lunedì 31 agosto 2015

AL RISTORANTE “SCOLAPASTA” DI CASTIGLIONCELLO (LI) PER DEGUSTARE LE PRELIBATEZZE DELLO CHEF MICHELE MALTINTI.




Ci sono storie, che racconto, in cui sono coinvolto più di altre, una di queste, che riempie il mio cuore di piacevoli ricordi, inizia nel lontano 1988 quando, nella bella e accogliente Località Turistica/Balneare di Castiglioncello, in Provincia di Livorno, aprì il RistoranteScolapasta”.

Io mi ero trasferito a Castiglioncello da poco più di due anni e l’apertura di un nuovo Locale in centro (Località Portovecchio) mi aveva subito incuriosito.

Già alla primissima visita, al RistoranteScolapasta”, trovai un’accoglienza estremamente calda e familiare, unita a un’ottima e sincera cucina, sia di carne che di pesce.

Al RistoranteScolapasta” la Cuoca era la bravissima Maura Bianchi e in Sala c’era suo marito Cilano Maltinti
Una straordinaria gestione familiare che offriva alla sua clientela, da subito numerosa, una grande qualità e un servizio gentile e premuroso. 
Non solo Ristorante ma anche una pronta e comoda Cucina da asporto.

In Sala, già a quel tempo, lavorava anche il giovane figlio dei Maltinti, Michele (nato a Rosignano Solvay il 5 Settembre 1969), che già con passione seguiva le orme di suo padre sia nel Ristorante,  ma anche nel grande amore per il mare e la pesca. 
Da “sempre” i Maltinti hanno avuto una barca per la pesca.

Passarono gli anni e crebbe l’amicizia con Maura e Cilano, spesso venivo invitato a cena a casa loro, insieme anche a Michele, nel giorno di riposo del Ristorante
In altre occasioni, andavamo, sempre insieme, a provare qualche nuovo locale. 
Quante serate, pranzi e “feste comandate” ho trascorso allo "Scolapasta", eventi felici dove ho sempre mangiato benissimo.

Con il trascorre degli anni, l’aumentare degli impegni, e la vita sempre più caotica, purtroppo ha interrotto le nostre frequentazioni per diversi anni.

In questo periodo al Ristorante Scolapasta, nel 2006, Michele Maltinti, dopo molta gavetta, è subentrato in Cucina alla sua mamma. 
Questo delicato passaggio ha portato un notevole salto in avanti verso una Cucina più moderna, tanto che, anche per adeguare il Ristorante alle nuove esigenze, nel 2008, il locale è stato completamente ristrutturato e rinnovato.

Aria nuova anche in Famiglia, nel 2009 Michele si è sposato con Manuela Bernini, oggi hanno due bellissimi figli, Leonardo ed Elisa.

Sono andato a trovare il mio amico Chef Michele Maltinti per degustare la sua Cucina.

Il Ristorante Scolapasta” si trova a pochi passi dal mare, proprio sulla Vecchia Aurelia, è un Locale molto luminoso, accogliente, alle pareti, e non solo, si notano le opere del Pittore/Scultore Armando Tanzini.  

Dalla Reception/Ingresso, con il bancone bar sulla sinistra, si entra nella saletta con adiacente la bella veranda chiusa, durante la buona stagione si può usufruire anche del giardino.
I colori sono caldi e tenui, le luci riposanti, le sedute rivestite e comode, elegante l’apparecchiatura (mise en place).

Il Menu è quello del giorno, scritto a gesso sulla speciale lavagna con la cornice dorata. 
Si basa su ciò che di più fresco e buono si è trovato nei vari mercati o che Michele, da buon pescatore, ha preso direttamente dal mare. 
Ovviamente è una sostanziosa scelta di preparazioni a base di pesce.

La Carta dei Vini, piuttosto corposa (circa 200 etichette) è ben selezionata, si apre con una buona scelta di Champagne, poi ci sono i Vini Bianchi provenienti da Umbria, Alto Adige (Valle Isarco), Val D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Campania, Sicilia, Sardegna, Lombardia e non mancano i Bianchi di Francia. 
Seguono i Vini Rosati, una vasta scelta di Vini Rossi del Territorio (anche super importanti), e dei Pinot Neri in maggioranza Italiani ma anche con qualche Francese (Borgogna).

Ampio l’assortimento dei Distillati, poi c’è la Carta dei Caffè.

