domenica 26 ottobre 2025

“PARADIS” HOTEL, RISTORANTE E LOUNGE BAR NEL CENTRO STORICO DI PIETRASANTA (LU): ASSOLUTAMENTE IMPERDIBILE.



Pietrasanta in Provincia di Lucca è un antichissimo Comune Toscano di origine Medievale fondato, nel 1255, dal Nobiluomo Milanese Messer Guiscardo Pietrasanta, Podestà della Repubblica di Lucca. Pietrasanta oltre a essere il Capoluogo della Versilia (in senso stretto la parte Nord-occidentale della Provincia Lucchese adagiata sul Mare) è una vera e propria Città d’Arte. Ciò deriva sia dal suggestivo Centro Storico ricco d’importanti, antichi e bellissimi monumenti sia perché è diventata un polo d’attrazione per Artisti provenienti da tutte le parti del Mondo essendo da secoli un centro famoso per la lavorazione del marmo e del bronzo.

Il Centro Storico è completamente pedonalizzato e sempre ben curato, ricchissimo, come già accennato, di splendide strutture storico/architettoniche e ospita regolarmente grandi esibizioni e mostre di famosi artisti nell’accogliente Piazza del Duomo e nella Chiesa/Convento (con il suggestivo chiostro) di Sant’Agostino (Secolo XIV) ma anche nelle moltissime Gallerie d’Arte che arricchiscono le già belle e vissute vie del centro.   

Proprio in Centro a Pietrasanta in Piazza Francesco Crispi, ai Civici 11/14, c’è un Hotel (4 Stelle) molto interessante che ha fatto della migliore accoglienza il suo fiore all’occhiello: “Paradis Pietrasanta”.

IlParadis Pietrasanta Hotelè di due personaggi fuori dal comune per intelligenza e capacità: i Francesi Alain Cirelli e Laurent Flechet.

Alain Cirelli, Francese con chiare origini Italiane, è un cultore tutto ciò che è bello e buono, in prima persona si occupa di supervisionare tutte le sue attività.

Alain Cirelli è nato, in piena estate del 1967, a Chambery, antico Centro fondato dai Romani e oggi il Capoluogo del Dipartimento Francese della Savoia, che sorge in una Vallata Alpina compresa tra i Massicci dei Bauges a Est e della Chartreuse e di Belledonne a Sud, alla confluenza del Fiume Leysse con l'Albane. La Savoia era Italiana ma nel 1860 fu ceduta da Vittorio Emanuele II alla Francia insieme a tutti i territori a Ovest delle Alpi come contropartita per l'aiuto garantito da Napoleone III al Regno di Sardegna nel corso della Seconda Guerra d'Indipendenza Italiana che fu combattuta contro l'Austria dal 27 Aprile al 12 Luglio 1859.

Il Nonno di Alain, Romeo, era nato nel piccolo Comune Lombardo di Bozzolo in Provincia di Mantova ma negli anni ’20, per motivi politici, espatriò con la moglie, Luigia Gerelli (detta Bice) a Modane, altro piccolo Comune della Savoia ubicato vicino al Confine Italiano

A Modane la Nonna di Alain aprì un Bistrot dove proponeva con successo “pasta e piatti semplici di Cucina Italiana”. In anni successivi il Babbo di Alain si trasferì a Chambery dove vendeva auto e camion e la Mamma, anche se aveva delle sorelle con attività Alberghiere e Ristorative a Modane, si impiegò come stenodattilografa e segretaria presso una grande Azienda di Spedizioni, la “Danzas”. Agli inizi degli anni ’70 i Genitori di Alain decisero che era giunto il momento di cambiare completamente vita e aprirono un Albergo (30 camere) con Ristorante, “Il Grande Cervo”, ad Aix-les-Bains, antico Centro Termale sulle sponde del Lago del Bourget e ai piedi delle Alpi.

L’Albergo della Famiglia Cirelli era defilato rispetto al centro abitato di Aix-les-Bains ma ubicato strategicamente sull’unica e transitata strada che collegava il Nord con il Sud della Francia. Alain praticamente è nato nell’Albergo di Famiglia e fin da piccolissimo (6 anni) fiero della sua uniforme rossa accompagnava gli ospiti alle camere; crescendo volle essere sempre più coinvolto facendo praticamente di tutto e andando anche in cucina dove ha iniziato come lavapiatti. Alain benché a scuola andasse bene aveva un solo desiderio e così un giorno disse al suo Babbo: “Voglio fare il Cuoco”.

La straordinaria carriera di Alain Cirelli iniziò quando era poco più che sedicenne, un anno dopo quella particolare occasione familiare (la cena al RistoranteLasserre” per i festeggiamenti del Fratello maggiore, Jean Francois, che si era Diplomato all’École Nationale d’Administration) che gli permise di entrare come apprendista nella Cucina proprio del mitico RistoranteLasserre” (Tre Stelle Michelin) di Parigi aperto nel 1942, dove rimase per circa due anni, alternando Scuola (École Supérieure de Cuisine Française di Parigi) e lavoro, facendo un’esperienza davvero fantastica.

Successivamente, dopo il servizio militare, Alain, grazie alla sua bravura e salendo sempre di ruolo ha lavorato, tra il 1986 il 1990, in altri famosissimi e “stellatiRistoranti di Parigi come il “Faugeron” e “Le Carré des Feuillants”, e a Ginevra, in Svizzera, a “Le Chat-Botté”. Nel 1990 entrò come Chef de Partie in un magnifico e super premiato Ristorante Parigino dove aveva sempre sognato di andare “L’Ambroisie” di Bernard Pacaud. Dopo due anni, grazie alla Famiglia Pacaud, Alain Cirelli, volò negli Stati Uniti per una brevissima esperienza al mitico Ristorante di Sirio Maccioni Le Cirque” a New York. Dagli Stati Uniti in Italia dove, nel periodo di Pasqua del 1992, Alain Cirelli, entrò in un altro tempio della Ristorazione Mondiale, all’“Enoteca Pinchiorri” di Firenze, dove fino al 1998 ha lavorato con Chef straordinari come Carlo Cracco, Italo Bassi e Riccardo Monco. Proprio in quegli anni gli Chef Italiani fecero conoscere ad Alain, tra tante meraviglie non solo Toscane, le speciali e fascinose prerogative di un Territorio magnifico come la Versilia di cui Alain si innamorò.

