mercoledì 27 marzo 2013

LUISANNA MESSERI FAMOSA CUOCA TELEVISIVA OSPITE AD UNA SPECIALE GIORNATA ENOGASTRONOMICA ALL’AZIENDA MEDITERRANEA BELFIORE DI CECINA (LI).




Anticamente in Toscana, come in molti altri territori costieri della Penisola Italica, le terre erano delle paludi, degli acquitrini malsani (regnava la malaria), praticamente abbandonate dalle popolazioni che, dopo la caduta dell’Impero Romano, lentamente, si erano ritirate, per maggiore sicurezza, in collina.

Vastissime zone ricche di fitte boscaglie e macchia mediterranea erano perennemente allagate da corsi d’acqua, dalle varie dimensioni, senza argini e senza alcun tipo di regimazione dei flussi in eccesso. 
Oltre a ciò altre calamità, come cicliche spaventose invasioni di cavallette e sanguinose incursioni dei pirati, rendevano queste terre assolutamente invivibili.

Solo nel 1737, con il Consiglio di Reggenza che governò la Toscana in nome dei Lorena (dinastia che aveva soppiantato i Medici) e successivamente con  Ferdinando III d’Asburgo-Lorena (1769-1824) Gran Duca di Toscana, si intraprese un primo serio piano di bonifica di queste paludi.

Nella seconda metà del XVIII Secolo, su terreni appena bonificati, in Località “La Cinquantina”, a due chilometri a nord di Cecina (LI) e a poche centinaia di metri dal mare, per volere del Governo Granducale, sorse una struttura, adibita ad alloggio per la manodopera, denominata “casone dei lavorai”. 

Negli anni successivi da questo primo nucleo nacque una grande Fattoria.

Il Livornese Francesco Domenico Guerrazzi (1804-1873), importante politico e scrittore del movimento risorgimentale, nel 1868 rilevò la Fattoria trasformandola in una signorile Villa padronale che da allora prese il nome di Villa Guerrazzi.

Oggi la bella struttura è proprietà del Comune di Cecina che vi ospita l’interessante Museo della Vita e del Lavoro oltre a quello Civico Archeologico, altrettanto importante.  

Uno dei Poderi che si trovavano intorno alla Villa Guerrazzi portava un nome positivo: Belfiore

Nel 1952, Domenico Ciarlo, appassionato agricoltore di origini Campane, innamoratosi di questa zona, rilevò il Podere Belfiore
Passarono anni di duro lavoro ripagati con il raggiungimento di molti traguardi.

Oggi l’Azienda Mediterranea Belfiore ha dieci ettari, coltiva una varietà di pomodori, selezionata attraverso gli anni, particolarmente adatta ai loro terreni argillosi, che permette di ottenere un frutto di media pezzatura ma dalla polpa soda, non acquosa, con una buona pelabilità e dal sapore particolare, molto gradevole e dolce.

Da 25 anni i loro terreni sono gestiti esclusivamente seguendo metodi tradizionali e naturali, da 16 anni sono Produttori Biologici
La produzione si basa sulla migliore qualità, sull’artigianalità e su attente procedure (come la trasformazione entro le 24 ore dal raccolto e cotture brevi a basse temperature), per poter mantenere la freschezza, la fragranza e inalterati i profumi originari.

Quattro le linee fondamentali dei prodotti da loro preparati e sono: “Le Salse Del Cuore”, “I Sapori del Cuore”, “Il Pesto del Cuore” e “I Carciofi del Cuore”.

La Mediterranea Belfiore si è specializzata, negli anni, con successo, anche in pregevoli confezioni  che, oltre ad essere spedite, vengono vendute direttamente insieme a tutta la loro produzione.  
Sull’onda di questa ed anche di altre iniziative, come l’ampliamento dell’offerta di prodotti alimentari, assolutamente scelti tra quelli di straordinaria qualità, si è giunti alla trasformazione dello spaccio in un vero e proprio Negozio.

La nuova struttura, inaugurata nel Giugno 2011, è molto accogliente, nel costruirla si è  seguita l’impostazione ecologica (Bioarchitettura), affidandone la realizzazione alla Ditta Rubner Haus di Chienes (BZ), altamente specializzata nella lavorazione del legno e altri materiali naturali.

L’Azienda Mediterranea Belfiore vende in Italia e in molti Paesi del mondo, ed è un fiore all’occhiello della nostra produzione conserviera. 

Un’Azienda tutta al femminile, tre sorelle, Simonetta, Antonella ed Emiliana Ciarlo, insieme a mamma Renza, ma un solo “Cuore” (come il loro marchio), pieno di passione e d’amore per la genuinità.

Giovedì 21 Marzo 2013, nei Locali commerciali della Mediterranea Belfiore si è svolta una piacevolissima e speciale giornata Enogastronomica.

La giornata era piena, comprendeva nella prima parte la finale di una gara denominata “In Cucina Con il Cuore” e nella seconda la presentazione dell’ultimo libro, intitolato “Te La Do Io La Mia Cucina”, di Luisanna Messeri famosa Cuoca televisiva e scrittrice.

Luisanna Messeri, Fiorentina di nascita, è da sempre una innamorata del buon cibo.
Cresciuta tra le “delizie” cucinate in casa sua, da nonne e zie, non ha potuto fare a meno di “prendere il vizio” e perpetuare la tradizione di una cucina che segue le regole delle “tre esse”: Sobrietà, Semplicità, Sincerità.

