
Il territorio che oggi corrisponde alla
D.O.C. del
Soave, in
Provincia di Verona, ha antichissime tradizioni vitivinicole che risalgono alle popolazioni dei
Veneti e dei
Celti che abitarono in queste zone prima dell’avvento dei
Romani. Quest’ultimi, stanziandosi nel
Veronese, svilupparono e incrementarono la produzione vitivinicola, per poi distribuirla, con i carri e su barconi fluviali, in tutto l’
Impero. Dopo il decadimento causato dalle invasioni barbariche, le coltivazioni ripresero vita dopo l’
Anno Mille, grazie ai
Monaci, ripartì la coltura della
Vite. Per proteggersi da nuove aggressioni sorsero in questa zona numerosi importanti
Castelli e
Manieri (dimore dei signori feudali minori), che furono teatro anche delle sanguinose lotte tra le potenti famiglie del tempo, e gli immancabili scontri tra
Guelfi e
Ghibellini (due fazioni opposte sempre in lotta tra il
XII secolo e l’epoca delle
Signorie, i primi appoggiavano la
Chiesa i secondi l’
Impero). Il
Castello di Soave (vedi foto sotto), con la sua storia, è un esempio perfetto per conoscere meglio gli eventi di questa zona d
’Italia. Le origini del
Castello risalgono, probabilmente, ai primi anni del
X secolo, venne costruito per volontà di
Berengario I Re d’Italia. Dall’edificazione al
1369 passò di mano, anche con accese battaglie, dai
Sanbonifacio a
Ezzelino da Romano, dalla
Famiglia dei Greppi a
Mastino I della Scala, da
Rolando de’Rossi da Parma a
Mastino II della Scala. Sotto la dominazione degli
Scaligeri,
Cansignorio, nel
1369, iniziò una importante opera di restauro che si protrasse fino al
1375, rafforzando il
Castello anche con la costruzione della nuova grande cinta muraria che proteggeva tutto l’abitato. Le mura continuarono ad essere al centro di nuove lotte e contese, con la caduta degli
Scaligeri arrivò
Gian Galeazzo Visconti, signore di
Milano, poi i da
Carrara signori di Padova, successivamente si alternarono
Veneziani e la famiglia
Visconti, con una breve parentesi di
Massimiliano I d’Asburgo. Nel
1696 il
Castello divenne proprietà del
Nobile Francesco Gritti, rimase della
Famiglia fino al
1830 quando lo acquistò l’Avvocato
Antonio Cristiani, nonno materno di
Giulio Camuzzoni, bisnonno dell’attuale proprietaria. Grazie all’impegno di questa
Famiglia il
Castello di Soave si è preservato nel suo maestoso e straordinario fascino. Le terre che lo circondano sono una infinita distesa di filari di
Viti, predominano i
Vitigni, ormai autoctoni, della
Garganega e del
Trebbiano. La
Garganega ha trovato su queste colline il suo habitat ideale, il terreno è tufaceo e ha origine vulcanica, ci sono importanti affioramenti calcarei, le viti si sono perfettamente adattate e crescono in simbiosi perfetta; oltre al già nominato
Trebbiano di
Soave qui troviamo anche
Vitigni di
Chardonnay e di
Pinot Bianco. Questa è la zona di produzione di uno dei
Vini Bianchi Italiani più importanti, il
Soave, appunto, che nel
1931 veniva riconosciuto, primo tra tutti i Vini Italiani,
“tipico e pregiato”, meriti confermati con la
D.O.C. (Denominazione di Origine Controllata) nel
1968 e le
D.O.C.G. (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) nel
1998 per il
Recioto di
Soave e nel
2001 per il
Soave Superiore. Due brevissime parole sul
Recioto di
Soave vanno dette, trattandosi di un grande Vino da dessert/meditazione. Gli
Antichi Romani definivano questo Vino
“Vinum suave, nobile et pretiosum”, come si evince dalla descrizione che ne fa nel
533 d.C.
