Tracce di
rapporto tra uomo e “Vitis Vinifera” (Vite Comune o Vite Euroasiatica) si sono
trovate in Cina (risalenti a circa 7000 a. C.) e in millenni successivi in Georgia, Iran, Grecia e Sicilia.
Proprio in
Sicilia, ma anche in Georgia, recentemente, è stato fatto il ritrovamento forse
più antico di tracce specifiche di Vino, risalenti a circa 6000 anni a.C.,
analizzando dei contenitori di coccio.
Ma bisogna
arrivare alla metà del Medioevo (periodo Storico intercorso tra il V e il XV
Secolo) per avere le prime trattazioni riguardanti il “Vin Santo” (o Vinsanto).
Molte ed
elaborate sono le Teorie e le Leggende che sono state tramandate sulla nascita
del “Vin Santo” e sul suo nome, ma molto più veritiero è il fatto che il “Vin
Santo”, un particolare Vino Dolce, si è sempre chiamato così perché era un Vino
usato durante le Sante Messe officiate in zone particolari d’Italia.
La
Tradizione ci ha tramandato che per questo Vino particolare venissero scelti i
grappoli migliori, e successivamente, questi fossero messi ad appassire (a
seccare) adagiandoli su stuoie o appendendoli con vari sistemi.
Tali
sistemazioni dovevano essere ubicate in luoghi particolarmente areati e
freschi.
Poi quando
le uve raggiungevano il punto giusto di appassimento venivano pigiate e
il ricavato (mosto), con o senza vinacce a secondo del metodo seguito, veniva
raccolto in Caratelli (piccola botte di rovere o castagno), dai 15 ai 50 litri,
da cui era appena stata tolta la produzione precedente.
Durante
questa operazione si lasciava la “feccia” (deposito che si forma sul fondo) che
vi si trovava ritenendo che fosse responsabile della buona riuscita del “Vin
Santo” tanto da denominarla “feccia madre”.
I Caratelli
sigillati (privi di ossigeno) venivano sistemati in luoghi, come i sottotetti,
che avessero una forte escursione termica per periodi, di minimo tre anni, fino
a 10 anni e oltre.
Per sottolineare la preziosità di tale selezione, presa in
considerazione ieri e oggi, un dato molto indicativo la evidenzia: da un
quintale (100 kg.) di uva fresca si ricavano, all’incirca, soli 25 litri di “Vin
Santo”.
Ai nostri
tempi nella produzione del “Vin Santo” si seguono tutte quelle regole
igienico/sanitarie imposte dai regolamenti produttivi, ma molto della
tradizione è rimasto.
Il “Vin
Santo” è un Vino Dolce caratteristico della Toscana e dell’Umbria e viene
prodotto con Uve a Bacca Bianca di Trebbiano e Malvasia.
Il “Vin Santo” può
essere sia amabile sia secco.
Dato che il mosto del “Vin Santo”, a seguito
dell’appassimento, risulta particolarmente concentrato di zuccheri, il grado
alcolico che ne deriva supera anche il 19% nei Vini più secchi.
Il “Vin
Santo” si può produrre anche con Uve a Bacca Nera di Sangiovese, in questo caso
si definisce “Vin Santo Occhio di Pernice”.
Il “Vin
Santo del Chianti Classico Occhio di Pernice” è un Vino a Denominazione di
Origine Controllata (D.O.C.) la cui produzione è consentita soltanto nelle
Province di Firenze e Siena.
Uno dei “Vin
Santi Occhio di Pernice” più straordinari è quello prodotto da “Avignonesi”.
L’Azienda Avignonesi nasce, a Montepulciano (SI) nel
1974, dalla volontà e la passione dell’omonima Famiglia e attraverso i decenni
ha fatto Storia con i suoi Vini e non solo.
Nel 2009 l’Azienda è stata rilevata
da Virginie Saverys (una nota Avvocatessa Belga) che da subito ha introdotto
metodi di coltivazione biologica e dal 2012 ha anche la nuova Cantina alla Tenuta Lodola.
Nel
Territorio di Montepulciano l'Azienda “Avignonesi” possiede otto Vigneti in 5 diverse
Locazioni (possiede un Vigneto anche nella Zona di Cortona in Provincia di
Arezzo).
Il “Cuore di
Avignonesi”, a Montepulciano, è la Fattoria Le Capezzine con le sue 4 Parcelle, a 300 metri
s.l.m., per un totale di circa 7 ettari e mezzo Vitati: “Stella”, “Stellina”,
Vergine” e la famosa e caratteristica “Vigna Tonda”.
Si coltivano Uve di
Sangiovese, Grechetto, Malvasia e Trebbiano.
Qui si produce (in anni più recenti per rientrare nella D.O.C.) con un preciso e accuratissimo Metodo di Vinificazione il “Vin Santo” e il “Vin Santo
Occhio di Pernice”.
Il “Vin
Santo Occhio di Pernice” di Avignonesi, anzi dal 1999 con l’apposizione della “Nuova
Etichetta” è meglio dire l’Occhio di Pernice Vin Santo di Montepulciano D.O.C.,
si ottiene esclusivamente dalle migliori Uve di Sangiovese dell’Azienda che
appena vendemmiate (esclusivamente a mano e adagiandole in piccole cassette
foderate con foglie di vite) vengono poi messe per 6 mesi, nell’appassitoio, su
stuoie di giunco.
Successivamente
le Uve vengono delicatamente pressate e il mosto ricavato viene versato, a
invecchiare per circa un decennio, in Caratelli di rovere da 50 Litri.
La
fermentazione è estremamente lenta e tutta naturale con l’esclusiva aggiunta
del “lievito indigeno”: la speciale “madre” dall’origine centenaria che
l’Azienda custodisce con amorevole cura.
Dopo
l’imbottigliamento l’Occhio di Pernice può trascorre anche un altro anno prima
di essere messo sul mercato.
Ho avuto la
grande soddisfazione (per non dire estrema gioia) di poter stappare, nel
“Trentennale” dalla vendemmia, una Bottiglia da 375 ml. di “Avignonesi Occhio
di Pernice 1988” ancora con la “vecchia Etichetta” con Denominazione “Vino da
Tavola di Toscana” e prodotto, al tempo, nella Tenuta della Selva.
La preziosissima Bottiglia era la
numero “0777” delle sole “1313” realizzate nell’Annata: una vera super rarità.
Che dire di
questo “Vin Santo” sennonché è semplicemente meraviglioso ed emozionante, incredibilmente
ricco, elegante ed equilibrato, dai sentori infiniti e variegati, si
caratterizza per una consistenza clamorosamente densa e una lunghissima,
avvolgente persistenza.
Consiglio di
degustare questa portentosa e mitica “ambrosia” in ampi calici di fine
cristallo tipo Cognac a una temperatura di 16 gradi.
Il “Nettare”
per gli Antichi Greci era la bevanda dei loro Dei, gli Olimpi, e si riteneva
che “donasse l’immortalità”.
Credo che
sia decisamente giusto definire il “Vin Santo Avignonesi Occhio di Pernice
1988” un “Nettare degli Dei”, per giunta invecchiato 30 anni.
"Avignonesi Vin Santo Occhio di Pernice 1988"
Retro Etichetta
Giorgio Dracopulos
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