mercoledì 26 aprile 2017

AL NUOVO RESTAURANTE “GAYTÁN”, DEL GRANDE CHEF JAVIER ARANDA REVUELTA, ARRIVA SUBITO LA PRIMA STELLA MICHELIN.




L’Enogastronomia, oggi, è  una delle massime aspirazioni e attrazioni, dei nostri tempi. 
Ogni Paese del Globo ha sue specifiche caratteristiche che si manifestano attraverso la qualità della propria produzione agroalimentare e alla bravura degli Chef.

A Madrid, in Spagna, c’è un giovanissimo Chef, Javier Aranda Revuelta che, in pochissimi anni, è salito agli onori della cronaca per il suo straordinario talento.

Javier è nato, il 21 Gennaio del 1987, a Villacañas un Comune della Provincia di Toledo, nella Comunità Autonoma di Castiglia-La Mancia.
La sua Famiglia (nonno, nonna e mamma) erano proprietari e gestivano un piccolo punto ristoro/bar a Villacañas oltre ad avere anche un appezzamento di terra dove producono, a tutt’oggi, vino.
Javier fin da piccolo inizia ad amare quel lavoro fatto di passione per le cose buone e naturali unito al gentile e premuroso servizio al pubblico.

Questa sua predilezione trova conferma nella scelta di frequentare l’Escuela de Hostelería Toledo,  dove si diploma nel 2005.

Da subito, a 18 anni, entra a fare esperienza nelle cucine d’importanti e rinomati Ristoranti come lo storico “El Bohio” (fondato nel 1934), ubicato nel Comune di Illescas, in Provincia di Toledo, con lo Chef/Patron Pepe Rodríguez Rey,  e “Ars Vivendi”, di Madrid, con la Chef María Rosa García Manso.

In pochissimo tempo, grazie alla sua eccezionale bravura e alla straordinaria voglia di apprendere, Javier Aranda  è già Chef de Partie.

Le sue esperienze continuano con fantastici Chef come Iñigo Urrechu del RestauranteEl Cielo”, a  Pozuelo de Alarcón, Comunità Autonoma di Madrid, e il compianto, “super stellato”, Santi Santamaría.
Dal 2011 al 2012 Javier è già Chef al Restaurante, di Alta Cucina, “Piñera” di Madrid

E’ talmente bravo che gli viene riconosciuto il “secondo posto” al PremioChef Rivelazione per l’Anno 2012” del super prestigioso “Congresso Internazionale di Gastronomia Madrid Fusión”.  

Ma la sua voglia di crescere, e di esprimere tutto ciò che ha dentro, lo portano a fare un grande e super impegnativo passo, in tutti i sensi, per la sua giovane età (25 anni): il 13 Aprile 2013 apre il suo RestauranteLa Cabra”.

Il nome del Ristorante deriva dal fatto che suo Nonno gli diceva sempre che “la capra non fa mai un passo falso”. 
Il Logo scelto è proprio una “testa di capra stilizzata”.

Il lavoro di ristrutturazione del Locale è stato molto gravoso. 
Si è dovuto trasformare una “discoteca” in uno spazio “enogastronomico multifunzionale”, dove ci si può comodamente accomodare nella parte più informale e veloce, con il bancone bar e i suoi diversi spazi con i tavolini, dedicata non solo alle “tapas”. 
Oppure si può scegliere la Sala da Pranzo del “Restaurante Gastronomico” (solo per 24 coperti), che comprende la saletta privata, la fascinosa e rilassante libreria. 
Poi c’è anche la caratteristica Cantina (dove si può degustare stuzzichini, dolci, caffè o vini e liquori). 

Tutto l’arredamento è curato nei minimi particolari con gusto, fantasia e originalità.
Da notare che tutti i quadri, molto belli, attaccati alle pareti, sono stati fatti da una bravissima pittrice: la Zia di Javier Aranda.

Un Locale eccezionale che in poco tempo è riuscito a raggiungere altissimi livelli e che, giustamente, è stato premiato, nel 2015, con l’uscita dell’Edizione 2016, dalla “Guia Michelin España & Portugal” con la prestigiosa “Stella”.

