giovedì 26 maggio 2011

“KETEPA PRIDE” IL SAPORE AFRICANO DEL TE’ NERO DEL KENYA.

La Tisana più bevuta al mondo è il (si può scrivere anche “The”), si calcola una cifra di circa trecento miliardi di tazze l’anno.
I Cinesi ne conoscevano l’uso già 2500 anni a. C..
In tutto l’Oriente, attraverso i Secoli, la preparazione del è stata una vera e propria forma d’arte basata anche su fascinosi risvolti filosofici.
In Europa la bevanda arrivò solo nel XVI Secolo.
La sua larga diffusione è esplosa dopo l’invenzione della “Bustina Tè Monouso”, nel 1904, fatta, dal commerciante di New York, Thomas Sullivan, che usò come involucro prima la seta poi la garza. Solo nei primi anni cinquanta, si arrivò alla bustina di carta come noi la conosciamo oggi.
Il contiene molte sostanze in gran parte positive, se non addirittura benefiche, per la nostra salute.
Le principali tipologie di , derivanti tutte dalla stessa pianta, ma diverse per i trattamenti di produzione, si possono riassumere, “schematizzando molto”, in:
- BIANCO, il suo nome deriva dal colore dei filamenti presenti sui germogli in via di sviluppo (gemme), la produzione è particolarmente limitata anche per la selezione qualitativa severissima;
- GIALLO, il suo nome è ripreso dal colore della sua infusione, è piuttosto raro;
- VERDE, subisce un particolare trattamento che mantiene immutato il colore originario delle foglie;
- OOLONG, il termine in Cinese significa “Drago Nero”, viene chiamato anche “Tè Blu”, oltre ad una particolare fermentazione segue una lavorazione più complessa che finisce con l’essiccatura;
- NERO, è la stessa pianta del Tè Verde, la “Camellia Sinensis” (un cespuglio sempreverde), ma si differenzia da quest’ultimo per la lavorazione delle foglie, che, in questo caso, vengono essiccate, arrotolate, nuovamente essiccate, infine tritate.
Di tutta la produzione mondiale annuale di , che si aggira intorno ai 2,5 milioni di tonnellate, l’80% circa è Tè Nero, proveniente in massima parte da Cina, India, Giappone, Sri Lanka, Nepal, Indonesia e Kenya.
Il Kenya, nonostante la sua particolare conformazione territoriale di altipiano montuoso ha un sistema agricolo diversificato e capace. Più di 450.000 piccoli agricoltori si dedicano alla cura delle piante del , grazie a loro, questa Repubblica dell’Africa Orientale, riesce ad esportare un prodotto di buona qualità.
Ho assaggiato con soddisfazione il Ketepa Pride Tea una delle tipologie prodotte dalla Kenya Tea Packers Limited (Ketepa è l’acronimo della Ditta), l’Azienda fondata nel 1978 e oggi presente con i suoi marchi di in tutto il mondo, ha la sede e lo stabilimento per il confezionamento a Kericho, circa 270 Km. ad ovest di Nairobi, la capitale del Kenya.
Un moderno sistema di gestione che non lascia niente al caso, questo il segreto della Kenya Tea Packers, che per la salute dei suoi addetti e dei loro familiari ha costruito anche una Clinica ben attrezzata.
Per la loro ottima produzione la Ketepa ha ottenuto, negli ultimi anni, importanti riconoscimenti e premi, nazionali e internazionali, che la qualificano tra le migliori Aziende produttrici del mondo.
Sulla scatola da 50 bustine in mio possesso, c’erano i suggerimenti per ottenere i migliore aromi, in Swahili (si legge “Suahìli”, la lingua Bantu parlata in Kenya) “Jinsi Ya Kutayarisha” (Istruzioni per la Preparazione):
- Scaldare dell’acqua bollente (meglio se minerale naturale) nella Teiera;
- Introdurre nella Teiera una bustina di per ogni tazza da riempire e attendere almeno 4 minuti, agitare prima di servire;
- Aggiungere latte o limone e zucchero a proprio gusto.
“Ketepa Pride Kenya Tea Bags” un ottimo Tè, selezionato e miscelato con granuli più fini, dagli aromi intensi, e come giustamente si chiama in Inglese, un Tè motivo di grande “Vanto”.

