sabato 19 ottobre 2024

IL “CAVIALE ALBINO” DELLA “ROYAL FOOD CAVIAR”: RARO E DAL GUSTO ASSOLUTAMENTE UNICO.

 


Il Mondo dell’Enogastronomia è immenso e ha un’incredibile infinità di sfaccettature ma anche dei “Pilastri” internazionalmente famosi e apprezzati praticamente ovunque, dei “Prodotti Cult”, spesso molto cari, che godono di una vita di interminabili successi, potrei citare per esempio lo Champagne e anche il Tartufo Bianco Pregiato o il Caviale.

Il “Caviale” è un alimento a dir poco straordinario che si ottiene attraverso l’attenta lavorazione e salatura delle uova di diverse tipologie di pesci denominati “Storioni”.

Lo “Storione” (Acipenser Sturio) è praticamente un “fossile vivente” (anche per il suo aspetto) visto che ha fatto la sua apparizione nel Mesozoico, oltre 200 milioni di anni fa. Nell’antichità il Fiume Tevere ne era ricco e veniva denominato dai Romaniil Lupo del Tevere”. Lo “Storione” è un pesce possente che si presenta con un aspetto “squaliforme”, ha la bocca piccola e protrattile posta ventralmente con 4 barbigli tattili (praticamente dei sensori che servono a individuare il cibo), ha grandi dimensioni (diversi metri, è il più grande pesce d’acqua dolce esistente) e vive per diversi decenni prevalentemente in acqua dolce pulita e fredda, ma esistono anche Storioni che vivono esclusivamente in acqua salmastra. Lo Storione appartiene alla Famiglia delleAcipenseridaeche comprende 26 Specie di pescianadromi” (che per qualche ragione migrano); infatti gli Storioni risalgono i Fiumi per andare a riprodursi. Il nome “Acipenser” in Latino era il termine che indicava proprio lo “Storione”.

La Carne dello Storione è molto pregiata ma la vera delizia sono le sue uova che dopo attenta e particolare lavorazione diventano “Caviale”. Ci vogliono dai 7 ai 25 anni, a seconda delle tipologie, affinché uno Storione riesca a produrre le uova che in natura non hanno un sapore ben definito e pertanto devono essere trattate con il sale per diventare una vera prelibatezza.

Anche se abbiamo tracce antichissime provenienti da fonti Persiane, Egiziane, Greche e Romane sul consumo di uova di Storione, bisogna arrivare nel XII Secolo per avere documentazioni, provenienti da popolazioni Mongole, su questo tipo di consumo.

Il “Malossol” il Caviale leggermente salato come lo conosciamo oggi non è stato possibile realizzarlo fino a che non furono trovati sistemi particolari di stoccaggio e trasporti refrigerati. Soltanto alla fine del XVIII Secolo il Caviale, introdotto inizialmente in Europa dalla Russia grazie al Marinaio e Commerciante Greco Ioannis Varvarkis, divenne un “fenomenoMondiale.

L’eccessivo consumo di Storioni portò presto al calo della produzione Europea mentre in Nord America nella seconda metà del XIX Secolo s’iniziò a produrre Caviale in grande quantità. Se ne produceva talmente tanto che, oltre a essere esportato praticamente ovunque, nei Bar Americani veniva servito del Caviale per promuovere le bevande come oggi facciamo con le “noccioline”. Fino al 1875 il Caviale veniva confezionato in barili di legno da 55 Kg, da allora in poi vennero adottate delle latte metalliche da pochi chili; tali contenitori permettevano attraverso la pastorizzazione di allungare notevolmente la vita del prodotto. Successivamente nei primi anni del 1900 vennero adottati sistemi di confezionamento sotto vuoto, non solo in vetro, dal peso di 30 o 60 grammi.

Nel 1915 anche in America la produzione entrò in crisi per il troppo consumo e la pesca degli Storioni, sia da diporto che commerciale, fu vietata fino agli anni 50. Dopo l’America il Mar Caspio Russo divenne l’area di produzione principale del Caviale. Superata la metà del 1900 nell’area iniziarono anche i primi esperimenti di riproduzione artificiale degli Storioni ma anche qui la produzione esagerata mise in crisi il sistema.

A causa della penuria di Storioni selvatici a livello Mondiale nel 1998 la Convenzione di Washington sul Commercio Internazionale delle Specie di Fauna e Flora Minacciate di Estinzione (C.I.T.E.S.) decise d’inserire tutte le specie di Storione all’interno dell’Appendice Seconda della Convenzione. Tale fatto ha portato al divieto di commercializzazione su tutti i Mercati Internazionali dello Storione Selvatico e dei prodotti da esso derivati. Oltre a ciò, la Convenzione, ha anche imposto l’obbligo di marcare la produzione proveniente dagli allevamenti con una “Speciale Etichetta Cites” dove in un codice (di lettere e numeri) vengono riassunti: la Specie dello storione, il Codice sull’origine del prodotto, il Codice “Iso” del Paese di origine, l’Anno di produzione nel caso di confezionamento diretto, il Codice dell’eventuale Azienda confezionatrice, il Codice identificativo del lotto di produzione o del permesso “Cites” di esportazione.

Oggi il Mercato Mondiale degli Storioni e del Caviale è sostenuto quasi esclusivamente dagli allevamenti. Il più grande produttore in assoluto è la Cina ma la produzione si è sviluppata molto anche in Russia, in Francia, in Iran e in Italia. La nostra bella Italia oggi è la principale produttrice Europea di Caviale con circa 60 Tonnellate annue ed è anche la seconda nel Mondo. Le Zone di maggiore concentrazione dei nostri allevamenti di Storioni si trovano in particolari Territori delle Province di Brescia, Pavia, Cremona e Venezia.

Due delle Aziende Italiane che producono e commercializzano  un caviale considerato nel Mondo di assoluta eccellenza, di estremo lusso e straordinario pregio sono la Acipenser (che produce) e la Royal Food Caviar (che commercializza) di proprietà di Carlo Dalla Rosa e sua moglie Nancy D’Aiuto.

Due anime complementari quella di Carlo Dalla Rosa e Nancy D’Aiuto, che nel tempo, unendo la passione e la voglia di mettersi in gioco, hanno dato vita alle loro Aziende. Carlo, Dottore di ricerca in Scienze della Produzione Animale e specializzato in Itticoltura, ha iniziato a lavorare come dirigente di un allevamento di trote e grazie a questa esperienza, con una visione proiettata al futuro, ha maturato l’idea di dedicarsi a un ambizioso progetto, ovvero allevare gli storioni.

