giovedì 26 settembre 2019

AL NUOVO “DIM SUM” A FIRENZE IN UN AMBIENTE SUPER ACCOGLIENTE OTTIMA CUCINA CINESE E MAGNIFICI TÈ.




Venerdì 13 Settembre 2019 al Numero Civico 9/r di Via Antonio Magliabechi a due passi da Piazza Santa Croce a Firenze è stata inaugurata la nuova Sede del Ristorante CineseDim Sum”.

La Cina è oggi il Paese più popolato al Mondo
ha raggiunto nel Giugno 2019 più di un miliardo e quattrocento milioni di abitanti ed è anche il terzo al Mondo per estensione territoriale, 9,6 milioni di chilometri quadrati
praticamente un incredibile colosso.

Anche se in Cina ufficialmente si riconoscono 56 gruppi etnici esiste, pur con una varietà praticamente infinita e inenarrabile di variazioni, qualcosa che unisce la maggior parte di queste etnie e che a grandi linee si può definire “Cucina Cinese”.

A dimostrazione dell’importanza del cibo per i Cinesi quando accolgono qualcuno in Casa la prima domanda è: “Hai già mangiato?”.

Oggi la “Cucina Cinese” è una delle più conosciute nel globo grazie anche alla sua grande diffusione.
La Cucina Cinese ha una storia antichissima e una solida tradizione.
Come attestano alcuni ritrovamenti archeologici di un’epoca lontanissima, risalenti alla “età della pietra” e agli albori dell’uso del fuoco per cucinare gli alimenti, in Cina non si praticavano solo semplici cotture ma già qualcosa di più elaborato.

Attraverso i Secoli e il susseguirsi di epoche anche molto lussuose e prospere (per esempio con l’avvento degli Imperatori e con l’enorme sviluppo dei commerci) la “Cucina Cinese” di qualità ha assunto un suo preciso carattere di tradizionale genuinità, accompagnata da ordinate e belle presentazioni.

Tra le varie tradizioni Culinarie della Grande Cina, sicuramente tra le più importanti, possiamo annoverare quella della Capitale Pechino e quella Cantonese.

La “Cucina Pechinese” (in Cinese 北京菜 = Cucina di Pechino) è una variegata offerta di preparazioni con influenze giunte attraverso i secoli anche da zone lontanissime del Paese ma che ha risentito principalmente di quelle provenienti dalla Costa Orientale della Provincia di Shandong. Questa Provincia si sviluppa lungo il corso inferiore di quello che i Cinesi ritengono che sia la culla della loro civiltà: il Fiume Giallo.

La Cucina di Pechino è ricca e gustosa
Come non ricordare, tra i tantissimi piatti, alcuni super famosi nel mondo: “l’anatra laccata” (obbligatoriamente Razza Pechino), gli “hot pot” (chiamato anche “fondue chinoise”, una ricetta a base di carne) o il “maiale mu shu”.

La Cucina comunemente denominataCantonese”, in realtà la “Cucina Guangdong” (in Cinese 廣東菜), ha origine nell’omonima Provincia di Guangdong, sulla Costa Meridionale della Cina Continentale

La “Cucina Guangdong” è sicuramente quella più ricca, visto l‘utilizzo di un’infinità di materie prime, ed è più tecnica nella valorizzazione dei prodotti freschi con le sue cotture veloci ed efficaci: vapore, bollitura, “siu mei” (cottura allo spiedo), frittura, stufatura. 
Una Cucina che ha raggiunto anche livelli molto importanti di Internazionalità diventando più consona ai palati Occidentali.

Nella Cucina Cantonese troviamo conosciutissimi piatti come il riso alla Cantonese, il maiale in agrodolce, gli involtini (un’infinità di tipi), i ravioli, i crackers ai gamberi, il “congee” (particolare porridge) di riso,…… e potrei ancora aggiungere un elenco lunghissimo.

Proprio facendo riferimento alla “Cucina Cantonese” (Cucina del Sud della Cina) e anche a quella abbastanza simile della Cucina proveniente dalla Province limitrofe, che si estendono verso Oriente risalendo la Costa, come “Fujian” e “Zhejiang”, esiste anche una Cucina, oggi conosciuta e praticata nel Mondo, denominataDim Sum” (點心 = snack, spuntino) che comprende una vasta gamma di “preparazioni Culinarie non super impegnative” da servire sempre in abbinamento alle varie tipologie di Tè Cinese (Yum Cha = Bere il Tè, antichissima tradizione tramandata nei Secoli).