Oggi Luisanna ha raggiunto il successo con varie trasmissioni televisive, di varie importanti emittenti, delle “food comedy” dove si è fatta apprezzare per il suo carattere estremamente spontaneo che corrisponde perfettamente alla naturalezza delle sue gustose preparazioni. 
Di recente Luisanna Messeri ha anche aperto, a Roma, una Scuola di Cucina che prende il nome di una sua trasmissione “Il Club delle Cuoche”.

Il suo ultimo Libro edito da una prestigiosa Casa Editrice, la Mondadori, è molto interessante, una vera e propria finestra sulle meraviglie gastronomiche Toscane

Dopo la Prefazione di Fiamma Satta, nota giornalista e sceneggiatrice, Luisanna introduce la sua “Cucina del lipperlì”. 
Segue una serie di pagine dedicate ai prodotti Toscani immancabili sia in dispensa che in cantina. 
Questa parte si chiude con gli indirizzi dei suoi fornitori di fiducia.

La parte più ampia e corposa è dedicata alle 150 selezionate Ricette, chiaramente descritte e suddivise tra “Antipasti e Merende”, “Primi Piatti”, “Secondi”, “Contorni” e “Dolci”.

L’ultimo Capitolo, prima dei ringraziamenti, è dedicato alla “Toscana Festaiola” con preziosi suggerimenti di  alcune feste tradizionali gastronomiche Toscane più o meno conosciute.

Tutte le belle foto del libro sono di quel grande professionista dello scatto enogastronomico che si chiama Bruno Bruchi.

Un bel LibroTe La Do Io La Mia Cucina”  di Luisanna Messeri, dove si racconta le preziose specificità della Toscana, esaltandone “la grande cucina, non quella ricca né quella povera ..... ma quella buona”.

Ma torniamo alla giornata organizzata dalla Mediterranea Belfiore.

In tarda mattinata gli undici finalisti, precedentemente selezionati tra tutte le ricette pervenute, hanno preparato gli ingredienti per i loro piatti nelle tre categorie, Antipasti, Primi, Secondi.

Tutte le ricette dovevano valorizzare, con giusti accostamenti, uno dei prodotti della Mediterranea Belfiore

Tutte le ricette che hanno partecipato alla gara verranno anche pubblicate a cura dell’Azienda in un opuscolo dal titolo “Le Ricette del Cuore”.

Il tutto si è svolto nella piccola cucina al primo piano del nuovo negozio, sotto l’occhio vigile delle gentilissime sorelle Ciarlo, titolari dell’Azienda.  

All’ora di pranzo, le portate in questione, sono state attentamente esaminate da una Giuria di esperti del settore.

Facevano parte della Giuria l’ospite d’onore la Cuoca Luisanna Messeri, la brava Chef Deborah Corsi del conosciuto RistoranteLa Perla del Mare” di San Vincenzo (LI), Paola Mencarelli giornalista enogastronomica della GuidaFoodies” del Gambero Rosso, Irene Arquint giornalista enogastronomica del quotidiano “Il Tirreno” e del PeriodicoL’AcquaBuona”, il sottoscritto Giorgio Dracopulos enogastronomo del “Corriere del Vino”. 

I giurati hanno attentamente degustato le portate accompagnandole con una selezione di Vini:

- “Borgoluce”, Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G., Brut, 11,5% Vol, prodotto con Uve a bacca bianca Glera dall’Azienda Borgoluce, Località Musile, Susegana (TV);

- “Aia Vecchia 2012”, Vermentino Toscana I.G.T., 13%Vol., Vermentino e una piccolissima percentuale di Viognier, prodotto dall’Azienda Aia Vecchia di Castagneto Carducci (LI);

- “Fornacelle 2010”, Bianco Toscana I.G.T., 13,5% Vol., prodotto con Uve Semillon dall’Azienda Agricola Fornacelle di Stefano Billi a Castagneto Carducci (LI).

Non essendoci nella gara una categoria “Dolci”, la degustazione si è conclusa con un extra. 
Abbiamo assaggiato una fragrante  e buonissima “Stiacciata all’Anice”, un dolce tipico di Pasqua della Costa Etrusca, impastato con il 10% di ricotta fresca Toscana, prodotto dal Forno artigianale Bernardini di Fucecchio (FI) e venduto anche alla Mediterranea Belfiore.   

Successivamente, controllate le schede di giudizio, sono stati decretati i piatti vincitori e si è svolta, in un clima estremamente festoso, la premiazione degli esecutori:

- “Categoria Antipasti” primo classificato “Millefoglie con filetti di triglie alla Livornese e carciofini” piatto eseguito da Silvia Iacoponi;

- “Categoria Primi” primo classificato “Vellutata di pomodoro con cuore freddo al pesto” preparato da Veronika Novakova;

- “Categoria Secondi” primo classificato “Uovo al pomodoro a modo mio” di Diego Ciurli.

Non sono mancati neanche dei simpaticissimi omaggi a tema per i giurati.

Nel tardo pomeriggio, con la struttura affollata, sia al primo piano che al piano terra, si è svolta la presentazione del nuovo Libro di Luisanna MesseriTe La Do Io la mia Cucina”.

