Livorno, bella città portuale adagiata sulla suggestiva costa Toscana, ha alle spalle una lunga e ricca storia che inizia con i primi insediamenti umani (confermati da ritrovamenti archeologici) addirittura nella Preistoria.
Convenzionalmente
si definisce “Preistoria” quel periodo che precede l’invenzione della
scrittura, avvenuta in oriente tra i 3500 e i 3200 anni prima di Cristo.
Altri
ritrovamenti successivi ci indicano che qui vissero anche Etruschi e Romani.
Già nel I
Secolo a.C. Marco Tullio Cicerone (106 a.C. - 43 a.C.), filosofo, scrittore,
politico, avvocato e pregevole oratore Romano, in una lettera indirizzata a suo
fratello, Quinto Tullio Cicerone, citava l’antica “Pisis” (Pisa) e una località
vicina definita “Labrone”. Tutt’oggi “Labronico” è sinonimo di “Livornese”.
Il primo
dato certo di un toponimo “Livorna” risale però al 1017 e si riferisce a un
piccolo nucleo abitativo a pochi chilometri a sud della Foce del Fiume Arno.
Grazie
all’interramento del vicino Porto Pisano, tra il XIII e XIV Secolo, Livorno,
con il suo Porto, si sviluppò rapidamente dotandosi di robuste fortificazioni
ed edificando il maestoso “Fanale dei Pisani” (o Fanale Maggiore, uno dei fari
più antichi d’Italia, ricostruito fedelmente dopo i danni subiti durante la
Seconda Guerra Mondiale).
Grazie alle
“Leggi Livornine” emanate, tra il 1591 e il 1593 dal Granduca di Toscana
Ferdinando I de’ Medici, particolarmente “larghe di manica” in accoglienza, e
l’istituzione del “Porto Franco”, la Città prese a crescere sotto tutti gli
aspetti, anche sotto il profilo gastronomico.
Uno di
Monumenti più belli e fascinosi della Città di Livorno è sicuramente la
“Terrazza Mascagni”.
La “Terrazza
Mascagni”, ubicata sul Lungomare delimita l'estremità occidentale del Piazzale
Mascagni, ed è stata costruita a partire dagli Anni Venti.
Nell'area
occupata da questo “belvedere” un tempo sorgeva un “fortilizio” facente
parte del sistema difensivo della costa. Noto come “Forte dei
Cavalleggeri” era composto da una Torre (tre piani fuori terra) posizionata
all'estremità ovest e da un vasto Complesso edilizio che occupava un'area di 30
x 60 metri. Nel Forte alloggiava un distaccamento dei cavalleggeri per il
pattugliamento della costa finalizzato soprattutto a impedire il contrabbando.
Dopo il 1861 (Unità d’Italia) il Complesso fu ceduto al Comune e fu totalmente
smantellato nel 1872.
Nell'ultimo
decennio dell'Ottocento nella Zona dell’attuale Terrazza sorse l’Eden, un Parco
giochi che rimase in funzione fino ai primi anni del secolo successivo; in
questa struttura, sin dal 1896, si tennero alcuni dei primi spettacoli
cinematografici Italiani.
La
trasformazione della spianata in una grande piazza sul mare avvenne solo a
partire dal 1925 su progetto dell'Ingegnere Enrico Salvais con la
collaborazione di Luigi Pastore. I lavori furono ultimati rapidamente e, poco
più tardi, fu innalzato un “Gazebo per la musica” a forma di “Tempietto Neoclassico”
con una cupola circolare su colonne; l'opera fu progettata
dall’Architetto Pisano Ghino Venturi (1884 - 1970), donata alla città dal
Console Pedro Bossio e inaugurata il 27 Settembre 1931 con l'intervento della
banda musicale della Città di La Spezia.
Distrutta
durante la Seconda Guerra Mondiale (1939 - 1945) dai bombardamenti
Anglo/Americani che colpirono con forza tutta la Città, la Terrazza fu poi
ripristinata e ampliata nel secondo dopoguerra utilizzando le macerie del
centro cittadino e assunse quella configurazione sinuosa che la caratterizza
ancora oggi. Nell'occasione la Terrazza venne rinominata e dedicata al mitico
Compositore Livornese Pietro Mascagni (1863 - 1945).
