venerdì 22 febbraio 2019

ALL’AZIENDA “CASE BASSE SOLDERA” A MONTALCINO È VENUTO A MANCARE IL SUO FONDATORE: CIAO AMICO MIO GIANFRANCO SOLDERA.




Sabato 16 Febbraio 2019 alle 10:30 del mattino, tra le sue amate Vigne, si è fermato il cuore di un grande amico e mitico produttore di Vino: Gianfranco Soldera.

Su una verde collina, alta 567 metri sul livello del mare, ubicata alla fine della Val d’Orcia, in Provincia di Siena, sorge un Comune dalla origini antichissime e da una lunga storia, il suo nome è Montalcino.

Cinque milioni di anni fa il Mare Tirreno sommergeva tutte queste terre, oggi per quei miracoli che solo “Madre Natura” riesce a fare, questo Territorio è particolarmente adatto per la coltivazione dei Vigneti di Sangiovese.
Qui nasce uno dei migliori Vini della produzione Enologica Italiana e mondiale: il Brunello di Montalcino.

Il Brunello è un Vino Rosso importante, ricco di struttura, di gusto e di una straordinaria capacità d’invecchiamento, prodotto col 100% di un’Uva eccellente, il Sangiovese Grosso
Dal primo Luglio 1980 al Brunello di Montalcino è stata attribuita la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (D.O.C.G.).

Tra le molte Aziende Vitivinicole di questo speciale Territorio una, particolarmente, è sempre stata vicina al mio cuore, si chiama “Case Basse Soldera”; 
la amo non solo per il grande Vino che produce ma anche per quel viticoltore straordinario che ne è stato ideatore, fondatore e proprietario: Gianfranco Soldera.

Gianfranco era nato a Treviso il 29 Gennaio 1937, i suoi genitori erano Eugenio Soldera e Rosaria Zanetti
Suo padre amava bere il vino buono, e la sua mamma era una cuoca bravissima. 
Il nonno Luigi, in Provincia di Treviso coltivava il Raboso (un Vitigno autoctono Veneto, molto rustico, che si trova soprattutto nel Territorio Trevisano), anche i bisnonni materni, che vivevano a San Biagio di Callalta (TV), producevano vino. 
Quando Gianfranco aveva solo tre mesi, i suoi genitori si trasferirono a Milano, erano Socialisti e per motivi politici erano stati costretti ad abbandonare la loro terra. 
A Milano, nel 1940, la Famiglia aumentò, nacque il fratello di Gianfranco, Guido.

Soldera era cresciuto in quegli anni drammatici di guerra, dove anche andare a scuola era difficile e  pericoloso. 
Si sentivano spesso le sirene che annunciano i terribili bombardamenti degli alleati, come quello del 20 Ottobre del 1944, effettuato, in pieno giorno, dalla Quindicesima Air Force Americana, che fece centinaia di vittime civili e che distrusse la scuola ElementareFrancesco Crispi”, del Quartiere Milanese di Gorla, dove rimasero uccisi 184 bambini con tutte le loro maestre.

Ma Gianfranco, durante molte amichevoli conversazioni, mi ha sempre confermato che pensava spesso a quegli anni con il rimpianto della gioventù, e sorridendomi delicatamente, ricordava, tra l’altro, che aveva fatto la Prima Comunione proprio il 25 Aprile 1945, e che per andare e tornare dalla Chiesa era passato davanti alla Caserma Comando della Legione Autonoma MobileEttore Muti” in Via Rovello, rischiando molto in quella drammatica giornata.

Dopo la Guerra Gianfranco aveva proseguito gli studi in Città, frequentando anche le superiori all’Istituto di Ragioneria
All’età di 15 anni, nel 1952, poi era andato a lavorare come apprendista in una litografia. Successivamente aveva fatto il servizio militare, 1958/1960, non proprio vicino a casa, un mese a Trapani e 17 mesi a Palermo alla Compagnia Comando del Centro Addestramento Reclute

Tornato a Milano si era impegnato in un nuovo lavoro, l’intermediario finanziario (broker assicurativo). 
Nel 1966 si era messo in proprio, lavorando con Ditte molto importanti, nazionali ed estere, fino al 2002.

