venerdì 26 giugno 2020

“ZAFFERANO DEL SULCIS”: UN’AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA CHE ESPRIME AL MEGLIO TUTTA LA MAGIA DELL’ORO ROSSO DELLA SARDEGNA.




La  Sardegna è per estensione la seconda Isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia), è lunga 270 km. e larga 145 km., con ben 1.897 km. di Coste e la sua superficie raggiunge i 24.100 Chilometri Quadrati

Il Promontorio di Capo Ferro, sulla Costa Nord-est dell’Isola, nel Comune di Arzachena (SS), è il punto più vicino alla Penisola Italica, dista dal Toscano Monte Argentario 188 km. di Mar Tirreno, mentre 10 km. meno (178) la separano dalle Coste Tunisine e dal Continente Africano.

Il Territorio dell’Isola è prevalentemente composto da Colline e Altopiani Rocciosi, seguono le Zone pianeggianti e poi le Montagne
I Fiumi più importanti, per esigenze non solo idriche, sono sbarrati da imponenti Dighe che formano grandi Laghi Artificiali.

Il Clima è Mediterraneo, lunghi periodi di siccità Estiva e Inverni piovosi con temperature miti
Tale fatto, attraverso i Secoli, ha permesso lo sviluppo di molte attività dell’uomo. 
Si è sviluppata l’Agricoltura, specialmente quella cerealicola, la Pesca e l’Allevamento in particolare Ovino.

L’Isola ha anche il sottosuolo più ricco di Minerali di tutta Italia
Ciò ha permesso fin da tempi antichissimi l’apertura di molti Centri Minerari per l’estrazione di ossidiana, argento, zinco, rame.  
Dall’Ottocento in poi furono aperte anche Miniere di antimonio, bauxite, oro e carbone

Estrazioni così importanti portarono a nuovi insediamenti tantoché nel 1937, nel Sud dell’Isola, fu edificata, per volontà del Governo di allora, una intera nuova Città per sostenere gli addetti a questo settore e le loro famiglie: Carbonia.  

Partendo da Carbonia e percorrendo per circa 17 km. (20 minuti) la Strada Provinciale 78 verso l’interno dell’Isola si arriva nel cuore di un antico bacino geologico e al piccolo (3.100 Abitanti) Comune di Narcao.

Siamo nella nuova ProvinciaSud Sardegna” (SU) costituita nel 2016 ma anche nel Territorio che da Secoli viene denominatoSulcis” e che si estende nella porzione Sud-occidentale dell’Isola.

Nella Zona di Narcao i primi insediamenti, grazie anche alle numerose grotte presenti sulle colline, risalgono ad alcuni Millenni a.C., e successivamente tra il 3400 a. C. e il 600 a. C. (Età del Bronzo) anche qui si diffuse la Civiltà Nuragica.

La Civiltà Nuragica è l’interessantissima Civiltà degli Antichi Sardi che deve il suo nome ai “Nuraghi” le imponenti e affascinanti costruzioni megalitiche (fatte con le pietre) sulle cui effettive funzioni non siamo ancora giunti a definirne lo scopo.

Narcao inizialmente, attorno all’Anno Mille, era una Villa con vasti terreni di proprietà, era sorta in questo luogo grazie alle numerose sorgenti del luogo, una vera ricchezza che rendeva la campagna estremamente fertile. 
Questa fertilità portò anche numerosi Monaci Benedettini a insediarsi in queste Terre.
Nel 1323, con l’arrivo degli Aragonesi, Narcao era già diventata un Paese con più di 400 abitanti. Nei Secoli successivi però le continue incursioni dei Pirati che arrivavano dal Mare fino all’interno dell’Isola fecero decadere il Territorio.

La vera rinascita di Narcao avvenne alla fine del XVIII Secolo quando qui s’insediarono Contadini e  Pastori provenienti per lo più dalla vasta Area Montuosa dell’Isola denominata Barbagia.

Oggi Narcao conserva il suo passato soprattutto in ritrovamenti archeologici di resti Nuragici e Romani, e alcune Chiese di costruzione molto più vicine a noi e a ben sei Miniere dismesse.

Una delle 12 Frazioni del Comune di Narcao èIs Sais Superiore” e proprio qui al Civico 2/C c’è l’AziendaZafferano del Sulcis” di cui oggi Vi voglio parlare.

Ma prima devo aggiungere alcune cose a riguardo dello “Zafferano”.

Lo “Zafferano” è una preziosissima Spezia che si ottiene da solo 3Stigmi” (la parti superiori del pistillo) di bellissimi Fiori di colore violetto
Il nome scientifico della Pianta che produce questi Fiori èCrocus Sativus”, così è stata denominata dal Medico, Botanico e Naturalista Svedese, Carl Nilsson Linnaeus (1707-1778), considerato l’ideatore della classificazione scientifica moderna di tutti gli organismi viventi.

Il “Crocus Sativus” è una pianta perenne (così sono denominate quelle che vivono più di due anni) della Famiglia delleIridaceae” che viene coltivata in Asia Minore e in molti Paesi del Bacino del Mediterraneo

In Italia le colture più estese si trovano nella Marche, in Abruzzo, in Sicilia e in Sardegna, ma ci sono coltivazioni degne di nota anche in Umbria, Basilicata e Toscana.

