La Cultura Enologica in Francia ha una Storia straordinaria e Secolare che ha avuto e ha una grande influenza su tutti gli altri Territori del Mondo dove si produce Vino. Le Zone Vitivinicole Francesi, come Bordeaux, Borgogna, Valle del Rodano, Valle della Loira, Alsazia e Champagne, grazie alla grande qualità della produzione abbinata a una grande capacità di comunicare tale qualità sui mercati mondiali sono considerate da tutti come modelli di riferimento. Una Tradizione Enologica quella Francese che risale al 600 a.C. quando i Greci fondarono “Massalia” (oggi Marsiglia) e introdussero nel Territorio la coltura della Vite.
La
produzione di Vino in Francia alla fine 2023 di circa 45 milioni di Ettolitri
ha portato il Paese a diventare il Primo Produttore al Mondo.
La
qualità dei Vini Francesi, analogamente al sistema in uso in Italia,
prevede tre livelli di Denominazione: - “AOC” (Appellation d’Origine Contrôlée)
il livello di qualità più alto e rigoroso del sistema e può comprendere anche
delle Sottozone; - “Vin de Pays” analogo alle “IGT” Italiane; -
“Vin de Table” i Vini che non rientrano, per mancanza o insufficienza di
requisiti, nelle categorie superiori. A seconda poi della Zona di Produzione
dei Vini esistono delle altre specifiche menzioni come “Château”, “Cru”, “Clos”,
che contribuiscono a definire e delimitare il Territorio di Origine
dei Vini stessi e di alcune Tipologie.
La “Nuova
Aquitania”, la più estesa Regione Amministrativa Francese, è stata istituita, a
decorrere dal Primo Gennaio 2016, accorpando le Regioni
di Aquitania, Limosino e Poitou-Charentes. Suddivisa in
12 Dipartimenti ha come Capoluogo la Città di Bordeaux. In questa
Regione sono ubicate alcune delle più grandi e importanti Zone Vitivinicole
Francesi come Bordeaux, Médoc e Margaux conosciute in tutto il Mondo come le
migliori per la produzione di Vini grazie al particolare “Terroir”
(Territorio), il complesso sistema ambientale naturale, chimico, fisico e
climatico.
L’Imperatore
Carlo Luigi Napoleone Bonaparte (Napoleone III, 1808 - 1873) in occasione della
“Exposition Universelle des produits de l’Agriculture, de l’Industrie et des
Beaux-Arts” tenutasi a Parigi tra il 15 Maggio e il 15 Novembre 1855, volle
redigere un sistema di “Classificazione Ufficiale” dei migliori Vini del
Bordeaux esposti per l’occasione. Un ristretto comitato di esperti e
commercianti del settore, dopo aver effettuato una selezione di ottimi
Vini, prendendo anche in considerazione
l’alta professionalità degli Château (61 i Castelli catalogati) e i costi di
produzione, espresse la Classificazione, che prende il nome dall’anno in cui è
stata fatta il 1855, ed è ordinata per importanza dal primo al quinto livello
per i Vini Rossi: “Premiers Grands Crus Classés”, “Deuxièmes
Crus”, “Troisièmes Crus”, “Quatrièmes Crus”, “Cinquièmes Crus”.
Mentre per i Vini Bianchi la Classificazione comprese: “Premier Cru Supérieur”,
“Premier Crus”, “Deuxième Crus”.
Uno dei Vini
Bianchi colonne portante del Territorio del Bordeaux che è passato attraverso i
Secoli consolidando le sue pregevolissime peculiarità è lo “Château
d'Yquem Premier Cru Supérieur".
“Château
d’Yquem” è una
splendida Tenuta, ubicata all’apice di una verdeggiante collinetta, nel piccolo
e suggestivo Comune di Sauternes (meno di mille abitanti), una piccola enclave
nelle Graves a sud-est di Bordeaux, con più di 400 anni di storia una vera e
propria saga epica piena di eventi e illustri personalità.