Nel frattempo, sempre a Milano, aveva conosciuto e si era innamorato di una ragazza che lavorava anche lei nel campo assicurativo, Graziella Roncaglioninel 1963 si erano sposati
Frutto della loro unione, i due figli,  Monica, nata nel 1964, e Mauro nel 1973.

Gianfranco la passione per il buon Vino l’aveva nel sangue e i suoi ricordi andavano a quando era un bimbo e si recava a trovare i nonni in campagna, per gioco, con gli altri ragazzi, si metteva a pestare  con i piedini l’uva nei tini, i vecchi sostenevano che il peso dei bambini era perfetto per ottenere la migliore pigiatura.

Questa fiamma “vinicola” che lo aveva sempre “bruciato” lo portò a ricercare un podere adatto da comprare, fin dal 1960
La svolta nel 1972, quando un caro amico, Giulio Consonno, che venendo a caccia a Montalcino si era innamorato di questa terra tanto da comprarvi l’Azienda Altesino, convinse Gianfranco Soldera a visitare queste zone. 

Fu amore a prima vista, anche se il particolare terreno che aveva di fronte, ubicato a Sud-Ovest di Montalcino, era un deserto abbandonato, ma l’uomo entusiasta ne vide le potenzialità e, proprio nel 1972, lo acquistò: nacque cosi l’AziendaCase Basse Soldera”.

Anni di grande impegno, dedizione e investimenti, facendo la spola tra Milano e l’Azienda a Montalcino, Gianfranco era sempre presente per prendere ogni decisione, anche la più piccola, fino a giungere nel 1975 a fare il primo Vino: semplicemente fantastico.

Nel 1997 Gianfranco si era trasferito definitivamente a Case Basse incredibilmente trasformata dalla sua volontà e lungimiranza, con l’apporto fondamentale e straordinario di sua moglie.
Nel 2002 anche la figlia Monica, con il marito Paolo e le loro 4 bimbe (Costanza, Arianna e le gemelline Matilde ed Emma), si trasferirono anche loro in Azienda.

Oggi Case Basse si estende su 24 ettari di cui 7 di bosco.

Non è facile descrivere questo “Paradiso Terrestre” creato da mani sapienti, che ci riporta ad un tempo in cui la Natura regnava regina. 
Tutto qui ha un senso ed è concatenato per creare l’humus ideale (la parte più attiva, sotto l’aspetto chimico fisico, della sostanza organica del terreno).  
I coloratissimi giardini (due ettari, frutto dell’opera amorevole della signora Graziella, ricchi di tutto ciò che vola e cammina), il bosco (con la funzione di depurare l’aria), il torrente, lo stagno (pieno di vita per annaffiare ed irrigare), il frutteto, le vigne, gli animali: tutto questo per creare un habitat perfetto.

Autorevoli Professori, d’importanti Università Italiane, hanno scelto l’Azienda Soldera per utilizzarla come una fucina di studi e di sperimentazioni.
Legato a ciò anche l’istituzione del “Premio Internazionale Brunello di Montalcino Case Basse Soldera” per giovani Ricercatori.

La nuova Cantina di Case Basse, edificate nel 2001, con il supporto dell’Architetto S. Lombardi, è eccezionale e fatta con amore e semplice naturalità. 
Uno scavo profondo 23 metri, 9 metri di palificata di piloni di acciaio su cui poggia il pavimento in porfido a 14 metri sotto terra
Le pareti sono fatte da un’enorme quantità di pietre tenute insieme esclusivamente da della rete metallica. 
Il risultato: non una semplice Cantina ma una cosa viva che respira, non vi si prova alcun disagio anche standovi delle ore.

