domenica 28 ottobre 2018

RISTORANTE “AL 43” DOVE ANCHE UNA SEMPLICE CAROTA DIVENTA POESIA GASTRONOMICA.



Alain Ducasse (classe 1956), super famoso Chef e imprenditore Francese, naturalizzato Monegasco, ama sostenere che: 
La Cucina è una storia d’amore. Bisogna innamorarsi prima dei prodotti e poi delle persone che li cucinano”.

In una delle zone collinari più belle della Campagna Toscana, in Provincia di Siena, sorge San Gimignano, incredibile Città frutto degli eventi e del susseguirsi del tempo a partire dal III Secolo avanti Cristo
Oggi è ancora, quasi interamente, racchiusa dalle bellissime mura duecentesche
San Gimignano è famosa nel Mondo anche per le sue numerose Torri Medievali (in origine 72) che svettano sul fascinoso panorama.

Allontanandosi da San Gimignano e percorrendo per pochi chilometri la Strada Provinciale n. 1, verso Certaldo, troviamo sulla sinistra l’indicazione per Lucignano, presa questa direzione e seguendo una stradina in salita, dopo pochissimo, si trova, al Civico 43, la “Locanda dell’Artista”.

La Boutique Country InnLocanda dell’Artista” è una speciale e particolare attività di accoglienza, ubicata in Località Canonica, nata grazie alla grande passione di due persone del tutto eccezionali: Bloodworth Baker Lindsay e di Cristian Rovetta.

Bloodworth Baker Lindsay è nato, il 30 Giugno 1962, negli Stati Uniti d’America, nella bella Città Portuale di Seattle, ubicata sulla Costa Occidentale e Capoluogo della Contea di King nello Stato di Washington
Fin da giovanissimo desiderava fare l’attore e per tale motivo si è dedicato a questo studiando a livello universitario. 
Ma, successivamente, entrato nel mondo del lavoro e trasferitosi a New York, ha avuto l’occasione di fare il Produttore Cinematografico e si è appassionato a tale impegno, da subito, dimostrando tutto il suo talento.

Recatosi in California a Los Angeles è entrato a lavorare, ed è rimasto per 25 anni, alla Walt Disney Company
In quegli anni ha prodotto Film straordinari come “La Bella e la Bestia”, “Aladdin”, “Il Re Leone”, “Pocahontas” e Cortometraggicult” come “Destino” che sono stati più volte anche candidati o vincitori ai Premi Oscar.

Cristian Rovetta è nato, il 3 Gennaio 1970, nel piccolo Comune Lombardo di Carobbio degli Angeli, in Provincia di Bergamo
Dopo varie esperienze lavorative, Cristian, si è affacciato con successo nel mondo della moda, come venditore di accessori di abbigliamento per l’industria. 
Con molta volontà e passione, dopo pochi anni, ha deciso di mettersi in proprio ed è diventato Titolare della DittaF.a.m.i.tex” fornitrice di accessori per importanti marchi del settore.

Baker e Cristian, da quando si sono conosciuti, hanno desiderato aprire insieme un’attività di pregio nel campo dell’accoglienza.
Proprio nel Territorio di San Gimignano hanno trovato un Casolare, del 1750, non in buone condizioni ma circondato da una campagna a dir poco splendida con viti e ulivi rigogliosi. 
Dopo una super impegnativa ristrutturazione, che è durata poco meno di due anni, dove hanno messo tutta la loro dedizione e la loro passione, sono riusciti a integrare il fascino del tempo passato con il gusto per il bello e il moderno.

Il risultato è stato che nel Giugno 2013 hanno inaugurato la “Locanda dell’Artista”, cosi denominata in omaggio alla grande sensibilità di Baker e al suo non comune buon gusto, affinato anche grazie al suo lavoro e ai suoi moltissimi viaggi intorno al Mondo.

La “Locanda dell’Artista” è un complesso, di tre edifici di diverse dimensioni, straordinariamente panoramico (anche con una romantica vista su San Gimignano), adagiato su una dolce collina. 
Al centro la Locanda vera e propria con la Reception, sei accoglientissime ed eleganti camere di diverse grandezze e una suite, ubicate al piano terra e al primo piano. 

A fianco, da una parte, la bella struttura del RistoranteAl 43” (come il Numero Civico) e dall’altra una piccola Dépendance
Il tutto contornato da giardini fioriti e 250 piante di ulivi da cui si ricava un prezioso Olio Extra Vergine
Non manca la piscina: grande e riscaldata ecologicamente grazie ai pannelli solari.

