domenica 27 marzo 2022

“OFFICINE GULLO” E “SCUOLA TESSIERI”, DUE ECCELLENZE ITALIANE, SI SONO UNITE IN UN’INTERESSANTISSIMA E COSTRUTTIVA PARTNERSHIP.

 


La magnifica Città di Firenze, oltre a essere il Capoluogo di quella straordinaria Regione denominata Toscana, è anche un incredibile concentramento storico/culturale a cielo aperto che tutto il Mondo ammira. Per elencare le meraviglie che si possono trovare a Firenze ci vorrebbe un’enciclopedia composta da innumerevoli tomi; oggi però Vi racconto di una struttura meno conosciuta che è invece un vero e proprio scrigno di meravigliose opere d’arte: la “Chiesa di San Salvatore in Ognissanti”.

La “Chiesa di San Salvatore in Ognissanti” (detta anche “Chiesa di Ognissanti”) è un monumentale e storico edificio di Culto Cattolico ubicato in Via Ognissanti al Civico 38, praticamente di rimpetto a Piazza Ognissanti e a due passi dal Lungarno Amerigo Vespucci.

I lavori della Chiesa iniziarono nel 1251 ma terminarono vari Secoli dopo in quanto parte dell’ampio  Complesso Conventuale degli Umiliati che nel tempo venne notevolmente ampliato.

Quello degli Umiliati fu un Ordine Religioso giunto a Firenze da Alessandria (in Piemonte) nel 1239 ma fondato vari decenni prima, il Movimento spirituale sorse in contrasto ai costumi rilassati e alla ricchezza diffusa spesso ostentata dal Clero del tempo. Gli Umiliati propugnavano un ritorno verso una vita più austera, frugale; inizialmente condannati come Eretici da Papa Lucio III nel 1184, furono reintegrati con Bolla Papale di Innocenzo III nel 1201. L'ordine venne definitivamente soppresso nel 1571.

Per volere di Cosimo I de' Medici (1519 - 1574), Secondo e Ultimo Duca della Repubblica Fiorentina dal 1537 al 1569 e in seguito all'elevazione dello Stato Mediceo a Granducato di Toscana” il Primo Gran Duca di Toscana, il Complesso Conventuale di Ognissanti fu assegnato ai Francescani Minori Osservanti. Questo Ordine risiedeva precedentemente nel Convento presso la Chiesa Fiorentina di San Salvatore al Monte (dietro Piazzale Michelangelo) che però aveva subito gravissimi danni in seguito all’Assedio di Firenze (1529 - 1530) da parte delle Truppe Imperiali di Carlo V d’Asburgo. Durante questo passaggio molti furono i lavori di ristrutturazione nel Complesso di Ognissanti dove vennero costruiti anche due Chiostri.

Dopo una prima parziale soppressione nel 1810 il Convento fu poi definitivamente soppresso nel 1866 e l’immobile che l’ospitava nel 1923 divenne Sede della Caserma dei Carabinieri che ancora si affaccia su Via Borgo Ognissanti. I Frati Minori (Francescani) si riappropriarono in parte  della loro antica sede nel 1885 mantenendo in vita la comunità. Nel 2000 i Frati Minori decisero di lasciare e l’Arcivescovo di Firenze Silvano Piovanelli affidò Convento e Parrocchia alla Famiglia Monastica Benedettina Fraternità di Gesù che vi rimase fino al 2005. In quell'anno arrivarono i Frati Francescani dell’Immacolata che la gestirono fino all'Autunno 2016, poi la Chiesa di Ognissanti è tornata sotto la gestione dei Frati Minori.

La Facciata esterna della Chiesa di Ognissanti, del 1637, è opera dell’Architetto Matteo Nigetti, in origine venne realizzata in Pietra Forte, ma poi causa la sua cattiva conservazione nel 1872 fu completamente rifatta in Travertino di Rapolano, un materiale estraneo alla Tradizione Fiorentina. Il Campanile, che si intravede levarsi dal fianco della Chiesa, risale al XIII-XIV Secolo. Ospita al suo interno tre Campane fuse nel 1756, la maggiore delle quali pesa 620 kg. È inoltre presente una quarta Campana, molto più piccola delle altre, risalente al 1690.

Attraverso i Secoli la Chiesa si è arricchita di un numero incredibile di magnifiche Opere realizzate dai più grandi artisti di tutti i tempi ed è impossibile elencarle tutte. Alcune però è obbligo citarle: un grande e struggente “Crocifissodi Giotto, una “Crocifissione con Santiad Affresco di Taddeo Gaddi, la “Madonna della Misericordia”, il “San Girolamo nello Studio”, la “Pietà” e l’“Ultima Cena” realizzate del Ghirlandaio oltre al “San Girolamo nello Studiodel Botticelli. Ma non solo: meraviglioso è il “Soffitto” con effetto tridimensionale, artistici gli “Organi” (uno del 1565 e l’altro del 1743), bellissimi la “Fonte Battesimale” e il “Pulpito” e ancora tantissimo altro.

Nella “Chiesa di San Salvatore in Ognissantisono sepolti anche personaggi famosi come: Carolina Bonaparte (Sorella minore di Napoleone e Moglie di Gioacchino Murat Re delle Due Sicilie), il Pittore Sandro Botticelli, l’Incisore Giovanni Antonio Santarelli e Amerigo Vespucci, Omonimo e ascendente del famoso Navigatore.