Kenya Tea Packers Limited
Kericho, Kenya.
http://www.ketepa.com/

lunedì 16 maggio 2011

RISTORANTE SERENDEPICO DEL RELAIS DEL LAGO A GRAGNANO (LU): IL PIACERE DELL’OTTIMA CUCINA.

Il sostantivo maschile “neologismo” deriva dal Greco “neo-logos” (nuova parola) ed indica un termine o una locuzione che non appartiene alla storia lessicale di una lingua, ma che è stata inventata successivamente per indicare qualcosa che non c’era o non era stato precedentemente classificato.
La parola “serendipity”, in Inglese, è un neologismo inventato, nel 1754, da Horace Walpole IV Conte di Orford (piccola Città nella Contea di Suffolk), uomo politico, letterato e scrittore vissuto in Inghilterra tra 1717 e il 1792.

Walpole con questo termine volle indicare, soprattutto in campo scientifico e in quello delle esplorazioni geografiche, la casualità di una scoperta positiva e inaspettata, che giunge, improvvisamente, mentre si cerca, con impegno, qualcosa d’altro.
Attraverso i decenni, dopo la sua nascita, il termine “serendipity”, in Italiano”serendipità”, ha allargato il suo significato, fino a giungere a indicare: un’inattesa fortuna, una sistemazione di varie cose della propria vita per affrontarla meglio ed amarla di più, oppure trovare cose belle e buone senza averle cercate o cercandole senza pensare a che grande livello potrebbero essere.
A Gragnano, piccola Frazione del comune di Capannori, in Provincia di Lucca, c’è un antico Casolare, completamente ristrutturato, adagiato su una dolce e panoramica collina: il Relais del Lago.
La struttura, di proprietà del gioviale Alessandro Ciomei, nato a Lucca nel 1970, fu acquistata dai suoi genitori nel 1989. Al tempo il complesso era diroccato, ma, dal 1999, sono iniziati gli impegnativi lavori per trasformarlo nell’ospitale Relais che è oggi.
Una costruzione centrale a pietra a vista su tre piani (in alto le accoglienti, accessoriate e personalizzate camere), ai lati tre ex annessi agricoli, più bassi, in due dei quali sono stati ricavati degli appartamenti molto confortevoli. Il tutto circondato dal grande parco ricco di cipressi centenari e piante aromatiche, con la piscina, il laghetto per la pesca delle carpe, la “private suite spa”, il negozio con i prodotti dell’Azienda e del territorio, il Ristorante.
Il Ristorante del Relais si chiama “Serendepico”.
Il Locale aperto dal 2005, per i primi anni è stato dato ad una gestione esterna e solo dal mese di Luglio del 2009, è stato preso sotto la conduzione diretta della proprietà.
L’ambiente è molto piacevole e luminoso, prevale il bianco, due piccole sale con ciascuna quattro tavolini apparecchiati con attenta cura, le pareti in pietra, le grandi finestre, la vetrata, una snella colonnina in metallo al centro della seconda saletta; da un angolo nascosto, di quest’ultima stanza, parte la stretta scala che sale per accedere alla cucina.
Con la bella stagione, potendo mangiare fuori, i coperti aumentano.
Alessandro Ciomei non aveva mai fatto il Ristoratore, ma ha una grande passione per la Gastronomia ed è stato bravissimo nello scegliere i suoi collaboratori.
In Sala, oltre ad Alessandro stesso, una valente, preparata e professionale Chiara Bertoneri (con Alessandro e me nella foto in alto), dal 2009 Sommelier A.I.S., ha studiato all’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione “Giuseppe Minuto” di Marina di Massa (MS), poi si è specializzata in importanti e noti Locali, sia in Italia che in Svizzera.
Chiara ha curato personalmente la “Carta dei Vini & Affini” del Serendepico, tra Etichette Italiane e Straniere, un vero concentrato del buon bere.
