Il termine “Lunigiana”
deriva dal Latino “Lunensis Ager” (Terra
di Luna), e prende il nome dalla antichissima Città Romana di “Luna” (oggi
Luni) fondata, nel 177 a.C., come avamposto militare dai legionari durante la
vittoriosa campagna contro il Popolo dei Liguri.
La “Lunigiana”
è un Territorio che, a grandi linee, corrisponde al bacino idrografico del
Fiume Magra, nel nord della Toscana, ed è racchiusa tra l’Appennino, le Alpi
Apuane e il Mar Ligure .
Il Magra
nasce in Toscana tra il Monte Borgognone e il Monte Tavola a 1200 metri s.l.m.,
scorre tra le valli fino al lembo di pianura compreso tra le Provincie di La
Spezia e Massa Carrara, confluisce con il fiume più lungo della Liguria, il
Vara, e poi si getta nel Mar Ligure.
La Lunigiana
si interseca tra valli e monti di tre bellissime Regioni Italiane: Toscana,
Liguria ed Emilia Romagna. Oltre a ciò la Lunigiana geografica è in parte coesa
con un’altra delle zone più belle di questo territorio, la Garfagnana.
Non solo
alte e bellissime montagne, profonde e affascinanti valli, verdissime foreste, romantici
fiumi e fiumiciattoli, angoli di splendida natura incontaminata, ma anche una
lunga storia che in Lunigiana attraverso i secoli ha lasciato le strutture di 100
Castelli, Chiese, Borghi, Palazzi barocchi e le super misteriose “Statue Stele” erette dall’antica
popolazione locale dei Liguri-Apuani a partire da 3000 anni prima di Cristo.
Tra i Comuni
dell’alta Lunigiana troviamo quello di “Zeri” che con una superficie di 73,61
Kmq, dalle tipiche caratteristiche appenniniche, si estende al confine con
l’Emilia Romagna e la Liguria. “Zeri” è
un Comune Sparso (la Denominazione è diversa dalla Frazione in cui ha sede il
Palazzo Comunale) di poco più di 1000 Abitanti.
I
cristallini Torrenti (i principali sono: Gordana, Teglia e Adelano), ricchi di
trote, che alimentano antichi mulini ad acqua e che scendono dalle sorgenti in montagna,
vanno a formare, in questo affascinante territorio, quattro Vallate (Zeri,
Adelano, Rossano e Codolo) ricche di decine di piccoli e affascinanti Borghi
Antichi. Le particolari condizioni ambientali, caratterizzate da declivi
verdeggianti con fitti boschi di conifere, castagni e di faggi (quando i boschi
si trovano a più di 1000 metri), alternati a grandi prati permanenti usati come
pascolo e alle aree palustri montane, creano un microclima unico che oltre a
farne dei Luoghi di estremo interesse naturalistico risultano particolarmente
adatti all’agricoltura e all’allevamento del bestiame.
Qui i Pastori
allevano con i metodi della tradizione secolare e allo stato semi brado la rara
“Pecora Zerasca”. Al di fuori di queste valli è quasi introvabile, ne esistono
solo pochi altri allevamenti in tutta la Lunigiana, ma nel complesso si parla
di numeri molto piccoli, meno di 3000 capi.
Una “razza rustica”
che probabilmente nasce da un incrocio tra un ovino autoctono e un altro
proveniente dal settentrione d’Italia. La Pecora di Zeri è generalmente bianca
con una taglia medio grande e la testa proporzionata, di solito ha corna ben
sviluppate.
L’Ovino in
questione è allevato soprattutto per la straordinaria prelibatezza della carne
dei suoi agnelli (bianca, profumata, saporita e senza sentori di selvatico); questa
prerogativa è dovuta al fatto che essi si nutrono, inizialmente, esclusivamente
di latte materno particolarmente ricco di elementi nutritivi e, a seguire, solo
della magnifica e sana erba locale da cui deriva anche il fieno usato in
inverno.
La “Pecora
Zerasca” è un animale robusto che si adatta bene alle non facili condizioni
atmosferiche e climatica appenniniche. I Pastori tengono le greggi, per gran
parte dell’anno, nei pascoli incontaminati tra i 600 e i 1200 metri di altezza,
e soltanto nei periodi di forte gelo proteggono i loro capi negli ovili. A Zeri
i pascoli hanno la particolarità di essere gestiti ad uso civico e collettivo,
un’antica forma di gestione che risale addirittura a prima degli Antichi
Romani.
Nel 2001 è
nato il “Consorzio per la valorizzazione e la tutela della pecora e dell’agnello
di Zeri”, Ente preposto al controllo del severo disciplinare a tutela dei
consumatori e degli allevamenti per il rispetto degli animali e dell'ambiente.
La Pecora e
l’Agnello di Zeri non producono soltanto carne, latte e formaggi. Grazie anche
alle specifiche attività del Consorzio, la “lana zerasca” è tornata a far parte
di un ciclo produttivo tessile. Il particolarissimo tessuto che si realizza con
la lana locale si chiama “Mezzalana”, si tratta di una stoffa tipica della
Lunigiana realizzata incrociando un ordito di canapa con la trama in lana.
L’Agnello di
Zeri è anche un “Presidio
Slow Food”. Ogni anno a Giugno nel Comune viene organizzata anche la “Festa
della Pecora Zerasca e dell’Agnello di Zeri” con un Programma molto ricco che
prevede dimostrazioni di tosatura, lavorazione del feltro oltre a numerosi
stand con artigianato locale, ovviamente non manca la possibilità di degustare
il piatto tipico: l'agnello cotto rigorosamente sulla brace nei “testi” (i
grandi recipienti di ghisa): una sorta di “forno portatile” che nei tempi
antichi era di terracotta.
Percorrendo
la tortuosa e stretta Strada Provinciale 37, immersa nel verde, che da
Pontremoli porta nel Comune di Zeri, scoprirete che non esiste il “Paese di
Zeri”, il nome “Zeri” identifica, come già detto, l’insieme del territorio
delle Quattro Vallate e ha origine dall’antico Fortilizio Medievale “Castrum
Zirri” che difendeva il passaggio del “Passo del Rastrello”. Tutte le istituzioni, gli uffici e i servizi
della comunità sono ubicati nelle Località di Patigno e Coloretta, quest’ultima
è anche il Centro Commerciale.
Lo
straordinario “Agnello di Zeri”, l’Agnello del Paese che non c’è (andrebbe
chiamato “Agnello delle Valli di Zeri”) è stato inserito, per la sua tutela e
valorizzazione, anche nell’apposito elenco, predisposto dal Ministero delle Politiche
Agricole, Alimentari e Forestali, dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali
Italiani.
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