Tornato a Parigi fino al 2001 è stato Chef de Cuisine al bellissimo Relais & ChâteauxSaint James”. Successivamente ha aperto nel fascinoso e vivace Quartiere Parigino di Montparnasse un suo Bistrot: “Natacha”. Negli anni successivi Alain Cirelli si è occupato, nel “Gruppo Bertrand” (oltre 800 Locali, una grandissima Società di distribuzioni alimentari e grandi Alberghi, con oltre sessantamila dipendenti) di creare e seguire alcuni nuovi e importanti Locali non solo a Parigi.

Nel 2007 Alain Cirelli, ormai diventato anche imprenditore, creò il formatCulinary Events” dove ha tenuto corsi di cucina, organizzato eventi culinari e offerto servizi di consulenza e formazione. Di fronte al successo ottenuto nel settembre 2011 ha aperto, sempre a Parigi, in Rue de Paradis 54, “Le Purgatoire”, un ampio loft per eventi, un incrocio tra arte culinaria e arte contemporanea, dove una straordinaria accoglienza favoriva serate cocktail, seminari, corsi di cucina e cene private.

Ma l’amore per l’Italia e la Versilia, dove veniva sempre più frequentemente, hanno condizionato definitivamente la vita di Alain Cirelli. Dopo aver acquistato con il suo compagno Laurent una prima casa in collina, a Capezzano Monte, una Frazione collinare del Comune di Pietrasanta da cui si gode un panorama mozzafiato, ha voluto cambiare completamente vita inaugurando nell’estate  2021 il “Paradis Pietrasanta Hotel” e dando vita a un altro straordinario progetto con l’apertura di “Paradise Agricole” una straordinaria e bellissima “Eco-Azienda Biologica”. .

Il “Paradis Pietrasanta Hotel” (4 Stelle) è un fascinoso Boutique Hotel con 11 Camere e una Suites, ubicate tra Primo e Secondo Piano, tutte molto belle e dotate di ogni comodità. Le Camere si raggiungono in ascensore o salendo una grande scala incorniciata da una pregevole ringhiera di ferro battuto realizzata a mano da un fabbro locale che fa da cornice anche al parapetto del piano superiore. Particolarmente significativo per la maggiore serenità della permanenza c’è il fatto che le Stanze non hanno il telefono: la comunicazione avviene viatablet”, con il Bar e con la Reception.

L’Hotel ha uno splendido e curatissimo giardino sul retro e la ristorazione, aperta anche alla clientela esterna, che comprende l’accoglientissimo “Bar, Cocktail Bar e Lounge Bar Ariodante” (denominato così in onore del Padre di Cirelli che portava il nome di un eroe dell’Orlando Furioso e poi di un’opera di Haendel) e il RistoranteParadis”.

La Location delParadis Pietrasanta Hotel” è frutto di una imponente ristrutturazione, progettata e realizzata da “Point Trois Architecture” insieme a “Startt Architettura” con la supervisione di Alain Cirelli che ha partecipato attivamente alla definizione di ogni più piccolo particolare, di un antico Palazzo che fu residenza nobiliare d’inverno e che ingloba anche un tratto delle mura quattrocentesche Cittadine e di un suggestivo Torrione della Rocca

Il “Bar, Cocktail Bar e Lounge Bar Ariodante”, guidato Bar Manager Gianluca Montanelli, è elegantissimo con una bella Sala arredata con preziosi “Velluti Casamance” e tavolini in ferro e bardiglio (una particolare varietà di marmo grigio, spesso scuro, caratterizzato da venature biancastre e a volte azzurre, il cui nome deriva dall'antico Spagnolo "pardillo = grigiastro") circondati da opere di grandi artisti. Accoglientissimo anche lo spazio esterno che si apre su Piazza Crispi.

Al RistoranteParadis” si accede sia dal “Lounge Barsia da un ingresso apposito (a destra dell’Hotel) da cui tramite un corridoio si arriva alla base del Torrione delle antiche mura (che fa da suggestiva Saletta riservata) e che lambisce anche il Giardino-aranceto in cui si può cenare al fresco con la bella stagione tra moltissime e magnifiche opere d’arte. La Sala principale è ubicata in quella che nel 1400 era la “sala d’armi dell’antica Rocca, uno spazio emozionante, un vero “museo”: una “gipsoteca” (collezione di modelli e calchi in gesso di sculture a uso degli studenti di belle arti) ricca di calchi di opere famose, a cominciare dalla celebre statua dell’imperatore Ottaviano Augusto. Il bianco dei gessi si esalta nel contrasto con le pareti in pietra e i preziosi arredi in legno realizzati tutti a mano da un artigiano locale. Anche qui i tavoli sono in ferro con il piano in marmo bardiglio con intorno agili sedie e sedute-divano in Velluto grigio Casamance”.

I moderni sgabelli del piccolobancone barall’interno della Sala Ristorante e le contro-travi in ferro che porgono l’illuminazione ai tavoli insieme alla “mise en place” di sobria eleganza (porcellane perlopiù bianche o in tinte tenui) rendono l’ambiente davvero caldo e accogliente. La Sala del Ristorante ha una capienza massima di circa cinquanta posti e la “salettinaalla base del Torrione può ospitare sedici persone, mentre la panoramica Terrazza all’aperto sul Torrione stesso può essere riservata per aperitivi e cene private con personale dedicato. Oltre a tutto ciò altri cento posti, con la bella stagione, sono disponibile nel magnifico Giardino-aranceto ricco di fascino, dominato dai grandi e suggestivi alberi che regalano frescura e incantevoli profumi: un vero “paradiso terrestre”.

Dal Mese di Gennaio 2023 lo Chef del Paradisè il bravissimo Alessio Bachini.

Alessio è nato, Lunedì 8 Aprile 1985, a Pontedera in Provincia di Pisa e fin da giovanissimo ha espresso la passione per il cucinare tantoché finite le Scuole dell’Obbligo ha frequentato e si è Diplomato, nel 2004, all’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e Ristorazione (IPSAR) “Giacomo Matteottidi Pisa. Durante gli ultimi anni dell’Alberghiero nei periodi estivi ha fatto importanti stage nelle cucine di rinomati e famosi Ristoranti. Nel Mese di Ottobre del 2004 Alessio è entrato nelle mitiche cucine del super conosciuto e premiato Ristorante delGrand Hotel Principe di Piemonte”, ubicato sul magnifico Lungomare di Viareggio (LU), dove è rimasto, scalando rapidamente la scala gerarchica di Cucina, per più di 18 anni (è venuto via nel Novembre 2022).

