sabato 26 giugno 2010

Birrificio Artigiano Toscano a Montescudaio (PI), dove la Birra è più Italiana.

Una delle bevande più antiche dell’Umanità è la Birra, le prime tracce ci giungono da scritti della Mesopotamia e dell’Antico Egitto di circa 5000 anni fa, ma dalle prove chimiche fatte su alcuni resti di antichissime ceramiche, si può azzardare a dargli un luogo e una data di nascita: in un Territorio che corrisponde, a grandi linee, all’attuale Stato dell’Iran, più di 7000 anni fa. Questa antichissima bevanda è nata grazie al fatto che il primo cereale coltivato dall’uomo è stato l’orzo, grazie al suo facile metodo di coltivazione, e questo tipo di coltura ha modificato anche profondamente il modo di vivere dei nostri antenati, trasformandoli da cacciatori nomadi ad agricoltori stanziali, favorendo anche la nascita dei primi villaggi. L’ingegno dell’uomo incominciò ad elaborare le prime tecniche agrarie, creando un surplus di alimenti che dovevano essere conservati, la conseguenza fu, che tutto ciò, andava preservato dal deperimento e dall’assalto dei roditori, una delle soluzioni, che dava maggiori garanzie, fu quella di mettere i grani del raccolto in recipienti colmi di acqua. L’orzo immerso dava inizio al processo della fermentazione trasformando l’acqua in una rudimentale birra. I primitivi che la bevevano, si sentivano più forti e felici, pronti ad affrontare la vita terribile di allora e ritenendo che, in tutto ciò, ci fosse un qualche intervento divino. Il nome della bevanda fu Birra o Ale, il primo, molto probabilmente, deriva dal Latinobibere” (bere), mentre il secondo appellativo era usato dai popoli nordici e dagli Inglesi. Attraverso i millenni la Birra fu perfezionata e, in tutte le epoche, ebbe grande importanza, fino a raggiungere i nostri giorni in cui ha una posizione di grande prestigio tra le bevande alcoliche. Il mercato mondiale è in mano alle grandi multinazionali e a migliaia di piccoli produttori, ultimamente molti degli appassionati homebrewers (in Inglese coloro che si dedicano alla homebrewing, arte di produrre birra in casa) e in italiano definiti domozimurghi (dal latino domo = casa e zimurgo = colui che pratica la zimurgia o scienza della fermentazione) si sono messi in gioco, anche da noi, commercializzando le loro preparazioni artigianali. Tra le novità più interessanti vi voglio segnalare, l’appena nato, B.A.T. (Birrificio Artigiano Toscano) a Montescudaio, in Provincia di Pisa. La paternità di questa nuova realtà è da attribuire ai tre soci fondatori, Nicola Parrini, Luca Sabatino e Vittorio Cotronei. Nicola, nato a Livorno nel 1966, cresciuto in una famiglia dove la gastronomia è arte, è titolare con il fratello Enrico, del famoso Ristorante Perbacco, proprio a Montescudaio, dove la sua mamma in cucina realizza degli straordinari piatti del territorio e della tradizione, ha una grande passione per i Vini e la Birra. Nel 1996 si diploma Sommelier A.I.S., e per molti anni si è specializzato nella produzione “casalinga”, per uso personale di ottima Birra. Luca è nato nel 1983 a Magenta in Provincia di Milano, ha alle spalle un passato di ciclista professionista, è Sommelier A.I.S., è stato negli Stati Uniti d’America, precisamente in California a Los Angeles, ad occuparsi della diffusione e dell’importazione, in quello straordinario spicchio di mondo, dei Vini di Bolgheri (LI); anche lui si è dilettato nella produzione di Birra per uso domestico. Vittorio Cotronei è “autoctono”, nasce infatti a Montescudaio nel 1977, è laureato in Giurisprudenza, ha trascorso cinque anni della sua vita in Spagna a Madrid, di questa sua esperienza ne ha fatto un Libro: “Meseta”. Quando ha visto che, davanti a casa sua, si stavano facendo dei lavori e ha scoperto