Lo “Château
d'Yquem” è un'Azienda Vitivinicola che da sempre produce un
particolarissimo Vino Dolce, grazie a un terroir e un microclima perfetto per
lo sviluppo della “botrytis cinerea” (muffa nobile che attacca l’uva), diventato
mitico negli anni che ha il suo stesso nome ed è come già accennato l’unico a
essere stato Classificato “Sauternes Premier Cru Supérieur” dalla
regolamentazione Ufficiale del Vini di Bordeaux del 1855.
Il “Sauternes” è
un Vino Dolce Francese rientrante nell’Appellation d’Origine
Contrôlée Sauternes una delle suddivisioni dei Vigneti di Bordeaux.
La Zona che dal 1936 rientra nella Denominazione comprende Cinque Comuni tutti
ubicati a sud di Bordeax sulla riva sinistra del Fiume Garonna e
adagiati su entrambe le sponde del Fiume Ciron: Barsac, Bommes,
Fargues, Preignac, Sauternes. Le Uve utilizzate nella “AOC Sauternes” sono:
Sémillon, Sauvignon Blanc e Muscadelle. La storia della denominazione praticamente
coincide con quella dello Château d’Yquem che da sempre ne è la massima
espressione.
Durante il
Medioevo nella Tenuta d'Yquem esisteva già dal XII Secolo un edificio
Fortificato, era di proprietà del Re d'Inghilterra all'epoca anche Duca
d'Aquitania. Nel 1453 il sud-ovest della Francia ritornò sotto il dominio della
Corona Francese grazie a Carlo VII. Un discendente di una Famiglia Nobile
Locale, Jacques Sauvage, fu incaricato a partire da Mercoledì 8 Dicembre
del 1593 di custodire la Tenuta e di ristrutturare gli edifici in essa
compresi. Gli archivi del dipartimento della Gironda, così come quelli del
Castello, dimostrano che già a quell'epoca esistevano pratiche viticole
particolari e vendemmie tardive.
Giovedì 16
Luglio 1711, verso la fine del Regno di Luigi XIV, un discendente di Jacques,
Léon de Sauvage d'Yquem, ricevette lo “status nobiliare” e acquistò la Tenuta
dando inizio sia ai lavori per il completamento del Castello (un quadrilatero
attorno ad un vasto cortile, l’edificio e diventato “Monumento Nazionale” nel
2003) sia alla paziente opera di realizzazione, appezzamento dopo appezzamento,
delle vigne. Nel 1785 Françoise Joséphine de Sauvage d'Yquem a soli 16 anni
sposò il Conte Louis Amédée de Lur-Saluces Colonnello del Reggimento
Penthièvre-dragons (un reparto di cavalleria) che solo tre anni dopo morì
cadendo da cavallo. La giovanissima vedova assunse con una straordinaria
intelligenza e bravura la gestione delle proprietà e delle ricchezze della
Famiglia che prosperarono.
Al tempo il
vino dello Château d'Yquem era già molto apprezzato da famosi personaggi
dell’epoca e tale fatto aiutò la giovane Françoise Joséphine a mantenere i beni
di famiglia anche durante la Rivoluzione Francese (1789 - 1799) quando, essendo
una forte oppositrice, venne imprigionata due volte. Nel 1826, Françoise
Joséphine fece edificare la nuova Cantina, perfezionò i metodi di vendemmia e
sviluppò la reputazione internazionale.
Sarebbe ancora
troppo lungo entrare nei particolari anche avventurosi e interessantissimi della
discendenza di Françoise Joséphine a partire da suo Figlio Antoine Marie Henri
Amédée de Lur Saluces (1786 - 1823) fino ad arrivare alla Quinta Generazione
con Bertrand de Lur Saluces (classe 1888) che morì
per arresto cardiaco nelle strade di Bordeaux il 9 Aprile 1966. Bertrand celibe
e senza discendenti scelse, poco prima della sua morte come successore alla
guida dei possedimenti di Famiglia, suo Nipote Alexandre de Lur Saluces (classe
1934) un grande appassionato che purtroppo si è spento il 24 Luglio 2023 all’età
di 89 anni lasciando un gran vuoto nel panorama internazionale
dell’enologia.