Proprio in una Location di eccezione come la Cappella sconsacrata ubicata sulla destra del  Complesso rinascimentale della Chiesa di San Salvatore in Ognissantiche la prestigiosa Azienda Internazionale (ma con anima assolutamente Familiare) Officine Gullo ha collocato la propria Casa: un luogo d’incontro in cui presentare i suoi prodotti più iconici, ma soprattutto invitare i propri ospiti a intraprendere un percorso sensoriale, culinario e storico all’interno della grande Tradizione Fiorentina. Lo spazio è stato sapientemente ristrutturato dallo Studio Milanese SuperSpatial, che è stato capace di rinnovare il luogo inserendo forme nuove (Soppalco con Bar e Salottino) a quelle tipicamente rinascimentali e di mantenerne la sacralità e gli elementi che ne raccontano il trascorso storico, creando dei veri e propri spazi di transizione tra l’antico e il moderno.

Officine Gullo” è un’eccellenza Italiana nata dalla visione illuminata e la passione del suo fondatore Dott. Carmelo Gullo, affiancato oggi al timone dell’Azienda dai tre figli Pietro, Andrea e Matteo. Il suo “know-how” racconta una straordinaria unione tra tradizione e avanguardia. Ogni prodotto “Officine Gullo” racconta una storia, sono cucine su misura e accessori eredi della nobile tradizione dei Cucinieri Fiorentini Ottocenteschi, frutto della creatività della Famiglia, della sua esperienza nell’ingegneria meccanica e dell’alto artigianato nella lavorazione dell’acciaio inossidabile ad alto spessore, del rame brunito, della ghisa e dell’ottone.

Officine Gullo House” è uno spazio unico nel suo genere, in cui lo stato dell’arte delle Cucine Officine Gullo incontra la grande storia della Città di Firenze. “Officine Gullo House” è un’esperienza esclusiva che coniuga alta gastronomia e cultura: un vero e proprio rito, che celebra la Città, la sua Arte, la sua Tradizione Culinaria e il suo Artigianato. Al loro arrivo gli Ospiti vengono accolti con un aperitivo accompagnato da una interessantissima Presentazione sull’origine della Cucina Moderna nella Firenze rinascimentale, successivamente vengono guidati in una visita esclusiva alla Chiesa di Ognissanti, fuori dall’orario di apertura al pubblico, attraverso un passaggio che permette di accedervi direttamente dalla House. Una volta rientrati, l’aperitivo continua con un cocktail, o una degustazione vini, nella zona bar al piano superiore, per culminare intorno alle grandi tavole della House per il “pranzo/cena placée”: un momento conviviale in cui si offre l’opportunità unica di gustare le prelibatezze dei migliori Chef, preparate davanti ai propri occhi con gli strumenti di cottura “Officine Gullo”. “Officine Gullo Houseuntempiodedicato alla cultura della Cucina Italiana, ai suoi strumenti e all’eccellenza a tavola.

Ecco che in questo mese di Marzo 2022, in una bella e primaverile giornata baciata dal sole, “Officine Gulloha voluto siglare nella suaCasa” un patto di collaborazione, allo scopo di unire le rispettive competenze in un percorso comune, con un’altra eccellenza Italiana, la Scuola Tessieri.  

Due grandi realtà dell’Imprenditoria Toscana, due Aziende a un passo dalla dimensione industriale ma ancora a dimensione Familiare nel campo dell’artigianato più prezioso, unite per ribadire con assoluta certezza e forte volontàche l’uomo può essere ancora, con tutto il diritto, al centro della scena”.

La “Scuola Tessieri”, una delle migliori Scuole Superiori Italiane Accreditate e Certificate, ha Sede a Ponsacco, in Provincia di Pisa, nella Zona Artigianale/Industriale, precisamente in Via Milano al Civico 24. La sua ubicazione strategica le permette di essere raggiunta con facilità trovandosi a solo 2,5 Km. dall’uscita “Pontedera-Ponsacco” di una fondamentale arteria come la “Strada di Grande Comunicazione Fi-Pi-Li”. La Scuola è nata nel 2015 per la brillante iniziativa di un noto imprenditore della Zona Alessio Tessieri (classe 1963). Alessio ha fondato e guidato nel tempo Aziende leader a livello Nazionale e Internazionale nel settore dolciario. “Casa Tessieri” l’Azienda madre del suo gruppo imprenditoriale sceglie e distribuisce nel Mondo, da oltre 50 anni, prodotti di selezionatissime pasticcerie, panetterie e Aziende di trasformazione alimentare.

La “Scuola Tessieri è un grande open space di oltre 800 mq. che può essere suddiviso in ambienti separati mediante pareti trasparenti e insonorizzate. Le più moderne attrezzature arredano gli specifici Laboratori di Cucina, Pasticceria e Panetteria, Pizzeria, Bar e Sala, Gelateria, Cioccolateria. Telecamere e Schermi giganti permettono di proiettare ogni passaggio delle lezioni.

