Fabrizio Cristiano De André (1940 - 1999), straordinario cantautore e poeta Italiano, riferendosi alla Sardegna ha detto: “Ventiquattromila chilometri di foreste, di campagne e di coste immerse in un mare miracoloso, dovrebbe coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come il Paradiso”.
La Sardegna
è per estensione la seconda Isola del Mediterraneo (dopo la Sicilia), è lunga
270 km. e larga 145 km., con 1.897 km. di Coste bellissime: la sua superficie
raggiunge i 24.100 Chilometri Quadrati. Il Promontorio di Capo Ferro, sulla
Costa Nord-est dell’Isola, nel Comune di Arzachena (SS), dista dal Toscano
Monte Argentario 188 km. di Mar Tirreno, mentre 10 km. meno (178) la separano
dalle Coste Tunisine e dal Continente Africano, solo 11 km. è la distanza dalla
Corsica Francese.
Il
Territorio dell’Isola è prevalentemente composto da Colline e Altopiani
Rocciosi, seguono le Zone pianeggianti e poi le Montagne. I Fiumi più
importanti, per esigenze non solo idriche, sono sbarrati da imponenti Dighe che
formano grandi Laghi Artificiali. Il “patrimonio boschivo” della Sardegna è il
più importante d’Italia, più di un milione e 213.000 Ettari, come anche il suo
sottosuolo per quanto riguarda i Minerali.
Il Clima è
Mediterraneo, lunghi periodi di siccità Estiva e Inverni piovosi con temperature
miti. Tale fatto, attraverso i Secoli, ha permesso lo sviluppo di molte
attività dell’uomo. Si è sviluppata l’Agricoltura, specialmente quella
cerealicola, la Pesca e l’Allevamento in particolare Ovino.
La Sardegna
per la sua particolare conformazione è diventata, attraverso i Secoli, un
Territorio di Pastori. Qui oggi troviamo un terzo dell’intero patrimonio Ovino
e Caprino Nazionale, una produzione di latte ovino che raggiunge il 50% in
Italia e, di conseguenza, si producono una grande varietà di ottimi formaggi.
La Sardegna
ha anche il primato di prima Regione Italiana per il numero di puledri, grazie
alla secolare Tradizione dell’allevamento semibrado di Cavalli (principalmente
di Razza Anglo-araba).
Il Mare che
bagna le coste della Sardegna è veramente “miracoloso”, come detto nella
citazione di De André: una trasparenza fantastica che permette di vedere la
ricchezza del mondo sommerso (flora e fauna acquatica) anche a importanti
profondità, una limpidezza che lo rende un immenso specchio che riflette il
cielo, tra l’infinità dei colori dei suoi fondali spiccano le verdi praterie di
Posidonia Oceanica e il Rosso vivo dei Coralli. Tutto ciò poi bagna delle vere
e proprie opere d’arte create nei Secoli dalla Natura sia sulle rocce sia sulla
morbidissima sabbia (bianca o rosa).
La Pesca in
Sardegna ha sempre avuto nei Secoli, ovviamente grazie al fantastico e pescoso
Mare che la circonda, una sicura e forte Trazione, ma, in alcuni periodi
storici, è stata frenata dal pericolo dei Pirati Saraceni: una minaccia che
incombeva non solo sui natanti ma anche sui centri abitati costieri. Per tale
motivo si era sviluppata quel tipo di pesca che si faceva negli stagni
dell’Isola (circa 12.000 Ettari tra acque dolci e salmastre) o nelle peschiere
con la cattura di grandi quantità di anguille e muggini (o cefali). Il lavoro
dei Pescatori dell’Isola ha assunto maggiore importanza a partire dal 1600 in
poi, raggiungendo il pieno sviluppo dal 1800 con l’uso del particolare sistema
di pesca delle “Tonnare”.
Molte sono
le attività Tradizionali dei Pescatori Sardi rimaste immutate attraverso i
Secoli così come certe tecniche vedi la tipica raccolta in Mare del Corallo e
certe lavorazioni come quella della “Bottarga”.
L’Agricoltura
si è specializzata in produzioni vinicole, olivicole, di arance, di
barbabietole, di carciofi. Particolarissimo il “Carciofo Spinoso Sardo” tanto da essersi meritato il Marchio
D.O.P. e la cui produzione è documentata già dal 1780.