In Cucina Damiano Donati (prima foto in basso), giovane e già esperto Chef, assistito dal Sous Chef Ernesto Della Santa e da Chinthaka De Silva.
Damiano ha l’arte culinaria “nel sangue”, ha lavorato nelle cucine professionali fin dall’età di 14 anni. Il suo curriculum, pur essendo giovanissimo, è nato a Lucca nel 1987, è già molto ricco.
Dopo l’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorativi “Fratelli Pieroni” di Barga (LU), ha fatto esperienze in diversi importanti Locali della Lucchesia, poi, grazie alle sue capacità, non comuni, in Ristoranti “Stellati” come il Butterfly di Marlia (LU), l’Enoteca Henri di Viareggio (Lu), La Villa Maria Luigia di Collecchio (PR), e a Le Calandre di Massimiliano e Raffaele Alajmo, “Tre Stelle Michelin”, a Sarmeola di Rubano (PD).
A proposito, Chiara e Damiano sono fidanzati da 4 anni, si sono conosciuti alla Champagneria Bollicine di Forte dei Marmi (LU) dove erano andati tutti e due a lavorare.
Eccoci giunti alla degustazione.
I piatti sono stati accompagnati, dopo l’Aperitivo con lo Champagne Francois Montand Cotes Du Jura, da un’interessante selezione di Vini appositamente scelti dalla brava Sommelier che li ha serviti con eleganza:
- Coenobium 2008, Bianco Lazio I.G.T., 12,5%Vol. (45% Trebbiano, 30% Malvasia, 20% Verdicchio e 5% Grechetto), prodotto nell’assoluto rispetto della natura nei terreni delle Suore di Clausura Cistercensi Trappiste del Monastero di Nostra Signora di San Giuseppe a Vitorchiano (VT);
- Porta del Vento Catarratto 2009, Bianco I.G.P. Sicilia (100% Catarratto, uno dei Vitigni Autoctoni Siciliani, a bacca bianca, più antichi), 12% Vol., Coltivazione Biologica Certificata, dell’Azienda Agricola Marco Sferlazzo, Contrada Valdibella, Camporeale (PA);
- Badia a Coltibuono Riserva 2007, Chianti Classico D.O.C.G. (90% Sangiovese e 10% Canaiolo), 14,5% Vol;
- Vin Santo del Chianti Classico Badia a Coltibuono 2004, D.O.C. (50% Trebbiano e 50% Malvasia), 15% Vol..
Anche questi due ultimi Vini sono prodotti con Uve provenienti da Agricoltura Biologica Certificata da un’Azienda simbolo del Chianti, con più di mille anni di storia, Badia a Coltibuono (L’Abbazia del Buon Raccolto) della Famiglia Stucchi Prinetti, Loc. Monti di Sotto, Gaiole in Chianti (SI).
In tavola, su una simpatica tavoletta di legno il fresco Pane della Casa, fatto con “lievito madre” e farina integrale di farro.
Sono stati serviti:
- Filetto di trota marinato con succo di mandarino e un filo di Olio Extra Vergine di Oliva;
- Battuta di scamone, olio, sale e farro soffiato;
- Rapa amara con baccalà mantecato e gamberi rossi;
- Ravanelli con cuore di foie gras (marinato con latte di riso e Calvados) e ristretto d’aceto di mele;
- Risotto Carnaroli con zafferano, capperi e polvere di anice stellato;
- Spaghettone (Antico Pastificio Benedetto Cavalieri di Maglie, Lecce) con calamari e il loro 5/4 (il “Quinto Quarto” sono le parti che solitamente si escludono dalla cottura);
- Maialino da latte con spuma di patate senapate e caffè;
- Bon bon di cioccolato al caramello e cuore alla rosa;
- Nel Sasso … Sorbetto alla mela verde e crema di pistacchi con polvere di the verde e menta;
- Cioko-Moka, gelato alle mandorle con mousse calda di cioccolato e caffè;
- Pan d’anice;
- Piccola pasticceria della Casa.
Questo giovane Chef ha una “mano” sicura, abile e già esperta, molto buoni i sapori e gli accostamenti, le presentazioni sono curate e particolari, ad esempio il Sasso scavato che conteneva il Sorbetto è un Ciottolo proveniente dall’alveo di un Fiume, viene freddato per poi ottenere, con il riscaldamento in tavola, l’effetto bagnato, una intelligente espressione del ritorno alla sua origine.