Grazie a importanti ed espertissimi Professori interni a cui si aggiungono, per specifici Corsi, anche noti e super premiati Professionisti esterni, non solo Italiani, gli Allievi della Scuola sono seguiti con grandissima attenzione e accompagnati nel portare all’eccellenza le specifiche attitudini professionali. Le attività della “Scuola Tessieri” spaziano dai Corsi Amatoriali ai Corsi Base fino a raggiungere i Corsi di Alta Specializzazione: l’istruzione acquisita offre la possibilità di avere interessanti sbocchi occupazionali. La “Scuola Tessieri” inoltre, grazie al suo stretto legame con il Territorio e con le eccellenze Enogastronomiche Nazionali, organizza tutte le iniziative possibili per aumentare la diffusione e la conoscenza della “cultura del cibo”.

Alla “Officine Gullo House”, Giovedì 10, come già detto del Mese di Marzo 2022, è stato firmato da Andrea Gullo  e Alessio Tessieri il “Patto di Collaborazione” davanti a una trentina di importanti Giornalisti comodamente sistemati, dopo l’aperitivo al piano superiore, in tre grandi tavoli finemente apparecchiati.

Due grandi Chef dellaScuola Tessieri” come il Direttore Didattico e Coordinatore del Corso di Alta Pasticceria Mario Ragona (già Medaglia d’Oro alla Coppa del Mondo di Pasticceria in Lussemburgo e Campione Italiano di Pasticceria agli Internazionali d’Italia 2012) e il Coordinatore del Corso di Alta Cucina Stefano Cipollini (già Capo Partita al Ristorante Il Pellicano di Porto Ercole, 2 Stelle Michelin, ha lavorato poi con Gaetano Trovato nel Ristorante Arnolfo di Colle Val d’Elsa, anch’esso 2 Stelle Michelin e alla corte di Massimiliano Alajmo a Le Calandre di Rubano, 3 Stelle Michelin) hanno preparato per l’occasione un ricco Menu con l’assistenza delle rispettive Brigate di Cucina.

Stefano Cipollini: - APERITIVO - “Finger food con prodotti provenienti dalla selezione di Casa Tessieri” - Caviale del Madagascar, blinis e panna acida - Foie gras, pan brioches e mostarda di cipolle  - La focaccia del Tessieri - Il salmone da passeggio; in accompagnamento Champagne Charles Mignon Cuvée Comte de Marne Grand Cru N.V.; - SERVIZIO AI TAVOLI  - “Assoluto di Carciofo” -  Carciofo intero fritto, crema di carciofo di Gerusalemme, carciofo crudo, short bread al pepe del Madagascar, gelato di carciofo alla brace, shot a base Cinar, foglie di carciofo in polvere; - “Animella, scampo, scorzonera bruciata e cioccolato del Venezuela” - Animella glassata nel burro e fondo manzo, scampo intero spadellato su una parte, scorzonera bruciata, cioccolato Venezuela e cacao; - “Risotto come una Napoli” - Riso cotto nel lievito, capperi fritti, salsa di acciughe, pomodoro cotto s.v. (sotto vuoto) mantecato con la mozzarella, origano e olio EVO; - Il tutto accompagnato daArnaldo Caprai Cuvée Secrète 2020Umbria Bianco IGT (era presente il Titolare Marco Caprai).

Mario Ragona: - “Il Dolce” - 100% Cioccolato Noalya - accompagnato da “Occhio di Pernice 2011Vin Santo del Chianti DOC dell’Azienda Usiglian del Vescovo; - Caffè di Casa Tessieri e le praline.

Tutto straordinariamente buono e ben presentato.

Dopo la splendida degustazione la visita suggestiva e personalizzata alla “Chiesa di San Salvatore in Ognissanti” magistralmente condotta da un grande esperto come Francesco Gori Manager diOfficine Gullo House”.

Molto bello e accuratamente organizzato l’Evento, grazie anche a Gianni Mercatali titolare delloStudio Mercatali” (uno Studio che rappresenta una delle più autorevoli e moderne espressioni di comunicazione globale) che ha visto due eccellenze Italiane comeOfficine Gullo” e “Scuola Tessieriunirsi in un’interessantissima e costruttiva partnership.

https://officinegullo.com/

https://www.scuolatessieri.it/

https://www.youtube.com/watch?v=qPIGiJi6rmo

https://www.youtube.com/watch?v=8502JmAWBqM


"Chiesa di San Salvatore in Ognissanti" a Firenze

Chiesa di San Salvatore in Ognissanti: "Il Crocifisso di Giotto"

"Officine Gullo House": Una Vista dal Soppalco

"Officine Gullo House": Il Salottino al Piano Superiore

 I Tre Grandi Tavoli

Apparecchiatura

Alessio Tessieri, Stefano Cipollini, Mario Ragona e Andrea Gullo

Alessio Tessieri con gli Chef e la Brigata di Cucina

La "Focaccia Tessieri"

 "Finger Food"......

"Assoluto di Carciofo"......

Animella, Scampo e......

"Risotto come una Napoli"

"Il Dolce"......

Giorgio Dracopulos e Marco Caprai

Andrea Gullo e Alessio Tessieri

Francesco Gori

"Officine Gullo House" Firenze (Foto OG) 

martedì 22 marzo 2022

“SOMMOCLIVO 2013” UN NEBBIOLO FANTASTICO PREMIATO DALLA “GUIDA ORO I VINI DI VERONELLI 2022” CON TRE STELLE ORO.

