominazione Spagnola, e che in Spagna prende il nome di “Garnacha”) e altri, che l’Isola ha iniziato ad avere un’importanza specifica nella produzione vitivinicola, confermata e ampliata grazie ai successivi e favorevoli sviluppi storici come il passaggio della Sardegna (Trattato dell’Aia del 1720) sotto Vittorio Amedeo II di Savoia Principe di Piemonte.

Negli ultimi decenni i Viticoltori Sardi hanno approntato nelle loro Aziende, con grande intelligenza e passione, tutte le nuove tecnologie enologiche, consentendo il forte rinnovamento del Settore Vitivinicolo della Sardegna (oltre 27.200 Ettari di Vigne) rendendolo dinamico e innovativo. Tale fatto ha migliorato moltissimo la qualità della produzione con Vini Rossi eleganti e strutturati e Vini Bianchi freschi e sapidi: il Vino Sardo si è diffuso rapidamente anche sui Mercati Internazionali. Oggi in Sardegna sono presenti 33 Denominazioni Vinicole: Una DOCG, Diciassette DOC e Quindici IGT.

Dal 16 Aprile 2021 le Province della Sardegna sono 6 e tutte vantano Denominazioni di Origine dedicate al Vino ma per quello che voglio raccontare ci interessa la Provincia di Nuoro (ubicata centralmente a est dell’Isola e affacciata sul Mar Tirreno) e il suo fascinoso Territorio che racchiude quasi interamente la Regione Storica denominataBarbagia”.

La “Barbagia” è una vasta Zona Montuosa che si estende sui fianchi dell’esteso “Massiccio del Gennargentu”. Il Massiccio comprendente le cime più elevate dell'Isola e per sue particolarità ambientali e la presenza di specie endemiche, sia animali sia vegetali, è stato inserito tra le Zone di Protezione Speciale (ZPS) al fine di finalizzare il mantenimento e la sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori. La “Barbagia” copre un'area di circa 1.300 km² con una popolazione di circa 120.000 abitanti. Il centro più popoloso è proprio Nuoro. Il paesaggio della “Barbagia” è molto vario: zone ricche di rocce di granito, i contrafforti del Gennargentu Ogliastrino, la Valle del Rio Perdu, le Vallate del Fiume Cedrino i pascoli, i boschi, i terreni che arrivano fino al mare.

La “Barbagia si divide in alcune Sottozone quella che ci interessa per il nostro racconto è la “Barbagia di Ollolai” (o Barbagia Superiore), ubicata a Nord del Gennargentu, che comprende i Comuni di Olzai, Sarule, Ollolai, Gavoi, Lodine, Fonni, Ovodda, Tiana, Teti, Austis e Mamoiada

Mamoiada è un piccolo Comune (circa 2.350 abitanti), rientrante nella Provincia di Nuoro e ne dista dal Capoluogo una quindicina di chilometri, ubicato a 644 metri sul livello del mare che fa parte della IX Comunità Montana Nuorese. Mamoiada si trova nella parte più interna della “Barbagia di Ollolai”, in un territorio in cui sgorgano e scorrono numerosi corsi d'acqua, attraverso terreni in buona parte adibiti alla coltura o al pascolo. La presenza di queste fondamentali risorse ambientali ha attratto qui insediamenti umani fin dal Neolitico e Pre-neolitico, come testimoniano le numerose tracce archeologiche e antropologiche tra cui spicca “Sa Perda Pintà” ("La Pietra Dipinta", nota anche come “Stele di Boeli”) rinvenuta in modo accidentale nel 1997, una lastra alta 267 cm. istoriata con cerchi concentrici e coppelle (incavi emisferici), in tutto simile ad analoghe lastre diffuse in altre Zone d’Europa, ma non così grandi.

Attraverso i Secoli della sua lunga storia Mamoiada si è arricchita di numerose Chiese, del “Santuario dei Santi Cosma e Damiano” (circondato da una cinquantina di casette per i pellegrini dette “umbissìas”) ubicato a 5 Km. dal Centro abitato in Località Santu Cosomo nell'Altopiano di Marghine, e anche di tradizioni molto particolari come il fascinoso “Carnevale Storico di Mamoiada” (Harrasehare Mamujadinu).