che si stava per aprire un Birrificio, da cultore, ha bussato alla porta, si è presentato e ha detto:- “Se volete un socio, partecipo anche io”. La mia visita al Birrificio è stata molto interessante: due locali, nel primo, il più grande, delle celle frigorifere, tre tini in acciaio, le scorte di produzione e del prodotto finito pronto per la spedizione, da una parte un grande tavolo dai mille usi. Nel secondo due grosse caldaie e l’attrezzatura per raffreddare il mosto e trasportarlo ai tini con un sistema innovativo, di loro progettazione, che ha il vantaggio di far risparmiare una quantità incredibile di acqua. Grazie a questi macchinari e a una selezionata e personalizzata mistura di maltati di orzo, sorgo, riso e farro, (il “malto” non è altro che la “cariosside = chicco secco” di un cereale che ha subito la germinazione, almeno che non si specifichi, il nome “malto” si riferisce normalmente al “malto di orzo”), insieme a grani crudi etruschi e luppolo, il trio produce, attualmente, tre tipi di Birre ad alta fermentazione metodo classico (rifermentazione in bottiglia), dai nomi forti e Toscani. “Càrma”, colore dorato, carbonica leggera non pungente, schiuma media, nei profumi prevalgono le spezie, gli agrumi e il malto, dal gusto persistente ed intenso, buona l’acidità, molto fresca e sapida, sicuramente equilibrata, alcool 6% (la gradazione, per tutte e tre le Birre, può variare leggermente vista la lavorazione assolutamente artigianale). Una Birra che ha una temperatura di servizio di 8/10 gradi, e che si può abbinare a piatti di pesce, crostacei, ai piatti estivi di verdure e ai vari formaggi freschi. “Tegola”, rossa ambrata (come una tegola), carbonica leggera, schiuma abbastanza intensa, nei profumi note di spezie, albicocca secca, rosmarino e rabarbaro, oltre al malto, dal gusto intenso, fresco e persistente, equilibratissima, si evolve nel bicchiere nei profumi e nei sapori al crescere della temperatura, alcool 6,5%. La temperatura di servizio è intorno ai 10/12 gradi, l’abbinamento sicuramente predilige piatti di pesce in salsa, arrosti e grigliate di carne, formaggi di media stagionatura. “Ticcia” (robusta), dal colore nero, anche qui la carbonica è leggera e non pungente, schiuma media, dai profumi intensi di caffè, liquirizia, legno esotico e mandorle tostate, dal gusto persistente ma assolutamente non pesante, equilibrata, sul finire leggermente secca, alcool 5,5%. Deve essere servita intorno ai 12/16 gradi, da abbinare a tutti i tipi di carni, ideale per brasati e arrosti. In preparazione anche una grossa novità, una Birra specifica per formaggi morbidi e erborinati, che, grazie ad una piccola percentuale di porto, si chiamerà “Ex-port” Vintage 2010, per ricordare i sentori di barrique sono state usate delle chips di varie tipologie di legni e avrà un invecchiamento di sei mesi. Tutta la loro produzione ha il grande vantaggio di non avere una scadenza ravvicinata, al contrario di molte Birre Artigianali. Gradevole anche la presentazione, sulle bottiglie da 0,75 spicca la bella etichetta, fatta appositamente per loro, con raffinato talento artistico, dal Maestro Stefano Tonelli. Prodotti interessanti, che appena usciti hanno riscosso già il gradimento presso molti importanti Ristoranti ed Enoteche della zona. La filosofia di Nicola, Luca e Vittorio, si riassume nella loro volontà di fare una tipologia di Birre che siano specificatamente Italiane, fatte su misura per gli italici palati, con la possibilità di abbinamento perfetto con i piatti della nostra grande Cucina Mediterranea, un tentativo, visto i primi risultati, sicuramente riuscito.
B.A.T.
Birrificio Artigiano Toscano
Via Guerrini, 1/B
Montescudaio (PI)
info@birrabat.com
http://www.birrabat.com/