 


Tra i Vitigni Italiani a bacca nera più nobili e antichi del nostro “Patrimonio Ampelografico” (la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei Vitigni con schede che descrivono le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita) c’è il “Nebbiolo”.  

Il “Nebbiolo”, un’uva autoctona della Regione  Piemonte, è un Vitigno di pregio particolarmente adatto per i Vini da invecchiamento di alta qualità essendo molto stabile negli aromi che con la terziarizzazione divengono sempre più complessi e interessanti, mentre il colore, per il profilo caratteristico degli antociani, tende a evolvere rapidamente verso il granato.

Il “Nebbiolo” ha la caratteristica d’essere indissolubilmente legato alla sua Terra d’origine. I Vitigni di Nebbiolo vengono coltivati soprattutto nella Zona delle Langhe per produrre i celebri Vini Barolo e Barbaresco. Tuttavia si esprime molto bene anche nel Roero, sull’altra riva del Tanaro, con Vini più delicati e di minor struttura. Viene inoltre coltivato in alcune Zone del Monferrato, del Canavese, dell’Astigiano, nel Vercellese-Novarese dove prende il nome di “Spanna” e in Val d’Ossola nell’estremo Nord Piemontese assume il nome di “Prünent”.

Sempre in Piemonte è coltivato con ottimi risultati nelle Denominazioni di Lessona, Boca, Bramaterra, Fara, Sizzano, Ghemme, Gattinara e Carema, dove regala Vini di grande finezza ed eleganza. Dei Vitigni di Nebbiolo è autorizzata una parziale coltivazione in alcune Regioni limitrofe al Piemonte, quali Lombardia (in Valtellina, con il nome di “Chiavennasca”) e in Provincia di Varese, in Valle d'Aosta (col nome di “Picotener”, “Picotendre” o “Picotendro”), oltreché in alcune Zone della Sardegna (nel Comune di Luras in Provincia di Sassari); è coltivato anche in una piccola Zona dell'Umbria, a Marsciano in Provincia di Perugia. Il “Nebbiolo” viene inoltre utilizzato per la vinificazione e l'assemblaggio di alcuni Vini in Abruzzo e Basilicata, mentre all'Estero esistono alcune coltivazioni in vari Paesi, senza però che tali vigne diano grandi risultati.

Il “Nebbiolo” secondo le Zone di coltivazione, come già accennato. viene chiamato anche con altri nomi come: Nebiolo, Prunenta, Brunenta, Marchesana, Martesana, Melasca, più altri Vitigni Cloni denominati Lampia, Michet, Rosé, Bolla.

Il termineNebbiolo” sembra che derivi dalla parola "nebbia", ma non è chiaro né specificato in nessun testo se si riferisce all'aspetto dell'acino scuro e appannato (annebbiato) da abbondante “pruina” (patina bianca protettiva naturale composta da una sostanza cerosa), oppure se viene considerata la maturazione molto tardiva delle Uve che porta spesso a vendemmiarle nel periodo delle nebbie autunnali.

Il “Nebbiolo” è uno dei vitigni con le radici più lunghe: possono raggiungere e superare i 7 metri, una peculiarità che consente alle piante di estrarre dal Terreno sfumature articolate, complesse, che danno al vino una profondità di aromi preclusi a Cultivar dalle radici sensibilmente più corte. Tra le sue Caratteristiche Morfologiche principali troviamo che il Germogliamento avviene nella prima decade di Aprile, la Fioritura nella prima decade di Giugno, l’ Invaiatura (quando i grappoli cambiano colore) nella seconda decade di Agosto e la Maturazione dell'Uva nella seconda-terza decade di Ottobre.

Il “Nebbioloproduce Uve di altissima qualità (l'unico confronto possibile in tali termini è probabilmente quello con il Pinot Nero) grazie al perfetto equilibrio di tutte le sue caratteristiche:  colore, corpo, acidità, aromi persistenti e volatili oltre alla robustezza alcolica. Quindi è un’Uva particolarmente adatta a essere vinificata in purezza, o con minimi apporti, per produrre Vini  "nobili" di gran corpo e durata, previa adeguata maturazione e affinamento.

Vini famosi come ilBarbaresco il Baroloe ilNebbiolo d’Albasono realizzati in purezza con 100% di Uve di Nebbiolo.

Le prime citazioni storiche delNebbiolo” risalgono a testi risalenti alla fine del 1200 dove vengono indicati vari luoghi, primariamente in Piemonte, dove è nominato tra le coltivazioni. Pietro de’ Crescenzi (noto anche come Pier Crescenzio, 1233 - 1320Scrittore e Studioso di Medicina e Scienze Naturali, considerato il maggiore Agronomo del Medioevo, esaltava nel 1304 le caratteristiche del “Nebbiolo” all’interno del “Trattato della Agricoltura” (redatto in Latino e tradotto successivamente in Lingua Volgare o Vernacolo). Nel 1431 poi il “Nebbiolo” è citato (assieme al Pignolo) negli Statuti del Comune Piemontese diLa Morra” oggi in Provincia di Cuneo. Solo a partire dal XIX secolo il “Nebbiolo” viene frequentemente ricordato nelle opere dei più famosi Ampelografi. Da sottolineare che fino a metà ‘800 il “Nebbiolo” era vinificato dolce e rosato, infatti i Vini Rossi erano considerati troppo aspri e popolari, poco eleganti: il Vino Nobile era quello bianco o rosato, dolce e mosso.