La
coltivazione della Vite in Sardegna è molto antica e risale al IX Secolo a.C.
quando i pacifici mercanti Fenici iniziarono ad arrivare sulle coste dell’Isola
e riuscirono facilmente a integrarsi con la locale “Civiltà Nuragica” (gli
Antichi Sardi, XXIII Secolo a.C. - II Secolo d.C.). I Fenici introdussero molte
nuove conoscenze e tecnologie nella vita dell’Isola tra cui una forma di
aggregazione urbana fino allora sconosciuta: la Città. Anche i Cartaginesi, i
Greci e i Romani hanno successivamente sviluppato, tra moltissimo altro, la
Viticoltura Isolana.
Ma è a
partire dal XIV Secolo in poi, con l’arrivo in Sardegna di Vitigni come la
“Vernaccia”, il “Vermentino”, il “Cannonau” (introdotto, dopo il 1479 con
l’arrivo della dominazione Spagnola, e che in Spagna prende il nome di
“Alicante”) e altri, che l’Isola ha iniziato ad avere un’importanza specifica
nella produzione vitivinicola, confermata e ampliata grazie ai successivi e
favorevoli sviluppi storici come il passaggio della Sardegna (Trattato dell’Aia
del 1720) sotto Vittorio Amedeo II di Savoia Principe di Piemonte.
Negli ultimi
decenni i Viticoltori Sardi hanno approntato nelle loro Aziende, con grande
intelligenza e passione, tutte le nuove tecnologie enologiche, consentendo il
forte rinnovamento del Settore Vitivinicolo della Sardegna (oltre 27.200 Ettari
di Vigne) rendendolo dinamico e innovativo. Ciò ha migliorato moltissimo la
qualità della produzione con Vini Rossi eleganti e strutturati e Vini Bianchi
freschi e sapidi: il Vino Sardo si è diffuso rapidamente anche sui Mercati
Internazionali. Oggi in Sardegna sono presenti 33 Denominazioni Vinicole: Una
DOCG, Diciassette DOC e Quindici IGT.
Con una tale
quantità di pregi, appena descritti, la Sardegna non poteva non avere anche una
millenaria e solida Tradizione Culinaria fatta da un’infinità di preparazioni
assolutamente deliziose a partire dal “pane” come “cocói a pitzus” (o “cacoi”,
il tipico pane decorato a pasta dura di semola di grano duro) o il “pan’e
gherda” (dalla forma variabile ma caratterizzato dalla presenza interna di
ciccioli di lardo chiamati per l'appunto “gherda”) oppure il mitico “carasau”
(conosciuto anche come “pane carasatu”, “pane carasadu”, “pistoccu”, “pane
fine”, “pane 'e fresa” o “pane fatu in fresa”) tipicissimo
pane Sardo a forma di disco molto sottile e croccante, adatto a essere
conservato a lungo.
Il Termine
“carasau” deriva dal verbo sardo “carasare” che significa “tostare”.
Durante la “carasadura” infatti il pane viene rimesso nel forno per
la cottura finale che lo rende croccante. Per questa sua particolarissima
struttura estremamente fine e croccante, che ne rende rumorosa la masticazione,
viene talvolta chiamato "carta da musica".
Nella Tradizione
Sarda materie prime e buonissime Ricette sono talmente tante che è impossibile
citarle tutte, mi accontento di nominarne alcune:
- Le
Pietanze a base di Pane come il “pane fratau” (uova, pane carasau, salsa di
pomodoro, olio d'oliva e pecorino) o la “zuppa gallurese” (si prepara
predisponendo in una teglia vari strati di pane raffermo che viene
inumidito con brodo di carne di ovino e bovino aggiungendo poi
formaggio vaccino grattugiato e in scaglie);
- La Pasta
secca come “malloreddus” (sottili conchiglie rigate) e “fregula” (prodotta per
"rotolamento" della semola dentro un grosso catino di coccio e
successiva tostatura in forno);
- La Pasta
fresca come “lorighittas” (si preparano attorcigliando tra le dita un
doppio filo di pasta fino a creare una treccina chiusa a formare un
“anello” = “loriga” in Sardo), “culurgiònes” (una pasta ripiena dalla
particolarissima chiusura a spiga), “filindeu” (un tipo di pasta per minestra
formata da sottilissimi fili sovrapposti in tre strati incrociati);
Una Tradizione
Culinaria straordinaria fatta di gustosi piatti di Terra e di Mare a cui
seguono un’infinità di dolci delizie spesso a base di formaggi.