Nel 1996 lo
Château d'Yquem è stato acquistato per il 38% dal Gruppo Francese “LVMH -
Moët Hennessy Louis Vuitton SE” e nel 1999 a loro sono andate 64% delle
azioni. Il Gruppo fondato da Alain Chevalier e Henry
Racamier è oggi Leader Mondiale nel settore del lusso in termini
di fatturato con un portafoglio di oltre settanta prestigiosi marchi nel campo
dei vini, degli alcolici, nel campo della moda, nei gioielli, in Alberghi di
lusso e nei media. Dal Maggio 2004 la gestione dello Château d'Yquem è stata
affidata a Pierre Lurton.
Oggi la
Tenuta dello “Chateau d’Yquem”, che ha mantenuto un carattere fortemente
artigianale, ha un patrimonio vitato di circa 126 ettari (Varietà: circa 80%
Sémillon e 20% Sauvignon Blanc) coltivati con metodi tradizionali nel rispetto
della natura, senza uso di diserbanti, vengono concimati a rotazione
quinquennale con il solo compost. Le numerose potature favoriscono delle rese
quantitativamente molto basse ma eccellenti. Le uve vengono accuratamente
raccolte in più passaggi durante la fase di maturazione completa, quando i
grappoli vengono attaccati dalla “botrytis cinerea” la muffa nobile che rende
magnifici e inimitabili i Sauternes. I chicchi vengono selezionati ad uno ad
uno con continui passaggi nelle vigne, durante la vendemmia che dura circa un mese
e mezzo.
In Cantina
vengono effettuate da 3 a 4 pressature per effettuare la migliore estrazione
degli zuccheri naturali presenti nell’uva. Le fermentazioni vengono effettuate
separatamente seguendo le date della vendemmia e si realizzano in barrique
nuove per un periodo che può raggiungere anche le sei settimane. Da notare che
soltanto i vini di alcune specifiche barrique giudicati, dopo accurate e
specifiche analisi organolettiche, sono riconosciuti degni di essere messe in
commercio e quindi sottoposti a una ulteriore maturazione di 20 mesi. Vengono
imbottigliate solo le annate migliori, per esempio durante i cento anni del
1900 ben nove vendemmie non sono state messe in bottiglia. Tutto ciò fin qui
descritto ha un costo elevatissimo. Il patrimonio dello “Chateau d’Yquem” sono
anche le persone che con le loro famiglie vivono e lavorano quotidianamente da
anni nella Tenuta.
Lo Château
d'Yquem è un Vino estremamente longevo che si caratterizza per la sua
straordinaria complessità e i suoi magnifici sentori che progressivamente si
accentuano con il passare del tempo. Un Vino Dolce, vero oro liquido, che si
adatta alla perfezione con pietanze salate come foie gras, formaggi importanti
e alcuni tipi di carni. Nel 2016 lo “Château d'Yquem 1811” (una bottiglia
classica da 0,75 cl.) è entrato nel Guinness dei primati come il Vino Bianco
più caro al Mondo essendo stato venduto per settantacinquemila sterline.
Per
conoscere e approfondire nel dettaglio tutta la magnifica Storia dello “Chateau
d’Yquem” vi consiglio vivamente un super interessante Libro uscito da poche
settimane: “Chateau d’Yquem” di Cinzia Benzi, Francesca Brambilla e Serena
Serrani.