Durante la sua carriera Alessio Bachini ha avuto la fortuna di lavorare a fianco di due grandi Maestri come Maurizio Marsili e Giuseppe Mancino.   

La “Cucina Cucinata” dello Chef Bachini al RistoranteParadis” rispecchia la sua esperienza di lunghi anni in una “cucina stellata” e al tempo stesso si arricchisce di tecnica, di freschezza e di fantasia. Le materie prime provengono in gran parete dal “Paradis Agricole” con i suoi campi, i suoi orti, i suoi allevamenti. Vedi gli “amuse-bouchevegetariani, tutti realizzati con i prodotti propri dell’orto del “Paradis Agricole” e piacevolmente presentati in ciotole o in piatti e vassoi di legno o di marmo.

Nella “Presentazione del Menu del Paradis” c’è scritto: “Ogni giorno la nostra agro-foresteria raccoglie e seleziona per noi verdure fresche e di stagione. Lasciatevi guidare in questo viaggio pensato e ideato dallo Chef per riscoprire i sapori autentici della natura”.

La scelta alla Carta, oltre al “Menu degustazione di 5 Portate” (anche in versione Vegetariana), permette di scegliere proposte molto interessanti e gustose portate come:

- “Antipasti” - Scampi fagiolini e puntarelle - Triglia, pinoli e finocchi - Animella, rapa rossa e mela - Cipolla … - Tartare di manzo, fichi e santoreggia;

 - “Primi” - Gnudi di ricotta e funghi porcini - Rigatoni, ricci di mare, calamaretti e rucola - Risotto riserva San Massimo, zucchine, mazzancolle e limone - Pappardella all’uovo al ragù d’anatra, gelso, mora e cicoria - Tortelli ripieni di coniglio alla cacciatora;

- “Secondi” - Rombo, patate e porcini - Branzino, spinaci e salsa al limone - Uovo croccante, patata e fagiolini - Controfiletto di agnello, peperoni e fagioli - Spiedo di pollo Paradis con contorno di stagione.

Anche la Carta dei Dessert offre una scelta estremamente gustosa grazie alle speciali preparazioni della brava Pastry Chef Sara Mazzoli premiata anche dalla “Guida Pasticceri & Pasticcerie Gambero Rosso 2023” come “Migliore Pastry Chef d’Italia”.

La Carta dei Vini, accuratamente selezionata dal bravo Sommelier Fabrizio Alari Esposito, privilegia i Vini del Territorio senza naturalmente escludere le altre Regioni Italiane o i migliori Vini Esteri, molta attenzione è stata data ai piccoli produttori e anche ai Vini Biologici.

In Cucina il bravo Chef Alessio Bachini è supportato da una giovane ed efficiente Brigata: la già nominata Pastry Chef Sara Mazzoli, il Sous-chef Fabio Mazzei i Capi Partita Maurizio Berti, Matteo Pacciardi, Lorenzo Barsotti e Chen Wang.

Il Servizio di Sala, molto gentile, premuroso e professionale, ha i suoi punti di riferimento nel bravo Maître Giovanni Spadafora (classe 1987) e nel Sommelier Fabrizio Alari Esposito.

Alain Cirelli afferma giustamente che: “Un Cuoco sogna sempre di andare nel proprio orto a raccogliere le proprie verdure”. Infatti la scelta di coltivare, allevare e produrre in proprio non è un vezzo estetico ma una sincera strategia di autenticità. L’autosufficienza idrica i pannelli fotovoltaici e le loro produzioni sono indicatori concreti di un “modello di ristorazione” che stringe il legame più puro tra tavola e territorio: la filiera si accorcia, la qualità si misura e l’esperienza per l’ospite diventa esclusiva e verificabile.

Cosa posso dire di più...... se non che il fascinosoParadis Hotelubicato nel Centro Storico di Pietrasanta (LU), grazie alla sua speciale ospitalità è assolutamente imperdibile”.

https://paradispietrasanta.it/

https://www.youtube.com/watch?v=NHr8IloPOYc


"Paradis Pietrasanta": Hotel, Ristorante e Lounge Bar

Una Vista dell'Accogliente "Lounge Bar"  (Foto Paradis)

Ristorante "Paradis": Il Maître Giovanni Spadafora

Una Vista dell'Antico Torrione 

La Fascinosa Saletta alla Base dell'Antico Torrione  (Foto Paradis)

 La Bellissima Sala del Ristorante  (Foto Paradis) 

Alain Cirelli e lo Chef Alessio Bachini

Il Retro dell'Albergo Vista Giardino  (Foto Paradis)

Il Magnifico Giardino con il suo Agrumeto  (Foto Paradis)

"Paradis Pietrasanta": Assoluta Qualità  (Foto Paradis) 

"Paradis Pietrasanta": Sapori Autentici  (Foto Paradis) 

Gustose Dolcezze della Pastry Chef Sara Mazzoli  (Foto Paradis)
 
Giorgio Dracopulos e Alain Cirelli  (Foto Fotomania)


venerdì 17 ottobre 2025

“ABALONE GIGANTE” UNA DELIZIA DEL MARE CHE OGGI HA RAGGIUNTO COSTI DECISAMENTE ELEVATI.



 

Il Mare offre alle nostre tavole innumerevoli e meravigliose opportunità gastronomiche, alcune sono più rare di altre e ciò è dovuto in parte ai cambiamenti climatici ma soprattutto all’improvvida tendenza umana di portare allo sfinimento ogni risorsa.

Uno di questi deliziosi frutti, che “Madre Natura” produce in mare, si chiama “Abalone” ed è conosciuto anche come “Orecchio di Mare”, “Orecchio di Venere” o “Patella Reale” per la sua forma particolare.

L’Abalone, il cui nome Scientifico è “Haliotis Tuberculata Lamellosa” è un “mollusco gasteropode marino” a conchiglia rigida appartenente al GenereHaliotis” (Aliotide), l’unico della Famiglia delleHaliotidae”.