Lo “Zafferano” è frutto, sia nella coltivazione a lungo termine che nel raccolto e lavorazione, di un faticoso ed esclusivo lavoro manuale, tale condizione, unita al fatto che per ogni chilo di zafferano raccolto (considerate che per un grammo ci vogliono gli stigmi di più di 150 fioricon l’essiccazione se ne perde il 70%, rende il suo prezzo molto, molto alto.

Ma torniamo all’Azienda AgricolaZafferano del Sulcis” che nasce nel 2016 con un meritevole progetto di Agricoltura Sociale portato avanti da un gruppo di Persone volenterose e concrete allo scopo di valorizzare Territorio e Produzioni Tradizionali Locali.

L’AziendaZafferano del Sulcis” è un’Impresa Familiare costituita su Terreni già di proprietà in anni precedenti, circa 10 Ettari comprensivi di superfici boschive, dove Antonio Corda, grande lavoratore e appassionato Agricoltore, aveva iniziato a coltivare e allevare (pastorizia) costituendo una Società Cooperativa appena finita la Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945).

L’AziendaZafferano del Sulcis” è nata grazie alla fondamentale spinta di Giampaolo Corda (Nipote di Antonio, classe 1969) che, pur essendo nato a Brescia dall’unione di Vincenzo Corda (uno dei Figli di Antonio, classe 1942) con sua Moglie Lucia, non ha più potuto resistere al fascinoso richiamo della Terra di origine della sua Famiglia.

Ecco che con Giampaolo Corda, Amministratore Delegato, con il fondamentale supporto di Babbo Vincenzo, dello Zio Angelo (Fratello di Vincenzo, classe 1952) e del Socio Domenico Superti (classe 1968), ha iniziato a coltivare, tra l’altro, Piante diCrocus Sativusin questa Zona della Sardegna dove non era stato mai fatto.

Nei 10 Ettari dell’Azienda, oggi Certificata Biologica, si producono Zafferano, Mirto, Corbezzolo e Lentisco
Di “Zafferano”, coltivato in circa un Ettaro (ma l’estensione di tale cultura è in aumento)  se ne ottengono più di 3 kg. che dopo l’essiccazione diventa più di 1 kg. di prodotto finito di grande qualità.  

Le favorevoli peculiarità dei terreni, dove abbonda lo scisto (roccia metamorfica a grana medio-grossa) che permette di mantenere più a lungo l’umidità, unite al grande impegno messo da tutti gli addetti ha permesso all’AziendaZafferano del Sulcis” di raggiungere in breve tempo notevoli successi. 
Ecco che sono arrivati a produrre anche Limoni, Olio Extra Vergine di Oliva, Capperi, Carciofini sott’Olio, Essenza di Mirto e Olio di Lentisco.

Tra le infinite preparazione che si possono fare con lo “Zafferano” tra le più classiche posso citare “il risotto allo zafferano” (indimenticabile per me il mitico “Risotto allo Zafferano e Foglia d’Oro” del grande Maestro e Cuoco Milanese Gualtiero Marchesi, 1930 - 2017) e vari tipi di “pasta allo zafferano”. 
Per tale motivo Giampaolo Corda, con il supporto e l’approvazione di tutti, ha iniziato la distribuzione due Marchi di alta qualità che si legano perfettamente con lo Zafferano

Credo che non ci sia di meglio che le parole di Giampaolo Corda per descrivere la passione e l’impegno che all’AziendaZafferano del Sulcis” tutti mettono nel loro lavoro: 
In questi anni abbiamo affinato le tecniche di coltivazione e i nostri prodotti hanno ottenuto le certificazioni di altissima qualità. 
Il nostro obbiettivo era ed è di garantire a tutta la nostra Clientela una qualità che si fonda su antiche tradizioni contadine e tecniche moderne, assicurando l’assoluta sostenibilità di ciò che produciamo e facciamo. 
La realtà a gestione familiare insieme alla cura quasi maniacale che mettiamo in ogni fase di lavorazione e produzione è la nostra forza. 
Siamo felici di salvaguardare, con il nostro impegno e la nostra passione, uno dei Territori più belli della Sardegna e dell’Italia tutta e siamo estremamente fieri di portare sulle tavole del Mondo sublimi sapori e sincere emozioni”.

L’Azienda Agricola BiologicaZafferano del Sulcisesprime sicuramente al meglio la magia dell’oro rosso della Sardegna e non solo.




Un Territorio Affascinante 
(Foto Zafferano del Sulcis)

Stigmi (Foto Zafferano del Sulcis)

Riso Sardo "Passiu"

"Risotto allo Zafferano e Foglia d'Oro" 
del Grande Maestro Gualtiero Marchesi

Pasta Artigianale Sarda Gustos

Vasetti di Zafferano (Foto Zafferano del Sulcis)

venerdì 19 giugno 2020

ALLA TRATTORIA PIZZERIA “LE RADICI” DI VIAREGGIO (LU) UNA SPECIALE ACCOGLIENZA E UNA GUSTOSA CUCINA DI GRANDE QUALITÀ.