Dopo una breve introduzione del sottoscritto Luisanna ha simpaticamente presentato la sua opera, catturando l’attenzione di tutti gli astanti con la sua naturale schiettezza e coinvolgendoli anche con una breve lettura di due pagine del Libro
Molte poi sono state le domande che i suoi fans la hanno rivolto e da cui traspariva chiaramente molta ammirazione per la scrittrice. 
Calorosi applausi hanno accompagnato e concluso la presentazione.
Poi la famosa Cuoca televisiva si è lungamente trattenuta con i presenti scrivendo moltissime dediche sui libri acquistati.

Un particolare ringraziamento va alla mia amica Cristina Galliti, responsabile della comunicazione della Mediterranea Belfiore e appassionata foodblogger, per l’impegno messo nell’organizzazione e per le foto che ci ha fatto e gentilmente concesso.

Ho trascorso proprio una speciale giornata enogastronomica all’Azienda Mediterranea Belfiore dove sono state coinvolte moltissime persone e tante care amiche tra cui una cuoca scrittrice d’eccezione come Luisanna Messeri. 

Mediterranea Belfiore

Via Guerrazzi, Loc. Cinquantina, Cecina (LI)

Tel. 0586 620555



Mediterranea Belfiore, La Sala Degustazioni

La Giuria

Il Millefoglie di Silvia Iacoponi

La Premiazione di Silvia Iacoponi

La Vellutata di Veronika Novakova

La Premiazione di Veronika Novakova

L'Uovo preparato da Diego Ciurli

Giorgio Dracopulos e Diego Ciurli

Luisanna Messeri e Giorgio Dracopulos

venerdì 22 marzo 2013

LUCA GATTESCHI E CLAUDIO SILVESTRI, RISPETTIVAMENTE MEDICO E CHEF DELLA NAZIONALE ITALIANA DI CALCIO, OSPITI DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA A VILLA PITIANA.




La Toscana è ricca di moltissime e specifiche prerogative che la rendono uno dei territori più famosi nel mondo.

Tra tante bellezze artistiche, monumentali e naturali c’è la sua campagna che si distingue per l’aspetto  prevalentemente collinare e panoramico.

Su moltissime di queste colline, attraverso i secoli, sono sorte costruzioni di vario tipo e di diverso utilizzo. 
In principio, per motivi strategici militari, vennero costruite torri di avvistamento, molte di esse, successivamente, divennero castelli e fortezze di varie dimensioni, ma anche fattorie e monasteri.

Tra questi edifici oggi troviamo la bellissima Villa Pitiana che sorge maestosa, a 430 metri s.l.m.,  nella Frazione Donnini del Comune di Reggello in Provincia di Firenze.

Nel 1036 il nobile Giovanni Gualberto Visdomini (995-1073), dichiarato Santo nel 1193 da Papa Celestino III, fondò la Congregazione di Monaci Benedettini Vallombrosani, ritirandosi, con alcuni seguaci, in Località Acquabella, nel Reggellese, dove costruì un primo oratorio in legno.

Oggi l’Abbazia di Vallombrosa è quel magnifico Monastero frutto anche degli ultimi lavori di perfezionamento effettuati nei primi anni del Settecento.

Per supportare l’iniziativa di San Giovanni Gualberto e per il sostentamento dei monaci, la potente Madre Superiora Itta del Monastero di Sant’Ellero, che sorgeva (è rimasta solo la Chiesa) sul colle che domina Galatea, oggi nella Provincia di Forlì-Cesena, donò, oltre al terreno di Vallombrosa, un podere con orto e vigna in Località Pitiana.

Questo Podere, successivamente, grazie alla sua posizione strategica, divenne, a causa delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, una fattoria fortificata con un’alta torre rettangolare e due cortili sempre di proprietà dei monaci.

Questa parte più antica, risalente al 1300, fu costruita con il metodo, denominato “filaretto” in Italiano e “appareil” in Francese, in cui vengono assemblate pietre squadrate attraverso l’arte della muratura.

Nel 1610, come è chiaramente indicato su una lapide che si trova nella struttura, alla costruzione originaria fu aggiunta l’imponente e austera ala posteriore a tre piani. 
Questa ristrutturazione trasformò la “fattoria fortificata” in una “villa fattoria”.

A questo periodo risale anche il grande stemma con impresso il bastone di San Giovanni Gualberto e la mitra (copricapo dei Vescovi) che si trova in uno dei cortile di Villa Pitiana.

Nel 1742, tra altre opere, fu edificata anche la piccola Cappella.

Nel 1790 la Fattoria di Pitiana comprendeva, oltre la Villa, la casa del guardiano, 36 poderi, due fornaci, moltissimi animali e masserizie.

Nel 1808, con l’avvento dell’era Napoleonica, tutti i beni clericali furono espropriati e venduti ai privati. 

Negli anni successivi, per la Villa, si susseguirono vari e alternati passaggi di proprietà.

Oggi Villa Pitiana è un’accogliente struttura ricettiva, “4 Stelle”, del “Tuscania Hotel Group - Villas and Historical Houses”.

La Villa è immersa nel verde, un grande parco con l’interessante “alboreto” (34 tipi diversi di piante ad alto fusto), le fiorite aiuole e la grande piscina.  

Venerdì 15 Marzo 2013, proprio a Villa Pitiana, si è tenuta la serata Conviviale Accademica della Delegazione del Valdarno Fiorentino dell’Accademia Italiana della Cucina.

