martedì 29 marzo 2011

FANTASTICA LA CUCINA CREATIVA DI MORENO CEDRONI AL RISTORANTE MADONNINA DEL PESCATORE A MARZOCCA DI SENIGALLIA.

Gli Antichi Romani veneravano 12 divinità principali (Apollo, Cerere, Diana, Giove, Giunone, Marte, Mercurio, Minerva, Nettuno, Venere, Vesta, Vulcano) e molte altre decine di minore rilevanza.

In gran parte corrispondevano alle divinità Greche dell’Olimpo.

A loro edificavano molti templi, in Latino “aedes”, di diverse dimensioni a seconda della devozione o importanza della divinità. Spesso, non potendo sempre fare grandi costruzioni, venivano edificate delle edicole, dal Latino “aedicula” diminutivo di “aedes”, dei tempietti di piccole dimensioni dove veniva collocata una statuetta o una configurazione della divinità.

L’Edicola Votiva è stata successivamente ripresa dalla Religione Cristiana.

Su tutto il territorio Italiano l’uso dell’Edicola Votiva è molto diffuso e se ne possono trovare di tutte le grandezze e di tutte le epoche.

Essendo il nostro Paese una lunga penisola, con una lunga tradizione di naviganti e pescatori, molte “Edicole” sono dedicate alla Madonna protettrice di queste due categorie.

Nella Regione Marche, in Provincia di Ancona, nel Comune di Senigallia, c’è una Frazione, adagiata sul mare Adriatico, che si chiama Marzocca.

Marzocca di Senigallia è nata intorno ad un’antica stazione per il cambio dei cavalli, oggi è un luogo di villeggiatura, molto frequentato in estate.

Sul suo bel lungomare c’è una Edicola Votiva, costruita negli anni trenta, dedicata alla “Madonnina del Pescatore”.

Davanti alla suddetta Edicola, Moreno Cedroni, uno degli Chef più straordinari, ha il suo omonimo Ristorante: Madonnina del Pescatore.

Potete trovare la storia completa di Moreno e del suo prestigioso Locale, super premiato, anche con due meritatissime “Stelle Michelin”, nell’Archivio di questo Blog.

Andare a trovare Moreno Cedroni e la sua gentilissima moglie, Mariella, è sempre un grandissimo piacere.

Il luminoso ambiente, con la vista sul mare è molto bello e accogliente, la sala, con i tavolini ben distanziati, divisa dalle colonne e dagli scaffali di vetro, è molto elegante.

Anche l’apparecchiatura come tutti gli accessori e la “mise en place” è bella ed elegante.

Il servizio è professionale ma non “impegnativo”; ci si rilassa piacevolmente “coccolati” dal Sommelier A.I.S., il Brindisino Teodoro Viola, e da Silvia Tassi.

Tutti sono molto gentili, premurosi e disponibili, pronti a soddisfare ogni esigenza o richiesta.

Ma veniamo alla degustazione fatta, scegliendo dal Menu le preparazioni più recenti, infatti queste portano accanto l’anno della messa in carta.

Su suggerimento del Sommelier, i piatti sono stati accompagnati da un’ottima bottiglia di “Roncaglia 2009”, Bianco Colli Pesaresi Roncaglia D.O.C. (75% Albanella, vitigno autoctono, e 25% Pinot Nero vinificato in bianco), Vol. 13%, della Fattoria Mancini, unico produttore di questa D.O.C., sottozona della D.O.C. Colli Pesaresi. Un vino dai profumi e sapori freschi e minerali.

La Fattoria Mancini di Luigi Mancini e sua moglie Shayle, enologa Neozelandese, ha le vigne in prossimità della spettacolare costa alta di Focara, un promontorio a strapiombo sul mare a pochi chilometri da Pesaro.

In tavola il vassoio con il pane della casa: Pane bianco, Pane al nero di seppia, Grissini ai semi di sesamo, Cracker ai semi di girasole.