In Botanica con il termine “Radici” si denominano quegli organi delle Piante che sono specializzati nell’assorbire l’Acqua e i Sali Minerali dal Terreno
le “Radici” sono fondamentali per la vita delle Piante e per lo sviluppo dei germogli.

Le “Radici” hanno anche molte altre funzioni come quella, nella maggior parte dei casi, di ancorare la Piante al Terreno.

Ecco perché lo Chef/Patron Massimo Barsotti, per sottolineare il suo grande amore e attaccamento per la Terra e ciò che offre, ha voluto battezzare la sua Trattoria/Pizzeria di Viareggio (LU) proprio con il nome “Le Radici”.

La Città di Viareggio è giustamente nota per molti aspetti positivi
Si tratta di una bella e storica Località adagiata nel tratto costiero rientrante nella Provincia di Lucca ed è un’accogliente Centro turistico/balneare
Le sue lunghe e sabbiose spiagge sono bagnate, per la gioia dei vacanzieri, dalle acque del Mar Ligure
La Cittadina alle spalle è incorniciata dal suggestivo panorama delle Alpi Apuane e ai lati dalle grandi, verdeggianti e rilassanti Pinete.

A Viareggio si svolgono innumerevoli belle manifestazioni estive e un’intensa vita mondana tutto l’anno, dal lontano 1873 poi c’è anche uno dei Carnevali più coreografici, ricchi, divertenti e famosi del Mondo.

Viareggio con il suo Canale navigabile e la sua Darsena ha anche una Storia di Barche e di Pescatori.

Proprio dalle ultime abitazioni della Darsena verso Sud, in direzione la Marina di Torre del Lago Puccini (Torre del Lago è l’unica Frazione di Viareggio), parte quella verdeggiante e affascinante lunga Strada alberata denominata “Viale dei Tigli”. 
Il Viale lungo quasi 5 Km. è un meraviglioso “tunnel” formato dai rami di Tigli e Pini.

All’inizio del Viale dei Tigli, dalla parte Viareggina, al Civico 15, è ubicata la Trattoria/PizzeriaLe Radici” di Massimo Barsotti.

Massimo è nato a Pietrasanta (LU) il giorno 8 del Mese di Maggio del 1972
La sua Famiglia era originaria della Garfagnana (area storico/geografica montana della Provincia di Lucca) i Bisnonni si erano trasferiti sulla Costa per motivi di lavoro

Suo Nonno Materno aveva da anni la TrattoriaLa Sosta” in Via Aurelia Nord, sempre a Viareggio, dove è nata, cresciuta e poi ha lavorato in Cucina anche la Mamma di Massimo
Fin da piccolo Massimo, cresciuto anche Lui nella Trattoria di Famiglia, ha iniziato ad appassionarsi alla Cucina
la sua prima preparazione da piccolo, era alle Scuole Elementari, è stata “il coniglio in umido con le olive”.

Dopo le Scuole dell’Obbligo e le Superiori, dove Massimo si è diplomato Perito Elettrotecnico, ha fatto il Servizio Militare
Ma la passione e il richiamo per la Cucina era troppo forte e di conseguenza, nel 1991, è entrato da giovanissimo al Ristorante del Bagno Piave di Viareggio, a Città Giardino, subito come Cuoco
Vi resterà fino alla fine del 1995 quando ha aperto il suo primo Locale, insieme a Lita la sua Mamma e al Fratello Andrea, la Trattoria ilBurlamacco” (Maschera Ufficiale del Carnevale di Viareggio) dentro la Stazioncina di Viareggio Scalo.  

La Vecchia Stazione di Viareggio (o Viareggio Scalo) è stata la prima Stazione della Località, inaugurata il 15 Aprile del 1861, anni dopo, il 13 Giugno del 1936, fu inaugurata in posizione più centrale la Nuova, bella e grande Stazione progettata dall’Architetto Romano Roberto Narducci (1887 - 1979), in seguito nel 1994 la Stazione Viareggio Scalo fu dismessa dalle Ferrovie

Il 12 Maggio 2013 Massimo è felicemente convolato a nozze con Barbara Grifoni, dalla loro unione sono nati tre bellissimi Figli
Edoardo, Filippo e Niccolò, il piccolino, nato da pochi mesi.

Massimo Barsotti ha continuato a lavorare con la sua TrattoriaBurlamacco” alla Vecchia Stazione fino al 2016, poi causa difficoltà, con le Ferrovie per la struttura, decise di cambiare ambiente.

Il 20 Luglio 2017, dopo importanti e onerosi lavori ha inaugurato il suo nuovo Locale ubicato, come già accennato, in Viale dei Tigli al Civico 15.

La Trattoria/PizzeriaLe Radici” è molto accogliente e luminosa. 
Entrando dalla Porta a Vetri, all’ingresso a destra, troviamo il Bancone Bar, di fronte il Grande Piano di Servizio con alle spalle la Cucina, il Forno a Legna e la Griglia
Proseguendo a sinistra si entra nella Sala vetrata su tre lati, molto comoda per più di 40 coperti
Con la buona stagione si può sfruttare un bel Dehors.