Anche un Gioco da Tavolo, inventato in Francia nel 1987, si chiama “Abalone” ma non è commestibile……

Con il termine “gasteropode” (gastèr = stomaco e podòs = piede) gli Antichi Greci ci hanno tramandato la denominazione di esseri che si spostano strisciando sul proprio stomaco.

L’Abalone vive aderendo con forza a scogli e rocce, trai 5 e i 15 metri di profondità, è erbivoro, si nutre di alghe, lattughe di mare, piante coralliformi, trova alimenti anche all’interno delle rocce che sminuzza con i suoi piccolissimi denti cornei.

Le dimensioni dell’Abalone in età adulta sono molto diverse a seconda della tipologia, ne conosciamo circa un centinaio di varianti, e la sua grandezza varia da un minimo di 2/3 cm. fino al più grande (“gigante”) di 50 cm. e più. L’Abalone è un mollusco a conchiglia rigida, di forma ovale, molto larga simile a un orecchio (da ciò ne deriva il nome “Orecchia di Mare”). Sulla conchiglia è presente una fila di fori, gli ultimi dei quali sono aperti: l'ossigeno viene estratto dall'acqua, essa penetra nelle branchie localizzate sotto la conchiglia per poi essere espulsa attraverso i fori.

La parte esterna, ma soprattutto quella interna, madreperlacea, della conchiglia dell’Abalone, nelle sue diverse forme e colori ha bellissime tonalità iridescenti che, principalmente, comprendono il blu, il viola, il rosso e il verde. All’interno la polpa del mollusco è di colora bianco giallastro

L’Abalone si difende grazie alla forza con cui si attacca allo scoglio (o altra roccia), grazie ai due muscoli principali del corpo, tramite il suo piede utilizzando lo stesso principio della “pompa a vuoto”. Il movimento dell’Abalone viene effettuato grazie alla contrazione muscolare del piede che viene spinto in avanti e si fissa alla roccia aderendovi. L'onda di contrazione si espande poi a tutto il corpo e alla fine il mollusco effettua un nuovo "passo". 

Da sottolineare che questo particolare mollusco vive e sopravvive solo in acque assolutamente incontaminate.

La conchiglia dell’Abalone è molto apprezzata anche dai collezionisti e per la fabbricazione di monili e strumenti musicali. Particolarmente caratteristica è la lavorazione, a scopo decorativo, che ne fanno i Maori (Popolo Polinesiano).

L’Abalone è un mollusco a fecondazione esterna, i maschi raggiungono la maturità sessuale a 2 anni di età mentre le femmine la raggiungono a 3 anni: i gameti (cellule sessuali) vengono rilasciati in acqua dove avviene la loro fecondazione dando vita alle uova. Successivamente da quest’ultime escono le “larve trocofore” (ovoidali e trasparenti) che si trasformeranno poi in “veliger” (una larva più sviluppata che presenta già alcuni tratti definiti dell’adulto).

L’Abalone è un mollusco perlifero diffuso in molti Mari e Oceani del Mondo, in particolare lungo le Coste del Mediterraneo, dell’Africa, della Nuova Zelanda, dell’Australia, delle Coste Occidentali dell’America Settentrionale, delle Isole della Manica e del Pacifico. In Italia l’Abalone ha come habitat la Costa Orientale della Sicilia, dove lo chiamano “Occhio di Bue”, e la sua pesca in apnea, molto limitata, avviene alla fine della Primavera e in Estate.

L’Abalone, pescato per millenni, è diventato famoso come prodotto alimentare di élite quando nel 1915 fu presentato al grande pubblico in occasione dell’Esposizione Internazionale Panama-Pacifico, la Fiera Mondiale tenutasi a San Francisco, Stati Uniti, dal 20 Febbraio al 4 Dicembre, per festeggiare il completamento del Canale di Panama avvenuto il 3 Agosto 1914.

L’Abalone è stato pescato nel Mondo, specialmente a partire dagli anni Sessanta, in maniera talmente intensa che ha rischiato di scomparire. Per la sua particolare polpa è una vera delizia per il palato, una prelibatezza da sempre usata nelle Cucine più importanti e ricche. Oltre a ciò, nel Sud-est Asiatico, è ricercatissimo essendo considerato anche un potente afrodisiaco.

Per far fronte alle grandi richieste dei mercati, e scavalcare i numerosi divieti di pesca (messi in atto in buona parte della Terra), dagli anni Novanta, è iniziata, a partire dal Sudafrica, la sperimentazione prima e poi l’avvio di Aziende che praticano l’Acquacoltura Marina (oppure a Terra) per commercializzare l’Abalone. La differenza delle acque dove si coltiva l’Abalone dà alle diverse produzioni una specifica qualità e una differenziazione di tipologie, forme e sapori.

Molte sono le prerogative nutrizionali dell’Abalone: ha un alto contenuto proteico, un alto contenuto di omega-3 ed è anche ricco di minerali (calcio, ferro e magnesio).

Ma il comune denominatore resta l’eccezionale sapore, iodato e delicato, della sua carne, la sua muscolatura, che può essere degustata (dopo una particolare pulitura e spazzolatura) sia cruda che cotta in ogni modo. La polpa tagliata a “lamelle” ha una consistenza soda, decisamente particolare che, unita alla sua scivolosa umidità, ricorda vagamente quella dei pezzi di funghi porcini sott’olio.

Una vera delizia, un’esperienza sensoriale unica, che si può cucinare secondo varie ricette che ci giungono da molte parti del Mondo.

L’Abalone io lo gradisco anche crudo con un pochino di limone ma essendo una polpa molto consistente deve essere piccolo di taglia e affettato molto fine. Se cotto (obbligatoriamente con una cottura lenta) la mia preferenza cade decisamente sul classicissimo ed eccezionale “fritto” (con vari tipi di pastelle), mi entusiasma anche quello al vapore, e quello in umido (preparato secondo ricette Cinesi o Giapponesi) anche accompagnato con vari tipi di funghi.