domenica 20 giugno 2010

VIGNA ILARIA, A S. ALESSIO LUCCA, UNA LOCANDA SU MISURA PER IL BRAVO OSTE ANDREA MAGGI.

“La Strada del Vino e dell’Olio di Lucca, Montecarlo e Versilia” è un itinerario di varie strade che attraversano luoghi di grande bellezza. Percorsi che ci portano tra sentieri immersi nella natura, magnifiche e antiche ville, dolci colline ricoperte di verdeggianti olivi e filari di viti centenarie, che si alternano tra varie tipologie di costruzioni di epoche diverse, tra cui spiccano pievi e chiese dagli imponenti campanili. Un fantastico patrimonio storico, culturale e paesaggistico, ancora molto ben conservato; qui nascono i Vini D.O.C. delle Colline Lucchesi e Montecarlo, insieme all’Olio D.O.P. di Lucca.
Uscendo dalla Città di Lucca, dalla parte di Borgo Giannotti, attraversato il Ponte di Monte San Quirico, e girando subito a sinistra, s’imbocca Via di Sant’Alessio, dopo averla percorsa, per meno di un chilometro, troviamo una via che piega leggermente sulla destra, è Via per Pieve S. Stefano, proprio una della Strade del Vino, al numero civico 967/c, si trova la Locanda Vigna Ilaria.
La Locanda è un bell’edificio di tre piani, nato sul terreno della Vigna da cui prende il nome, la costruzione è in pietra a vista, all’interno i classici soffitti a travi di legno, una struttura dei primi del Novecento; in origine era la stalla della vicina Villa, che oggi porta il nome di Villa Coppola. Già nei primi anni sessanta era un Locale molto in voga nel bel mondo lucchese, che lo frequentava per le famose merende e per tutti i tipi di cerimonie, nel 1985 subì una prima ristrutturazione che la trasformò in Locanda. Nel 2001 arrivò, poi, la seconda ristrutturazione, che le fece assumere l’aspetto attuale. Al piano terra il grande giardino porta al caratteristico ingresso, qui ci accoglie un piccolo bancone bar sulla destra, di fronte la finestra di servizio della cucina. Un corto corridoio, a destra, ci porta nella bella grande sala rettangolare con il vecchio caminetto, divisa da un grande arco a mattoni. Tornando all’ingresso e girando invece a sinistra, si supera un piccolo disimpegno (con la scala che porta ai piani superiori), e si entra in un’altra saletta, da cui si può accedere da una parte al giardino più piccolo e riservato, sul retro, e, dall’altra alla piccola stanza con il forno a legna. Ai piani superiori troviamo, al primo tre camere con servizi e una piccola suite; al secondo piano un grande appartamento con sei posti letto. Da tutte le finestre si gode di una bellissima vista sulla campagna e le colline circostanti. Adiacente alla struttura l’ampio e riservato parcheggio sterrato. Una così fascinosa Locanda merita di essere gestita da un grande Oste.
Domenica 6 Giugno 2010
, alle ore 12.00, sono andato a Vigna Ilaria per festeggiare la nuova gestione assunta da Andrea Maggi.
Tutti ormai conoscete questo giovane Oste, che tanti successi ha riscosso in Italia e all’estero, ma se volete rinfrescarvi la memoria andate nell’archivio di questo Blog e troverete in dettaglio, nell’altro articolo a lui dedicato, la sua notevole e qualificata biografia. Qui, oggi, voglio raccontarvi la bella festa che Andrea ha voluto fare per l’occasione.
La splendida giornata ha riempito di raggi di sole gli spazi tra gli ombrelloni nel grande giardino, molti amici e clienti sono intervenuti all’evento, sui bordi erano stati allestiti alcuni baldacchini per alcune importanti e selezionate Ditte che partecipavano all’evento. L’immancabile, amico, Paolo Parisi, aiutato dal figlio Rocco, ha cotto, su due alti bracieri, degli ottimi “mini hamburger” (80% manzo, 10% guanciale affumicato, 10% maiale), fatti con le super curate carni, provenienti dal suo Podere “Le Macchie” di Usigliano di Lari, in Provincia di Pisa.