- Dentifricio e colluttorio (il dentifricio, confezionato stile “usa e getta”, è una crema cocco e menta, nel colluttorio sake, menta e ghiaccio …. istruzioni per l’uso: spazzolare lentamente i denti con il dentifricio e sciacquare delicatamente con il colluttorio, “ovviamente deglutendo”);

- Il mare, coreografia di crostacei e molluschi con patata viola, piccole perle e salsa al limone e prezzemolo;

- Ostrica con panna acida, scalogno, con una base di caramello al lampone, sopra granita di ostriche e borragine, le “ostrichine” intorno sono fatte di The Nero affumicato;

- Polpo, gelatina di pane e aceto, la sua maionese, su una base di verdure cotte al vapore e pomodoro schiacciato, con gelatina fatta di acqua di cottura;

- Salmone Scozzese “Lock Fyne” su crema di Philadelphia e rapa rossa, sedano, cavolfiore, olio affumicato e liquirizia;

- Tonno scottato in padella con salsa di fagiolini, sopra delle zucchine croccanti;

- Tagliolini all’uovo con prevalenza di tuorlo, al granchio reale con zucchine e basilico;

- Cotoletta di tonno, impanata e fritta alla Milanese, con basilico sia in foglie che in gelatina, pomodorini, salsa balsamica e insalata verde;

- Gelato Magnum, ricoperto di cioccolato al latte, con all’interno Chartreuse (elisir vegetale prodotto, dal 1737, dai Monaci Certosini nelle Prealpi Meridionali Francesi) e yuzu (profumatissimo agrume giapponese);

- Panna poco cotta, pesche sciroppate e marinate in casa con Sauvignon, su gelatina del frutto della passione, sopra granita di confetture di pesche al Sauvignon, intorno una riduzione di aceto balsamico;

- Cuore infranto (lo deve infrangere il cliente) di cioccolato al latte e wasabi, su arachidi sabbiati, polvere di caffè e crema di latte;

- Giappone, gelatine, a forma di bottigline, di Whisky Giapponese, su carta geografica del Giappone, della Nikka Whisky Distilling Co. Ltd., fondata nel 1934 da Masataka Taketsuru, un’Azienda più volte premiata con medaglie d’oro per i suoi prodotti di altissima qualità;

- Sorbetto al Varnelli (Anice Secco Speciale della Distilleria Varnelli di Macerata) con cremino di gianduia.

Una serie di preparazioni fantastiche, straordinarie, sia per le presentazioni che per i delicati aromi e sapori genialmente accostati o mescolati.

Moreno Cedroni, per nostra fortuna un Capitano di Lungo Corso rubato al Mare, è uno dei miglior Chef del Mondo, la sua cucina creativa è intelligentemente fatta per tutti, senza esagerazioni o forzature estreme è fantastica.

L’accoglienza riservatami è stata come sempre calorosa e amichevole, un grazie a Moreno, alla Signora Mariella, sempre affabile e affettuosa, e a tutto lo Staff.


Ristorante Madonnina del Pescatore

Lungomare Italia, 11


Marzocca di Senigallia, Ancona.


Tel. 071 698267


http://www.morenocedroni.it/




















giovedì 24 marzo 2011

ALEXIA IL GRANDE CUORE DELL’AZIENDA CAPOLINO PERLINGIERI DI CASTELVENERE (BN).