Il “Carnevale di Mamoiada” è uno degli Eventi più celebri del folclore Sardo anche grazie alle sue tipiche e suggestive maschere le cui origini antichissime si perdono nella notte dei tempi: Mamuthones e Issohadores.

I “Mamuthones” sono uomini col viso ricoperto da una maschera nera lignea dai rozzi lineamenti, vestiti con pellicce scure e provvisti di campanacci appesi sulla schiena. Curvi sotto il peso dei campanacci si muovono lentamente in modo cadenzato su due file parallele, dando un colpo di spalla per scrollare tutta la sonagliera che produce un suono particolarissimo e squillante. Si narra che il rumore dei sonagli servirebbe ad allontanare il male e favorire annate agrarie abbondanti. Gli “Issohadores" sono uomini, vestiti in corpetto rosso, maschera bianca, con la berretta (sa berritta), i pantaloni bianchi (cartzas o cartzones) e un piccolo scialle (s'issalletu), che scortano i Mamuthones con passi e balzi più agili e allo stesso tempo lanciano dei lacci che “catturano le giovani donne” in segno di buon auspicio per buona salute e fertilità.

Come in altri Comuni della Barbagia, l'economia di Mamoiada è caratterizzata dalla pastorizia e dalla viticoltura. A partire dagli ultimi anni del XX Secolo sono cresciute anche le attività legate al turismo, soprattutto in connessione con il patrimonio culturale e i numerosi Eventi della tradizione Locale.

Mamoiada, grazie alle specificità dei suoi terreni, ha una importante produzione Vitivinicola con circa 350 ettari di superficie vitata e oltre 200 Cantine (in costante crescita) a gestione familiare. Tale forza ha portato nel 2015 alla nascita di “Mamojà” l’Associazione di Produttori e Viticoltori del luogo che s’impegna fattivamente nella promozione del Territorio anche attraverso l’organizzazione di specifici Eventi e Manifestazioni.

Proprio in questo contesto dello splendido Territorio di Mamoiada c’è un’Azienda Vitivinicola molto interessante che desidero raccontarvi: “Cantina Mussennore”.

La “Cantina Mussennore” ha le sue origini nel 1976 quando Gesuino Canneddu impiantò in un suo terreno sabbioso, a circa 620 metri sopra il livello del mare, esposto a est e a meno di 2 km dal Paese, una Vigna denominataPalagorrai” con sole Viti di Cannonau. Il Terreno di circa un ettaro e mezzo per 10.270 mq. fu occupato dal vigneto, mentre il resto della superficie fu riservato alla costruzione di una casa colonica (oggi ristrutturata e usata nell’accoglienza di ospiti e per le degustazioni) e aree annesse. Il Viticoltore non era il mestiere di Gesuino ma era una grande passione che ha amato e coltivato per buona parte della sua vita.

In anni più recenti alcune delle cantine di Mamoiada, Mussennore compresa, hanno iniziato a riportare nelle bottiglie prodotte il termine “ghirada” che si avvicina molto a quello di “cru” ovvero una zona delimitata che produce esclusivamente un determinato tipo di vino e “Palagorrai” e diventata “Ghirada Palagorrai”.

Nel 1996 diventò Titolare della Vigna diPalagorrai” la Figlia di Gesuino, Maria Antonietta Canneddu che iniziò a prendersene cura, insieme al Marito Pietro Fadda. Un lavoro molto impegnativo e faticoso visto che Maria Antonietta e Pietro avevano anche tre Figli Piccoli: Antonio (classe 1986), Francesco (classe 1988) e Roberta (classe 1993). Ma Maria Antonietta è una donna dalla forte volontà, realistica e razionale che a ogni problema trova una soluzione e che si adatta ad affrontare qualsiasi tipo di situazione senza paura. Pietro dal canto suo è sempre stato molto pratico, dinamico e capace oltre come enologo anche nel trasmettere sicurezza: aspetti decisamente fondamentali. Una coppia solida che acquisita l’esperienza necessaria nel 2016 fondò ufficialmente l’Azienda Cantina Mussennore” (Mussennore era il soprannome di Gesuino Canneddu).

Inizialmente la produzione della “Cantina Mussennore” iniziò con la vendita di “vino sfuso” preparandosi in tal modo a diventare successivamente un’Azienda Vitivinicola più strutturata e al passo con i tempi: fondamentale è stato anche il deciso e intelligente supporto dei tre Figli. È nel 2021 che i progetti della “Cantina Mussennore” si realizzarono e presero forma con la presentazione al pubblico delle prime Etichette e con la partecipazione a importanti Eventi del settore.