Dai primi anni ’90 e nel giro di pochi anni, il sogno di Carlo si è realizzato, consolidato e ha iniziato a dare i primi frutti attraverso la realizzazione (trasformando una ex troticoltura risalente agli anni Sessanta) su una superficie di oltre 10 ettari in Provincia di Brescia a Calvisano, di un impianto lungo 1 Km con 80 vasche esterne e 75 coperte. Carlo Dalla Rosa è diventato uno dei massimi esperti di storionicoltura, non solo in Italia, e segue con rigore e grande passione tutto il processo produttivo ponendo sempre grande attenzione all’ambiente in cui vivono gli storioni.

La Ditta Acipenser” da trent’anni alleva gli storioni a ciclo completo, rispettando altissimi standard qualitativi, con la massima attenzione al ricambio idrico dell’acqua e ai mangimi, costituiti da materie prime selezionate. Il rispetto del benessere degli storioni e la sostenibilità ambientale sono due valori fondanti dell’Azienda e si rispecchiano in determinate scelte tecniche, che operano nel rispetto di precise norme e certificazioni tra cui l’importante Marchio InternazionaleFriend of The Sea”.

All’interno dell’allevamento gli storioni nuotano in vasconi alimentati da abbondante acqua sorgiva e ossigenata (2.000 litri/secondo a ciclo aperto) che entra in impianto senza utilizzo di fonti energetiche (interna ed esterna), perennemente monitorata e ricambiata più volte al giorno, per garantire una totale assenza di spiacevoli retrogusti nel prelibato caviale. Il benessere dello storione determina la qualità del caviale. Le ridotte densità di allevamento, la verifica dell’esatto stadio di maturazione delle uova, l’uso di mangimi “OGM free”, di altissima qualità e ricchi di farine di pesce, e infine i rigorosi controlli igienico sanitari, rendono l’allevamento un vero fiore all’occhiello nel Territorio Nazionale. Tutto il sistema è inoltre a ciclo completo: ciò consente la tracciabilità e una facile identificazione del lotto di produzione, oltre alla garanzia che le quantità estratte siano omogenee e appartengano a una specifica femmina.

Negli ultimi anni notevoli energie e risorse sono state dedicate alla delicata fase di crescita degli storioni infatti è nell’avannotteria che tutto ha inizio. Qui in un primo settore, dove tutte le variabili ambientali, e non, sono mantenute strettamente sotto controllo 24 ore al giorno, avviene la fecondazione delle uova a cui segue la schiusa di piccole larve con un sacco vitellino che le alimenta nei primi giorni. Successivamente si passa alla somministrazione di un minuscolo crostaceo vivo (Artemia Salina) per poi alimentare gli avannotti (i piccoli storioni) con una finissima farina contenente tutti i nutrienti necessari.

Dopo aver sostato in questo settore per circa 2 mesi, i piccoli storioni vengono trasferiti manualmente al secondo settore dove alloggeranno per circa 4 mesi in 75 vasche da 7 mq di superficie, alimentate con acqua di pozzo ed equipaggiate di mangiatoie automatiche. In questa fase viene posta particolare attenzione al benessere del pesce, alla densità, all’alimentazione che non deve creare forzature ma deve donare vigore ai piccoli storioni che saranno “compagni di viaggio” per 10/25 anni. Raggiunta la taglia di circa 80/100 gr, dopo circa 6 mesi dalla nascita, gli storioncini vengono trasferiti manualmente nelle grandi vasche esterne di allevamento.

Da novembre ad aprile gli storioni all’ultimo stadio di maturazione delle uova vengono trasferiti al laboratorio specializzato dove viene eseguita una lavorazione rigorosamente artigianale mediante l’estrazione, la salagione (che in assenza di contaminazioni consente di utilizzare una quantità di sale intorno al 3% sul peso del prodotto con la tecnica “Malossolche in Russo significapoco sale”) e il primo confezionamento. La garanzia di un buon caviale dipende dall’uovo estratto, che deve essere non ancora maturo e in grado di resistere alla pressione osmotica del sale. Dopo una stabulazione in cella frigorifera per circa due mesi, nelle latte originali, il caviale raggiunge la sua ottimale maturazione concentra il suo sapore ed esalta le caratteristiche intrinseche dei diversi tipi di storione: è pronto per essere degustato al meglio.

Il controllo maniacale dell’intera filiera e il metodo di lavoro basato sull’esperienza e sulla saggezza degli esperti Aziendali consentono all’Acipenser di garantire sempre una freschezza naturale al 100%, preservando inoltre le caratteristiche e il sapore del caviale selvatico. L’Azienda Acipenser è un’autentica eccellenza Italiana che brilla tra i maggiori Produttori di Caviale del Mondo.

Carlo Dalla Rosa è membro sostenitore della World Sturgeon Conservation Society (W.S.C.S.)   l’Associazione Internazionale che ha come primo obiettivo quello di promuovere la conservazione, la salvaguardia e la reintroduzione in natura degli Storioni. Grazie alla continua ricerca, lo studio, il confronto con le Aziende, il coordinamento e l’organizzazione di simposi mondiali, la “W.S.C.S.” rappresenta un importante e fondamentale anello di congiunzione con chi lavora gli Storioni.

Conquistata dalla passione del marito Carlo Dalla Rosa, nel 2011, Nancy D’Aiuto fondata la Royal Foodha iniziato a commercializzare in Italia il loro pregiato caviale sia nel settore della ristorazione sia ai privati. Un’attività inizialmente nata per un numero ristretto di clienti ma che negli anni ha allargato il suo raggio d’azione, facendosi conoscere e apprezzare sempre di più a livello non solo nazionale. La “Royal Foodcon i suoi prodotti di altissima qualità 100%Made in Italy” è la ragione e la forza per cui Nancy D’Aiuto si impegna quotidianamente, con passione, determinazione e fascino, a spiegare e far capire la straordinaria qualità del caviale proposto, nonché dimostrare l’impegno improntato su 30 anni di esperienza, serietà, correttezza e precisione nel servizio.

La Royal Food Caviar”, in vista dell’arrivo della stagione fredda e delle festività natalizie 2024, presenta una vera e propria gustosissima e pregiata rarità: il Caviale Albino”. 

Il “Caviale Albino” (detto anche il “Caviale d’Oro”) si ottiene dallo storioneAcipenser ruthenus” (chiamato anche “Storione Sterleto”) nella sua eccezionale variante albina, un pesce di piccole dimensioni che raggiunge la maturità più precocemente rispetto alle altre specie, questo caviale si contraddistingue per la tipologia delle uova che sono più piccole e dalla texture vellutata con un colore dorato. Il “Caviale Albino” si differenzia anche per il gusto grazie a delle note piacevolmente burrose, erbacee e speziate: piccole perle semplicemente magnifiche in grado di ammaliare i più sofisticati cultori del gusto. Il “Caviale Albino” viene venduto in formati da 30 e 50 grammi (i formati da 500g e 1Kg, per lo più riservati alla ristorazione, sono confezioni in latta “viva” in cui il prodotto matura) ed è consigliato degustarlo, mantenendo la giusta temperatura affinché il caviale possa esprimere al meglio le sue potenzialità, su del pan brioche o in abbinamento a delle meringhe salate.