La struttura è stata aperta appositamente per l’occasione (non è ancora iniziata la stagione), grazie all’intervento del gentilissimo Direttore Alessandro Minuzzo.

L’Accademia Italiana della Cucina è una pregevole Istituzione Culturale della Repubblica Italiana, fondata a Milano, il 29 Luglio 1953, dal giornalista e scrittore Orio Vergani insieme ad altri illustri personaggi, per salvaguardare i principi della cultura e della civiltà della tavola Italiana.

Il Mese di Marzo è per l’Accademia il “Mese della Cultura Accademica”, ogni Delegazione individua un argomento che diventa il filo conduttore del Menu realizzato per l’occasione.

La serata di Villa Pitiana era improntata su di un argomento molto interessante : Sport e Alimentazione.

In funzione di ciò gli ospiti principali del Conviviale sono stati il Dr. Luca GatteschiClaudio Silvestri, rispettivamente Medico e Chef della Nazionale Italiana di Calcio.

Alla Cena sono stati messi a confronto e votati dai moltissimi presenti, due tipi di Menu realizzati dallo Chef Executive di Villa Pitiana Mario Perone.

Il Menu Sportivo, nato su suggerimento e collaborazione tra il Dr. Gatteschi e Claudio Silvestri.

Il Menu Accademico, più tradizionale, proposto da Mario Perone con la consulenza del Dr. Gatteschi.

Mario Perone è il responsabile sia della Cucina di Villa Pitiana sia di quella del RistorantePalagio 59” a Rignano sull’Arno (FI), ambedue le strutture sono della stessa proprietà.  

Mario, classe 1977, è nato in Calabria nell’antico Comune di Roggiono Gravina in Provincia di Cosenza.

Cresciuto tra i buoni profumi delle cucine provenienti dalle abitazioni delle “vineddre” (vie strette) del suo Paese, dopo le scuole dell’obbligo, entra e si diploma all’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della RistorazioneKarol Wojtyla” di Castrovillari (CS), l’Alberghiero più antico della Calabria.

Dopo alcune esperienze nei Ristoranti delle Coste Calabresi sotto l’esperta guida dello Chef Angelo Sabetta, si trasferisce in Toscana e lavora a Firenze, a due passi dal Duomo, presso una delle più prestigiose e lussuose realtà alberghiere della Città, l’Hotel Helvetia & Bristol, un 5 Stelle Lusso.

Successivamente si reca in Inghilterra, a Londra, nelle Cucine di un altro prestigioso Hotel, The Dorchester”.

Rientrato in Italia lavora all’Hotel Excelsior di Firenze, altro 5 Stelle Lusso, vicino a Ponte Vecchio e poi al RistoranteDot.Com” dell’esclusivo Centro Commerciale OutletThe Mall” nella Frazione  Leccio di Reggello (Fi).

Poi è con lo Chef Gabriele Tarchiani al Ristorante Caffè ConcertoTarga Bistrot Fiorentino” ubicato proprio sulla riva destra dell’Arno.

Al RistoranteCapo Nord” della Famiglia Adriani, nello splendido scenario sul mare della Località La Fenicia a Marciana Marina, all’Isola d’Elba, in Provincia di Livorno, Mario Perone trova l’espressione più sincera della sua Cucina: i sapori più autentici Italiani e Mediterranei.

Da due anni lo Chef Mario Perone è con il GruppoTuscania”.

Ma torniamo alla nostra serata a Villa Pitiana.

I Vini che hanno accompagnato i Menu:

- “Torre dei Vescovi”, Prosecco D.O.C., Vino Spumante di Qualità del Tipo Aromatico, Extra Dry, una selezione di uve bianche coltivate in vigneti di collina, 11,5% Vol., spumantizzato dalla Cantina Colli Vicentini S.C.A. di Montecchio Maggiore, Vicenza;

- “Selvapiana 2010”, Chianti Rufina D.O.C.G., “Vigneto Bucerchiale 2009”, Chianti Rufina D.O.C.G. Riserva, “Selvapiana Vino da Uve Passite”, tutti prodotti da Federico Giuntini Masseti nella Fattoria Selvapiana di Rufina (FI).

Dopo il Buffet Aperitivo sono state servite le seguenti portate.

Per il Menu Sportivo:

- Verdure croccanti con mozzarella di bufala e gocce di aceto balsamico;

- Risotto alla parmigiana (piatto che non manca mai nella dieta degli azzurri in ritiro);

- Bocconcini di vitella con verdure;

- Torta di mele.

Per il Menu Accademico:

- Tortino di fagioli in salsa di rigatino e salvia;

- Tortelloni di erbette di campo allo zafferano con scaglie di pecorino;

- Filetto di maiale arrosto con verza stufata su fondo di vino rosso;

- Fondente al cioccolato con composta di arancio.

Nella votazione dei presenti, per un soffio, il Menu Sportivo ha superato quello Accademico.

La Brigata di Sala è stata diretta con molta professionalità dal Restaurant Manager Iorio Biagio.

Prima, durante e alla fine del servizio si sono svolti gli interventi dei relatori.
Ha introdotto e chiuso la serata l’Architetto e scrittore Ruggero Larco, attivissimo Delegato del Valdarno Fiorentino dell’Accademia Italiana della Cucina.