A oggi “Cantina Mussennoreha raddoppiato i suoi Vigneti, a “Ghirada Palagorrai” si è aggiunto un altro ettaro e mezzo con la VignaGhirada Conzimu”. Una produzione di Uve selezionatissime non solo diCannonauma anche diGranatza”.

Il rarissimo Vitigno Autoctono a Bacca Bianca diGranatza” (o Granazza) viene coltivato, in particolare nel Territorio di Mamoiada, solo in pochissimi ettari, i Vini che si ottengono con queste uve caratteristiche sono generalmente molto interessanti.

La Cantina Mussennoreha una produzione assolutamente curata e selezionata di sole 4 Etichette (in totale circa 4.400 bottiglie):

- “Mussennore Ghirada Palagorrai” - Vino Rosso (non filtrato), Cannonau di Sardegna D.O.C., 100% Cannonau, 15,5% Vol., le uve vengono raccolte a mano, segue una pigiatura delicata e la macerazione sulle bucce per circa 20 giorni, matura 10/12 mesi in tonneaux rovere, fermenta spontaneamente grazie ai soli lieviti indigeni dell’uva da cui è ricavato; dopo l’imbottigliamento trascorre un periodo di almeno quattro mesi di affinamento in bottiglia prima della commercializzazione. Soltanto 2.000 bottiglie per un Vino dal bel colore granato scuro, cupo e profondo, è decisamente corposo e audace, con piacevolissimi sentori tipici di frutti rossi maturi e note di tostato, estremamente gradevole, equilibrato e dal finale intenso e persistente;

- “Mussennore Rosé” - Vino Rosato (non filtrato), Barbagia I.G.T., 100% Cannonau vinificato in bianco, 13,5% Vol., le uve vengono attentamente selezionate e raccolte a mano, segue una pigiatura soffice e le sue bucce macerano brevemente per circa due ore, segue una torchiatura molto delicata e il travaso in contenitori d’acciaio dove prosegue la maturazione per circa 8/10 mesi, una volta imbottigliato, continua l’affinamento in bottiglia per almeno due mesi. “Purtropposolo 1.000 Bottiglie per un Vino dal bellissimo colore rosa cerasuolo, con piacevoli sentori fruttati e note floreali, il sapore è fresco e sapido, estremamente avvolgente, le sue prerogative assolutamente positive lo candidano a innumerevoli abbinamenti;

- “Mussennore Riserva” - Vino Rosso (non filtrato), Cannonau di Sardegna D.O.C., 100% Cannonau, 15,5% Vol., realizzato con le uve provenienti solo dai ceppi più antichi della Vigna di Palagorrai, dopo la pigiatura delicata e la macerazione sulle bucce per circa 20 giorni segue un periodo di maturazione spontanea (100% naturale) in botti di rovere per circa 24 mesi, dopo l’imbottigliamento trascorre un lungo periodo di affinamento (circa 18 mesi) in bottiglia prima della commercializzazione. Un Vino di nicchia (solo 700 Bottiglie) con un forte carattere identitario, dal bel colore granato scuro, cupo e profondo, con sentori di frutti rossi maturi, di frutta sotto spirito e di note di tostate, assolutamente piacevole, fruttato e potente si distingue per un finale persistente, sapido, balsamico e minerale;

- “Mussennore Granazza” - Vino Bianco (non filtrato), Barbagia I.G.T., 100% Granazza, 13,5% Vol., l’uva autoctona a bacca bianca, raccolta e selezionata manualmente, viene pigiata delicatamente e poi travasata in contenitori d’acciaio dove vinifica in bianco e matura per circa 8 mesi prima di passare all’imbottigliamento. Un Vino Bianco raro (soltanto 700 Bottiglie) e prezioso dal bel colore giallo dorato, con profumi intensi floreali e minerali, notevole la freschezza e la sapidità ottima e piacevole la persistenza.

