All’Antico
Pastificio Rosetano, della Famiglia Verrigni, l’eccellenza è il frutto della
sua lunga storia.
Nella
Regione Abruzzo sorse, nella metà del 1800, in Località “Le Quote” vicino al
mare, una Stazione Ferroviaria che serviva l’interno del territorio e l’antico
Paese, con l’omonimo Castello, di Montepagano.
Qui in pochi anni sorsero
diverse case, la prima Chiesa (Santa Filomena) e una scuola elementare.
Il 22 Maggio
1887, con decreto reale del Re d’Italia Umberto I, la località venne battezzata
Rosburgo (borgo delle rose).
Nel 1927, l’allora Presidente del Consiglio,
Benito Mussolini decise di italianizzarne il nome, oltre ad elevarlo a Comune
Capoluogo, e con un altro decreto regio, questa volta firmato dal Re Vittorio
Emanuele III, rinominò Rosburgo “Roseto
degli Abruzzi”.
Luigi
Verrigni era un piccolo artigiano di Rosburgo che, con tutta la sua famiglia,
iniziò a produrre pasta (spaghetti) di
qualità, la produceva macinando i grani con macine a pietra, impastava la
farina con l’ottima, limpida e fresca acqua proveniente dalle sorgenti situate,
a 900/1000 metri, sulla catena montuosa più alta degli Appennini continentali,
il Gran Sasso d’Italia, successivamente la essiccava all’aria aperta e al sole
disponendola su canne.
Le acque del
Gran Sasso sono batteriologicamente pure, povere di sodio e di bicarbonato di
calcio.
Nel 1934 sono state convogliate in quella straordinaria opera,
progettata e realizzata dall’Ingegnere Teramano Alfonso De Albentiis
(1871-1942), che è l’Acquedotto del Ruzzo.
Nel 1898,
Luigi Verrigni, iniziò a servire alcune nobili e ricche famiglie di Rosburgo
diventando ben presto famoso sia in zona che nei territori limitrofi per la
bontà della sua pasta.
Il successo fu tale e tanto che il figlio di Luigi
Verrigni, Gaetano, sviluppò l’attività sperimentando nuove e più moderne
tecniche di lavorazione.
Attraverso i
decenni la pasta Verrigni ha raggiunto dei livelli straordinari, conquistando i
palati più sofisticati, gli intenditori e i più grandi Chef, sia in Italia e
che all’estero.
Dal 2008
l’Azienda, oggi denominata “Antico Pastificio Rosetano”, una volta si chiamava
“La Rosetana”, è guidata da un nipote di Luigi Verrigni, un altro Gaetano,
insieme alla gentilissima consorte Francesca Petrei Castelli.
Qui si
lavora il “Triticum Turgidum Durum” (grano duro), esclusivamente Italiano,
proveniente anche da coltivazioni del Territorio Abruzzese come l’Azienda Agricola
della signora Francesca a Pineto (Teramo) e l’Azienda Agricola Valentini
(antichissima proprietà risalente alla metà del 1600) di Francesco Paolo
Valentini a Loreto Aprutino (Pescara).
La
lavorazione della pasta attraverso gli anni, pur mantenendo fermi i dogmi della
tradizione, si è modernizzata, in particolare per quanto riguarda la
trafilatura.
La
trafilatura è il passaggio della pasta nella “trafila” la macchina che dà la
forma desiderata alla pasta stessa a secondo dei formati desiderati.
Nella loro
Azienda alla trafilatura in bronzo si è affiancata (grazie all’aiuto
dell’artigiano orafo Sandro Seccia) la trafilatura in oro, quest’ultima serve
per produrre lo “spaghettoro”, il “fusilloro” e alcuni tipi dei “quadri”
(formati quadrati).
Questa trafilatura, prima e unica al mondo, impreziosita
dal contatto con l’oro, rende la pasta ricca di ricercata ruvidezza e di
elegante, avvolgente e particolare consistenza.
Peculiarità straordinarie che
grandi e super stellati Chef sfruttano nelle più particolari mantecature.
Dopo un
periodo in cui la pasta riposa si passa al rigoroso processo di essiccazione,
lento, fino a 60 ore a secondo della tipologia, e a bassa temperatura, tra i 45
e 50 gradi, mentre il prodotto è in movimento, al fine di conservare nella sua
piena integrità la struttura amidacea della pasta per mantenere invariati gli antichi e squisiti
sapori di una volta.
Oggi
l’Antico Pastificio Rosetano produce 80 formati diversi di pasta nelle varie
tipologie, dalle tradizionali alle aromatizzate fino alle biologiche.
