Nella parte sud
della Provincia Toscana di Livorno, al termine della Val di Cecina,
proprio in prossimità della foce dell'omonimo Fiume, nell'Alta Maremma o
Maremma Settentrionale, storicamente conosciuta come Maremma Pisana, si
trova il Comune di Cecina (circa 28.000 abitanti). Oggi Cecina è una vivace Cittadina
con alle spalle un’antica storia che risale addirittura agli Etruschi.
Le prime
notizie sugli abitanti della zona, ubicata allora nell’Etruria Settentrionale,
risalgono però alla dominazione Romana, quando il Prefetto “Cecina Decio
Aginazio Albino”, circa nei primi anni del 400 d.C., nell’attuale Località di
San Vincenzino, ristrutturò un edificio molto antico, forse risalente al I Secolo a.C., trasformandolo in una Villa Urbana (una grande costruzione con
spazi aperti a giardino, ampi locali e porticati oltre a un’imponente cisterna
sotterranea), i cui resti sono ancora visibili.
Nel 1590 il
Granduca di Toscana, Ferdinando I de’ Medici, dette qui l’avvio
all’urbanizzazione costruendo un Palazzo, sede dell’amministrazione delle terre
circostanti, un ponte di legno sul Fiume Cecina, un mulino e le prime case del
Borgo che successivamente, nella seconda metà del 1700, verrà denominato “Fitto
di Cecina”. Solo dopo la nomina nel 1746 del Marchese Carlo Andrea Ignazio
Ginori a Governatore della Città di Livorno e del suo Porto, Cecina iniziò ad
ampliarsi verso il mare.
Il Marchese
Ginori è famoso anche per aver fondato, nel 1735, in una sua Villa in Località
Doccia (oggi Sesto Fiorentino), una delle più prestigiose manifatture di tutta
Europa, la “Porcellana Ginori” (diventata poi, nel 1896, la
Richard-Ginori).
Proprio in
quegli anni, nella seconda metà del 1700, la Costa Cecinese fu bonificata dagli
stagni paludosi portatori di malaria e completamente trasformata con la
creazione di 15 km. di rigogliose pinete (400 ettari) ubicate a nord e a sud
del Fiume Cecina. Le Pinete servivano anche come barriera alla salsedine a
difesa delle campagne coltivate. Oggi tali Pinete formano la “Riserva Naturale Biogenetica dei
Tomboli di Cecina”.
Cecina è
collegata, senza interruzione di sorta, con il suo quartiere litoraneo di
Cecina Mare (o Marina di Cecina) principalmente con il bel Viale alberato
(Viale della Repubblica). Marina di Cecina, dagli anni sessanta, è una meta
turistica estiva accogliente e molto apprezzata e le sue spiagge, vista la
particolare validità dei servizi offerti e la qualità del mare, ricevono dal
2006 la prestigiosa “Bandiera Blu”.
A Cecina,
tra molto altro, ci sono numerose strutture sportive e in particolare per la
nostra storia devo citare il “Mantoflex Tennis Padel
Pickleball Club ”.
Il
“Mantoflex Tennis Club” si trova in Via Aldo Moro di fronte al grandissimo
parcheggio che serve anche l’adiacente “Piscina Comunale”.
Dal 2013 la
struttura del “Tennis” è in gestione a un’importante Azienda di Rosignano
Solvay (LI) che si occupa della costruzione, manutenzione e vendita, in tutta
Italia, di Superfici per Campi Sportivi, la “Mantoflex”.
Dopo poco
l’inizio della nuova gestione tutto il Club è stato riqualificato e rimodernato
anche con l’ampliamento della zona ristorativa. L'ingresso al “Mantoflex Tennis
Padel Pickleball Club” di Cecina è aperto a tutti (ingresso libero)
senza alcun abbonamento o tessera associativa né per la prenotazione
dei campi né per la frequenza.
Il
Club è dotato di un “Campo da Padel”, coperto con struttura in legno
lamellare apribile sui quattro lati, due “Campi da Pickleball” outdoor e
tre “Campi da Tennis” outdoor, le superfici offrono diverse soluzioni
(erbasint multicolor, resine multicolor, terra rossa). Durante l'anno
vengono organizzati, con la collaborazione di Maestri e Insegnanti della
“Federazione Italiana Tennis e Padel” (F.I.T.P.), corsi per ragazzi e
adulti, lezioni private, stage, tornei interni e nazionali.