Posso dire con assoluta certezza di aver fatto una degustazione estremamente interessante.
Il Ristorante Serendepico di Gragnano (LU) fa proprio fede al suo nome: un Locale dove potete stare e mangiare molto al di sopra di ogni più rosea vostra aspettativa.
Ristorante Serendepico
Relais Del Lago
Via della Chiesa di Gragnano, 36
Gragnano, Capannori (Lucca)
Tel. 0583 975026
www.serendepico.com











































domenica 8 maggio 2011

BACCO & LA VOLPE OSTERIA ENOTECA DAL PROFUMO DI CUCINA TRADIZIONALE TOSCANA.

Bacco, in Latino Bacchus, era il corrispondente, nella mitologia Romana, della divinità Greca Dioniso, Dio del Vino e della Vendemmia.
La livornese Silvia Volpe (con me nella prima foto in basso) ha scelto proprio l’abbinamento con questa antica divinità e il suo cognome, per battezzare la nuova gestione del suo Locale, a Castelnuovo Misericordia, in Provincia di Livorno: Bacco & La Volpe.
Silvia, senza il fratello Andrea (tornato dalla fidanzata in Sudafrica), cambia, oltre al nome, anche la filosofia della “Casina delle Ostriche” in qualcosa di più tradizionale, preparando personalmente e con materie prime del territorio dagli antipasti ai dolci.
Sabato 2 Aprile 2011, sono andato all’inaugurazione della “nuova” Osteria Enoteca Bacco & La Volpe.
Il Locale, non ha subito grossi cambiamenti, come ho già descritto nell’Articolo, che feci su di loro e che potete trovare in archivio, è accogliente, rustico ma elegante. Entrando un piccolo ma ben arredato disimpegno con scrivania, mobile vetrina e scaffalatura con i vini, poi la prima saletta con due tavoli a sinistra e sulla destra il nuovo grande banco frigo per l’esposizione dei formaggi e degli affettati, a seguire la seconda sala con altri sei tavolini, un bel camino e l’angolino Bar.
In estate la grande veranda panoramica permette di mangiare fuori.
Alle pareti gli immancabili quadri del babbo di Silvia, il famoso e bravo pittore Angelo Volpe, che per l’occasione ha realizzato per la figlia due dipinti specifici: La Volpe con l’uva e il Vino, e Bacco.
Per il ricco Buffet erano stati preparati molti vassoi appetitosi:
- Panini imbottiti assortiti;
- Farro con mozzarella pomodoro e basilico;
- Farro con olive, prosciutto cotto e fontina;
- Sformato di Patate;
- Sformato di zucchine;
- Panzanella;
- Un bel Prosciutto Toscano D.O.P. dello storico Salumificio Viani, Loc. Cusona, San Gimignano (SI);
- Un vasto assortimento di formaggi con marmellate in abbinamento, su cui spiccava una grande forma di “Grandamiata” della bella Azienda Latteria Amiatina di Stribugliano (GR), il proprietario, Gabriele Baldini, in persona, spiegava ai presenti la straordinaria qualità e i pregi di questo formaggio;
- Baci di dama al cioccolato;
- Tartufini al cocco, alla nocciola e al pistacchio;
- Crostatine di pasta frolla con crema pasticcera e fragole;
- “Brutti ma buoni”;
- Crostata di pasta frolla con frutta fresca.
I Vini scelti in abbinamento, serviti dal simpatico Sommelier F.I.S.A.R. Francesco D’Oriano, sono stati:
- Torrevilla Vino Spumante Brut, Oltrepò Pavese D.O.C. Metodo Classico, dell’Azienda Torrevilla di Torrazza Coste (PV);
- Montagner Cuvée Rosè Vino Spumante Brut, Veneto I.G.T., dell’Azienda Montagner di Motta di Livenza (TV).
Conversando con Silvia Volpe, appassionata e sinceramente emozionata per questo nuovo grande impegno, ho appreso la sua volontà di semplificare e rendere la cucina del suo Locale più snella e tradizionale, con una prevalenza netta di ricette di “terra”.
A Silvia un grosso affettuosissimo “In Bocca al Lupo”.
Osteria Enoteca
Bacco & La Volpe
Via dei Poderini, 1
Castelnuovo Misericordia (LI)
Tel. 0586 744323