martedì 25 gennaio 2022

LA NUOVA CIOCCOLATERIA ROMANA “VELT” HA UN RAFFINATO ED ELEGANTE GUSTO TUTTO AL FEMMINILE.



La bellissima Città di Roma, millenario faro di storia e civiltà per il Mondo intero, oggi è amministrativamente suddivisa in 15 Municipi (ex Circoscrizioni) con autonomia gestionale, finanziaria e contabile e organi politici eletti direttamente.

Il “Municipio Roma XI” è racchiuso fra Via Portuense e Via della Pisana a Nord e il Tevere a Sud, si sviluppa lungo un ampio territorio di oltre 70,87 kmq e per estensione si inserisce tra i Municipi della Capitale di "media grandezza". Si caratterizza anche per un ricco patrimonio monumentale che ne ha segnato l’identità culturale.

Significative sono le testimonianze archeologiche di uno sviluppo territoriale incentrato sui fondamentali collegamenti tra Roma e i suoi impianti portuali, sia lungo le arterie stradali che lungo la navigazione fluviale. Il “Municipio Roma XI” è suddiviso in Sette differentiQuartieri” o "Zone": Marconi, Portuense, Magliana, Trullo, Corviale, Pian Due Torri e Ponte Galeria.

Per quello che sto per raccontare ci interessa in particolare il “Quartiere Marconi” sviluppatosi a cavallo  fra gli anni '50 e '60 del 1900, con la costruzione di edifici a carattere intensivo che raggiungono anche gli otto piani, e che ha assunto rapidamente il  ruolo di "centro commerciale" del Municipio, soprattutto intorno alle due principali vie che l'attraversano, Viale Marconi e Via Oderisi da Gubbio.

Proprio in Via Oderisi da Gubbio, al Civico 246, agli inizi del Mese di Dicembre 2021 è stata aperta una Cioccolateria del tutto particolare: “Velt”.

Un famoso naturalista Tedesco, ma anche esploratore, geografo e botanico, Friedrich Heinrich Alexander Freiherr von Humbold (17691859) ha scritto: “Mai la natura ha racchiuso un nutrimento di così alto valore in uno spazio piccolo come quello del seme di cacao”.

Il “cacao” è una pianta che non ha ancora messo d’accordo gli studiosi sulla sua sicura appartenenza, la “vexata quaestio” è sulla classificazione della Famiglia: Sterculiaceae o Malvaceae.

Certo invece è il nome scientifico “Theobroma Cacao” (“theobroma” in Greco antico significa “cibo degli dei”) datole da colui che è considerato il padre della moderna classificazione degli organismi viventi il medico, botanico, naturalista e accademico Svedese Carl Nilsson Linnaeus (1707 - 1778).

La “pianta del cacao”, originaria dell’America Meridionale, è un alberello sempre verde che può raggiungere anche una decina di metri di altezza. Foglie e fiori, frutti a forma di cedro allungato con dimensioni molto varie e all’interno i preziosi semi, da 25 a 40, ovali e piatti di colore bruno violaceo disposti in 5 file. Le coltivazioni dicacao” richiedono molto impegno e pazienza visto che iniziano a produrre solo dopo il quinto anno di vita. Le piante fruttificano praticamente tutto l’anno ma in due specifici periodi raggiungono la massima produzione. La vita fruttifera dura circa tre decenni. Il “cacao” viene coltivato principalmente in tre grandi zone geografiche: America del Sud, Asia e Africa. Ogni pianta rende circa 2 kg di semi secchi, una resa del 50% rispetto al raccolto, che si ottengono tramite una leggera fermentazione, un accurato essiccamento solare, la tostatura e la macinazione. 

I ritrovamenti archeologici ci dicono che i primi a dare grande considerazione al “cacao” furono i Maya che fin dagli albori della loro Storia coltivavano queste preziose piante. Dalla lavorazione della parte grassa dei suoi semi ricavavano (tanto per ribadire) il “kakaw uhana = Cibo degli Dei” un preparato  che è all’origine del nostro Cioccolato. La Civiltà Maya si sviluppò per un lunghissimo periodo, nella zona geografica che si potrebbe oggi definire Centro America, dal 1000 a.C. alla scoperta del Continente Americano, per poi iniziare a decadere fino alla definitiva scomparsa nel 1697.

Probabilmente fu l’esploratore e navigatore Genovese Cristoforo Colombo (1451 - 1506) durante il suo quarto viaggio a scoprire la pianta del “cacao” nel 1502. Ma fu il nobile Spagnolo Hernán Cortéz Monroy Pizarro Altamirano (1485 - 1547), militare e condottiero, che nel 1528 portò in Spagna i primi semi di Cacao e il preparato dei Maya.

Alla fine del 1500 e i primi del 1600 il Cacao iniziò a uscire dalla Spagna e a diffondersi in Europa. Successivamente l’aggiunta dello zucchero al Cacao, per combattere il naturale sapore amaro, fece nascere quella che si può definire “cioccolata”. Nel 1778, l’inventore di origine Francese Doret, dopo aver costruito a Torino una macchina automatica idraulica per la produzione della cioccolata, poi ceduta alla ditta “Caffarel”, produsse il primo cioccolato “moderno” in barrette e i primi “cioccolatini”.

Molta strada è stata fatta attraverso i secoli e oggi la magnifica “Arte del Cioccolato” ha raggiunto livelli eccelsi e straordinari.

Ma torniamo in Via Oderisi da Gubbio, al Civico 246, alla nuova CioccolateriaVelt”, una golosa e accogliente Boutique con Laboratorio di una giovanissima e bravissima Maître Chocolatier Livia Tommasino.

Il “Maître Chocolatier” è un Pasticciere che rispetto ai colleghi “generalisti” ha la rara capacità di manipolare ad arte l’ingrediente più delizioso e amato al mondo, il cioccolato.