Per gli Antichi Romani il Territorio dell’Italia Centro Meridionale, dove viveva il popolo dei Sanniti, tra il VI secolo a.C. e primi secoli d.C., era il “Samnium”. Le terre delle Tribù Sannitiche (Pentri, Carracini, Caudini e Irpini,) si trovavano, in massima parte, nella zona appenninica racchiusa tra le odierne Regioni dell’Abruzzo, Molise, Campania e Puglia.
Attraverso i secoli queste zone furono dominate dai Romani, Goti e Bizantini; nel 570 i Longobardi vi istituirono il Ducato di Benevento, poi vennero assorbite nel Regno dei Normanni e nel 1077 passarono sotto Papa Leone IX nello Stato Pontificio.
La Città di Benevento rimase pontificia, salvo brevi periodi, fino al 1860, anno in cui arrivarono i Savoia e, subito dopo, entrò nell’appena costituito Regno d’Italia.
Il Sannio Beneventano è dominato dal massiccio dell’Appennino Campano, formato dai Monti Taburno (m.1397) e Camposauro (m.1388), ha una forma somigliante ad una donna sdraiata e viene denominato anche “la dormiente del Sannio”.
Nel 2002 è stato istituito il Parco Regionale del Taburno-Camposauro con un’estensione di 12.370 ettari.
Terra d’impervie montagne, colline verdeggianti, valli, pianure e fiumi, ma anche d’importanti monumenti da quelli di origine Romanica, Longobarda, Angioina, Aragonese a quelli edificati sotto i Pontefici.
Qui la natura e l’uomo ci offrono un’infinità di prelibatezze che hanno attraversato i secoli per giungere fino a noi e, oggi, sono tra le più desiderate dagli amanti più severi della tradizione, della qualità e del gusto.
Ottimi i funghi, gli asparagi, le fragoline, le castagne, le noci e le nocciole, i peperoni di Montesarchio, i carciofi di Pietrelcina (Paese natale di San Padre Pio), le mele, le cipolle, le ciliegie, la carne del Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, unica produzione Italiana certificata I.G.P., le tenere carni di agnello, i salumi e i formaggi, il miele, i torroni e i torroncini, i liquori, l’olio extravergine e il vino.
La Provincia di Benevento è il territorio più vitato di tutta la Campania, circa 11.407 ettari, con una produzione del 48% di tutto il vino della Regione.
I Vitigni Autoctoni della zona sono: Aglianico, Falanghina, Coda di Volpe, Fiano, Greco, Piedirosso e Sciascinoso o Olivella.
Sei sono le Denominazioni di Origine Controllata (D.O.C.) che tutelano questi Vini: Aglianico del Taburno, Taburno, Guardiolo, Sannio, Sant’Agata de’Goti, Solopaca.
Tra le molte realtà Vitivinicole della zona, a Castelvenere, piccolo Comune immerso in un vero e proprio mare di filari di viti, in una delle quattro contrade in cui è diviso, precisamente in Contrada Marraioli, mi ha particolarmente colpito l’Azienda Agricola Capolino Perlingieri.
In realtà è una “Domaine”( proprietà divisa in terreni che possono essere anche lontani tra loro), Casa e Cantina a Marraioli, Vigneti e parte degli Oliveti nei Comuni di Solopaca e Benevento.
La Famiglia, da parte della Signora Teresa Perlingieri, ha una lunga tradizione nella viticoltura, e grande in lei l’amore per la sua terra, mentre il marito appassionato di mare e barche, gira il mondo come velista, gareggiando a tutti i livelli compreso quello mondiale. All’infuori di un lungo periodo durato una quindicina d’anni, i Perligieri sono stati proprietari, fin dal 1800, della bella Casa, che contraddistingue l’Azienda, caratterizzata da due imponenti torri.
L’edificio risale probabilmente agli anni a cavallo tra il XV e XVI secolo, e a partire dal 1995, anno in cui è tornato in possesso dei Capolino Perlingieri, è stato ristrutturato con un lungo, paziente e oneroso lavoro, che lo ha riportato all’antico splendore.