Le grandi botti di Rovere di Slavonia, con spessori che variano da 7 a 12 centimetri, piene delle diverse annate di Vino, maestose e immobili, fanno il loro proficuo lavoro di anni per produrre non più di 15.000 bottiglie.

A seguito della nota vicenda del danno doloso subito nella Cantina di Case Basse (sono andati persi 626 hl. di vino di sei annate) nel Dicembre 2012, il Vino di Gianfranco Soldera non ha più avuto la denominazioneBrunello di Montalcinodata la sua ferma decisione, avvenuta il 22 Marzo 2013, di uscire dalConsorzio del Brunello”.

Ma il Vino di Case Basse con o senza la Denominazione di Brunello rimane uno dei più straordinari del Mondo.

Camminare tra le Vigne Vecchie di più di 40 anni con il mio amico Gianfranco Soldera è sempre stata una esperienza unica, dalle sue parole s’imparava a conoscere l’uomo intelligente e di carattere, l’agricoltore illuminato e appassionato, il marito premuroso e innamorato, il padre attento e autorevole, il nonno giocoso e amorevole. 

Oltre ad apprendere perle di saggezza che ti rimarranno per sempre impresse nel cuore: 
Le Viti devono soffrire, non vanno concimate, devono affondare le radici in profondità per trovare nutrimento”; 
La natura non ha bisogno dell’opera dell’uomo che quando interviene fa solo danni”; 
Un grande Vino è l’unico prodotto naturale commestibile che può durare più a lungo della vita di un uomo”; 
Il Vino si fa in Vigna non in Cantina”; 
Un Vino straordinario si distingue per armonia, eleganza, complessità e naturalità”.  

L’improvvisa scomparsa di Gianfranco Soldera è avvenuta, come già accennato, Sabato 16 Febbraio 2019 alle 10:30 del mattino
Gianfranco pochi mesi fa era caduto, ciò gli aveva procurato la necessità di un intervento chirurgico. Grazie proprio all’intervento e alle pre-analisi si era palesata la necessità di sistemare anche alcuni problemi cardiaci, tutto era andato molto bene e si stava rimettendo.

Ma Gianfranco Soldera non era uomo da abbandonare le sue Vigne ed era tornato al lavoro.
Probabilmente a seguito di un malore ha perso il controllo dell’auto che è andata fuori strada in un piccolo fosso, subito sono accorsi gli operai che erano in vigna e Paolo, il marito della figlia, che lo hanno estratto dalla macchina. 
A questo punto purtroppo il cuore di Gianfranco Soldera ha cessato di battere e neanche l’intervento immediato dei soccorsi è riuscito a rianimarlo.

Domenica 17 Febbraio 2019 al mattino presto sono andato a dare l’ultimo saluto all’amico Gianfranco Soldera
Con molta commozione ho abbracciato e fatto le mie più sentite condoglianze a Monica, Mauro e Paolo che erano presenti.

Venendo via daCase Basse Solderanon ho potuto trattenere le lacrime
ciao amico mio Gianfranco Soldera.



"Case Basse Soldera" una Vista

Con Gianfranco Soldera in Vigna

Con Gianfranco Soldera in Cantina 

12 Aprile 2014 (Foto di Andrea Cappelli)

Ogni Occasione con Te era una Festa

Ciao Gianfranco......

Con il mio Amico Gianfranco Soldera 

martedì 19 febbraio 2019

AL RISTORANTE “PUNTO G” DI MONZA UNA PIACEVOLISSIMA E GUSTOSA ACCOGLIENZA.




Il “punto g” è denominato anche “punto Gräfemberg” dal nome del Medico (Ginecologo) e Ricercatore Tedesco Ernst Gräfemberg (18811957) a cui si attribuisce la scoperta di questa struttura anatomica. 
In realtà studi più recenti e approfonditi non hanno confermato che nell’apparato genitale femminile (umano e di altri mammiferi) esista questo punto particolare ad alta sensibilità erogena favorito da una maggiore innervazione o maggiore densità di terminazioni nervose.