Posso solo ribadire che il favolosoCaviale AlbinodellaRoyal Food Caviarè molto raro e dal gusto assolutamente unico.

https://royalfoodcaviar.com/

https://www.acipensersrl.it/

https://www.youtube.com/watch?v=NXuRKRakCvQ


"Acipenser" a Calvisano in Provincia di Brescia (Foto RFC)

"Storioni" (Foto Royal Food Caviar)

"Royal Food Caviar": Straordinario Caviale Italiano (Foto RFC)

"Royal Food Caviar": Il Prezioso Caviale Albino (Foto RFC)

Il "Caviale Albino": Raro e Assolutamente Gustoso (Foto RFC)

Nancy D’Aiuto e Carlo Dalla Rosa (Foto RFC)

domenica 13 ottobre 2024

NELLA FANTASTICA ATMOSFERA DEL MITICO “FOUR SEASONS HOTEL FIRENZE” IL NUOVO RISTORANTE “ONDE” HA IL GUSTO DEL MARE.




In Toscana nella “favolosaCittà di Firenze tra l’infinità di magnifici monumenti ed edifici storici c’è, al numero Civico 99 di Borgo Pinti, il Palazzo della Gherardesca oggi sede di uno degli alberghi più prestigiosi al Mondo, il “Four Seasons Hotel Firenze” (5 Stelle).

La “Four Seasons Hotels & Resorts” è una Società Canadese, fondata nel 1960 da Isadore Sharp (classe 1931), titolare di una Catena con più di 130 Alberghi/Resort super accoglienti ubicati in posti bellissimi e sparsi in più di 40 Paesi del Mondo. In Italia, per ora, ci sono tre strutture di questa Catena: quella di Firenze, a Milano e l’altra a Taormina (Messina).

Il complesso del Palazzo della Gherardesca, rientrante nel patrimonio artistico nazionale, è composto da due grandi Edifici, il “Palazzo della Gherardesca” e il “Palazzo del Nero” (negli anni definito anche “Conventino” e “Villa”). Il Primo è stato edificato tra il 1472 e il 1480, su progetto di Giuliano Giamberti da Sangallo (1445 - 1516) Architetto, Ingegnere e Scultore Fiorentino. Il Secondo risale al XVI Secolo. I due Edifici Rinascimentali sono divisi dal fantastico Parco Botanico privato, il più grande di Firenze, 4,5 ettari, denominato il “Giardino della Gherardesca” (già Giardino Pinti).

Il Palazzo della Gherardesca è uno dei più importanti esempi di quello stile abitativo denominato “Casini di delizie”, grandi e accoglienti case di città che in realtà sono bellissime Ville immerse nei colori dei loro parchi e giardini. Tutta la struttura, d’incredibile bellezza, si eleva intorno al grande cortile a forma quadra, studiato per sfruttare al massimo la luce naturale, con arcate a tutto sesto su pilastri quadrati, all’interno dei quali corre il loggiato con le volte a botte. Il tutto arricchito e decorato con una fine, preziosa serie di pitture e di bassorilievi.

Dal 1940 al 1942 il Palazzo è stato risistemato e il cortile, per meglio preservarlo dalle aggressioni atmosferiche, è stato coperto con un lucernario; tutto il lavoro è stato progettato e seguito dall’Architetto Riminese Piero Sanpaolesi (1904 - 1980) e dall’Architetto Montecatinese Raffaello Brizzi (1883 - 1946).

Il complesso (due Palazzi e il Parco) dopo essere stato rilevato dalla Four Seasons Hotels & Resorts” nel 2001, è stato in sette anni meticolosamente restaurato, sotto il controllo della Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e della Soprintendenza delle Belle Arti. In questo periodo è avvenuto anche l’accurato recupero dell’infinità di opere d’arte in esso contenute. Dal 15 Giugno del 2008 tutto il Complesso del Palazzo della Gherardescaè una delleperledella Catena Alberghiera dellaFour Seasons Hotels & Resorts”.

Il “Four Seasons Hotel Firenze” ha 115 straordinarie camere e suite, altre 36, appena ristrutturate sono al “Palazzo del Nero”. Tutte sono diverse l’una dall’altra e ognuna ricca di dettagli unici (affreschi, fregi, bassorilievi, lucernari, soffitti istoriati, camini monumentali e molto altro). Poi c’è la grande piscina, il fitness centre, la libreria e la sala di lettura, i lussuosi negozi, oltre a moltissimi altri servizi con i più alti standard di ospitalità.

Un tale complesso quello del “Four Seasons Hotel Firenze” che per la sua attività richiede alcune centinaia di dipendenti e di un grande ed espertissimo Responsabile: dal Mese di Luglio 2019 il Direttore Generale è Massimiliano Musto.

Massimiliano (per gli Amici Max) è nato a Napoli il 23 Maggio del 1969. La sua Carriera nel magico Mondo dell’ospitalità è iniziata più di 30 anni fa quando da giovanissimo si è trasferito in Scozia per imparare l’inglese e la professione. Successivamente si è Laureato alla University of West London in “International Hotel Management”. Operando e viaggiando in molti Paesi del Mondo ha accumulato moltissima esperienza che si abbina perfettamente a gentilezza e simpatia.

Al “Four Seasons Hotel Firenze” una particolarissima attenzione e cura viene dedicata anche all’Enogastronomia di qualità con una predilezione per i prodotti e le ricette del Territorio.

I Ristoranti sono: “Al Fresco”, la Trattoria aperta nella bella stagione a bordo piscina, il lussuoso e accogliente spazio denominato “Atrium Bar”, il fiore all’occhiello della struttura “Il Palagio” e i due nuovissimi Locali, il RistoranteOnde” e il “Bar Berni”.

Il Palagio”, dal 2012Una Stella Michelin” (sempre riconfermata) è il Ristorante principale del “Four Seasons Hotel Firenze”, ubicato nelle ex scuderie del Palazzo oggi trasformate in una lussuosa e “suggestiva” sala dalle grandi colonne e il soffitto a volta. Una dozzina di comodi tavoli riccamente imbanditi per circa 55 coperti, nella bella stagione si cena all’aperto in giardino.

L’Executive Chef delFour Seasons Hotel Firenzeè il bravissimo Paolo Lavezzini.