Ma Javier Aranda Revuelta, non si è certo adagiato sugli allori del suo primo Locale, che ha mantenuto puntando però sempre più in alto, e ha messo subito in cantiere un altro progetto: Il  “Ristorante Gastronomico” ideale. 

Agli inizi del 2016 ha trovato un grande fondo, sotto un palazzone moderno, sempre a Madrid, nella zona residenziale del Quartiere di Chamartín, precisamente in Calle Principe de Vergara, al Civico 205.

A pochi passi da un verdeggiante e grande (circa 5 ettari) Parco Cittadino, il “Parque de Berlín”. Questa zona della Capitale Spagnola è infatti tradizionalmente abitata anche dalla Comunità Tedesca della Città.

Dopo importanti e onerosi lavori di ristrutturazione interna, tutto è completamente nuovo, il 15 Giugno 2016, ha inaugurato il suo nuovo “Laboratorio Gastronomico”, il RestauranteGaytán”.
Per affetto, Javier, ha voluto battezzare la sua “nuova creatura” con il cognome di Nonno Pedro, il Babbo della sua Mamma.

Il risultato di tutto ciò che è stato fatto nel Locale ha un solo ideatore, lo stesso Javier Aranda che ha voluto curare personalmente ogni particolare, dalle strutture agli arredi, dalla tecnologica cucina totalmente a vista (progettata in collaborazione con l’Azienda costruttrice porta la sua firma), al più piccolo dei particolari.

La Sala è un grande spazio, diviso dalle colonne portanti del palazzo, rivestite in legno chiaro fino al soffitto, dal Bancone Vini con alle spalle la Cantina Climatizzata, vicino all’ingresso,  e dalla bellissima grande Cucina ovale, già citata, “avvolta” da un grande Bancone di servizio che dalla parte del pubblico è semicircolare.  

Una Cucina veramente bella e innovativa, dove il grande Chef Javier Aranda Revuelta, in ogni servizio, insieme alla sua giovanissima Brigata, mette in scena un vero e proprio appassionante spettacolo gastronomico.

Intorno dei tavolini dalla forma particolare con delle poltroncine imbottite celesti. 
Il tutto per una trentina di coperti.

Il RestauranteGaytán” è molto luminoso di giorno grazie alle grandi finestre, ma anche la sera il bianco delle sue pareti s’illumina con i faretti del controsoffitto, anch’esso bianco. 
Un Locale super accogliente con la sua straordinaria, naturale e semplice bellezza.

La “mise en place” è raffinata ma senza tovaglie per apprezzare la superfice lucida dei tavoli.

Al RestauranteGaytán” ci sono Tre Menu:Ejecutivo” (il più semplice viene effettuato solo a Pranzo), “Experiencia Gastronómica” e “Gran Experiencia Gastronómica”, a prezzi diversi e con numeri diversi di portate. 
Ovviamente i Menu si adattano, se necessita, alle specifiche esigenze di ogni cliente.

La Carta dei Vini è importante, con alcune centinaia di super selezionate Etichette provenienti in gran parte dalle zone più vocate della Spagna ma anche da altri Paesi, come Cile, Stati Uniti, Francia e Portogallo
Sulla prima pagina della Carta c’è una bella citazione di Luis Fernando Olaverri: “El Vino es la única obra de arte que se puede beber”. 
La Carta dei Vini è stata selezionata dal bravissimo Sommelier Diego Tronco Calahorra.

Ma veniamo alla degustazione fatta che è stata accompagnata da un’ottima bollicina millesimata Spagnola:

- “Bertha S. (Siglo) XXI Bryt Nature 2007”, Cava Gran Reserva, un Blend di Uve Macabeo (40%), Xarel-Lo (40%), Chardonnay (15%) e Parellada (5%), 12% Vol., matura in bottiglia per almeno 60 mesi, un prodotto di grande qualità dell’Azienda Bertha.