Oggi la “Locanda dell’Artista” per tutte le sue molteplici e positive peculiarità, ogni anno, è in testa (o nelle primissime posizioni) alle classifiche, come gradimento, in tutti i siti specializzati B&B Italiani ed Esteri.

Me veniamo al RistoranteAl 43”: una vera e propria bomboniera, il massimo del comfort per soli 20 ospiti
Molto bella anche la “terrazza dehors” sfruttabile con la buona stagione.

Dal 23 Marzo 2018 lo Chef Executive del RistoranteAl 43” è Maurizio Bardotti.

Maurizio è nato a Empoli, oggi Comune della Città Metropolitana di Firenze, il 20 Marzo 1978. Finite le Scuole dell’obbligo ha frequentato, con sempre maggiore passione, l’Istituto Professionale di Stato per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera (I.P.S.S.E.O.A.) “Bernardo Buontalenti” di Firenze.

Negli anni successivi Maurizio ha fatto importanti esperienze in rinomati Ristoranti insieme a grandi  maestri di Cucina come Gaetano Trovato, del Ristorante (Due Stelle Michelin) “Arnolfo” di Colle di Val d’Elsa (SI).

Dal Marzo 2014 al Dicembre 2017 ha lavorato con moltissimo successo (con la conferma della super prestigiosa  “Stella Michelin”) come Chef Executive al RistoranteIl Colombaio” di Casole d’Elsa (SI).

Ma torniamo al RistoranteAl 43”  dove sono andato a pranzo a provare l’ultimo Menu.

Dalla Carta dei Vini, che è molto importante e selezionata, è stata scelta una “bollicina metodo classico”, “Fèlsina Vino Spumante di Qualità Brut” per accompagnare la mia degustazione.

In tavola l’ottimo pane della Casa fatto con lievito di 72 anni
tre tipi di pane (“grani antichi” e “Senatore Cappelli” del Molino Paciscopi di Montespertoli (FI), integrale confarina petra” del Mulino Quaglia di Vighizzolo d’Este, Padova), panini al latte con semi misti sopra, le focaccine (al rosmarino e al miele), grissini di semola e crackers con semi di papavero.

Sono state servite le seguenti portate scelte alla Carta (ci sono anche due Menu consigliati, “Le Origini” e “ Rapsodia”, a prezzi differenti):

- Carota, mou allo scalogno, foglie fresche di nasturzio, olio verde al nasturzio, aceto balsamico alla cipolla, spuma di carota zenzero e lemongrass, il tutto su base di crumble di pepe di Sichuan;

- Foie Gras, sorbetto peperone e lampone, scarola, pan brioche; 

- Mezzelune ripiene di salsa aioli e bergamotto, béarnaise di funghi, salsa al levistico, calamaretti spillo e la loro aria;

- Piccione, rabarbaro, falsi “passatelli”, leggera “ponzu” (salsa usata comunemente nella Cucina Giapponese);  

- Meringa al Jasmine The, chantilly al caramello, mirtilli e crema di mirtilli, gelato al cioccolato con fiocchi di sale di Maldon (sale prodotto nell’omonima Località Inglese);

- Piccola pasticceria della Casa.

Tutto straordinariamente buono (l’alta qualità qui è di Casa) e molto ben presentato.

La Cucina dello Chef Executive Maurizio Bardotti è l’espressione sincera della sua arte appassionata, una Cucina fatta con grande attenzione, conoscenza e concretezza. 
Una Cucina che ha come base i magnifici e gustosi sapori della Tradizione Toscana ma che incontra l’innovazione nel momento in cui si arricchisce di fantasia rappresentativa.

Maurizio in Cucina è coadiuvato dal Sous-chef Lorenzo Baldi e da una giovane ed efficientissima Brigata.

Il servizio di Sala è stato svolto con molta gentilezza, premura e professionalità dal Primo Maître e Sommelier Riccardo Mohamed e dal Secondo Maître Delio Iula.

Al RistoranteAl 43”, della “Locanda dell’Artista” di Bloodworth Baker Lindsay e Cristian Rovetta, ho potuto degustare delle vere e proprie eccellenze gastronomiche, del grande Chef Maurizio Bardotti, che riesce a trasformare anche una semplice carota in “una poesia adagiata nel piatto”.  



Una Vista del Giardino

Il Panorama con San Gimignano

La Piscina con Vista

Il Ristorante "Al 43"

Lo Chef Maurizio Bardotti con il Pane della Casa

La Carota......