Il
“Mantoflex Tennis Padel Pickleball Club” ha inoltre un gradevolissimo
e curatissimo spazio verde attrezzato.
All’interno
del “Tennis Club”, in questione, la Ristorazione è rappresentata da un
accogliente Locale che dal Mese di Giugno 2021 è stato preso in gestione da due
appassionati e bravi Cecinesi: Nicola Ascani (classe 1984) e da sua Moglie
Francesca Masoni (classe 1983): Disapore + Pizzeria e molto altro.
La “Pizza”
non è semplicemente un alimento ma è una vera e propria magia: attraverso un
rito manuale lavorando dell’acqua e della farina si realizza un simbolo
d’Italianità conosciuto in tutto il Mondo. La “Pizza” oggi è un successo planetario
e viene arricchita con vari ingredienti, ma quando è nata era una preparazione
“molto povera” e ha una Storia interessante.
L’impasto
con cui si produce il pane o altre forme di lievitati è uno dei cibi più
antichi dell’umanità. Attraverso i millenni al pane, e agli altri derivati,
sono stati aggiunti diversi ingredienti per conferirgli diversi e particolari
sapori. Alcuni Archeologi Italiani e Francesi hanno trovato in Sardegna tracce
di un tipo di pane risalente a circa 3000 anni fa. Da tale ritrovamento si
evince che le popolazioni locali avevano già la conoscenza dell’uso del
“lievito”. Ovviamente anche in tutte le altre parti del Mondo, dove si sono
sviluppate Civiltà Antiche, sono stati ritrovati resti che indicano le loro
capacità di specifiche preparazioni simili al pane.
La “Pizza” è
assolutamente una invenzione Italiana, anzi, più precisamente, è frutto di
quella straordinaria e particolare capacità inventiva che può nascere solo
nella magnifica Città di Napoli. Sulla sua origine però, prima del XVII Secolo,
non abbiamo date certe.
Il “Re degli
ortaggi”, il Pomodoro (Solanum Lycopersicum), importato dalle Americhe in
Europa nel 1540, dal navigatore e condottiero Spagnolo Hernan Cortés Monroy
Pizarro Altamirano (1485-1547), che per decenni era stato considerato velenoso
e pertanto usato solo come pianta ornamentale, nella prima metà del 1700 venne
utilizzato per arricchire la “Pizza” fino allora bianca.
Certa invece
è la data di nascita, a Napoli, di quella che è considerata la prima e più
antica Pizzeria del Mondo. Infatti nel 1738 aprì i battenti, nel centro della
Città, un Forno denominato “Port’Alba”. Il Forno produceva pizze, e altro, in
forni a legna (rivestiti con pietra lavica del Vesuvio), solo per la vendita
ambulante, anche con un particolarissimo metodo a credito denominato “Pizza a
Otto” che permetteva agli acquirenti, i più poveri, di ritardare il pagamento fino
a otto giorni dal consumo. Nel 1830, dopo alcuni decenni in cui la sua
produzione aveva raggiunto la fama non solo a Napoli, “Port’Alba” si trasformò
in una vera e propria Pizzeria con i tavoli e il servizio diretto al pubblico.
Negli anni
successivi la “Pizza” si è largamente diffusa in Italia e nel Mondo diventando
una forma di cibo comunitario simbolo della condivisione con un linguaggio
potente, universale e senza età.
Ma non tutte
le “Pizze” sono uguali. A conferma del “vero metodo di produzione” di questo
straordinario manufatto alimentare, il 7 Dicembre 2017, l’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha riconosciuto “l’Arte del
Pizzaiolo Napoletano” come “Bene Immateriale dell’Unesco e Patrimonio Culturale
dell’Umanità”.
Oggi la
“Pizza” fatta con particolare attenzione alla qualità delle farine, con l’uso
del “Lievito Madre” (l’unico che può dare all’impasto morbidezza e perfetta
consistenza), con l’utilizzo di ingredienti di altissimo livello di provenienza
Locale o a filiera corta, meglio se biologici, guarnita con ricchezza e
fantasia, è denominata “Pizza Gourmet”. Questa tipologia di “Pizza”, che mira
soprattutto alla digeribilità e al gusto, deve essere “obbligatoriamente”
servita tagliandola a spicchi.