La “Cantina Mussennore”, dopo un solo anno di attività commerciale ha iniziato da subito a ricevere importanti riconoscimenti per i suoi Vini come la “Medaglia d’Oro” al “Concorso Internazionale Grenaches du Monde 2022” per il “Mussennore Ghirada Palagorrai 2019”. Il Concorso nato nel 2013 e dedicato al vitigno internazionale “Grenache” (corrispondente Francese delCannonau”) si svolge ogni anno in una diversa parte del Mondo, la scelta della Location è legata proprio dalla presenza di questo particolare vitigno. L’Edizione 2022 si è svolta nella bella e storica Città di Navarra, in Spagna, dove il vitigno, come già accennato, è conosciuto come “Garnacha”.

La Famiglia Canneddu Fadda, Maria Antonietta e Pietro, con i Figli Antonio, Francesco e Roberta sono un nucleo molto unito, persone estremamente valide e fortemente attaccate alle proprie radici e al proprio territorio che, con grande impegno, hanno deciso di valorizzare. Coltivano con assoluta dedizione le loro vigne non solo per produrre vini eccellenti, ma anche per onorare i loro antenati e per custodire le tradizioni che, generazione dopo generazione, sono state lasciate.

Gli ottimi Vini di Cantina Mussennore raccontano la storia di un Territorio magnifico come quello di Mamoida, il Cuore della Barbagia, ma anche delle straordinarie persone che con grande amore e grande passione li realizzano.

https://www.cantinamussennore.com/

https://www.youtube.com/watch?v=wZjx1Vsbl2A


"Cantina Mussennore" a Mamoiada: Il Logo (Foto CM) 

"Cantina Mussennore": Una Vista delle Vigne (Foto CM) 

"Cantina Mussennore" a Mamoiada: Magnifica Uva (Foto CM)

 Il Vino Rosso "Mussennore Ghirada Palagorrai 2021"

Giorgio Dracopulos con il "Mussennore Rosé 2022" 

"Cantina Mussennore": Il Vino Rosé 2022 

Il Vino Bianco "Granazza 2022" (Foto CM)

"Cantina Mussennore": Ottimi e Preziosi Vini (Foto CM)
 
"Cantina Mussennore": La Famiglia Canneddu Fadda (Foto CM)


giovedì 3 aprile 2025

AL NUOVISSIMO RISTORANTE “KATEI” (家庭) A MILANO I SAPORI TIPICI DELLA PIÙ SINCERA TRADIZIONE GIAPPONESE.




Il Giappone (日本国 - Nihon-koku o Nippon-Koku) è uno Stato Insulare ubicato nell'Asia Orientale, specificatamente si trova nell'Oceano Pacifico. Il Giappone è limitato a Ovest dal Mar del Giappone, a Nord dal Mare di Ochotsk, a Est dall'Oceano Pacifico Settentrionale e a Sud dal Mar Cinese Orientale.

Il Giappone è un Arcipelago per lo più collinare composto da 6.852 Isole di tutte le dimensioni, le cinque più grandi sono: Hokkaidō, Honshū, Kyūshū, Shikoku e Okinawa. Queste cinque Isole da sole rappresentano circa il 97% dei 377.975 chilometri quadrati che sono la superficie terrestre del Giappone. Molte Isole sono montagne che sbucano dal Mare e di queste alcune sono di origine vulcanica. La vetta più alta del Giappone è il Monte Fuji, un Vulcano ancora attivo. La popolazione Giapponese è di oltre 124 milioni di persone, ciò lo rende il Dodicesimo Stato più popoloso del Mondo.

Tra le tantissime Tradizioni Giapponesi super affascinanti, che spaziano in tutti i campi, quella della loro Cucina è sicuramente molto conosciuta nel Mondo.

La Storia della Cucina Giapponese ha inizio nel periodo “Periodo Jōmon” (縄文時代 Jōmon-jidai, che va da circa il 10000 a.C. fino al 300 a.C.): un periodo temporale molto esteso in cui sono esistiti più Popoli e Culture accomunati dall'uso di certe tecniche di produzione come per esempio quella del vasellame. In quel tempo i primi insediamenti basavano la loro alimentazione sul riso e sui frutti di mare.

Secoli dove, per mancanza di documentazione, c’è dell’incertezza sugli specifici esempi di usi alimentari. Dobbiamo arrivare al VII Secolo a.C. con l’inizio della DinastiaYamato” (Dinastia Imperiale Giapponese da cui discende anche l’attuale Imperatore Naruhito) e con l’affermarsi, molti Secoli dopo, della Religione Buddhista (giunta in Giappone dalla Cina e dalla Corea nel VI Secolo) per arrivare a un’idea ben definita e generalizzata di “Cucina Giapponese”. 