Il Foie Gras......

Le Mezzelune......

Il Piccione......

Meringa al Jasmine The......

Il Primo Maître e Sommelier Riccardo Mohamed

Giorgio Dracopulos e lo Chef Maurizio Bardotti

I Titolari Bloodworth Baker Lindsay e Cristian Rovetta.

mercoledì 24 ottobre 2018

“TERRE DI PISA - FOOD & WINE FESTIVAL 2018”: UNA SPLENDIDA SETTIMA EDIZIONE.




Ippocrate di Cos (460 -377 a.C.illustre personaggio dell’Antica Grecia, considerato il fondatore della Medicina come professione, ci ha lasciato la seguente regola: 
Che il tuo cibo sia la tua unica medicina”.

Proprio con questa chiara “visione filosofica”, improntata sulla qualità di tutto ciò che serve per una corretta nutrizione, che a Pisa, già da alcuni anni, si svolge il “Terre di Pisa - Food & Wine Festival”.

Pisa, antica e bella Città Toscana, è adagiata, in una zona pianeggiante, a una manciata di chilometri dalla Foce del Fiume Arno, mentre a nord si stagliano, romanticamente, i Monti Pisani.
Percy Bysshe Shelley (poeta e filosofo Inglese, 1792 - 1822) e Giacomo Leopardi (poeta, filosofo e scrittore, 1798 - 1837) sostenevano che il più bel Tramonto era quello che si poteva godere stando sul “Ponte di Mezzo” a Pisa.

Pisa è ricchissima di monumenti straordinari che la rendono una delle più belle “Città d’Arte” del Mondo
Basta ricordarne anche uno solo, per accendere la curiosità e la fantasia di ogni persona della Terra: Piazza del Duomo (detta “Piazza dei Miracoli”) che raccoglie, con la sua fantastica unicità, la Torre Pendente, il Duomo, il Battistero e il Camposanto Monumentale.

Pisa è una Città che nel Territorio della sua Provincia produce anche moltissimi prodotti enogastronomici di grande qualità, molto apprezzati da un pubblico di consumatori attenti e  particolarmente appassionati.

Nei giorni di Venerdì 19, Sabato 20 e Domenica 21 Ottobre 2018 si è svolta, nella storica struttura della “Stazione Leopolda” di Pisa, la Settima Edizione del “Terre di Pisa - Food & Wine Festival”.

La “Ferrovia Leopolda” (chiamata così in onore del Granduca Leopoldo II di Toscana che l’aveva approvata) fu progettata in maniera che, con i suoi 101 Km., unisse la Città di Firenze a Livorno, attraverso Empoli, Pontedera e Pisa.
L’opera (la terza su tutto il territorio Italiano dell’epoca) fu realizzata a tratte tra il 1841 e il 1848 con il materiale ferroviario proveniente dall’Inghilterra.

Ovviamente i centri principali, lungo la suddetta Ferrovia, necessitavano della Stazione
nacquero cosi quelle strutture specifiche che a tutt’oggi si chiamano “Stazione Leopolda”.

La “Stazione Leopolda” di Pisa, edificata nel 1844, su progetto dell’Architetto e Ingegnere Fiorentino Giuseppe Martelli (1792 -1876), comprende un’area di 6.300 mq. con alcuni edifici di varie dimensioni e una costruzione composta da due lunghe (66 m.) navate accoppiate, separate da un’arcata, per un totale di circa 1400 mq. coperti.

La Stazione Leopolda di Pisa cessò la sua attività per i passeggeri nel 1871 (dopo la costruzione della nuova Stazione Centrale), continuando a essere uno scalo merci sino al 1929.
Successivamente e fino al 1993 l’area è stata adibita a mercato ortofrutticolo.
Nel 1996 il Comune di Pisa ha avviato le opere di recupero della struttura (di grande pregio storico/architettonico), rendendola agibile a partire dal 2002.

Oggi la “Stazione Leopolda” di Pisa, ubicata in un angolo di Piazza Francesco Domenico Guerrazzi, è un centro culturale poliedrico gestito dall’AssociazioneCasa della Città Leopolda” (a cui aderiscono moltissime Associazioni) che armonizza le diverse esigenze e favorisce il lavoro delle stesse, oltreché delle Istituzioni e dei cittadini
Inoltre la Stazione è Sede, durante tutto l’anno, di molti eventi e manifestazioni.