Ma torniamo
alla Pizzeria Disapore + che, all’interno del “Mantoflex
Tennis Padel Pickleball Club” di Cecina, con la grande veranda (apribile
nella bella stagione), la sala interna e il bancone bar, offre un servizio
giornaliero completo anche di Caffetteria, dalla mattina presto alla sera tardi,
molto attento e premuroso.
Il Maestro
Pizzaiolo Nicola Ascani pur avendo in Famiglia uno Zio paterno che aveva una
conosciuta Pizzeria (“Da Baffo” a Donoratico) fino all’età di 14 anni non aveva
mai avuto l’intenzione di fare questo lavoro. Ma quando iniziò la prima
esperienza di lavoro estivo alla Pizzeria “Cavallino Matto” di Marina di
Castagneto Carducci (LI) le cose cambiarono e si aprì per lui una nuova appassionante
strada. Da allora è stato tutto un crescendo che lo ha portato a lavorare in
diverse Pizzerie anche sue e a girare il Mondo, dal 2016, come Tecnico di
Ricerca e Sviluppo del Molino Grassi, un’eccellenza Italiana nella
produzione di farine realizzate da grani biologi e antichi.
La Filosofia
della Pizzeria “Disapore +” è chiaramente definita dalle parole di Nicola
Ascani: “La mia è una Pizzeria Contemporanea in cui si realizza un percorso dove
le fermentazioni sono una diversa dall’altra, e dove la tradizione si amalgama
con l’innovazione. Tutto parte dagli impasti che ci permettono di realizzare 5 Stili
di Pizza (Croccante Romana, Napoletana, Padellino al Vapore, Stirata Romana,
Pizza Fritta al Forno). Particolare è anche la nostra offerta di Pane
realizzato con Lievito Madre Naturale. Essendo vissuto in Campagna, a Bolgheri
(LI) in una Famiglia di Contadini, desidero offrire alla mia clientela solo i
sapori veri, quelli sinceramente autentici di una volta e che oggi diventano
sempre più rari.”
Eccoci
giunti alla degustazione, da me fatta nella mia recente visita da “Disapore +”,
che è stata accompagnata, scegliendo dalla selezione di Etichette Italiane
prevalentemente Biologiche (c’è anche una curata Carta delle Birre), da
un’interessante Bollicina: Lo Sparviere Brut Cuvée N.7 D.O.C.G. Franciacorta.
Sono state
servite dalla gentilissima e premurosa Francesca Masoni le seguenti portate:
- “Amuse-bouche
Toscano”;
- “Gamberi
Furay” - Gamberoni fritti con uova bio e pane panko, accompagnati da una salsa barbecue;
- “Pizza
Domenica al Sud - Un Viaggio Roma Napoli Andata e Ritorno” - Pizza Romana
fritta con ragù classico di carne, fonduta di pecorino Toscano di fossa D.O.P.
e crema di basilico fresco;
- Pizza alla
Chianina della pregiata Macelleria Fracassi Simone” - Pizza con tartare di chianina
battuta al coltello, pomodori San Marzano D.O.P., valeriana condita, polvere di
olive nere fatto in casa, olio extravergine di oliva selezione Il Cavallino;
- “La Strada
del Vino di Bolgheri” - Pizza con stracciatella di Andria, lombino al vino
rosso di (maiale) grigio Casentino selezione Fracassi, aceto balsamico 24 anni
dell’Acetaia di Castagneto Carducci (LI);
- “Per Dolce
Fiori Fritti” - Tempura di Fiori di zucca freschi ripieni di ricotta di bufala
D.O.P. e alici di Cetara dell’Azienda Armatore.
Tutto molto
buono, si sente l’arte del bravo Nicola Ascani abbinata a una selezione di materie
prime decisamente ricercate e di altissima qualità.
Alla Pizzeria “Disapore +” all’interno del “Mantoflex Tennis Padel Pickleball Club” di Cecina (LI) troverete una Pizzeria Contemporanea che vi trasmetterà tutti i valori positivi contenuti in una speciale offerta di “Pizze Gourmet”, e non solo, grazie anche al grande amore di Nicola Ascani e di sua Moglie Francesca Masoni per il proprio lavoro. Inoltre da “Disapore +” riuscirete a provare nuove piacevolissime esperienze gustative.
Nessun commento:
Posta un commento