Sono state splendidamente preparate, con grande maestria, tutte a vista, e servite, le seguenti portate:

- “SNACKS” - Mini Hamburger a modo mio - Mini Tacos con granchio reale e rapa - Omaggio al Messico: Mais - Muschio d’Inverno - Mango, capasanta e anice - Idromele;

- “PORTATE PRINCIPALI” -  Fagioli bianchi, pomodoro e mandorle - Patata dolce, tuorlo marinato e curry - Risotto non Risotto (un falso risotto fatto con una particolare radice) al tartufo nero - Gamberi, salsa coriandolo e spaghettini - Crudo di seppia e salsa  ají - Triglia, cannolicchi e croccante - Maialino da Latte Tre Preparazioni: con cacao, rapa rossa e a bassa temperatura - Cervo;

- “DESSERT (POSTRES)” - Pera, pistacchio e mandarino - Ananas, rum bianco e pesca - Cioccolato e lamponi;

 - “PETIT FOUR” - Piccola Pasticceria della Casa.

Che dire, tutto eccezionalmente buono (compreso l’ottimo pane della Casa servito durante tutto l’arco del pasto), con delle bellissime presentazioni, alcune fatte dallo Chef direttamente, col carrello, vicino al tavolo.

Vi posso garantire che vedere il bravissimo Chef Javier Aranda Revuelta all’opera con tutti i suoi collaboratori, sia di Cucina che di Sala, è un vero affascinante “spettacolo nello spettacolo”.

Un giovanissimo Chef che, anche nel suo nuovissimo Restaurante GastronomicoGaytán”, in solo 5 Mesi, è riuscito a raggiungere tali e tanti altissimi livelli, non poteva che essere  super premiato. Infatti, nel Novembre 2016 (Edizione 2017), la “Guia Michelin España & Portugal” ha dato al Nuovo Ristorante la prestigiosa “Stella”.

Come sempre il mio amico lo Chef/Patron Javier Aranda Revuelta, mi ha accolto con tutta la sua grande gentilezza, premura e simpatica giovialità.

Conversando, e congratulandomi con lui, al termine della degustazione, ho sentito in Javier tutta la felicità per aver realizzato, finalmente, al Restaurante GastronomicoGaytán”,  l’espressione ideale del suo sogno di Chef:  “emozionare, ogni suo cliente, prima di alimentarlo………”.



Il Bancone all'Ingresso e La Cantina (Foto Gaytán)

La Sala (Foto Gaytán)

La Cucina

Una Vista della Sala

Una Vista della Cucina

Mini Hamburger......

Mini Tacos......

"Omaggio al Messico"

"Muschio d'Inverno"

Mango, Capasanta e Anice

Fagioli Bianchi......

"Risotto non Risotto"

 Lo Chef Javier Aranda Mentre Prepara al Carrello

Gamberi......

Triglia......

Maialino: Tre Preparazioni

Cervo

Pera, Pistacchio e Mandarino

Ananas, Rum Bianco e Pesca

Cioccolato e Lamponi

Petit Four

 Javier Aranda Revuelta con Giorgio Dracopulos

giovedì 20 aprile 2017

ALLA “ STATION GALLERY”, DI CASTIGLIONCELLO (LI), UNA SPECIALE SERATA DI CUCINA SUSHI CON IL BRAVISSIMO CHEF CILENO FRANCISCO CORTÉS.




Castiglioncello, nota e accogliente Località marina nel Comune di Rosignano Marittimo, in Provincia di Livorno, è situata in una posizione geografica straordinariamente bella e suggestiva nell’ambito panoramico territoriale della magnifica Costa Toscana.

Il Paese ha un’antica e lunga storia che parte probabilmente da un piccolo insediamento di pescatori Etruschi e, attraverso l’epoca Romana, dove era conosciuta anche come “ricercata Località turistica”, arriva al primo Medioevo, quando si chiamava ancora Castiglione Mondiglio.

Successivamente fu anche un presidio militare, con il completamento, nel 1570, della Torre di Avvistamento, voluta dal Granduca di Toscana Cosimo I dei Medici (1519 - 1574) come difesa dalle incursioni dei pirati. 
Dalla metà dell’Ottocento, Castiglioncello, ha preso la sua specifica caratteristica di famosa e apprezzata meta Turistico-balneare immersa nel verde della pineta.