Nella “singolare arte gastronomica” del “Dim Sum” prevalgono cotture al vapore e fritture preparate soprattutto nella “Wok”: la classica e fondamentale “padellaCinese di forma semisferica e senza fondo, generalmente forgiata in ferro o in ghisa. 
La “Wok” con la sua particolarissima forma svasata è capace di prendere dalle fiamme molto calore e la sua avvolgente forma agevola anche le fritture che possono essere fatte in immersione con pochissimo olio.

Ma torniamo alla storia che vi voglio raccontare.

Il 7 Settembre 1901 a seguito del soffocamento in Cina, da parte di un Corpo di Spedizione formato da soldati di otto Nazioni, della “Rivolta dei Boxer” (i “Boxer” erano l’insieme dei Movimenti Anticolonialisti che in quel periodo si erano sollevati), fu imposto alla Cina stessa un Trattato denominato il “Protocollo dei Boxer” (per i CinesiTrattato di Xinchou”). 
Nell’accordo alle Nazioni Vincitrici, oltre al pagamento di una cifra enorme tale da dover essere dilazionata in 39 anni e anche moltissimo altro, furono concessi altresì dei possedimenti sul Territorio Cinese

Al Regno d’Italia, una delle Otto Nazioni, toccò come possedimento Coloniale (uno tra i più piccoli) una parte periferica della “Municipalità di Tientsin”, importante Città portuale ubicata nel Nord-est della Cina
Nacque cosi la “Concessione Italiana di Tientsin” un Governatorato che è durato dal 1901 al 1943 e che nel massimo del suo sviluppo nel 1935 raggiunse una Popolazione di più di 6.000 Abitanti
circa 5.000 Cinesi oltre a diverse centinaia tra Italiani e altri stranieri.

Durante questo periodo gli interscambi con l’Italia permisero anche la nascita di una piccola Comunità Cinese proprio in Italia, in particolare nella Città di Milano
Alcuni provenivano dalla Concessione Italiana altri dalla già citata Provincia delloZhejiang” il cui Capoluogo la bellissima, antica e magica Città diHangzhou” era stata definita da Marco Polo (mitico Mercante e Scrittore Veneziano che ne fu Governatore) “il Paradiso su questa Terra”. 
I primi Cinesi arrivati erano solo maschi e alcuni misero su Famiglia con delle Italiane favorendo una seconda generazione

Attraverso i decenni la Comunità Cinese in Italia ha assunto notevole importanza anche grazie alla loro innata volontà e laboriosità.

Ma avviciniamoci ai nostri giorni quando nel 1982 Massimo (in realtà il nome Cinese è Jianou) Wang è arrivato, a soli 5 anni, in Italia a Firenze con sua Famiglia
Babbo, Mamma, due Fratelli e tre Sorelle
La Famiglia Wang aveva ed ha in Italia una solida base fatta di un susseguirsi di generazioni in quanto discende proprio dai primi immigrati giunti negli anni Trenta dalla Provincia dello Zhejiang.

Massimo dopo aver frequentato le Scuole dell’Obbligo da giovanissimo è entrato a lavorare in un Ristorante Cinese di suoi parenti in Piazza Santa Maria Novella, sempre a Firenze
Successivamente il Locale venne trasformato dai suoi Cugini in Ristorante Pizzeria e Massimo è rimasto con loro per circa otto anni. 

Successivamente per un anno ha lavorato nel Mondo della Moda, ma poi è stato preso da un’altra grande passione il “Pub”. 
Per tale motivo nel 2005 ha rilevato il “Friends Pub” in Borgo San Jacopo a Firenze
Massimo adora la “filosofia” del Pub dove c’è la possibilità di comunicare e conoscere facilmente tantissimi persone anche perché ad un Bancone di un Pub la mancanza di formalità elimina le differenze tra leclassi sociali”: tutti sono uguali
Nel 2011 il primo Pub e stato ceduto ed è stato rilevato un secondo Locale, sempre a Firenze, il “Tartan Jock Scottish Pub” ubicato in Corso dei Tintori 41/R, ancora oggi di proprietà.

Nel 2012 Massimo Wang decise con alcuni suoi Cugini (tutto nasce sempre dal coinvolgimento della Famiglia) che era giunto il momento di aprire un “Dim Sum” a Firenze
Per fare la nuova apertura bisognava essere preparatissimi e studiare moltissimo ed ecco che si è tornati per un periodo in Cina a riscoprire leRadici”, laCulturae leTradizionicomprese quelle del Tè.

