martedì 29 gennaio 2019

LE NUOVE STELLE DELLA “GUÌA MICHELIN ESPAÑA – PORTUGAL 2019”.



Mercoledì 21 Novembre 2018 a Lisbona, bella e affascinante Capitale del Portogallo, è stata presentata la “Guía Michelin España – Portugal 2019”.

Prima però desidero raccontarvi un’interessante Storia che nasce in Francia.

La Francia Metropolitana, quella Europea, (la Nazione Francese possiede anche vari Territori disseminati su più Oceani e altri Continenti) è un grande Paese che si estende su 543.965 Km. quadrati.
Una così vasta distesa, ricca di una grandissima varietà di paesaggi, ha creato sempre, attraverso i Secoli, ovvi problemi di mobilità.
Uno dei primi progetti di un mezzo a quattro ruote che si muoveva autonomamente (solo per alcuni minuti), con un motore a vapore, senza l’apporto della forza animale, è nato proprio in Francia nel 1769: il Carro di Cugnot.

Dopo circa cento anni di studi e di tentativi, sempre più funzionali, in diverse parti del Mondo si arrivò a progettare quelle che si possono definire “automobili”.
Nel 1883 furono fondate le prime fabbriche di auto: in Francia, la “De Dion-Bouton” (1883 - 1932), nella Regione dell’ Île de France, nel Comune di Puteaux e in Germania, nella città di Mannheim, la “Benz & Cie” (1883 - 1926).

Questo primo inizio della circolazione della auto fece nascere una serie di necessità nuove per quei tempi, come, per esempio, l’approvvigionamento delle gomme per le ruote.
Alcuni dati: nel 1890 le auto Francesi in circolazione (ufficialmente) erano poche centinaia, nel Gennaio del 1900 erano già 1.672, salite a 53.000 nel 1910 e 330.000 nel 1920
Oggi sono circa 40 milioni.

Nella Francia Centro-Meridionale, più precisamente nella Regione dell’Alvernia, Dipartimento Puy-de-Dome, si trova la Città di Clermont-Ferrand.
La Metropoli nasce dall’unione di due preesistenti centri abitati, “Clermont” antica Città Episcopale e “MontferrandCapoluogo di Contea.
A Clermont-Ferrand sono nati i due fratelli Michelin, André (1853-1931) ed Edouard (1859-1940).

Questi signori Michelin, ingegneri e inventori, il 28 Maggio 1889, fondarono “ufficialmente” la  “Michelin et Cie”, trasformatasi poi in “Manufacture Francaise des Pneumatiques Michelin”.
La Fabbrica sorse su un terreno di 12 ettari, sempre nei pressi di Clermont-Ferrand, ex proprietà dell’Ordine Religioso dei Carmelitani, e vennero assunte 52 persone
Oggi l’Azienda è un colosso industriale, numero uno a livello mondiale, con 70 stabilimenti, in 17  Nazioni, che danno lavoro a 114.000 persone.

Le loro prime rivoluzionarie invenzioni furono il pneumatico smontabile per le biciclette (1891) e quello, anch’esso smontabile, per le automobili (1894).
Tra i fatti più curiosi si narra che Edouard Michelin, guardando una pila di pneumatici che formavano, ricoperti di neve, un buffo pupazzo, ebbe l’idea di creare un marchio per la loro Azienda e la loro pubblicità. 
L’incarico del disegno venne dato a “O’Galop”, pseudonimo del pittore e disegnatore umorista Francese Marius Rossillon (1867-1946).
Nacque così, nel 1898, il simpatico marchio dell’ “Omino Michelinfatto di camere d’aria, che venne battezzato con il nome di “Bibendum”.
E’ uno dei più antichi marchi registrati, ed è stato premiato, in anni recenti, come “Miglior Logo della Storia”.

Il nome “Bibendum” deriva dal motto in Latino, usato in un primo (1898) manifesto pubblicitario della Michelin, in cui alla frase tratta dalle Odi di Orazio, “nunc est bibendum = ora si deve bere” (un’esortazione a brindare tra amici) seguiva la traduzione in Franceseà votre santé = alla vostra salute”, per poi finire con il messaggio vero e proprio “le Pneu Michelin Boit L’Obstacle = il Pneumatico Michelin Beve l’Ostacolo”.

Molti anni dopo, è stata fatta anche una versione del famoso “Bibendum” con il “Toque Blanche”, il cappello bianco alto da Chef.
Il particolare copricapo bianco da cuoco, alto e con le pieghe in cima, fu adottato nel 1821 da Marie Antoine (Antonin) Carême, un precursore dell’Alta Cucina Francese, Chef e Scrittore Parigino, vissuto tra il 1784 e il 1833, il primo a fregiarsi con il titolo di “Chef” e definito “il Re dei Cuochi- il Cuoco dei Re”.

Attraverso gli anni sono stati moltissimi i Manifesti pubblicitari della “Michelin”, tutti molto belli e di grande effetto.