Nel 1910 è stata edificata, sul nuovo tratto ferroviario, appena terminato, Livorno-Cecina,  la Stazioncina Ferroviaria di Castiglioncello, progetto dell’Ingegner De Montel, che, con la sua torretta merlata, riprendeva lo stile del vicino Castello Pasquini.
L’armonizzazione con il Castello fu una delle clausole precise volute del Barone Patrone, proprietario del Castello e dei terreni che venivano ceduti alle ferrovie per la costruzione della Stazione.
Attualmente il fabbricato è stato dato in comodato all’Amministrazione Comunale

A pochi passi dalla Stazione di Castiglioncello, in direzione Sud, precisamente in Via Aurelia 923, c’è il Restaurant - American Bar Station Gallery” di Vincenzo Lipari.

Vincenzo è nato, il Primo Giugno 1966, a Camporeale, un Comune della Città Metropolitana di Palermo, in Sicilia
Nel 1971 insieme alla sua Famiglia si è trasferito in Toscana, nel Senese dove aveva dei parenti. 
Ma i suoi amavano il mare e decisero, nel 1974, di comprare casa nel Comune di Rosignano Marittimo (LI). 
Dopo alcune prime esperienze lavorative, Vincenzo, è entrato a lavoro in un Locale, il “Piccola Cala”, a Caletta di Castiglioncello
Successivamente, dal 1988 al 1991, è stato responsabile di Sala al RistoranteScolapasta”, sempre a Castiglioncello.

Vincenzo, un grande appassionato del suo lavoro, ha proseguito col fare esperienze positive in Ristoranti e Bar del Territorio fino al 1999, anno in cui ha deciso che era giunto il momento di aprire un Locale tutto suo. 
Sempre nel 1999, infatti, ha rilevato e ristrutturato un Pub, aperto da alcuni anni, che aveva uno stile Spagnoleggiante
Nasce cosi la “Station Gallery”.

Il Restaurant - American BarStation Gallery” è molto accogliente con il suo Bancone Bar e le sue Salette raccolte e riccamente arredate.

La Cucina dello “Station Gallery” è affidata dal 2013, alla Chef Giuliana Francesca Falconi. Giuliana è nata a Locarno in Svizzera, quando lei aveva nove anni, i suoi genitori si sono trasferiti in Italia nella Regione Molise
Un successivo trasferimento li ha portati in Toscana nel 2000
Giuliana ha studiato Ragioneria, ma fin da piccola ha avuto la passione per la cucina, anche perché la sua mamma ha sempre fatto la Cuoca di professione. 
Nel 2010 Giuliana è entrata a lavorare come Cuoca al RistoranteEnoteca Graziani” a Vada (LI), e, tre anni dopo, e arrivata allo “Station Gallery”.

Proprio al Restaurant - American BarStation Gallery”, Venerdì 14 Aprile 2017, è stata organizzata la prima di una serie di serate speciali con il bravissimo Chef, specializzato in “Sushi”, Francisco Cortés.

Francisco è nato, il 16 Dicembre 1977, nella Città di Valdivia, nel Sud della Repubblica del Cile (Republica de Chile), nella Regione di Los Rios
Dopo le scuole superiori si reca all’Università a Santiago del Cile, Capitale del suo Paese, dove, dal 1997, frequenta l’Universidad Tecnologica de Chile (INACAP) e, nel 2001, si laurea in “Ingeniería en Construcción”.
Ma, durante la sua permanenza a Santiago, accade un fatto che cambierà completamente il corso della sua vita: si reca a mangiare in un buon Ristorante Giapponese di Sushi.

Il “Sushi” (in Giapponese la parola è scritta con un carattere Cinese e significa letteralmente “acido”) è un tipo di Cucina, oggi famosa internazionalmente, che ha origini antichissime. 
E’ nata in Cina ed è stata importata in Giappone da alcuni monaci Buddhisti nel 600 d.C., ed è proprio in Giappone che ha trovato la popolarità, ad iniziare dal 1820, grazie a un Cuoco di strada, Hanaya Yohei (1799 - 1858), nella Città di Edo (oggi Tokio).