La Signora Teresa ha tre figli, due maschi e una femmina (Alexia), cresciuti tra terra e mare, e che, da grandi, decidono di seguire strade diverse fuori dell’Azienda.
Alexia è una bella ragazza che all’Università di Napoli, a 23 anni, si Laurea con “110 e lode” in Economia e Commercio. Vince una Borsa di studio a Bruxelles, poi lavora a Milano in un importante Istituto finanziario, ma qualcosa dentro di lei sta lavorando per riportare in superficie i lontani ricordi di bambina, la vita a contatto con la natura, amore per la terra, e, soprattutto, quando in autunno aiutava, salendo su una precaria cassetta capovolta e di colore rosso, la sua mamma a vendemmiare.
Nel 2004 abbandona la sua già brillante carriera e torna a casa, in Azienda, convinta di aver fatto la scelta giusta: la sua terra.
A partire dal 1995, la Signora Teresa, aveva prodotto solo uva e olive che cedeva ad altre aziende.
Alexia, in due anni, lavorando attivamente nei campi, insieme agli operai di giorno e studiando la sera, recupera il tempo perso, arricchendo notevolmente il suo bagaglio di esperienze in agricoltura. Riesce poi a coinvolgere l’Enologo, Stefano Chioccioli, nel passo successivo per sviluppare l’Azienda, e nel 2007, dopo tantissimo impegno e lavoro, arriva la prima vera vinificazione.
La sua strategia è semplice: solo vitigni autoctoni, una vinificazione tradizionale espressione classica del Territorio, piccola produzione, ricercare l’alta qualità ed esporsi in prima persona a garanzia di tutto ciò che è stato fatto.
Oggi l’Azienda Capolino Perlingieri è una delle realtà più interessanti del Sannio, 40 ettari (22 coltivati a grano, 13 a vigneto e 5 a uliveto), dove si producono tre vini bianchi, due rossi e un rosato, oltre a due tipi di olio extravergine.
I Vini portano nomi legati al clima, al terreno o all’uva e sono:
- PRETA, Sannio Falanghina D.O.C., 100% Falanghina;
- NEMBO, Sannio Fiano D.O.C., 100% Fiano;
- VENTO, Sannio Greco D.O.C., 100% Greco;
- VIGNAROSA, Sannio Rosato D.O.C., 50% Aglianico e 50% Sangiovese;
- SCIASCI, Sannio Rosso D.O.C., 60% Sangiovese e 40% Sciascinoso;
- TALENTO, Sannio Aglianico D.O.C., 100% Aglianico.
Da 1500 piante di ulivi, di cultivar diverse ma autoctone del Beneventano (Ortice, Ortolana e Femminella) vengono prodotti due Oli Extra Vergini di Oliva, un Blend (misto tra Femminella, Ortice e Ortolana) e “Ortice”, fatto al 100% con olive della omonima varietà.
I Vini Bianchi e Rossi, insieme all’Olio, sono tutti prodotti, ognuno con le sue specificità, molto interessanti e buoni, in cui si sente, perfettamente, ciò che Alexia voleva fare sentire: il Territorio.
Tutta la produzione ha anche un ulteriore aspetto molto positivo: l’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Andando a visitare il Sito dell’Azienda, oltre alle informazioni generali e le schede dei prodotti, trovate anche dei filmati esplicativi da cui potete apprendere, dalla viva voce di Alexia, tutti i segreti e le varie fasi delle sue produzioni.
L’Azienda Agricola Capolino Perligieri ha uno Staff di persone esperte e appassionate che amano la natura, e sono impegnate nell’ottenere il meglio, rispettando il terreno e le tradizioni, bravi l’Enologo Stefano Chioccioli, l’Agronomo Marco Pierucci e il Responsabile delle vigne e degli uliveti Nicola Di Paola Benevento, ma il grande cuore pulsante di tutto ciò è Alexia.
Azienda Agricola
Alexia Capolino Perlingieri
Via Marraioli, 58
Castelvenere, Benevento.
Tel. e Fax. 0824 971541
www.capolinoperlingieri.com







