venerdì 26 settembre 2025

“COZZE AL TRAMONTO”: UNA GUSTOSISSIMA E FACILE PREPARAZIONE DELLA CUCINA LIVORNESE.



Livorno, bella città portuale adagiata sulla suggestiva costa Toscana, ha alle spalle una lunga e ricca storia che inizia con i primi insediamenti umani (confermati da ritrovamenti archeologici) addirittura nella Preistoria.

Convenzionalmente si definisce “Preistoria” quel periodo che precede l’invenzione della scrittura, avvenuta in oriente tra i 3500 e i 3200 anni prima di Cristo.

Altri ritrovamenti successivi ci indicano che qui vissero anche Etruschi e Romani.

Già nel I Secolo a.C. Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), filosofo, scrittore, politico, avvocato e pregevole oratore Romano, in una lettera indirizzata a suo fratello, Quinto Tullio Cicerone, citava l’antica “Pisis” (Pisa) e una località vicina definita “Labrone”. Tutt’oggi “Labronico” è sinonimo di “Livornese”.

Il primo dato certo di un toponimo “Livorna” risale però al 1017 e si riferisce a un piccolo nucleo abitativo a pochi chilometri a sud della Foce del Fiume Arno.

Grazie all’interramento del vicino Porto Pisano, tra il XIII e XIV Secolo, Livorno, con il suo Porto, si sviluppò rapidamente dotandosi di robuste fortificazioni ed edificando il maestoso “Fanale dei Pisani” (o Fanale Maggiore, uno dei fari più antichi d’Italia, ricostruito fedelmente dopo i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale).

Grazie alle “Leggi Livornine” emanate, tra il 1591 e il 1593 dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, particolarmente “larghe di manica in accoglienza, e l’istituzione del “Porto Franco”, la Città prese a crescere sotto tutti gli aspetti, anche sotto il profilo gastronomico.

Uno di Monumenti più belli e fascinosi della Città di Livorno è sicuramente laTerrazza Mascagni”.

La “Terrazza Mascagni”, ubicata sul Lungomare delimita l'estremità occidentale del Piazzale Mascagni, ed è stata costruita a partire dagli Anni Venti.

Nell'area occupata da questo “belvedere” un tempo sorgeva un “fortilizio” facente parte del sistema difensivo della costa. Noto come “Forte dei Cavalleggeri” era composto da una Torre (tre piani fuori terra) posizionata all'estremità ovest e da un vasto Complesso edilizio che occupava un'area di 30 x 60 metri. Nel Forte alloggiava un distaccamento dei cavalleggeri per il pattugliamento della costa finalizzato soprattutto a impedire il contrabbando. Dopo il 1861 (Unità d’Italia) il Complesso fu ceduto al Comune e fu totalmente smantellato nel 1872.

Nell'ultimo decennio dell'Ottocento nella Zona dell’attuale Terrazza sorse l’Eden, un Parco giochi che rimase in funzione fino ai primi anni del secolo successivo; in questa struttura, sin dal 1896, si tennero alcuni dei primi spettacoli cinematografici Italiani.

La trasformazione della spianata in una grande piazza sul mare avvenne solo a partire dal 1925 su progetto dell'Ingegnere Enrico Salvais con la collaborazione di Luigi Pastore. I lavori furono ultimati rapidamente e, poco più tardi, fu innalzato un “Gazebo per la musica” a forma di “Tempietto Neoclassico” con una cupola circolare su colonne; l'opera fu progettata dall’Architetto Pisano Ghino Venturi (1884 - 1970), donata alla città dal Console Pedro Bossio e inaugurata il 27 Settembre 1931 con l'intervento della banda musicale della Città di La Spezia.

Distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945) dai bombardamenti Anglo/Americani che colpirono con forza tutta la Città, la Terrazza fu poi ripristinata e ampliata nel secondo dopoguerra utilizzando le macerie del centro cittadino e assunse quella configurazione sinuosa che la caratterizza ancora oggi. Nell'occasione la Terrazza venne rinominata e dedicata al mitico Compositore Livornese Pietro Mascagni (1863 - 1945).

Gravemente danneggiata nel corso degli anni dalle violente mareggiate e dall'incuria, sul finire degli anni novanta la Terrazza è stata completamente restaurata, con il ripristino delle aree verdi circostanti e con la fedele ricostruzione dell’antecedente “Gazebo per la musica”.

LaTerrazza Mascagni” oggi è semplicemente bellissima: una grande Piazza delimitata verso il mare da una sinuosa balaustra formata da 4.100 eleganti colonnine in conglomerato cementizio, con il pavimento costituito da una scacchiera di 8.700 metri quadrati formata da 34.800 piastrelle bianche e nere.

La Città di Livorno, con la sua vasta linea costiera e in particolare con laTerrazza Mascagni”, offre punti di osservazione ideali e semplicemente magnifici per ammirare il sole che scende all'orizzonte. Tra un’infinità di citazioni, che fanno di questo momento una vera e propria “emozionante magia” dove il cielo al Tramonto s’incendia fiammeggiando di arancione, cremisi e oro, credo che la più bella per la sua straordinaria semplicità popolare ed efficacia sia: "Sei bella come un Tramonto a Livorno".

Dopo Livorno e i suoi Tramonti parliamo anche delle “Cozze” che a Livorno, e in altre zone della Toscana, chiamano anche “Datteri” o “Muscoli”.

Il nome scientifico della “Cozza” è “Mytilus Galloprovincialis”, è stata così battezzata dal Naturalista Francese Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet Cavaliere di Lamarck (1744 - 1829) che alla fine del XVIII Secolo per primo introdusse anche il termine “Biologia”.