Per Sushi s’intende una serie di coreografiche preparazioni a base di riso bianco (varietà Japonica a grana corta), cotto seguendo regole precise, e poi marinato con aceto di riso, zucchero e sale, unito a pesce o frutti di mare (non sempre crudi), alghe, altri vegetali e uova. 
Viene generalmente fatto in piccole porzioni, che si intingono in vari condimenti e che, con “buona volontà”, si possono mangiare, con le mani o con le tradizionali bacchette, in un sol boccone.

La Cucina Sushi ha varie forme e tipologie, ognuna di esse ha un nome specifico, tra le più famose:

- “Chirashi”, diverse tipologie di pesci crudi, tagliate ad arte, servite in una ciotola di riso “gohan”, cotto con una procedura ad assorbimento d’acqua;

- “Donburri”, è come il “Chirashi” ma con una sola tipologia di pesce;

- “Futomaki”, arrotolato di “Sushi” con all’interno pezzetti piuttosto grandi;

- “Nigiri Sushi”, pezzetti di pesce crudo sistemati su polpettine di riso “gohan” trattate con aceto di riso (per mantenerle compatte) zucchero e sale; 

- “Gunkan Nigiri”, un particolare tipo di “Nigiri” che contiene gli ingredienti in forma raccolta;

- “Hosomaki”, riso arrotolato, in alga “nori” (essiccata con un procedimento manuale molto particolare), con l’aggiunta di un solo ingrediente;

- “Sashimi”, alcuni piccoli tranci di pesce, tagliati sottili, che possono essere crudi, cotti o in salamoia;

- “Temaki”, un cono di alga “nori” ripieno di riso e vari ingredienti tagliati a bastoncini piccoli e corti;

- “Uromaki”, (detto anche California Roll essendo stato inventato, negli anni ottanta, a Los Angeles dallo Chef Ichiro Mashita del RistoranteTokyo Kaikan”), involtino in cui l’alga “nori”, con i vari ingredienti compreso il pesce crudo, è all’interno del riso che può essere semplice o ricoperto di semi di sesamo.

Il Sushi è un alimento semplice, essenziale, ma pieno di sapori naturali: l’assoluta semplicità lo conduce alla purezza.

Come molte altre cose del Giappone il “Sushi” non è solo una particolare e difficile Arte Culinaria ma è una vera e propria “filosofia di vita”.

Un’apprendista Cuoco passa almeno due anni a strizzare piccoli asciugamani bollenti per la clientela e a buttare il riso nell’acqua. 
Successivamente deve specializzarsi nelle preparazioni con il suo maestro (Shokunin) per almeno altri tre anni prima di poter esercitare ciò che ha appreso. 
Ma solo dopo 10 anni può definirsi “Itamae”, uno Chef professionista di “Sushi”.

Per il Cuoco di “Sushi” anche gli strumenti più usati, i coltelli, sono qualcosa di simile alle spade per i Samurai, tanta è l’amorevole cura con cui, ogni giorno, li tengono pulitissimi e affilatissimi.

Nella CucinaSushi” le preparazioni non devono appagare soltanto il palato ma, necessariamente,  devono soddisfare anche la vista, ricreando nel piatto una sorta di “Giardino Zen”, mitico e spettacolare luogo di meditazione dei monaci delle Scuole Buddhiste Giapponesi denominate appunto “Zen”.

Ma torniamo al “colpo di fulmine” di Francisco Cortés per il “Sushi”.
Francisco decide, repentinamente, di voler apprendere quest’arte Culinaria e per tale scopo si reca nel “Piccolo Giappone” che si trova non molto distante (rispetto alle Isole del Sol Levante) dal Cile:  lo Stato di San Paolo in Brasile.

La Comunità Giapponese di San Paolo ha una lunga storia.
Nel 1905 il Ministro Plenipotenziario Giapponese Fukashi Suguimura, dal Brasile, trasmise un rapporto al suo Governo in Giappone e, tra le altre, vi si leggevano le seguenti parole: ”Proibita l’entrata in Australia, discriminati negli Stati Uniti, perseguitati in Canada e ora limitati anche nelle Hawaii e nelle Isole del Pacifico, i nostri coloni lavoratori troveranno nello stato Brasiliano di San Paolo una vera felicità e un vero paradiso”.