Paolo Lavezzini è nato, il 22 Dicembre del 1978, in Emilia Romagna nella storica e accogliente Città di Fidenza in Provincia di Parma. Crescere in una Regione dove la gastronomia è un’eccellenza mondiale e dove le “nonne” cucinano divinamente non poteva certo non segnarli la vita: ecco che per Paolo le grandi passioni all’apice delle sue aspirazioni erano la “cucina” e anche il “calcio”. La passione per il calcio era “cromosomica” in quanto suo Padre era “Allenatore di Calcio Professionista” (Rino Lavezzini, classe 1952, è stato anche il tecnico della Squadra del Fidenza) ma Paolo ha resistito alla spinte paterne verso la carriera calcistica e alla fine ha convinto anche suo Padre e, visto il trasferimento in quel periodo della sua Famiglia a Marina di Carrara (MS) (il Padre allenava al tempo la Carrarese), si è iscritto a una prestigiosa Scuola come l’Istituto Professionale Alberghiero di StatoG. Minuto”, dove nel 1997 si è diplomato.

Le sue prime esperienze sono del tutto straordinarie: all’HotelByron” (5 Stelle Lusso) a Forte dei Marmi (LU) e alla mitica “Locanda dell’Angelo” di Ameglia (SP), aperta nel 1974 da Angelo Paracucchi uno dei più grandi innovatori della Cucina Italiana, un vero mito. Proprio Paracucchi riconoscendo in Paolo Lavezzini grandi capacità lo volle inviare in Francia, a Parigi, in un altro suo magnifico RistoranteIl Carpaccio”, aperto nel 1984 e tutt’ora in attività con diversa gestione, all’interno dell’HotelLe Royal Monceau - Raffles Paris” (5 Stelle).

Paolo, rientrato in Italia nel 1998, ha iniziato a lavorare alla leggendaria “Enoteca Pinchiorri” (Tre Stelle Michelin) di Firenze, fianco a fianco con lo Chef Riccardo Monco, nel Gennaio 2003 è tornato a Parigi per un’altra magica esperienza con Alain Ducasse all’ “Hôtel Plaza Athénée” e nel 2005 al RistoranteAkelarre” (Tre Stelle Michelin) del grande Pedro Subijana Reza a Igeldo (Donostia-San Sebastián) nella Comunità Autonoma dei Paesi Baschi in Spagna. Sempre nel 2005 è volato negli Stati Uniti a New York e nel 2006 è rientrato a Firenze all’“Enoteca Pinchiorri”.

Nel 2009 ha aperto un suo LocaleLe Terrazze del Conte” a Marina di Carrara e poi dal 2010 al 2012 è stato alla guida del RistoranteLa Terrazza” all’Hotel Plaza e de Russie” (5 Stelle) di Viareggio (LU). Alla fine dell’Estate 2012 Paolo Lavezzini ha deciso che era venuto il momento di allargare ancor di più le sue conoscenze gastronomiche Internazionali ed è volato in Sud America, più precisamente in Brasile, dove si è letteralmente innamorato di quel mondo e di quella cultura estremamente vivace e piena di gioia di vivere. Per sei anni è stato Executive Chef all’HotelFasano Rio de Janeiro” (5 Stelle). Il 15 Ottobre 2018 venne inaugurato, nella Città più popolosa del Brasile San Paolo, il “Four Seasons Hotel São Paulo a Nações Unidas” (non più gestito direttamente dalla “Four Seasons” dal Dicembre 2020) e Paolo Lavezzini divenne l’Executive Chef del RistoranteNeto” (“Nipote” in Portoghese) all’interno dell’Hotel riscuotendo da subito moltissimo successo.

Nel 2021 prima di arrivare al “Four Seasons Hotel Firenze Paolo ha trascorso alcuni mesi al RistoranteBistrot” (Una Stella Michelin) di Forte dei Marmi (LU) con l’amico Chef Andrea Mattei con cui ha condiviso le esperienze da “Pinchiorri” e da “Ducasse”.

Come Executive Chef del “Four Seasons Hotel Firenze Paolo Lavezzini ha seguito e inaugurato Giovedì 3 Ottobre 2024 anche i due nuovi Locali ubicati all’interno di Palazzo Del Nero”: il RistoranteOndee ilBar Berni”.    

Palazzo Del Nero”, come già accennato è un Edificio risalente al XVI Secolo, è stato per oltre 200 anni dimora della Famiglia Del Nero, una Famiglia di origine Genovese trasferitasi a Firenze nel XIV Secolo. Successivamente è diventato patrimonio del Casato dei Ruspoli, altra Famiglia Fiorentina molto antica e Nobile che ha dato i natali a Principi, Duchi, Marchesi, Conti e anche a un Cardinale. Nel XX SecoloPalazzo Del Nero” e stato trasformato nella Sede di un Convento dell’Ordine Religioso delle “Serve di Maria Riparatrice”.

Dopo circa 12 Mesi di importanti LavoriPalazzo Del Neroci appare perfettamente ristrutturato e rimodernato sotto la guida dell’Architetto Pierre-Yves Rochon (Classe 1946) famoso Designer d'Interni Francese. Ha 36 bellissime Camere e Suite (una in meno di prima per fare spazio al nuovo Bar) che preservano il fascino senza tempo e l'eredità storica dell'Edificio, introducendo suggestivi elementi innovativi: le tonalità principali danzano tra l’oro, il verde e il rosso, celebrando l’Epoca Rinascimentale, insieme alla carta da parati con vedute dell’Arno e della Campagna Toscana. A ciò si aggiunge la reception, concierge e salone per eventi (la “Sala Conventino”) ricavato all’interno di una Chiesa sconsacrata di inizio Novecento, il tutto con “ingresso principale” da Via Capponi anziché da Borgo Pinti.

Il nuovo RistoranteOnde” ha un’atmosfera molto accogliente in cui gli ospiti si possono rilassare all’interno delle belle sale gustando i sapori più sinceri e più freschi del Mar Mediterraneo. La sera poi non manca l’animazione da “Dj Set”.

Anche al RistoranteOnde” (nomen omen = il nome è un presagio) la straordinaria Cucina di Mare dello Chef Paolo Lavezzini è sincera espressione della sua grande preparazione, della straordinaria e ricercata qualità delle materie prime e dal grande amore che ha per il mare: infatti a conferma di ciò ha voluto vivere con la sua Famiglia, la Moglie Eleonora Nicodemi e la bellissima Figlia Laura, proprio vicino al mare nella splendida Versilia.