Il “Terre di Pisa - Food & Wine Festival 2018” è stato organizzato con il patrocinio della Regione Toscana, del Comune di Pisa, della Camera di Commercio di Pisa e dell’Università di Pisa
Hanno collaborato alla sua realizzazione anche le Associazioni di Categoria Pisane (Confcommercio, CNA, Confesercenti Toscana Nord) e l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione (I.P.S.A.R.) “Giacomo Matteotti” di Pisa

Partecipe anche la “Federazione Italiana Barman” con una Delegazione guidata dal Responsabile Toscano Funel Cesare.

Il Festival è stato, come sempre, un interessantissimo viaggio che ha portato a conoscere, i sapori più sinceri del Territorio, dai Monti Pisani alla Val di Cecina, dalla Valdera al Litorale Pisano, attraverso degustazioni di pasta, salumi, formaggi, tartufi, salse, zafferano, dolci, biscotti, olio, vini, birre, liquori e moltissimo altro ancora.

Molto importante lo spazio dedicato all’Olio di qualità con il simpatico “Oil Bar” gestito dall’Associazione Assaggiatori e Cultori Olio Extra Vergine d’Oliva (ASCOE).

La “qualità a Km. 0”, è stata ben rappresentata da decine di selezionatissimi Produttori Pisani, alcuni dei quali facenti parte del “Consorzio Toscana Sapori” (aderente alla C.N.A. Pisa, “Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa”), che oltre a valorizzare il Territorio, difende ogni specifica peculiarità delle Aziende iscritte, sottolineandone la loro estrazione Pisana e Toscana.

Anche per quest’anno il Tema e stato quello della “Dieta Mediterranea”, declinata sui prodotti Locali e sulle ricette della Cucina Tradizionale Pisana
La “Dieta Mediterranea”, dal Novembre 2010, è stata dichiarata, dall’U.N.E.S.C.O., “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità”.

L’EventoTerre di Pisa - Food & Wine Festival 2018” è stato inaugurato, Venerdì 19 Ottobre alle ore 19:00, con il taglio del nastro da parte del Presidente della Camera di Commercio di Pisa Valter Tamburini insieme al Sindaco di Pisa Michele Conti e dal Sindaco di Cascina Susanna Ceccardi oltreché da altre personalità politiche e rappresentanti degli Enti e delle Associazioni partecipanti.

La Manifestazione comprendeva diverse Aree dove si svolgevano attività specifiche (accoglienza, espositori, esperti, enti e sponsor, ludoteca bambini).

Le Aree erano cosi definite:

- “Area Accoglienza”, dove si svolgeva tutta l’assistenza al pubblico e la distribuzione dei bicchieri personalizzati;

- “Area Espositori”, lungo le due navate dell’edificio principale, dove ha avuto luogo la mostra mercato permanente con i Produttori del Territorio e dove si svolgevano le degustazioni dei prodotti tipici;

- “Area Dibattiti”, dove gli esperti si confrontavano con il pubblico presente;

- “Area Cooking Show/Laboratori”, dove si degustavano i pranzi e le cene dell’Evento, con un diverso tema specifico, in abbinamento con i Vini Pisani
Da sottolineare che in questa Edizione per quest’Area era stata edificata un’apposita e accogliente struttura, ubicata nel Cortile interno, che ha visto svolgersi il ricco Programma degli Show Cooking, con la partecipazione di molti Ristoranti del Territorio, il tutto presentato dal grande Claudio Sottili e dal sottoscritto Giorgio Dracopulos
Qui si è svolto anche il “Terre di Pisa Beer Contest” che ha designato come vincitrice la BirraMalamut American Pale Ale” del Birrificio di Buti;   

- “Area Laboratori di Degustazioni”, al primo piano della Stazione Leopolda, gruppi formati al massimo da 30 persone, hanno svolto varie degustazioni sotto la guida di esperti;

- “Area Esperti”, Università di Pisa e Centro sull’educazione alimentare Nutrafood;

- “Area Enti e Sponsor”, Istituto Alberghiero, Camera di Commercio e altri;

- “Area Bambini Ludoteca”, per la gioia e il divertimento dei più piccoli e con specifici momenti d’informazione per la sana alimentazione dei bambini.

Per tutta la Manifestazione il Servizio Vini è stato puntualmente e professionalmente svolto dai bravi Sommelier della F.I.S.A.R. Delegazione Storica di Pisa e dell’A.I.S. Toscana.
Tutti gli altri servizi, compresa l’accoglienza, sono stati effettuati dai volenterosi studenti dall’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della RistorazioneGiacomo Matteotti” guidati dai loro Professori.