Questa atmosfera favorevole si concretizzò, il 18 Giugno 1908, con il primo sbarco, al Porto di Santos dal bastimento “Kasato Maru” (nave di diecimila tonnellate), di 165 famiglie Giapponesi (781 persone) dirette alle piantagioni di caffè della zona. 
Le campagne Brasiliane necessitavano urgentemente di manodopera dopo l’abolizione della schiavitù nel 1888.

Oggi la Comunità Giapponese nello Stato di San Paolo è la più grande comunità “nikkeijin” (termine giapponese che indica sia i Giapponesi emigrati sia i loro discendenti) al di fuori del Giappone, oltre un milione e mezzo.
Qui ovviamente è molto forte anche la tradizione Culinaria della Cucina Giapponese e si trovano famosi Chef, anche di Sushi, in altrettanto famosi Ristoranti.

Francisco trascorre un anno intero a San Paolo in due straordinari Ristoranti di Cucina Sushi, al “Sakura Sushi” con il maestro Kajino Takehiko (allora Presidente dei Ristoratori Giapponesi di San Paolo) e al RistoranteMori Sushi” a Jardins uno dei quartieri più eleganti della Città.

Francisco ha una tale passione per il Sushi che riesce ad apprendere con una rapidità eccezionale.
Da San Paolo poi torna in Cile come “Chef Itinerante di Sushi” e, dal 2004 fino ai primi Mesi del 2013, si trasferisce a Barcellona, bellissima Città sul mare, Capoluogo della Comunità Autonoma di Catalogna, in Spagna.

In questo periodo lavora, portando la sua tecnica di “Cucina di Sushi”, in Locali di successo e alla moda come “Icebarcelona”, aperto nel 2007, molto particolare con il suo arredo (pareti, mobili, bar) fatto tutto di ghiaccio, e il “Cavamar” prestigioso e vivace Locale ubicato sulla famosa spiaggia de “La Barceloneta”.
Sempre a Barcellona ha lavorato anche in altri super conosciuti Ristoranti, che fanno Cucina Giapponese creativa d’autore, e al raffinato “Big Fish” dove la Cucina è di altissima qualità.

Poi, Francisco (per gli AmiciFran”) ha aperto, nel 2011, sempre a “La Barceloneta” il suo primo Locale di proprietà il Ristorante Take-AwaySushi House”, ed è stato subito un successo. 

Successivamente, venduto il suo Locale, nel 2013 è volato negli Stati Uniti d’America, a New York, a lavorare in super famosi e “stellatiRistoranti di Sushi.
In seguito, trasferitosi nella mitica Città di Miami Beach in Florida, è entrato come Executive Chef nelle Cucine di altri due famosissimi Ristoranti, il “Bar Crudo” e il “Soho Bay”.  

Nel 2015 Francisco ha lasciato la vastità delle spiagge di Miami Beach ed è trasvolato in Italia, dove per alcuni periodi ha prestato la sua opera nelle Cucine di altri conosciutissimi Locali, il RistoranteCasale del Mare” di Castiglioncello e “Procacci” a Firenze.

Per questa Estate 2017, tutte le Domeniche, lo Chef, specializzato inSushi”, Francisco Cortés è al  Restaurant - American BarStation Gallery”.

Ma veniamo alla degustazione della “Serata Sushi”:

Lo Chef Francisco Cortés, assistito dalla Chef di Casa Giuliana Francesca Falconi, ha preparato:

- Noodles (Pasta lunga a sezione rotonda tipica della Cucina Orientale) all’uovo, con seppia e verdure al Wok (Padella fonda di forma semisferica, tipica sempre della Cucina Orientale) e salsa agrodolce;

- Sushi Arcobaleno (Arcobaleno Maki) al salmone e avocado, con ripieno di pesce bianco;

- Sashimi (preparazione Giapponese di pesce o carne cruda tagliata a fettine) Moriawase (fatto con tipologie diverse, misto) di pesce, in questo caso è stato usato salmone, tonno e pesce bianco;

- Tartara di tonno con salsa al prezzemolo;

- Gunkan Maki di salmone al foie gras, tataki e pera caramellata.