Poi sempre nel 2012, in Via dei Neri 37/R a Firenze, è nato il primoDim Sum Italiano.
I pregicura per il “fatto in Casa” e per i particolari, importazione diretta dalla Cina di molte materie prime, compresi i vari tipi di Tè, pulizia, servizio, buon rapporto qualità/prezzo
Da subito è stato un successo e dopo pochi anni è nata l’esigenza di trovare un nuovo e più comodo Locale dove trasferirsi.

Ecco che, dopo impegnativi, sotto tutti i punti di vista, lavori di ristrutturazione dove si è scelto di dare un’accoglienza davvero inappuntabile a partire dagli eleganti servizi igienici (c’è anche un sanitario piccolo specifico per i bambini e un bellissimo lavabo) fino alla luminosità dell’ambiente e alla comodità dei tavoli e delle sedute, Venerdì 13 Settembre 2019 al Numero Civico 9/r di Via Antonio Magliabechi, come già accennato, è stata inaugurata la nuova bella Sede delDim Sum”.

Il nuovo “Dim Sum” è un Locale super accogliente e molto luminoso
Nell’Ingresso spazioso a sinistra si apre un archetto che porta a una Saletta, poi ci sono le scale che salendo portano ai Servizi, di fronte all’Ingresso troviamo il Bancone Bar
Sempre sulla sinistra nell’atrio c’è la porta della grande Cucina con una sezione a vista, chiusa a vetri, dove è piacevole vedere alcune preparazioni.

Dall’Ingresso sulla destra si accede alla Sala più grande con un magnifico soffitto a volta con una grande pittura al centro, da qui si arriva anche in una Saletta riservata con un solo grande tavolo e una bella parete attrezzata dedicata ai Vini
Tutti i particolari compresa l’apparecchiatura sono molto curati.

Il Menu offre due scelte per il “Pranzo” estremamente convenienti, poi c’è la Carta che inizia con le seguenti parole: 
Offriamo una Cucina insolita, raffinata, un mix di profumi, di sensazioni, di sapori studiati per stupirvi e per deliziare anche i palati più difficili”. 
La scelta è molto ampia (anche con qualche Piatto Giapponese) e differenziata, a partire dalle “Crudités”, dalle preparazioni denominateDim Sum”, fino alla “Pasticceria”.

La Dim Sum Tea (Carta dei Tè) è vasta, ampiamente descrittiva dato che per ogni , per aiutare nella scelta, vengono citate le zone Cinesi di produzione, le specifiche proprietà e le varie differenze. Da sottolineare la particolare attenzione che viene messa nella preparazione del con il controllo della temperatura e dei tempi d’infusione. 
Dopo i segue la Carta Dei Vini piuttosto selezionata, una venticinquina di Etichette, ma ben assortita anche con qualche “SuperTuscans”. 
Infine ci sono le Birre, Cinesi e non.

Ma veniamo alla degustazione fatta che è stata accompagnata da del buon Riso Bianco Jasmine cotto al vapore (al posto del pane) e da un ottimo Tè Verde denominatoShi Feng” proveniente dall’omonima Montagna ubicata nel sud-est della Cina.

Sono state servite le seguenti portate:

- “Maudou” – Fagiolini verdi di soia, freschi, al vapore;

- “Compost di Medusa con funghi” – Medusa al vapore  con funghi Cinesi e cetriolo “à la julienne”;

- “Tonno” – Tonno in crosta di sesamo con salsa e insalata;

- “Assaggi di alghe Wakame e Kombu” – Alga Giapponese Wakame e alga Cinese Kombu al naturale con sesamo e julienne di carote;

- “Melanzane Viola Cinesi Saltate”; 

- “Fiori di zucca fritti con ripieno di gamberi”;

- “Ravioli al Gambero imperiale” – Ravioli al vapore con gamberi;

- “Ravioli di Manzo Lardellati” – Ravioli alla piastra ripieni di carne di manzo con pancetta di Cinta Senese;

- “Noodles ai frutti di mare in salsa thai”;

- “Maiale Caramellato Piccante” – Con peperoni e altre verdure;

- “Piccola Pasticceria della Casa”.

Tutto molto buono e ben presentato. 

In Cucina c’è il bravo Chef Chi Hu che è originario della Città di Shandong, nella Cina Orientale, una delle Località più rinomate per la buona Tradizione Culinaria
Chi Hu ha una lunga esperienza di Cucina maturata in molti Paesi del Mondo a fianco di grandi Chef
Con lui c’è anche Tiao che con arte, grazia ed esperienza riesce a trasformare un pugno di farina e un poco di acqua in straordinarinoodles” (tipica pasta lunga), una vera specialità alDim Sumdi Firenze.