giovedì 17 marzo 2011

RISTORANTE GIGLIO MARINO A MARINA DI PISA (PI): UN LOCALE NATO PER AMORE.

A sud della foce del Fiume Arno, in Toscana, sorge una piccola Frazione del Comune di Pisa, che, una volta, i nostri vecchi chiamavano familiarmente “Boccadarno”: in realtà è Marina di Pisa. Oggi il nucleo abitativo di questa Località è racchiuso dal fiume Arno a nord e dalla fitta e bella Pineta del Litorale Pisano a sud; dista circa 12 Km. dal centro di Pisa.
L’Arno è stato sempre, attraverso i secoli, un’importante via di comunicazione sia commerciale che militare e alla sua foce già nel 1500 sorgevano due torri di avvistamento e difesa.
La storia di Marina di Pisa nasce dopo il 1600, infatti, fino a quell’epoca, quest’area era praticamente disabitata, essendo un’insalubre palude. Nel 1606, Ferdinando I de’Medici, fece spostare la foce dell’Arno di circa 1500 metri, per agevolare il deflusso delle acque, impedendo così l’allagamento del capoluogo. Tra il 1759 e il 1761 fu costruito sulla riva sinistra un piccolo Fortino esagonale, circondato da un fossato, ad uso militare, presidio sanitario e dogana fluviale; intorno sorsero anche le prime case di pescatori.
La zona prese ad essere considerata meta per il turismo estivo solo dopo che Gaetano Ceccherini, commerciante d’acqua di mare, nel 1869, fu costretto dal Re, Vittorio Emanuele II, ad abbandonare le sue proprietà a nord del fiume, ormai diventate parte della Tenuta Reale di San Rossore. In cambio, ebbe un altro terreno sulla riva sud, ove costruì il primo stabilimento balneare, diviso, come usava al tempo, tra uomini e donne. Successivamente l’attività di famiglia fu sviluppata e ampliata dal figlio Baldassarre Ceccherini.
L’atto ufficiale della nascita di Marina di Pisa risale al “piano regolatore comunale” del 1872, dove l’Ingegner Corsani progettò l’insediamento come una griglia interrotta da tre piazze e con un lungo litorale.
L’arrivo della linea ferroviaria a vapore Pisa-Marina, inaugurata il 23 giugno 1892, portò un forte incremento allo sviluppo e all’apertura di nuovi ristoranti e pensioni, oltre ad altre attività commerciali.
Grazie al grande fervore industriale degli anni, a cavallo del 1920, sorse, proprio alla foce, anche lo Stabilimento del Cantiere Navale G. Gallinari, trasformatosi in S.A.I. e poi denominato Costruzioni meccaniche Aeronautiche Società Anonima (C.M.A.S.A.), adibito alla costruzione degli idrovolanti del famoso Ingegnere Tedesco Claude Dornier, i primi totalmente metallici costruiti in Italia. Successivamente nel 1930 la fabbrica passò alla Fiat.
Il complesso, abbandonato dopo la seconda Guerra Mondiale, è stato anche il set di alcune scene del famoso Film “Tutti a Casa” (1960) del regista Luigi Comencini con il grande Alberto Sordi. Oggi, al suo posto, c’è un grande cantiere per la realizzazione del nuovo Porto Turistico che prenderà il nome di “Porto di Bocca d’Arno”.
Marina di Pisa
ha ispirato, con i suoi tramonti, anche il grande “Vate” Gabriele D’Annunzio, ed è stata sempre un luogo con un’antica e solida tradizione culinaria. Già nel 1889, oltre a diversi rinomati ristoranti di pesce fresco, c’era un servizio di gite a “Boccadarno” su barconi con a bordo un servizio di buffet, un precursore della “Compagnie des Bateaux Mouches”, creata nel 1949 da Jean Bruel, che percorre la Senna Parigina con le sue barche-ristoranti .
Molte le ricette del territorio, tra cui spiccavano le mitiche “cèe” (ceche: gli avannotti delle anguille) una straordinaria prelibatezza, oggi vietata.