Tutte le portate sono state accompagnate da salse di soia o wasabi (pasta di rafano verde). 

In abbinamento, alle portate servite, un buona Bollicina Italiana, una novità dell’ Azienda Agricola Fratelli Berlucchi: “Brut 25”, Franciacorta Brut Non Vintage (NV - non millesimato), un Blend di Chardonnay e Pinot Bianco, 12,5% Vol., denominato “25” perché corrisponde al numero dei mesi che raccordano il grappolo al bicchiere.

Le preparazioni del grande Chef Cileno Francisco Cortés, sono molto “nitide” e “pulite”, cose ben fatte dai sapori giusti. 
Si sente, in ogni suo piatto, la passione e si “tocca con mano” l’ottima Scuola di Sushi

Per Francisco il Sushi è tutta la sua vita, “pesce e riso” gli hanno permesso di girare il Mondo e conoscere Paesi e persone. 
Lui si definisce uno “Chef Itinerante” di Cucina Tradizionale Giapponese, ma qui in Italia, vuole che la sua filosofica arte Culinaria, si adatti ai magnifici sapori del nostro Territorio e la sua Tecnica Orientale venga integrata dalla straordinaria qualità del Riso Italiano e del Pesce del nostro Mare, diventando “Mediterranean Sushi”.

All’accogliente Restaurant - American BarStation Gallery” di Vincenzo Lipari, a Castiglioncello (LI), ho trascorso una speciale, bella, divertente e gustosa serata dedicata alla CucinaSushi" del bravissimo Chef Cileno Francisco Cortés.    





Vincenzo Lipari

Il Bancone Bar

Vista Interna

Vista di una Saletta 

Noodles......

Sushi Arcobaleno......

Sashimi Moriawase......

Tartara......

Gunkan Maki......

Lo Chef Francisco Cortés e Giorgio Dracopulos

"Sushi Mediterraneo"

domenica 16 aprile 2017

PAOLO CARATOSSIDIS E LA SUA RIVOLUZIONARIA “ZEOCOOKING”: CUCINARE SENZA GAS ED ELETTRICITA’.




Parafrasando la famosa frase Manzoniana, “ruminata” da quello straordinario personaggio di Don Abbondio, “Carneade! Chi era Costui?”, che fa da incipit (dal verbo Latinoincipere” = incominciare) all’Ottavo Capitolo di quella magnifica opera d’arte letteraria che è “I Promessi Sposi”, potrei dire: “La Zeolite! Chi è costei?”.

Axel Fredrik Cronstedt (1722 - 1765) è stato un insigne Mineralogista e Chimico Svedese che, tra i suoi molti meriti, studi e scritti, ha lasciato ai posteri una scoperta estremamente interessante. 
Nel 1956, in quel prestigioso ambito che era, ed è, l’Accademia Reale Svedese delle Scienze, di Stoccolma, annunciò di avere individuato una particolarissima roccia, dalle peculiari prerogative del tutto straordinarie, che aveva denominato “Zeolite”.

La Zeolite (dal verbo Greco “ζέω”, zéō = bollire, e dal sostantivo “λίθος”, líthos = roccia), detta anche “pietra che bolle”, è un minerale costituito, principalmente, da silice e alluminio di origine vulcanica. 

I cristalli che compongono la Zeolite hanno, tra le altre, una proprietà a dir poco incredibile: si riscaldano se bagnati con alcuni liquidi, tra i quali spicca la comune acqua.
Il processo di riscaldamento avviene grazie all’estrema igroscopicità (capacità di assorbire prontamente le molecole dell’acqua) dei cristalli, della Zeolite, che sono caratterizzati da una enorme e regolare microporosità
Le molecole dei liquidi immagazzinate in questi pori cristallini, non potendo più avere un moto proprio, si trovano “rallentate” e la loro energia cinetica diventa energia termica.