Le “Cozze” sono dei Molluschi Bivalvi, cioè hanno un guscio detto conchiglia composto da due apparati distinti detti “Valve”, prevalentemente di carbonato di calcio e in questo caso sono anche simmetriche, che sono tenute insieme da una “cerniera” mobile funzionante grazie a dei muscoli adduttori. Le “Cozze” sono “Molluschi Lamellibranchi”, hanno delle branchie a forma di lamelle che fungono da organi per la respirazione assorbendo l’ossigeno e allo stesso tempo filtrando il cibo per l’alimentazione trattenendo plancton e particellato organico in sospensione. Le “Cozze” si trovano in tutto il Mar Mediterraneo, nel Mar Nero, e nella fascia Costiera dell’Atlantico Orientale che parte dal Marocco fino ad arrivare alle Isole Britanniche. Poi si sono diffuse anche in altre parti del Mondo, ma essendo un’anomalia rispetto alla fauna locale sono considerate una “Specie Invasiva”.

Le “Cozze” sono “frutti di mare” (così definiti perché vengono raccolti e non pescati) molto apprezzati per il loro ricco, delizioso e saporito gusto, per tale motivo e per riuscire a coprire le grandi richieste del Mercato Internazionale è nata una particolare branca dell’Acquacoltura: la “Mitilicoltura”. 

La Cucina Livornese, pur essendo un intricato groviglio di ricette provenienti da tradizioni distanti tra di loro, sopraggiunte con il notevole afflusso di gruppi etnici perseguitati per motivi legali o religiosi, si è sviluppata con un suo specifico, vario e robusto carattere che si può ritrovare anche in una ricetta, assolutamente e unicamenteLivornese” come le “Cozze al Tramonto”.

Tutto quello che fin qui Vi ho raccontato era doveroso per capire una preparazione semplice ma allo stesso tempo straordinariamente buona come le “Cozze al Tramonto”. 

Le “Cozze al Tramonto” necessitano di una salsa di pomodoro piccantina (preparata con passata di pomodoro, aglio, peperoncino e poco sale in una padella ben oliata con olio extra vergine di oliva) di cozze ben pulite dove si toglie completamente la parte superiore delle “valve”, di alcune uova ben sbattute e di una parte dell’acqua delle cozze stesse. Al momento che la salsa al pomodoro si è formata si mettono nella padella le cozze, senza sovrapporle, e un pochino della loro acqua. Successivamente quando la salsa inizia a ritirarsi si spargono sopra le uova sbattute e dopo 2/3 minuti di fuoco alto le cozze sono pronte. Possono esse servite anche accompagnate da alcune fette di pane abbrustolito.

Ovviamente le quantità sono proporzionate alle persone da soddisfare e a come volete considerare la preparazione: “Antipasto” o “Secondo Piatto”. 

Un particolare ringraziamento va al mio Amico Maurizio Manetti che recentemente con grande maestria me le ha preparate.

LeCozze al Tramontosono una gustosissima e facile preparazione della Cucina Livornese, con il loro straordinario sapore sono verapoesia messa in tavola”, e inoltre riproducono con molta fedeltà i meravigliosi colori di un fascinoso e suggestivoTramonto Livornese”.

https://www.youtube.com/watch?v=YvaaGTgVFiE


 La "Terrazza Mascagni" (Foto Visit Livorno)

Fascinoso Tramonto alla Terrazza Mascagni (Foto Brave Tuscany)

Filari di Cozze  (Foto Nieddittas)

 La Raccolta delle Cozze  (Foto Nieddittas)

"Cozze al Tramonto": Antipasto o Secondo Piatto

"Cozze al Tramonto": Preparate da Maurizio Manetti

"Cozze al Tramonto": Gustosissima Ricetta Livornese


sabato 20 settembre 2025

DA 20 ANNI NEL CUORE DELLA MERAVIGLIOSA CITTÀ DI FIRENZE C’È UNA FASCINOSA E GUSTOSA PRESENZA NAPOLETANA: “‘O MUNACIELLO”.

 


Venerdì 19 Settembre 2025, in coincidenza con i festeggiamenti del Patrono di Napoli San Gennaro, che sono un'esplosione di devozione popolare nei confronti del Santo Patrono, affascinante sintesi di tradizione e spiritualità, il Ristorante Pizzeria “‘O Munaciello” di Firenze ha festeggiato nel cuore del Quartiere di Santo Spirito i suoi primi 20 anni di attività con una straordinaria serata dal sapore assolutamente Campano per ricordare il 19 Settembre 2005 il giorno della sua apertura.

Il Quartiere Santo Spirito è uno dei cuori pulsanti di Firenze, nella zona dell'Oltrarno, sulla riva sinistra del Fiume Arno, e si estende attorno all'omonima Piazza, animata da mercati, ristoranti e locali di ogni genere. È noto per la sua atmosfera autentica, per le botteghe artigiane e la presenza di meraviglie come la Basilica di Santo Spirito e Palazzo Pitti con alle spalle il Giardino di Boboli.  

La “Pizza” non è semplicemente un alimento ma è una vera e propria magia: attraverso un rito manuale lavorando dell’acqua e della farina si realizza un simbolo d’Italianità conosciuto in tutto il Mondo. La “Pizza” oggi è un successo planetario che viene arricchito con vari ingredienti ma quando è nata era una preparazione “molto povera”.

La “Pizza” è assolutamente un’invenzione Italiana, e più precisamente è frutto di quella straordinaria e particolare capacità inventiva che può nascere solo nella magnifica Città di Napoli. Sulla sua origine però, prima del XVII Secolo, non abbiamo notizie certe.