Flavio Magno Aurelio detto
Cassiodoro (vissuto tre il
490 e il
583 d.C. e Prefetto del Pretorio per l’Italia sotto la reggenza di
Amalasunta figlia del
Re Ostrogoto Teodorico); viene prodotto con uve di
Garganega lasciate appassire su tralicci o plateau di legno, e prende il nome dalla particolare forma dei grappoli che nella parte superiore prendono una posizione simile a delle orecchie, in dialetto
Veneto “rece”. Lasciato invecchiare in barrique di quercia da
225 litri, anche per tre anni, quando viene imbottigliato è uno dei prodotti più rappresentativi dell’arte del fare il
Vino. Non molto lontano dal
Castello di Soave, circa a dieci minuti, in
Località Monteforte d’Alpone c’è l’
Azienda Agricola I Stefanini: è della
Famiglia Tessari , agricoltori e viticoltori sin dal
1800. Il nome dell’
Azienda nasce dal loro capostipite
Stefano, da allora è diventato anche il loro soprannome:
I Stefanini.
Valentino Tessari con la moglie
Stefania, il figlio
Francesco, il fratello e le sorelle,
Giuseppe,
Luisa,
Valeria e
Maria Grazia, sono una splendida
Famiglia di persone vere e sincere che amano la loro terra e il loro lavoro, hanno vari appezzamenti per un totale di circa
20 ettari, tutti vitati, e si sono dati all’imbottigliamento solo dal
2003, fino ad allora producevano per se e conferivano poi il resto della loro produzione alla
Cantina Sociale. Anche se sono andato a disturbarli durante la vendemmia, mi hanno accolto con squisita gentilezza e ospitalità, imbastendo, lì per lì, una ricca tavola apparecchiata per pranzo. La gentile signora
Stefania è appassionata di gastronomia, mi onora di essere anche una mia lettrice, mi ha fatto mangiare benissimo, con, anche, degli straordinari prodotti di loro produzione.
Francesco (classe
1981), il figlio, nato a
Soave, oggi è il motore trainante dell’
Azienda, con il suo grande entusiasmo e la sua grande passione sviluppata fin dalla tenera età. Dopo essersi diplomato
Perito Agrario all’Istituto Tecnico Agrario “A. Trentin” di Lonigo (Vi), ha frequentato la
Facoltà di Agraria all’Università di Padova, trasferendosi successivamente al
Corso di Enologia a Verona, tornato a casa, dal
2003, si occupa dell’
Azienda con amorevole cura. I
Vini da loro prodotti sono: Soave D.O.C.
“Il Selese”, Soave Classico D.O.C.
“Monte de Toni”, Soave Superiore Classico D.O.C.G.
“Monte di Fice” e solo nelle migliori annate il Recioto
“Togo Rosso". Il Soave
Il Selese, Alc.
12% Vol. (
90% di Garganega e
10% di Chardonnay), viene prodotto da vigneti di circa
20 anni, circa
60.000 le bottiglie, ha un bel colore giallo paglierino, gli aromi sono prevalentemente di frutta fresca rotonda, al palato delicati sentori floreali, molto fresco si lascia bere bene. Il Soave Classico
Monte de Toni, Alc.
13% Vol. (
100% Garganega) viene prodotto da vigneti di circa
30 anni, qui le bottiglie non sono molte, circa
12.500, colore giallo paglierino, aromi fruttati, sentori intensi al naso e al palato, lungo e molto piacevole. Il Soave Classico Superiore
Monte di Fice, Alc.
13% Vol.
(100% Garganega) viene prodotto da vigneti di
30 anni, è una rarità visto che ne vengono fatte solo
6.000 bottiglie, colore giallo paglierino intenso, molti aromi fruttati, al palato un tripudio di sentori floreali e note speziate, molto equilibrato armonico e avvolgente, lungo e persistente, veramente ottimo. Ovviamente, a così tanta qualità e bontà, non sono mancati i premi e i riconoscimenti, comprese ottime valutazioni come i
“Tre Bicchieri” della
“Guida Vini d’Italia 2010” del
Gambero Rosso al
Monte di Fice 2007 e il
“Premio Etichetta per l’Ottimo Rapporto Qualità/Prezzo” a
Il Selese 2008 sulla
“Guida al Vino Quotidiano 2010” edita da
Slow Food. Questo straordinario rapporto tra la eccezionale qualità e il prezzo (basso) è una prerogativa di tutta la loro produzione.
Fare il Vino con le migliori tecnologie ma ottemperando strettamente alle regole della tradizione, è la filosofia della bella Famiglia Tessari, che ha ottenuto del Vino di grande qualità e lo ha reso anche più “Soave”.Azienda Agricola I Stefanini
Via Crosara 21, Monteforte d’Alpone (Verona)
Tel. 045 6175249 Fax. 045 4851828
francesco@istefanini.ithttp://www.istefanini.it/
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