La
produzione agroalimentare e la Cucina Sarda hanno una inossidabile Tradizione
Millenaria personalizzata, favorita dall’essere un Isola, e non smettono mai di
stupire grazie alla ricchezza di prelibatezze sincere e genuine, sapori nati da
umili origini ma che sono diventati eccellenze riconosciute a livello mondiale.
Proprio per
raccontarci moltissimo di quello che la Sardegna ci offre di meglio ecco che da
circa due Mesi è uscito il Libro: “La Guida Gastronomica della Sardegna” di Ornella D’Alessio.
Ornella D’Alessio
grande e appassionata viaggiatrice, scrive dal 1985 e molto prima ha cominciato
a frequentare la Sardegna, una terra molto amata. Autrice di Guide di
Turismo/Gastronomiche e di reportage dal Mondo, nel corso degli anni ha
collaborato con le principali Riviste di Viaggi Italiane e Internazionali. Da
sempre è stata affascinata dalla bellezza prepotente e dal calore della gente e
in ogni suo momento di riposo ha scelto la “Terra dei Nuraghi” per ritemprarsi
tra colori, profumi e sapori unici e inimitabili.
“La Guida
Gastronomica della Sardegna” è un bel Libro (rilegato brossura) di 14,8 x21 cm.
con 144 Pagine pubblicato da “Cinquesensi
Editore” in ben 5 Edizioni (Italiana, Inglese, Francese, Tedesca e
Spagnola).
La nuova
Guida firmata da Ornella D’Alessio accompagna il lettore in un viaggio nella
Sardegna del gusto attraverso le 4 Stagioni e lungo 34 Itinerari (denominati
“la Via” o “le Vie”) ricchi di prodotti agroalimentari e di piatti della
Tradizione che servono da bussola per orientarsi nei territori “più segreti”
dell’Isola, dove i frutti della Terra e la Cucina assumono preziose e numerose
varianti anche con nomi diversi. A ogni chiusura di Capitolo si trova una dettagliata
e gustosa “Ricetta da provare a Casa”.
La scelta
autoriale infatti è stata quella di identificare itinerari dell’Isola da
intraprendere con grande passione e con la voglia di scoprire speciali sapori e
storiche usanze. Uno degli obiettivi è stato quello di citare più Borghi
possibili (oltre 170 Comuni) rispettando tutti i Territori. Il Libro è una
Guida che rispecchia la geografia della Sardegna, i luoghi più conosciuti e
quelli più reconditi, i piatti quotidiani e quelli dei momenti solenni, gli
scorci e i paesaggi creati dalla convivenza dell’uomo con la natura.
Le Pagine
del Libro trattano della tradizione e della sapienza che fanno della "dieta
sarda", insieme ad altri fattori (ambiente, socialità, stile di vita) il
contributo alla straordinaria longevità delle persone che si riscontra in
diverse aree dell’Isola. Inoltre il Libro racconta l’importanza che i Sardi
riservano all’ospitalità: un valore tramandato nei Secoli, sacro e inviolabile
che si esprime in ogni gesto quotidiano e, magistralmente, anche in Cucina.
Il Libro è
arricchito da Innumerevoli e belle foto.
Ornella
D’Alessio ha accompagnato l’uscita del suo Libro con le seguenti parole: “Per
scrivere di Gastronomia della Sardegna servirebbe lo spazio di un’enciclopedia
in più volumi. Una Cucina che è riuscita, nel corso dei Secoli, a mantenere ben
definite e intatte le proprie caratteristiche, e che ancora oggi mantiene la
propria specifica identità culturale che preserva conoscenze alimentari
ataviche, arricchite, incrociate e rielaborate da tutte quelle contaminazioni
di Popoli che l’hanno dominata, o che sono solo passati come il vento sulla sua
Terra. Pochi i documenti che testimoniano questa evoluzione, ma parecchi gli
elementi che facilitano la ricostruzione di una cultura gastronomica che si
caratterizza per la sua stagionalità, trasmessa oralmente nel tempo e che
inizia a essere documentata solo nei primi anni del XX Secolo”.
Posso solo
aggiungere che “La Guida Gastronomica della Sardegna” di Ornella D’Alessio è un
Libro estremamente gustoso e assolutamente imperdibile.
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