Dopo 115
anni di storia, intrisi dell’amorevole dedizione e della passione della Famiglia Verrigni, l’Antico Pastificio Rosetano di Gaetano e Francesca
Verrigni, può vantarsi di produrre, in un perfetto equilibrio tra tradizione e
innovazione, della pasta Italiana speciale, extra lusso, trafilata anche in
oro.
Ma oggi
voglio parlare di uno dei loro prodotti più recenti (è uscito nel 2011)
l’eccezionale “BU-Quadro" Verrigni (il bucatino quadrato).
Questo nuovo formato
si aggiunge alle altre loro paste corte quadrate e si affianca, nel loro
Catalogo, ai bucatini tradizionali.
Il bucatino
non è altro che uno spaghetto bucato.
Questa particolare tipologia di pasta,
fatta con semola di grano duro, ha una
forte tradizione nella Cucina Romana essendo il fondamento di ricette ormai
note in tutto il mondo come: “Carbonara”, “Amatricina”, “Cacio e Pepe”.
Al
Pastificio Verrigni hanno voluto impreziosire il bucatino dandogli una forma
quadrata, fermo restando la loro straordinaria materia prima, l’essicazione
lenta e la trafilatura in bronzo.
Questa
particolare e innovativa lavorazione permette di avere con una brevissima
bollitura, circa due minuti, una pasta estremamente gradevole, dalla magnifica
consistenza che tiene benissimo qualsiasi tipo di sugo data, anche, la facilità
con cui può penetrare al suo interno.
Per godermi
il “BU-Quadro” di Verrigni sono andato da un caro amico, in Darsena a Viareggio
(LU), Daniele Poleschi, titolare dello storico Ristorante Trattoria da “Miro” Alla
Lanterna in Via Michele Coppino.
La Darsena
di Viareggio è una delle zone più antiche e affascinanti della Città, con il
suo vecchio porto dei pescatori, oggi affiancato da quello turistico, e dai
famosi cantieri navali di super lussuose imbarcazioni. Anticamente quella che
oggi è la via principale, Via M. Coppino, era il regno dei vecchi artigiani
dediti alle barche come i calafati e i maestri d’ascia.
Il
Ristorante da “Miro” è stato aperto nel lontano 1954 dal nonno di Danile, Mirro
Ghilarducci.
Daniele,
classe 1973, ha preso le redini dell’Azienda di famiglia nel 1995, è un grande
appassionato di Vini e di Cucina, un padrone ideale per un Locale di
Qualità.
Il
Ristorante Trattoria da “Miro” è un posto molto caratteristico, particolarmente
tranquillo e accogliente, è specializzato nella Cucina di pesce freschissimo,
oltre a ciò ha anche una
selezionatissima e importante Carta dei Vini con oltre 700 Etichette (cento solo di
Champagne).
Con Daniele,
e il suo bravo Chef Riccardo Angeli, abbiamo deciso di accompagnare i 500 gr.
di Bu-Quadro Verrigni con un sugo di Tartufi
di Mare, Vongole e “Nieddittas” le Cozze di Arborea (nel Golfo di Oristano) le
migliori della Sardegna.
Il grande tegame
di pasta di bucatini quadrati mantecati nell’acqua dei frutti mare, già dal
profumo che emanava, metteva l’acquolina in bocca.
Alla prova
del palato, la consistenza e il sapore dei bucatini quadrati amalgamati con
l’ottimo sugo, ha dato un risultato che definirlo solo “eccellente” non rende
bene l’idea.
Abbiamo
accompagnato la degustazione con un’ottima bottiglia, suggerita da Daniele, di Champagne
Drappier, Brut, Blanc de Blancs Signature (ogni Bottiglia ha sul vetro la firma
stampata in oro “Drappier”), 12,5% Vol., 95% Chardonnay e 5% Blanc Vrai (Pinot
Blanc), dell’antica Maison Drappier fondata, nel 1808, nel micro Comune di
Urville (meno di 100 abitanti), nel Dipartimento Vosgi, nella Regione Francese
della Lorena.
Posso solo
aggiungere che il “Bu-Quadro” dell’Antico Pastificio Rosetano di Gaetano e
Francesca Verrigni ha incontrato con grande successo “il mare” al Ristorante
Trattoria da “Miro” di Viareggio.
Bucatino Quadrato "Bu-Quadro" Verrigni
Ristorante Trattoria da "Miro"
Daniele Poleschi e Giorgio Dracopulos
Bu-Quadro Verrigni con Tartufi, Vongole e Cozze
Champagne Drappier Blanc de Blancs
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