Il bravo responsabile di Sala, Francesco Biagi, allo Scolapasta dal 2007, l’autore della Carta dei Vini, vi consiglierà le migliori bottiglie da abbinare al Menu preferito.

Ma veniamo alla degustazione fatta.

Le preparazioni sono state accompagnate da due Vini buonissimi:

- “Philipponnat Extra Brut 2006”, Champagne Premier e Grand Cru Millésime, Cuvée Spéciale Moon Import, 75% pinot Nero e 25% Chardonnay, prodotto dalla “Domaines Philipponnat” a Mareuil-sur-Ay in Francia;

- “Baron de L 2009”, Appellation Pouilly Fumé Contrôlée, 100% Sauvignon, prodotto con uve di vigne di oltre 30 anni, 12,5% Vol., della “Domaine de Ladoucette” di Pouilly-sur-Loire, in Francia.

In tavola il fragrante pane della Casa ai vari sapori e la schiacciatina croccante.

Sono state servite le seguenti portate:

- “Le tre tartare dello Scolapasta” - Palamita con finocchio, Occhiata con misticanza di erbette di prato e germogli di ravanello, Tracina con sedano e la sua riduzione;

- “Zuppetta di crudités” - Disco di mazzancolle, gamberi biondi, calamari e ostriche “vertes de claire” (verdi di bacino), pesce bianco, acqua di ostriche e olio extravergine di oliva;

- Fantasia di mare in crema di finocchio e acqua di cozze con pesto al basilico;

- Ravioli, fatti in Casa, ripieni di pesce San Pietro e patate, al burro e salvia;

- Pappardelle al sugo in bianco di triglie di sabbia;

- Tagliolini all’uovo, fatti in Casa, al sugo di muggine;

- Filetto di Cernia, in olio cottura a 65°, con pomodorini datterini, origano e foglia di alloro;

- Calamaretti penna alla griglia con tartara di gamberi biondi e cornice di crema di zucchini;

- Piatto a pianta quadra, diviso in quattro scomparti, con “Fantasia di dolci” - Torta di pere e pinoli, Mousse di albicocca con salsa corbezzolo, Soufflé di castagne su un letto di salsa di cachi, Strisce di cremoso al cioccolato bianco e al gianduia con sopra della salsa di cacao fondente e mandorle caramellate e sbriciolate;

- Caffè “Huehuetenango” Guatemala, 100% arabica, Certificato Presidio InternazionaleSlow Food” con croccantino.

Tutto buono, dai sapori sinceri e con una materia prima di ottima qualità. 
Dove è possibile vengono usati solo prodotti biologici. 
Pasta, pane e moltissimo altro è preparato in Casa con precisione e amorevole cura.

Non è stata dimenticata neanche la “vecchia possibilità” di poter avere alcune preparazioni da asporto con comode “Take Away Box” personalizzate.

La Cucina dello Chef Michele Maltinti esprime tutto l’amore che ha per il mare, una passione che ha condiviso con il suo babbo fin da piccolissimo. 
Uno Chef autodidatta che ha studiato molto e si è impegnato ad apprendere i dettami di una Cucina più moderna e leggera, frequentando grandi Chefstellati”.

Al RistoranteScolapasta”, di Castiglioncello (LI), ho potuto degustare le prelibatezze dello Chef Michele Maltinti e riabbracciare un “vecchio” amico con cui ho condiviso moltissimi momenti felici della mia vita.




Una Vista della Sala

Una Vista della Veranda

La "Mise En Place"

Le Tre Tartare

Zuppetta di Crudités

Fantasia di Mare

La Preparazione dei Ravioli

Ravioli Burro e Salvia

Pappardelle alle Triglie di Sabbia

Tagliolini al Sugo di Muggine

Filetto di Cernia

Calamaretti alla Griglia

Fantasia di Dolci

Il Caffè

"Take Away Box"

Lo Chef Michele Maltinti e Giorgio Dracopulos

martedì 25 agosto 2015

UN GRANDE SUCCESSO PER IL XXIII CONCORSO GASTRONOMICO INTERNAZIONALE “ A TAVOLA SULLA SPIAGGIA 2015” TENUTOSI A FORTE DEI MARMI (LU).




La XXIII Edizione del famoso Concorso Gastronomico InternazionaleA Tavola sulla Spiaggia” si è svolta, come sempre, nella bellissima e accogliente Località Turistica per eccellenza della Toscana, a Forte dei Marmi (LU), nei giorni di Giovedì 20 e Venerdì 21 Agosto 2015.

