Il “Dattero
di Mare” o “Dattero Vero”, è un Mollusco (dal Latino “mollis” = “molle”)
Bivalve della Famiglia delle “Mytilidae” (mitili).
I “Bivalvi”
sono una Classe di Molluschi che comprende circa 13000 specie in prevalenza
marine.
Si presentano con la parte molle racchiusa da due “conchiglie” (valve),
dalle più varie forme e consistenze, generalmente simmetriche.
Le due parti
sono unite da una “cerniera mobile interna” e dai legamenti, la chiusura
avviene grazie a uno o due muscoli
adduttori e l’apertura grazie ai legamenti.
Sono esseri filtratori (di acqua salata
o dolce) con un sistema nervoso molto semplificato.
Il “Dattero
di Mare” è stato scientificamente denominato “Lithophaga lithophaga” da Carl
Nilsonn Linnaeus (1707-1778), medico, botanico e naturalista Svedese
considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi
viventi.
Esiste anche
un altro tipo di dattero meno pregiato denominato “Dattero Bianco” (Pholas
Dactylus).
I “Datteri
di Mare” hanno una prerogativa a dir poco curiosa, si insediano all’interno di
rocce calcaree marine tramite un processo di corrosione delle stesse.
I datteri
secernono, attraverso apposite ghiandole, delle secrezioni acide che, in
sinergia con l’attrito meccanico, scavano delle gallerie nelle rocce,
permettendo la loro lenta penetrazione.
Infatti il loro nome scientifico è
collegato ai termini Greco antichi “lithos” (pietra) e “phagein” (mangiare).
La
penetrazione è collegata alla loro crescita che pertanto è molto rallentata e
graduale, circa un millimetro l’anno, pensate che per arrivare alla lunghezza
di circa 5/6 cm. possono trascorre anche più di 35/40 anni.
Ma c’è la possibilità
che superino i 10 cm., nel qual caso i decenni aumentano.
Il “Dattero
Vero” si presenta nella sua forma, allungata, bombata e liscia, in un
bellissimo colore marrone chiaro (proprio il colore e la forma ricordano i
“datteri delle palme” da cui prende il nome), striato dai segni della crescita,
all’esterno, mentre all’interno le valve (che sono identiche tra loro e
pertanto denominate “equivalve”), hanno un colore celestino chiaro,
madreperlaceo.
Vive, sempre
incastonato nelle rocce, a una profondità massima di circa 100 metri, ma è più
facile trovarlo a poca profondità, presenta dimorfismo sessuale e si riproduce
nei mesi più caldi.
Le larve vengono trasportate dalle correnti marine e
cercano di attaccarsi alle rocce con un ciuffo di fibra denominato “bisso” che
successivamente cadrà.
I Mari in
cui è più diffuso sono, oltre al Mar Mediterraneo, il Mare Adriatico, il Mar
Rosso e l’Oceano Atlantico.
La pesca dei
“Datteri di Mare” può avvenire solo attraverso sistemi assolutamente invasivi e
distruttivi: si devono rompere le rocce in cui vivono.
Un
“datteraio” professionista riesce a raccogliere fino a 25 kg di datteri al
giorno, desertificando circa 5 chilometri di costa ogni anno, e se consideriamo
che un dattero di mare impiega decine di anni per raggiungere il suo sviluppo completo,
il danno all’ecosistema è enorme.
Anche un
solo piatto di pasta condito con “Datteri Veri” desertifica mezzo metro quadro di
fondale marino.
Proprio per
impedire questa devastazione e lo stravolgimento dell’ecosistema del mare, l’Italia è stato il primo Paese al Mondo a
vietarne la pesca, con qualsiasi tipo di attrezzatura, e la
commercializzazione, con il Decreto Ministeriale del 16 ottobre 1998, gli altri
Paesi Europei si sono allineati solo con il Regolamento “CE 1967” del 2006.
Fin dai
tempi più lontani i “Datteri di Mare” sono sempre stati per l’uomo una
prelibatezza, un vero e proprio pregio gastronomico, sia crudi che cotti.
Gli
antichi Romani pensavano che avessero un potere afrodisiaco (come in genere
tutte le materie prime rare) e li apprezzavano molto.
Ma non solo, fino al
1998, l’anno del divieto, si degustavano in ogni forma possibile su ogni tavola
dei buongustai, compreso il sottoscritto, e nei migliori Ristoranti.
Solo nei
Paesi dove non esiste il divieto di pesca dei “Datteri veri” è possibile ancora
degustarli.
Nel 2007, in
Puglia, nel Golfo di Manfredonia, si è iniziato a sperimentare un progetto
(sovvenzionato dalla Regione) di allevamento dei “Datteri di Mare”, seguito,
negli anni, da altri progetti in varie zone dei nostri mari, ma, purtroppo, non
mi risulta, a oggi, che si sia arrivati a una produzione che non sia solo
sperimentale.
Per ora rimane
il giusto divieto che, dal 1998, non ci permette più di poter assaporare questa
incredibile delizia del mare: i “Datteri Veri”.
Il "Miracolo" dei Datteri di Mare (Foto Biolib.cz)
Sapori di Altri Tempi