La Cioccolateria ArtigianaleVelt” è il primo Negozio che Livia Tommasino apre vista la sua giovanissima età. Un’attività incentrata tutta sul “cioccolato lavorato con il cuore” e dedicata alla sua Famiglia come indica il nome stesso che è l'acronimo dei suoi genitori “Vito” ed “Emilia” più le sue iniziali.

In uno spazio complessivo di circa 100 metri quadrati Livia ha concretizzato finalmente il sogno di diventare “Maître Chocolatier”, un’aspirazione che ha coltivato da sempre anche prima di frequentare e diplomarsi all'Istituto Professionale per i Servizi per Enogastronomia ed Ospitalità AlberghieraVincenzo Gioberti” nel Quartiere di Trastevere a Roma. Un amore viscerale lega Livia al mondo del “Cioccolato” amplificato dalla passione per il “Cake Design”, un’attitudine talmente recondita e forte suggellata anche da un avvenimento profetico. Infatti proprio nell'anno in cui lei stava scegliendo all’Alberghiero la specializzazione tra l’allora classica tripartizione “cucina-sala-ricevimento”, all'Istituto Alberghiero fu inserito il “Corso di Pasticceria”.

La giovane Livia, appena ventiduenne, successivamente alla specializzazione presso “Cast Alimenti - La Scuola dei Mestieri del Gusto” di Brescia, prestigiosa Scuola di Alta Formazione e Specializzazione dove ha educato il talento e affinato le competenze, ha svolto un importante Stage a Torino presso la conosciutissima Cioccolateria PasticceriaZuccarello” prima di aprire la sua nuova attività.

Con il cuore pieno di felicità per l’Apertura di “VeltLivia Tommasino ha voluto contribuire all’acquisto da parte del suo ex Istituto Alberghiero di un macchinario dedicato alla lavorazione del cioccolato; questo permette agli odierni studenti, i potenziali cioccolatieri di domani, di avere maggiori strumenti per apprendere il lavoro del futuro rispetto a quelli che ha avuto Lei, vocazione a parte.

La nuova CioccolateriaVeltè un’impresa tutta al femminile infatti al fianco di Livia nel servizio al pubblico c’è la Mamma Emilia e in Laboratorio un'altra Professionista conosciuta durante il percorso accademico a Brescia.

Velt è un prezioso Laboratorio sartoriale all’avanguardia dotato anche di una modernissima “Termoformatrice” (una macchina che stampa a caldo dando delle forme specifiche) e di una “Stampante 3D” per dare tridimensionalità al cioccolato: per Livia l’innovazione è continua ricerca e presto ci saranno altri macchinari futuristici.

Alla CioccolateriaVelt” troverete una gamma estremamente vasta di cioccolati, bianco, al latte e fondente dal 50% al 90%, blend e monorigini; Livia ha scelto di usare esclusivamente un prestigioso cioccolato come Valrhona per le sue linee. Al lavoro straordinario scandito dalle ricorrenze del calendario, si aggiunge l'intera produzione ordinaria ragionata come le 12 praline (cocco e fondente; banana e passion fruit; caramello salato; caffè e sambuca; liquore al cioccolato; miele; lampone; griotte e lime; cremino al pistacchio; arachide; nocciola con paillettes; vaniglia).

Non manca la frutta ricoperta di finissimo cioccolato fondente come nel caso dell’arancia oppure nella versione al cioccolato bianco per il limone. Poi ci sono gli spalmabili alla gianduia o al pistacchio grezzo, dragées come gustosa alternativa ai confetti classici nelle varianti con frutta, un liquore al cioccolato “home made”, sia venduto a scaffale che usato all’interno delle creazioni di “Velt”. Oltre a tutte le referenze già citate, troverete anche l’angolo della biscotteria declinato in cookies, viennesi al cacao, cantucci con cioccolato al latte e arancia, le cake al cioccolato, le monoporzioni, i dolci classici e la pasticceria più innovativa.

In un’ottica di moderno sviluppo l’idea di Livia è creare nuove forti sinergie tra cioccolateria e  ristorazione in una sorta di “joint-venture” con gli Chef dove il cioccolato si mette al servizio della Cucina, mostrando la sua versatilità e le infinite declinazioni per gusto, colore e consistenza.

In un futuro prossimo Livia spera di poter raggiungere ulteriori traguardi come quello di compiere il suo primo viaggio nelle lontane piantagioni di cacao con l’obiettivo di arrivare un giorno a una produzione “bean to bar” (produrre il cioccolato seguendo direttamente tutte le fasi della lavorazione, dalla fava fino alla tavoletta) senza così usare il cacao già trasformato.

Alla nuova Cioccolateria RomanaVeltdi Livia Tommasino, in Via Oderisi da Gubbio, al Civico 246, tutta la produzione ha un raffinato ed elegantissimo gusto al femminile assolutamente imperdibile.

https://www.cioccolateriavelt.it/


Raffinato ed Elegantissimo Gusto al Femminile

Livia Tommasino Maître Chocolatier

Cioccolateria Artigianale "Velt" Roma: L'Arte del Cioccolato 

Cioccolateria Artigianale "Velt" Roma: La Boutique del Cioccolato 

"Dolcezze" 

"Coccole di Cioccolato" 

Livia Tommasino con la Madre Emilia 

Nuova Cioccolateria Artigianale "Velt" Roma


giovedì 20 gennaio 2022

BELLO E SUPER ACCOGLIENTE IL NUOVO “CIBRÈO RISTORANTE” DELL’HOTEL “HELVETIA & BRISTOL” DI FIRENZE.



Firenze oltre ad essere il Capoluogo di quella meravigliosa Regione denominata Toscana, è anche uno straordinario concentramento storico/culturale a cielo aperto che tutto il Mondo ammira.