I Fratelli Michelin non erano soltanto ingegneri e inventori, ma anche degli imprenditori innovativi e di successo. 
Pensarono che le persone se hanno una meta, per giunta invitante, viaggiano di più con le loro auto e pertanto consumano di più i pneumatici. 
Da tale geniale e indovinato pensiero filosofico/commerciale nacque l’idea di fare una “Guidaannuale dei Ristoranti e degli Alberghi più interessanti di Francia
La Guida doveva contenere anche tante indicazioni pratiche come l’ubicazione dei rari distributori di carburanti e le cartine stradali.

Nel 1900, in occasione della “Exposition Universelle” di Parigi, venne pubblicata la prima “Guida Rossa Michelin”, l’iniziativa aveva un intento anche promozionale, infatti la Guida veniva regalata con l’acquisto dei pneumatici.
Per diversi anni la “Guida Rossa Michelin” ha continuato a essere un promozionale, poi, nel 1920, si trasformò in una pubblicazione in vendita.
Il passaggio non fu indolore e moltissime copie rimasero invendute.

Ma i Michelin con lo spirito imprenditoriale che avevano non si persero certo d’animo. 
Decisero di regalare tutte le copie rimaste alle Scuole di Francia che le dettero in premio agli studenti meritevoli. 
Dall’anno successivo la “Guida Rossa Michelin” iniziò a essere venduta con sempre più successo.

Nell’Edizione del 1926 apparvero le ”étoiles de bonne table” (stelle della buona tavola). 
In verità il simbolo sembra più un “fiore a sei petali”, ma stella era stata definita e stella è rimasta.
Nello stesso anno, il 1926, sempre con lo scopo di far viaggiare di più le persone con le automobili, venne pubblicata anche la Prima Edizione della “Guide Régional Michelin”, antenata della attuale “Guida Verde Michelin”, una vera e propria guida turistica dei luoghi più interessanti da visitare.

Nel 1929 un’altra importante innovazione: alla “Guida Rossa Michelin” venne aggiunto un questionario su cui i clienti potevano esprimere il loro grado di soddisfazione sui Locali visitati.
Dal 1931 entrò in uso il sistema di premiazione della qualità dei Ristoranti con “una, due o tre stelle”.

La “Prima” indica un Locale con “Un’ottima Cucina nella sua Categoria”, la “Seconda” una “Cucina Eccellente, questa tavola merita una deviazione”, la “Terza” si riferisce a “Una delle migliori Cucine, questa tavola vale il viaggio - vi si mangia sempre molto bene, a volte meravigliosamente”.

Nel 1997 nella “Guida Rossa Michelin” è stato introdotto un altro importante simbolo per valutare quei Ristoranti che offrono un Menu di ottima qualità a prezzi ragionevoli, il “Bib Gourmand” (il viso del “Bibendum” che si lecca le labbra soddisfatto).
Per i “Bib Hotel” il volto del “Bibendum” dorme comodamente appoggiato su di un cuscino.
Nella Guida Michelin ci sono anche moltissimi altri simboli (attraverso gli anni sono diventati più numerosi e sempre più dettagliati) che indicano nel particolare le varie categorie, le installazioni e i servizi offerti da ogni specifico Ristorante o Albergo.

Negli anni la “Guida Rossa Michelin” ha ampliato la sua copertura e ha raggiunto il numero di 8 diverse Edizioni che coprono 11 principali Paesi Europei, poi ci sono le Edizioni specifiche relative alle grandi Capitali o Città, Europee e non.

La “Guía Michelin España – Portugal” è uscita per la prima volta nel 1910
Era un’Edizione dove si citavano 61 Hotel e 159 Località tra Spagna e Portogallo (c’erano inserite anche alcune Località Francesi), il tutto era rilegato con una Copertina di colore giallastro
La Guida fu pubblicata sempre fino al 1938, periodo in cui la Spagna era nel pieno della tragica Guerra Civile (1936 – 1939). 
Poi, dopo una lunga interruzione, solo nel 1952 la Guida riprese a essere pubblicata
Nel 1958 assunse anche l’aspetto definitivo con la sua Copertina di colore rosso.

Ma torniamo alla presentazione della “Guía Michelin España – Portugal 2019” che, come già accennato è avvenuta Mercoledì 21 Novembre 2018 a Lisbona
L’Evento si è svolto in un contesto estremamente affascinante, un Edificio, ubicato al Centro della Città, costruito nel 1921 poi demolito e ricostruito tra il 1929 e il 1931, spostandolo dalla posizione originaria: il “Pavilhão Carlos Lopes”.

La “Guía Michelin España – Portugal 2019”, per quanto riguarda la Spagna, ha 11 Ristoranti conTre Stelle”, 25 con “Due Stelle” e ben 170 con “Una Stella”.