L’Azienda Puntozero di Marina di Massa (MS), con la titolare Sara Valdambrini, una ditta che distribuisce una serie di validi prodotti di nicchia del territorio. La fantastica Lia Meazzini, dell’omonima Azienda Agricola di Crespina (PI), con la sua eccezionale frutta e verdura. Lo Scoppolato di Pedona, un particolare formaggio di pecora affinato in grotta, che si mangia a scaglie, inventato da Gabriele Ghirlanda.
Da bere i Prosecchi Superiori di Valdobbiadene Santa Eurosia D.O.C.G. Brut e Extra Dry dell’omonima Azienda di Giuseppe Geronazzo di S. Pietro di Barbozza, Valdobbiadene (Treviso).
Insieme ai Vini Bianchi, portati dal titolare, Franco Terpin, in persona: Sialis 2005 I.G.T. Delle Venezie (Pinot Grigio), Jakot 2005 I.G.T. Delle Venezie (Tocai), Sauvignon I.G.T. Delle Venezie, dell’Azienda Agricola Franco Terpin di San Floriano del Collio (GO).
Infine l’aromatico e cremoso caffè, una miscela Arabica della Nuova Guinea, portata dalla Torrefazione Caffè Silvia di Porcari (LU), con il titolare Roberto Perugia.
La nuova Brigata di Cucina è giovane e appassionata. Lo Chef è Filippo Olivieri, classe 1984, avrebbe dovuto seguire le orme del padre geometra, ma la passione era un’altra, dopo essersi diplomato all’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorativi “Fratelli Pieroni”, di Barga (LU), ha lavorato al Ristorante Damiani di Lucca, poi all’estero, in Australia, dove ha fatto esperienza in importanti Locali come il Blue Angel Restaurant e il Machiavelli Italian Restaurant di Sydney. Rientrato in Italia, per un anno e mezzo ha lavorato nella cucina del Ristorane Henri di Viareggio (LU), successivamente ha deciso di iniziare questa nuova e bella collaborazione con Andrea Maggi. Sous Chef, Mirko Matteoni, anche lui giovanissimo, ma che ha lavorato nelle cucine di importanti Ristoranti come lo “Stellato” Butterfly di Marlia (LU). In cucina, a supervisionare, la giovane e bella Elena Ammannati, futura Signora Maggi. In sala il fratello di Andrea, il bravo Stefano Maggi, insieme a Claudio Martinelli.
Ma torniamo alla festa: dopo l’aperitivo di benvenuto, un ricco e curato Buffet ha rifocillato gli ospiti. Ho potuto assaggiare, anche, alcuni piatti appositamente preparati da Filippo Olivieri, per conoscere meglio la sua cucina, e ho trovato molto interessanti la “Tartare di Fassona Piemontese con guanciale e sale di Cervia”, il “Filetto di Muggine primavera” e il “Semifreddo alla Pesca” (vedi ultime tre foto sotto).
L’appena trascorsa esperienza al Ristorante La Bilancia di Massarosa (Lu), lasciato da Andrea per motivi strutturali, che gli impedivano di applicare tutte le sue idee, lo ha convinto sempre di più a seguire il suo percorso fatto di tradizione con un pizzico di innovazione adattata al Territorio.
La filosofia di Andrea Maggi è sicuramente quella giusta, con straordinaria passione mi ha ribadito le sue linee guida:
- produrre in proprio tutto il possibile,
- scegliere soltanto il meglio e il più fresco,
- prediligere i prodotti a “chilometro zero”,
- severa selezione di tutto ciò che entra in cucina,
- estrema cura e attenzione nelle cotture per non perdere i sapori naturali,
- offrire agli ospiti una vasta gamma di possibilità degustative di nicchia,
- una Cantina ricca di straordinarie bottiglie, con una particolare attenzione al Territorio, cercando in Italia e all’estero Vini con un rapporto qualità/prezzo eccezionale.
Andrea Maggi non è solo un attento Ristoratore fautore del “biologico” e del “biodinamico”, ma è anche un grande Oste con un severo “Codice Etico”, e ha trovato, finalmente, in Vigna Ilaria, la sua Locanda.
Locanda Vigna Ilaria
Via Per Pieve S. Stefano, 967/c
S. Alessio – Lucca
Tel. 0583 332091 Fax. 0583 331908