Il nuovo RistoranteOnde” del “Four Seasons Hotel Firenze”, un progetto che vuole essere una gustosissima e accoglientissima “Osteria Contemporanea”, è nato grazie anche al supporto dell’’Executive Pastry Chef Mariano Dileo, del Sous Chef Giacomo Cavicchi, del Restaurant Manager Roberto Pennacchiotti, del Food & Beverage Director Alessio Anedda e quello "fondamentale" del Direttore Generale Massimiliano Musto

Sincere e chiare le parole dell’Executive Chef Paolo Lavezzini: “Onde è un sogno iniziato nel modo più semplice, con una chiacchiera tra colleghi ormai tre anni fa. C’è una parte di Firenze che inesorabilmente tende al mare. Non è qui, eppure lo sentiamo, il richiamo è costante, fa quasi parte dell’identità fiorentina. È da questa sensazione che prende forma il ristorante. Un’osteria contemporanea con i più veri sapori del mare, quello nostro ma anche di altrove. Qui vogliamo che gli ospiti si sentano come a casa, liberi di parlare con la brigata dalla cucina a vista. Vorremmo dare alla città qualcosa di inaspettato, e che possa essere il regalo più bello”…

Il Menu del nuovo RistoranteOnde” è pensato per essere per lo più condiviso, con piatti che spaziano dal pesce crudo alla paranza fritta, dalle immancabili ostriche e champagne al tradizionale spaghetto alle arselle, oltre ad altri classici intramontabili rubati alla “Cultura Culinaria Anni‘80”. Ogni piatto si abbina ai migliori champagne e vini bianchi, ma la Carta dei Vini si espande con selezioni inaspettate e anche contaminazioni dal vicino Bar Berni.

Anche il “Bar Berni”, che prende in nome dal diminutivo di “Bernardo Del Nero” il fondatore dell’antico lignaggio dei “padroni di casa”, è molto accogliente essendo il nuovo “All Day Dining e Vermouth Bar” (decine le Etichette di Vermouth tra cui scegliere) del “Four Seasons Hotel Firenze”. Qui gli ospiti possono rilassarsi tra le natura verdeggiante interna ed esterna, godendo anche della splendida vista sul Giardino della Gherardesca. Il Bar Manager Antonello Palermo e il suo team hanno creato una selezione di cocktail interamente a base di vermouth, dedicati alle sette isole dell’Arcipelago Toscano e alle loro erbe spontanee, perfetti da scoprire anche in un eventuale abbinamento al Menu di Onde.

Nella fantastica atmosfera del miticoFour Seasons Hotel Firenzepotrete godervi ilgusto del mareal nuovo RistoranteOndee anche deliziarvi con molto altro.

https://www.fourseasons.com/it/florence/

https://www.youtube.com/watch?v=XJIjBtfXHXg


Ristorante "Onde": La Sala Blu (Foto  Hospitality Builders)

Ristorante Onde: La Sala Rossa (Foto Hospitality Builders)

 Paolo Lavezzini e Giorgio Dracopulos

"Crudo di Mare" (Foto Alberto Blasetti)

 "Aragosta con Caviale" (Foto Alberto Blasetti)

 "Branzino" (Foto Alberto Blasetti)

 "Aragosta alla Catalana" (Foto Alberto Blasetti)

Ristorante "Onde": Solo Delizie (Foto Hospitality Builders)

Nuovo Ristorante "Onde": Il Team (Foto FSHF)


sabato 5 ottobre 2024

“DAZERO” HA APERTO UN NUOVO LOCALE A MILANO: OTTIMA PIZZA DEL CILENTO E ALTRE DELIZIE.



 La “Pizza” non è semplicemente un alimento ma è una vera e propria magia: attraverso un rito manuale lavorando dell’acqua e della farina si realizza un simbolo d’Italianità conosciuto in tutto il Mondo. La “Pizza” oggi è sì un successo planetario che viene arricchito anche con vari ingredienti, ma quando è nata era una preparazione “molto povera” e ha una Storia molto interessante.

L’impasto con cui si produce il pane o altre forme di lievitati è uno dei cibi più antichi dell’umanità. Attraverso i millenni al pane, e agli altri derivati, sono stati aggiunti diversi ingredienti per conferirgli diversi e particolari sapori. Alcuni Archeologi Italiani e Francesi hanno trovato in Sardegna tracce di un tipo di pane risalente a circa 3000 anni fa. Da tale ritrovamento si evince che le popolazioni locali avevano già la conoscenza dell’uso del “lievito”. Ovviamente anche in tutte le altre parti del Mondo, dove si sono sviluppate Civiltà Antiche, sono stati ritrovati resti che indicano le loro capacità di realizzare specifiche preparazioni simili al pane.

La “Pizza” come la conosciamo noi è assolutamente un’invenzione Italiana, anzi, più precisamente, è frutto di quella straordinaria e particolare capacità inventiva che può nascere solo nella magnifica Città di Napoli. Sulla sua origine però, prima del XVII Secolo, non abbiamo notizie certe.

Circa nella prima metà del 1700 il “Re degli ortaggi” il Pomodoro venne adottato per arricchire la “Pizza” fino allora bianca. Il Pomodoro (Solanum Lycopersicum), importato dalle Americhe in Europa nel 1540 dal navigatore e condottiero Spagnolo Hernan Cortés Monroy Pizarro Altamirano (1485 - 1547), fino a pochi anni prima era stato considerato velenoso e pertanto usato solo come pianta ornamentale.

Certa è la data di nascita, a Napoli, di quella che è considerata la prima e più antica Pizzeria del Mondo. Infatti nel 1738 aprì i battenti, nel centro della Città, un Panificio denominato “Port’Alba”. Il Forno produceva pizze e altro solo per la vendita ambulante, in forni a legna rivestiti internamente con pietra lavica del Vesuvio, anche con un particolarissimo metodo a credito denominato “Pizza a Otto” che permetteva agli acquirenti, i più poveri, di ritardare il pagamento fino a otto giorni dal consumo. Solo nel 1830, dopo decenni in cui la sua produzione aveva raggiunto la fama non solo a Napoli, “Port’Alba” si trasformò in una vera e propria Pizzeria con i tavoli e il servizio diretto al pubblico.

Nei decenni successivi la “Pizzasi è diffusa in Italia e nel Mondo diventando una forma di cibo comunitario simbolo della condivisione con un linguaggio potente, universale e senza età.  

Ma non tutte le Pizze sono uguali e non tutte sono prodotte nel modo giusto con prodotti di alta qualità. A conferma del “vero metodo di produzione” di questo straordinario manufatto alimentare, il 7 Dicembre 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha riconosciuto “l’Arte del Pizzaiuolo Napoletano” come “Bene Immateriale dell’Unesco e Patrimonio Culturale dell’Umanità”. A Napoli il “Pizzaiolo” si chiama “Pizzaiuolo” come si evince anche dalla Loro Associazione Pizzaiuoli Napoletani (A.N.P.).

Oggi la “Pizza” fatta con particolare attenzione alla qualità delle farine, con l’uso del “Lievito Madre” (l’unico che può dare all’impasto morbidezza e perfetta consistenza), con l’utilizzo di ingredienti di altissimo livello di provenienza Locale o a filiera corta, meglio se biologici, guarnita con ricchezza e fantasia, è denominata “Pizza Gourmet”. Questa tipologia di “Pizza”, che mira soprattutto alla digeribilità e al gusto, deve essere “obbligatoriamenteservita tagliandola a spicchi.