Quest’anno si è tornati alle origini e la bella Manifestazione si è svolta, con “le pieds sur la sable”, proprio sulla spiaggia Comunale di Levante, nella struttura denominata “alle Boe” e gestita dalla Famiglia Santini del famoso “Bagno Piero” di Forte dei Marmi.

Il Concorso è un’idea, nata nel 1993, del Dott. Gianni Mercatali.

Il Fiorentino Gianni Mercatali, che si definisce “un operaio della comunicazione”, in realtà è il titolare dello “Studio Mercatali”; uno studio che rappresenta una delle più autorevoli e moderne espressioni di comunicazione globale. 
Negli anni ha gestito campagne promozionali per i nomi più importanti dell’alta società internazionale e per molti marchi super prestigiosi.

Il Concorso nasce dal connubio tra la sua passione per l’enogastronomia, coltivata da sempre  (ricordo per esempio i dieci anni di esperienza che Gianni ha fatto con il grande Ugo Tognazzi nella gara culinaria,  da lui inventata, “L’uomo in Cucina”), e l’amore per le “sabbie nobili” di Forte dei Marmi dove, da un’intera vita, Gianni Mercatali frequenta il “Bagno Silvio”, storico stabilimento balneare del Forte aperto nel 1919  con “due sole cabine”.

A Tavola sulla Spiaggia” è un concorso con cui Gianni Mercatali ha voluto “riscoprire la cucina di casa come messaggio positivo per tutti quei prodotti che rischiano di sparire dai nostri Ristoranti e dalle nostre Trattorie”.

In particolare, in questa Edizione, si è voluto mettere a fuoco i temi dell’Expo Milano 2015 (ambiente, nutrizione e risorse alimentari) mettendo come tema della gara la “Cucina del recupero”, quella in cui non si butta via nulla.

Nella competizione “A Tavola sulla Spiaggia” i 12 concorrenti finalisti, persone non professionalmente coinvolte in cucina, per un giorno diventano Chef, proponendo 12 piatti divisi in 4 categorie (3 antipasti, 3 primi, 3 secondi, 3 dolci), che precedentemente hanno cucinato a casa, per creare il Menu ideale dell’estate 2015.

In abbinamento alle portate 12 Vini di importanti Aziende Vitivinicole
Quest’anno sono stati selezionate: dal Friuli “Eugenio Collavini”, dal Trentino “Cantine Ferrari”, dal Veneto “Bisol” dall’Emilia Romagna “Aneri”, dalla Toscana “Cecchi”, “Castello Banfi”, “Tenute Lunelli”, “Val delle Rose”, “Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari”, “Colle di Bordocheo”, dall’Umbria “Arnaldo Caprai”, dalla Francia lo “Champagne Basetta” importato dall’Enoteca Marcucci.

Il servizio Catering è stato curato dall’Azienda FiorentinaGuido Guidi Ricevimenti” che in meno di due ore ha servito, con la sua super professionale squadra, a 40 giurati le 12 proposte gastronomiche, cambiando in tempi “strettissimi” 480 piatti e per i 12 vini, sostituendo la bellezza di 480 calici da degustazione.

Le Giurie erano tre, quella Tecnica composta da Chef (come il grande Davide Oldani che è simbolo dell’Expo di Milano) e ristoratori, per un totale di ben “13 Stelle della Guida Rossa Michelin”, e con importanti produttori di vini. 
Di questa Giuria faceva parte anche il Sindaco di Forte dei Marmi Umberto Buratti.

Presente in Giuria Tecnica, come in altre Edizioni, anche il “ristorattore”: Renato Pozzetto.
Renato ha aperto qualche anno fa il suo Ristorante (con nove camere) la “Locanda Pozzetto” a Laveno Mombello (VA), ristrutturando una proprietà agricola, di famiglia, con vista mozzafiato sul Lago Maggiore.

Poi c’erano la Giuria della Stampa e quella degli Sponsor.