Assolutamente certo, invece, è l’esistenza del “Punto G” a Monza (MB), in Via Gian Francesco Parravicini 34, a non molta distanza dalla centralissima Piazza Trento e Trieste.

Il RistorantePunto G” fa del suo nome un gioco di parole, un “calembour”, che oltre a far pensare al sopra citato piacevolissimo “punto erogeno” può richiamare alla mente molte altre definizioni: “Punto Gourmet”, “Punto Giusto”, “Punto Gustoso”, "Punto Ghiotto” ecc..

Ma “Punto G” può anche identificare l’amabile Titolare che si chiama “Giusy.

Il RistorantePunto G” nasce, dopo importanti lavori di adeguamento e restauro, il 17 Marzo del 2018, per volontà di alcuni Imprenditori, appassionati gourmets, che avevano rilevato l’immobile sede di un vecchio Ristorante di Cucina Orientale.

Il Locale è molto accogliente e già dalla facciata con il suo bel colonnato si stacca e distingue dall’abitato circostante.

Attraversata la porta d’Ingresso ci si addentra in uno spazio ampio e molto gradevole sia per l’eleganza degli arredi sia per la particolare struttura che dal piano terra lascia vedere il primo piano soppalcato e il soffitto a travi e travicelli. 
Classico e moderno si fondono con molto gusto. 
L’ambiente è arricchito anche da diverse opere d’arte esposte.
Al piano terra la Sala Principale, nel soppalco la Seconda Saletta con alcuni tavolini da due e in uno spazio riservato, molto bello, il “Tavolo dello Chef”, il più importate del Locale, il tutto per un massimo di circa 40 Coperti.

Dall’Autunno 2018 il giovane Head Chef del RistorantePunto G” è Emilio Solano.

Emilio è nato, il 24 Agosto del 1989, nell’antico e magico Comune di Torre del Greco (Città Metropolitana di Napoli), ma la sua giovinezza è trascorsa in Liguria dove la sua Famiglia, composta oltreché da Babbo e Mamma anche da sua sorella e suo fratello, si era trasferita. 

La passione per la ristorazione e la cucina è per Emilio praticamente “cromosomica”, infatti, da parte della Mamma, praticamente tutti hanno lavorato o lavorano nel campo dell’accoglienza. 
Per esempio: il Nonno Raffaele Autuori è stato un conosciutissimo Maître sulle Navi della Costa Crociere e lo Zio un bravo Chef sempre sulle Navi da Crociera.

Seguendo la sua predisposizione Emilio entra, a 14 anni, all’Istituto Professionale Statale per l’Enogastronomia e l’Ospitalità AlberghieraMarco Polo” di Genova dove alla fine dei corsi si diploma. 
Nello stesso tempo iniziano anche le sue prime positive esperienze lavorative in Hotel e Ristoranti della Costa Ligure

Appena diplomato entra nella Cucina del miglior Ristorante di Genova, “Zeffirino” e vi rimane per 4 anni diventando, grazie alla sua abilità, Capo Partita
Successivamente si reca in Inghilterra, a Londra, dove per ben 3 anni lavora in Ristoranti super famosi e stellati, con mitici Chef, come il “Gordon Ramsay”, il “Novikov”, il “Corrigan’s”, il “Duck & Waffle”, il “Dorchester Collection”.

Poi, Emilio, viene richiamato in Italia come Executive Chef allo “Yachting Club” del Porto Turistico di Marina di Loano, in Provincia di Savona, nella sua Liguria, dove resta per tre anni. 
Segue un’altra interessantissima esperienza al “Nettuno Beach & Restaurant” a Borgio Verezzi, sempre in Provincia di Savona
Come già accennato, nell’Autunno 2018 Emilio Solano diventa Head Chef del “Punto G” di Monza.

Ma torniamo al RistorantePunto G”.