Impossibile elencare tutte le meraviglie che si possono trovare a Firenze ma per quello che vi voglio raccontare cito una delle Piazze più incantevoli e storiche della Città, la centralissima “Piazza della Repubblica”.

Piazza della Repubblica” è una Piazza a forma rettangolare (circa 75 m. x 100 m.) ed è il risultato più conosciuto di quel periodo denominato "Risanamento di Firenze" (1865 - 1895) in cui fu ridefinita l'urbanistica Cittadina in seguito all'insediamento della Capitale del Regno d'Italia proprio a Firenze (dal 1865 al 1871). Il lato Ovest della Piazza è delimitato da due tratti di Portici uniti da un grande “Arco di Trionfo” attraverso il quale si accede in Via degli Strozzi, dopo poche decine di passi, all’altezza di Piazza degli Strozzi e in angolo con la seconda traversa sulla destra che è Via dei Pescioni, si trova l’HotelHelvetia & Bristol” (5 Stelle).

L’ Hotel Helvetia & Bristol Firenze, che ha l’ingresso principale ubicato al Civico 2 di Via dei Pescioni, è un magnifico e imponente Palazzo del XIX Secolo, un simbolo della Storia Fiorentina ed è uno dei più prestigiosi della Città. Nel Maggio del 2021 l’Hotel ha riaperto dopo una profonda e accurata ristrutturazione che ha compreso l’annessione dell’edificio confinante (in passato Sede del Banco di Roma) e la realizzazione di 25 nuove camere e suite, una SPA e nuovi spazi dedicati agli eventi, rinnovando anche il bellissimo, fascinoso e suggestivo “Bristol Winter Garden”. 

L’Helvetia & Bristol fa parte del Gruppo Alberghiero Italiano Starhotels con 29 Hotel situati nel cuore delle più belle Città Italiane e del Mondo. Quello di Firenze, in particolare, rientra nei prestigiosi 12 Starhotels Collezione affascinanti simboli di stile e di classiche dimore storiche.

Grazie ai lavori di ristrutturazione, ammodernamento e ampliamento lo storico ed esclusivo “Helvetia & Bristol Firenze” ha subito vinto il “World Luxury Hotel Awards 2021” come miglior “Heritage Hotelin Italia.

Dalla Primavera 2021 la Ristorazione dell’Hotel ha un’importante novità: l’arrivo di una nuova Società guidata dal bravissimo Giulio Picchi Figlio del mitico e famoso Chef Fabio Picchi.

Fabio Picchi è nato a Firenze, il 22 Giugno del 1954, da sempre spirito libero e creativo all’età di 25 anni ha deciso di aprire un suo Locale, ecco che l’8 Settembre del 1979 è entrato nel mondo della Ristorazione inaugurando a Firenze il suo “Cibrèo” a due passi dal Mercato di Sant’Ambrogio.

Il nome del Locale riprende quello di un tipico piatto della Cucina Toscana, anzi Fiorentina, il “Cibrèo”: un piatto semplice, a base di uova e carne, ricco brodo di carne, salvia, cipolle, creste e fegatini di pollo.

Negli anni Fabio Picchi ha ampliato e moltiplicato le sue attività ed è diventato famoso per la sua Cucina, i suoi Libri di ricette e per le numerose partecipazioni Televisive. Fabio Picchi ha 4  Figli: Giuditta, Giacomo, Giulio e Duccio.

Giulio Picchi è nato a Firenze Lunedì 24 Maggio 1982, fin da giovanissimo si è appassionato all’attività di Famiglia e già intorno a 14 anni, dopo la scuola, aiutava in Sala delCibrèo”. Sempre a Firenze, dopo aver frequentato le Scuole dell’Obbligo, Giulio si è Diplomato al Liceo Artistico StataleLeon Battista Alberti” e poi ha frequentato l’Accademia di Belle Arti, successivamente è entrato a tempo pieno nell’attività di Famiglia.

Giulio è un grande professionista e una persona dal carattere aperto, simpatico ed estremamente socievole, riesce a mettere subito a proprio agio le persone anche al primo incontro.

Come già accennato Giulio Picchi ha iniziato la collaborazione con l’HotelHelvetia & Bristol” a Primavera 2021 aprendo il nuovo e accogliente “Cibrèo Caffè” (anche Bistrò con ricette storiche del Cibrèo), con ingresso  da Via dei Pescioni e, il 4 Novembre, anche il nuovo e fascinoso “Cibrèo Ristorante” (una Cucina contemporanea e una doppia anima, anche bere e non solo mangiare), con ingresso da Via dei Vecchietti al Civico 5.

Con queste nuove aperture si è realizzato finalmente il sogno più grande di Giulio: proseguire il successo del “progetto ristorativo del Padre” continuando a stupire con un’entusiasmante espansione del Gruppo che, a pochi mesi dall’apertura di un secondo “Cibrèo Caffè” all’interno dell’antica dimora storica dell’Helvetia & Bristol, vede sommarsi una nuova singolare esperienza culinaria e sensoriale senza eguali con il “Cibrèo Ristorante”. Decisamente un nuovo e appassionante capitolo all’insegna della tradizione, dell’originalità e dell’eleganza, ingredienti fondamentali per muovere i primi passi verso il futuro.

L’ideazione della raffinata immagine del nuovo “Cibrèo Ristorante”, ricavato al piano terra nella nuovissima “Ala Bristol” (proprio i grandi spazi dove un tempo era la prestigiosa Sede dellaBanca di Roma”), è stata affidata a Massimo Adario, pluripremiato Architetto Italiano di fama mondiale, proprietario dell’omonimo Studio Romano, celebre per svariati progetti di architettura e design citati in molteplici importanti Testate settoriali.