Il Servizio di Sala è molto efficiente gentile e premuroso, il personale è Internazionale, su tutti spicca per la sua delicata cortesia e affabilità oltreché per la sua “dolcezza” e il suo bellissimo sorriso la Responsabile del Locale Xiaoli (Francesca), Cugina e Socia di Massimo Wang.
Massimo ha come socie anche altre due sorelle di Francesca, Arianna e Claudia.

Ho parlato molto con il bravo Titolare Massimo Wang, che mi ha convinto della sua sincera “filosofia” di offrire ai Clienti delDim Sum” un’ottima Cucina Cinese accompagnata da magnifici
Che altro dire sennonché tutto ciò che Massimo sostiene avviene anche in un nuovo super accogliente Locale con un rapporto qualità/prezzo molto positivo.



L'Ingresso

La Cura dei Particolari...... il Lavabo

La Vista all'Ingresso

La Sala Grande, una Vista

La Parete Attrezzata Dedicata al Vino

Maudou...... (Foto Luca Managlia)

Compost di Medusa......

Alghe Wakame e Kombu......

Melanzane Viola Cinesi...... (Foto Luca Managlia)

Fiori di Zucca Fritti...... (Foto Luca Managlia)

Ravioli di Manzo Lardellati......

Noodles ai Frutti di Mare...... (Foto Luca Managlia)

Maiale Caramellato...... (Foto Luca Managlia)

Si Preparano i Noodles

Xiaoli, Giorgio Dracopulos e Massimo Wang
(Foto Luca Managlia)

martedì 17 settembre 2019

DAL 1996 ROBERTO CASTAGNER SI DEDICA, CON ESTREMA PASSIONE ED ECCEZIONALI RISULTATI, ALLA MAGICA ARTE DELLA DISTILLAZIONE.




Oggi vi racconto alcune cose di una delle Aziende che è ai vertici della produzione Mondiale di Grappa

Ma prima facciamo il punto sull’argomento.

Il termine “distillazione” etimologicamente significa “separazione goccia a goccia”. 
La “distillazione” è un procedimento antichissimo (si narra fosse già noto addirittura agli Egiziani) che viene utilizzato per separare “sistemi omogenei di composizione” (sostanze pure), da una miscela eterogenea, sfruttando la differenza dei punti di ebollizione specifici delle sostanze stesse.

Anche se esistono tracce più antiche, la “distillazione” (come la conosciamo oggi) per la produzione di bevande alcoliche, è stata introdotta nell’ Europa Medievale nel XII Secolo a seguito della traduzione dall’Arabo di alcuni trattati chimici. 
Arabi e Persiani usavano già tali tecniche, a partire dal VIII Secolo d.C., per produrre alcool puro.

Unantichissima ricetta del 1200 così recita
“Mescolando vino fortissimo e puro, con tre parti di sale e riscaldando, in recipienti adatti allo scopo, si ottiene un’acqua infiammabile”.

In Italia il primo testo conosciuto, che ha trattato scientificamente e tecnologicamente la produzione del distillato di vino, è il “De Conficienda Aqua Vitae” scritto dal medico umanista, scienziato e scrittore fecondissimo Giovanni Michele Savonarola (Padova 1385 - Ferrara, 1468). 
Una curiosità: 
era il prozio del Frate Domenicano Girolamo Savonarola impiccato e bruciato sul rogo, il 23 Maggio 1498, come “eretico scismatico e per aver predicato cose nuove”.

Erano Secoli in cui l’ “acqua vitae” (acqua di vita) era utilizzata principalmente per uso medico. Successivamente, nelle campagne, iniziò a essere usata dai braccianti anche per riscaldarsi nella stagione fredda.

Il termine “grappa” deriva dal fatto che nei Territori Veneti e limitrofi si chiama “graspo” il raspo dell’uva.

La produzione di “grappa” (acquavite estratta dalla buccia dell’uva comprensiva dei vinaccioli, ovvero i semi, la  “vinaccia”, prodotta e vinificata esclusivamente in Italia) veniva inizialmente effettuata tramite alambicchi a bagnomaria o a fuoco diretto con un metodo artigianale discontinuo (in batch), che prevede il carico della miscela da trattare nell’apparecchiatura prima di iniziare il processo di distillazione.

Ma è alla fine del 1700 che in Italia si sviluppò la “distillazione moderna” con l’introduzione della “distillazione a vapore”. 