LeNuove Stelle 2019inserite in questa Edizione sono le seguenti:

- TRE STELLE: “Dani García” (Marbella);

- DUE STELLE: “Cocina Hermanos Torres” (Barcelona), “El Molino de Urdániz” (Navarra), “Ricard Camarena” (Valencia);

- UNA STELLA: “La Barra de Carles Abellán” (Barcelona), “Oria” (Barcelona), “Eneko Bilbao” (Bilbao), “Atelier Etxanobe” (Bilbao), “Beat” (Calpe - Alicante), “Orobianco” (Calpe - Alicante), “Trivio” (Cuenca), “eMe Be Garrote” (Donostia Gipuzkoa), “Bagá” (Jaén), “LÚ Cocina y Alma” (Jerez de la Frontera), “Pablo” (León), “Ikaro” (Logroño), “Clos Madrid” (Madrid), “Corral de la Morería Gastronómico” (Madrid) “El Invernadero” (Madrid), “La Tasquería” (Madrid), “Yugo ” (Madrid), “El Xato” (La Nucía), “A Tafona do Peregrino” (Santiago de Compostela), “El Molino de Alcuneza” (Sigüenza - Guadalajara), “Terra” (S’Agaró), “Cancook” (Zaragoza).

Molti sono gli amici Spagnoli che hanno confermato o preso nuove “Stelle”, in particolare sono molto felice per le “Due Stelle” assegnate al nuovo e super accogliente RestauranteCocina Hermanos Torres” dei Gemelli Torres, Javier e Sergio.

Il Portogallo invece anche in questa Edizione non ha nessun Ristorante conTRE STELLE”, nella categoria “DUE STELLE” il RistoranteAlma” di Lisbona è la novità che si aggiunge ai 5 Locali già esistenti
Mentre i Ristoranti con “UNA STELLA” salgono a 20 con le tre nuove assegnazioni: “G Pousada” (Bragança), “Midori” (Sintra), “A Cozinha” (Guimarães).

La “Guida Rossa Michelin” non è soltanto una Guida con una lunga, straordinaria, affascinante e curiosa storia alle spalle, ma è uno strumento fondamentale per chi voglia orientarsi tra Alberghi e Ristoranti di pregio in moltissime parti del Mondo, comprese Spagna e Portogallo





"Nunc Est Bibendum" il Manifesto

Edizione España/Portugal 1910 (Foto I-Neumaticos)

Le "Stelle" della Guida Rossa Michelin

I Gemelli Torres, Javier e Sergio, con Giorgio Dracopulos

La Guía Michelin España – Portugal 2019

martedì 22 gennaio 2019

“BANCHI DI GUSTO 2019 – NONA EDIZIONE ”: DUE GIORNI DEDICATI AL “PROFUMO DI PANE” E A TANTE ALTRE ECCELLENZE ENOGASTRONOMICHE.




Torna alla grande, anche in questo inizio anno, la bella e seguita ManifestazioneBanchi di Gusto”.

Nella magnifica e storico/monumentale Citta Toscana di Pisa si è svolta Sabato 12 e Domenica 13 Gennaio 2019 la Nona Edizione diBanchi di Gusto” organizzata dal “Consorzio Toscana Sapori”.

Tra i molti e straordinari antichi monumenti annoverati nella Città di Pisa ci sono le “Logge di Banchi”.
L’antichissimo Loggiato, edificato tra il 1603 e il 1605 su progetto del famosissimo Architetto Fiorentino Bernardo Timante Buonacorsi (detto Bernardo Buontalenti, vissuto tra il 1531 e il 1608), è ubicato proprio innanzi al Ponte di Mezzo, dove inizia la parte sud del Centro Cittadino
Una bellissima struttura sorretta da 12 grandi e altissimi pilastri che nel 1814 fu sopraelevata e il piano superiore collegato, tramite un cavalcavia, al vicino Palazzo Gambacorti, sede del Comune.

Le “Logge di Banchi” inizialmente denominate “Loggia della Mercanzia” furono costruite per ospitare, proteggendoli dalle intemperie, i banchi che proponevano lana e seta, oltre a quelli di cambio e, successivamente, anche quelli delle granaglie. 
Le Logge erano il punto di raduno di “tucti merchatanti e huomini dabene” come si diceva al tempo.
Attraverso i secoli le “Logge di Banchi”, hanno ospitato mercati ed eventi di ogni genere.

Proprio sotto le Logge si è svolta la bella ManifestazioneBanchi di Gusto 2019 – Nona Edizione”.
L’Evento è stato pensato, organizzato e realizzato, come detto, dal “Consorzio Toscana Sapori” per comunicare, e far meglio conoscere al pubblico, le “eccellenze enogastronomiche” del Territorio.

Patrocinatori ufficiali oltre al Comune di Pisa, la Camera di Commercio di Pisa con il MarchioTerre di Pisa”, la C.N.A. Pisana e “Bottegheria”.

Il “Consorzio Toscana Sapori - Italian Food & Wine” (aderente alla C.N.A. Pisa, “Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa”), tende a valorizzare il Territorio e a  difendere le peculiarità delle Aziende iscritte, sottolineandone la loro estrazione Pisana e Toscana. Fare rete per dare maggiore forza e visibilità agli Associati anche se piccoli.