Premi e Vincitori:

- “Premio Euro-Toques International”, primo premio in assoluto, consegnato dal Presidente di Euro-Toques International lo Chef Enrico Derfligher a Giulio De Socio e Ennio Losi vincitori con il piatto “Longobarde di Vitello, pomodorini e maionese piccante”, ai vincitori è andato anche il “Premio Winter Garden St. Regis Firenze” e il “Premio Ferrari”;

-“Premio Castel Monastero”, primo premio assoluto della Stampa, a Guido Boni con il piatto “Dolce Firenze ai frutti di bosco”;

-“Premio Una Hotel”, primo premio categoria antipasti, a Euro e Gaia Bartalucci con il piatto “Pappa al Pomodoro”, a loro è andato anche il “Premio Ristorante Lunasia” e il “Premio Cecchi”;

- “Premio Una Hotel”, primo premio categoria primi, a Paola Ranucci con il piatto “Riso al salto”, a Lei è andato anche il “Premio Ristorante Lorenzo” e il “Premio Eugenio Collavini”;

- “Premio Una Hotel”, primo premio categoria secondi, a Maria Riva Christiansen con il piatto “Parmigiana di melanzane alla norvegese”, a Lei anche il “Premio Ristorante Enoteca Marcucci” e il “Premio Tenute Lunelli”;

- “Premio Una Hotel”, primo premio categoria dolci, a Guido Boni con il piatto “Dolce Firenze ai frutti di bosco”, a Lui anche il “Premio Ristorante Romano” e il “Premio Bisol”;

- “Premio VKA”, premio al miglior piatto da spiaggia, a Elisabetta Leone con il piatto “Fusilloni su passata di peperoni gialli”, a Lei anche il “Premio Enoteca Marcucci”;

- “Premio Harry’s Bar Firenze”, premio per il piatto gastronomicamente meglio costruito, a Lorenzo Imperiali di Francavilla, con il “Tortino di salmone e patate con aneto e crema di latte”, che ha ricevuto ance il “Premio Arnaldo Caprai”;

- “Premio La Molina”, per la migliore ricetta di famiglia, a Federica Battaglia Serafini con la sua “Zuppa di amarene Luciana”, Federica ha ricevuto anche il “Premio Ristorante Romano” e il “Premio Arnaldo Caprai”;

- “Premio Cruciani”, al piatto meglio presentato, a Eugenio Russo con “Farro al profumo di Sicilia”, a Lui anche il “Premio Ristorante Enoteca Marcucci” e il “Premio Castello Banfi”;

- “Premio Forte Magazine”, alla migliore ricetta della tradizione, vinto da Maria Antonella Rontani Lippi con la sua “Acquacotta”, a Lei anche il “Premio Ristorante La Magnolia” e il “Premio Colle di Bordocheo”;

- “Premio Pakerson”, premio eleganza, a Silvano Squaratti con la preparazione “Pesche nostrali al forno con cuore di amaretto”,  a Lui anche il “Premio Ristorante ConFusion Verona” e il “Premio Tenute Ambrogio e Giovanni Folonari".

Non sono mancati simpaticissimi premi anche per tutti gli altri partecipanti che non hanno vinto.

Da notare che i Principi della Famiglia Reale Saudita hanno assistito alla Manifestazione da una duna privilegiata tutta riservata a Loro, e hanno voluto degustare la “Pappa al pomodoro”.

Anche quest’anno il ConcorsoA Tavola sulla Spiaggia” ha avuto il patrocino del Comune di Forte dei Marmi.

La Manifestazione è stata presentata, come da diverse edizioni, dall’affascinante e brava Anna Maria Tossani nota conduttrice gastronomica della Rete Televisiva Italia 7.

Tutta la Manifestazione è stata ripresa da importanti emittenti radio televisive.

La XXIII Edizione di “A Tavola sulla Spiaggia”, l’originale talent mondano-enogastronomico ideato dal grande Gianni Mercatali,  è stata molto divertente e sicuramente, come sempre, anche un grande successo.





D. Oldani, G. Aneri, U. Buratti, R. Pozzetto

Renato Pozzetto, Salvatore Madonna, Marco Caprai

Si Presentano le Belle Preparazioni

G. Aneri, Gaia Bartalucci, D. Oldani, R. Pozzetto

G. Aneri, Paola Ranucci, D. Oldani, R. Pozzetto

Guido Boni e Annamaria Tossani

Silvano Squaratti

domenica 23 agosto 2015

UNA NUOVA LINEA BIO-COSMETICA, AL LATTE, PRESENTATA, A FORTE DEI MARMI (LU), DALLA FATTORIA “IL PALAGIACCIO”, DALLA “FARMACIA DI CIOLO” E DAL PODERE “LA CHIESA”.




L’Italia un grande e vario territorio a forma di stivale (più isole) di ben 301.340 chilometri quadrati.
Uno straordinario insieme di bellissime colline (41,6%), alte e fascinose montagne (35,2%)  verdeggianti pianure (23,2%), incorniciate da 7.456 km. di meravigliose coste.