L’Abalone Gigante, per esempio come quello che si può trovare in Corea del Sud (in particolare all'Isola di Jeju famosa per le sue "Haenyeo" le pescatrici subacquee che praticano questo tipo di pesca da parecchi secoli), lungo le Coste Occidentali del Nord America (in California), in Australia, in Nuova Zelanda e in Giappone, grazie alla sua rarità e alla difficoltà di pesca esclusivamente manuale che contempla anche il rischio della vita dato il pressante pericolo degli squali, ha raggiunto prezzi incredibilmente elevati. L'Abalone Gigante selvatico oggi è diventato un vero e proprio “lusso”, una prelibatezza molto richiesta nell’alta ristorazione ed è uno dei frutti di mare più costosi al Mondo tantoché ha fatto nascere anche un florido mercato di contrabbando.

L’Abalone è decisamente una fascinosa e preziosissima delizia tra le più esclusive per il palato, fortunatamente lo possiamo trovare fresco o congelato anche a prezzi abbordabili grazie ai numerosi allevamenti di qualità sparsi nel Mondo.  

https://www.youtube.com/watch?v=iqZk7WienrQ&t=10s


"Abalone": Un Lusso Esclusivo

"Abalone": Il Gusto del Mare (Foto DuCoq)

Acquacoltura di Abalone

"Abalone": Una Preziosa Delizia  (Foto DuCoq)


giovedì 9 ottobre 2025

“PERLINO”: DA 120 ANNI UN’AZIENDA CHE CON GRANDE IMPEGNO VALORIZZA I VINI PREGIATI DEL PIEMONTE.




Nella bellissima e produttiva Regione Piemonte c’è Asti una stupenda e storica Città che è stata nel Medioevo un importantissimo “Libero Comune”, con diritto di "battere moneta”, ed è stata anche uno dei più importanti centri commerciali di tutta Europa

Asti è ubicata a circa 55 km. a sud-est di Torino, nella Valle del Fiume Tanaro il quale la delimita a sud. La Città si adagia in mezzo alle celebri e dolci Colline che si trovano tra le Langhe e il Monferrato in una posizione climatica favorevole, quasi nel cuore del Piemonte. Una zona famosa in tutto il Mondo per le straordinarie produzioni che a partire dai Vini, come l’Asti Spumante e la Barbera d’Asti, arrivano fino ai magnifici prodotti tipici, una Terra ricca di storia e gusto.

La Città di Asti è famosa anche per il suoPalio Storico che nel 2025 compie ben 750 anni.

Il termine “Palio” derivante dal Latino “pallium” il telo di stoffa rettangolare indossato come soprabito sopra la “tunica romana”, indicava in origine solamente la pezza di stoffa preziosa che era posta al punto d'arrivo e che era assegnata al vincitore di una gara, successivamente il termine abbracciò l'insieme dei riti e delle consuetudini strettamente collegate a un particolare evento.

Dal XVIII Secolo il “Palio della Corsa di Asti” si chiama "Sendallo" ed è un labaro di tela rettangolare istoriata, generalmente azzurra, confezionata in un tessuto misto seta/cotone detto di “zendale” o "sangallo".

Il “Palio di Asti” (o Palio Astese) è una “festa tradizionale”, con radici medievali, nata nell'ambito delle celebrazioni patronali di “San Secondo” che culminano con il fascinoso Corteo Storico (oltre 1200 Figuranti) e la suggestiva Corsa di Cavalli montati a pelo (senza sella). La Corsa è strutturata in tre batterie da sette partecipanti ciascuna: i primi tre classificati di ogni batteria accedono alla corsa finale che decide l'assegnazione del Palio. Infatti sono 21 i partecipanti ammessi, ripartiti fra Rioni, Borghi Cittadini e Comuni della Provincia di Asti. I “Cavalli” che partecipano alla Corsa delPalio di Asti” si chiamano “Corsieri”.

Ad Asti la “Festa per il Patrono” si svolge ininterrottamente dal XII Secolo, più precisamente si hanno notizie certe della corsa correlata in una citazione del 1275 in cui il cronista locale Guglielmo Ventura riporta che gli Astigianisicut fieri solet Ast, in festo Beati Secundi” (“come risulta essere solito ad Asti, durante la festa del Beato Secondo”) corsero il Palio per dileggio sotto le mura della nemica Città di Alba. Se già nel 1275 la "Corsa del Palio" era definita una consuetudine, è probabile che la sua origine debba collocarsi ancor prima, si pensa dopo l'anno 1000, ma si considerano gli anniversari a partire da questa data del 1275 e quindi quest’anno si festeggiano i 750 anni.

Dal 2018, come ufficializzato nelConsiglio del Paliodel 23 Ottobre 2017, il “Paliosi disputa la prima Domenica di Settembre e come stabilito nel 1988 la corsa avviene nella centrale Piazza Alfieri di Asti dove si devono effettuare tre giri.

La Storia che desidero raccontarvi oggi nasce proprio in un piccolo Comune (poco più di 1.800 Abitanti) della Provincia di Asti: “Castello di Annone”.

Il nome di questo antico Comune deriva dal Latinoad nonum” perché distante 9 “miglia Romane” (miglio Romano = 1.478,5 m.) da Asti, meno di 10 minuti di auto. Nel Medioevo “Castello di Annone” divenne un notevole punto strategico di passaggio, tanto da rendere il Paese fiorente centro di mercati e mercanti con importanti scambi finanziari; conservò la sua importanza fino al 1644 anno in cui fu distrutto dalle Truppe Spagnole.

Nel 1905 Giuseppe Perlino ebbe l’idea di intraprendere il commercio di Vini d’eccellenza del Territorio e scelse come Sede proprio “Castello d’Annone”: creò un’impresa semplice, denominata con il suo cognome “Perlino”, ma allo stesso tempo già moderna per il tempo, il cui vero capitale era tanto lavoro e lo spirito di sacrificio della sua Famiglia e dei suoi Collaboratori.

Dopo pochi anni di grande impegno e assoluta passione “Perlino” emerse tra le principali Aziende del settore e ciò permise un notevole ampliamento e il trasferimento della Sede nei pressi della Città di Asti. Negli anni '30, grazie a importanti investimenti strategici, l'Azienda ampliò ancor di più la sua produzione di ottima qualità affiancando ai “Vini Piemontesi” anche gli “Spumanti” e i “Vermouth” che rapidamente, grazie alle specifiche e positive prerogative, diventarono i suoi prodotti di punta iniziando a diffondersi anche all’estero.