Il Consorzio è guidato con molta passione dal Presidente Edo Volpi e dalla super attiva Direttrice Sabrina Perondi, oltreché dal grande amico Antonio Schena.

Sabato 12 Gennaio, la mattina, si è aperta la Manifestazione e sono iniziati gli Eventi previsti.

Nella due giorni hanno esposto e messo in vendita i loro ottimi prodotti: 

Molti dei prodotti delle Aziende sopracitate sono in vendita anche online sul Sito specializzato Bottegheria”, un vero e proprio mercato in Internet, che collabora con il ConsorzioToscana Sapori”.

A partire dalle ore 16:00 di Sabato si sono svolti 5 Spettacoli di Cucina (show-cooking), due il Sabato e tre la Domenica, dove il Pubblico ha potuto degustare quanto veniva preparato.  

Sabato ore 16:00 un’appassionata Chef, Barbara Simoncini della “Locanda lo Scopiccio” di Perignano (PI), che gestisce insieme al Marito Fabrizio Becherini, ha preparato dei particolari, ma anche molto buoni, “Ravioli di pane” (dei ravioli di pasta di pane ripieni di carciofi e serviti con spuma di cacio e pepe).

Sabato ore 18:00, l’Istruttore Piazzaiolo Luca D’Auria, Maestro nell’Arte della Pizza e titolare, con i Fratelli, di due Pizzerie a Pisa (PanuozzoMania e Pomodoro e Mozzarella), ha fatto una vera e super interessante lezione intitolata “Tutto sulla Pizza fatta in Casa”.

Domenica ore 10:30, il Maestro Panificatore Stefano Bernardeschi ha dettagliatamente e sapientemente raccontato e spiegato tutto sulle farine e sulle diverse tecniche di panificazione.

Domenica ore 16:00, il bravissimo e vulcanico Chef Pietro Isidoro Vattiata del RistoranteDiavolidi Pisa, ha preparato il “Piccionissimo” (Piccione con riduzione di Vin Santo, pomodori canditi e fegatini).

Domenica ore 18:00, il grande Chef Daniele Fagiolini, titolare del RistoranteAntico Ristoro le Colombaie” di San Miniato Basso (PI), fondatore, nel 2013, insieme al bravo e noto Giornalista Livornese Claudio Mollo, del prestigioso Circuito di Cultura EnogastronomicaIo Cucino il Territorio”, ha preparato il “Mallegato sfumato con il Vin Santo su polenta di  Formenton Otto File”.

Tutti gli Chef hanno usato per le loro preparazioni i prodotti delle Aziende presenti alla Manifestazione

Agli Show-cooking ha partecipato, come ospite, il mitico Chef/scrittore Paolo Ciolli che ha raccontato del suo ultimo LibroPisa da gustare”. 

Tutti gli Show-cooking sono stati presentati e condotti dal sottoscritto, Giorgio Dracopulos Critico Enogastronomico Internazionale e Scrittore.

La Nona Edizione di “Banchi di Gusto”, per l’occasione ribattezzata anche “Profumo di Pane”, svoltasi a Pisa Sabato 12 e Domenica 13 Gennaio 2019, è stata una due giorni di grande successo, che ha trovato conferma nel grande afflusso di visitatori interessati e partecipi. 

Un fine settimana ricco di Gusto e di Eventi dedicati alle pregiate “Eccellenze Enogastronomiche Pisane” e non solo.




La Locandina della Manifestazione

Barbara Simoncini, G. Dracopulos e Paolo Ciolli

La Chef Barbara Simoncini e Giorgio Dracopulos

Chef Barbara Simoncini: I Ravioli

Show-cooking sulla Pizza

Il Maestro Pizzaiolo Luca D'Auria e G. Dracopulos

Istruttore Pizzaiolo Luca D'Auria: La Pizza

Il Maestro Stefano Bernardeschi (Foto Toscana Sapori)

Sabrina Perondi, Dracopulos e lo Chef Pietro Vattiata

Chef Pietro Isidoro Vattiata: "Piccionissimo"

Giorgio Dracopulos e lo Chef Daniele Fagiolini

Il Mallegato

Chef Daniele Fagiolini: Il Piatto

Intervista per la Televisione

Una Vista: Espositori e Pubblico

giovedì 17 gennaio 2019

LE MOLECHE, I GRANCHI MORBIDI DELLA LAGUNA VENETA, FRITTE SONO UN’INCREDIBILE DELIZIA PER IL PALATO.




L’Essere Umano ha un “apparato digerente” in grado di assimilare sia cibi vegetali sia animali e pertanto viene scientificamente definito come “onnivoro”.

Tra le tante cose commestibili che mangiamo spesso incontriamo degli alimenti che hanno specifiche particolarità che li rendono, dal punto di vista gustativo, delle vere e proprie prelibatezze.
Una di queste meraviglie per il nostro palato è un particolare Granchio denominatoMoleca”. 