Tutto ciò, purtroppo, non è sfruttato per le sue straordinarie potenzialità e l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca incidono solo per un “misero2%, circa, sul Prodotto Interno Lordo.

Se si considera poi che l’Italia è il paese più importante al mondo per arte, cultura, cucina e produzioni di qualità, oltre ad essere anche ricchissimo di biodiversità, non possiamo certo essere soddisfatti.

Una potenzialità del genere dovrebbe permetterci di fare “totalmente nostro” il mercato d’Italianità agroalimentare che viene venduto nel mondo, in realtà su  54 miliardi di euro, di valore annuale, solo un terzo è veramente Italiano, il resto è falso.

Pertanto qualsiasi tipo d’idea, progetto o iniziativa che possa incrementare, aiutare o pubblicizzare l’immagine della “buona produzione Italiana” è benvenuto.

Tra queste iniziative è da annoverare la nuova Linea bio-cosmeticaDolce Balia Tuscany Farm”.

Direte voi “una linea cosmetica per bambini cosa c’entra?

Tutta la Linea bio-cosmetica Dolce Balia Tuscany Farm” è prodotta con un ottimo latte Italiano100% certificato biologico, il latte della Storica Fattoria ToscanaIl Palagiaccio”, ubicata Località Senni, nel fertilissimo territorio del Mugello (Vallata, al confine tra Toscana e Emilia Romagna, che corrisponde all’alto corso del Fiume Sieve e ingloba ben 7 Comuni) nel Comune di Scarperia e San Piero, in Provincia di Firenze

La nuova Linea è nata in collaborazione con la Farmacia e Profumeria Di Ciolo” di Forte dei Marmi (LU).

La Fattoria Il Palagiaccio” ha una lunghissima e antica storia che nasce nel XIII Secolo, sulla secolare tradizione della potente Casata degli Ubaldini, fondatori di una forte signoria rurale, in particolare del ramo della Famiglia che si stabilì a Senni.

Oggi la Fattoria ha un vastissimo territorio di circa 400 ettari con oltre 1500 di capi di bestiame e produce una quantità elevata di straordinario latte. 

Per la grande qualità, il latte proveniente dal Mugello, viene anche chiamato “l’oro bianco”.

La storica “Farmacia Di Ciolo” si trova, da oltre un secolo, in pieno centro a Forte dei Marmi (Località turistico balneare Toscana tra le più famose, belle ed eleganti d’Italia), infatti è dei Dottori Di Ciolo fin dal 1913
Con il suo particolare arredo, fatto ancora con i bellissimi mobili degli anni 20, unisce il fascino della tradizione con l’innovazione e l’efficiente servizio dei nostri tempi.

In un giorno, del mese di Agosto 2015, proprio davanti alla Farmacia Di Ciolo è stato allestito un gazebo per la presentazione della Linea bio-cosmetica Dolce Balia Tuscany Farm”. 
Al gazebo, oltre a “gadgets” e informazioni della nuova linea bio-cosmetica, si potevano degustare alcuni dei buonissimi prodotti della storica fattoria “Il Palagiaccio” accompagnati dai buoni Vini del PodereLa Chiesa”.

Il Podere La Chiesa”, con i suoi 10 etteri vitati, si trova sulle Colline Pisane a 30 Km. a sud-est di Pisa sulla strada per Volterra
La sua produzione si attesta intorno alle 40.000 bottiglie variamente suddivise in 6 tipi di vino. 
Un' Azienda che investe molto (stanno costruendo proprio quest’anno la nuova grande Cantina) e che per la qualità della sua produzione rispetta perfettamente il loro motto: “Nati per fare Vino”.

Una bella iniziativa, la nuova Linea bio-cosmetica Dolce Balia Tuscany Farm”, che aiuta a conoscere meglio quanto di straordinariamente magico e di eccellenza riesca a produrre l’Italica arte agroalimentare e non solo.





Il Gazebo

Alcune Delizie della Fattoria "Il Palagiaccio"

M. Iannantuono (Podere La Chiesa) e A. Di Ciolo

"Qualità al 100%"

"La Qualità non è un Lusso"

mercoledì 19 agosto 2015

AL RISTORANTE “MOCAJO”, A CASINO DI TERRA (PI), PER MANGIARE DELL’OTTIMA CUCINA TOSCANA.