Circa nella prima metà del 1700 il “Re degli ortaggi” il Pomodoro venne adottato per arricchire la “Pizza” fino allora bianca. Il Pomodoro (Solanum Lycopersicum), importato dalle Americhe in Europa nel 1540 dal navigatore e condottiero Spagnolo Hernan Cortés Monroy Pizarro Altamirano (1485 - 1547), fino a pochi anni prima era stato considerato velenoso e pertanto usato solo come pianta ornamentale.

Nei decenni successivi la “Pizza” si è diffusa in Italia e nel Mondo diventando una forma di cibo comunitario simbolo della condivisione con un linguaggio potente, universale e senza età. 

Ma non tutte le “Pizze” sono uguali e non tutte sono prodotte nel modo giusto. A conferma del “vero metodo di produzione” di questo straordinario manufatto alimentare, il 7 Dicembre 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha riconosciuto “l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” come “Bene Immateriale dell’Unesco e Patrimonio Culturale dell’Umanità”. A Napoli il “Pizzaiolo” si chiama “Pizzaiuolo” come si evince anche dalla Loro Associazione Pizzaiuoli Napoletani (A.P.N.).

Oggi la “Pizza” fatta con particolare attenzione alla qualità delle farine, con l’uso del “Lievito Madre” (l’unico che può dare all’impasto morbidezza e perfetta consistenza), con l’utilizzo di ingredienti di altissimo livello di provenienza Locale o a filiera corta, meglio se biologici, guarnita con ricchezza e fantasia, è denominata “Pizza Gourmet”. Questa tipologia di “Pizza”, che mira soprattutto alla digeribilità e al gusto, deve essere “obbligatoriamente servita tagliandola a spicchi.

Il “Munaciello” (o Monaciello) in Dialetto Napoletano significa “Piccolo Monaco ", è un personaggio leggendario, con origini non certe e plurisecolari, proprio del Folclore Napoletano. Uno spiritello di natura sia benefica che dispettosa, di solito rappresentato come un ragazzino deforme o una persona di bassa statura, abbigliato con un saio e con fibbie argentate sulle scarpe/sandali.

Si dice che il “Munaciello” tenderebbe a esprimersi, nei confronti degli abitanti della casa dove si appalesa, con tipiche manifestazioni di simpatia (lasciando monete e soldi nascosti dentro l'abitazione, oppure facendo scherzi innocui che possono essere trasformati in numeri da giocare al lotto), di antipatia (nascondendo oggetti, rompendo piatti e altre stoviglie, stuzzicando i dormienti) o di apprezzamento (sfiorando con “carezze” le belle donne).

Un antico Proverbio Napoletano così recita: “‘O Munaciello a chi arricchisce e a chi appezzentisce”.

Ancora oggi il “Munaciello” è una figura della Tradizione Popolare molto amata e riconoscibile, presente in molti oggetti artigianali e ciondoli, che rappresenta magnificamente quell'aspetto magico, misterioso e affascinante della fantastica Città di Napoli.

Ma torniamo al Ristorante Pizzeria’O Munaciellodi Firenze ubicato in Via Maffia al Civico 31r.

Via Maffia è un’antica e stretta strada Fiorentina fiancheggiata da storici edifici, oggi è un senso unico in direzione di Via Santo Spirito.

Negli accoglienti e scenografici ambienti quattrocenteschi, che in origine sono stati una parte di un Convento, poi adibiti ad “albergo dei pellegrini” e successivamente diventati ambienti di servizio, come stalle per i cavalli e ricovero per le carrozze, “’O Munaciello” esprime tutta la sua anima Campana grazie anche alle decorazioni artigianali, alle ceramiche di Vietri, alle opere dei Maestri Sciuscià di San Gregorio Armeno, e agli “Scartellati” scaramantici.

Gli “Scartellati” sono figure tradizionali della Cultura Popolare di Napoli che rappresentano delle persone con la gobba, "scartello" appunto, che vengono considerate portatori di ricchezza, prosperità e buona fortuna.

Semplicemente magnifico e possente il “forno a legna” che è stato realizzato su misura dal noto Maestro Artigiano Stefano Ferrara.

Il Ristorante Pizzeria ’O Munacielloè nato nel 2005 per merito di un gruppo di amici Fiorentini, innamorati della Cultura Partenopea, che per primi hanno voluto portare la “Pizza Verace Napoletanaa Firenze: quella con il cornicione alto, l’impasto lievitato per 48 ore e cotto solo nel forno a legna.

Oggi il “brand” è guidato dalla bravissima Valentina Borgogni che continua a proporre agli ospiti un’esperienza assolutamente piacevole e coinvolgente tra ottima cucina, autentico folklore e sincera ospitalità.  

L’anima gastronomica di “’O Munaciello” porta la firma del grande Maestro Pizzaiuolo Carmine Candito e dell’eccellente Chef Lisa Conti, dei “traghettatori” che sanno trasportare gli ospiti in un viaggio tra le migliori specialità dei Quartieri Spagnoli di Napoli.

La ricca cena svoltasi Venerdì 19 Settembre 2025 al Ristorante Pizzeria ‘O Munaciello” di Firenze per festeggiare i 20 anni di attività è stata una serata davvero speciale dove sono state servite le pizze e piatti storici del Locale. Vere delizie come gli immancabili “scialatielli allo scoglio” e gli “gnocchetti con pomodorini e stracciatella”, ma anche alcune novità, create per l’occasione, come la “pizza crudo e fichi” e la “montanara con fuscella di Napoli e filetti di alici del cantabrico”.