martedì 8 giugno 2010

Ristorante Tullio a Capalbio (Grosseto), dove le ricette tradizionali assumono sapori esaltanti.

Capalbio, in Provincia di Grosseto, antico e fascinoso Borgo dalle doppie mura; il suo territorio delimita l’ultima propaggine costiera e l’entroterra collinare della Toscana Meridionale, facendo da confine con il Lazio. Il suo nome, probabilmente, deriva dal Latino “Caput Album” (testa bianca), simbolo che si ritrova, nel suo Stemma: un leone senese (aggiunto nel 1400) che sorregge una testa bianca. Molti ritrovamenti storici fanno risalire i primi insediamenti in questi territori in tempi lontanissimi, qualche certezza in più l'abbiamo con il sopraggiungere degli Etruschi e dopo, come al solito, con i Romani, che vi costruirono le prime fattorie e le grandi Ville schiaviste del Periodo Repubblicano, soppiantate poi dalle estese Tenute del successivo Periodo Imperiale. Il primo documento ufficiale che cita Capalbio è la Bolla Leonino-Carolingia del 805 d.C., con cui l’Imperatore Carlo Magno la donava all’Abbazia delle Tre Fontane di Roma. Dopo l’anno Mille, e nei Secoli successivi, seguendo le vicissitudine storiche di quel lungo periodo, fatto di lotte tra Aldobrandeschi, Senesi, Orsini, Spagnoli, il Borgo fu dotato di doppia cinta di Mura con camminamenti di ronda a livelli differenziati, sorse la Chiesa di San Nicola e Case affacciate sugli stretti e suggestivi Vicoli, nacque anche la Rocca Aldobrandesca, un’altissima Torre, che, anche oggi, domina tutto il circondario. Il fascino dell’atmosfera Medievale che si respira, fa di Capalbio una tappa obbligatoria. Non solo, anche il magnifico territorio che la circonda, fatto di colline, campagne e mare è ricco di poesia e storia, qui, tra l’altro, fu “Re della Maremma” l’ultimo dei grandi Briganti della zona, Domenico Tiburzi , detto “Domenichino”, nato a Cellere (VT) il 28 Maggio 1836, e ucciso dai Carabinieri del Capitano Michele Giacheri, proprio a Capalbio, il 24 Ottobre 1896. Un eroe, per la popolazione, che si era autonominato “Amministratore di Giustizia” contro le inique Leggi dei Savoia, in difesa dei più deboli. Oggi Capalbio è un Comune di circa 4.000 abitanti, con una splendida posizione geografica in mezzo alla natura incontaminata, e che tutela con cura il suo grande patrimonio storico-culturale, monumentale, ambientale e paesaggistico, a dimostrazione di ciò, i molti premi e riconoscimenti, nazionali ed internazionali, ricevuti.
Proprio percorrendo la Via Nuova, al numero civico 27, prima dell’ultima curva in salita, che porta all’ingresso principale del Borgo di Capalbio, c’è il Ristorante Tullio del grande Chef Tullio Sassi e della sua Famiglia.
Tullio è un simpatico ed interessante personaggio, nasce a Capalbio, nel 1946; è ancora piccolino quando viene istituito, nel 1951, l’Ente Maremma (Ente per la Colonizzazione della Maremma Tosco-Laziale), che inizia la suddivisione e la distribuzione delle terre, qualche anno dopo, tocca l’assegnazione anche alla sua Famiglia che si trasferisce in campagna, Tullio ha otto anni, questo tipo di vita non è la sua massima aspirazione, a tredici anni è già dell’idea che è necessario un cambiamento. L’occasione capita un giorno ad Orbetello (GR), mentre è con la mamma a fare delle spese, incontrano un parente, Aldo Scotto, bravo e creativo Chef, che aveva lavorato per anni sulle grandi navi della Costa Crociere, prima compagnia di navigazione Italiana, era appena sbarcato e aveva incominciato a lavorare al Ristorante La Pace a Porto Santo Stefano (GR). Tullio appena lo conosce gli chiede subito di poter andare a lavorare con lui, comincia così la sua gavetta, ma le pulizie e i lavori base non dureranno molto, è un ragazzo sveglio e impara presto, a diciassette anni lavora già in sala. Nel 1967 parte per il servizio militare, per tre mesi lo spediscono a Taranto, poi di stanza a Padova, con le sue attitudini lo mettono a dirigere la sala della Mensa Ufficiali in Aeroporto, era usanza che il fine settimana gli ufficiali andassero a casa e anche i Cuochi civili facessero festa. Proprio un fine settimana arrivò, all’improvviso, un alto ufficiale e la mensa fu aperta per lui e il suo seguito, in mancanza di Cuochi, a Tullio fu ordinato di andare in cucina, fu un successo, e lui si appassionò a questo nuovo ruolo. Finito il servizio di leva ritorna al Ristorante La Pace e successivamente lavora nella cucina del nuovo Ristorante, dello stesso proprietario, Il Moresco, poi crescerà di esperienza in esperienza in importanti Locali di Capalbio, Porto Santo Stefano e Scansano. Proprio in questa ultima Località, nel 1989, sarà l’artefice della ascesa del magnifico Hotel Resort 4 Stelle “Antico Casale di Scansano”, trentuno bellissime camere con annesso Ristorante, Centro Benessere e Scuola di Equitazione. In quegli anni girerà il mondo per promuovere anche gli straordinari prodotti del territorio, tra il 1994 e il 1997 assumerà in prima persona la gestione del Ristorante del Casale. Eccoci arrivati, appunto, al 1997, anno in cui torna a Capalbio ed apre il suo attuale Ristorante battezzandolo con il suo nome: Tullio.
