La Storia
della Gastronomia Mondiale è uno straordinario racconto millenario, che marcia
in parallelo con lo sviluppo del genere umano, e non basterebbero delle intere
biblioteche per essere esaustivi.
Vi accenno
solo alcune piccolissime curiosità, tanto per chiacchierare tra di noi.
Dalla
nascita dell’Homo Sapiens, circa 200.000 anni fa, fino al 10.000 a. c., non si
può parlare di “cucina”.
L’uomo era un predatore, cacciava, pescava e si
nutriva di tutto ciò che di commestibile gli offriva la terra.
Dal 10.000
a. C. in poi l’uomo iniziò, da nomade, a diventare stanziale, imparando a
coltivare e ad allevare.
Da quel
momento in poi, grazie a straordinarie antichissime civiltà come gli Egizi, i
Greci e poi i Romani, che si può dire sia nata la gastronomia e l’enologia.
Gli
Egiziani, per fare dei banali esempi, ingrassavano le oche, i panettieri Greci,
ad Atene, facevano già decine di tipi diversi di pane, i ricchi Romani, in
estate, bevevano granite fatte con la neve, immagazzinata in grotte di tufo, e
la frutta.
A Creta nel 2000 a. C. si coltivava la vite sia per l’uva che per il
vino, i Cinesi, 800 anni a. C., conservavano, dove era possibile, già i cibi
nel ghiaccio.
Con la
caduta dell’Impero Romano d’Occidente e le invasioni barbariche, la storia
culinaria ebbe un crollo.
Bisogna arrivare all’800 d. C. con l’arrivo degli Arabi
per avere un vento di novità ricco di spezie, di riso, di zucchero e di molte
altre fondamentali prelibatezze.
Nel Medioevo arrivarono tra l’altro anche il
burro e i formaggi di pregio insieme a metodi nuovi di conservazione dei cibi
come la salatura e l’affumicatura.
Agli inizi
del 1300 fecero la loro comparsa le prime vere e proprie pentole e altri
specifici attrezzi vari da cucina.
Ma fu solo
nel XVI Secolo (nel Rinascimento Italiano) che comparvero sulle tavole,
ovviamente dei ricchi, le forchette, il tovagliolo, gli stuzzicadenti, i cibi
più curati e molto altro che noi oggi usiamo e mangiamo abitualmente.
E’ proprio
in questo periodo che, nelle fumose cucine dei nobili, nasce una gerarchia di
addetti alla cucina: i primordi dell’attuale “Brigata di Cucina”.
Nel XVII Secolo, finalmente, arriva quella che possiamo definire “la
prima scuola della cucina classica”, in questo caso Francese, con il Cuoco
professionista François
Pierre de la Varenne (1615 - 1678) che nel 1651 codificò, con una delle sue
opere più importanti, intitolata “La Cuisinier François”, degli
insegnamenti rivolti ai professionisti del settore.
Da allora molta strada è stata fatta fino a giungere ai nostri giorni,
ma non crediate che poi certi tempi (come l’arrivo della tecnologia) siano cosi
lontani.
Solo nel 1915 fu inventa la surgelazione (per poi aspettare trent’anni
per la commercializzazione dei primi cibi cosi trattati) e soltanto tra il 1950
e il 1960 che i frigoriferi entrarono in tutte le case.
Molto altro, sia come
attrezzature che come tecniche di cucina, è ancora più recente.
Tutto ciò che vi ho raccontato è solo un granello di sabbia di ciò che
bisognerebbe conoscere per poter entrare “in punta di piedi” nel fantastico
mondo dell’enogastronomia.
Si deve studiare moltissimo, sempre, per tutta la
vita, acculturandosi in tutti i campi legati a questo straordinario modo di
apprezzare la vita: non s’imparerà mai abbastanza.
Ecco che in questi ultimi anni, con tantissimi giovani che vogliono
apprendere, si sono aperte moltissime “Scuole di Cucina” e non solo, grazie
anche alla pubblicità data dalla massiccia presenza mediatica, in gran parte
del mondo, di grandi super Chef “stellati”.