Per essere più precisi il nome scientifico di questa specifica tipologia di Granchi è “Carcinus Aestuarii” ( o Granchi Verdi Carcini) ma sono comunemente conosciuti come “Masanete”; 
nel periodo della muta prendono il nome diMoleche”. 
Si scrive “Moleche” ma si pronuncia “Mo’eke”.   

Prima di tutto, voglio fare una breve descrizione dei Granchi in genere

I “Granchi” sono organismi animali che appartengono al Mondo Acquatico e sono Crostacei dell’Ordine deiDecapodi dalle forme tozze” (esistono infatti anche Decapodi dalle forme allungate: i Gamberi), cosi definiti perché hanno 10 zampe.

I Granchi sono animali anfibi, infatti, grazie a un sistema che permette di sigillare le branchie, possono vivere sia in acqua sia all’aria aperta. 
I Granchi sono rivestiti (corpo e arti) da una robusta corazza denominatacarapace”, inoltre possiedono due chele frontali, a uso caccia e difesa, e 4 zampe per lato che servono per muoversi e nuotare.
I Granchi possono vivere in acqua salata e in acqua dolce
in Italia esiste una sola specie di acqua dolce che viene denominata “Granchio di Fiume”.

I Granchi non sono tutti commestibili
senza addentrarsi in una divisione troppo scientifica, possiamo dire che nei Mari Italiani (quello dei Fiumi lo abbiamo già citato) si trovano le seguenti tipologie adatte all’alimentazione: 
il “Granchio di Rena”, il “Granchio Facchino”, il “Granciporro” e la “Granseola”.  

Il “Granciporro” può raggiungere e superare i 30 cm. di diametro e la “Granseola” può arrivare a più di 2 Kg. di peso.

I Granchi sono prodotti rientranti nel “regime della pesca”, quelli più piccoli vengono presi a mano, i più grandi con apposite “nasse” (attrezzo, spesso di giunco intrecciato, che può avere varie forme).

Bisogna stare molto attenti per la conservazione dei Granchi perché sono un alimento altamente deperibile. 
Anche se tenuti in frigorifero la veloce degradazione enzimatica degli aminoacidi liberi e delle proteine muscolari li rende immangiabili a causa dello sprigionarsi del forte odore di ammoniaca. 
Gli unici sistemi per poter conservare i Granchi acquistati freschissimi (vivi) sono la cottura o il congelamento.

Tutti i Granchi sono molto buoni in tutte le possibili diverse ricette culinarie con cui si possono preparare, ma per me le “Molechesono decisamente le più prelibate.

Le  “Moleche”, dette anche “Granchi Nudi”, sono i Granchi Maschi della Laguna Veneta che in due periodi dell’anno (Ottobre – Novembre e Marzo – Aprile) vanno in muta, cambiano la corazza, il carapace
Le Femmine invece entrano in muta una solo volta tra Maggio e Luglio nel periodo dell’accoppiamento.

La muta avviene in pochissimo tempo, alcune ore, e l’arte dei “Moecanti” (Pescatori di Moleche) sta tutta nel riuscire a prenderli poco prima di questa mutazione.

Pescare le “Moleche” è una vera Arte che si tramanda di generazione in generazione.
Nella parte più a nord della Laguna di Venezia vengono costruiti dei filari formati da pali e reti denominati “Serraglie”, tali strutture fanno da sostegno a particolari trappole a forma d’imbuto   chiamate “Cogoli”.  
I Granchi pescati vengono poi ripetutamene controllati per poter selezionare quelli che entrano in muta.

Oggi, grazie alle richieste del Mercato, è stata incentivata questa particolare produzione di Granchi che si riescono a trovare quasi tutto l’anno.

Le “Moleche”, dal punto di vista nutrizionale, hanno un basso contenuto di “Trigliceridi” (Grassi) e sono ricche di “Omega-3” e “Omega-6” (benefici Acidi Grassi Polinsaturi), ma hanno un consistente tasso di “Colesterolo” (molecola organica appartenente alla Classe dei Lipidi).

Le “Molechesi possono cucinare in vari modi, lesse, arrosto, fritte, è però fondamentale che i Granchi, prima di ogni cosa, vadano leggermente incisi sul dorso per far fuoriuscire l’acqua da loro contenuta.

In assoluto, per me, la maniera più gustosa per preparare le “Moleche” è quella di impanarle nell’uovo sbattuto e poi friggerle.

Il Britannico Douglas Noël Adams (1952 – 2001) noto Scrittore di Fantascienza oltreché Sceneggiatore e Umorista una volta disse: 
E’ sbagliato pensare di risolvere grossi problemi con il solo ausilio della patate fritte”.

Io vorrei aggiungere però che le “Moleche Fritte” sono un’incredibile delizia che anche se per un solo momento, mentre le degustate, vi faranno dimenticare qualsiasi tipo di problema, piccolo o grande che sia.