Il Menu oltre alla scelta alla Carta ha due percorsi consigliati, di Terra e di Mare (Sette portate ciascuno), in più c’è la possibilità di effettuare un “Percorso a Mano Libera” di 9 portate dove l’arte e la fantasia dello Chef si adattano sapientemente a misura del cliente.

La Carta dei Vini è sapientemente selezionata, circa 120 Etichette per un totale di 1.500 Bottiglie. Ampia la scelta di Champagne e Bollicine Nazionali, si possono scegliere Vini Bianchi e Rossi provenienti da Italia, Francia, Germania e Austria

Il merito della Carta Vini è da attribuire anche al bravo Maître e Sommelier A.I.S. Domenico Cesina. Domenico originario di Sorrento (Città Metropolitana di Napoli), classe 1990, ha fatto importanti esperienze in famosi Locali della Costa Amalfitana.

Eccoci giunti alla degustazione che è stata accompagnata da uno straordinario Champagne:

- “Dom Pérignon Brut Vintage 2009”, Champagne A.O.C. Millesimé, 60% Pinot Nero e 40% Chardonnay, 12,5% Vol., prodotto dalla “Dom Pérignon” mitica Maison d’Hautvillers in Francia.

Sono state servite le seguenti portate:

- “Caviale & Company”, Caviale Beluga Siberian Caviar Giaveri, blinis, burro, tuorlo d’uovo scottato marinato e grattugiato, panna acida;

- Paccheri mantecati all’Olio di Laudemio, alici del Mar Cantabrico (Gold Selection) e taralli morbidi;

- Secreto Iberico (taglio extra saporito, di Maiale Iberico, ubicato tra la parte interna della spalla e la pancetta) su crumble al Pimentón de la Vera e salsa aioli;

- “Il Caffè nel Mondo”, sfera di cioccolato ripiena di mousse al caffè su crumble croccante.

Tutto molto buono e ben presentato.

La Cucina dello Chef Emilio Solano ha sapori forti e decisi, la sua filosofia si basa sulla rivisitazione in chiave moderna della cucina tradizionale proveniente da varie parti del Mondo
Decisamente si nota tutto il suo bagaglio di esperienze Internazionali fatte spalla a spalla con grandissimi Chef.

Emilio in Cucina è coadiuvato da altri bravi giovani come il Sous-chef Matteo Salini, la Capo Partita agli Antipasti e Primi Irene Brandoni, la Pastry-chef Chiara Fusco e dell’Aiuto Cuoco Yacouba Cisse.

Anche la Brigata di Sala, altrettanto giovane e molto professionale, è composta dal Maître/Sommelier Domenico Cesina, da Rosalinda Digrigioli e da Sara Leibnaz.

Cosa altro posso aggiungere sennonché al RistorantePunto G” di Monza (MB) potete decisamente trovare una piacevolissima e gustosa accoglienza.



L'Ingresso

Vista Interna

Una Vista del Piano Superiore

"Caviale & Company"

Paccheri......

Secreto Iberico......

"Il Caffè nel Mondo"

Lo Chef Emilio Solano

lunedì 11 febbraio 2019

DUE CHEF, UN ANTICO FRANTOIO, UNA VECCHIA AMICIZIA, UNA NUOVA AVVENTURA: RISTORANTE “LA MARTINATICA” A PIETRASANTA (LU).




Valdicastello Carducci è una Frazione del Comune di Pietrasanta in Provincia di Lucca.

Nella magnifica Terra di Toscana, ricca di tutto e di più, la Cittadina di Pietrasanta non è soltanto un Borgo antichissimo (con origini Etrusche), fondato nel 1255, dal nobiluomo Milanese Messer Guiscardo Pietrasanta (Podestà della Repubblica di Lucca), che ha avuto una lunghissima e intensa storia, ma è anche una bellissima Città d’Arte famosa nel Mondo.
Infatti Pietrasanta è un centro d’importanza Internazionale per la lavorazione del marmo e del bronzo. 
Ai nostri giorni sono oltre 240 gli artisti che, da varie parti del Globo, sono venuti a vivere e a lavorare qui.

