Capalbio, in
Provincia di
Grosseto, antico e fascinoso
Borgo dalle doppie mura; il suo territorio delimita l’ultima propaggine costiera e l’entroterra collinare della
Toscana Meridionale, facendo da confine con il
Lazio. Il suo nome, probabilmente, deriva dal
Latino “Caput Album” (testa bianca), simbolo che si ritrova, nel suo
Stemma: un leone senese (aggiunto nel
1400) che sorregge una testa bianca. Molti ritrovamenti storici fanno risalire i primi insediamenti in questi territori in tempi lontanissimi, qualche certezza in più l'abbiamo con il sopraggiungere degli
Etruschi e dopo, come al solito, con i
Romani, che vi costruirono le prime fattorie e le grandi
Ville schiaviste del
Periodo Repubblicano, soppiantate poi dalle estese
Tenute del successivo
Periodo Imperiale. Il primo documento ufficiale che cita
Capalbio è la
Bolla Leonino-Carolingia del
805 d.C., con cui l’
Imperatore Carlo Magno la donava all’
Abbazia delle
Tre Fontane di
Roma. Dopo l’anno
Mille, e nei
Secoli successivi, seguendo le vicissitudine storiche di quel lungo periodo, fatto di lotte tra
Aldobrandeschi, Senesi, Orsini, Spagnoli, il
Borgo fu dotato di doppia cinta di
Mura con camminamenti di ronda a livelli differenziati, sorse la
Chiesa di San Nicola e
Case affacciate sugli stretti e suggestivi
Vicoli, nacque anche la
Rocca Aldobrandesca, un’altissima
Torre, che, anche oggi, domina tutto il circondario. Il fascino dell’atmosfera
Medievale che si respira, fa di
Capalbio una tappa obbligatoria. Non solo, anche il magnifico territorio che la circonda, fatto di colline, campagne e mare è ricco di poesia e storia, qui, tra l’altro, fu
“Re della Maremma” l’ultimo dei grandi
Briganti della zona,
Domenico Tiburzi , detto
“Domenichino”, nato a
Cellere (VT) il
28 Maggio
1836, e ucciso dai Carabinieri del
Capitano Michele Giacheri, proprio a
Capalbio, il
24 Ottobre
1896. Un eroe, per la popolazione, che si era autonominato
“Amministratore di Giustizia” contro le inique
Leggi dei
Savoia, in difesa dei più deboli. Oggi
Capalbio è un
Comune di circa
4.000 abitanti, con una splendida posizione geografica in mezzo alla natura incontaminata, e che tutela con cura il suo grande patrimonio storico-culturale, monumentale, ambientale e paesaggistico, a dimostrazione di ciò, i molti premi e riconoscimenti, nazionali ed internazionali, ricevuti.
Proprio percorrendo la
Via Nuova, al numero civico
27, prima dell’ultima curva in salita, che porta all’ingresso principale del
Borgo di
Capalbio, c’è il
Ristorante Tullio del grande
Chef Tullio Sassi e della sua
Famiglia.Tullio è un simpatico ed interessante personaggio, nasce a
Capalbio, nel
1946; è ancora piccolino quando viene istituito, nel
1951, l’
Ente Maremma (Ente per la Colonizzazione della Maremma Tosco-Laziale), che inizia la suddivisione e la distribuzione delle terre, qualche anno dopo, tocca l’assegnazione anche alla sua
Famiglia che si trasferisce in campagna,
Tullio ha otto anni, questo tipo di vita non è la sua massima aspirazione, a tredici anni è già dell’idea che è necessario un cambiamento. L’occasione capita un giorno ad
Orbetello (GR), mentre è con la mamma a fare delle spese, incontrano un parente,
Aldo Scotto, bravo e creativo
Chef, che aveva lavorato per anni sulle grandi navi della
Costa Crociere, prima compagnia di navigazione Italiana, era appena sbarcato e aveva incominciato a lavorare al
Ristorante La Pace a
Porto Santo Stefano (GR).