Recentemente mi sono trovato a passare, dopo molto tempo, da Marina di Pisa e ho scoperto un nuovo, interessante e accogliente locale: il Ristorante Giglio Marino.
Il “Pancratium Maritimum” (comunemente conosciuto come Giglio Marino) è una pianta erbacea perenne, sempre più rara, di circa 50 cm., che cresce sulle spiagge e tra le dune delle coste Tirreniche e Ioniche; fiorisce in Luglio e Agosto, il suo fiore è grande, bianco puro e profumato.
Il Ristorante Giglio Marino ha aperto il 20 Giugno 2009 ed è un ambiente fresco, informale e giovanile, come i suoi proprietari Nico Di Mauro in sala e Erika Rovituso in cucina.
Nico è nato nell’entroterra Pisano, a Cascina, nel 1975, non ha trascorsi gastronomici, le sue esperienze si limitano al settore abbigliamento, nel 2007 si fidanza con una bella ragazza di Pontedera (PI), Erika.
Lei lavora in sala, da più di dieci anni, in un importante Bar, molto frequentato, dove si può anche mangiare; l’orario di lavoro è impegnativo, fino a tarda notte. Dopo un anno e mezzo di lunghe attese, tutte le sere, per potersi vedere, decidono che è meglio aprire un loro Locale e stare sempre insieme.
La scelta cade su un Pub a Marina di Pisa, ubicato all’inizio della via commerciale di Marina, sulla destra, provenendo da Pisa. Il posto viene ristrutturato e sistemato secondo le loro esigenze e gusti. I lavori di adeguamento vengono fatti personalmente da loro.
Il Ristorante Giglio Marino è raccolto, dai colori marini tenui, prettamente freschi ed estivi, prevale il bianco e l’azzurro, l’ambiente è molto informale e giovanile. Si entra nella prima stanza, da una porta a vetri, sulla sinistra il lungo bancone Bar e di servizio, a destra quattro tavolini. Attraverso un passaggio si accede all’altro vano, con altri quattro tavolini, qui si affaccia, sulla sinistra la cucina, e in fondo un’altra porta da cui si transita nella simpatica corte esterna che, nella buona stagione, permette di raddoppiare la capienza da 25 a 50 coperti.
L’apparecchiatura è semplice, ordinata e gradevole, il tovagliato è misto lino, i sottopiatti sono in tinta, i tavolini tra loro sono distanziati e comodi.
Il Menu è vario con offerte tradizionali di Mare e Terra.
La Carta dei Vini è ridotta, ma in compenso si possono scegliere Vini Bianchi e Rossi, Bollicine Italiane e Champagne a prezzi contenuti.
Eccoci alla degustazione che è stata accompagnata da una bottiglia di “Serrocielo” 2009, Falanghina D.O.C. Sannio, 13% Vol., dell’Azienda Feudi di San Gregorio, Loc. Sorbo, Serpico (AV). Un vino, prodotto con le uve provenienti dai vigneti più avocati delle colline del Sannio, nel cuore della Campania, dal colore brillante, dai profumi delicati, piacevole e ricco di note floreali.
In tavola, nel cestino del pane, anche delle calde e saporite bruschettine:
- Antipasto di mare (gamberetti in salsa rosa, carpaccio di spada affumicato e pomodorini, farro con pesce spada, insalatina di polpo e patate lesse al prezzemolo);
- Spaghetti vongole veraci e pecorino romano;
- Orata al forno con verdure;
- Crostata alla marmellata di prugne.
Sono stato bene, i titolari di questo Locale sono giovani e appassionati, hanno voglia di migliorare e migliorarsi, sicuramente il loro impegno sarà premiato dalla clientela, è inevitabile per un Ristorante nato per amore.
Ristorante Giglio Marino
Via Maiorca, 35
Marina di Pisa (PI)
Tel. 050 35562
www.gigliomarino.com