A rendere ancora più sofisticata ed unica l’immagine del nuovo “Cibrèo Ristorante”, oltre a tutto il resto, è anche l’inedito “Cocktail Bar” che maestoso e luminoso domina la Sala principale del Ristorante con il suo magnifico bancone in marmo giallo di Siena. Infatti il “Cibrèo Ristorante” punta ad essere un Locale dalle molteplici offerte per la clientela anche quelle più semplici e veloci come il degustare una serie di “cocktail d’autore” che si vanno a sommare alla “selezione classica di cocktail internazionali” e a una vasta gamma di selezionatissimi distillati e liquori.

Il nuovo “Cibrèo Ristorante” offre un percorso gastronomico che si sviluppa in due macro sezioni che si aggiornano coerentemente con il naturale ritmo delle stagioni: "L’Italia in un Boccone - I Piatti della Nostra Penisola da Assaporare  in Compagnia", e “L’Italia da Gustare - Un Percorso Culinario alla scoperta delle Migliori Delizie Italiane”, proposte “alla Carta” inclusive di portate Vegetariane, di Mare e di Terra, pensate per rendere omaggio a tutto ciò che di eccezionale offre il nostro territorio. Tutto il Menù infatti è a base di “specialità italiane altamente selezionate”. Tra i piatti da provare spiccano le “Crespelle di Ricotta e Spinaci”, simbolo della generosità della cucina del Cibrèo, le “Costine di Agnello”, portavoci della qualità e dell’eccellenza delle materie prime italiane, e “L’Abetone - Meringhette, Castagne, Panna e Cioccolato”, dolce che con la sua elegante asimmetria strizza l’occhio al tradizionale “Mont Blanc” e diventa simbolo della provocazione Fiorentina tipica del “Cibrèo”.

La Carta dei Vini con oltre duecento prestigiose Etichette offre un’ampia scelta di Champagne e Bollicine Italiane oltre a Vini Bianchi, Rossi e Dolci dalle Regioni più vocate del nostro Paese: c’è anche la possibilità del “servizio al bicchiere”.

Giulio Picchi ha messo in campo per questo suo nuovo importante ambizioso e riuscito progetto Ristorativo all’Hotel Helvetia & Bristol uno Staff formato da grandi professionisti come il “Director of Food & BeverageValerio Lami (Fiorentino, classe 1982), l’Executive Chef del Gruppo CibrèoOscar Severini (di Pescia, classe 1983) dal 2015 con la Famiglia Picchi, lo “Chef de Cuisine” presso “Cibrèo Helvetia & BristolGabriele Avanzi (di Montecatini, classe 1986), il “Capo Sommelier - Head SommelierMarco Lami (di San Miniato, classe 1982) e il “Capo Barman - Head MixologistFilippo Laccu (Fiorentino, classe 1991).

La validità di questo nuovo riuscito apparentamento tra Giulio Picchi e l’Helvetia & Bristol Firenze ha trovato conferma anche nelle parole di Elisabetta Fabri affascinante Presidente e AD di Starhotels: “La collaborazione con Giulio Picchi e il Cibrèo Firenze è un progetto emozionante che ho voluto fortemente e che unisce due storie Fiorentine accomunate da una visione imprenditoriale lungimirante, dando un forte senso di appartenenza al nostro Territorio. Cibrèo e Starhotels condividono la visione della continua ricerca dell’eccellenza e del Made in Italy in un approccio che definirei autentico e artigianale”.

Decisamente bello e super accogliente il nuovoCibrèo Ristorantedel grande Giulio Picchi all’Hotel Helvetia & Bristol Firenze.

https://www.youtube.com/watch?v=-Aeo2vmo950

https://www.starhotelscollezione.com/it/i-nostri-hotel/helvetia-e-bristol-firenze/ristorazione/cibr%C3%A8o-ristorante.html


Hotel "Helvetia & Bristol Firenze"

"Cibrèo Caffè" all'Hotel Helvetia & Bristol Firenze: Una Vista

Hotel Helvetia & Bristol Firenze: "Bristol Winter Garden"

"Cibrèo Ristorante" all'Hotel Helvetia & Bristol Firenze: L'Ingresso 

"Cibrèo Ristorante" all'Hotel Helvetia & Bristol Firenze: La Sala 

 Il Bancone del "Cocktail Bar"

 "Il Tavolo dello Chef"

Crespelle Ricotta e Spinaci......

Costine di Agnello......

Dolce "L'Abetone"......

Giorgio Dracopulos e Giulio Picchi

Nuovo "Cibrèo Ristorante": Giulio Picchi

 

mercoledì 12 gennaio 2022

“BLUE STILTON”: IL MITICO FORMAGGIO ERBORINATO INGLESE DAI FORTI, GUSTOSI E INTENSI SENTORI.




La Storia del Formaggio è indissolubilmente legata a quella del Latte e tutte due si legano adoppio filoalla Storia Alimentare dell’Umanità. Una storia che possiamo far risalire a circa 18.000 anni fa quando l’uomo iniziò i primi tentativi per addomesticare gli animali, probabilmente il primo successo lo ebbe con i cani e proprio grazie anche ai cani riuscì a creare i primi greggi di pecore. Alcuni ritrovamenti Archeologici in Medio Oriente e in India poi ci hanno raccontato che intorno a 10.000 anni a.C. si svilupparono i primi allevamenti di Bovini da Latte.

Il Nomeformaggio” deriva dalla parola Grecaformos” che indicava, nell’antichità, il “paniere di vimini” dove veniva riposto il latte cagliato per dargli una forma. In Latino il termine usato riferito al “formaggio” era “caseus” (da tale denominazione deriva il nome “caseificio” e “cacio”) ma i Romani usavano anche il termine “formaticum” con cui si indicavano appunto le “forme” che risultavano dalla lavorazione: “de caseus formatus”.