Tullio appena lo conosce gli chiede subito di poter andare a lavorare con lui, comincia così la sua gavetta, ma le pulizie e i lavori base non dureranno molto, è un ragazzo sveglio e impara presto, a diciassette anni lavora già in sala. Nel
1967 parte per il servizio militare, per tre mesi lo spediscono a
Taranto, poi di stanza a
Padova, con le sue attitudini lo mettono a dirigere la sala della
Mensa Ufficiali in
Aeroporto, era usanza che il fine settimana gli ufficiali andassero a casa e anche i
Cuochi civili facessero festa. Proprio un fine settimana arrivò, all’improvviso, un alto ufficiale e la mensa fu aperta per lui e il suo seguito, in mancanza di
Cuochi, a
Tullio fu ordinato di andare in cucina, fu un successo, e lui si appassionò a questo nuovo ruolo. Finito il servizio di leva ritorna al
Ristorante La Pace e successivamente lavora nella cucina del nuovo
Ristorante, dello stesso proprietario,
Il Moresco, poi crescerà di esperienza in esperienza in importanti
Locali di
Capalbio,
Porto Santo Stefano e
Scansano. Proprio in questa ultima Località, nel
1989, sarà l’artefice della ascesa del magnifico
Hotel Resort 4 Stelle “Antico Casale di Scansano”, trentuno bellissime camere con annesso
Ristorante, Centro Benessere e Scuola di Equitazione. In quegli anni girerà il mondo per promuovere anche gli straordinari prodotti del territorio, tra il
1994 e il
1997 assumerà in prima persona la gestione del
Ristorante del Casale. Eccoci arrivati, appunto, al
1997, anno in cui torna a
Capalbio ed apre il suo attuale
Ristorante battezzandolo con il suo nome:
Tullio.
In pochissimo tempo, grazie alla sua grande maestria ai fornelli, diventa un
Locale Cult della cucina tradizionale e meta di personaggi famosi della politica e dello spettacolo. Tutta la famiglia è coinvolta, la moglie
Annamaria e il figlio
Gaspare, classe
1971, poi arriverà anche l’altro figlio,
Gianmaria, classe
1981 (vedi foto in alto, con me, Tullio e il figlio Gaspare).
Il
Ristorante Tullio ha una bella sala rettangolare dalle pareti in pietra, il pavimento in cotto e il soffitto con travi di legno, una decina di comodi tavoli con in fondo il massiccio bancone, poi c’è la bella terrazza panoramica, che in caso di intemperie si trasforma in veranda. L’arredamento è rustico ma ben messo, tutto è perfettamente ordinato, un
Locale decisamente accogliente. La
Carta dei Vini, fatta da
Gaspare, è attenta e selezionata, sia per la qualità che per i prezzi, c’è
“Tutta la Toscana”, sia
Bianchi che
Rossi, con un occhio particolare al territorio (Morellino e dintorni), non manca il
Vino della Casa, fornito da una
Cantina locale, gli Spumanti, gli Champagne e i Vini da Dessert. Le birre artigianali della Val D’Orcia sono del
Birrificio L’Olmaia,
Loc. S. Albino, Montepulciano (SI). Ma
Gaspare è anche il degno successore di suo padre in cucina, quando
Tullio per qualche motivo manca è lui a portare avanti la tradizione di famiglia.
Il Menù è nettamente orientato su una scelta di
Terra.
Eccoci giunti alla degustazione, accompagnata dal Rosso della Casa:
- Frittelle di baccalà con purè di ceci;
- Carpaccio di Chianina affumicata con aceto balsamico;
- Zuppa di Tullio;
- Costolette di agnello allo scottadito con carciofi fritti;
- Ciambellone di mele, caldo, con crema di vaniglia;
- Zuppa Inglese.
Tutto ben presentato ed estremamente buono, la
Zuppa di Tullio e il
Ciambellone addirittura sublimi. Il servizio è puntuale e veloce, anche se il
Locale è pieno. La sensazione piacevole che si prova è quella di trovarsi ospiti a casa di un amico.
Dal mese di Marzo
2010, per agevolare la clientela e far conoscere la cucina di
Tullio a tutti, hanno aperto, accanto al
Ristorante, l’
Osteria al Vecchio Comune, dove la
Cucina Tipica Maremmana viene servita, in un piccolo ma accogliente locale, con semplicità e a prezzi ridotti, per un pranzo o una cena veloce, rispettando i sapori e la qualità (vedi ultime due foto sotto). Il figlio più piccolo,
Gianmaria, porta avanti questa nuova, simpatica, iniziativa.
La filosofia di
Tullio è semplice ma efficace, usare prodotti naturali di primissima qualità e possibilmente del territorio, fare tutto ciò che è possibile da se in cucina, mettere appunto le ricette della tradizione per ottenere i profumi e i sapori più esaltanti.