Oggi Vi voglio raccontare di un Nebbiolo e di una Annata in particolare, si tratta di un elegantissimo e innovativoCru Extra Finedell’AziendaTorre San Quirico”, ubicata ad Azzate (Varese), di Alessio Fornasetti: “SommoClivo 2013”. 

Cru” è il participio passato del verbo FranceseCroître” e significa “cresciuto”, viene usato nel Mondo del Vino per indicare un particolare Vigneto sviluppatosi in una determinata e specifica Zona e dal quale si ottiene un Vino fuori dell’ordinario e in alcuni casi magnifico.

Alessio Fornasetti è nato a Romagnese il 10 Agosto (giorno famoso per la “Notte di San Lorenzo” e conseguente romantica caduta di stelle) del 1946. Alessio è venuto al mondo sul “tavolo di cucina” della Nonna Materna, infatti la sua Famiglia, una Famiglia borghese di Milano, era ancore sfollata, per la Guerra, presso i parenti a Romagnese dove, in realtà, rimase fino al 1949 prima di tornare nella Metropoli Lombarda.

Romagnese è un piccolissimo (circa 600 abitanti), fascinoso e antico Comune della Lombardia in Provincia di Pavia. Si trova nella Zona montagnosa dell'Oltrepò Pavese, alla testata della Val Tidone, non lontano dal Passo del Penice, per le sue molteplici positive prerogative nel 2012 è stato inserito tra i "Gioielli d'Italia" di Boscolo Etoile Editore.

Alessio Fornasetti è cresciuto e ha studiato a Milano, nel 1973 si è unito in matrimonio con Anna Carla Bassetti, la cerimonia è avvenuta a Brunello un piccolo Comune (meno di 1000 abitanti) il cui Centro Abitato sorge a 411 m. s.l.m. a soli 8 chilometri dal Centro di Varese, questa Collina è proprio di fronte a quella della già citata Azzate. Dalla Loro unione sono nati tre bellissimi Figli: Alice, Maddalena e Pietro. Nel 1975 Alessio ha iniziato la sua importante carriera come “Advertising Manager” (Responsabile della Pubblicità) in due notissime Agenzie Pubblicitarie Internazionali, la “Young & Rubicam” e la “SSCB Lintas”. Nel Gennaio 1988 è stato chiamato da Luciano Benetton a Ponzano Veneto (TV) come Responsabile della PubblicitàBenetton” nel Mondo. Nel Dicembre 1991, convocato dall’Ing. Guido Mosterts ha avuto l’incarico di General Manager Associato delGruppo Somma” a Mornago (VA), e successivamente ha lavorato a Trento per “Vestimenta”, la S.p.a. di abbigliamento del Gruppo (MarchioHilton”). Nel 2001 il “Gruppo Somma” è stato ceduto e per Alessio Fornasetti giunse il momento di seguire un altro suo grande “sogno nel cassetto”: trovare un terreno per produrre un Vino di eccellenza.

Dopo che varie ricerche di Terreni non avevano avuto esito positivo una casualità fu la svolta. Trovandosi a Casa del Suocero prese una telefonata, all’altro capo c’era un Dirigente del Direzione Generale Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi della Lombardia che avvisava del pericolo di cancellazione dall’Elenco delle Imprese Agricole della Proprietà Bassetti, ubicata su Colle San Quirico ad Azzate, in quanto abbandonata alla natura: fu una “illuminazione” e Alessio assicurò l’interlocutore che la Proprietà sarebbe stata nel breve tempo  riportata a nuova vita. Nacque cosi nel 2001 la nuovaTenuta Torre San Quirico” frutto di grandi investimenti, grande amore per la Terra e una straordinaria passione Vitivinicola condivisa con la Moglie Anna Carla Bassetti in Fornasetti vera importante protagonista della strategia Aziendale. Attualmente i Figli hanno altri interessi e non si occupano della Tenuta.

La “Tenuta Torre San Quirico” si trova alla sommità di una “collina morenica” situata nel mezzo di un’onda di colline frutto della passata presenza del primitivo Ghiacciaio del Monte Rosa. Un’orografia ideale per una viticoltura di grandissima qualità con terreni dall’alta capacità di drenaggio, grazie alla notevole presenza di ciottoli e granuli sabbiosi, molto ricchi di sali minerali. Qui a 480 m. s.l.m. con esposizione a sud il clima è estremamente favorevole favorito anche da una ventilazione fresca e regolare.