Il Formaggio è un alimento complesso, dall’alto valore nutrizionale, fondamentalmente costituito da acqua, grasso, proteine e sale; assume innumerevoli specifiche caratteristiche proprie e uniche nelle sue varie tipologie.

Oggi in tutto il Mondo esistono un’infinità di tipi di Formaggi tra quelle più interessanti ci sono gliErborinati”.

Con il termine “Erborinato” si definiscono quei Formaggi che all’interno presentano colonie di muffe che si palesano sotto forma di venature color verde, blu o grigiastre. Il nome deriva dal sostantivo dialettale Milaneseerborin” che si riferisce a una tipica erba aromatica di colore verde: il Prezzemolo

Uno dei Formaggi Erborinati più interessanti al Mondo è sicuramente lo Stilton”.

Lo “Stilton” o per meglio dire il “Blue Stilton” (il nome completo deriva dalle caratteristiche striature di colore blu provocate dalle muffe) è uno dei pochi formaggi tradizionali Britannici a potersi fregiare dal 1996 del marchio di Denominazione d’Origine Protetta (in IngleseP.D.O.”, Protected Designation of Origin) ed è senz’altro quello che meglio rappresenta a livello Mondiale la loro tradizione casearia.

La Storia ufficiale delloStilton” è stata recentemente aggiornata grazie a ricerche approfondite fatte di numerosi studiosi, tra cui Richard Landy nella Zona del Paese di Stilton nella Contea di Cambridgeshire, da cui prende il nome il Formaggio, e Matthew O'Callaghan insieme a Trevor Hickman  nella Cittadina di Melton Mowbray e in altre parti della Contea di Leicestershire

Vari testi del XIX e XX Secolo avevano suggerito che il Formaggio Stilton non fosse nato e prodotto nel Villaggio omonimo ma semplicemente che qui era stato venduto per la prima volta, tale supposizione è stata smentita dalle nuove scoperte.

Un formaggio veniva prodotto e venduto al Villaggio di Stilton e nei dintorni forse già alla fine del XVII Secolo ma certamente all'inizio del XVIII Secolo, era noto come “Stilton Cheese”, era stagionato per un certo periodo prima di essere messo in vendita. Una ricetta dello “Stilton Cheese” fu pubblicata in un articolo da Richard Bradley nel 1723, ma non vi erano indicati dettagli sulla sua dimensione, né la forma né per quanto tempo veniva stagionata. Da questa ricetta risultava però che lo “Stilton Cheese” sarebbe stato un formaggio a pasta dura.

Nel 1724 Daniel Defoe (1660 - 1731), scrittore e giornalista Britannico ricordato soprattutto per essere l'autore nel 1719 del romanzo “The Life and Strange Surprising Adventures of Robinson Crusoe” (La Vita e le Strane Sorprendenti Avventure di Robinson Crusoe), commentò, in un’altra suo opera del 1722, il "Tour attraverso i Villaggi dell'Inghilterra e del Galles", che il Paese di Stilton era "famoso per il formaggio" e si riferiva allo stesso come se fosse il "Parmigiano Inglese". Un successivo articolo di John Lawrence nel 1726 suggerì che il “Formaggio Stilton” per essere perfetto doveva essere "circa sette pollici di diametro, otto pollici di altezza e 18 libbre di peso". Sembra quindi che parte del formaggio prodotto nella zona fosse di forma cilindrica e di dimensioni simili a quelle con cui oggi si produce lo “Stilton”.

Il formaggio prodotto nella zona aveva già al tempo un'invidiabile reputazione per la qualità, molto probabilmente perché era fatto con latte intero a cui veniva aggiunta altra panna, ciò lo avrebbe distinto dalla maggior parte degli altri formaggi prodotti in quel momento che erano spesso realizzati con latte parzialmente scremato ed erano notevolmente più economici.

Con lo sviluppo dei traffici commerciali e l’incremento del passaggio di carrozze attraverso Stilton, ubicata strategicamente sulla direttrice tra Londra ed Edimburgo, la Cittadina assunse una forte connotazione di fulcro economico.

Uno dei più noti Locandieri del posto, Cooper Thornhill, proprietario delThe Bell Inn”, vendeva il formaggio locale non solo ai viaggiatori di passaggio ma lo inviava anche a Londra. Con l'aumentare della domanda per il formaggio, Thornhill cercò nuove fonti e, intorno al 1743, strinse un accordo commerciale con un rinomato Casaro di Wymondham nel Leicestershire, una signora di nome Frances Pawlett (classe 1720). Si dice che Lei abbia fornito formaggio a Thornhill attraverso un accordo cooperativo e abbia convinto altri Casari nel Leicestershire a preparare il Formaggio Stilton secondo la sua ricetta che probabilmente per un caso (un errore di lavorazione) si trasformò in unerborinato”: il precursore dell’attualeStilton”.

Molte altre persone hanno contribuito nel tempo allo sviluppo, alla trasformazione, alla commercializzazione e al successo di questo particolare formaggio ma i nomi fondamentali sono quelli fino a ora citati.

Ai nostri giorni per essere definitoBlue Stilton” questo erborinato di lusso deve essere prodotto esclusivamente in tre Contee nel cuore dell’Inghilterra : Derbyshire, Leicestershire e Nottinghamshire. Deve essere preparato seguendo alcune precise regole la cui osservanza, al momento, viene riconosciuta soltanto a Sei Caseifici, in base a ispezioni periodiche effettuate da un’Agenzia indipendente accreditata. C’è anche un’Associazione, la Stilton Cheese Makers Association (SCMA), che vigila attentamente su tutto ciò che riguarda questo formaggio.

La “Stilton Cheese Makers Associationè stata fondata nel 1936 per rappresentare gli interessi delle Aziende di produzione dello Stilton e per verificare ed elevarne gli standard qualitativi. Oggi mantiene gli stessi obiettivi ma è anche responsabile della promozione nel Mondo del prodotto oltre alla gestione del marchio commerciale.