giovedì 3 marzo 2011

AL MITICO RISTORANTE LORENZO DI FORTE DEI MARMI (LU), UN PERCORSO ECCEZIONALE TRA RAFFINATEZZA, ELEGANZA E GUSTO.

Forte dei Marmi, in Provincia di Lucca, è un piccolo Comune adagiato sulla costa Tirrenica. Prende il nome dal “Forte dei Marmi”, una costruzione militare di avvistamento e difesa, che tutt’ora si erge possente nel centro Cittadino; fatta edificare nel settecento dal Granduca di Toscana Pietro Leopoldo I di Lorena (1747-1792), per salvaguardare i preziosi marmi che arrivavano dalle retrostanti e vicine Alpi Apuane e venivano imbarcati dal molo che sorgeva in questa località.
In realtà il Forte, finito di costruire nel 1788, era chiamato “Forte Lorenese”, non svolgeva solo le funzioni di nucleo di difesa dalle incursioni dei pirati, ma anche quelle di magazzino dei marmi, prima che fossero imbarcati: diventò presto per tutti il “Forte dei Marmi”.
Attraverso gli anni questa bella Località della Versilia (territorio che prende il nome dall’omonimo Fiume che scorre per 24 Km. nelle Province di Lucca e Massa Carrara) racchiusa tra verdi pinete e il mare, è diventata una delle Località più accoglienti, rinomate ed eleganti nel panorama turistico Italiano e mondiale.
Per gli amanti della Cucina di qualità, a Forte dei Marmi c’è un motivo di grande interesse, un richiamo irresistibile: il Ristorante Lorenzo.
Di questo mitico Locale e del suo straordinario Patron, Lorenzo Viani, potete trovare la storia dettagliata nell’Archivio di questo Blog.
I primi di Febbraio di ogni anno, alla riapertura dopo le ferie, per me è diventato un rito andare a trovare Lorenzo, innanzi tutto per la grande stima, amicizia e affetto che nutro per lui, ma anche per la fantastica sensazione che si riesce a provare stando seduti ad uno dei suoi tavoli.
Dopo le ferie da Lorenzo c’è sempre qualcosa di nuovo, anche nell’arredo, con il grande gusto e amore per l’arte e le cose belle, costante naturale nella Famiglia Viani, dove l’illustre prozio omonimo, Lorenzo Viani, è stato uno delle più fulgide espressioni pittoriche del Novecento Italiano, e un altro prozio, Franco Viani, ha lasciato, nella sua, purtroppo, breve vita, indiscutibili segni della sua innata vena poetica.
Quest’anno, ho trovato, nelle accoglienti salette del Ristorante Lorenzo, i nuovi ed eleganti corpi illuminanti che diffondono una luce soffusa e calda. Anche la pelle intrecciata, delle “storiche” e “preziose” poltroncine, è stata rigenerata e riportata a nuova vita.
Altra novità è il Menu Degustazione Veloce, ricco di ben sei interessanti portate, più la Piccola Pasticceria della Casa, ad un prezzo molto invitante.
L’accoglienza, da parte di tutto il personale di sala, è estremamente professionale, attenta e gentile; con Libero Musetti, l’esperto Sommelier (terza foto sotto), Lorenzo Giannini, Alessio Gigli, Mohamed Benzarrou e Simona Petrucci, siamo in “buone mani”.
Lorenzo
, il grande maestro e “gentleman” della ristorazione mondiale, con il suo grande fascino, assistito dalla bella e brava figlia Chiara, è sempre in grado di offrire agli ospiti il “meglio del meglio”, grazie alla sua straordinaria vasta esperienza e conoscenza gastronomica che fanno della sua spesa un metodo che ha fatto scuola.
Chiara Viani (vedi foto in alto), da quest’anno è, a tempo pieno, nel Ristorante di Famiglia, avendo cessato di seguire la vicina Enoteca. Lei che da piccola non amava il pesce, ma era golosa di dolci, è cresciuta tra tante magnifiche preparazioni, in un ambiente unico, con, a disposizione, una cantina dove si può trovare la migliore produzione vinicola mondiale. Attraverso gli anni si è appassionata all’alta ristorazione, in particolare al mondo del Vino, oggi è diventata un’esperta e qualificata intenditrice con una predilezione per i grandi rossi e gli Champagne.
Si è laureata, all’Università di Pisa, in Economia e Commercio, diventando il punto di riferimento anche per tutta la parte commerciale della sua Azienda, che segue con cura e particolare attenzione.
Ma veniamo alla degustazione di alcuni piatti del nuovo Menu.
Come aperitivo delle bollicine Italiane, MonteRossa Franciacorta Sansevé Satèn Brut, 12,5% Vol., dell’Azienda Agricola MonteRossa di Paola Rovetta, Bornato di Cazzago S. Martino (BS).
Su consiglio di Libero Musetti, i piatti sono stati accompagnati da una buona bottiglia di Riesling 2009 “Castel Ringberg”, D.O.C. Alto Adige/Sudtirol, 13,5% Vol., dell’Azienda Elena Walch di Termeno sulla Strada del Vino (Bolzano), un vino armonico ed equilibrato, dai profumi e i sentori eleganti e persistenti.
In tavola il vassoio con il buon pane fresco assortito della casa:
- Misto mare al vapore con maionese fatta al carrello;
- Scampetto croccante su julienne di zucchine profumate alla menta;
- Calamaro ripieno di pesce bianco su purea di melanzana profumata al basilico;
- Filetti di triglia dorati con pomodorini secchi e olive taggiasche su soffice di polenta;
- Calamarata (formato di pasta corta appartenente alla famiglia dei Pàccheri) con broccoletti e pesce di fondale;
- Coda di rospo in “gremolada” (condimento usato per insaporire, è un trito di prezzemolo e aglio con scorza di limone grattugiata, viene aggiunto al termine della cottura) con timballino di riso basmati (delicata varietà coltivata prevalentemente in India) allo zafferano;
- Tortino tiepido di pere, cioccolato e noci con gelato al fior di latte;
- Piccola pasticceria della Casa.
Il grande Chef Gioacchino Pontrelli (a destra nella prima foto sotto), che dal 1984 è con Lorenzo, non si smentisce mai, le sue preparazioni erano tutte molto ben presentate, cucinate alla perfezione e dai sapori straordinari: BRAVISSIMO.
Ho “rubato” a Lorenzo qualche minuto e tra una chiacchera e l’altra, abbiamo divagato dalle sue vacanze ai preparativi per l’apertura in autunno del nuovo Ristorante di Armani a Milano, terzo Locale che segue personalmente, dopo quelli di New York e Dubai. Alla fine gli ho espresso tutto l’apprezzamento e i miei complimenti per l’ottima degustazione fatta.
Il mitico Ristorante Lorenzo di Forte dei Marmi non è solo un posto super premiato, anche con una “Stella Michelin”, dove si mangia molto bene, ma è uno straordinario luogo dove l’ospite fa un “percorso” eccezionale, tra raffinatezza, eleganza e gusto.
Sono venuto via abbracciando affettuosamente Lorenzo e dando un grosso bacione a Chiara, insieme, visto che era il 10 febbraio giorno del suo compleanno, ai miei più sinceri auguri.
PS. Se volete vedere una esclusiva ed interessantissima Video intervista che Lorenzo mi ha concesso, cliccate sul Link qui sotto:

http://vimeo.com/12804614


Ristorante Lorenzo
Via Carducci, 61
Forte dei Marmi (Lucca)
Tel. 0584 89671
www.ristorantelorenzo.com/it/home/