Molto ampio, specifico e dettagliato l’intervento del Dr. Luca Gatteschi, supportato da simpatici inserimenti dello Chef Claudio Silvestri
Il pubblico presente, molto interessato, ha rivolto ai due famosi ospiti anche molte domande.

Altri interventi sono stati effettuati dal Professore Marcello Marchioni, Presidente della Società di Atletica Leggera A.S.S.I. Giglio Rosso di Firenze, dall’Avvocato Cristiano Calussi, Presidente della Società Canottieri Firenze, e dall’Ingegnere Giovanni Gerini, Vice Delegato del Valdarno Fiorentino dell’Accademia Italiana della Cucina.

Dopo la chiamata in sala del bravo Chef Mario Perone, che ha ricevuto anche un premio da parte della Delegazione del Valdarno Fiorentino dell’Accademia Italiana della Cucina, la piacevolissima e interessante serata si è conclusa, tra i ringraziamenti e gli applausi, con il suono della tradizionale campanella che apre e chiude tutti gli incontri Accademici.




Il Panorama

Vista di un Cortile

Marchioni, Gatteschi, Larco, Silvestri, Calussi, Gerini

La Sala

Verdure Croccanti con Mozzarella di Bufala

Tortino di Fagioli in Salsa di Rigatino

Tortelloni di Erbette di Campo

Bocconcini di Vitella con Verdure

Filetto di Maiale Arrosto

Fondente al Cioccolato e Torta di Mele

Lo Chef Mario Perone e Giorgio Dracopulos

giovedì 14 marzo 2013

ALBERT ADRIA’ CON IL FRATELLO FERRAN NEI LORO LOCALI A BARCELLONA STANNO CREANDO IL NUOVO CORSO DELLA CUCINA NATA AL MITICO “EL BULLI”.



Una delle Comunità Autonome più importanti della Spagna è la Catalogna. E’ stata istituita nel 1978 ed è ubicata, rispetto alla Penisola Iberica, all’estremità nord-orientale in una regione racchiusa dalla Catena Montuosa dei Pirenei, confine naturale tra la Spagna e la Francia, e il Mare Mediterraneo.

La bellissima Città di Barcellona è il Capoluogo della Catalogna oltre che dell’omonima Provincia.

Barcellona è la seconda Città della Spagna come numero di abitanti e come importanza industriale, oltre ad essere uno dei più grandi porti del Mediterraneo

Le sue origini, secondo la leggenda, si devono al generale Cartaginese Amilcare Barca (270 - 226 a.C.), padre di altri tre Condottieri Punici, Annibale, Asdrubale e Magone, che conquistò questi territori per migliorare le sue posizioni strategiche nell’eterna lotta contro Roma.

In realtà era chiamato in Punico “Barak” (fulmine) ma i Romani lo romanizzarono in “Barca”.

Successivamente, proprio i Romani, qui costruirono, in collina, un accampamento militare (Castrum) e gli dettero il nome di “Colonia Iulia Augusta Faventia Paterna Barcino”.

Da “Barcino” a Barcellona “molta acqua è passata sotto i ponti”.

Oggi Barcellona è una magnifica Città, preziosa meta turistica, dove, oltre a molti luoghi  d’interesse dichiarati dall’UNESCO patrimonio dell’Umanità, possiamo trovare storia, cultura, architettura, natura e un’infinità di attrazioni.

Questa è una Città ricca di Università, Musei, Monumenti, Parchi, Teatri, Cinema, Locali, Spiagge.

Qui è vissuto e ha lavorato l’Architetto Tarragonese Antoni Gaudì i Cornet (1852-1926) massimo esponente di quello stile artistico che, sviluppatosi in Catalogna a cavallo tra il XIX e XX Secolo, ha preso il nome di Modernismo Catalano.

Uno stile che ha particolarmente caratterizzato l’immagine architettonica della Barcellona odierna.

Impossibile non nominare tra le opere di Gaudì il capolavoro della Basilica Cattolica Minore (consacrata anche se non finita) che in Catalano si chiama “Temple Expiatori de la Sagrada Familia”, un progetto mastodontico i cui lavori sono iniziati nel 1882 e si prevede che non terminino prima del 2026.

Qui si può passeggiare, per un chilometro e trecento metri, nel centro commerciale naturale e pedonale di Barcellona, Les Rambles in Catalano (Las Ramblas in Spagnolo), il bel Viale che dalla centrale Piazza della Città, Placa de Catalunya, porta al Porto Vecchio (Port Vell).

In un centro cosi vivo e vitale anche la Gastronomia è un “fiore all’occhiello”.

Tanto per dare l’idea del livello raggiunto l’edizione Spagnola 2013 della prestigiosa Guida Michelin assegna a 4 Ristoranti della Città, “Due Stelle”, e addirittura a 17Una Stella”, oltre ad altri sei con 3Coperti” (le posate incrociate). Niente male, un gran livello di Cucina.

Proprio per questo Chef famosi nel mondo, come Ferran Adrià Acosta e suo fratello Albert, hanno voluto aprire proprio a Barcellona i loro nuovi Locali.

Questa decisione è venuta, principalmente, dopo che, il 30 Luglio 2011, hanno chiuso il loro super premiato e stellato Ristorante “El Bulli” in funzione di un nuovo mega progetto denominatoEl Bulli Fondation (Fondazione El Bulli).