La “fuscella di Napoli” (o ricotta di fuscella) è un magnifico prodotto “lattiero-caseario fresco”, tipico della Zona Vesuviana, ottenuto dalla cottura e dal successivo sgocciolamento del siero di latte vaccino caldo che forma una massa fioccosa. Il nome del prodotto deriva dalle "fuscelle", i cestini forati (originariamente di vimini) in cui la ricotta viene riposta per il drenaggio e la vendita. 

La serata evento ha avuto anche degli ospiti d’onore come la brava soprano Letizia Dei accompagnata dalla chitarra e voce dell’altrettanto bravo Maestro Andrea Checcucci.
Oltre a tutto ciò gli ospiti hanno goduto anche di sorprese e di cadeau.  

Negli anni il Marchio‘O Munaciello”, grazie al successo Fiorentino e ai molti riconoscimenti ottenuti, ha travalicato gli Oceani aprendo negli Stati Uniti, in Florida, nella grande Area Metropolitana di Miami (oltre sei milioni di abitanti) ben 3 Locali.

Da 20 anni il Ristorante Pizzeria‘O Munaciello”, ubicato nel cuore della meravigliosa Città di Firenze, non è solo una fascinosa e gustosa presenza Napoletana ma è anche un super accogliente Locale dove godere appieno di un’atmosfera unica intrisa di storia, arte e convivialità.

https://www.munaciello.com/firenze/

https://www.youtube.com/watch?v=xjIZWdyF2CI


Ristorante Pizzeria "'O Munaciello" a Firenze (Foto 'OM)

Una Vista Interna (Foto 'OM)

 Il "Forno a Legna" (Foto 'OM)

Pizzeria "'O Munaciello": Solo Deliziose Bontà (Foto 'OM)

Anima e Folclore di Napoli (Foto 'OM)

Pizzeria "'O Munaciello": Gusto e Convivialità (Foto 'OM)


domenica 14 settembre 2025

NUOVO “KŌ BY 99 SUSHI BAR”: SUPER ACCOGLIENTE E MAGICO LOCALE AL MITICO STADIO “SANTIAGO BERNABÉU” DI MADRID.

 


Tra tutte le bellezze che si possono ammirare nella meravigliosa Capitale Spagnola, Madrid, una Città che amo moltissimo, c’è lo “Stadio Santiago Bernabéu” che è sempre stato una particolare e fascinosa costruzione e con l’ultimissima ristrutturazione è diventato qualcosa di magnifico.

Lo storico  “Stadio Santiago Bernabéu” (la fabbrica dei sogni) è la “Casa” della prestigiosa e famosa squadra di calcio del Real Madrid (l’altra squadra della Città l’Atletico Madrid ha un altro Stadio il “Vicente Calderon”).

Il grande e imponente “Stadio Santiago Bernabéu” è ubicato in una zona centrale di Madrid e si affaccia su una delle strade più importanti della Capitale il “Paseo de la Castellana” a pochi passi dal Palazzo dei Congressi e dal Ministero della Difesa Spagnolo.

In origine lo Stadioinaugurato nel 1924, non era più adatto al numero crescente di spettatori pertanto la prima ristrutturazione avvenne con i lavori iniziati nel 1944, su progetto dell'Architetto José María Castell García de la Cruz e un plastico degli Architetti Manuel Muñoz Monasterio e Luis Alemany Soler, che terminarono nel 1947, e il 14 Dicembre dello stesso anno ci fu l’inaugurazione. Lo Stadio, a quel tempo il più grande e moderno d’Europa, mantenne il vecchio nome di “Chamartin” con l’aggiunta, davanti, del termine “Nuovo”.

Nel 1955, più precisamente il 4 Gennaio, lo Stadio di Madrid fu ribattezzato Santiago Bernabéu” in onore di Santiago Bernabéu Yeste (1895 - 1978) che alla squadra del Real Madrid, nata nel 1902, ha dedicato tutta la sua vita (si assentò solo nel periodo della Guerra Civile Spagnola, Luglio 1936 - Aprile 1939, partecipandovi nelle file dell’Esercito Nazionalista). Santiago entrò nel Real Madrid come calciatore nella squadra juniores, all’età di 14 anni, successivamente fu un grande giocatore e poi per molti anni anche il capitano, “attaccate al chiodo le scarpette”, nel 1927 divenne l’allenatore e infine dal 1943 al 1978 fu l’amato Presidente (il più amato di sempre).

Con Santiago Bernabéu Yeste il Real Madrid ha avuto una storia straordinaria e un’infinità di vittorie e record, diventando il Secondo Club Calcistico più Titolato del Mondo e Primo per le Vittorie Internazionali.

Nel 2003 lo “Stadio Santiago Bernabèu” (80.354 posti a sedere) ha subito importanti modifiche per la messa a norma e per l’adeguamento ai regolamenti dell’Union of European Football Associations (U.E.F.A.).

Grazie a un gigantesco progetto rinnovativo, vinto nel 2014 dal Team composto da “GMP Architekten”, “L35 Arquitectos” e “Ribas & Ribas Arquitectos” e realizzato in 10 anni con un impegno economico di oltre un miliardo e trecentocinquanta milioni di euro, il nuovoSantiago Bernabéuha aperto i suoi cancelli per la stagione sportiva 2024/25.

Assolutamente fantascientifico il nuovo gigantesco guscio in acciaio che avvolge la struttura vera e propria dello Stadio (che ora può ospitare 85mila spettatori) con le diverse curve del suo profilo, composto da 7.500 doghe orizzontali in acciaio inossidabile con un effetto frangisole. Tutta la struttura regala un effetto dinamico che fa vivere l’edificio in modo sempre diverso durante il giorno agli occhi dell’osservatore, sia dalla “Plaza de los Sagrados Corazones” sia dalle Vie circostanti (Avenida de Concha Espina, Paseo de la Castellana, Calle de Rafael Salgado, Calle del Padre Damián), ancor più esaltato dalla retroilluminazione a led notturna. Altre spettacolari innovazioni sono il grande tetto retrattile di 106 metri e del peso 35mila tonnellate, che si apre o chiude in soli 35 minuti, come pure il campo da gioco a scomparsa.