Nel terreno della Tenuta si produceva vino in anni passati ma da subito è stato necessario reimpiantare nuovi vitigni e la scelta di Alessio Fornasetti è stata precisa, legata alla coraggiosa ed eroica decisione di produrre un soloVino Rosso Varietale” e pertanto ha creato Vigne di Nebbiolo Biotipo Lampia” (VCR) quello tipico di Langa. Con il supporto di grandi esperti come Edoardo Monticelli, Professore all’Istituto di Istruzione Superiore di StatoUmberto I” (Scuola Enologica di Alba) e dell’Enologo Alberto Morando, uno dei massimi esperti di “nebbiolo”, sono state realizzate in tutto Vigne per 3,5 Ettari. “Vigna Vecchia” e “Vigna Ginestre” all’interno della Tenuta, mentre “Vigna Caidate” è un più recente appezzamento preso in Località Caidate Frazione del Comune di Sumirago, Provincia di Varese. Nei 10 Ettari dellaTenuta Torre San Quirico” oltre alle Vigne un Bosco di Castagni e una Pineta che incorniciano la suggestiva Torre Panoramica alta 20 metri (costruita nel 1870, anni della filossera, da un vecchio proprietario) da cui si gode una meravigliosa vista delle Colline Moreniche delle Prealpi Lombarde Occidentali, la Casa prestigiosa realizzazione del noto Architetto Lodovico (VicoMagistretti, la Cantina attualizzata nel 2008 e “Ca’ Vinea” un’accoglientissima Villa per Clienti e Ospiti. Dopo 4 anni di duro e appassionante lavoro nel 2005 è arrivato il Primo Vino da subito battezzato “SommoClivo” dal Latinoin summo clivo” (nella sommità della collina). Ma è stato solo l’inizio visto che con il succedere degli anni e della vendemmie c’è stata una ancor più puntuale e costante ricerca della qualità, e non della quantità, con una produzione estremamente limitata.

Grazie a una cara Amica della Famiglia Fornasetti, introdotta nell’ambiente dell’Editoria con molte conoscenze di RistorantiStellati” in Belgio e in particolare a Bruxelles, tra il 2010 e il 2011 il VinoSommoClivo” è entrato con successo nelle “Carte Vini” di 6 di essi. Successivamente per merito di un grande personaggio come Calogero Licata (un vero Ambasciatore del Vino Italiano in Belgio) e la sua DistribuzioneSommoClivo” ha iniziato a essere conosciuto in molti altri importanti Ristoranti. Poi la Distribuzione è arrivata anche in Svizzera che ha caratteristiche di consumo simili al Belgio: interlocutori molto attenti e interessati. In Italia poi è stato scelto un Distributore per Bergamo e Brescia. Le richieste di “SommoClivo” sono notevolmente aumentate e dato che “è il mercato che fa il prezzo” il valore del Vino è cresciuto.

Per realizzare un Vino speciale come “SommoClivo” si segue un protocollo che tende a valorizzare oltre la qualità anche la freschezza della materia prima di ogni annata: la diraspatura e la pigiatura vengono effettuate la sera stessa della vendemmia, poi viene effettuata un’adeguata macerazione a freddo e l’inoculo di lieviti selezionati, segue la fermentazione alcolica, il riposo sulle bucce e la svinatura direttamente in barrique sempre nuove di Rovere Francese. La fermentazione malolattica si attiva e si completa nelle barrique stesse. Poi si segue “il vecchio disciplinare del Barolo”: 2/3 anni di invecchiamento in barrique, due in acciaio e uno in bottiglia. Un Vino di tale fatta non poteva sfuggire agli occhi attenti della Critica e delle Guide specializzate che lo hanno premiato, nelle varie annate, con importanti riconoscimenti e alti punteggi.

Ho avuto il sommo piacere di degustare “SommoClivo 2013” che già alla vista si presenta in maniera fuori del comune con il suo “Cartellino legato al Collo della Bottiglia con il Nastro Rosso Vino”. Un Vino 100% Nebbiolo, 14% Vol., dal colore rubino intenso e luminoso con riflessi granata, al naso è di esemplare tipicità, con note di cannella, ribes nero, viola appassita, marasca sotto spirito, prugna, liquirizia, fiori d'arancio e spezie, al palato è raffinato, vellutato e tannico, grande freschezza e mineralità rendono estremamente piacevole la beva, molto lunga e piacevole la persistenza: un Vino complesso, dall’equilibrio e dalla struttura semplicemente perfetti prodotto soltanto in 2600 rarissime bottiglie.

SommoClivo 2013”, dellaTenuta Torre San Quiricodi Alessio Fornasetti e Anna Carla Bassetti, è un Nebbiolo fantastico, non per niente la “Guida Oro I Vini di Veronelli 2022lo ha Premiato con le “Tre Stelle Oro”.

https://sommoclivo.it/

https://www.youtube.com/watch?v=kSC4JwfXzsY 

https://www.youtube.com/watch?v=n_3CgCyKfJw


"Tenuta Torre San Quirico" Alessio Fornasetti (Foto TSQ)

"Torre San Quirico" La Vista sulle Alpi del Monte Rosa (Foto TSQ)

"Torre San Quirico" Morfologia e Stratificazione del Terreno 

"Tenuta Torre San Quirico" Una Vista (Foto TSQ)

"Tenuta Torre San Quirico" Magnifica Uva di Nebbiolo (Foto TSQ)

"SommoClivo 2013" e Giorgio Dracopulos

"SommoClivo 2013" 

"SommoClivo 2013" Il Cartellino - Etichetta 

"Guida Oro i Vini di Veronelli 2022" Tre Stelle Oro a SommoClivo 2013

"SommoClivo 2013" Semplicemente Fantastico

"SommoClivo" Still-life di Christopher Broadbent

mercoledì 16 marzo 2022

RISTORANTE PIZZERIA “MELÌ MELÒ” A CASTIGLIONCELLO (LI) UNA SPECIALE, SIMPATICA E GUSTOSA ACCOGLIENZA.