"Moleche" (Foto Santino il Pescatore)

"Moleche" Granchi Morbidi

"Moleche" Fritte dello Chef Gioacchino Pontrelli

mercoledì 9 gennaio 2019

OSTERIA CON CUCINA IL “VIGNACCIO”, A SANTA LUCIA (LU), UN VERO E PROPRIO MITO DELLA RISTORAZIONE VERSILIESE E NON SOLO.




In Epoca Romana era già conosciuta una particolare Zona Geografica, ubicata nell’alta Toscana,  denominata “Fosse Papiriane”, che comprendeva una vastissima Area Costiera, dal Lago di Massaciuccoli all’attuale Territorio di Marina di Massa
Al tempo una grande malsana Palude dove era molto difficile vivere.

Attraverso i Secoli e soprattutto dopo il 1700, quando la Famiglia de’ Medici, Antica Nobiltà Fiorentina, decise di deviare il corso del Fiume Versilia, facendolo sfociare in Località Cinquale nel Comune di Montignoso, la Zona iniziò a prendere vita come destinazione turistico-balneare.
Successive bonifiche, terminate praticamente negli anni Venti sotto il Governo Mussolini, e il boom economico degli anni Sessanta, svilupparono quest’area come una delle più rinomate d’Europa per le qualità delle sue spiagge super attrezzate, l’accoglienza e la lussuosa vita mondana.

Le Versilia in realtà corrisponde al bacino idrografico dell’omonimo Fiume, comprendendo pertanto soltanto i Comuni Litoranei e non, della Provincia di Lucca, quali Forte dei Marmi, Pietrasanta, Stazzema e Seravezza, ma oggi è d’uso comune comprendere sotto la sua denominazione anche il Comune di Camaiore e quello di Viareggio.

Tra i molti Locali della Versilia dediti alla Ristorazione alcuni, più di altri, hanno fatto Storia, uno di questi è l’Osteria con Cucina il “Vignaccio” ubicata in un Borgo, su di un fascinoso e panoramico picco a 253 metri s.l.m., denominato Santa Lucia, una Frazione del Comune di Camaiore.

Santa Lucia è un piccolissimo e antico Borgo Medievale, una volta denominato “Vegghiatoia”; il nome deriva dalla posizione decisamente dominante da dove si poteva sorvegliare un vastissimo territorio sottostante che comprendeva anche la totale vista del mare. 
Infatti il Borgo nacque nei primi decenni del 1200 intorno a un Castello, per uso difensivo, purtroppo andato completamente distrutto. 

Venne edificata, in quegli anni, anche la piccola Chiesa di “Santa Lucia” per accogliere il simulacro della Santa
Oggi di quell’antica costruzione resta soltanto l’abside parzialmente inglobato nel Campanile della Chiesa restaurata, nella sua quasi totalità, nel 1825.

L’attuale Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia in Vegghiatoia ha la facciata, completamente intonacata, che si compone di un frontone triangolare sorretto da due paraste laterali (pilastri inglobati in una parete da cui sporgono solo leggermente) con al centro il portale d’ingresso incorniciato da modanature in malta. 
L’edificio, con l’asse maggiore orientato a sud-est, si articola in un’aula unica suddivisa in tre campate da pilastri addossati alle pareti che vengono meglio definiti un apparato architettonico a stucco.

Per anni la Frazione ha fatto parte della Vicaria (circoscrizione Territoriale su cui aveva giurisdizione un Vicario, il rappresentante dell’autorità Imperiale) di Pietrasanta ma, dal XVI Secolo, venne inserita nella Vicaria di Camaiore.

Il Borgo di Santa Lucia si raggiunge con facilità grazie a una comoda strada che sale rapidamente.

L’Osteria con Cucina il “Vignaccio” si trova proprio a pochi passi dalla Chiesa Parrocchiale di Santa Lucia e ha una storia molto interessante che tra lontani ricordi e vari racconti a più voci provo a raccontarvi.

Riccardo Santini, uno degli attori più importanti del nostro racconto, è nato a Capezzano Pianore, Frazione del Comune di Camaiore in Provincia di Lucca, il Giorno 1 del Mese di Settembre del 1957. Parafrasando un nota Locuzione Latina che dice “nomina sunt omina” (i nomi sono un presagio) potrei dire “in numeri sunt omina” (i numeri sono un presagio) infatti nella data di nascita c’era già una particolarità: 
sta tutta nel “millesimo1957 = 1-9-57.

Fin da piccolo amava la cucina, anche quella un po’ diversa della sua Mamma che era originaria di Aulla in Provincia di Massa Carrara
Il suo Babbo Marcello disegnava abiti alla moda e aveva delle sarte che realizzavano i suoi bozzetti, era molto bravo e conosciuto. 
In quegli anni 60 e 70 aveva fatto gli abiti anche per personaggi molto famosi anche del mondo dello spettacolo e tra tanti potrei citare il mitico Adriano Celentano.
Una delle sartine del Babbo abitava proprio a Santa Lucia e Marcello per molti anni era andato per lavoro spessissimo nell’antico Borgo portando quasi sempre con se il Figlio Riccardo
Il bimbo, poi ragazzo, in fin dei conti, c’era praticamente cresciuto a Santa Lucia.