Si definisce “Vino Spumante” un Vino caratterizzato da rilevante effervescenza, dovuta ad anidride carbonica disciolta, definita “spuma”. Il primo “Spumante Italiano” nacque nel 1865 grazie al lavoro sinergico tra i Fratelli Gancia e il Conte Augusto di Vistarino.

Nei vini “Spumanti Naturali” l'anidride carbonica (CO2) si forma per rifermentazione del vino. Si possono utilizzare due differenti metodi: il “Metodo Classico” (o “Metodo Champenoise” o “Metodo Tradizionale” o “Metodo della Rifermentazione in Bottiglia) e il “Metodo Martinotti” (o “Metodo Charmat”) conosciuto anche con il nome del processo produttivo "Metodo della Rifermentazione in Autoclave" detto anche “Metodo Italiano”. Oltre allo “Spumante Naturale" esiste anche lo “Spumante Gassificato" (detto anche "Artificiale") dove l'anidride carbonica viene addizionata artificialmente a basse temperature. Questo prodotto per la scarsa finezza dei profumi e il perlage grossolano è di qualità inferiore, si può considerare “Spumante” solo nel nome e ovviamente ha prezzi notevolmente inferiori allo “Spumante Naturale”.

Il “Vermouth” prende il nome dal termine Tedesco "Wermut" (artemisia o assenzio), la pianta chiave che, insieme ad altre spezie, aromatizza questo Vino detto appunto “Vino Aromatizzato”. Un Vino nato a Torino nel 1786 grazie all’intuizione di Antonio Benedetto Carpano (1751 - 1821) capace inventore, erborista e distillatore diventato celebre proprio per aver inventato il “Vermouth”. Carpano realizzò questo nuovo Vino aggiungendo a del Vino Bianco Moscato dell’alcol, dello zucchero e un infuso composto di oltre 30 varietà di piante, erbe e spezie (come genziana, china, timo, vaniglia, camomilla, zafferano, sambuco, alloro e altre). Il “Vermouth” divenne prestissimo così popolare che la bottega del distillatore Piemontese di Piazza Castello a Torino dovette star aperta 24 ore su 24. Il Vermouthdiventò anche la bevanda ufficiale della Corte dei Savoia e del Re Vittorio Amedeo III.

Il “Vermouth” grazie alla sua versatilità si è diffuso in tutto il mondo ed è un ingrediente fondamentale di Cocktail mitici come “Manhattan”, “Negroni”, “Americano” e “Martini”.

La gradazione e la composizione del “Vermouth” è regolamentata dalla Legge Italiana, in particolare la Legge n. 108 del 16 Marzo 1958, per la quale il “Vermotuh” è un “Vino Aromatizzato” di gradazione alcolica compresa tra il 15,5% e il 22% in Volume, che deve contenere estratti di erbe della famiglia delle artemisie, che ne costituiscono l’elemento caratterizzante. Il “Vermouth” deve essere composto per almeno il 75% di Vino rigorosamente di qualità eccellente, opportunamente dolcificato, aromatizzato e lasciato invecchiare. Il Vino può essere sia “Bianco”, “Rosso” e “Rosato” con gusto dolce, secco, extra secco e chinato. La percentuale di zucchero, così come la gradazione alcolica (mai inferiore al 15.5%) varia a seconda dello stile di “Vermouth”.

Il “Vermouth” può essere gustato anche da solo, sia liscio che con ghiaccio (on the rocks), dopo l’apertura di una bottiglia si consiglia di conservarla in frigo e consumarla in tempi rapidi.

Nel Marzo del 2017 è uscito il “Disciplinare del Vermouth” e un Decreto che ha riconosciuto il Piemonte come Zona Geografica di produzione del Vermouth” (Indicazione Geografica): “Vermouth di Torino IG”. Nel mese di Aprile 2017 è stato creato anche l’Istituto del Vermouth di Torino.

Alla fine degli anni '90 l’AziendaPerlino”, nel pieno della sua attività di consolidamento sui mercati Nazionali e Internazionali, ha realizzato un nuovo sito produttivo nel piccolo Comune di Montiglio Monferrato, sempre in Provincia di Asti, in cui è stata creata una particolarissima “bottaiaper l’affinamento in barrique dei Vini.

Oggi l’AziendaPerlino” con la sua antica tradizione lunga ben 120 anni, oltre a essere Leader nel settore ha anche un legame indissolubile con il Territorio Piemontese. Durante i decenni “Perlino” si è consolidata ampliando fortemente il “portafoglio” con acquisizione di Marchi Storici Piemontesi comeFilipetti”, “Scanavino” e “Casa Martelletti”.

L’impegno di “Perlino” in materia di qualità è assoluto e si è concretizzato, già da molti anni, con l’ottenimento di prestigiose attestazioni da parte di organismi accreditati quali “IFS”, “BRC” e più recentemente anche con la “Certificazione Biologica”. Dal 2016Perlino” fa parte del Gruppo Franco/Italiano “La Martiniquaise Bardinet”.

Nel 2024Perlinoha prodotto circa 14 milioni e mezzo di Vini Spumanti insieme ad altre specialità e 8 milioni di bottiglie diVermouth”, esportando i suoi prodotti in oltre 70 Paesi del Mondo.

A ulteriore conferma dello strettissimo legame tra l’Azienda Perlino” con il Territorio e in particolare con il “Palio di Asti”, in cui è anche “Sponsor Tecnico Ufficiale”, dal 2022 vengono prodotti due speciali e specificiVermouth di Torino” (Bianco e Rosso, intensi, eleganti e inconfondibili, grazie a un sapiente equilibrio di erbe e spezie lavorate separatamente e poi miscelate con maestria) dedicati ai “Cavalli della Corsa” e denominati appunto “Corsieri del Palio”. In concomitanza con il “Palio di Asti 2025”, svoltosi Domenica 7 Settembre che ha visto vincere il “Rione Don Bosco” con il “Cavallo Anacleto” montato dal Fantino Giovanni Atzeni (detto Tittia), “Perlinoha voluto festeggiare i750 Anni del Palio” e i suoi “120 Anni di Attività” con una particolarissima “Quarta Edizione del Perlino Corporate Event 2025”: un Evento esclusivo, partito dal 4 Settembre e dedicato agli anniversari, che ha coinvolto i top clienti e collaboratori Internazionali con un'immersione totale nella Cultura Italiana attraverso tour guidati alla scoperta del Territorio e delle eccellenze enogastronomiche locali oltre a visite alle vigne e allo Stabilimento Produttivo.