Un’idea molto ambiziosa, che si prefigge di trasformare “El Bulli, ubicato in una delle più belle ed isolate baie della Spagna mediterranea, Cala Montjoi, in una fucina di idee e progetti, un archivio storico di preparazioni, una selezionatissima scuola per un numero ristretto di studenti meritevoli, provenienti da tutto il mondo.

Tra l’altro, il prossimo mese di Aprile, il 3 ad Hong Kong e il 26 a Londra, una delle più importanti Case d’Asta al mondo, Sotheby’s, venderà, per sovvenzionare la nuova Fondazione, tutta la prestigiosa collezione di Vini provenienti dalla Cantina de “El Bulli” oltre a moltissimi altri oggetti e attrezzature del Ristorante, comprese molte curiosità.   

Dal 1991, al RistoranteEl Bulli”, i fratelli Adrià avevano iniziato un percorso innovativo e rivoluzionario nella preparazione e nella presentazione delle Tapas.

Le Tapas, hanno assunto una grande importanza, negli ultimi decenni, sia nella cucina tradizionale che in quella innovativa della Spagna, ciò grazie alla grande qualità delle materie prime usate e alla straordinaria fantasia degli abbinamenti e presentazioni.

Con la loro interpretazione delle Tapas gli Adrià hanno voluto legare il cibo ad un modo di vivere, di divertirsi, di sbaragliare la noia, di combattere tristezza e solitudine, di trascorre, con conoscenti e amici, momenti felici in buona compagnia ricchi di sorridente e simpatica complicità.

In particolare Albert Adrià ha seguito in primissima persona questo particolare filone con la prima apertura, a Bercellona nel 2006, dell’ “Inopia Classic Bar”.

Albert Adrià, classe 1970, cresciuto nella periferia di Barcellona, a 15 anni ha lasciato la scuola per entrare a lavorare con il fratello a “El Bulli”. Per due lunghi anni ha fatto la gavetta in Cucina. Poi ha preso piede conquistando con i suoi meriti uno spazio tutto personale e specializzandosi nella pasticceria.

Quando in inverno “El Bulli” chiudeva Albert andava ad apprendere da grandi maestri Pasticceri come Turull nel Comune di Terrassa e Antoni Escribà a Barcellona. Ha fatto poi degli stage con Francisco Torreblanca il più grande maestro cioccolatiere di Spagna e con lo Chef super stellato  Guy Savoy nel suo omonimo Ristorante a Parigi.

Nel 1997, per un anno, si è dedicato totalmente al suo primo Libro, pubblicato nel 1998, “Los Postres de El Bulli” (I dolci di El Bulli).

Poi, rientrato da suo fratello, ha continuato a specializzarsi, nel periodo invernale, lavorando sempre da grandissimi Chef come Michel Bras nel suo Ristorante “Bras” a Laguiole in Francia, Heston Blumenthal al “The Fat Duck” nel Villaggio di Bry on Thames in Inghilterra, al “Mugaritz” di Andoni Luis Adùriz a Errenteria e da Martin Berasategui nel suo Ristorante a Lasarte-Oria, ambedue nella Comunità Autonoma dei Paesi Baschi, e da Charles Trotter del “Charlie Trotter’s”  Restaurant di Chicago negli Stati Uniti d’America.  

Circa due anni fa, Albert, sempre con l’appoggio di Ferran, ha aperto a Barcellona altri due Locali, il “Tickets” e il “41° Experience”. 
Ambedue hanno avuto un grande successo, impossibile entrare senza prenotare mesi avanti, per questo motivo sono già in fase di ampliamento/ristrutturazione.  

Non basta, proprio in questi giorni, fine marzo 2013, dovrebbe aprire il nuovo Ristorante “Pakta”,  nell’antica lingua del popolo Incas significava “unione”,  a poca distanza dai due precedenti Locali, circa 200 metri dal “Tickets”. 
Si tratta di un Ristorante, una trentina di posti, con una Cucina Giapponese/Peruviana che avrà come Chef i bravi Kyoko Li e Jorge Munoz.

Entro il 2013, Albert Adrià, inaugurerà ancora un altro Ristorante, di Cucina Messicana, in un quartiere diverso di Barcellona, che si chiamerà "Yaguarcan" (casa del giaguaro).

Un grande e appassionato impegno tutte queste nuove aperture, esse sono anche merito dello Staff altamente specializzato ed esperto con cui si sono contornati i fratelli Adrià.

Per Albert e Ferran Adrià il cibo è arte non tecnologia.

Una perfetta conoscenza della materia prima e delle tecniche innovative permette di scomporre e ricomporre, seguendo i suggerimenti dell’anima, un piatto: il risultato finale dà la possibilità di trasmettere suggestive ed emozionanti sensazioni.  

Si devono tenere le basi fortemente attaccate alla tradizione ma, nello stesso tempo, sognare, creare e lavorare con amore e intelligenza, come fanno Albert e Ferran Adrià, per riuscire a dare un nuovo corso alla Cucina nata in quello che è stato il Ristorante più famoso al mondo: il mitico “El Bulli” .




 Ferran Adrià presenta la Fondazione El Bulli

Albert Adrià

Un angolo del 41° Experience

Vista interna del Ristorante Tickets

venerdì 8 marzo 2013

RISTORANTE “ IL TINO “ A LIDO DI OSTIA (RM) DI CLAUDIO BRONZI E DANIELE USAI JEUNES RESTAURATEURS D’EUROPE.