Tra le Scuole di Cucina che conosco personalmente, per esempio, c’è da
annoverare la “ART in Cooking”, una piccola ma accogliente Scuola ubicata a
Santa Maria a Monte in Provincia di Pisa.
Cristina Pistolesi ha un animo gentile e una notevole sensibilità
artistica, per molti anni ha suonato, per passione e non solo, uno strumento
particolarmente difficile per una donna, il “sassofono”.
La passione per la Cucina le deriva dai ricordi giovanili, lo dice lei
stessa raccontandolo graziosamente con
il suo bel sorriso: “In ogni mio piatto c’è il ricordo vivo di un piccolo orto di
campagna dove nonna Giulia coltivava le verdure sotto l’albero di nespolo e
questo ricordo è sempre associato alla cucina, dove si diffondevano gli aromi
inebrianti e i deliziosi profumi che invadevano anche tutta la casa”.
Cristina è autodidatta, ma ha una grande esperienza gastronomica alle
spalle, sviluppata, oltreché in Italia, a Malta e in Brasile a Rio de Janeiro, è
anche Sommelier F.I.S.A.R., tutto ciò l’ha
portata ha diventare “Food & Beverage Management”: una figura professionale
di consulente della ristorazione che si occupa di assistere e perfezionare
tutta l’organizzazione di un locale dalla A alla Z.
Attraverso gli anni Cristina si è guadagnata sul campo diversi
attestati e diplomi che ne certificano la sua bravura.
Sono stato invitato, da Cristina Pistolesi, alla sua Scuola per una
serata di lezione insieme alle sue simpaticissime e brave allieve (Vanessa,
Sara, Elisa, Giulia, Daria, Stefania, Martina, Giuseppina, Valentina).
Durante la lezione in questione sono stati preparati tre piatti molto buoni
e interessanti:
- Polpo piastrato su verdure “confit” e praline di baccalà in crosta;
- Tagliolini, al nero di seppia, con calamari su pappa al pomodoro e
bottarga;
- Cannolo croccante con crema profumata alle spezie, pistacchi e fave
di cacao.
La lezione è stata molto bella e coinvolgente.
Tanta passione e
attenzione si sprigionava, su ogni più
piccolo particolare, sia da parte dell’insegnante che delle allieve.
Il risultato è stato che i piatti, preparati con materie prime
d’eccellenza, erano belli e buoni. Ovviamente li abbiamo mangiati con grande
gusto.
Ad aiutare Cristina Pistolesi il volenteroso e bravo Simone Capobianco
che, in mio onore, aveva preparato un dolce con una ricetta Greca.
La Chef Cristina Pistolesi, giustamente, definisce le sue preparazioni:
“piene di colore, ma essenziali e pulite”.
Ho sempre sostenuto che: “Le ricette dei piatti in se non hanno
un’anima e pertanto non hanno vita, è il Cuoco/Chef che deve fare questo
“miracolo”, ci può riuscire, però, soltanto se ha un animo sensibile e
positivo”.
A conferma di quanto sostengo, “guarda caso” il motto della Scuola di
Cucina “ART in Cooking” della Chef Cristina
Pistolesi è una frase tratta da un articolo della Rivista “Vogue” del 1956,
scritto dalla giornalista, scrittrice, critica Americana Harriet Van Horne:
“Cucinare è come amare, o ci si abbandona completamente o si rinuncia”.
Prepariamoci a Cucinare il Polpo
Spiegazioni sulla Pappa al Pomodoro
Aggiungiamo il Nero di Seppia
Si Scola la Pasta
Si Prepara la Crema
Polpo Piastrato
Tagliolini al Nero di Seppia
Cannolo Croccante
Materie Prime d'Eccellenza
La Chef Cristina Pistolesi e Giorgio Dracopulos
Nessun commento:
Posta un commento