La Strada Regionale (una volta Strada Statale) n.68 di “Val Cecina” nasce a Cecina, in Provincia di Livorno, nel Quartiere di San Pietro Palazzi, dove interseca la “mitica” Strada Statale n.1, la “Via Aurelia” che da Roma arriva a Ventimiglia, istituita nel 1928, percorre, in parte, l’antichissimo tracciato di epoca Romana.
Questa Strada si snoda, per 71,5 Km., da Cecina fino a congiungersi con la “Via Cassia” a sud dell’abitato di Poggibonsi (SI).

La “68” attraversa una delle Valli più belle della Toscana, la Val di Cecina, chiamata così dal percorso dell’omonimo Fiume che vi scorre.
Una Terra magnifica, fatta di suggestivi panorami e verdeggianti e curate campagne, dove si producono oltre ai buonissimi frutti della terra anche magnifici lavorati di qualità come olio extra vergine di oliva, vino, pane, formaggi, insaccati, carni, dolci, e moltissime altre prelibatezze.

Una delle Località più piccole, poche case, attraversata dalla Strada Regionale n.68, è una Frazione del Comune di Guardistallo, in Provincia di Pisa, che si chiama “Casino di Terra”.

La Località, anche se già conosciuta fin dal Medioevo, come punto di sosta e di ristoro per i carri trainati da cavalli, nasce con il nome di “Casino di Terra” nel 1862 a seguito della realizzazione della linea ferroviaria Cecina-Volterra, e alla conseguente costruzione, in loco, di una piccola Stazioncina che serviva i Comuni di Montescudaio, Guardistallo e altre zone limitrofe. 
La Ferrovia veniva utilizzata,  principalmente, per trasportare, verso la costa, la lignite e il calcedonio proveniente dalla Cave di Monterufoli.

Per dare il nome di “Casino di Terra” alla Stazione si prese spunto da una vecchia casetta di pietra che si trovava nei paraggi. 
La linea ferroviaria fu chiusa definitivamente, parecchi anni dopo, nel 1930 a seguito di una disastrosa piena del Fiume Cecina.

Nel 1952, proprio sulla destra, all’inizio di Casino di Terra venendo da Cecina, fu inaugurato un moderno e attrezzato pastificio (IMEP), proprietà dell’ingegnere Giorgio Perucchetti, dove lavoravano più di una settantina di dipendenti. 
L’ingegnere dette ai suoi prodotti un marchio (un fagiano su di un ramo) e il nome “Mocajo”, riprendendolo anche dall’omonima Fattoria (sempre dell’ingegnere) ubicata nel territorio.

Il nome “Mocajo” deriva da una pianta erbacea leguminosa, il “Moco”, che veniva utilizzata per l’alimentazione animale e in caso di carestia serviva anche a produrre farine per uso alimentare umano.  

Lo Stabilimento, purtroppo, fu chiuso nel 1964, ma la grande e alta struttura, in mattoni rossi, è ancora presente e visibile anche se, ormai, è solo un rudere.

Proprio adiacente al vecchio edificio del pastificio c’è una palazzina al cui piano terreno ha sede un Ristorante, il “Mocajo”, della Famiglia Lorenzini, un locale elegante e molto rinomato per la sua particolare accoglienza e la sua cucina di grande qualità.

La storia del RistoranteMocajo” inizia nel periodo di Pasqua del 1963, quando il pastificio stava per chiudere e la mensa dello stabilimento aveva già chiuso. 
Adelmo Lorenzini, classe 1928, e sua moglie Lia (che aveva lavorato fino ad allora al pastificio) decisero di rilevare la gestione della mensa per aprirvi una tipica Trattoria Toscana
L’impegno fu grosso perché Lia aveva già un bimbo di dieci anni, Fabrizio, e una bimba di pochi mesi, Laura
Ma il carattere, la volontà e la passione non mancarono per vincere ogni avversità.

Passarono gli anni e, tra piatti tipici e manicaretti fatti con i prelibati  prodotti del territorio, i figli  crescevano, insieme ai profumi straordinari provenienti dalle pentole sul fuoco, imparando, nello stesso tempo, il grande valore dei frutti della terra.

La Trattoria il “Mocajo” cambiò passo, e diventò un vero e proprio Ristorante di livello, a partire dall’ingresso di Laura in Cucina, fino ad allora la figlia aveva aiutato il padre in sala. 
Altro fattore importante fu il rientro, nel 1995, di Fabrizio, il fratello, e di sua moglie Tina Argentieri che si dedicarono alla Sala e non solo.