Gli antichi Romani sono stati tra i più grandi conquistatori e civilizzatori della Storia portando la loro organizzazione, i loro commerci, la loro cultura, il loro sistema economico e la loro “Lex” da un capo all'altro del Mondo; tutto ciò fu reso possibile dalla forza delle Legioni e dalla loro grande capacità tecnica nel costruire le strade. Materialmente la costruzione delle strade era fatta proprio dai Legionari di Roma e, dopo, le stesse passavano sotto l'Amministrazione Civile per il loro mantenimento; all'apice dello splendore di questa straordinaria Civiltà la rete viaria raggiungeva i 120.000 chilometri su terreni di ogni genere e nelle condizioni climatiche più varie.

Tra il III e il II Secolo a. C. prese forma la rete delle principali vie di scorrimento dell'Italia Romana, tra queste una tra le più importanti fu la “Via Aurelia”. Il Console Lucio Aurelio Cotta nel 241 a.C. volle una strada che unisse i centri abitati che oggi portano i nomi di Palo RomanoCerveteri, Ansedonia fino a Vada (LI), al tempo Porto di una certa importanza, per un totale di 190 miglia (circa 280 chilometri). Da qui l'Aurelia, negli anni successivi, proseguì verso Pisa, raggiungendo poi Francia e Spagna; oggi corrisponde al percorso della SS-1 che da Roma arriva fino a Ventimiglia (697,3 km.).

L'Aurelia fin dalla sua nascita ebbe scopi principalmente commerciali e attraverso i Secoli i centri attraversati si attrezzarono per dare conforto e assistenza ai viandanti che la percorrevano;  nacquero cosi Locande e Osterie, dove si potevano cambiare anche i cavalli, e molti punti per l’acquisto di merci. A Castiglioncello in Località Portovecchio alla fine del XIX Secolo c’era proprio uno di questi punti di appoggio per i viaggiatori.

Castiglioncello, Frazione del Comune di Rosignano Marittimo in Provincia di Livorno, ha un’antica storia legata indissolubilmente alla Via Aurelia.

Castiglioncello sorse, con poche case, intorno alla Torre Medicea (solido monumento ancora esistente) voluta, intorno alla metà del 1500, dal Granduca di Toscana Cosimo I de’ Medici (15191574), come punto di avvistamento e difesa contro i pirati.

Passarono moltissimi anni e Castiglioncello, baciata da un clima piacevole e mite, iniziò a essere la meta dei Pittori Macchiaioli (il più famoso dei quali Giovanni Fattori era nato proprio a Livorno nel 1825) che presero a frequentarla e a immortalarla nei loro dipinti, divenendo piano piano un’ambita e prestigiosa Località Turistica. Tra la fine del XIX Secolo e i primi anni del XX Castiglioncello si arricchì del Castello in stile neomedievale e della Stazione Ferroviaria.

Oggi Castiglioncello, adagiata sulle sue bellissime scogliere e immersa nella sua lussureggiante pineta in un fantastico contesto panoramico, accoglie i turisti anche con molte iniziative e manifestazioni.

La Località Portovecchio è il nucleo più commerciale e storico di Castiglioncello e proprio qui in Via Aurelia al Civico 570 oggi c’è il Ristorante/PizzeriaMelì Melò”.

Negli anni Ottanta al civico 570 fu aperta una Pizzeria denominata “Lo Squalo”, dopo alcuni anni il Locale fu rilevato da una Coppia (Moglie e Marito) che lo trasformò anche in Ristorante e gli cambiò il nome in “Melì Melò”. Il Termine FranceseMelì Melò” (equivalente di “mishmash” = guazzabuglio) ha molti significati e si può tradurre anche dandogli il significato di “accozzaglia di sensazioni” o come probabilmente volevano indicare in questo caso, “una pluralità di gusti”. 

Dal 2008, e più precisamente dall’8 di Febbraio, “Melì Melò” ha avuto una nuova e più vivace gestione, infatti fu rilevato da tre giovani molto capaci e appassionati: Massimiliano Pani (lo Chef, classe 1982), Francesca Pedemonte (classe 1977) e Manuela Carpone (classe 1982).

I Ragazzi provenivano da Torino dove si erano conosciuti e per circa due anni (2006/2007) avevano condiviso una valida esperienza lavorativa presso il Ristorante/PizzeriaGramsci”, noto Locale alla moda della bella Città Piemontese che prende il nome dalla Via dove è ubicato.

Con la nuova gestione “Melì Melò” iniziò da subito ad accogliere piacevolmente e con successo la Clientela. Passarono degli anni molto positivi ma come succede spesso nella Vita per motivi familiari prima una e poi anche l’altra Socia lasciarono il Locale, così nel 2017 Massimiliano Pani rimase l’unico Proprietario.

Massimiliano Pani è nato a Torino il 30 Settembre 1982, la Mamma, Domenica, con origini Calabresi e il Babbo, Salvatore, che proveniva dalla Sardegna, vivevano a Torino per motivi di lavoro. Fin da piccolo Massimiliano ha mostrato particolare interesse per la Cucina e anche per la “buona tavola”; ammirava molto due Zii che avevano rispettivamente due Ristoranti uno a Venezia e uno in Olanda. Per seguire questa sua innata predisposizione dopo le superiori Massimiliano ha frequentato e si è diplomato all'Istituto Professionale Statale Servizi per l’Enogastronomia e l’Ospitalità Alberghiera "Giuseppina Colombatto" di Torino, poi, sempre in Città, nelle cucine di vari e noti locali, si è affinato nell'arte culinaria fino ad approdare al Ristorante/PizzeriaGramsci”, dal 2008 è al “Melì Melò”.