Il Menu offre una bella selezione di Piatti di Terra compresa la Selvaggina, Massimo da sempre è anche Cacciatore, ma non mancano alcune prelibatezze di Mare, poi c’è un’ampia scelta di Pizze Rosse e Bianche, Calzoni e Focacce.

La Carta dei Vini è importante, circa 200 Etichette super selezionate tra Champagne, Spumanti, Vini Bianchi, Rossi e Rosati, da tutte le Zone più importanti d’Italia e anche dalla Francia.

Ma veniamo alla degustazione che è stata accompagnata da Vini molto interessanti:

- “Monopolio Lessini Durello Millesimato 2018”, Lessini Durello D.O.C. Spumante Brut, 100% Durella (Vitigno Autoctono dei Monti Lessini) , 12% Vol., prodotto dalla Cantina di Gambellara;

- “Borgo Salcetino 2018”, Chianti Classico D.O.C.G, 95% Sangiovese e 5% Canaiolo, 13% Vol., prodotto dall’Azienda Livon;

- “Casalferro 2010”, Toscana Rosso I.G.T., 100% Merlot, 14% Vol., prodotto dall’Azienda Ricasoli.

Sono state servite le seguenti portate:

- Tartara di manzo femmina, certificata nata ed allevata in Toscana (Val di Cecina) con carciofini sott’olio, giardiniera artigianale, cipolline in agro dolce e aceto balsamico, salsa tartara;

- Vassoi di Affettati - Mortadella al tartufo, Pancetta affinata nel rosmarino, Salame (denominato “mortadella”) affinato nel vino bianco, Bresaola con rucola e scaglie di grana;

- Maccheroncini di pasta fresca al sugo di Folaga;

- Arrosto morto di Selvaggina assortita con Cinta Senese, Salsicce e Pane abbrustolito;

- Torta di mele.

Tutto buonissimo, la Cucina di Massimo Barsotti è sincera e naturale, tradizionale e curata, la ricerca di valide materie prime è la filosofia che lo supporta e lo contraddistingue.

Alla Trattoria/Pizzeria Le Radicidello Chef Patron Massimo Barsotti, a Viareggio (LU), ho trovato una speciale accoglienza e una gustosa Cucina di qualità.



"Burlamacco"......

"Le Radici"......

Massimo Barsotti (Foto Le Radici)

Il Forno a Legna

La Griglia

La Sala (Foto Le Radici)

Il Dehors (Foto Le Radici)

Buona Scelta di Vini......

Tartare......

Affettati......

Maccheroncini al Sugo di Folaga

Arrosto morto di Selvaggina......

Massimo Barsotti e Giorgio Dracopulos

sabato 13 giugno 2020

“PROGETTIDIVINI” UNA GIOVANE AZIENDA ESTREMAMENTE SPUMEGGIANTE CON MOLTE NOVITÀ.




Dal Mese di Luglio 2019 la magnifiche Colline ubicate nel Territorio di Conegliano e Valdobbiadene sono diventate meritatamente “Patrimonio Mondiale dell’Umanità” grazie all’UNESCO

Siamo nella Provincia di Treviso nell’affascinante, verdeggiante e storica Zona oggi racchiusa sotto la denominazione di Regione Veneto.
Qui, e in altre Zone limitrofe, da Secoli (se ne sono trovate tracce già nel 1382) si è creato un Vino  che in tempi abbastanza recenti ha raggiunto la fama come la Bollicina Italiana più conosciuta al Mondo: il “Prosecco”

Il “Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, prodotto nel Territorio dei 15 Comuni compresi nella Denominazione, dal 2 Aprile 1969 ha ricevuto proprio il riconoscimento della “Denominazione di Origine Controllata” (D.O.C.) e dal 1 Agosto 2009 la “Denominazione di Origine Controllata e Garantita” (D.O.C.G.).

Il “Prosecco Superiore di Conegliano e Valdobbiadene” comprende alcune 

Viene prodotto generalmente con 100% di Vitigno specifico inizialmente chiamato “Prosecco” ma che con il Decreto Ministeriale del 21 Luglio 2009 ha preso il nome di “Glera” (un sinonimo), ovviamente a seconda dei microclimi e delle tipologie dei terreni dove si sviluppa quest’Uva esprime note diverse. 
Il Disciplinare però prevede anche l’utilizzo di altre Uve specifiche e in quantità ridotte.

Anche gli Antichi Romani coltivavano questo particolare Vitigno che oggi rappresenta una ottima soluzione per la spumantizzazione con il Metodo Martinotti-Charmat
Questo Metodo differentemente dal “Metodo Classico” prevede la presa di spuma grazie alla rifermentazione in un grande recipiente chiuso chiamato “autoclave”.

Il “Prosecco” è una piacevole Bollicina di colore giallo paglierino brillante (che varia leggermente nelle diverse Zone) con al naso sentori delicati di frutti e agrumi, oltre a quelli floreali, in bocca sprigiona gradevolezza e morbidezza grazie al fine perlage. 
La gradazione alcolica moderata rende questo Vino eclettico e di facile abbinamento ai cibi e nelle più diverse occasioni.