Un particolare ringraziamento a Elena Branda, bella e brava Responsabile Marketing di Perlino, per la gentilezza e disponibilità dimostrata nei miei confronti.

https://www.perlino.com/

https://www.youtube.com/watch?v=y7aRLfrjwcY


Il "Palio di Asti" (Foto Perlino)

"Fantini" e "Corsieri" alla Partenza del "Palio di Asti" (Foto Perlino) 

Corteo Storico del "Palio di Asti" (Foto Perlino)

"Perlino": Magnifici Vigneti (Foto Perlino)

"Perlino": Spumanti Italiani di Alta Qualità. (Foto Perlino) 

"Perlino": Per Tutte le Occasioni (Foto Perlino)  

"Vermouth di Torino Rosso Corsieri del Palio" (Foto Perlino)

"Corsieri del Palio": Equilibrio di Erbe e Spezie (Foto Perlino)
 
"Vermouth Corsieri del Palio": Elegante e Intenso (Foto Perlino)


sabato 4 ottobre 2025

IL RISTORANTE “MAKORÉ” DI FERRARA, OASI DI GUSTO E ORIGINALITÀ, FESTEGGIA I SUOI PRIMI 10 ANNI DI SUCCESSI.



 

La bellissima e accogliente Regione "Emilia-Romagna", istituita ufficialmente il 7 Giugno del 1970 ha come Capoluogo la grande Città Metropolitana di Bologna. L'Emilia-Romagna è composta dall'unione delle parti comprese entro il territorio regionale di due “Regioni Storiche” con caratteristiche linguistiche, geografiche e storico-culturali distinte:

- L'Emilia, che comprende la maggior parte della Città Metropolitana di Bologna e le Province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara;

- La Romagna, che comprende le province di Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini e i Comuni della Città Metropolitana di Bologna situati a est del Torrente Sillaro.

L’antica e fascinosa Città di Ferrara, diciassettesimo Comune per estensione d’Italia e Capoluogo dell’omonima Provincia, è situata nella pianura Emiliana a poca distanza dal Sud del Fiume Po e a circa 50 km. dal Mare Adriatico. Il Territorio Ferrarese è totalmente pianeggiante e, considerata la sua genesi oltre alle vicende storiche, si contraddistingue per i numerosi canali artificiali, per l'irrigazione e il drenaggio delle campagne, che grazie alle bonifiche sono state rese coltivabili e abitabili.

Ferrara confina a Nord con la Provincia Veneta di Rovigo (il Fiume Po divide la Regione Emilia-Romagna dalla Regione Veneto) e a Sud con il Territorio della Città Metropolitana di Bologna.

Non esistono fonti certe sull'etimologia del nome Ferrara anche se appare molto probabile che non nasca in Epoca Romana e che quindi sia comparso successivamente nel Medioevo. Del resto la Città di Ferrara è nata relativamente tardi rispetto ad altri insediamenti vicini e tale fatto si deve alle continue invasioni Barbariche che devastarono il Territorio tra il VII e l'VIII SecoloFerrara viene citata con questo nome dal Re Longobardo Astolfo, che regnò tra il 749 e il 756, con riferimento a un primo insediamento corrispondente alla Basilica di San Giorgio fuori le mura, annessa poi al Monastero di San Giorgio degli Olivetani, il luogo di culto cattolico più antico della Città.

Gli Estensi, una dinastia nobile di origine Italiana tra le più longeve in Europa, governarono Ferrara per tre secoli e le diedero il magico aspetto che ancora oggi conserva. Un’urbanistica straordinaria e unica che fonde con grande armonia le strutture Medievali e quelle Rinascimentali rendendola la prima Città moderna d’Europa. Moltissimi Palazzi, Teatri, Monumenti, un’infinità di Chiese (di cui molte sconsacrate), le antiche Mura e il “Castello Estense”, anche chiamato “Castello di San Michele”, ubicato al Centro della Città con le sue quattro Torri da cui si gode una vista panoramica sull'intero Territorio.

Una splendida Città d’Arte Ferrara, tranquilla e silenziosa, realizzata a misura d’uomo, da percorrere a piedi o in bicicletta, rivivendo a ogni passo magiche, suggestive e coinvolgenti atmosfere del passato.

Proprio per queste particolari e peculiari caratteristiche nel 1995 Ferrara ha ottenuto dall'UNESCO il riconoscimento di “Patrimonio dell'Umanità” per il Centro Storico e nel 1999 ne ha ottenuto un secondo per il “Delta del Po” e le “Delizie Estensi”, le splendide residenze rinascimentali fatte costruire dalla Casata d'Este.

Partendo proprio dal favoloso “Castello Estense” di Ferrara e imboccato Corso della Giovecca percorsi poco più di 200 m. la seconda traversa a sinistra è Via Palestro, proprio qui ai Civici 10/18 c’è un Ristorantefine dining” e Pescheria assolutamente imperdibile: Makoré

Il Ristorante/Pescheria Makoré ha aperto i battenti nel 2015, proprio nel 2025 festeggia i suoi primi 10 anni di attività, grazie all’impegno e la volontà di Federico Fugaroli, noto imprenditore (quinta generazione di una famiglia di agricoltori) con la passione per l’enogastronomia di eccellenza e per l’arte. Dal Mese di Gennaio 2022 il RistoranteMakoré” ha come Chef Denny Lodi Rizzini.

Denny è nato a Suzzara, Comune Lombardo della Provincia di Mantova, Giovedì 2 Giugno (Festa della Repubblica Italiana) del 1994. Fin da giovanissimo ha dimostrato interesse per la Cucina tanto da ottenere, nel 2014, il Diploma di “Preparazione Alimentare/Cucina Professionale/Assistente di Cucina” all’Istituto di Istruzione Superiore di StatoG. Greggiatidi Ostiglia (MN).

Le prime esperienze lavorative di Denny Lodi Rizzini, tra il 2015 e il 2016, sono state presso l’Hotel RistoranteLigabue” a Gualtieri in Provincia di Reggio Emilia e alla TrattoriaPomposa - Al Re Gras” di Modena. Sono seguite altre importanti esperienze tra il Maggio 2016 e il Marzo 2017 al RistoranteCasa Perbellini” (Due Stelle Michelin) di Verona e alla “Locanda Margon” (Due Stelle Michelin) ubicata nella Frazione Ravina della Città di Trento.