Il Centro Storico, completamente pedonalizzato e sempre ben curato, oltre a essere ricchissimo di splendide strutture storico/architettoniche, ospita regolarmente grandi esibizioni e mostre di famosi artisti. 
Non solo nell’accogliente Piazza del Duomo e nella Chiesa/Convento (con il bellissimo chiostro) di Sant’Agostino (Secolo XIV), ma anche nelle moltissime Gallerie d’Arte che arricchiscono le già belle e vissute vie del centro.  

Anche le Frazioni di Pietrasanta hanno peculiarità estremamente affascinanti essendo per lo più arroccate su verdeggianti colline o adagiate su nobili, accoglienti e turistiche spiagge.
Valdicastello Carducci è proprio una di queste Frazioni verdeggianti e collinari.

La Vallata di Valdicastello è attraversata da un Torrente denominato Baccatoio che più a Valle prende il nome di Fosso di Motrone
Il Torrente ha origine dall’unione di alcune fonti che scendono dal crinale ubicato tra i Monti definiti Gabberi, Lieto e Ornato
Il Torrente ha un corso di circa 10 Km. e sfocia in Mare in Località Motrone tra Marina di Pietrasanta e Lido di Camaiore.

Nel suo percorso il Baccatoio riceve l’apporto di tre Sorgenti che si chiamano Pollone, Tre Fontane e Martinatica
Quest’ultima Sorgente prima di immettersi nel Torrente andava ad alimentare un “Bottaccio”, una particolare vasca di riserva idrica da usare nei momenti di siccità per irrorare i campi e per non perdere la forza motrice dell’acqua.

Il “Baccatoio” pur essendo di modeste dimensioni ha avuto considerevole importanza nello sviluppo dell’economia del Territorio circostante sia nel XVIII sia nel XIX Secolo
Il corso d’acqua ha favorito, attraverso gli anni, il sorgere di numerosi Mulini e Frantoi che sfruttavano la forza delle cascate per mettere in funzione le loro macine.
Oltre a ciò il Torrente era anche un importante luogo di aggregazione, non solo commerciale ma anche umano, visto che lungo le sue rive le donne del posto si ritrovavano ai diversi lavatoi per fare il bucato.

Ovviamente tutta la denominazione urbanistica della zona ha risentito di questa sua piccola ma particolare situazione idrografica.

Percorrendo la Strada Regionale 439Sarzanese Valdera”, tra Pietrasanta e Capezzano Pianore, in Località Baccatoio, c’è una traversa che sale verso la Collina: Via della Martinatica.
Dopo aver percorso circa la metà di Via della Martinatica, al Civico 20, c’è un vecchio Frantoio del 1800 molto suggestivo e affascinante che mantiene all’interno il cuore della fonte e la ruota che serviva a far muovere la macina del frantoio.

Nei primi anni Ottanta, l’Architetto Galli, Dirigente del Comune di Pietrasanta, volle recuperare l’immobile del Frantoio, con un’impegnativa e sapiente ristrutturazione che valorizzava l’atmosfera romantica e rustica (ricca di olivi anche nel parcheggio privato, orci e cascatella con ruota del mulino), destinandolo ad uso Circolo Ricreativo e “Osteria con Cucina”.  

Trascorsi una decina di anni l’Osteria venne rilevata da una notissima Famiglia di Ristoratori della Zona, guidata da Vittoriano Pierucci, che volle elevare il livello a una “Trattoria di grande qualità”: cucina tradizionale e un ottimo servizio. 
La conduzione venne affidata a due Cognate della Famiglia, Lidia e Barbara
Per diversi anni il Locale ebbe un certo successo ma poi per varie motivazioni la gestione cambiò e  per le successive aperture “La Martinatica” non fu più all’altezza della sua fama. 
In questi ultimissimi anni il Locale, poi, era rimasto definitivamente chiuso.