Proprio nel Comune di Farla di Soligo, nella Frazione di Soligo, praticamente nel cuore del “Conegliano Valdobbiadene” (Soligo è al centro della Zona della Denominazione essendo praticamente equidistante, non più di 20 minuti, da Conegliano e da Valdobbiadene), in Via 1 Settembre, al Civico 20, sorge una giovane Azienda Vitivinicola denominataProgettidivini”. 

Progettidivininasce nel 2008, per volontà della Famiglia Masiero, che ha riportato in auge la vecchia Cantina dellaVilla Brandolini d’Adda”. 

Villa Brandolini, una delle più importanti e famose strutture della Zona che risale al XVIII Secolo, è stata edificata, in posizione panoramica a piedi dei Colli di Pieve di Soligo ed era la dimora di un ramo dei Brandolini, Nobile Famiglia Veneta di antiche origini Forlivesi.

La Cantina dove ha Sede l’AziendaProgettidivini”, con alcuni vigneti, è a circa 3 km. da Pieve di Soligo dove si trova il complesso che comprende il Parco e la sopracitata Villa.

Nel 2018 Martina Curato e suo Marito Cristian Piazzetta hanno rilevato dai Masiero l’Azienda Progettidivini”.

Martina Curato è nata ad Asolo (uno dei I Borghi più Belli d’Italia), in Provincia di Treviso, la sua Famiglia praticamente da sempre aveva dei Vigneti nel Territorio ma avendo altre attività lavorative  le Vigne erano state date per anni in gestione. 
Martina però aveva impresso nella memoria e nel cuore le vendemmie che andava a vedere insieme ai Nonni.

Nel 2002 Martina Curato è convolata a nozze con Cristian Piazzetta (imprenditore, classe 1972) e dalla Loro unione sono nate due bellissime Figlie, Camilla nel 2003 e Carolina nel 2008.

I teneri ricordi di Martina, in Vigna con i Nonni, avevano fatto crescere in Lei il desiderio di seguire in prima persona le sue proprietà e cosi dal 2017, appena le Figlie sono state più grandi, ha preso a dirigere le Vigne della Famiglia.

Ma siccome “l’appetito vien mangiandoMartina e Cristian nel 2018, come già accennato, hanno deciso, capitata l’occasione, di rilevare l’AziendaProgettidivini” per dare inizio, lavorando tanto e bene, a una nuova e appassionante storia che un domani le loro Figlie potranno portare avanti.

In pochi mesi Martina e Cristian hanno positivamente rivoluzionato e rinnovato l’Azienda

Oggi  “Progettidivinisi presenta con i suoi 10 Ettari di Vigneti super curati, con un nuovo Logo del Brand che è l’immagine della loro Edificio/Cantina, e con il nuovo Sito Internet predisposto anche per la vendita diretta online.

La Loro produzione di qualità si è specializzata nel realizzare Vini Prosecco di Valdobbiadene Superiore D.O.C.G., ma anche D.O.C. e Spumanti, oltre a un Vino Bianco e tre Vini Rossi prodotti con Uve provenienti anche da altre Zone.

Un “Progetto Speciale” è il nuovo “Zero”, un Prosecco di Valdobbiadene Superiore D.O.C.G.non dosato”. 
Per non dosato s’intende uno spumante senza lo “sciroppo di dosaggio”, quello che ne determina la quantità di zucchero, tale fatto rende la bollicina più pregiata e denota l’arte di vinificazione e la grande qualità  delle Uve utilizzate. 

Questo particolare Prosecco si ottiene da uno speciale metodo di spumantizzazione denominatoCharmat Lungo” che prevede la maturazione de Vino in autoclavi di acciaio per un periodo non inferiore ai 6 Mesi e successivamente un affinamento in bottiglia per almeno 30 Giorni.

Il nuovo Prosecco di Valdobbiadene Superiore D.O.C.G.Zero” grazie alle sue indiscutibili qualità ha già riscosso alcuni importanti riconoscimenti anche Internazionali.

Grazie alla loro grande specializzazione l’AziendaProgettidivini” offre ad altri Produttori la possibilità di “spumantizzare” i loro Vini.

Ma non è finita
c’è anche una curata, professionale e personalizzata accoglienza
La Cantina ospita la nuova confortevole Sala Degustazione e tutta la struttura è un luogo ideale, data la sua indubbia bellezza, per ospitare eventi privati, feste e cerimonie.

Credo che non ci siano altre parole che quelle di Martina Curato per definire il loro spirito positivo e la loro passione: 
L’alta qualità della produzione e il rispetto della Terra, dei Vigneti e della lavorazione delle Uve è alla base di tutto il nostro lavoro. Sapere che i nostri Vini sono testimoni partecipi di tanti momenti belli della nostra Clientela è per noi il risultato più gratificante”.

Progettidivini”, a Soligo in Provincia di Treviso, è un’Azienda estremamente spumeggiante con molte piacevoli novità.





La Sede

Una Vista delle Vigne

Un'Azienda Spumeggiante

Progetti Speciali

Fascinosa Accoglienza

Cristian Piazzetta e Martina Curato

Il Nuovo Logo

domenica 7 giugno 2020

“BIONDI SANTI” UN MITO MONDIALE CHE DA SECOLI PRODUCE VINO: AL CASTELLO DI MONTEPÒ UNA TENUTA PER CUSTODIRE LE LORO ECCELLENZE.