Oggi desidero approfondire due tipologie estremamente Tradizionali di Cucina Giapponese: “Robatayaki” e “Sushi”.

Robatayaki” (炉端焼き, traduzione letterale "cottura sul fuoco"), spesso abbreviato in “Robata”   (ろばた), è un metodo di cottura in cui i cibi vengono cotti a velocità variabili sulla carbonella rovente. Tradizionalmente il cibo consiste in una combinazione di bocconcini di pesce e verdure, ma anche di altri tipi di alimenti adatti alla grigliatura. Lo stile di cottura “Robata” è diverso da altre cotture Giapponesi a carbonella in quanto utilizza un’ampia superfice aperta e piatta, come focolare in una sabbiera o su una base rialzata.  

Robatayaki” è uno stile di cucina rurale e secolare nata grazie ai pescatori del Giappone Settentrionale, poi diffusasi in tutta la Nazione. I pescatori di solito si riunivano per mangiare intorno a un’area di cottura e fonte di calore che ovviamente per non incendiare le barche era racchiusa in un contenitore di pietra.

Il primo Ristorante di CucinaRobata” (chiamato proprio "Robata") ha aperto nell’antica Città di SendaiCapoluogo della Prefettura di Miyagi, oggi la Città più grande nella Regione di Tōhoku. Nel 1965 c'erano più di 10.000 Ristoranti di questo tipo in tutto il Paese del Sol Levante.

La parola “Sushi” ((すし o 寿司), scritta in Giapponese con un carattere Cinese che significa letteralmente “acido”, è un tipo di Cucina, oggi famosa internazionalmente, che ha origini antichissime. È nata in Cina ed è stata importata in Giappone da alcuni monaci Buddhisti nel 600 d.C., ed è proprio in Giappone che ha trovato la popolarità, a iniziare dal 1820, grazie a un Cuoco di strada, Hanaya Yohei (1799 - 1858), nella Città di Edo (oggi Tokio).

Per “Sushi” s’intende una serie di coreografiche preparazioni a base di riso bianco (varietà Japonica a grana corta), cotto seguendo regole precise, e poi marinato con aceto di riso, zucchero e sale, unito a pesce o frutti di mare (non sempre crudi), alghe, altri vegetali e uova. Generalmente viene servito in piccole porzioni, appoggiato sul riso, arrotolato in strisce di alghe, disposto in rotoli di riso o inserito in una piccola tasca di “tofu” (caglio di semi di soia). Il tutto si può intingere in vari condimenti e, con “buona volontà”, si può mangiare, con le mani o con le tradizionali bacchette, in un sol boccone.

La “Cucina Sushi” ha varie forme e tipologie, ognuna di esse ha un nome specifico, tra le più famose posso citare: - “Chirashi”, diverse tipologie di pesci crudi, tagliate ad arte, servite in una ciotola di riso “gohan”, cotto con una procedura ad assorbimento d’acqua; - “Donburri”, è come il “Chirashi” ma con una sola tipologia di pesce; - “Futomaki”, arrotolato di “Sushi” con all’interno pezzetti piuttosto grandi; - “Nigiri Sushi”, pezzetti di pesce crudo sistemati su polpettine di riso “gohan” trattate con aceto di riso (per mantenerle compatte) zucchero e sale; - “Gunkan Nigiri”, un particolare tipo di “Nigiri” che contiene gli ingredienti in forma raccolta; - “Hosomaki”, riso arrotolato, in alga “nori” (essiccata con un procedimento manuale molto particolare), con l’aggiunta di un solo ingrediente; - “Sashimi”, alcuni piccoli tranci di pesce, tagliati sottili, che possono essere crudi, cotti o in salamoia; - “Temaki”, un cono di alga “nori” ripieno di riso e vari ingredienti tagliati a bastoncini piccoli e corti; - “Uromaki”, (detto anche California Roll essendo stato inventato, negli anni ottanta, a Los Angeles dallo Chef Ichiro Mashita del RistoranteTokyo Kaikan”), involtino in cui l’alga “nori”, con i vari ingredienti compreso il pesce crudo, è all’interno del riso che può essere semplice o ricoperto di semi di sesamo.