La Settima Edizione del “Terre di Pisa - Food & Wine 2018”, svoltasi anche quest’anno nella super accogliente struttura della Stazione Leopolda di Pisa, è stata semplicemente splendida e ha avuto un grandissimo successo, sia per l’alta qualità degli eventi e degli espositori, sia per la grande affluenza di pubblico (alcune migliaia di persone) che hanno potuto degustare, divertendosi, tantissime delizie di qualità del Territorio Pisano.



"Il Taglio del Nastro"

Una Vista dell'Area Espositori

L'Area Show Cooking

"Beer Contest" (Foto Camera di Commercio)

Giorgio Dracopulos e Claudio Sottili (Foto Cam. Com.)

giovedì 18 ottobre 2018

INTERESSANTISSIMO IL CONVEGNO SULLE FRODI ALIMENTARI ORGANIZZATO A PISA DALLA “CONFESERCENTI TOSCANA NORD”.




Voglio affrontare un problema che è una vera “piaga” per il “Settore Agroalimentare Italiano”: le falsificazioni.

L’Italia è il Paese Europeo più ricco di biodiversità, sia vegetale sia animale, anche se a causa della densità della popolazione, insieme ad altri fattori, corriamo il rischio di mettere in crisi tale “paradiso”.

La nostra Nazione ha il primato nel Mondo per il numero di prodotti Alimentari ufficialmente classificati con le varie Denominazioni di Qualità (818 tra DOP – Denominazione di Origine Protetta, IGP – Indicazione Geografica Protetta, SGT – Specialità Tradizionale Garantita), senza considerare poi la miriade di produzioni di eccellenza che non hanno ancora raggiunto tali traguardi.

Siamo in possesso del cibo più ricercato al Mondo ma non siamo i primi nelle esportazioni.
Secondo i dati più aggiornati tra il 2007 e il 2017 il nostro Valore di Export è salito da 22 a 41 Miliardi di Euro
Sembra molto, ma in Europa siamo soltanto in quinta posizione
La prima è l’Olanda che con solo 34 Denominazioni ha fatturato nel 2017 circa 87 Miliardi di Euro.

Mi sembra lapalissiano che qualcosa non funzioni nel nostro “Made in Italy” agroalimentare.
Sarebbe troppo lungo affrontare tutte le analisi che sono state fatte su tale problema vista la quantità di fattori e sfaccettature che possono essere causa di tale fatto.
Pertanto voglio prendere in considerazione soltanto il problema dell’Italian Sounding, ovvero tutto ciò che viene recepito a livello Mondiale come una “Tipicità Italiana”.

L’Italianità è sicuramente un richiamo per tutti che unisce oltre alla bontà anche qualità, naturalezza, stile, gusto e cultura.
Per dare una grandezza del valore all’Italian Sounding agroalimentare nel Mondo si potrebbe indicare una cifra più che doppia della nostre esportazioni, ecco che si scopre che la differenza è fatta da falsi prodotti Italiani.

Ogni anno oltre un miliardo di persone acquistano nel Mondo qualcosa di Italiano, ma in due casi su tre comprano inconsciamente dei falsi.

Il panorama è dei più ampi e fantasiosi, si può partire dalle decine di migliaia di Ristoranti, sparsi in ogni dove, che si definiscono Italiani ma che di questa Italianità non se ne trova traccia, ai veri e propri giochini di parole simili (come il super noto formaggio “parmesan” oppure il vino “barollo”) o alle etichette accattivanti illustrate da monumenti tipo il Colosseo o la Torre di Pisa.

Un vero e proprio carnevale dannoso e fraudolento che ruba alla nostra Nazione anche circa 300.000 posti di lavoro.
Un megagalattico danno considerando anche tutte le sofisticazioni che avvengono anche sul suolo Patrio.

In funzione di tale fatto la Confesercenti Toscana Nord ha voluto dedicare una prima giornata al  “Convegno sulle Frodi Alimentari”.

L’Evento si è svolto, Giovedì 11 Ottobre 2018, presso l’accogliente complesso delle Officine Garibaldi di Pisa, ubicate in Via Gioberti 39.

La Prima Sessione, rivolta agli Studenti della Scuole Superiori e dell’Università, si è tenuta la Mattina, dalle ore 10:00 alle ore 12:30, ha visto gli interventi di Stefano Campazzi, Coordinatore di “Pisa Quality Restaurant”, e Valter Ballantini in qualità di Consulente della “Confesercenti Toscana Nord”. 