Un vasto territorio di circa 5.000 chilometri quadrati, dai confini non ben definiti, bagnato da un cristallino Mar Tirreno e ubicato nel sud della splendida Regione Toscana e nell’Alto Lazio, prende il nome di Maremma.

La Maremma è un Territorio ricco di Storia e tradizioni, le sue pianure, le sue coste, le sue spiagge, i suoi golfi e i suoi promontori si suddividono amministrativamente tra 5 Provincie e 34 Comuni. Necropoli Etrusche, Siti Archeologici, Castelli, Torri Costiere, Borghi, Pievi, Ville, Chiese e Fattorie, fanno  del suo paesaggio uno splendido percorso turistico
Qui vivono e si tramandano antiche forme di allevamento di buoi e cavalli, qui si trova la mitica figura del “butterotipico guardiano di mandrie a cavallo

In Maremma le tavole sono imbandite con gustosi e tipici prodotti della terra e con piatti straordinari preparati con antiche e tramandate ricette, qui si bevono Vini che sono conosciuti in tutto il Mondo per la loro ottima qualità.

Proprio in questo magnifico e incontaminato contesto Maremmano, in una Zona collinare particolarmente panoramica, verdeggiante e fascinosa, sorge maestoso il “Castello di Montepò”. 

Il Castello di Montepò è una bella, elegante e possente struttura fortificata adagiata su una dolce collina nella Campagna a Nord del Comune di Scansano e a circa 30 Km. dal Capoluogo di Provincia, la Città di Grosseto

Il Castello è sorto intorno all’Anno Mille e nel 1300 è stato quasi totalmente ricostruito dai signori del vicino “Castello di Cotone”. 
Successivamente il Maniero passò sotto il controllo dei Senesi e fu ceduto a un’antica e importante Famiglia, i Sergardi.

Nel XV Secolo il Castello di Montepò divenne una grande Fattoria Fortificata e nella seconda metà del 1900 la struttura è stata riportata agli antichi splendori. 
Un Complesso semplicemente bellissimo e affascinante, particolarmente massiccio e possente, a pianta rettangolare, con alte mura in pietra che racchiudono i corpi di fabbrica attorno a uno spazioso cortile interno, quattro sono le maestose Torri Angolari a sezione quadrata.

Dalla fine degli Anni Ottanta il Castello e la Tenuta sono di proprietà della Famiglia Biondi Santi

La Famiglia Biondi Santi ha una lunga storia che si perde praticamente nel tempo

Iniziamo dalla Famiglia Biondi
erano dei Patrizi (di Nobile Stirpe) di cui troviamo tracce risalenti al XIII Secolo nel Territorio Toscano nella Signoria di Volterra e in particolare a Pomarance oggi Comune ma allora antico Castello (Ripomarance).

Della Famiglia Santi, anch’essa molto antica d’importanti possidenti di Terre coltivate e Vigne tra Montalcino e Pienza, ne troviamo tracce certe con Giorgio Santi (Pienza 1746 - 1822). 
Giorgio Santi fu Medico, Naturalista e Scrittore, un importante Scienziato Internazionale che ebbe anche l’incarico di Professore all’Università oltre a quello di Direttore dellOrto e Museo Botanico di Pisa.

Il Figlio di Giorgio Santi, Luigi, Erudito Farmacista, si sposò con Petronilla Canali e dalla loro unione nacque, a Montalcino il 17 Settembre 1795, Clemente Santi.

Clemente crebbe in un ambiente molto positivo di grande cultura e si laureò in Farmacia all’Università di Pisa diventando poi anche corrispondente della prestigiosa Accademia dei Georgofili di Firenze e collaboratore del Giornale Agrario Toscano
Nel 1820, aiutato dalle sue conoscenze chimiche e scientifiche, iniziò fattivamente a seguire le Vigne nella FattoriaIl Greppo” una proprietà della sua Mamma che fino allora aveva prodotto solo il “Moscadello di Montalcinoun Vino di qualità leggermente dolce.

Clemente con grande passione impiantò vitigni selezionati e sperimentò nuovi sistemi di vinificazione individuando anche tecniche di travaso e di invecchiamento in botti estremamente avanzate per quei tempi. 
I suoi Vini iniziarono a essere premiati, dal 1850, a Firenze, Parigi e Londra, ma il successo più straordinario arrivò nel 1865 con la prima Bottiglia del suo “Vino Rosso Scelto” denominato “Brunello”: il “Brunello di Montalcino”.

L’invenzione del “Brunello di Montalcino” fu riconosciuta alla Famiglia Biondi Santi e ufficializzata nel 1934 dal Ministero dell’Agricoltura e della Foreste presieduto al tempo dal Professore Giacomo Acerbo (1888 - 1969).

La Figlia di Clemente Santi, Caterina, convolò a nozze con il Medico Fiorentino Jacopo Biondi, erede della Famiglia Biondi, le cui origini ho già citato. 
Ecco che dall’unione delle due storiche Famiglie prese vita con il loro Figlio Ferruccio il Ramo Biondi Santi.