Recentemente la conosciutissima Catena di PizzerieDaZeroha aperto a Milano, in Piazza Guglielmo Oberdan 12, un nuovo Locale.

Milano è il Capoluogo della Regione Lombardia, oggi anche Città Metropolitana, oltre a essere una delle aree più popolose d’Europa rientrando infatti tra le 20 Città Europee più grandi. Milano è il principale centro economico, industriale, finanziario Italiano oltre a essere ai vertici dell’editoria e anche del circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del mitico “Teatro alla Scala” con la sua lunga tradizione operistica. Milano è tra i principali Poli Fieristici Europei ed è considerata una delle Capitali Mondiali della Moda. Con così tanti pregi Milano è una delle mete del Turismo Internazionale, figura tra le 40 Città più visitate al Mondo attestandosi seconda in Italia dopo Roma e quinta nell'Unione Europea.

Piazza Oberdanè una delle più importanti Piazze Milanesi, ubicata a nord-est del Centro Città ospita al centro una delle sei antiche Porte di Milano: Porta Venezia.

Porta Venezia” (già “Porta Orientale” fino al 1860, “Porta Riconoscenza” in Epoca Napoleonica, e in Milanese anche “Porta Renza”) è stata ricavata lungo i non più esistenti “Bastioni Spagnoli”, oggi è caratterizzata dalla presenza dei “Caselli Neoclassici” di ordine dorico realizzati dall'Architetto Rodolfo Vantini (1792 - 1856).

In “Piazza Oberdan”, tra l’altro, ci sono “Due Colonne”, la cui storia è piuttosto sconosciuta. Non si tratta di resti di un’antichissima struttura, come potrebbe sembrare, in realtà una è un “camino” edificato per esigenze estetiche nel 1925 quando sotto la Piazza fu costruito l’Albergo Diurno Venezia, antesignano delle moderne terme con la necessità di far fuoriuscire i vapori dell’aria calda, e l’altra fu costruita per pure ragioni estetiche. L’Albergo Diurno dal 1955 è di proprietà del Comune di Milano e da qualche anno è stato ristrutturato per essere visitato sotto la gestione del “Fondo per l'Ambiente Italiano” (FAI).

Porta Venezia” dà anche il nome al vivace Quartiere Milanese che ha tutto il meglio che la Città possa offrire: oltre a essere una delle zone in cui vedere alcuni dei più bei palazzi, anche veri gioielli dell’Architettura Liberty, ci sono parchi, bar alla moda, ristoranti di ogni tipo con specialità di tutto il mondo, pizzerie, negozi per lo shopping anche lussuosi, musei, istituzioni culturali, il planetario e tantissimo altro come la grande “Basilica di Santa Maria della Passione”.

L’Apertura del nuovo LocaleDaZero” in Piazza Oeberdan a Milano, il terzo in Città dopo quello di Via Bernardino Luini 9 (2017) e quello di Via dell’Orso 4 (2019), dà ancora più lustro al BrandDaZero”.

Il MarchioDaZeronato a Vallo della Lucania in Provincia di Salerno proprio nel 2024 ha festeggiato i suoi primi 10 anni di attività in cui ha vissuto un’espansione costante.

Vallo della Lucania” (fino al 1863 solo “Vallo”) è un piccolo (circa 8.000 Abitanti) e antichissimo Comune nella Regione Campania, è Sede Vescovile e Sede anche delParco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni”, un Parco istituito nel 1991 che oggi protegge una superfice di 181.048 Ettari corrispondenti alla parte meridionale della Provincia di Salerno. “Vallo della Lucania” si trova al centro del Territorio Cilentano, in una bellissima Valle circondata da Colline che digradano verso il Mar Tirreno distante solo 13 chilometri.

Il “Cilento” è un Massiccio Montuoso dell'Appennino Lucano, un'Area Storico Territoriale (ricca oltre delle bellezze naturali anche di castelli, fortezze, torri, cinte murarie e siti archeologici) estremamente suggestiva della Provincia di Salerno, nella Campania meridionale, i suoi Confini sono delimitati dalla Piana del Sele a Nord, dai Monti Alburni e il Vallo di Diano a Est e dalla Regione Basilicata a Sud, oltre a una Costiera, alta e frastagliata, di circa 130 chilometri.

Il Cilento da millenni ha ispirato poeti e cantori: molti dei miti Greci e Romani sono stati ambientati non solo sulle sue coste. Il mito più famoso è quello dell'Isola delle Sirene citata nell'Odissea e nell'Eneide le mitiche opere di Omero. Tracce, ricordi, monumenti, culture, sentieri legati a questa ricca storia sono salvaguardati grazie al “Parco Nazionale del Cilento”. Dal giugno 1997 il “Cilento”, grazie alle sue incredibili e positive peculiarità è stato inserito nella rete delle “Riserve della Biosfera” del "Man and Biosphere" (MAB) e dal 1998 nel “Patrimonio Mondiale dell'Umanità” dell’UNESCO.

Il “Cilento” è importantissimo anche dal punto di vista Culinario e Agroalimentare visto che, nel Novembre 2010, insieme alla Città Marocchina diChefchaouen”, a quella Spagnola di Soria” e a quella Greca diKorone” (oggi “Phlos-Nestoras”) è stato inserito, sempre dall’UNESCO, come “Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità neiLuoghi della Dieta Mediterranea”.  

Il progettoDaZero” ha visto un’espansione costante negli anni, dopo le prime due aperture Milanesi, nel 2019 ha inaugurato anche un Locale in Via San Domenico 33 a Torino, nel 2020 è approdato a Firenze sul Lungarno Ferrucci 9/Rosso e nel 2022 sono seguite le aperture di Bologna in Via Malcontenti 3 e dellaseconda sedeTorinese in Via Urbano Rattazzi 3 nei pressi di Porta Nuova. Nei dieci anni di attività il marchio “DaZero” si è distinto per l’ottima qualità e l’autenticità della sua offerta enogastronomica, ottenendo l’inserimento nelle più importanti Guide del settore (L’Espresso, Gambero Rosso, Slow Food), ottenendo anche l’ingresso nella selezionatissima e prestigiosa classifica50 Top Pizza”.

Nel 2023DaZero” è entrato a far parte del “Gruppo Food Finance” con Sede a Zurigo, guidato dall’imprenditore Italo-Svizzero Marco Zoppi, di cui fa parte anche il brand di boulangerieÉgalité”, altra consolidata realtà del settore “foodMilanese. La nuova apertura diDaZeroa Porta Venezia a Milano rappresenta il primo passo di un importante piano di sviluppo, portato avanti dalla nuova proprietà, che si pone come obiettivo per il 2025 l’apertura di altre due Sedi in nuove Città Italiane.