La classificazione della Grappa avviene anche attraverso il tipo di lavorazione e di affinamento.

Il processo di “distillazione” si attua attraverso un antico apparecchio denominato “alambicco”. Etimologicamente deriva dall'Araboal-’ambiq” (distillare), e dal Grecoαμβιξ” (ambix = tazza), attraverso il Latino Medievale alembicus” dal Francese antico “alambic”. 

L’Alambicco è composto da una caldaia collegata, attraverso un tubo, a una serpentina di raffreddamento, alla fine della quale esce il distillato desiderato.

Ma torniamo all’AziendaCastagner”, ubicata in Via Bosco 43 nella Frazione di Visnà nel Comune di Vazzola, a circa 13 Km. da Conegliano in Provincia di Treviso.

Roberto Castagner (classe 1954), di professione Enologo e Mastro Distillatore, dopo aver lavorato per 20 anni in una Distilleria della Famiglia Maschio ha deciso di mettersi in proprio con l’obbiettivo di portare una ventata innovativa e decisamente migliorativa sia nei processi produttivi che nei prodotti finiti.

Per tale scopo, nel 1996, ha rilevato una Distilleria facendola diventare la “Roberto Castagner Acquaviti”.

La Distilleria sorge alle pendici delle Colline del Prosecco Superiore D.O.C.G.Conegliano Valdobbiadene” e non è distante dallo storico Istituto Statale di Istruzione Secondaria SuperioreG. B. Cerletti” (mitica Scuola Enologica dal 1876) proprio dove Roberto Castagner si è diplomato Enologo.

Per i primi due anni di vita la Distilleria si è dedicata alla produzione per conto terzi e a quella del prodotto sfuso, ma dal 1998 si è iniziato a imbottigliare.

Oggi l’Azienda con i suoi 55.000 mq., suddivisi tra impianti di distillazione, magazzini di invecchiamento, impianti per l’imbottigliamento (3 linee, uno dei più importanti d’Italia) e lo stoccaggio dei prodotti finiti, è la più grande Distilleria del Veneto e produce circa il 17% di tutta la produzione Nazionale di Grappa di Qualità
Si è passati dalle 500.000 bottiglie del 2001 a circa 2 milioni di bottiglie.

Importante è anche l’esportazione che si aggira intorno all’8% di tutta la produzione e che riguarda Nazioni come Russia, Brasile, Stati Uniti, Canada, Corea, Libano e Argentina, oltre all’Europa intera.

Gli impianti di produzione sono quanto di più moderno ed innovativo oggi si possa realizzare, molti di essi , inoltre, sono stati oggetto di progettazione e di sviluppo interno da parte dello Staff Tecnico-scientifico su cui l’Azienda ha sempre investito per garantirsi sviluppi competitivi, efficienti e all’avanguardia.

Tutti i Prodotti Castagner sono seguiti e curati con la massima attenzione e grandissima passione in ogni particolare. 
Le analisi e i controlli si susseguono a partire dalle vinacce fino ai prodotti imbottigliati. Certificazioni e tracciabilità sono poi le garanzie che fanno di “Castagnerun’Azienda sempre all’avanguardia nel rispetto per l’ambiente.

Roberto Castagner accetta solo vinacce che arrivino in Azienda non più tardi delle otto ore dalla svinatura se uve rosse e dalla pressatura soffice se uve bianche.
Per la conservazione usa il sistema da lui inventato definito “Grappasystem”: 
l’immissione in un tunnel plastico alimentare delle vinacce che permette la salvaguardia della loro freschezza per diversi mesi in un ambiente privo di ossigeno.

Poi nella fase della distillazione Roberto Castagner ha perfezionato una tecnologia denominata “K-selettiva” (K = coefficiente evaporativo) in cui, attraverso  le sue esclusive “Colonne di Rame” e per mezzo del vapore acqueo, riesce ad ottenere un prodotto dalle caratteristiche aromatiche, e non solo, decisamente uniche.

Ma la ricerca migliorativa e la sperimentazione di Castagner non ha posa tantoché ha anche sostituito, in un alambicco, il classico piatto di rame con uno di “oro massiccio”.
A partire poi dalla Vendemmia 2017 è stata introdotta un’ulteriore tecnologia che permette di separare i vinaccioli dal pedicello delle bucce dell’uva. 
L’impianto denominato “Buccia Pura” prepara alla distillazione una materia prima senza parti legnose, riducendo la nota tannica e raggiungendo risultati di pulizia e fragranza del tutto eccezionali e mai conseguiti prima.