Il “campo retrattile a scomparsa” si basa sul meccanismo di suddivisione del campo principale, in erba naturale per il calcio, in 6 sezioni longitudinali di 15 metri di larghezza ciascuna, che vengono fatte scorrere in orizzontale, grazie a 12 unità a binario, verso il lato Ovest dove c’è la Tribuna Castellana, e poi impilate a scomparsa in verticale, da un sistema automatico, all’interno di un incasso sotterraneo che scende fino a quota “meno 35 metri”. Le sezioni longitudinali, portate sottoterra, vengono accomodate in un hangar specifico dotato di sistemi di irrigazione e illuminazione artificiale che garantiscono il mantenimento della superficie erbosa e le condizioni ottimali in vista della successiva rimessa in posizione.

La scomparsa del prato principale svela poi il sottofondo secondario in superficie, un campo in erba artificiale che può essere adattato, coperto o attrezzato per qualunque altro evento, fiera o concerto musicale.

Lo “Stadio Santiago Bernabéu” è sempre stato anche un accogliente struttura per attività come il “Museo del Real Madrid” o attività commerciali come il “Negozio Ufficiale del Real Madrid”, le “Aree VIP”, i Bar e i Ristoranti.

Proprio grazie al rinnovamento dello Stadio stesso che nel Mese di Gennaio 2025 è stato inaugurato il nuovoKŌ by 99 Sushi Bar”.

KŌ by 99 Sushi Bar” è una emanazione del “Gruppo Bambú”, nato a Madrid nel 2005 con al comando bravi manager come i fratelli Fernando e Pedro de León, ed è erede dell'eccellenza gastronomica già esibita dai quattro99 Sushi Bar” di Madrid.

I “99 Sushi Bar” sono una catena di super premiati Locali (anche dalla Guida Michelin) di alta Cucina Giapponese con Sedi oltreché a Madrid a Barcellona e Marbella in Spagna, ad Abu Dhabi e a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, a Rabat la Capitale del Marocco e in Germania a Monaco.

Il “KŌ by 99 Sushi Bar” dello Stadio Santiago Bernabéu nasce con la filosofia di una moderna e vivace “Izakaya”.

Un' “Izakaya” (居酒屋) è un particolare Locale Giapponese decisamente informale che combina le funzioni di un Pub, di una Taverna e di un Ristorante, dove è possibile consumare bevande e un'ampia varietà di cibi da condividere in un'atmosfera vivace e rilassata. A differenza di un Ristorante Tradizionale, in un'“Izakayail cibo non è l'elemento essenziale, ma uno dei tanti aspetti che contribuiscono a offrire un'esperienza più completa.

Al “KŌ by 99 Sushi Bar” si accede da Calle Padre Damián 3, che corrisponde alla “Porta 39” dello Stadio, tramite gli ascensori si sale al Decimo Piano, il livello più alto. Passata la porta d’ingresso e la Reception si entra nel Locale che con i suoi 600 m² può ospitare ben 99 clienti: una Sala principale, due SaleVIP” e una splendida Terrazza con vista unica (la migliore) e mozzafiato sul maestoso prato del Santiago Bernabéu.

L’interno di “KŌ by 99 Sushi Bar” è assolutamente spettacolare e lussuoso, è stato curato nei minimi dettagli da Pedro de León e da Jaime Castañeda, “CEOInternazionale del Gruppo Bambú.

Una delle caratteristiche più sorprendenti del Locale sono le colonne di cemento che lo attraversano (fanno parte della struttura dello Stadio), infatti sono state ricoperte da una speciale vernice dorata che conferisce all’insieme un carattere davvero unico e particolare. Sul pavimento, accanto a eleganti decorazioni, anche le crepe sono state riempite di vernice dorata in omaggio alla tecnica “Kintsugi”.

Il “Kintsugi” ( 金継ぎ) l'antica Arte (e Filosofia) Giapponese che letteralmente significa “unire con l'oro”. Invece di nascondere i danni, questa tecnica ripara ceramiche rotte utilizzando una lacca speciale mescolata con polvere d'oro, evidenziando le fratture e trasformando le "cicatrici" in elementi decorativi preziosi.

Al “KŌ by 99 Sushi Bar” per le decorazioni e per l'interior design, dove predominano i toni scuri e le finiture dorate fanno da contrasto, sono stati scelti materiali naturali di alta qualità come pietre selezionate e legni di diversa provenienza, non mancano specchi, marmi e mini giardini. Anche l’illuminazione è stata attentamente studiata per creare un’atmosfera calda e accogliente grazie alle lampade di design. I grandi banconi di servizio, super attrezzati, sono dei veri protagonisti con la loro imponenza e la loro ricchezza.

Lo Chef Executive del “KŌ by 99 Sushi Bar” è Noam González Herrera un bravissimo professionista che dal 2001 in poi ha lavorato in alcuni importanti Ristoranti Spagnoli e nel 2015 è entrato nel GruppoBambú”.