Per questo processo appena descritto, il mondo scientifico, già da anni, ha applicato l’uso della Zeolite in vari settori tra cui i sistemi integrati costituiti da caldaie e pannelli solari. 
Per tale necessità è stata prodotta una qualità di Zeolite sintetica, sotto forma di sfere di diverse dimensioni, a basso costo, che può essere usata decine di volte al giorno per 300 anni.

Nel 2016, Paolo Caratossidis ha capito, per primo, le infinite potenzialità che la Zeolite avrebbe avuto in campo culinario. 
Detto fatto, dopo accurati e precisi studi, ecco l’Evento in cui è nata la “Zeocooking”: Mercoledì Primo Giugno 2016, a Bologna sono stati cotti, per la prima volta nella storia, utilizzando solo la Zeolite, un uovo di quaglia e successivamente un paio di gamberi.

Per affrontare meglio questa “avventura”, che cambia la storia dei “metodi di cottura dei cibi”, Paolo ha fondato anche un’Associazione denominata proprio “ZeoCooking”, dove gode del supporto di grandi e appassionati cofondatori come l’Enogastronomo Luigi Bressan e il Sommelier Luca Armaroli.

Paolo Caratossidis è nato a Padova, il 14 Dicembre 1976, da Babbo Greco e Mamma Italiana (di Padova).

Il suo Babbo, Vassillios, purtroppo scomparso alla fine del 2016, veniva da un “paesino Greco sperduto, di pietra e polvere” della Tessaglia sud orientale, vicino a Farsala, dove “in Inverno c’erano i lupi e gli orsi, e in estate scorpioni e serpenti”. 
Una Terra estremamente difficile dove si sopravviveva grazie a un’agricoltura eroica.

I suoi Nonni paterni erano sfollati in Tessaglia, dopo che avevano dovuto abbandonare, nel 1922, la Città di Smirne in fiamme (Smirne è ubicata sulle attuali Coste della Turchia), a causa della sanguinosa Guerra Greco - Turca combattuta tra il 1919 e il 1922
Un periodo ancora tragico, nato subito dopo quella immane carneficina definita “Prima Guerra Mondiale”, causato dal disfacimento dell’Impero Ottomano.

Il Babbo di Paolo era venuto, nel 1971, in Italia, a studiare Ingegneria Meccanica all’Università di Padova.

Un percorso simile che accomuna anche il mio Babbo, Greco anche lui, venuto a studiare, nel lontano 1952, Medicina all’Università di Pisa.

Infatti, dagli anni Cinquanta, finita la Seconda Guerra Mondiale (1939 -1945), l’Italia, tra le altre clausole di Nazione Sconfitta, pagava i danni alla Grecia anche facendo studiare i loro ragazzi  meritevoli, gratuitamente, nelle Università e Accademie Italiche.

Paolo Caratossidis è un Cuoco  eclettico, simpatico, comunicatore ed economista, un moderno alchimista che appassionatosi sempre di più alla Cucina ha voluto studiare e sperimentare ogni genere di cottura fino a giungere a questa sua nuova, innovativa ed ecologica tecnica senza gas ed elettricità.

Non esiste nessuna controindicazione a questo tipo di cottura con la Zeolite sintetica granulare.

Con “Zeocooking” ogni luogo può diventare una Cucina, senza nessun tipo di vincolo tecnico/burocratico, dovuto a fiamme o a elettricità, una vera e propria “rivoluzione”.

Controllando la quantità di acqua (anche del rubinetto) immessa nel contenitore, che racchiude  la Zeolite, si può regolare la temperatura, che in un attimo può raggiungere anche i 100 gradi
Si possono ottenere eccezionali risultati con ogni tipo alimento, anche con cotture moderne come il sottovuoto.

La “Zeocooking” ha riscosso, da subito, molto interesse e riconoscimenti, sia dal mondo degli Chef sia da quello dei media.

Non mi rimane altro che congratularmi con l’amico Paolo Caratossidis per la geniale rivoluzionaria idea che ha avuto. 
BuonaZeocookingper tutti.  





Con della Semplice Acqua è Subito Calore

Rai 2 - G. Magalli con P. Caratossidis e L. Bressan

Paolo Caratossidis e Giorgio Dracopulos

Buona "Zeocooking" per Tutti