Dopo le scuole dell’obbligo Riccardo Santini ha fatto il Liceo Scientifico, e nei mesi delle vacanza estive andava a lavorare in un noto Locale del tempo il Ristorante e Discoteca, ubicato a Ponte di Sasso, del grande Fernando Becagli suo primo Maestro e poi Mentore per tutto il resto della vita.

Qui la nostra attuale storia s’interseca con un’altra che è fondamentale per il prosieguo.

Nardino Becagli e la moglie Giulia, erano stati da sempre nel settore della Ristorazione
Negli anni Venti, avevano gestito, a Viareggio (Lu), il Bar del Bagno Balena e la TrattoriaLa Tromba d’Aria” in Darsena
Nel 1931 presero la gestione del Bar/Trattoria alla fermata “Ponte di Sasso” del vecchio trenino che collegava Camaiore a Viareggio
La Località dove si trovava la fermata, che serviva Capezzano, era al crocevia tra la strada Camaiore - Viareggio (quella che costeggia il Fiume Camaiore) e l’intersecazione, con relativo ponte, con Via Sarzanese.

Con il protrarsi della guerra, nel 1944, queste zone furono raggiunte dalla linea del fronte e per motivi strategici la struttura (bar - trattoria - fermata) fu evacuata e distrutta dai Tedeschi
Nel dopo guerra la Famiglia Becagli Garfagnini (la Figlia dei Becagli, Fernanda, aveva sposato Alberto Garfagnini) riaprì, nel 1947, a Capezzano la Trattoria - BarDa Nardino”, attività che manterrà fino alla fine del 1965
Intanto, agli inizi degli anni sessanta venne ricostruito anche il Locale a Ponte di Sasso e venne dato in gestione.

Successivamente il Locale denominato proprio “Ponte di Sasso” fu ripreso dalla Famiglia Becagli Garfagnini  e, nel 1970, avvenne l’ampliamento dell’attività con l’apertura dell’annessa Discoteca Linus” inaugurata con alcuni dei big di allora: 
Bruno Lauzi e i Formula 3 (Alberto Radius, Tony Cicco, Gabriele Lorenzi). 
Linus sarà, in quegli anni, un trampolino di lancio per molti cantanti super famosi come Renato Zero.

Dal 1978 il Ristorante fu ripreso in mano dal giovane nipote dei Becagli, Marco Garfagnini, e suo Zio Fernando Becagli (classe 1935, nato a Capezzano, Fratello della mamma di Marco). 
In pochi anni il Locale ebbe un grandissimo successo e per “Ponte di Sasso” e i suoi titolari arrivarono un mare di riconoscimenti: 
nel 1982, per la Guida dell’Espresso, era uno dei 10 migliori Ristoranti d’Italia.

Ma torniamo a Riccardo Santini che grazie all’amicizia del suo Babbo con i Garfagnini è cresciuto con i Becagli nella loro “Trattoria Bar”. 
Riccardo Santini nel 1967, a solo 10 anni, è entrato anche a giocare nella Squadra di Calcio del Capezzano, dove è rimasto per ben 20 anni diventandone Capitano.

Passano gli anni e Riccardo ha continuato a lavorare nella Ristorazione, come faceva da studente. 
Il 6 Marzo del 1982 Riccardo sposa Emiliana Antonelli, dalla loro unione nasceranno i due Figli: Nancy e Stefano.
Nel 1985 Riccardo Santini a soli 28 anni è il Direttore di Sala di uno dei Ristoranti più premiati e famosi d’Italia: “Ponte di Sasso”.

Successivamente Riccardo venne a sapere che a Santa Lucia vendevano un Bar/alimentari, e amando da sempre la Località gli venne voglia di mettersi in proprio. 
Trovato un finanziatore, cosa buona e giusta, nel Maggio del 1987 ha aperto l’Osteria con Cucina il “Vignaccio”. 
Il nome del Locale fu idea dell’amico Fernando Becagli
Riccardo in Sala e la Moglie Emiliana in Cucinain pochissimo tempo esplose la “vignacciomania”.

La prima Sede delVignaccio” era ubicata proprio accanto alla Chiesa di Santa Lucia e vi rimase fino al 1994 quando Riccardo rilevò e ristrutturò una Casa abbandonata a pochi passi dalla Chiesa stessa aprendo il nuovoVignaccio”. 
Il Locale era ed è composto dalla grande Sala con bancone, completamente vetrata e super panoramica, su cui si affaccia anche la Cucina, poi ci sono altre tre accoglienti salette, una al piano rialzato e due al primo piano, una di queste ha anche un fascinoso caminetto.