Il Sushi è una tipologia di cibo semplice, essenziale, ma pieno di sapori naturali: l’assoluta semplicità lo conduce alla purezza.

Come molte altre cose del Giappone il “Sushi” non è solo una particolare e difficile Arte Culinaria ma è una vera e propria “filosofia di vita”. Un’apprendista Cuoco passa almeno due anni a strizzare piccoli asciugamani bollenti per la clientela e a buttare il riso nell’acqua. Successivamente deve specializzarsi nelle preparazioni con il suo maestro (Shokunin) per almeno altri tre anni prima di poter esercitare ciò che ha appreso. Ma solo dopo 10 anni può definirsi “Itamae”, uno Chef professionista diSushi”. Per il Cuoco diSushi” anche gli strumenti più usati, i coltelli, sono qualcosa di simile alle spade per i Samurai, tanta è l’amorevole cura con cui, ogni giorno, li tengono pulitissimi e affilatissimi.

Nella CucinaSushi” le preparazioni non devono appagare soltanto il palato ma, necessariamente, devono soddisfare anche la vista, ricreando nel piatto una sorta di “Giardino Zen”, mitico e spettacolare luogo di meditazione dei monaci delle Scuole Buddhiste Giapponesi denominate appunto “Zen”.

Ecco che a Milano ha appena aperto un nuovissimo Locale che racchiude in sé proprio le due tipologie di Cucina Giapponese che vi ho precedentemente raccontato: “Katei 家庭 Robata&Sushi”. 

Il RistoranteKatei 家庭 Robata&Sushi” è ubicato in Via Giovanni Battista Fauchè (una parallela di Corso Sempione) al Civico 11, praticamente a pochi passi da Piazza Gerusalemme, una Zona molto vivace, accogliente, ricca di locali, negozi e palazzi storici.

Katei” fa parte del “MRG Milano Restaurant Group” nato (circa 13 anni fa) grazie al vulcanico Imprenditore Samuele Serra, una realtà importante in costante espansione, capace di soddisfare le esigenze di ogni tipo di clientela. I Ristoranti del Gruppo (a oggi “Katei”, “L’Alchimia”, “Cantina della Vetra”, “Il Cestino”, “Cormorano Isola”, “Cormorano Sempione”, “El Bar del Polo”, “Locanda alla Scala”, “Nautilus Trattoria di Mare”, “Osteria delle Corti”, “Rosso Brera”, “Taverna del Borgo Antico”, “Il Tavolino”) oltre a vantare una posizione in diverse zone centrali di Milano, mantengono ognuno il proprio stile e la propria personalità ben delineata, accomunata però dagli stessi valori: tradizione, ricerca delle materia prime selezionate, cura per i clienti e attenzione per i dettagli.

Il RistoranteKatei 家庭 Robata&Sushi” è nato con la preziosa consulenza del bravissimo Chef Giapponese Masaki Okada, che ha voluto personalizzare per il nuovo Locale una proposta gastronomica il cui cuore fosse rappresentato da piatti più tradizionali, di carne e di pesce, preparati con l’antica tecnica di cottura alla brace “Robata” che riesce perfettamente a esaltare le materie prime cucinate ammantandole con una delicata e gustosa affumicatura.

Masaki Okada è nato in Giapponese a Gifu Capoluogo della Prefettura omonima sull'Isola di Honshū, la Città è famosa per l'artigianato raffinato e per la sua storia animata e combattuta. Le sue prime esperienze lavorative, fatte da giovanissimo, furono proprio nella sua Città, in una Catena di Hotel, dove apprese le basi fondamentali della “Cucina Tradizionale Kaiseki” (l’equivalente della Haute Cuisine Occidentale). Successivamente nella Cucina in un “Ryokan” (tradizionalissima e antichissima tipologia di Locande dove viene offerta la famosa, autentica e sincera “Omotenashi = Ospitalità Giapponese”) Masaki ha lavorato con colui che considera il suo vero Maestro, un uomo di una volta che gli ha trasmesso un prezioso patrimonio di approccio, tecnica e conoscenza: Tomishima. Con lui Masaki Okada ha appreso il totale rispetto, il massimo rigore e l’assoluta applicazione. Masaki ha poi scelto di uscire dai confini del Sol Levante per fare un’esperienza internazionale arrivando in Italia, prima a Bari, poi in Toscana e a Genova per poi stabilirsi a Milano, prima lavorando da “Iyo” con il mio amico Haruo Ichikawa, altro straordinario uomo e Chef, poi in altri due Ristoranti Giapponesi, “Finger’s” e Tomoyoshi Endo”.