La Seconda Sessione, nel Pomeriggio, dalle ore 15:00 alle ore 18:30, rivolta non solo agli addetti del Settore Agroalimentare, ha visto intervenire una nutrita rappresentanza di super esperti coordinati e presentati da Simone Romoli  Responsabile Area PisanaConfesercenti Toscana Nord”:

- Il Direttore Generale di “Confesercenti Toscana Nord”, Miria Paolicchi, ha aperto i lavori portando il saluto dell’Associazione;

- Stefano Campazzi, Coordinatore di “Pisa Quality Restaurant”, ha affrontato l’argomento “I tempi cambiano: l’importanza della formazione”;

- Giovanni Goglia, Direttore dell’Ufficio dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) con competenza Territoriale sulle Regioni Toscana e Umbria, Ufficio del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, ha ampiamente e dettagliatamente descritto “L’attività di controllo dell’ICQRF sui prodotti a denominazione registrata”;

- Emore Magni, Direttore del Consorzio Prosciutto Toscano, ha illustrato “La tutela delle indicazioni geografiche in Italia e nel Mondo: l’esperienza del Prosciutto Toscano DOP”;

- Massimo Malnerich, Ispettore del Consorzio Salumi DOP, ha spiegato “Il sistema dei controlli, la normativa di riferimento e il ruolo dei Consorzi: l’attività dell’Istituto Salumi Italiani Tutelati”;

- Giusj Polizzi, Dirigente Veterinario dell’Azienda USL Toscana Nord Ovest, ha chiarito le “Strategie Europee sul contrasto delle frodi alimentari”;

- Valter Tamburini, Presidente della Camera di Commercio di Pisa, ha voluto sottolineare “L’importanza dell’enogastronomia e delle certificazioni di qualità per le Terre di Pisa”. 

Alla fine, dopo i ringraziamenti, Simone Romoli ha invitato tutti i presenti a una Degustazione di Prodotti Tipici preparati appositamente da alcune Ditte (Il CrudoPanineria e VineriaPanificio BorelliAzienda Vinicola Marzocchi) che avevano allestito dei tavoli all’uscita della Sala Convegni.   
Che altro dire su questo interessantissimo “Convegno sulle Frodi Alimentari” organizzato dalla Confesercenti Toscana Nord, sennonché sottolineare l’estremo interesse di tutto il pubblico presente che, alla fine, è stato anche certificato dagli “Attestati di Partecipazione Nominali” consegnati a tutti.



Officine Garibaldi l'Ingresso

Il Dr. Giovanni Goglia e Giorgio Dracopulos

La Locandina dell'Evento

I Relatori 

martedì 16 ottobre 2018

A LIVORNO C’È “GIOIA” L’ACCOGLIENTE RISTORANTE DELLA BRAVA CHEF PAOLA CATTABRIGA.




Livorno è una bella Città Portuale adagiata sulla suggestiva Costa Toscana, ha alle spalle una lunga e ricca storia che inizia con i primi insediamenti umani (confermati da ritrovamenti archeologici) addirittura nella Preistoria.
Convenzionalmente quel periodo che precede l’invenzione della Scrittura, avvenuta in Oriente tra 3500 e 3200 anni a.C., si definisce “Preistoria”.

Altri ritrovamenti successivi ci indicano che qui vissero anche Etruschi e Romani.
Già nel I Secolo a.C. Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), filosofo, scrittore, politico, avvocato e pregevole oratore Romano, in una lettera indirizzata a suo fratello, Quinto Tullio Cicerone, citava l’antica “Pisis” (Pisa) e una località vicina definita “Labrone”. 
Tutt’oggi “Labronico” e sinonimo di “Livornese”.

Il primo dato certo di un ToponimoLivorna” risale però al 1017 e si riferisce ad un piccolo nucleo abitativo a pochi chilometri a sud della Foce del fiume Arno.

Grazie all’interramento del vicino Porto Pisano, tra il XIII e XIV Secolo, Livorno, con il suo Porto, si sviluppò rapidamente dotandosi di robuste fortificazioni ed edificando il maestoso “Fanale dei Pisani” (o Fanale Maggiore, uno dei fari più antichi d’Italia, ricostruito fedelmente dopo i danni subiti durante la Seconda Guerra Mondiale).

