mercoledì 29 novembre 2017

I “DATTERI DI MARE” O “DATTERI VERI”, UN’INCREDIBILE DELIZIA DEL MARE CHE DAL 1998 NON SI PUÒ PIÙ ASSAPORARE.




Il “Dattero di Mare” o “Dattero Vero”, è un Mollusco (dal Latinomollis” = “molle”) Bivalve della Famiglia delle “Mytilidae” (mitili).

I “Bivalvi” sono una Classe di Molluschi che comprende circa 13000 specie in prevalenza marine. 
Si presentano con la parte molle racchiusa da due “conchiglie” (valve), dalle più varie forme e consistenze, generalmente simmetriche. 
Le due parti sono unite da una “cerniera mobile interna” e dai legamenti, la chiusura avviene grazie  a uno o due muscoli adduttori e l’apertura grazie ai legamenti
Sono esseri filtratori (di acqua salata o dolce) con un sistema nervoso molto semplificato.

Il “Dattero di Mare” è stato scientificamente denominato “Lithophaga lithophaga” da Carl Nilsonn Linnaeus (1707-1778), medico, botanico e naturalista Svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi.

Esiste anche un altro tipo di dattero meno pregiato denominato “Dattero Bianco” (Pholas Dactylus).

I “Datteri di Mare” hanno una prerogativa a dir poco curiosa, si insediano all’interno di rocce calcaree marine tramite un processo di corrosione delle stesse. 
I datteri secernono, attraverso apposite ghiandole, delle secrezioni acide che, in sinergia con l’attrito meccanico, scavano delle gallerie nelle rocce, permettendo la loro lenta penetrazione. 
Infatti il loro nome scientifico è collegato ai termini Greco antichi “lithos” (pietra) e “phagein” (mangiare).

La penetrazione è collegata alla loro crescita che pertanto è molto rallentata e graduale, circa un millimetro l’anno, pensate che per arrivare alla lunghezza di circa 5/6 cm. possono trascorre anche più di 35/40 anni
Ma c’è la possibilità che superino i 10 cm., nel qual caso i decenni aumentano.  

Il “Dattero Vero” si presenta nella sua forma, allungata, bombata e liscia, in un bellissimo colore marrone chiaro (proprio il colore e la forma ricordano i “datteri delle palme” da cui prende il nome), striato dai segni della crescita, all’esterno, mentre all’interno le valve (che sono identiche tra loro e pertanto denominate “equivalve”), hanno un colore celestino chiaro, madreperlaceo.

Vive, sempre incastonato nelle rocce, a una profondità massima di circa 100 metri, ma è più facile trovarlo a poca profondità, presenta dimorfismo sessuale e si riproduce nei mesi più caldi. 
Le larve vengono trasportate dalle correnti marine e cercano di attaccarsi alle rocce con un ciuffo di fibra denominato “bisso” che successivamente cadrà.

I Mari in cui è più diffuso sono, oltre al Mar Mediterraneo, il Mare Adriatico, il Mar Rosso e l’Oceano Atlantico.

La pesca dei “Datteri di Mare” può avvenire solo attraverso sistemi assolutamente invasivi e distruttivi: si devono rompere le rocce in cui vivono.

Un “datteraio” professionista riesce a raccogliere fino a 25 kg di datteri al giorno, desertificando circa 5 chilometri di costa ogni anno, e se consideriamo che un dattero di mare impiega decine di  anni per raggiungere il suo sviluppo completo, il danno all’ecosistema è enorme.

Anche un solo piatto di pasta condito con “Datteri Veri” desertifica mezzo metro quadro di fondale marino.

Proprio per impedire questa devastazione e lo stravolgimento dell’ecosistema del mare, l’Italia è stato il primo Paese al Mondo a vietarne la pesca, con qualsiasi tipo di attrezzatura, e la commercializzazione, con il Decreto Ministeriale del 16 ottobre 1998, gli altri Paesi Europei si sono allineati solo con il Regolamento “CE 1967” del 2006.

Fin dai tempi più lontani i “Datteri di Mare” sono sempre stati per l’uomo una prelibatezza, un vero e proprio pregio gastronomico, sia crudi che cotti. 
Gli antichi Romani pensavano che avessero un potere afrodisiaco (come in genere tutte le materie prime rare) e li apprezzavano molto. 
Ma non solo, fino al 1998, l’anno del divieto, si degustavano in ogni forma possibile su ogni tavola dei buongustai, compreso il sottoscritto, e nei migliori Ristoranti.

Solo nei Paesi dove non esiste il divieto di pesca dei “Datteri veri” è possibile ancora degustarli.

Nel 2007, in Puglia, nel Golfo di Manfredonia, si è iniziato a sperimentare un progetto (sovvenzionato dalla Regione) di allevamento dei “Datteri di Mare”, seguito, negli anni, da altri progetti in varie zone dei nostri mari, ma, purtroppo, non mi risulta, a oggi, che si sia arrivati a una produzione che non sia solo sperimentale.

Per ora rimane il giusto divieto che, dal 1998, non ci permette più di poter assaporare questa incredibile delizia del mare: i “Datteri Veri”.



Il "Miracolo" dei Datteri di Mare (Foto Biolib.cz)

Sapori di Altri Tempi

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