Il Ristorante/PizzeriaMelì Melò” è un Locale raccolto e luminoso grazie all’ampia Veranda e alla Sala interna rettangolare con il piccolo Bancone di Servizio. Il Menù, che cambia spesso, offre una buona scelta tra preparazioni di Mare e Terra, ampia la lista delle Pizze comprese le “Gourmet”, non mancano Schiacciatine e Focacce. La Carta dei Vini offre una quarantina di valide Etichette tra bollicine (anche Champagne) e Vini Bianchi e Rossi provenienti dalle Regioni più vocate d’Italia; poi ci sono le Birre compresa una curata selezione di Artigianali.

Eccoci giunti alla mia recente visita.

La Degustazione è stata piacevolmente accompagnata da alcuni Vini scelti personalmente da Massimiliano Pani che è anche un ottimo selezionatore di Etichette:

- “La Gobbetta 2020”, Vino Bianco Frizzante I.G.T. Veneto, 100% Garganega, 11,5% Vol., prodotto dall’Azienda Agricola Quota 101;

- “Ca’ Bianca Nebbiolo 2020”, Vino Rosso Langhe Nebbiolo D.O.C., 100% Nebbiolo, 14% Vol., prodotto dalla Cantina Tenimenti Ca’ Bianca;

- “Pignoletto Ancestrale 2019”, Vino Bianco Frizzante Secco Modena D.O.C., 100% Pignoletto, 11,5% Vol., prodotto dall’Azienda Francesco Bellei e C;

- “Lambrusco Ancestrale 2020”, Vino Rosso Frizzante Secco, Lambrusco di Modena D.O.P., 100% Lambrusco, 11,5% Vol., prodotto esclusivamente con Uve di Lambrusco di Sorbara dall’Azienda Francesco Bellei e C.

Con in tavola la golosa e fragrante Focaccina Bianca della Casa sono state servite le seguenti portate:

- “Bagna Càuda” con verdure bollite e fresche (“Bagna Càuda o “salsa calda” da intingolo, una tipica preparazione Piemontese realizzata con acciughe dissalate e deliscate, olio EVO e aglio);

- “Focaccine Fritte”, una con carpaccio di carne e fonduta, l’altra con tartare di manzo battuta al coltello;

- “Piccola Degustazione di Pizze”: - Marinara 2.0 (Pomodorini del Piennolo del Vesuvio D.O.P., alici colatura di alici, aglio, origano e basilico) - Myrtatum - Per gli antichi Romani il Farcimen Myrtatum era l’antenata della nostra Mortadella (Salsa di pomodori pelati, Mortadella di Bologna I.G.P., burrata, pesto di pistacchio e basilico) - Focu Meo (Salsa di pomodori pelati, pomodorini secchi, burrata affumicata, ‘Nduja di Spilinga D.O.P., olive nere nostrane, Cipolla di Tropea I.G.P. e basilico);

- Spaghetti con Aragostella e pomodorini freschi;

- Pancia di maiale Toscano croccante, patate e crema di barbabietole;

- Zeppole con la Nutella.

Tutto molto buono e ben presentato. Tutte le materie prime usate al “Melì Melò” sono selezionate e di ottima qualità, per gli impasti per esempio si usano soltanto farine Italiane macinate a pietra, di 0, 1, e 2, dello storico “Molino Vigevano” di cui hanno un’esclusiva in zona.  

La buona e sincera Cucina fatta con passione dello Chef Massimiliano Pani è ben supportata da Enrico Bertoli. Enrico è nato a Pontedera il 31 ottobre 1986, entrato al fianco di Massimiliano da più di 10 anni ha fatto una lunga gavetta da autodidatta e il suo grande impegno lo ha portato a diventare un bravo Sous-chef/Pizzaiolo. Il Servizio di Sala è stato svolto con molta gentilezza, premura, e grazia da due giovani e belle ragazze: Alice Sarri e Tania Marino.

Al Ristorante/PizzeriaMelì Melòdi Castiglioncello (LI) dello Chef Massimiliano Pani ho trovato una speciale, simpatica e gustosa accoglienza.

https://www.youtube.com/watch?v=NPjHpd5UANA

https://www.facebook.com/Ristorante-Mel%C3%AC-Mel%C3%B2-39613484555/


Ristorante Pizzeria "Melì Melò" a Castiglioncello (LI) 

La Sala: una Vista

La Veranda: una Vista

Enrico Bertoli (Foto Luca Managlia)

"Bagna Càuda"...... (Foto Luca Managlia)

"Focaccine Fritte" con Carpaccio e Tartare di Manzo 

"Marinara 2.0"...... (Foto Luca Managlia)
 
"Myrtatum"...... (Foto di Luca Managlia"

"Focu Meo"...... (Foto Luca Managlia)

Spaghetti con Aragostella e Pomodorini Freschi

Pancia di Maiale Toscano Croccante

Zeppole con la Nutella

Tania Marino e Alice Sarri

Massimiliano Pani e Giorgio Dracopulos (Foto Luca Managlia)