I Sei Caseifici riconosciuti sono: Colston Bassett Dairy Limited, Cropwell Bishop Creamery, Hartington Creamery, Long Clawson Dairy, Tuxford & Tebbutt Creamery, Webster's Dairy.

Occorrono 78 litri di latte per produrre, dopo una lunga lavorazione, una forma di Stilton del peso tradizionale di 8 chilogrammi.

Ogni mattina di buon’ora il latte fresco appena pastorizzato viene versato in vasche aperte in cui vengono aggiunti alcuni batteri specifici e il “Penicillium roqueforti”. Una volta che il caglio si è formato, il siero rimanente viene rimosso e lasciato ad asciugare per tutta la notte. Il mattino seguente il caglio viene tagliato in blocchi per permettere un ulteriore drenaggio prima di essere “macinato” e salato. Successivamente il formaggio viene messo dentro a una forma cilindrica e le forme, dopo essere state riposte, vengono spesso girate durante i 5 o 6 giorni successivi al fine di permettere un ulteriore naturale drenaggio. Questo assicura la regolare distribuzione del morbido contenuto e fa sì che, senza alcuna pressatura, si formi la tipica “pasta sbriciolata”, requisito importante per la fondamentale fase successiva di renderlo ricco di venature blu.

Dopo questo periodo i cilindri vengono rimossi e l’involucro di ogni formaggio sigillato mediante levigatura o avvolgimento in modo da prevenire che l’aria possa entrare nel formaggio. Le forme sono poi trasferite in speciale ambienti per la maturazione dove la temperatura e il livello di umidità sono attentamente controllati. Durante tutto il periodo di riposo ogni formaggio continua a essere regolarmente girato.

Dopo circa 6 settimane il formaggio ha formato la caratteristica crosta dello Stilton ed è pronto per essere bucato con speciali puntine di acciaio inossidabile. Questo procedimento permette all’aria di penetrare all’interno del formaggio stesso e di conseguenza si formano le tipiche venature blu. Dopo 9 settimane di maturazione ogni formaggio pesa circa 8 kg ed è pronto per essere venduto. Prima, però, ognuno di essi è testato con uno speciale “ferro” che serve per sondarlo ed estrarne un campione. Dall’ispezione visiva e olfattiva il controllore è in grado di determinare se il formaggio è pronto per essere marcato e venduto come “Blue Stilton”. Soltanto il formaggio della più alta qualità viene marcato, quelli giudicati non idonei sono commercializzati come formaggi blu”.

A questo stadio di maturazione lo Stilton è abbastanza friabile e ha un sapore leggermente acido ma dopo altre 5 o 6 settimane il formaggio diviene di pasta più liscia e quasi burrosa con un aroma intenso, più rotondo e maturo.

DelloStiltonesiste anche una versioneBiancadenominata White Stilton”, questo formaggio viene prodotto come il tradizionale “Blue Stilton” con l’unica eccezione che non vengono aggiunte le spore di muffa e che la commercializzazione inizia dopo appena circa quattro settimane di maturazione. Anche questa versione è una Denominazione Protetta: tutti e sei i Caseifici già citati sono autorizzati a produrre sia il formaggio “Blue Stilton” che “White Stilton” a loro si aggiunge l’AziendaShirevale” che con la Denominazione Protetta realizza soltanto il “White Stilton”.

DelloStiltonè stata creata perfino una preziosa versione più moderna e alla moda contenente scaglie di vero oro.

In Gran Bretagna e nel Mondo lo “StiltonTradizionale è posizionato sul mercato come “prodotto artigianale di grande qualità” ed è adatto ad essere gustato in numerosi modi durante tutto l’anno sia al naturale sia in abbinamento. La sua versatilità gli consente di essere impiegato con facilità per numerosi antipasti, primi e secondi piatti nei quali costituisce l’ingrediente che arricchisce e dona personalità rendendo inconfondibile la preparazione. Il “Blue Stilton” data la sua importanza non può mancare sui vassoi dei formaggi, viene servito con cracker o in sostituzione col tradizionale “plum loaf” (simile al “plum cake”). Come tutti i formaggi di alta qualità deve essere degustato a temperatura ambiente (circa 20 °C).

Lo “Stilton” ha anche uno stretto e simpatico legame con l’Italia infatti la bravissima e audace scrittrice milanese Elisabetta Dami (classe 1958), donna straordinaria dalla vita avventurosa, nel 1997 ha creato per i fumetti il personaggio di “Geronimo Stilton” ispirandosi proprio al formaggio Inglese.

Geronimo Stilton, il topo intellettuale è diventato l’eccezionale protagonista di una serie di libri per bambini dalla grande fortuna editoriale: tradotti in 49 lingue, hanno venduto più di 30 milioni di copie soltanto in Italia e più di 161 milioni in tutto il Mondo. Geronimo nato a Topazia, Capitale dell’Isola dei Topi, Laureato in Topologia della Letteratura Rattica e in Filosofia Archeotopica Comparata, è il Direttore deL’Eco del Roditore”, adora scrivere libri e, nel tempo libero, ascoltare musica classica e collezionare antiche croste di Formaggio del Settecentoda cui il riferimento al formaggioStilton”.