Tra i primi mesi del 2017 fino al Febbraio 2021 ci sono state poi le sue esperienze più importanti visto che grazie alla sua bravura era diventato Chef de Partie: al “Dopolavoro Dining Room” (Una Stella Michelin), al RistoranteGlam by Enrico Bartolini” (Due Stelle Michelin) e al RistoranteLocal”, tutti di Venezia, oltreché all’Hotel & RestaurantBad Schörgau” di Sarentino in Provincia di Bolzano

Nel Marzo del 2021 Denny è arrivato a Ferrara al Makorécome Sous-chef, diventandone poi, come già accennato, nel Gennaio 2022, lo Chef.

Il Ristorante Makoré prende il nome dagli alberi pregiati “makoré” che crescono fino a 50 m. nelle foreste umide adagiate lungo le Coste di Guinea e Costa d’Avorio, i loro tronchi raggiungono un diametro di due metri e il loro legno, un tempo, veniva spesso utilizzato per la costruzione delle imbarcazioni: ecco nel nome del Ristorante il richiamo del mare.

Un Locale molto accogliente, decisamente elegantemente intimo, pochi e confortevolmente posizionati i tavoli, circa 30 i coperti. Le pareti hanno fascinosi quadri con soggetti marini (vele) e su tutto spicca la grande “Cucina a vista” situata ben visibile dalla Sala. Bellissima anche la “Cantina/esposizione a vista” e il grande bancone in prezioso e raro marmo (“labradorite” del Madagascar) dai colori cangianti e brillanti. Elegante e curatissima l’apparecchiatura.  

Collegata al Ristorante e separata da una semplice “quinta di teatro” c’è un altro fiore all’occhiello della proprietà: la “Pescheria Boutique”. Alla Pescheria i clienti possono acquistare, dal Martedì al Sabato, del pesce freschissimo e super selezionato scegliendo tra le 30 tipologie che quotidianamente arrivano dai Mercati Ittici di Chioggia, Porto Garibaldi e altri importanti punti nevralgici del Centro Italia.

Per la Pescheria e il Ristorante una sola fondamentale regola: “La migliore qualità prima di tutto”.

Al Ristorante Makoré la “Carta dei Vini”, oltre 200 Etichette Nazionali e Internazionali che spaziano tra grandi Maison e piccoli Produttori con un certo orientamento anche verso i Vini naturali, bio e biodinamici, è stata curata con grande passione dal bravo Sommelier Isacco Giuliani.

Oltre al “Menu à la Carte” (dove le preparazioni di Mare sono al posto d’onore) giocato su cinque ingredienti chiave, un vegetale, la pasta, il riso, un pesce d’acqua dolce e uno d’acqua salata che variano secondo le stagioni, il Ristorante Makoré offre Tre Percorsi Degustazione alla cieca: “Promessa” quattro diverse portate (tre salate e una dolce) - “Svolta” sei diverse portate (cinque salate e una dolce) - “Prestigio” otto diverse creazioni (sette salate e una dolce).

Per celebrare questo importante traguardo dei10 Annidal fine Settembre 2025Makoré presenta unPercorso Speciale di 10 Portate”, un chiaro “manifesto della filosofia del Ristorante”.

Il “Menu del Decennale” comprende: 4 antipasti, 2 primi piatti, 2 secondi piatti, 1 dessert e la novità del particolarissimoservizio del pane” che viene elevato a portata autonoma e centrale. Un viaggio attraverso i piatti che hanno segnato la storia del locale e che gli ospiti hanno più amato negli anni. Tra le proposte, veri simboli di un dialogo tra memoria gastronomica e creatività contemporanea, si trova: “Soffritto all’italiana” - “Zucca, beurre blanc, salvia, amaretto” - “Branzino, ravanelli, fasolari, gel di cenere” - “Sgombro, kefir, salsa verde” - “Pane” - “Pasticcio Estense” - “Riso al gò, furikake, pesto di alga Nori” - “Radicchio, tuorlo in negativo, Parmigiano Reggiano” - “Storione marinato, cavolo cappuccio, maionese al sesamo nero” - “Buquet di rose”.

Fin dall’inizio il RistoranteMakoré” ha percorso una strada coraggiosa e controcorrente che è quella di riscrivere il linguaggio del pesce in una Città da sempre legata al mare. Allo stesso tempo, ha dato voce al mondo vegetale, trattandolo non come contorno ma come protagonista con piatti capaci di esaltarne la stagionalità e la complessità dei sapori.

La “cucina” dinamica, bella, equilibrata e divertente dello Chef Denny Lodi Rizzini, in grande maggioranza realizzata con preparazioni di Mare (visto che laPescheriaè in Casa), è sicuramente legata alle stagionalità e al territorio ma è anche ispirata da una grande passione che lo porta a essere costantemente creativo e in evoluzione. Lo Chef è supportato da una giovane e valida Brigata di Cucina.

Il Sevizio di Sala, oltre al già citato Sommelier Isacco Giuliani, è curato con grande professionalità e cortesia dal Maître Nicola Mantovani e dalla Chef de Rang Elisabetta Hölzl.

Il Ristorante fine diningMakoré”, ubicato nel magico cuore di Ferrara, con i suoi 10 anni di storia, di ricerca, di passione, di un percorso fatto di identità, territorio e dialogo culturale realizza una piacevolissima Cucina che unisce radici e influenze lontane in un unico linguaggio.  

Il RistoranteMakoré”, oasi di gusto e originalità, e il bravo Chef Denny Lodi Rizzini vi aspettano per farvi degustare le preparazioni più rappresentative dei loro primi dieci anni di successi.

https://www.makore.it/

https://www.youtube.com/watch?v=9gsyY65HxqA


"Ristorante Makoré": Una Vista della Sala  (Foto Makoré)

"Soffritto all'Italiana".....  (Foto Makoré)

"Zucca".....  (Foto Makoré)

"Pasticcio Estense".....  (Foto Makoré)

"Riso al Gò".....  (Foto Makoré)

"Radicchio".....  (Foto Makoré)

"Storione Marinato".....  (Foto Makoré)

Il Bravo Chef Denny Lodi Rizzini  (Foto Makoré)