L’Azienda usa sia impianti di distillazione definiti comuni o continui (dove il ciclo avviene automaticamente senza interruzioni) di loro progettazione, sia per alcune produzioni speciali quelli discontinui (caldaiette a vapore e a bagnomaria).

La delicata fase dell’affinamento prevede per la “grappa bianca” un periodo di alcuni mesi in vasche di acciaio inox, mentre per l’invecchiamento il periodo, trascorso nella “barricaia” con circa 2000 barrique di rovere o ciliegio, varia tra i 12 mesi e i 15 anni

Tutta la Produzione diCastagner” ha un confezionamento davvero molto bello a partire dalle bottiglie artistiche di vetro in tutti i formati e nelle varie tipologie.
Per non parlare dei preziosi bicchieri specifici, ideati appositamente, come “Bolla” ed “Elisse”.

Tra i molti prodotti davvero speciali e “modernissimi” sono rimasto colpito, tra gli altri, dalla vera e propria delizia olfattiva e gustativa della “Grappa Riserva Fuoriclasse Leon 7 Anni”.

La “Linea Fuoriclasse” rappresenta la produzione più esclusiva di Grappe invecchiate.
Una Linea talmente importante da far nascere nel 2006, sempre grazie a Roberto Castagner, il “Premio Fuoriclasse”. 
Un prestigioso riconoscimento che ogni anno viene dato a personaggi Italiani che in qualsiasi campo dell’attività umana grazie al loro ingegno arricchiscono la società diventando nuovi punti di riferimento per la collettività. 
Il Premio ha un “Albo d’Oro” straordinario.

Quelle di “Castagner” sono molto di più che semplici grappe di qualità, rappresentano l’espressione artistica di un grande Maestro e per tale motivo hanno ricevuto negli anni un’infinità di importantissimi Premi, Nazionali e Internazionali.

Roberto Castagner ha tre Figli, Giovanni, Giulia e Silvia, oltre a tre bellissimi Nipotini
Gaia, Filippo e Viola
Con Castagner collaborano in Azienda con la stessa passione le sue due Figlie e anche il Nipote Carlo, anche lui diplomatosi Mastro Distillatore alla Scuola EnologicaG. B. Cerletti”.

Non posso che chiudere con le parole sincere e sentite dello stesso Mastro Distillatore Roberto Castagner
Diventare Distillatore è stata la decisione fondamentale della mia vita. Una scelta dettata da una passione vera, fatta di grandi sacrifici e amore infinito per questo mestiere, con una grande ambizione di fare sempre meglio per arricchire il Mondo di nuovi piaceri, lasciando cosi anche la mia impronta”.





"Castagner": in Ogni Momento la Massima Attenzione
(Foto Castagner)

Roberto Castagner nella Barricaia.
(Foto Castagner) 

Castagner: "Bolla" il Bicchiere.
(Foto Castagner)

Giorgio Dracopulos con Castagner Fuoriclasse 
 "Leon Grappa Riserva 7 Anni"

"Castagner Fuoriclasse": Leon Grappa Riserva 7 Anni. 

Famiglia Castagner: Giulia, Carlo, Roberto, 
Giovanni, Silvia e i Nipotini Gaia, Filippo e Viola. .
(Foto Castagner)

giovedì 12 settembre 2019

“ACETO BALSAMICO DEL DUCA” DI ADRIANO GROSOLI: DAL 1891 UNA STRAORDINARIA PASSIONE PER LA QUALITÀ.



Nella bellissima Regione dell’Emilia-Romagna c’è un’antichissima (è stata fondata dai Romani nel 183 a.C.) e fascinosa Città che si chiama Modena.

Modena è ricca di un’infinità di strutture di grande valore storico/artistico, Chiese, Palazzi, Teatri,  Monumenti e Musei, talmente belli che, per esempio, il Duomo, la Torre Civica e la Piazza Grande sono stati inseriti dall’UNESCO nel 1997 nella Lista dei Siti Italiani Patrimonio dell’Umanità.

Modena (Città e Provincia) è famosissima per moltissime cose e citandone alcune si può dire che qui si costruiscono magnifiche macchine sportive uniche al Mondo come le “Ferrari” e le “Lamborghini”,  vi sono eccellenze produttive nel campo delle Ceramiche, nell’Industria Tessile e in quella Biomedica, nella fabbricazione Artigianale di Strumenti Musicali (violini e violoncelli), poi ci sono le infinite produzioni di delizie enogastronomiche di eccellenza
come il “Parmigiano Reggiano D.O.P.”, il “Prosciutto di Modena D.O.P.”, i Vini  Autoctoni come il “Lambrusco” e anche tutto ciò che si può ricavare dalla lavorazione (artigianale e non) dei suini.