Il Tino è un “vaso vinario”, cosi si chiamano i contenitori del vino usati nella varie fasi della sua  preparazione. 
Il Tino serve per praticarvi quel processo ossidativo anaerobico che prende il nome di fermentazione
Per l’invecchiamento e la conservazione del vino vengono usate, invece, le botti.
La forma tronconica è quella più tradizionale del Tino nel suo insieme di doghe in legno compattate da cerchi di ferro. 

Quando questi contenitori sono nuovi necessitano di attente cure prima di introdurvi il Vino
Vi si immette vapore a bassa pressione o si effettuano molti lavaggi per eliminare sostanze che potrebbero modificare il Vino da essi contenuto. 
Questo procedimento di miglioramento prende il nome di “abbonimento”.

A Lido di Ostia, in Provincia di Roma, c’è un Ristorante a cui sono molto affezionato da anni che si chiama proprio “Il Tino”.

Questo Locale nasce nel 1965 come Vineria, gestito da due giovani signore, che pur servendo agli avventori solo Vino, non disdegnavano il fatto che i loro clienti si portassero da casa il mangiare. 

Attraverso gli anni, nel 1985, con una successiva gestione, il Locale si affinò, sviluppando anche una cucina propria.

Poi tra il 1994 e il 2004 Massimo Salvatori, il titolare di allora, lo trasformò, cambiandogli nome, in “Le Bizze del Tino”, ma soprattutto ne cambiò i contenuti: vi fu un netto miglioramento della cucina.

In seguito due brevi e non fortunate gestioni, di un anno ciascuna.

La svolta arriva nel 2006, e precisamente il 16 Giugno, quando Claudio Bronzi e Daniele Usai rilevano il Locale.

Claudio Bronzi è nato a Roma, il 14 gennaio del 1979, da piccolo ha sempre sognato di fare il pilota e, infatti, alle superiori si diploma all’Istituto Tecnico Aeronautico. 
Il caso vuole che un cugino, di secondo grado, lo convinca ad andare a lavorare in un Locale ai Parioli (uno dei Quartieri più chic di Roma) che ha appena aperto (1998), il Duke’s California Bar & Restaurant
Il Locale è un ambiente giovane e raffinato, una grossa novità nella capitale, ha subito successo. 
Claudio scopre qui il suo amore per il Vino e la Ristorazione di qualità.

La passione lo porta nel 2000 a diplomarsi Sommelier A.I.S. , è molto bravo e lo promuovono Responsabile di Sala, carica che manterrà fino al 2006, quando rileverà “Il Tino” a Lido di Ostia.

Daniele Usai, nato ad Ostia, classe 1977, anche se si diploma, nel 1996 all’I.T.C. Paolo Toscanelli di Roma, Perito Commerciale, ha nel sangue la Cucina. 
Già mentre studia lavora nelle cucine di alcuni Locali di Ostia, nel 1998 entra come Sous-Chef al Duke’s di Roma, dove diventa amico di Claudio, e vi rimane fino al 2001.

Successivamente lavora, un anno per ciascuno, con grandissimi e mitici Chef, pluripremiati, anche con le ambite “Stelle Michelin, Enrico Derflingher, al Ristorante La Terrazza dell’Eden di Roma, e Gualtiero Marchesi, del Ristorante, che porta il suo nome, presso l’Albereta Relais & Chateaux a Erbusco in Provincia di Brescia.

Dal 2003 al 2004 è al Ristorante Moma di Roma, poi si trasferisce a Londra, per due anni, come Chef de Cuisine al Detroit Bar & Restaurant al Covent Garden (distretto di Londra). 
Torna a Roma nel 2005 al Ristorante Tribeca Cafe, e nel Giugno 2006, con l’amico Claudio rileva il loro attuale Locale.

Il Ristorante “Il Tino”, già da fuori, è un locale raccolto e accogliente, si entra in una piccola saletta con due tavoli sulla sinistra, dove spiccano le alte imbottiture rosse dei divanetti lato muro, di fronte il piccolo bancone del bar
Piegando a destra si entra nel secondo spazio, con cinque tavoli, poi si scende una caratteristica scaletta che ci porta nell’ultima saletta, un poco più grande, rettangolare, con sei tavoli, sulla destra un passaggio che porta alla Cantinetta e alla Cucina.

Le luci sono soffuse, alle pareti gli opulenti personaggi delle opere di Fernando Botero (pittore e scultore colombiano), l’arredamento è semplice ma elegante. 
Bella l’apparecchiatura, spiccano le bianche tovaglie in lino. 
Per dare il meglio in comfort e qualità, alla clientela, non si superano i trenta coperti.

Il Menù “Inverno 2013” è molto ricco, si parte con i Menu Degustazione, quello consigliato di 6 portate  e l’altro aperto alle scelte del cliente secondo le sue preferenze. 
Seguono gli “Antipasti”, “Le Paste”, “I Secondi”, “I Dolci”. 
I piatti pur essendo prevalentemente di Mare sono ben differenziati e coprono una vasta scelta di gusti e sapori.