L’apertura del nuovo Locale in Piazza Oberdan a Milano segna l’inizio di un nuovo corso perDaZero” grazie alla sua nuova immagine (firmata dall'Agenzia 150UP) che sarà progressivamente estesa a tutti i Locali del Brand. La nuova Pizzeria e si sviluppa su 155 mq. per un totale di 45 coperti, a cui si aggiungono i 40 coperti esterni nell’apposito spazio attrezzato. All’interno il protagonista assoluto è il “grande forno a legna”, estremamente fascinoso con la “bocca fiammeggiante” visibile anche dalla strada, totalmente rivestito a mosaico di tessere di ottone, cinto da un bancone semi circolare sul quale si può mangiare godendosi l’arte preparatoria della Pizza. Il Locale combina elementi decorativi tradizionali con accenti di originalità che caratterizzano la nuova identità visiva, a partire dai colori: il vivace rosso che contraddistingue le sedute in velluto e l’oro che si ritrova nelle pareti e negli espositori dei prodotti.

A dare un toccopop”, i neon sui muri che richiamano elementi iconici del brand  come il pomodoro, la linea di prodotti del “Progetto Incontro” (uno specifico progetto aziendale in cui ogni ingrediente è super selezionato e scelto per valorizzare le eccellenze territoriali del Cilento, anche con la possibilità dell’acquisto) e la carta da parati con personaggi che rappresentano, sotto forma di fumetto, gli artigiani cilentani di “DaZero”: dal salumaio, agli agricoltori, fino ai produttori di mozzarelle.

Per garantire la massima digeribilità delle sue PizzeDaZero” le propone con un impasto semi-integrale ad altissima idratazione e lunga lievitazione, realizzato con farina di tipo 1 con il germe di grano vivo del Mulino Casillo”. Un prodotto che si distingue per le sue proprietà nutritive e organolettiche è ad alto contenuto di fibre, fonte di magnesio, zinco e vitamina E. Il risultato è una ottima Pizza che rappresenta un perfetto connubio tra gusto mediterraneo e salute.

L'offerta gastronomica di DaZero” è un vero e proprio interessantissimo viaggio attraverso i sapori più buoni del Cilento. Vasta la gamma di Pizze come  la “Marinara Cilentana” (pacchetelle di pomodoro, olive, capperi, aglio, origano, basilico e “Alici di Menaica”, le uniche che si possono mangiare così come vengono pescate, anche senza abbattimento), la “Pizza Fritta Cilentana” (sugo cilentano e cacioricotta di capra del Cilento), la “Forestella” (passata di pomodoro di datterino giallo, mozzarella di bufala, salsiccia piccante e cacioricotta di capra), “L'Incontro col Diavolo” (pomodorini del piennolo, salsiccia piccante, origano, mozzarella di bufala, peperoncino e basilico).

Oltre alle Pizze, il Menù offre una selezione di antipasti, taglieri e insalate che esaltano i prodotti locali. Tra gli sfizi, spiccano i “Crocché Cilentani” (patate, salsiccia artigianale, provola, parmigiano e panatura croccante) e la “Parmigianina di Melanzane” (melanzane, fior di latte, sugo cilentano e Parmigiano Reggiano). In accompagnamento “DaZero” propone una curata Carta dei Vini con etichette selezionate tra i Produttori del Cilento, oltre a Birre artigianali e molto altro. 

Il nuovoDaZeroin Piazza Oberdan a Milano offre una proposta gastronomica fatta di antica arte, passione e buone materie prime oltre ad avere il merito di portare l’ottima Pizza del Cilento e altre delizie nel cuore di Porta Venezia.

https://www.dazero.org/


Nuova Pizzeria "DaZero" a Milano (Foto Vincenzo Campisi)

Nuova Pizzeria "DaZero" a Milano: Vista Interna (Foto Campisi) 

"DaZero" a Milano: Il Fascinoso Forno a Legna (Foto V. Campisi)

Nuova Pizzeria "DaZero" a Milano: La Brigata (Foto V. Campisi)

"DaZero" a Milano: Pizza Marinara Cilentana (Foto V. Campisi)

"DaZero" a Milano: Solo Delizie (Foto Vincenzo Campisi) 

"DaZero": Gustosa Accoglienza (Foto V. Campisi)

"DaZero": l'Arte della Pizza (Foto V. Campesini)

sabato 28 settembre 2024

CHAMPAGNE BRUT GRAND CRU “EFFRONTÉE 2008” DI PIERRE ARNOULD: RARO, OTTIMO E “SFRONTATO” PRORIO COME IL SUO NOME.




La “Champagne” è un Territorio, delimitato da una Legge del 1927, ubicato nella Regione della Champagne-Ardenne, del Nord-est della Francia, dove si produce l’omonimo e mitico Vino spumeggiante. Il Territorio della Champagne si trova a circa 150 Km. a Est di Parigi e si divide in Cinque Zone naturali (319 Comuni in totale) dalle diverse caratteristiche sia del terreno sia climatiche: Montagne de Reims, Vallée de la Marne, Côte des Blancs, Côte de Sèzanne e Côte des Bar nell’Aube. Nel Territorio dellaA.O.C. Champagne” (Appellation d'Origine Contrôléein Italiano Denominazione d'Origine Controllata) ci sono 34.200 ettari di Vigneti, divisi in circa 281.000 Parcelle (in maggioranza molto piccole) coltivate da oltre 16.000 Vigneron.

Lo Champagne non è solo un piacevolissimo Vino Francese con le bollicine (perlage) ma, in tutto il Mondo, da più di trecento anni è un “cult” che nel 2015 è stato riconosciuto anche dall’Unesco con l’inserimento di “Coteaux, Maisons & Caves de Champagne” nel “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”.

Oggi Vi racconto di uno ChampagneMillesimatomolto particolarePierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru”.

LaMaison Champagne Pierre Arnould è ubicata nel Comune Francese di Verzenay

Verzenay è un piccolo Comune (circa 1100 abitanti) che si trova nella Regione del Grand Est, Dipartimento della Marna, Arrondissement di ReimsCantone Mourmelon-Vesle et Monts de Champagne.

Tra le storie di Verzenay molto particolare è quella che si riferisce a “Le Phare de Verzenay”, un “Faro” che come recita il motto del Paeseè unico”, infatti si trova a oltre 200 km. dal mare.

Joseph Goulet, che nel 1909 aveva realizzato la sua Marca di Champagne, decise di promuoverla con una pubblicità assolutamente nuova e impattante per l’epoca costruendo in “cemento armato” (una delle prime costruzioni nella regione) un “Faro” su le cui pareti spiccavano grandi scritte.

Il Faro, edificato su di una collina chiamata “Mont Rizan” in mezzo ai vigneti, la sera iniziava a illuminare, ruotando, le Colline di Verzenay e quello che Joseph chiamava “un mare di viti”. Negli edifici alla base del Faro furono allestiti un Ristorante con giardino e un Teatro, successivamente, visto che il Faro attirava moltissimi curiosi da tutti i territori circostanti, venne aperta anche una “Guinguette”.