Dal 20 Dicembre del 2017 per il RistoranteLa Martinatica” è iniziata una nuova vita con la rilevante conduzione da parte della Società intestata a due grandi Chef Gioacchino Pontrelli e Francesco D’Agostino.

Tutto è nato per caso; un amico ha portato Francesco D’Agostino a vedere “La Martinatica” e il fascino del posto è stato tanto irresistibile che Francesco si è subito innamorato
Francesco ha portato immediatamente Gioacchino a far visita a questo piccolo paradiso e anche lui, dopo attenta valutazione, ha preso atto che si trattava di una vera e propria occasione da non perdere.

Ma parliamo di chi sono Gioacchino Pontrelli e Francesco D’Agostino.

Il grande Giocchino è da decenni la colonna portante della Cucina del mitico RistoranteLorenzo” (Una Stella Michelin) di Forte dei Marmi in Provincia di Lucca
Gioacchino è nato, il 23 Ottobre 1965, a Scafati in Provincia di Salerno, nella meravigliosa e solare Terra di Campania
Era giovanissimo quando entrò, dopo aver fatto varie esperienze, come Sous-chef da “Lorenzo”, nel 1984, ma da subito si rivelò un vero e proprio eccezionale talento: 
dopo solo un anno era già, ed è, lo Chef titolare. 
In questi anni ha ricevuto un mare di riconoscimenti tutti super meritati.

Francesco è nato, il 20 Luglio 1979, in Puglia a Copertino, antico, affascinante e storico Comune in Provincia di Lecce.  
La sua bella Famiglia, formata da Babbo Maurizio, Mamma Teresa e 5 Figli (4 maschi e la femmina la più piccola), non aveva alcun legame con la ristorazione, infatti Maurizio era operaio e Teresa Casalinga
Ma per Francesco fin da piccolo “era scattato qualcosa” grazie al cibo della Nonna Paterna, Ada, che cucinava benissimo.

Dopo le Scuole dell’Obbligo Francesco, seguendo questa passione coltivata negli anni, decise di frequentare e diplomarsi all’Istituto AlberghieroSandro Pertini” di Brindisi.
Le sue prime e positive esperienze sono state fatte in Ristoranti di Grandi Alberghi in Trentino, Veneto e Puglia. 

Nel 2003 Francesco stava con una Ragazza di Lecce che, avendo una Zia residente a Viareggio (LU), decise di trasferirsi da lei: 
l’amore fece il resto e il nostro giovane Chef decise di seguirla in Toscana
Francesco iniziò cosi a lavorare in alcuni noti Ristoranti della Versilia.

La Versilia corrisponde al bacino idrografico dell’omonimo Fiume, comprendendo i Comuni Litoranei e non, della Provincia di Lucca, quali Forte dei Marmi, Pietrasanta, Stazzema e Seravezza, ma oggi è d’uso comune far rientrare sotto la sua denominazione anche il Comune di Camaiore e quello di Viareggio.

Nel 2006 Francesco D’Agostino dopo il positivo colloquio con lo Chef Gioacchino Pontrelli è entrato in Cucina nel RistoranteLorenzo” a Forte dei Marmi (LU): 
inizialmente come Capo Partita agli Antipasti, ma in poco tempo, viste le sue capacità, è diventato il Sous-Chef di Pontrelli. 

Ma torniamo alla nuova vita del RistoranteLa Martinatica” che prima di riaprire ha visto rinnovarsi completamente la Cucina e un “restyling” generale pur mantenendo il fascino originario. 
Due le accoglienti Sale, la più grande, a destra dell’ingresso, su cui si affaccia anche la cucina parzialmente a vista e una più raccolta, a sinistra dell’ingresso. 
Con la bella stagione si può cenare nel suggestivo dehors.

All’interno del RistoranteLa Martinatica” ogni particolare è curato con gusto, bella l’apparecchiatura.