Ma Modena è famosa anche per un prodotto speciale, unico e straordinario: l’Aceto Balsamico.

L’Aceto è una sostanza liquida acida che si ottiene grazie al lavoro di un particolare genere di batteri (acetobacter) che in presenza di ossigeno trasformano, con la “fermentazione acetica”,  l’etanolo (o alcol etilico) in acido acetico
Questo processo avviene in bevande alcoliche fermentate come il vino e la birra o in altre sostanze come il miele, i cereali e la frutta.

Il termine “Aceto” deriva dal termine LatinoAcetum” che, a sua volta, prende dal verbo “acere = inacidire”.  

La Storia dell’Aceto si perde nella notte dei tempi, se ne trovano tracce già 10.000 anni fa
L’Aceto era conosciuto come conservante per gli alimenti già nell’antico Egitto, nella cultura Babilonese e in quella Persiana

Gli antichi Greci chiamavano “Oxycrat” una bevanda di uso comune a base di acqua, aceto e miele che veniva usata, nella medicina del tempo, anche come antinfiammatorio. 
Questo liquido era tenuto in appositi vasi, di argilla (creta) decorati con ossidi o smalti, chiamati “oxydes”.

I Romani usavano l’Aceto come bevanda dissetante, una mistura di acqua e aceto che veniva chiamata “Posca”. 
Sulle loro tavole imbandite non mancava mai “l’acetabolo”, una ciotola piena di aceto dove intingevano il pane per spezzare i vari sapori delle altre vivande e per agevolare la digestione. L’Aceto veniva usato comunemente anche come disinfettante.

Attraverso i secoli l’Aceto è stato usato molto in campi diversi anche molto lontani tra di loro.

Tra i moltissimi i prodotti enogastronomici Italiani apprezzati nel Mondo, per le sue straordinarie specificità, c’è l'eccellenza dell'Aceto Balsamico: lAceto Balsamico Tradizionale (A.B.T.).

L’Aceto Balsamico è un magnifico condimento che emerge proprio dalla tradizione culinaria Emiliana.
Il Territorio definito Emilia, che fa parte della Regione Emilia-Romagna, oggi corrisponde alle Provincie di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Ferrara, la maggior parte delle Città Metropolitane di Bologna e Modena.

L’Aceto Balsamico Tradizionale si produce con il mosto cotto di uve provenienti dalle sole Province di Reggio Emilia e Modena
Il procedimento prevede che il mosto cotto fermenti, acetifichi e riposi, per l’invecchiamento, almeno dodici anni.

Dal 2000 l’Aceto Balsamico Tradizionale è garantito e tutelato dal Marchio di “Denominazione di Origine Protetta” (D.O.P)
Esistono solo due differenti denominazioniAceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOP” e “Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP”.

Uscendo da Modena, verso Bologna, sulla Strada Provinciale 623 denominata Via Vignolese, dopo circa 5 Km si arriva a San Damaso e continuando sulla stessa Via dopo un brevissimo tratto si giunge a San Donnino
Superate le abitazioni, all’altezza della Trattoria Ristorante San Donnino”, sulla destra inizia Via Medicine, che dopo pochi metri passa sotto l’Autostrada del Sole, percorrendo questa strada, sulla destra, al Civico 2340 in Località San Vito, nel Comune di Spilamberto (MO), c’è la Sede di un’Azienda interessantissima e storica che produce Aceto Balsamico I.G.P. e D.O.P., ma non solo: Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli.  

L'Azienda “Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli srl” ha una lunga Tradizione che nasce nel lontano 1891 ed è frutto dell’impegno di ben cinque generazioni della Famiglia Grosoli.

Proprio nel 1891 Adriano Grosoli, nato e cresciuto in una Famiglia non soltanto di Macellai, e con due Fratelli, uno che produceva formaggi come il Parmigiano e l’altro  vini come il Lambrusco, dopo essersi iscritto nei registri della Camera di Commercio di Modena, ha aperto a San Donnino la sua attività commerciale: una Salumeria Artigianale
Qui si vendevano soprattutto specialità alimentari di Loro produzione, in particolare salumi e insaccati vari, formaggi, lambrusco e anche “Aceto Balsamico”. 
In quegli anni Adriano Grosoli gestiva anche una Trattoria adiacente al Negozio.