Il Menù del “KŌ by 99 Sushi Bar” è stato realizzato dal Direttore Culinario del Gruppo, Rubén Guerrero, in collaborazione con lo Chef Executive Noam González Herrera, e offre una proposta ricca, contemporanea, tendenzialmente orientata alla condivisione. Protagonisti assoluti del Menù i cibi cotti sull'iconica griglia Giapponese, “Robata”, che conferisce un sapore affumicato e autentico a pesce, carni e verdure, ma ci sono anche tutte le altre migliori preparazioni della Cucina Giapponese. Tutto è realizzato con materie prime provenienti dai più importanti fornitori Nazionali e Internazionali che garantiscono la massima qualità di tutti gli ingredienti.  

Al “KŌ by 99 Sushi Bar” si possono degustare delizie come: l'“Okonomiyaki” (preparazione agro-dolce a forma di pizza) con emulsione di tartufo e jalapeño - Vari tipi di “Gyoza” (ravioli di carne) -l'Ostrica n. 3 con spuma di yuzu e perla - Una selezione di Tartare - Carpacci - Sashimi - L'“Imperial Moriwase” (una preziosa combinazione di ben 32 pregiati tagli di pesce) - I Ricci di mare - Il Caviale più pregato - I migliori Frutti di Mare - Alcune varietà di “Tempura” (la frittura con la pastella leggera e croccante) -  Il delizioso “Sushi” con il caratteristico equilibrio tra modernità e tradizione e l’uso di diverse tipologie di “Gunkan” (polpette di riso avvolte in un'alga nori o da una striscia sottile di pesce), di “Nigiri” caldi e freddi (polpettine di riso allungate sulle quali vengono adagiate sottili fette di pesce crudo), e di “Maki Sushi” (un particolare tipo di Sushi cilindrico in cui il riso, insieme a ingredienti come pesce e verdure, viene avvolto in un foglio di alga nori e poi tagliato a rondelle).

Altre preparazioni decisamente gustose del Menù sono: l'“Hosomaki” (un piccolo rotolo di alga nori che avvolge il riso per Sushi) di gamberi scarlatti con wasabi fresco e aglio croccante -  Il “99 Jewel Maki” (veri gioielli) con toro di tonno, tartufo, caviale e oro - Il “Futomaki” (un tipo di Sushi a rullo di dimensioni grandi, il cui nome significa proprio "rotolo grande") di granchio reale, ikura e ricci di mare -  Il Pollo ruspante grigliato e glassato con miele di Gochujang ed emulsione di jalapeño - Il Branzino dell'Atlantico con miso bianco e salsa mojo.

La tenerissima e burrosa carne Giapponese che viene usata è la migliore e nei tagli più pregiati come “Kagoshima Wagyu A5” e “Miyazaki Wagyu A5”, che hanno il punteggio più alto nella scala di valutazione della qualità della carne per marmorizzazione, colore, consistenza e brillantezza del grasso.

La Carta dei Vini è molto selezionata e ricca, oltre 250 Etichette tra Nazionali e Internazionali (molte esposte nelle grandi e alte vetrine) e con una grande varietà di Vini al calice, ampia anche la selezione di pregiati Liquori, degli ottimi Sake (una trentina) e dei migliori Whisky Giapponesi. Il merito va alla bravissima Mónica Fernández (Galiziana), la Direttrice del Gruppo Bambú in Spagna, premiata con importantissimi riconoscimenti, come il “Premio Eccellenza Turistica di Madrid per Miglior Direttore di Sala” nel 2009, il “Premio Nazionale di Gastronomia per il Migliore Maître” nel 2016 e il “Prix au Sommelier (Miglior Sommelier del Mondo) dall'Accademia Internazionale di Gastronomia” nel 2017.

In un ambiente così straordinario come il “KŌ by 99 Sushi Bar” anche la migliore “mixology” gioca un ruolo importantissimo e infatti non manca un'ampia offerta di Cocktail di autore, vere e proprie specialità imperdibili come: “Zen” (rum speziato, amaretto, succo di yuzu e sciroppo di timo) - “Last Samurai” (tequila Reposado, sakè Junmai e umeshu) - “99 Spritz” (sakè Dreamy Clouds, vodka, Aperol, sciroppo di camomilla e champagne) - “Wasabi Sour” (grasso di Kobe, wasabi, tequila lavata, bitter Angostura e albume d'uovo) - “99 GT” (a base di gin Roku infuso con anguria e chiarificazione di panna doppia).

IlKŌ by 99 Sushi Bar grazie alla magica accoglienza e alle sue straordinarie e molteplici offerte enogastronomiche sarebbe già di per sé un Locale imperdibile, se poi si considera che ha anche un’incredibile vista sul campo del miticoStadio Santiago Bernabéudi Madrid….. cosa dovrei aggiungere!

https://www.ko-99.com/en/

https://www.youtube.com/watch?v=xZZs6BxLYHM


Nuovo "Santiago Bernabéu" (Foto Miguel de Guzmán e Rocío R. Riva)

"Stadio Santiago Bernabéu": Una Vista  (Foto Madrid Destino)

"KŌ by 99 Sushi Bar" a Madrid: L'Ingresso  (Foto KŌ)

"KŌ by 99 Sushi Bar": Vista Interna  (Foto KŌ)

Atmosfere Fascinose...  (Foto KŌ)

"Ingredienti di Assoluta Qualità"...  (Foto KŌ)

"I Tagli di Carne più Pregiati"...  (Foto KŌ)


sabato 6 settembre 2025

SECONDA EDIZIONE DI “CHEF PER UN GIORNO AL NIDO”: UNA DELIZIOSA SERATA TRA CIBO, VINO E GRANDE PASSIONE PER LA CUCINA.