Si definiva “Guinguette”, preminentemente nelle periferie urbane o nelle zone rurali, un Locale popolare dove si poteva bere, mangiare e ballare.

La ferrovia della “Compagnie des Chemins de Fer de la Banlieue Rémoise” che serviva la Stazione di Verzenay (oggi scomparsa) favorì in quegli anni l’accesso al Faro.

La “Compagnie des Chemins de Fer de la Banlieue Rémoise”, creata nel 1826 e chiusa nel 1937, serviva una rete ferroviaria secondaria di oltre 400 km. che raggiungeva ben 180 Comuni.

Durante la “Prima Guerra Mondiale” (1914 - 1918) il Faro, utilizzato come posto di osservazione, venne pesantemente bombardato e danneggiato, come anche nella “Seconda” (1939 - 1945), gli edifici annessi furono tutti distrutti ma il Faro si salvò dal crollo. Abbandonato negli anni successivi nel 1987 fu acquistato dalla Città di Verzenay. Nel 1994, la Comunità dei “Comuni di Vesle Montagne de Reims” si è fatta carico del progetto di creazione nel Faro di un “Ecomuseo della Vite” che ha aperto il ​​3 Ottobre 1999.

Oggi “Le Phare de Verzenay” grazie al Museo offre una speciale ospitalità, una magnifica vista (a 360°) sui vigneti dal belvedere, raggiungibile da 101 scalini, informative sulla Storia dello Champagne e nell’Area Degustazioni vi è l'opportunità di assaggiare le annate più prestigiose dei Viticoltori della Montagna di Reims.

Proprio sul Terroir collinare di Verzenay (un terroirunico e irripetibile meritatamente classificato Grand Cru della Zona Montagne de Reims”) tra il Faro e un Mulino si trova buona parte delle vigne dellaMaison Pierre Arnould”.

La “Pierre Arnould” è legata alla nascita di un’altra Azienda creata nel 1925 grazie al duro lavoro di Eugène Ralle, successivamente il Figlio Pierre nel 1955 ha fatto nascere il MarchioPierre Arnould” e ancora oggi esiste il collegamento con la stessa “Eugène Ralle”. Dal 2002 alla guida dell’AziendaPierre Arnould” è arrivata la Figlia di Pierre, Nathalie Arnould, che con grande sapienza enologica (ha una Laurea in Enologia e tanta esperienza fatta non solo tra le vigne di Famiglia) ha saputo rilanciare l’attività di “Récoltant-Manipulant” (chi produce e commercializza Champagne per proprio conto utilizzando solo uve provenienti da vigneti di proprietà) della Famiglia e conduce “con mano ferma” la Maison e i suoi otto ettari vitati di proprietà suddivisi in differenti parcelle sempre nei dintorni di Verzenay,

Tra le Vigne dellaPierre Arnould Champagne”, molte delle quali hanno un’ottima esposizione a Nord-est che determina una positiva maturazione ritardata, il vitigno dominante è il “Pinot Nero” (85%), come regola di Verzenay vuole, affiancato da qualche sparuto filare di “Chardonnay”. L’agricoltura è sostenibile e durante le vendemmie la selezione delle uve è super severa, la vinificazione poi avviene nella ben attrezzata Cantina, voluta da Natahlie, che in bella vista si trova nella Piazza principale del Paese. Al primo piano della Cantina un grande open-space, l’ufficio e la sala di degustazione.

Alla “Maison de Champagne Pierre Arnould”, oggi, si realizzano solo sei interessantissimeCuvées” (Vini ottenuti dalla combinazione di diversi vitigni): “Brut Seléction” (75% Pinot Noir e 25% Chardonnay), “Extra Brut” (75% Pinot Noir e 25% Chardonnay), “Cuvée Aurora” (70% Pinot Noir e 30% Chardonnay), “Millésime” (80% Pinot Noir e 20% Chardonnay), “Brut Rosé” (95% Pinot Noir e 5% Chardonnay) e “Effrontée” (100% Pinot Noir).

Lo Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cruche ho avuto il grande piacere di degustare è unMillesimato 2008 non dichiarato”.

Una Cuvée di Champagne per poter essere definita “Millésime” è per il produttore un grosso impegno dovuto sia alle numerose procedure burocratiche da intraprendere sia all’obbligo di indicare l'anno di vendemmia sul tappo e sull'etichetta oppure sul collo della bottiglia. Per tali motivi in alcuni casi i Vigneron scelgono di elaborare i “Millésime” senza dichiararli anche se “verbalmente” è notorio l’anno della vendemmia selezionata.

Lo “Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru 2008” è un assemblaggio di selezionatissime uve (100% Pinot Noir) raccolte in tre delle più importanti parcelle della proprietà. La fermentazione alcolica si è svolta in acciaio, la vinificazione è stata effettuata con l’utilizzo della fermentazione malolattica, ha fatto oltre 100 mesi sui lieviti e ha riposato per circa 6 mesi dopo ildégorgement”, la sboccatura effettuata nel 2019.

Effrontée”, in Italiano significa “Sfrontato”, è uno Champagne (100% Pinot Noir) importante, eccellente e di successo, viene realizzato esclusivamente nelle annate migliori. Nathalie Arnould sceglie la cuvèe di base e successivamente in sessione di assaggio mette a punto con alcuni amici Francesi, noti Ristoratori e Chef (Stellati), il “vino autenticamente gastronomico” per eccellenza.

Dello Champagne Pierre ArnouldEffrontée” (2008 non dichiarato), sempre per sottolineare la sua rarità, ne sono state prodotte solo 2.000 Bottiglie da 750 ml. e quella da me stappata era la Bottiglia N. 1808.

Lo Champagne Brut Grand Cru Pierre ArnouldEffrontée” (2008) si presenta con un bel colore giallo oro, al naso ha note burrose di cioccolato bianco, frutta candita, frutta secca e spezie, in bocca è denso, ricco, goloso e la sua struttura decisamente avvolgente lo rende lungo e persistente.  

Lo Champagne Pierre Arnould Effrontée” (2008) è un vino elegante e raro, una sincera e ottima espressione del magnifico Territorio Francese di Verzenay. Per le sue peculiarità lo ChampagneEffrontéee anchesfrontato, sfacciato, impudente, spudorato, impertinente, audaceproprio come il suo nome.

https://champagne-pierre-arnould.com/


"Effrontée 2008" con la Scultura in Resina di Franco Mauro Franchi

"Champagne Pierre Arnould Brut Effrontée Grand Cru 2008"

Champagne Pierre Arnould "Effrontée 2008": L'Etichetta
 
Champagne Pierre Arnould  "Effrontée 2008": Bottiglia n.1808

Champagne Pierre Arnould "Effrontée 2008": Elegante e Raro