In pochissimo tempo, grazie alla sua grande maestria ai fornelli, diventa un Locale Cult della cucina tradizionale e meta di personaggi famosi della politica e dello spettacolo. Tutta la famiglia è coinvolta, la moglie Annamaria e il figlio Gaspare, classe 1971, poi arriverà anche l’altro figlio, Gianmaria, classe 1981 (vedi foto in alto, con me, Tullio e il figlio Gaspare).
Il Ristorante Tullio ha una bella sala rettangolare dalle pareti in pietra, il pavimento in cotto e il soffitto con travi di legno, una decina di comodi tavoli con in fondo il massiccio bancone, poi c’è la bella terrazza panoramica, che in caso di intemperie si trasforma in veranda. L’arredamento è rustico ma ben messo, tutto è perfettamente ordinato, un Locale decisamente accogliente. La Carta dei Vini, fatta da Gaspare, è attenta e selezionata, sia per la qualità che per i prezzi, c’è “Tutta la Toscana”, sia Bianchi che Rossi, con un occhio particolare al territorio (Morellino e dintorni), non manca il Vino della Casa, fornito da una Cantina locale, gli Spumanti, gli Champagne e i Vini da Dessert. Le birre artigianali della Val D’Orcia sono del Birrificio L’Olmaia, Loc. S. Albino, Montepulciano (SI). Ma Gaspare è anche il degno successore di suo padre in cucina, quando Tullio per qualche motivo manca è lui a portare avanti la tradizione di famiglia.
Il Menù è nettamente orientato su una scelta di Terra.
Eccoci giunti alla degustazione, accompagnata dal Rosso della Casa:
- Frittelle di baccalà con purè di ceci;
- Carpaccio di Chianina affumicata con aceto balsamico;
- Zuppa di Tullio;
- Costolette di agnello allo scottadito con carciofi fritti;
- Ciambellone di mele, caldo, con crema di vaniglia;
- Zuppa Inglese.
Tutto ben presentato ed estremamente buono, la Zuppa di Tullio e il Ciambellone addirittura sublimi. Il servizio è puntuale e veloce, anche se il Locale è pieno. La sensazione piacevole che si prova è quella di trovarsi ospiti a casa di un amico.
Dal mese di Marzo 2010, per agevolare la clientela e far conoscere la cucina di Tullio a tutti, hanno aperto, accanto al Ristorante, l’Osteria al Vecchio Comune, dove la Cucina Tipica Maremmana viene servita, in un piccolo ma accogliente locale, con semplicità e a prezzi ridotti, per un pranzo o una cena veloce, rispettando i sapori e la qualità (vedi ultime due foto sotto). Il figlio più piccolo, Gianmaria, porta avanti questa nuova, simpatica, iniziativa.
La filosofia di Tullio è semplice ma efficace, usare prodotti naturali di primissima qualità e possibilmente del territorio, fare tutto ciò che è possibile da se in cucina, mettere appunto le ricette della tradizione per ottenere i profumi e i sapori più esaltanti.
La soddisfazione più grande di Tullio e della sua Famiglia è raggiunta quando i clienti, accomiatandosi, gli dicono di aver mangiato benissimo .……. proprio come ho fatto io.
Ristorante Tullio
Via Nuova, 27
Capalbio (Grosseto)
Tel. 0564 896196
Aperto sempre
Giorno di riposo Mercoledì
Ferie da metà Gennaio a metà Febbraio.













martedì 1 giugno 2010

RISTORANTE LORENZO A FORTE DEI MARMI (LU): LA VIDEO INTERVISTA AL MITICO LORENZO VIANI.

Tornare al Ristorante Lorenzo di Forte dei Marmi in Provincia di Lucca è sempre un grande piacere. Il fascino e la bellezza del Locale, la straordinaria Cucina, la particolare accoglienza, ma soprattutto l’inconfutabile soddisfazione di rincontrare quel grande Maestro ed eccezionale Professionista del suo Patron, il mitico Lorenzo Viani. L’amico Lorenzo è stato cosi gentile, di trovare il tempo, tra i suoi molteplici impegni, di concedermi una intervista esclusiva, prima dell’inizio della nuova stagione estiva 2010. Credo che sia, per tutti, un piacere, ascoltare alcune “chicche”, raccontate, in video, da Lorenzo in persona; una occasione rara che non vi dovete assolutamente perdere.
Per poter vedere l'intervista in Video su "La Tavolozza del Gusto in Video" cliccate sul Link qui sotto:

http://vimeo.com/12804614


Ristorante Lorenzo
Via Carducci, 61
Forte dei Marmi (Lucca)
Tel. 0584 89671
http://www.ristorantelorenzo.com/