Proprio Geronimo Stilton suole dire: “Amare significa condividere ciò che hai, grande o piccolo che sia”. Ecco perché ho voluto raccontarvi tutto sulBlue Stiltonil mitico formaggio erborinato Inglese dai forti, gustosi e intensi sentori, uno dei miei preferiti.

https://www.stiltoncheese.co.uk/

https://www.youtube.com/watch?v=unVdU4MgRAA


"Blue Stilton": P. D. O. (Foto Tuxford & Tebbutt Creamery)
 
"Blue Stilton": Forme in Maturazione (Foto Colston Bassett Dairy)

"Blue Stilton": la Fase di Bucatura (Foto Colston Bassett Dairy)

Il Libro: "Lo Strano Caso dei Formaggi Strapuzzoni"

Un "Formaggio Erborinato di Lusso" (Foto Hartington Creamery)

Giorgio Dracopulos e "Blue Stilton": Forti, Gustosi e Intensi Sentori
 

venerdì 7 gennaio 2022

INIZIAMO BENE IL 2022 CON IL CALENDARIO “LE RICETTE DELLA DOMUS” DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI ROSIGNANO MARITTIMO (LI).

 


Da quando è nata l’Umanità ha avuto quella percezione e rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto fra essi (avvengono prima, dopo o durante altri eventi) che si definisce “tempo”. Da un punto di vista scientifico il “tempo” è una grandezza fisica fondamentale: la proprietà di un fenomeno, corpo o sostanza, che può essere misurata quantitativamente.

In Grecia circa 400 Anni a.C. il Filosofo Platone definiva il tempo “l'immagine mobile dell'eternità” mentre il Filosofo/Scienziato Aristotele dichiarava che fosse la misura del movimento secondo il “prima” e il “poi”.

Per gli Umani "il trascorrere del tempo" caratterizza tutti i fenomeni e i cambiamenti materiali e spaziali della nostra esperienza. Tra i più immediati esempi dell'apparente correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al proprio asse, che determina l'alternanza del giorno e della notte, e il suo moto di rivoluzione intorno al Sole, che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno solare. Ogni Civiltà attraverso i millenni ha sentito la necessità di misurare il tempo e il mezzo più affidabile per farlo è stato quello di osservare e studiare gli astri e i pianeti, in particolare il Sole e la Luna. Ecco di conseguenza la nascita del “Calendario” il sistema adottato dall'uomo per suddividere, calcolare e identificare precisi periodi di tempo.

Il più antico Calendario Lunare del Mondo, scavato nel suolo circa 10.000 anni fa, è stato rinvenuto nel 2004 a Warren Field, un terreno presso il Castello di Crathes nell'Aberdeenshire in Scozia.

Ancora oggi non sappiamo come l’antica e grande Civiltà dei Maya, sviluppatasi in America Centrale, fosse così tanto progredita in astronomia da conoscere pianeti, spazio e stelle tanto da realizzare il loro Calendario definito “Conto Lungo” dove si calcolava un periodo di 5.125 anni: dall’inizio della loro storia l’11 Agosto del 3114 a.C. fino alla fine del loro Mondo che avrebbe dovuto avvenire il 21 Dicembre del 2012. La Storia ci narra che a parte i loro calcoli ci pensarono i  Conquistadores Spagnoli, sbarcati all’inizio del XVI Secolo sulle Coste dello Yucatán, a porre tragicamente fine a quella Civiltà.

Ma i Calendari basati su eventi astronomici necessitano periodicamente di intercalare nell'anno periodi di tempo extra per mantenere la sincronizzazione con l'evento astronomico di riferimento. Ecco che attraverso i Secoli vi sono stati vari Calendari che prevedevano tali assestamenti.

I Calendari si suddividono in:

- Calendari Solari: basati sulla durata dell'anno solare, o anno tropico, di circa 365 giorni. In questi calendari le stagioni cominciano sempre nelle stesse date (queste date tuttavia possono spostarsi molto lentamente, nel volgere dei secoli), ma i mesi non seguono esattamente il ciclo delle fasi lunari. Esempi di calendari solari sono il “Calendario Giuliano” promulgato da Giulio Cesare che è stato in uso dal 46 a.C. al 1582 e il “Calendario Gregoriano” introdotto il 4 ottobre 1582 da Papa Gregorio XIII;

- Calendari Lunari: basati sulla durata del mese lunare, di circa 29 giorni e mezzo. In questi calendari il mese comincia sempre con la Luna nuova, ma la data d'inizio delle stagioni si sposta in avanti da un anno all'altro (in media di circa 11 giorni) un esempio è il “Calendario Islamico”;

- Calendari Lunisolari: sincronizzati sia con la durata dell'anno tropico, sia con quella del mese lunare. Per poter mantenere questa sincronia, occorre alternare anni di 12 e di 13 mesi secondo il Ciclo di Metone (dal nome dell'Astronomo Greco Metone di Atene) un ciclo di 19 anni, basato sull'osservazione che 19 anni solari corrispondonoquasiesattamente a 235 mesi lunari e a 6940 giorni. In questi calendari, la data d'inizio delle stagioni si sposta in avanti o indietro da un anno all'altro, ma si mantiene sempre vicina (entro 12-13 giorni) a una data fissa come nel “Calendario Celtico” e in quello “Ebraico”.

Durante il Medioevo, tutti gli Stati e le Città dell'Europa Occidentale seguirono il “Calendario Giuliano”, ma si differenziarono riguardo al giorno d'inizio dell'anno: tra le differenti date adottate vi furono il 1º Marzo, il 25 Marzo, il Giorno di Pasqua, il 1º Settembre. La numerazione degli anni variava di conseguenza, per cui lo stesso giorno poteva corrispondere in diversi paesi ad anni diversi. A partire dalla promulgazione del “Calendario Gregoriano” nel 1582, progressivamente si ritornò alla data del 1º Gennaio fissata da Gaio Giulio Cesare nel 46 a.C. e oggi adottata universalmente.

Il “Calendario Gregoriano” è definito fino al 4317, poi sarà necessario aggiornarlo per la piccola eccedenza dell’anno civile su quello solare.

Realizzare un Calendario all’inizio dell’Anno nuovo è una prassi straordinariamente diffusa, tra la moltissime uscite ho trovato molto interessante il Calendario da Tavolo 2022 realizzato dal Museo Civico Archeologico del Comune di Rosignano Marittimo in Provincia di Livorno intitolato “Le Ricette della Domus - Un viaggio alle origini del gusto”.