Cinzia
Benzi, nata a Canelli nel Monferrato in Piemonte, da sempre ha manifestato il
desiderio di uscire dai confini regionali per esplorare il mondo. Il nettare di
Bacco è una delle sue ragioni di vita, una passione travolgente trasmessa dal
padre Carlo. Vive tra Milano, città che l’ha adottata e permesso di misurare le
sue capacità professionali, e Canelli dove nel 2020 è tornata a vivere
stabilmente con il marito Daniele, l’amore della sua vita. La Francia è il suo
paese d’adozione, la sede dei suoi studi enoici e per le amicizie. Anche gli
studi di psicologia sono stati fondamentali per la sua professione. Cinzia è
stata rapita dalla galassia gastronomica, complice un’insospettabile indole da
buongustaia, in seguito all’incontro con il grande giornalista Paolo Marchi,
ideatore e curatore di “Identità Golose” il Congresso Internazionale di cucina
e pasticceria, con il quale ormai lavora da molti anni.
Francesca
Brambilla è Milanese, diplomata in fotografia all’Istituto Europeo di Design di
Milano. Il suo amore per la fotografia nasce in maniera istintiva e viscerale,
come diretta conseguenza del suo modo di essere. Le sue doti umane e
professionali la rendono la persona ideale per coordinare i diversi ruoli che
ruotano intorno alla creazione di un’immagine di food. Così, nasce il suo
speciale approccio alla fotografia che la rende una specialista dello still
life. Nel 2006, ha fondato, con Serena Serrani, lo “Studio Brambilla Serrani” e
insieme si si sono affermate tra le interpreti di punta della “food photography”
Italiana e Internazionale, ricevendo numerosi riconoscimenti e premi.
Serena
Serrani è Anconetana, ha studiato Scienze della Comunicazione all’Università
Politecnica delle Marche dove si è laureata in Filosofia dei linguaggi con una
“tesi sul linguaggio fotografico”. Riflessiva e acuta osservatrice, Serena
predilige il cinema e il teatro considerando questi ambiti i più affini alla
sua sensibilità, tanto da proseguire gli studi con un Master in Fotografia
dello Spettacolo. Il suo percorso professionale è iniziato nella fotografia
teatrale, dove ha sviluppato le sue grandi doti tecniche e interpretative nella
mutevolezza della drammaturgia ricevendo molti riconoscimenti. L’incontro con
Francesca Brambilla le ha fatto capire che poteva unire alla fotografia le
altre sue due altre grandi passioni, il cibo e il vino.
“Château
d’Yquem” è un bellissimo volume monografico edito da Seipersei nel formato 22,5 x 29 cm., con
copertina cartonata, di 176 pagine. Nel Libro i testi di Cinzia
Benzi affascinano e coinvolgono rivelando anche alcuni segreti fino a ora
ben custoditi, le sue parole sono un’assoluta dichiarazione d'amore unica e
potente agli spiriti e alla magia dello Château d’Yquem nel riuscito tentativo
di raccontare un mito. Le pagine del Libro sono ricchissime di stupende ed
evocative foto a colori di Francesca Brambilla e Serena Serrani oltre alle
suggestive illustrazioni di Gianluca Biscalchin.
Alla stesura
del Libro hanno partecipato, con le proprie riflessioni, anche famosi
Giornalisti Enogastronomici come Eleonora Cozzella, Federico De Cesare Viola,
Maddalena Fossati Dondero, Andrea Grignaffini, Paolo Marchi, Leila Salimbeni,
oltre ai contributi del Master of Wine Gabriele Gorelli e di Massimo Bottura e
Giuseppe Palmieri, rispettivamente Chef Patron e Direttore di Sala dell’Osteria
Francescana (Tre Stelle Michelin) di Modena.
Giulia
Corino ha contributo alla versione in Lingua Inglese e Bernadette Vizioz insime
a Tiphaine Illouz-Assouly per quella in Francese.
“Château d’Yquem” di Cinzia Benzi, Francesca Brambilla e Serena Serrani è un Libro bellissimo, prezioso e fascinoso che racconta la storia di un mito: un Libro assolutamente da leggere.
https://www.youtube.com/watch?v=wwi-m8c_fC0
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