Grazie alle “Leggi Livornine”, emanate, tra il 1591 e il 1593, dal Granduca di Toscana Ferdinando I de’ Medici, particolarmente “larghe di manica”, e l’istituzione del “Porto Franco”, la Città prese a  crescere sotto tutti gli aspetti, anche sotto il profilo gastronomico.

La Cucina Livornese, pur essendo un intricato groviglio di ricette provenienti da tradizioni distanti tra di loro, sopraggiunte con il notevole afflusso di gruppi etnici perseguitati per motivi legali o religiosi, si è sviluppata con un suo specifico, vario e robusto carattere che si può ritrovare anche in una  ricetta, assolutamente e unicamente “Livornese” come il “Cacciucco”.

Il 6 Novembre 1881 fu inaugurata, sul Lungomare, l’Accademia Navale di Livorno, la Scuola Universitaria che si occupava, e si occupa a tutt’oggi, della formazione tecnico/militare degli Ufficiali della Marina Militare.

Davanti all’Accademia Navale, praticamente all’altezza dell’Ingresso di Rappresentanza, nel 1890 fu edificata “Barriera Margherita” una bellissima e imponente struttura (divisa in due parti, una volta collegate da una lunga cancellata), tutta ricoperta di pietra chiara. 
La Barriera, in origine, serviva a delimitare l’area soggetta a “Dazio Comunale Livornese”. 
Invero nel 1868 erano definitivamente tramontate tutte le agevolazioni  delle “Leggi Livornine” e del “Porto Franco”.

Passati i decenni anche la funzione di Dazio non fu più attuale e la Barriera divenne una piccola Stazione Ferroviaria
Per agevolare le comunicazioni, il 26 Agosto 1935, fu completata la Linea Ferroviaria Pisa-Marina di Pisa-Tirrenia-Calambrone-Livorno, che, partendo dal centro Pisano, arrivava a Livorno, alla Stazione appunto di “Barriera Margherita”.

Mi ricordo benissimo, per esserci stato, il cosiddetto “Trammino” per i Pisani e il “Trenino” per i Livornesi, comodo e divertente. 
Purtroppo, il servizio fu interrotto il 15 Settembre del 1960.

A pochissimi passi da “Barriera Margherita”, di fronte agli edifici dell’Accademia, c’è una traversa, lato terra, denominata Via Benedetto Brin, al Civico 3 potete trovare il RistoranteGioia” della Chef Paola Cattabriga.

Paola è nata a Milano il 26 Gennaio del 19.. (delle signore non si dice l’età), fin da piccolissima è vissuta con Nonna Angiolina e Nonno Mario Cattabriga
Il Nonno era Falegname e la Nonna faceva la Cuoca di professione ed era molto brava. 
Paola adorava la Nonna e tutto quello che faceva, da questo ad arrivare a 4 anni e ricevere in regalo un piccolo mattarello per tirare la pasta il passo è stato breve.

Era nata per Paola Cattabriga la passione per la Cucina, alimentata anche dal fatto che per anni uscendo da Scuola si recava al RistorantePiazza” sui Navigli a Milano, dove sua Nonna lavorava e trascorreva con Lei molto tempo osservando, aiutando e imparando tutti i segreti di una Cucina sana preparata da una persona appassionata e super esperta.

All’età di 18 anni, Paola, ha iniziato a Studiare all’Università ed è entrata anche a lavorare, il Sabato e la Domenica, in Sala, al Ristorante del “Castello di Cusago”. 
Cusago è un Comune del Milanese.

Tuttavia la passione è quella per la Cucina, e pur di entrarci, a 22 anni ha iniziato a fare esperienze partendo dal basso nel ruolo di lavapiatti in un Ristorante a Milano
Ma è una ragazza precisa, attenta a tutto ciò che le accade intorno, e presto è stata in grado di cucinare anche molto bene.

Dal 1996 ha lavorato nei Ristoranti su grandi Navi da Crociera, prima quelle della “Moby Lines”  e poi su quelle della “Costa Crociere”.  
Successivamente è tornata a Milano a lavorare nel Locale con la Nonna.

Nel 2008, Paola, mentre studiava e si specializzava come Cuoca alla Scuola del “Gambero Rosso” di Roma, ha conosciuto la signora Pia Passalacqua (moglie dello Chef Igles Corelli) che allora lavorava come Dirigente della Scuola stessa.