Il Museo Archeologico Palazzo Bombardieri è nato nel 1955 grazie al Gruppo Archeologico Locale  per raccogliere i corredi di alcune tombe di Età Ellenistica (dal 323 a.C. al 31 a.C.) rinvenute nella Frazione Comunale di Castiglioncello (nota Località Turistico/Balneare). Successivamente nuovi scavi e nuovi ritrovamenti  hanno permesso nel 1996 l’apertura del nuovo Museo nel cinquecentesco e accoglientePalazzo Bombardieriubicato a Rosignano Marittimo in Via del Castello al civico 24.

Il Calendario 2022Le Ricette della Domus” nasce da uno stretto e fondamentale legame con il nostro passato. La magnifica “Civiltà di Roma Antica” aveva unificato non solo la Penisola Italica ma gran parte del Mondo allora conosciuto e tutto il Bacino del Mediterraneo diffondendo una sola cultura anche in campo gastronomico.

Per verificare quanto le nostre abitudini alimentari odierne siano ancora collegate a quella straordinaria Epoca Antica si è affidato agli Chef del Territorio Comunale la reinterpretazione di alcune preparazioni di allora. Per la selezione dei piatti nessuno poteva essere più adatto per competenza e passione della Responsabile del Museo Civico la Dottoressa Edina Regoli che ha scelto con un approccio tutto Toscano piatti tratti dal “De Re Coquinaria” (L’arte culinaria) una raccolta di ricette in 10 Libri di Marco Gavio Apicio (25 a.C. - 37 d.C.) Cuoco e Gastronomo e dal “Liber de agri cultura” (comunemente noto come “De agri cultura”) un'Opera in prosa di Marco Porcio Catone (234 a.C. - 149 a.C.) Generale e Politico detto il Censore”, composta probabilmente, attorno al 160 a.C., in 170 Capitoli generalmente piuttosto brevi.

I bravi Chef di Tredici Ristoranti (nel Calendario ci sono i 12 Mesi del 2022 + Gennaio 2023), scelti tra quelli di tutte le Frazioni del Comune di Rosignano Marittimo, hanno gustosamente realizzato descrivendole in ogni dettaglio le Ricette a loro abbinate: “I Fichi Secchi” (Cous cous con broccoli), “La Credenza di Picasso” (Focaccine alle erbe con formaggio), “La Brasserie” (Crostino di acciughe fritte), “Dante e Ivana” (Dolce di grano e latte), “Vistamare” (Coniglio in umido), “Il Cavalluccio marino” (Zuppa di lenticchie e castagne), “EnoPizza & Ristò” (Minestra di orzo), “Pizzoristeria La Volpe” (Spiedini di cinghiale), “Scolapasta” (Uova strapazzate con carciofi), “Nonna Isola” (Tortino di merluzzo), “Locanda Martinelli” (Soufflé di pere), “Aia della Vecchia” (Bocconcini di pollo alla prugne), “Station Gallery 923” (Barbabietole con la senape).

Il Calendario 2022Le Ricette della Domus” è stato realizzato grazie al Comune di Rosignano Marittimo (LI) in particolare nella persone del Sindaco Daniele Donati e in quella del Vice Sindaco (con deleghe alle Politiche Culturali, Turismo, Eventi e Promozioni del Territorio) Licia Caprai Montagnani, oltre all’impegno dell’Associazione Culturale Amici di M.AR.CO.”, al generoso contributo dei “Negozi Conad” del Territorio Comunale e quello della “Banca di Credito Cooperativo di Castagneto Carducci” e al supporto della “Pro Loco di Vada”.  Le Foto del Calendario sono state realizzate dal bravo Andrea Leonardi.

Il 22 Dicembre 2021 durante la presentazione ufficiale del Calendario, svoltasi presso il Museo Archeologico, dopo una bella introduzione/descrizione della Dottoressa Edina Regoli, il Vice Sindaco Licia Caprai Montagnani ha detto: “Il nostro Calendario parla di storia e di cucina attraverso il cibo e i prodotti della nostra terra interpretati in modo contemporaneo e originale dai Ristoranti del Comune, dimostrando ancora una volta l’importanza della nostre radici più salde che continuano e si amplificano anche nel presente”. 

Iniziamo decisamente bene il 2022 con il bel CalendarioLe Ricette della Domus - Un viaggio alle origini del gustodel Museo Archeologico di Rosignano Marittimo (LI).

https://www.facebook.com/palazzobombardieri/

https://www.youtube.com/watch?v=lUrUWBE3tzk

http://www.comune.rosignano.livorno.it/site5/pages/home.php?idpadre=16588


"Le Ricette della Domus" Calendario 2022 del Museo Archeologico

"I Fichi Secchi" - Cous cous con broccoli  (Foto AL)

"La Credenza di Picasso" - Focaccine alle erbe con formaggio (Foto AL)

"La Brasserie"  - Crostino di acciughe fritte (Foto AL)

"Dante e Ivana" - Dolce di grano e latte  (Foto AL)

"Vistamare" - Coniglio in umido (Foto AL)

"Il Cavalluccio marino" - Zuppa di lenticchie e castagne (Foto AL)

"EnoPizza & Ristò" - Minestra di orzo (Foto AL)

"Pizzoristeria La Volpe" - Spiedini di cinghiale (Foto AL)

"Scolapasta"  - Uova strapazzate con carciofi (Foto AL)

"Nonna Isola" - Tortino di merluzzo (Foto AL)

"Locanda Martinelli" - Soufflé di pere (Foto AL)

"Aia della Vecchia"  - Bocconcini di pollo alla prugne (Foto AL) 

"Station Gallery 923" - Barbabietole con la senape (Foto AL)