Laura, cresciuta alla scuola Culinaria della sua mamma e della nonna materna, in pochi anni di totale studio e dedizione si è rivelata una Chef di grande talento, molte volte premiata, e Fabrizio è diventato un esperto “Maître”, un vero professionista, anche Sommelier A.I.S. dal Marzo del 2000.

Oggi il Ristorante EnotecaMocajo” si presenta in grande stile, con un grande livello di accoglienza e di cucina, pur non dimenticandosi delle sue origini. 
Infatti, adiacente al Ristorante e con un ingresso a parte, c’è ancora una piccola e caratteristica trattoria/negozio/enoteca  “La Dispensa del Mocajo” dove si possono degustare piatti tradizionali o acquistare ottimi prodotti del Territorio e Vini.

Ma veniamo alla visita fatta al RistoranteMocajo”.

Dal grande piazzale parcheggio si arriva alla porta d’ingresso, a destra un piccolo dehors coperto, con 4 tavolini, usato nelle sere d’estate.
Entrando si trova l’accogliente reception e subito sulla destra c’è l’ampia e luminosa Sala del Ristorante con al centro il grande caminetto.

Bello e tradizionale l’arredo, fine e signorile l’apparecchiatura, i colori sono chiari, tenui e riposanti, le vetrine piene di preziosi distillati attirano subito l’attenzione.

Il Menu si apre con il seguente messaggio: “Fabrizio, Laura e tutto lo Staff si augurano che questa sosta al Mocajo sia per Voi serena e familiare e che soddisfi tutte le Vostre aspettative. 
Vi ricordiamo che state pranzando in quella che un tempo era la sala mensa dei dipendenti del vecchio Pastificio Mocajo, che negli anni 50 fu uno dei più moderni e attrezzati pastifici Italiani, e nella quale ancora oggi da oltre 50 anni la famiglia Lorenzini  Vi accoglie con tutto il suo affetto”.

Nella pagina successiva viene sottolineato che il Ristorante appartiene al prestigioso Circuito di Cultura EnogastronomicaIo Cucino il Territorio” e si leggono le seguenti parole: “Alla base della nostra cucina c’è l’approvvigionamento di prodotti di prima qualità, provenienti dalla nostra zona, la Val di Cecina. Da qui la difficile e costante ricerca di piccole realtà produttive locali che assicurino la qualità e la genuinità, tipiche di coltivazioni di natura biologica e biodinamica. Coltiviamo direttamente per la necessità della cucina un orto di un ettaro
Il Pane è del nostro forno e le Paste sono fatte in Casa”.

Segue un ringraziamento alle principali Aziende fornitrici con il loro elenco.

Dopo c’è la pagina degli aperitivi e successivamente quella dei “Menu Degustazione” e poi una ricca Carta dove in netta prevalenza sono preparazioni di terra.

La Carta dei Vini è molto ampia, un bel “tomo” di 35 pagine, dove si può scegliere tra Bollicine Italiane, Champagne, Vini Bianchi Locali e da regioni avocate come Trentino, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Umbria, Abruzzi, Campania, Sardegna, Vini Rosati Toscani, Vini Rossi Locali e Toscani oltre che da Piemonte, Veneto, Alto Adige, Trentino, Emilia Romagna, Umbria, Abruzzi, Molise, Campania Sicilia, Sardegna. 
Seguono le mezze bottiglie e varie tipologie di Vin Santo. 
Una Carta attentamente selezionata con centinaia di etichette di grande pregio e da tutti i prezzi. 
Le bottiglie si possono vedere anche fisicamente visitando la Cantina a vista climatizzata.

Non manca neanche una bella scelta di Birre Artigianali.

La degustazione è stata accompagnata da un’ottima bollicina come aperitivo e due bottiglie decisamente straordinarie:

- “Cantina della Volta Rosé 2010”, Lambrusco di Modena Spumante D.O.C., Metodo Classico, 100% Uve di Lambrusco di Sorbara, 12% Vol., prodotto dall’Azienda Cantina della Volta di Christian Bellei, ubicata a Bomporto in Provincia di Modena;

- “Masseto 2005”, Rosso Toscana I.G.T., 100% Merlot, 15% Vol., uno dei migliori Cru del Mondo, prodotto dalla Tenuta dell’Ornellaia di Bolgheri (LI). 
Quest’annata, frutto di una vendemmia particolarmente tardiva, degustata dopo 10 anni, è stata un’esplosione di magnifiche sensazioni;

- “Avignonesi Vin Santo di Montepulciano 1998”, D.O.C., un blend di Malvasia Toscana e Trebbiano, 14,5% Vol., prodotto da Avignonesi nella Fattoria “Le Capezzine” di Montepulciano (SI). Sublime nettare dagli esaltanti sentori, affinato per dieci anni, in caratelli di rovere da 50 litri, sotto i tetti della “vinsantaia” della Fattoria. 
Dell’annata 1998 ne sono state prodotte, per tutto il mondo, solo 2.309 bottiglie da 375 ml., la bottiglia degustata era la n.1978.