Negli anni successivi Paola si è data all’insegnamento, all’inizio con i Corsi di Cucina della DittaLagostina” di Omegna (VB), poi dal 2011 a 2013 ha aperto, con grande successo, a Livorno, la sua Scuola:Spazio QB”. 
Dal 2013 al 2015 è stata anche Direttrice dell’Accademia Italiana di Cucina Pandolfini a Firenze.

Grazie alle sue grandi capacità, dal 2013, Paola è entrata, ufficialmente, anche a far parte della “Squadra dei Servizi Esterni” dello ChefStellatoIgles Corelli.

Nel Luglio del 2017 Paola Cattabriga ha coronato il suo sogno aprendo il RistoranteGioia” a Livorno”.

Purtroppo poche settimane dopo aver inaugurato, nella notte tra il 9 e il 10 Settembre 2017, il Ristorante è stato investito dalla tragica alluvione, che sciaguratamente ha provocato anche nove vittime.  
Tanto lavoro e tanto impegno in pochi minuti è andato tutto perduto
Solo la grande volontà di una donna energica, intelligente e appassionata come Paola Cattabriga ha permesso, con ulteriori grandi sacrifici, di riaprire il suo Ristorante.

Il RistoranteGioia” è molto accogliente nella sua sincera semplicità: 
attraversata la Porta d’Ingresso a vetri si entra nell’Atrio dove è ubicato sulla sinistra il Bancone Bar, altri due passi e si accede all’unica Sala con soli sette tavoli tra tondi e quadrati. 
Sulla Sala si affaccia anche la porta della Cucina
Uscendo dalla parte opposta della Sala si accede a un simpatico e verdeggiante Giardino, molto comodo con la bella stagione.

Il Menu è l’espressione più sincera della Cucina di Paola, cinque voci, “Mare”- “Terra”- “Verdura”- “Pasta”- “Desserts”, che comprendono una selezione di preparazioni molto gradevoli già a partire dalla descrizione. 
Sull’altra faccia della pagina/menu c’è anche la versione in Inglese.

La Carta dei Vini è frutto di una scelta accurata, 25 Etichette ben assortite, con un rapporto qualità/prezzo molto favorevole.

Ma veniamo alla degustazione fatta che è stata accompagnata da un’ottima bollicina: 
Champagne André Robert Séduction 2008 Brut”, Champagne Grand Cru “Le Mesnil-sur- Oger”, un Assemblage di Pinot Noir e Chardonnay, 12% Vol., prodotto dalla Champagne André Robert.

Sono state servite le seguenti portate:

- Bouillabaisse (Zuppa, Francese, di pesce tradizionale della Provenza) di “conchiglie” con passatelli al lime;

- Gnocchi di ricotta impastati con estratto di Limoni di Sorrento e Parmigiano Reggiano di 30 Mesi,  prodotti artigianalmente da un pastificio di Cecina (LI), con ragù di pescato;

- Battuta al coltello di Carne cruda (abbattuta e pertanto sicura), Femmina giovane (9 Mesi) di Razza Piemontese (Fassone), carne certificata e selezionata dalla Macelleria Bani di Livorno, con crema di Blue Stilton (Formaggio Inglese a pasta dura ed erborinato);

- Bonet (Budino di antichissima Tradizione Piemontese) e caramello.

Tutto molto buono e ben presentato.  

Nulla potrebbe spiegare meglio la Filosofia Culinaria di Paola Cattabriga delle sue stesse parole: “Per me cucinare significa credere nella sfida alla abitudini e credere nel cibo come veicolo di emozioni e di legami
Sfido le abitudini con piatti ricchi di Tradizione, rinnovandola, per rendere i miei piatti più leggeri ed emozionali
E, come la Tradizione impone, seleziono le miglior materie prime instaurando un rapporto diretto con i produttori".

Poi quando ho chiesto a Paola Cattabriga perché ha dato il nome “Gioia” al suo Ristorante, la risposta è stata netta e decisa: 
Gioia è dove Cucino, Gioia è come Cucino, Gioia per me è avere gli ospiti soddisfatti di essere seduti ai miei tavoli”.  

Al RistoranteGioiadi Livorno ho trovato una piacevolissima accoglienza e un’ottima Cucina merito di una brava e appassionata Chef: Paola Cattabriga.



La Chef Paola Cattabriga

Una Vista della Sala

Bouillabaisse con Passatelli

Gnocchi di Ricotta con Ragù di Pescato

Battuta al Coltello di Carne Cruda

Bonet e Caramello

La Chef Paola Cattabriga e Giorgio Dracopulos