Il Menu offre inizialmente una “Degustazione” a un prezzo particolarmente interessante e a seguire la scelta alla “Carta” sia di Terra sia di Mare.

Nella Carta dei Vini si può scegliere tra un centinaio di selezionatissime etichette, circa 1500 bottiglie
Bollicine Italiane e Champagne Francesi, Vini Bianchi e Rossi soprattutto dall’Italia e dalla Francia. Molto interessante anche la lista dei distillati.

La Carta dei Vini e il Servizio Vini sono curati da un grande professionista: Nicola Girardi.
Nicola è nato a Viareggio (LU), il 10 ottobre 1967, fin da giovanissimo ha sempre lavorato in abito ristorativo, da 1999 è Sommelier Professionista A.I.S..

Eccoci giunti alla degustazione fatta che è stata accompagnata da ottime bottiglie suggerite proprio da Nicola Girardi:

- “I Filari” una Bollicina selezionata ed EtichettataLa Martinatica” di Franciacorta D.O.C.G., 60% Chardonnay e 40% Pinot Nero, 12,5% Vol., prodotta dall’Azienda Agricola Lombarda “MF – Viticoltori in Adro” in Provincia di Brescia;

- “Mimuèt 2016”, Pinot Noir Riserva, Sudtirolo – Alto Adige D.O.C., 100% Pinot Nero, 12,5% Vol., un Vino Rosso Biodinamico dell’Azienda “Alois Lageder” di Magrè in Provincia di Bolzano;

- “Auchentoshan – The Triple Distilled – 12 Years Old”, 40% Vol., un “Single Malt Scotch Whisky” fuori dal comune, prodotto da una delle 9 Distillerie della Zona delle Lowlands (zone centro –meridionali) Scozzesi; l’Azienda fondata nel 1823 è l’unica di tutta la Scozia che utilizza, per tutta la sua produzione, il metodo della tripla distillazione (grazie a ciò si ottiene un migliore distillato, estremamente piacevole, più leggero e pulito).

In Tavola l’ottimo pane e i grissini della Casa ai vari sapori.
Sono state servite le seguenti portate:

- Mezzo pacchero fritto ripieno di ricotta e panzerotto alla crema di cavolfiore;

- Parmigiana di baccalà;

- Turbante di sogliola su crema di pane e "dressing" (condimento mescolato a parte prima dell’utilizzo) alle alici e timo;

- Rivisitazione del fegato alla veneziana;

- Lingotti di ricciola scottata su soffice di barbabietola, maionese, cappero e rapa;

- Piccola pasticceria della Casa;

- Sorbetto al cachi e polvere di zenzero.

Tutto molto buono e ben presentato.

Lo Chef Francesco D’Agostino ha avuto un grande maestro nello straordinario Gioacchino Pontrelli e gli undici anni trascorsi con lui, come braccio destro, lo hanno portato a essere uno “Chef Patron” davvero bravo, molto attento e premuroso anche nelle relazioni umane con i suoi clienti. 
La sua è una cucina pulita, esperta, fatta di qualità, ricca di deliziosi e sinceri sapori.

Molto gentile e professionale anche la giovane Brigata di Sala.

Cosa dire se non confermare proprio quello che c’è scritto sulla prima pagina del loro Menu
Due Chef, un antico Frantoio, una vecchia amicizia, una nuova avventura”……. aggiungendo solo che si tratta di “un’avventuradi grande successo.



L'Insegna

Il Parcheggio tra gli Olivi

L'Ingresso


La Sorgente e la Ruota

Giorgio Dracopulos e lo Chef Gioacchino Pontrelli

Una Vista della Sala

Una Vista della Seconda Sala

Il Sommelier Nicola Girardi  

Mezzo Pacchero e Panzerotto

Parmigiana di Baccalà

Turbante di Sogliola

Rivisitazione di Fegato alla Veneziana

Lingotti di Ricciola

Piccola Pasticceria

Sorbetto al Cachi

Lo Chef Francesco D'Agostino e Giorgio Dracopulos