La Toscana è una Regione semplicemente magnifica, tra le sue infinite bellezze c’è la “Costa degli Etruschi” quel lembo di terra, nel territorio continentale della Provincia di Livorno, disteso tra boschi ammantati di salsedine, spiagge dorate, suggestive scogliere e verdi colline punteggiate di antichi Borghi dai vicoli tortuosi e dai panorami mozzafiato. I mari di questo tratto di Costa hanno splendidi fondali e sono popolati da un tesoro di flora e fauna ricchissimo e incredibile. Qui le tartarughe arrivano da lontano per depositare le loro uova sulle spiagge sabbiose e le persone possono praticare ogni tipo di sport acquatico accompagnati da cetacei e delfini.

Il profilo costiero è fascinosamente modellato da dune e tomboli, segnato da scogli, promontori, baie riparate, calette, porti, folte pinete che dal mare vanno a fondersi col verde della macchia mediterranea, in un percorso bellissimo e fascinoso fatto di campi coltivati, filari di viti, ulivi secolari e cipressi in abbondanza. La “Strada del Vino e dell’Olio Costa degli Etruschi” è un fiore all’occhiello con oltre 150 km. di produzioni di altissima qualità apprezzate nel Mondo.

Sulle lussureggianti Colline piccoli e antichi Borghi Medievali con le stradine lastricate in pietra e le romantiche piazze sono racchiuse da mura imponenti dove il tempo è rallentato, scandito solo dal suono dei passi, da quello di una campana, animato da voci e attività umane provenienti anche dalle caratteristiche botteghe artigianali.

Oltre a tutto ciò alla “Costa degli Etruschi” non manca la magia delle calde acque terapeutiche, che sgorgano dalle sue profondità, conosciute fin dall’antichità, prima dagli Etruschi e poi dai Romani: angoli termali, immersi in una natura incontaminata, offrono a corpo e spirito momenti di relax tra vapore, calore e silenti paesaggi.

L’antichissima e colta Civiltà Etrusca ha scelto nel IX secolo a.C. questa terra per fondare “Populonia”, la sua unica Città costiera, le cui tracce sono conservate in un Museo a cielo aperto: dall’acropoli, ai templi, alla città bassa fino al porto, ogni passo tra i suoi resti è un viaggio nella memoria di questo grande popolo. Arte e Cultura, attraverso i Secoli, hanno arricchito ogni lembo di questa Terra, compresa la straordinaria Tradizione Culinaria dal carattere deciso, genuino e creativo.

La “Costa degli Etruschi” comprende 15 fascinosi Borghi, dalle anime diverse ma accumunati dai dolci pendii delle colline affacciate sul mare che salgono verso di loro. Uno di questi Borghi è Rosignano Marittimo.

L’aggettivo “marittimo” nel nome di alcuni Comuni che sorgono non sul mare, bensì nell’entroterra collinare della Costa degli Etruschi, deriva dalla parola Latina “Maritima” che si riferisce a una “regione costiera” o a una "zona di mare". Per molti studiosi, infatti, la denominazione di “Maremma”, la Zona Costiera tra Toscana e Lazio, deriva proprio dal LatinoMaritima”.

Rosignano Marittimo (Comune Toscano in Provincia di Livorno con oltre 30.000 Abitanti) è un Borgo Medievale della Maremma Settentrionale storicamente conosciuta come “Maremma Pisana” e oggi chiamata anche "Maremma Livornese". Rosignano Marittimo è arroccato su una panoramicissima Collina a 147 m. s.l.m., che domina la Costa degli Etruschi, con il suo Castello, ubicato nel punto più alto, i suoi antichi palazzi, le chiese, gli oratori e le cisterne dal grande valore storico e artistico. Nelle sale del prestigioso Palazzo Bombardieri è ospitato il “Museo Civico Archeologico”, dove è possibile ripercorrere la storia del Comune attraverso testimonianze molto antiche. 

Il Comune di Rosignano Marittimo è composto dal Centro abitato Capoluogo, il Borgo, e sei Frazioni: Castelnuovo della Misericordia, Castiglioncello (notissima e prestigiosa Località Balneare), Gabbro, Nibbiaia, Rosignano Solvay (nota per lo storico Stabilimento chimicoSolvay”) e Vada (altra nota Località Balneare). Il Comune ha tre Stazioni Ferroviarie, sulla Linea Roma-Livorno, e alcuni Porticcioli oltre al moderno e grandePorto Turistico di Cala de' Medici” con una capacita di circa 650 posti barca.

Uscendo dal Borgo di Rosignano Marittimo, in direzione della Frazione di Castelnuovo della Misericordia, e percorrendo Via Antonio Gramsci, per poco più di un chilometro, si trova sulla sinistra Via di Serragrande, appena imboccata questa strada, che porta al mare, fatti pochi metri a destra c’è una stretta stradina nel verde che porta a Il Nidodi Elena Barsacchi in Località la Tagliola, al Civico 2.

Il Nido” è una accogliente e panoramica struttura, immersa nel verde, dove la Titolare la gentilissima e super affascinante Elena Barsacchi organizza dei piacevoli e imperdibili eventi.

In una bellissima serata di fine Luglio 2025 proprio aIl Nidosi è svolta la Seconda Edizione diChef per un Giorno a Il Nido”.

La passione per la Cucina è un fuoco che arde dentro una moltitudine di persone sia per chi preferisce sedere ai tavoli sia per chi ama stare prevalentemente ai fornelli. “Chef per un Giorno a Il Nido” è una simpatica e “seria” occasione per cimentarsi tra conoscenti e amici che condividono proprio la passione per la Cucina.

La Competizione prevede che ogni Concorrente prepari sul posto una sua ricetta. Oltre a ciò ogni portata deve essere abbinata a un Vino particolare appositamente scelto. Tutto ciò poi passa sotto al giudizio di una qualificata Giuria che deve dare specifiche valutazioni alla “Presentazione”, alla “Tecnica”, al “Gusto” e all’“Abbinamento Vino”. 