Il RistoranteKatei 家庭 Robata&Sushi” di Milano rispecchia alla perfezione il significato Giapponese del suo nomekatei = famiglia”. Infatti l’atmosfera è assolutamente accogliente e intima, tradizionale e raffinata, piacevolmente supportata dai colori caldi e naturali, dai pannelli di carta di riso, dai fiori di ciliegio sospesi nel soffitto, dal grande bancone del Sushi” con gli sgabelli alti, dai tavoli con le poltroncine e dalla scala che conduce al luminoso soppalco con altri tavoli. 

Nel Menu per iniziare si trovano alcuni gustosissimi starters, la maggior parte dei quali sono congeniali per essere condivisi al centro del tavolo, come i “Gyoza” (ravioli di carne), i “Calamari fritti, green chili e lime”, “Pollo Karaage con salsa okonomiyaki, chili e lime”, e i “Tacos con tartare di tonno e avocado”. Nelle ottime preparazioni alla brace (Robata) spiccano i “Cube roll con salsa di soia e sesamo”, il “Galletto miso e zenzero”, lo “Sgombro marinato in modo tradizionale”, lo “Yakitori (spiedini) di pancia di maiale, salsa barbecue Giapponese, spring onion e sesamo bianco”. Nel Sushi invece, suddiviso tra buonissimi “Uramaki”, “Gunkan”, “Nigiri” e “Sashimi” preparati nel bancone a vista già citato, si può degustare “Avocado grill con gambero fritto, avocado scottato, salsa teriyaki e ikura”, “Italia - Giappone con tonno, cetriolo, riso soffiato, spicci burrata, pomodori concause e olio al basilico”, “Scallop roll con salmone, avocado, tartare di capesante, tobiko e mentaiko mayo”. Infine si possono scegliere tipici dolci Giapponesi come i “Mochi” (dolcetti di riso) con differenti farciture e le “Tartellettine di yuzu”.

Presto al “Katei 家庭 Robata&Sushi” verrà implementata anche una proposta dedicata al “Business Lunch” con “Bento box” (la speciale e tipica scatola pranzo d’asporto) e diverse versioni di “Curry rice” oltre a una piacevole e accattivante formula aperitivo, favorita soprattutto nella bella stagione che vedrà l’allestimento anche dell’antistante “Dehors”.

La “Carta delle Bevande” è molto curata e accoglie un buon numero di Etichette di Vino suddivise tra Bianchi, Rossi, Bollicine Italiane e Champagne ma anche e soprattutto un’ottima selezione di Sake e di Cocktail a base di alcolici e super alcolici Giapponesi che possono rappresentare un perfetto inizio di serata o anche un ideale accompagnamento per tutte le portate scelte. Tra questi ci sono sicuramente da segnalare: il “Negroni Katei” (Impact gin Giapponese, Campari e sake invecchiato), il “Katei Passion” (Sake, lime, passion fruit, zafferano syrup), il “Bloody Mary Japanese Style” (Vodka, succo di pomodoro, wasabi, tonkatsu sauce), lo “Spicy Martini” (Sake, vermouth, infuso allo zenzero, cetriolo amazu), e l’“Origami” (Gin, sake yuzu, champagne, lampone e lime).

Al nuovissimo Ristorante Katei 家庭 Robata&Sushidi Milano, un gustoso e accogliente punto di riferimento, troverete i sapori tipici della più sincera tradizione Giapponese.

https://www.kateirestaurant.com/


Ristorante "Katei" a Milano: La Sala (Foto Katei)

Ristorante "Katei" a Milano: Il Soppalco (Foto Katei)

Lo Chef Masaki Okada (Foto Katei)

Ristorante "Katei" a Milano: Gustoso e Accogliente (Foto Katei) 

Antiche Tecniche di Cottura (Foto Katei)

Materie Prime di Grande Qualità (Foto Katei)

I Sapori Tipici della Tradizione Giapponese (Foto Katei)

Una Cucina di Alto Livello (Foto Katei)

Anche Ottimi Cocktail (Foto Katei)