Ferruccio Biondi Santi si dedico con amore e passione alla FattoriaIl Greppo” e dovette combattere contro vari flagelli delle Vigne, che imperversavano al tempo in tutta Europa, come l’oidio (il mal bianco, un fungo), la peronospora (altro fungo) e la fillossera (insetto di origine nordamericana che attaccando anche le radici della Vite ne provoca rapidamente la morte). 
Le sue intense ricerche lo portarono a constatare che i Vitigni del Sangiovese Grosso resistevano meglio alle varie aggressioni e iniziò a selezionare questa tipologia di Viti per il suo Brunello, un Vino predisposto per un lungo invecchiamento. 

Iniziò poi a limitare le rese per ottenere uve più ricche e selezionò solo i grappoli migliori per i Vini Riserva. Tenne il Vino a lungo contatto con le bucce durante la fermentazione per poter ottenere migliori caratteristiche aromatiche e di struttura, anche per resistere nel tempo dato che poi veniva invecchiato per anni in grandi botti di rovere.

La Prima Grande Annata del Brunello di Montalcino Biondi Santi fu il super mitico “Millesimo 1888”.

Il Figlio di Ferruccio, Tancredi Biondi Santi (classe 1893) si laureò in Agraria all’Università di Pisa, con la sua conduzione Aziendale il suo “Brunello” si affermò in Italia e nel Mondo
Tra le  moltissime importanti innovazioni che introdusse ricordo  che, nel 1927, dette inizio al fascinoso Rito, una vera e propria Cerimonia, dellaRicolmatura delle Vecchie Riserve”, iniziando con i Millesimi 1888 e 1891.

Franco Biondi Santi, Figlio di Tancredi, classe 1922, si era laureato in Agraria a Perugia e da subito iniziò, nell’Azienda Vitivinicola di Famiglia, ad affiancare e supportare il Padre
In pochi anni Franco Biondi Santi divenne un vero mito nella produzione del Brunello di Montalcino grazie alla straordinaria qualità dei suoi Vini e all’estrema passione con cui si batteva in difesa dell’identità del Brunello
La sua prima Vendemmia, il 1970, è oggi una Riserva best seller dell’Enologia Mondiale.

Il Sangiovese è sempre stata una varietà particolarmente complicata e sensibile alla variabilità, ma grazie dall’appassionata e accurata ricerca della Famiglia Biondi Santi, per arrivare alla migliore selezione possibile, nel 1978 fu inscritto nel “Registro delle Varietà di Vite del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali” il Clone di Sangiovese Grosso denominatoB-BS 11” (Brunello Biondi Santi, Vite n.11). 

Questo particolare clone della TenutaIl Greppo” ha dato una fondamentale spinta per il raggiungimento della migliore selezione di Uve Sangiovese.

Franco Biondi Santi ha avuto due Figli, Jacopo (classe 1950) e Alessandra e quando è scomparso a 91 anni, il 7 aprile 2013, ha lasciato a loro il testimone.

Alla fine degli anni Ottanta Jacopo Biondi Santi ha rilevato dalla Famiglia dello Scrittore, Drammaturgo, Agente Segreto Inglese Henry Graham Greene (1904 - 1991), proprio nel cuore della Maremma inizialmente descritta, la meravigliosa Tenuta del Castello di Montepò.

Oggi la Tenuta del Castello di Montepò, dopo anni di impegnativi e assidui lavori, supportati da notevoli investimenti, ha raggiunto una superficie di ben 600 Ettari, tra Boschi, Coltivazioni, Uliveti e Vigne (50 ettari). 
Le Vigne sono ripartite per il 75% in Sangiovese e il restante 25% in Cabernet Sauvignon e Merlot. Una modernissima Tecnologia controlla tutti i Vigneti

Qui Jacopo Biondi Santi con i suoi bellissimi e fenomenali (sotto tutti gli aspetti) Figli, Clio, Tancredi e Clemente, hanno trovato le condizioni ideali per coronare un grande progetto di valorizzazione vitivinicola.

Questa magnifica e accogliente Tenuta del Castello di Montepò, ricca di fascinosa storia, è stata scelta come la sede più adatta tra i loro possedimenti anche per le peculiari e positive condizioni del suolo e del clima. 
Le giuste altezze (tra i 300 e i 460 m. s.l.m.) e le speciali conformazioni dei terreni (in gran parte galestro, uno scisto argilloso, anche a grande tessitura), la favorevole esposizione ai venti e i microclimi, fanno della Tenuta una realtà vitivinicola del tutto eccezionale, unica e identitaria
una Terra ideale per lo sviluppo del prezioso clone di Sangiovese Grosso “B-BS 11” patrimonio esclusivo della Famiglia Biondi Santi

Meravigliosa anche la Cantina e la Barricaia all’interno del Castello, dove, in un clima perfetto a temperatura controllata, maturano i grandi rossi in Barriques di rovere e querce
Barriques fabbricate ad arte con legni di alberi con almeno 150 anni di età, provenienti dalle migliori e più specifiche foreste Francesi.

Tutta la produzione di Vini del Castello di Montepò è di una eccellenza assoluta

La produzione Vitivinicola è seguita anche da due grandi professionisti come gli Enologi Donato Lanati (lo “Scienziato” del Vino, il Consulente) e Luca Martelli (l’Enologo Interno).