L’idea vincente fu quella di fare un Locale atipico dove si servivano i piatti della tradizione ma anche le più preziose eccellenze gastronomiche. 
Per esempio si poteva scegliere la “trippa” o il delizioso “foie gras”. 
E poi una straordinaria, magnifica ed eccezionale scelta di Vinisi stappava la migliore produzione Mondiale

Riccardo Santini ha sempre detto: 
Ho fatto l’Università del Vino con gli insegnamenti di grandi personaggi e di grandissimi esperti come Beppe Pighini, in Arte Nebraska, e Giovanni Bonuccelli (della mitica Enoteca Nebraska ubicata nella Località di Nocchi, Comune di Camaiore) e Alberto Montalbano detto il Mancini”. 

Dopo una ventina d’anni di successi dal 2006/ 2009 il “Vignaccio” venne  trasferito al Cinquale nel Comune di Montignoso e prese il nuovo nome di “Vignaccio al Mare”.
Successivamente Riccardo Santini, chiusa quella lunga esperienza, si è dedicato ad aprire alcuni Locali come “L’Antonio” a Pietrasanta (LU) e il RistoranteVilla Garzoni” nel bellissimo e magico Giardino Garzoni il “Parco di Pinocchio” a Collodi (PT). 
Tra il 2011 e il 2017 Riccardo ed Emiliana hanno lavorato al RistoranteL’Arcano del Mare” a Lido di Camaiore (LU).

Nel 2018 Umberto Olivieri (classe 1975) e sua Moglie, Elisa Meconi, appassionati ristoratori originari di Viareggio, già gestori del Ristorante LocandaBernardone” a Nocchi di Camaiore, hanno contattato Riccardo per chiedergli, se nel caso, sarebbe tornato al “Vignaccio” a Santa Lucia. Riccardo ha risposto positivamente e loro hanno rilevato il “Vignaccio” che dal 2007 al 2018 è stato di Michele Bartoli (proprietario anche di un Bar a Pietrasanta).   

Eccoci arrivati alla grande riapertura del “Vignaccio” avvenuta il 24 maggio 2018
Riccardo Santini, che lo fondò più di 30 anni fa è il Direttore e sua Moglie la brava Emiliana Antonelli è tornata nella sua Cucina.

Una particolare e consolidata Tradizione Versiliese, che dal 1987 non è stata mai interrotta, porta il Marchio delVignaccio”: IlPranzo della Gallina”.

Il “Pranzo della Gallina”, è nato da un’idea del mitico Lorenzo Viani, del RistoranteLorenzo” di Forte dei Marmi (LU), ed Emiliana Lucchesi, notissima e brava Giornalista, che proprio a fine anno del 1987 andarono, per fare gli Auguri, a mangiare al “Vignaccio”. 
Da ciò presero spunto per suggerire a Riccardo
Perché non facciamo ogni anno il Pranzo della Gallina per farsi gli Auguri”.

Da allora in poi il “Pranzo” è diventato una ricorrenza annuale per scambiarsi gli Auguri tra gli addetti al settore ristorativo, e non, della Versilia
Da 15 anni anche un Artista, diverso ogni anno, dedica una sua specifica opera alPranzo della Gallina”.

Anche per questo fine 2018 ho partecipato al “Pranzo della Gallina”: 
un Evento molto particolare essendosi svolto nuovamente, dopo tanti anni, al “Vignaccio”.

In un Locale affollatissimo di notissimi Ristoratori, Amici e Giornalisti sono state servite ai tavoli, dopo l’Aperitivo, fatto nella Saletta con il Camino, a base di Formaggio Scoppolato di Pedona di Gabriele Ghirlanda accompagnato dalle Bollicine Metodo Classico della Tenuta Mariani di Ido Mariani, le portate ormai definibili con un solo termine “classiche”: 
Crostini di fegatini”, “Cotechino e patate mascè”, “ Tortellini ai tre brodi (vegetale, carne, gallina)”, “Bollito misto con salse, giardiniera e mostarde”, “Polpettone”, “Mandarini dell’Orto di Casa”.

Tutti i piatti sono stati accompagnati da un vero e proprio “fiume” di buon “Lambrusco dell’Emilia - Vecchio Moro” di Rinaldini
Come sempre il vulcanico Riccardo Santini ha allietato tutti con la sua straordinaria esuberanza.

Posso sicuramente dire che l’Osteria con Cucina il “Vignaccio” di Santa Lucia (LU) per la sua lunghissima e particolare storia è un vero e proprio mito della Ristorazione Versiliese e non solo.


Santa Lucia Frazione di Camaiore: Il Panorama

1971 Santini da Ragazzo con Garfagnini e Becagli 

1988 Riccardo Santini e Mitici Vini (Foto Santini)

Osteria con Cucina il "Vignaccio" l'Ingresso

La Vista dai Tavoli del Vignaccio (Foto Olivieri)

Una vista della Sala

"Pranzo della Gallina 2018" 

Riccardo Santini Mentre Serve i Tortellini

Tramonto al "Vignaccio" (Foto Umberto Olivieri)

Il "Vignaccio" Foto di Gruppo (Foto U. Olivieri)