Quest’anno la Giuria Presieduta dal mitico Fine Wine Critic Paolo Baracchino era composta dal bravissimo Personal Chef Mino Cosimo Tell, dal notissimo Ristoratore e grande Artista Vincenzo Lipari e dal sottoscritto Giorgio Dracopulos Critico Enogastronomico Internazionale.

I Concorrenti di questa Seconda Edizione erano: Leopoldo Belli, Marco Cini, Maurizio Manetti, Camilla Pazzagli, Laurent Negrin, Alessia Pampalon, Massimo Viciani.

Sono state valutate dai Giudici le seguenti preparazioni e gli abbinamenti in questo ordine di presentazione:

- Marco Cini - “Pappa al Pomodoro”, abbinata a “Tramari 2021”. Vino Rosé 12,5% Vol., Salento I.G.P., prodotto dalle Cantine San Marzano;

- Massimo Viciani - “Tonno del Chianti e Fagioli” (arista di maiale trattata con un particolare e lungo metodo di lavorazione in modo da acquisire una consistenza simile a quella del tonno sott’olio), in abbinamento a “Tavel 2024”, Vino Rosé 13,5% Vol., Appellation Tavel Protégée (unica Appelation della Cote du Rhone in Francia), prodotto dalla Domaine Pèlaquié. Il Rosé “Tavel” si produce raccogliendo e assemblando Uve di Granache, Cinsault, Bourboulenc, Clairette Blanc, Mouvedre, Picpoul e Syrah, sposando quello stile soprannominato “ammucchiata Avignonese”;

- Alessia Pampalon - “Bottoni di Faraona Arricchiti”, abbinati a “Champagne Perrier-Jouët Blanc de Blancs”, 100% Chardonnay, 12,5% Vol., prodotto da Champagne Perrier-Jouët;

- Leopoldo Belli - Cappellacci di Capocollo e Sashimi di Gamberi”, in abbinamento a “Château Larrivet Haut-Brion Blanc 2022”, Pessac-Léognan Grand Vin de Bordeaux, Appellation Pessac-Léognan Contrôlée, un Blend di Sauvignon Blanc e Sémillon, 13,5% Vol., prodotto dallo Château Larrivet Haut-Brion Blanc;

- Maurizio Manetti - “Cozze al Tramonto” (cozze cotte in mezzo guscio e uova sbattute aggiunte quasi a fine cottura), abbinate a “Cuvée Aurora Millesimato 2018”,  Metodo Classico, Vino Rosé, 100% Pinot Nero, 12,5% Vol, Alta Langa D.O.C.G., prodotto da Banfi;

- Camilla Pazzagli - “Roast Beef all’Inglese con Patate Mascé”, in abbinamento a “Garesio Nebbiolo 2017”, Langhe D.O.C., Vino Rosso, 100% Nebbiolo, 14% Vol., prodotto da Garesio;

- Laurent Negrin - “Foie Gras e Pesche Caramellate”, in abbinamento a “Château Rieussec 2018”, Appellation Sauternes Contrôlée, Sauternes Premier Grand Cru Classé 1858, Vino Passito Sauternes, un Blend di Uve 75% Sémillon e 25% Sauvignon, 14,5% Vol., prodotto dallo Château Rieussec.

Durante la gara tutti i partecipanti hanno messo grandissimo impegno nelle preparazioni e in alcuni momenti sono stati anche sinceramente emozionati.

Dopo attenta valutazione della Giuria e un serrato scambio di opinioni, sommati i voti, il Presidente Paolo Baracchino ha dichiarato i Vincitori:

- PRIMO CLASSIFICATO - Alessia Pampalon;

- SECONDO CLASSIFICATO - Massimo Viciani;

- TERZO CLASSIFICATO - Laurent Negrin.

Ai Vincitori sono stati consegnati dei bellissimi Premi gentilmente offerti dall’ Ottica Paolo Fanucchi (Livorno), da Andrea's 1947 Cashmere (Prato) e da Giacomo Tosetti Camice su Misura (Firenze).

Il sottoscritto Giorgio Dracopulos ha regalato ai Vincitori una Copia della RivistaOinos - Vivere di Vino”, 

La Rivista “Oinos”, fondata nel Marzo del 2012, è un semestrale dove sia io che Paolo Baracchino scriviamo. La Rivista è un utile strumento di informazione ma anche un’accattivante fonte di curiosità destinata non solo agli appassionati che racconta con articoli, rubriche di attualità e bellissime foto, tutto ciò che ruota Internazionalmente intorno al Vino, al Turismo e alla Gastronomia.

La Seconda Edizione diChef per un Giorno a Il Nidoè stata assolutamente una deliziosa e divertente serata trascorsa tra cibo, vino e grande passione per la cucina.

https://www.facebook.com/elena.barsacchi.3?locale=it_IT


 "Il Nido": Una Vista Esterna

Elena Barsacchi

"La Giuria": Dracopulos, Lipari, Tell e Baracchino

Marco Cini con la "Pappa al Pomodoro"

Massimo Viciani

Massimo Viciani: "Tonno del Chianti"..... 

Alessia Pampalon e Leopoldo Belli

Alessia Pampalon: "Bottoni di Faraona".....

Leopoldo Belli: "Cappellacci di Capocollo".....

Maurizio Manetti con le "Cozze al Tramonto"

Camilla Pazzagli
 
Camilla Pazzagli: "Roast Beef".....

Laurent Negrin con il "Foie Gras".....

"Seconda Edizione Chef per un Giorno a Il Nido": I Vincitori