Ho avuto il grande piacere di andare a trovare gli Amici Jacopo Biondi Santi e suo Figlio Tancredi Giovedì 28 Maggio 2020 in occasione di una specialissima e straordinaria giornata degustazione dei loro Vini

Abbiamo iniziato con due magnifici Vini:

- “JeT 2019” - I.G.T. Toscana Rosato, la “J” sta per “Jacopo” e la “T” sta per “Tancredi”, prima vendemmia 2018, un vino 100% Sangiovese Grosso B-BS11 al secondo anno di produzione. Attraverso un’accurata vinificazione in bianco a bassa temperatura le uve, raccolte nei vigneti più freschi e meglio esposti, diventano un vero nettare di estrema freschezza e sapidità. 
Il Vino si presenta con un colore rosato tenue simile ai Rosati Francesi della Provenza, è un Vino semplicemente eccellente. 
Del 2019 ne sono state prodotte solo 10.000 Bottiglie;

- “Sassoalloro 2018” - I.G.T. Toscana Rosso, 100% Sangiovese Grosso B-BS11,  un’anteprima. 
Un Vino fresco, rotondo e dinamico, un Vino figlio della grande tradizione Biondi Santi che si affina per 14 Mesi in Barriques, la prima vendemmia è stata il 1991
Il Nome “Sassoalloro” deriva da un masso vulcanico, trasportato dai ghiacci lontano dal luogo di origine, su cui sono nate numerose leggende.

Successivamente siamo passati alla “Verticale” di “Schidione” I.G.T. Toscana Rosso

Una “Vera Verticale” visto che il Blend di questo “Supertuscan” non cambia mai negli anni
40% di Sangiovese Grosso B-BS11, 40% di Cabernet Sauvignon e 20% di Merlot
Questo Vino Rosso dalla grandissima personalità e longevità (40/50 Anni) si affina per 24 Mesi in Barriques e per circa 6 Mesi in Tini di Acciaio Inox
Lo “Schidione” viene prodotto esclusivamente nelle annate migliori. 
Il nome “Schidione” significa “Spiedo”, quel lungo e grosso ferro che nel Medioevo veniva usato per arrostire la selvaggina.

Sono state stappate e degustate le seguenti sette annate diSchidione”: 
2016”, “2015”, “2011”, “2001”, “1998”, “1997”, “1995”. 
Vini assolutamente magnifici ognuno con le sue specifiche peculiarità che fanno riferimento alla vendemmia.

Per il “1997”, un Vino unico e favoloso, assolutamente straordinario con i suoi 23 Anni di Vita, mi sento obbligato a scendere più nel dettaglio.

La Vendemmia 1997 è stata un’Annata storica in Toscana, una delle migliori del 1900
Lo “Schidione 1997” un Vino dalla grande struttura e con i presupposti per una longevità fuori dal comune, è stato messo in commercio nel 2000, l’inizio delIII Millennio”. 
Proprio nel 2000 Jacopo Biondi Santi festeggiava anche i sui primi50 anni”. 
Per tutti questi motivi lo “Schidione 1997è stato imbottigliato soltanto in Magnum Numerate e con una super preziosa Etichetta, staccabile, inOro 23 kt”. 

Lo “Schidione 1997” degustato e aperto personalmente da Jacopo Biondi Santi, in confezione scatolata comprensiva di Certificato di garanzia e tappo ceralaccato, era la Bottiglia n. 9.645 (su 13.987 Bottiglie da 1,5 litri prodotte).

Con simpatica emozione Jacopo Biondi Santi ha staccato l’etichetta in oro e l’ha apposta nell’apposito spazio del certificato che ha riempito con i dati della giornata e lo ha fatto autografare da tutti i presenti. 
Un bel ricordo del particolarissimo Evento

Un ottimo Buffet all’ora di pranzo, con i prodotti dell’Azienda, e la successiva accurata visita delle Vigne hanno fatto passare le ore “in un baleno”.

Che cosa posso aggiungere sennonché insieme a Jacopo Biondi Santi e suo Figlio Tancredi, nel magico contesto del Castello di Montepò”, un vero scrigno che custodisce le loro eccellenze, ho passato una super piacevole giornata assaggiando dei Vini a dir poco superbi.




Il Castello di Montepò

Il Panorama

Il Castello: l'Ingresso

Il Castello: la Corte Interna

La Barricaia

La Barricaia una Vista

Jacopo Biondi Santi nella sua Cantina

Iniziamo con i Primi due Vini

Verticale di Schidione

Degustazione della Verticale di Schidione

Jacopo biondi Santi Apre lo "Schidione 1997"

"Schidione 1997" Magnum n. 9.645

Jacopo Biondi Santi Stacca l'Etichetta Oro 

Jacopo Biondi Santi Attacca l'Etichetta Oro 
sul Certificato

Certificato "Schidione 1997" Bottiglia 9.645
Etichettato e Autografato

Le Vigne

Vigne e Panorama

Il Castello Visto dalle Vigne

Tancredi Biondi Santi, Jacopo Biondi Santi e 
Giorgio Dracopulos