La Carta dei Vini fatta da Claudio è straordinaria, una delle più belle che abbia mai visto, una prestigiosa selezione dei Vini Bianchi e Rossi da tutte le Regioni di produzione più importanti d’Italia, molto ampia, circa un 40%, la parte dedicata alla Francia.
Voglio sottolineare che il metodo di cernita delle Aziende Vitivinicole è stato quello di favorire i piccoli produttori, quelli che hanno un legame più stretto con la loro Terra, piccole produzioni di  altissimo pregio con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

La Carta è una piccola enciclopedia sul Vino, 120 Pagine, suddivise in Regioni, ognuna delle quali ha le schede illustrative della sua Ampelografia (dal Greco ampèlon = vigna e da àmpelos = vite, tralcio), la scienza che individua, denomina e classifica le varietà dei vitigni, con in fondo le informative sulle tipologie di Vitigni Autoctoni e Vitigni Nazionali”. 
Seguono le pagine con la descrizione di ogni specifico Vitigno, sotto, l’Etichetta del Vino citato, l’anno, il prezzo, la scheda tecnica, la scheda produttore.

Che dire, anche il più profano può scegliere tranquillamente un Vino secondo le proprie esigenze, nella consapevolezza di fare la scelta più giusta.

Tutti i Vini dalla Carta sono degustabili al calice, questo fatto eccezionale è frutto di un investimento fatto nei nuovi tappi per la conservazione dei “Vini sottovuoto”. 
Questo metodo permette di prevenire, per giorni, l’ossidazione, causata da un contatto prolungato con l’aria, di un Vino stappato, conservando al meglio le sue specifiche peculiarità. 

Eccoci alla degustazione che è stata accompagnata da una ottima bottiglia di Vino Bianco, “u Baccan 2009”, D.O.C. Riviera Ligure di Ponente, 100% Pigato, 13,5% Vol., prodotto, con una severa selezione di uve, raccolte dalle piante più vecchie dei vigneti “Russeghine” e “Garaxin”, “quando i grappoli di Pigato hanno il color oro e il vento di libeccio porta gli echi lontani delle prime mareggiate d’autunno”, dall’Azienda Agricola Bruna di Ranzo Borgo (Imperia).

In tavola il vassoio con l’ottimo Pane assortito della Casa, Pane casareccio in crosta dura, Panini al latte con semi di sesamo e papavero, Focaccina all’aneto, Grissini alla senape, Schiacciatina croccante:

- Gamberi rossi crudi, affumicati al pino, con sottobosco di macchia mediterranea; 

- Foie Gras, prugne secche al Cognac e pan di spezie;

- Agnolotti alla ‘nduja di tonno con spuma di broccoli verdi e zafferano;

- Sandwich di spatola con finferli, cime di rapa e ajoli alla colatura di alici;

- Rocher al gorgonzola e nocciole con purea di mele cotogne.

Molto belle le presentazioni, ottimi i sapori, anche nei vari e molteplici accostamenti.

Anche se la degustazione di Rum super invecchiati e Cioccolati pregiati, suggeritami da Claudio, è terribilmente invitante, non ce la faccio.   

La Cucina dello Chef Daniele Usai si basa su regole e principi chiari, fare il massimo che si può in Casa, usare prodotti del territorio, stagionali e di grande qualità, innovazione si, “ma con i piedi ben piantati per terra”. 
Si sente che è una Cucina sincera, realizzata con bravura, esperienza, estrema professionalità e “con amore”.

In Cucina ad aiutarlo due giovanissimi Gabriele Di Lecce e Claudio Prossomariti

Claudio in Sala è premuroso, attento, simpatico e preparato. 

Insieme a lui due brave ragazze Eleonora e Federica Di Lecce (due sorelle in Sala e un fratello in Cucina).  

Ho conosciuto Claudio e Daniele nel 2006, avevano aperto da poco, da subito ho ritenuto che avrebbero avuto un grande successo grazie alle molte qualità che possiedono.

Infatti, in questi anni, hanno ricevuto molti riconoscimenti e premi, il più importante, per la sua rilevanza internazionale, l’inserimento, nel 2011, nella prestigiosa Associazione Jeunes Restaurateurs d'Europe (Giovani Ristoratori d'Europa).

Questa Associazione JRE è nata in Francia nel 1974, grazie all'Azienda Grand Marnier, si è allargata  in Europa nel 1992, è diffusa in dieci tra le più importanti Nazioni Europee, con più di 500 tra soci effettivi ed onorari, il suo motto è “Talento e Passione”. 
Per ottenere l'ammissione bisogna essere Chef proprietari/comproprietari del Ristorante dove si opera, avere tra i 24 e i 37 anni, si rimane soci effettivi fino ai 45 anni, poi si diventa soci onorari.

Le condizioni per essere ammessi sono particolarmente severe e il livello deve essere molto alto, ciò rende essere scelti un premio ancora più ambito, Claudio Bronzi e Daniele Usai del Ristorante “Il Tino” lo hanno meritato.

Ristorante Il Tino

Via dei Lucilii, 17/19 Lido di Ostia (Roma)
Tel. – Fax. 06 5622778
Aperto sempre, giorno di riposo il Lunedì




Claudio Bronzi, Giorgio Dracopulos, Daniele Usai 

Vista della prima Saletta

Vista della seconda Saletta

Vista della terza Saletta

Carta dei Vini

Pane della Casa

Gamberi Rossi

Foie Gras

Agnolotti alla 'nduja di Tonno

Sandwich di Spatola

Rocher al Gorgonzola