Il Negozio di Adriano Grosoli ebbe da subito un grande successo grazie alla grande qualità dei suoi prodotti, certificata poi definitivamente anche dal “Diploma di Gran Premio e Medaglia d’Oro” che quella produzione artigianale di qualità ricevette, negli Anni Trenta, in occasione di una Esposizione Internazionale

Col passare degli anni ad Adriano ha fatto seguito la conduzione del Figlio Mario che con rinnovata passione ha ampliato il mercato dei loro prodotti e non solo.

Successivamente, nel 1972, il Figlio di Mario, Adriano (classe 1929 con lo stesso nome di suo Nonno) è entrato nell’attività di Famiglia, insieme a sua Moglie Luciana, dando, solo due anni dopo nel 1974, una decisa svolta all’Azienda che da quel momento ha concentrato la produzione esclusivamente al solo “Aceto Balsamico”. 
Ma la “rivoluzioneAdriano e Luciana l’hanno anche fatta adottando per il loro amato “Acetoil nome e l’immagine di Francesco I d’Este” (1610-1658) Duca di Modena e Reggio dal 1629 al 1658.

Negli Anni 80 le Figlie di Adriano e Luciana, Mariangela e Alessandra, sono entrate nella gestione e direzione dell’Azienda di Famiglia dando ulteriore impulso e con l’importantissima conquista di nuovi mercati Internazionali.

La Storica Sede di Via Medicine, un’antica Fornace di mattoni risalente al intorno al 1600, è stata ristrutturata ed è il cuore pulsante dell’Azienda, il luogo dove in centinaia dipreziose botticelle” invecchia l’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena D.O.P.
qui spesso vengono tenuti anche importanti Eventi Culturali e Ricreativi.

Nel 1992 è stata edificata un nuova parte di Stabilimento, ampliata poi nel 2004 e nel 2008, che comprende una Palazzina adibita ad Uffici e all’Accoglienza dei Visitatori oltre al Negozio per la vendita diretta
Qui ci sono anche gli spazi dove sono alloggiate altre loro linee di produzione e gli imponenti Tini di Rovere dove matura l’Aceto Balsamico di Modena I.G.P. (quello con un invecchiamento da un minimo di 60 Giorni a Tre Anni), l’Aceto Balsamico di Modena I.G.P.Invecchiato” (quello maturato oltre i Tre Anni).

Nel 2018 si è giunti alla “Quinta Generazione” con l’entrata in Azienda della Figlia più grande di Mariangela, Lucia (classe 1989), che dopo essersi Laureata in Economia e Commercio all’Università di Modena e aver poi fatto un Master in Inghilterra, per un anno, in Management Internazionale,  si è dedicata a seguire il Commercio Estero.

Mariangela ha anche altre due Figlie
Chiara (classe 1991) è Avvocato come il Padre e Elena (classe 1996) che studia Scienze Gastronomiche all’Università di Parma.

Alessandra ha un Figlio maschio, Matteo (classe 1995), che frequenta la Facoltà di Ingegneria.

In questo 2019 Adriano Grosoli ha compiuto90 Annied è stato super festeggiato da tutta la sua bella Famiglia proprio in Azienda.

L’AziendaAceto Balsamico del Duca” oggi ha una produzione diversificata di prodotti legati all’Aceto che Oltre ai Balsamici, compresa la LineaBiologica”, vede anche una serie di gustosissime specialità gastronomiche a base di Aceto Balsamico
Tutta la loro Produzione è anche splendidamente confezionata

In occasione dei 125 dalla nascita l’Azienda Aceto Balsamico del Duca di Adriano Grosoli è stata inserita a pieno titolo nel prestigioso Registro dell’Unione Imprese Storiche Italiane (U.I.S.I.).

Sono trascorsi 128 Anni dal lontano 1891 e prerogative come la fedeltà alla Tradizione, la continua ricerca della Qualità oltre alla estrema Passione della Famiglia Grosoli ha permesso all’AziendaAceto Balsamico del Duca”, di Spilamberto (MO), di avere una produzione tuttaal vertice dei migliori sapori”.




Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP 12 Anni 
(Foto Grosoli)

Confezione Regalo (Foto Grosoli)

Aceto Balsamico di Modena IGP in Anfora Cara 
(Foto Grosoli)

Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP 25 Anni
(Foto Grosoli)

Adriano Grosoli e la Torta per i Suoi "90 Anni" 
(Foto Grosoli)

Si Festeggiano i "90 Anni" di Adriano Grosoli 
(Foto Grosoli)

Mariangela Grosoli e Giorgio Dracopulos