In tavola l’alzatina con il fragrante pane e i grissini della Casa ai diversi sapori.

Sono state servite le seguenti portate:

- Mini “5 e 5” (tipico panino Livornese farcito con torta di ceci);

- “Elogio al pomodoro del nostro Orto”: Succo di pomodoro condito e con verdurine dell’orto, accompagnato da un mini spiedino di formaggio, oliva, mezzo pomodorino e cappero “occhio di pernice” (i capperi si classificano in base alle loro dimensioni e questi, di calibro 7/8 mm., sono tra i più pregiati);

-  Bavarese al pomodoro con crema da raveggiolo (formaggio fresco molle di latte vaccino o  ovicaprino) e bresaola di Mucco Pisano (bovino allevato nella zona del Parco di Migliarino, San Rossore e Massaciuccoli);

- Paté di fagiano in guscio di cioccolato, Paté di lumache, con crostino e crema del Frutto della Passione;

- Battuta di coltello di carne Chianina, burrata, maionese al basilico e delizie dell’Orto;

- Panino di farina di farro della Garfagnana ripieno di giardiniera estiva dell’orto con bocconcini di arista insieme a due mezze fette di arista con paté di fagioli cannellini;

- Pappa al pomodoro “Pisanello” (più schiacciato del normale e costoluto con una polpa soda e dal sapore dolciastro/acidulo) con gelato all’aglio a pane croccante spalmato al pesto di basilico;

- Gnudi con ragù di carne Chianina e scaglie di Parmigiano Reggiano, del “Consorzio Vacche Rosse”,  invecchiato 36 mesi;

- Lasagnetta con ragù di capretto e piselli insieme a formaggio erborinato della Maremma;

- Fagottini di baccalà in salsa dolce forte classica;

- Piccione al forno, coscia e ala, parzialmente disossate e ripiene, accompagnate da un panino con hamburger di petto di piccione e crème caramel di cipolla;

- “Dal Trippaio”: Listarelle di trippa fritte, Centopelli al Vin Santo e zafferano, Panino di lampredotto e salsa verde, Croce e cuffia alla Fiorentina;

- Granita al bitter;

- Zuppa Inglese con cioccolato “Amedei”.

Una degustazione estremamente valida e decisamente molto buona, fatta con delle materie prime di grande rilievo e qualità e anche molto ben presentata.

I prodotti del loro orto (coltivato ancora dal grande babbo Adelmo, 87 anni) sono veramente buonissimi e il loro uso arricchisce i piatti di intensi profumi e deliziosi sapori.

La cucina tradizionale della Chef Laura Lorenzini è di grande gusto e anche qualche piccola rivisitazione, in chiave più moderna, fatta con giusta misura, sia nelle dosi che negli accostamenti, dà ai piatti molta piacevolezza.

In Sala Fabrizio Lorenzini e sua moglie Tina Argentieri vi “coccoleranno” con tutta la loro grande professionalità ed esperienza.

Al RistoranteMocajo” a Casino di Terra, in Provincia di Pisa, da oltre 50 anni portato avanti dalla Famiglia Lorenzini, ho trovato dell’ottima Cucina Toscana, fatta con amore e passione, andando ben oltre le mie più rosee aspettative. 




Il Vecchio Marchio del Pastificio

Una Vista della Sala.

Una Vista della Cantina

Mini "5 e 5"

"Elogio al Pomodoro del Nostro Orto"

Bavarese al Pomodoro

Paté di Lumache e Paté di Fagiano

Battuta di Carne Chianina

Panino con Giardiniera e Arista

Pappa al Pomodoro

Gnudi

Lasagnetta

Fagottini di Baccalà

Piccione al Forno

"Dal Trippaio"

Granita al Bitter

Zuppa Inglese

Laura Lorenzini, G. Dracopulos, Fabrizio Lorenzini