Gravemente
danneggiata nel corso degli anni dalle violente mareggiate e dall'incuria, sul
finire degli anni novanta la Terrazza è stata completamente
restaurata, con il ripristino delle aree verdi circostanti e con la fedele
ricostruzione dell’antecedente “Gazebo per la musica”.
La “Terrazza
Mascagni” oggi è semplicemente bellissima: una grande Piazza delimitata verso
il mare da una sinuosa balaustra formata da 4.100 eleganti colonnine
in conglomerato cementizio, con il pavimento costituito da
una scacchiera di 8.700 metri quadrati formata da
34.800 piastrelle bianche e nere.
La Città di
Livorno, con la sua vasta linea costiera e in particolare con la “Terrazza
Mascagni”, offre punti di osservazione ideali e semplicemente magnifici per
ammirare il sole che scende all'orizzonte. Tra un’infinità di citazioni, che
fanno di questo momento una vera e propria “emozionante magia” dove il cielo al
Tramonto s’incendia fiammeggiando di arancione, cremisi e oro, credo che la più
bella per la sua straordinaria semplicità popolare ed efficacia sia: "Sei
bella come un Tramonto a Livorno".
Dopo Livorno
e i suoi Tramonti parliamo anche delle “Cozze” che a Livorno, e in altre zone
della Toscana, chiamano anche “Datteri” o “Muscoli”.
Il nome
scientifico della “Cozza” è “Mytilus Galloprovincialis”, è stata così
battezzata dal Naturalista Francese Jean-Baptiste Pierre Antoine de Monet
Cavaliere di Lamarck (1744 - 1829) che alla fine del XVIII Secolo per primo
introdusse anche il termine “Biologia”.
Le “Cozze” sono
dei Molluschi Bivalvi, cioè hanno un guscio detto conchiglia composto da due
apparati distinti detti “Valve”, prevalentemente di carbonato di calcio e in
questo caso sono anche simmetriche, che sono tenute insieme da una “cerniera”
mobile funzionante grazie a dei muscoli adduttori. Le “Cozze” sono “Molluschi
Lamellibranchi”, hanno delle branchie a forma di lamelle che fungono da organi
per la respirazione assorbendo l’ossigeno e allo stesso tempo filtrando il cibo
per l’alimentazione trattenendo plancton e particellato organico in
sospensione. Le “Cozze” si trovano in tutto il Mar Mediterraneo, nel Mar Nero,
e nella fascia Costiera dell’Atlantico Orientale che parte dal Marocco fino ad
arrivare alle Isole Britanniche. Poi si sono diffuse anche in altre parti del
Mondo, ma essendo un’anomalia rispetto alla fauna locale sono considerate una
“Specie Invasiva”.
Le “Cozze”
sono “frutti di mare” (così definiti perché vengono raccolti e non pescati)
molto apprezzati per il loro ricco, delizioso e saporito gusto, per tale motivo
e per riuscire a coprire le grandi richieste del Mercato Internazionale è nata
una particolare branca dell’Acquacoltura: la “Mitilicoltura”.
La Cucina
Livornese, pur essendo un intricato groviglio di ricette provenienti da
tradizioni distanti tra di loro, sopraggiunte con il notevole afflusso di
gruppi etnici perseguitati per motivi legali o religiosi, si è sviluppata con
un suo specifico, vario e robusto carattere che si può ritrovare anche in una
ricetta, assolutamente e unicamente “Livornese” come le “Cozze al Tramonto”.
Tutto quello
che fin qui Vi ho raccontato era doveroso per capire una preparazione semplice
ma allo stesso tempo straordinariamente buona come le “Cozze al Tramonto”.
Le “Cozze al
Tramonto” necessitano di una salsa di pomodoro piccantina (preparata con
passata di pomodoro, aglio, peperoncino e poco sale in una padella ben oliata
con olio extra vergine di oliva) di cozze ben pulite dove si toglie
completamente la parte superiore delle “valve”, di alcune uova ben sbattute e
di una parte dell’acqua delle cozze stesse. Al momento che la salsa al pomodoro
si è formata si mettono nella padella le cozze, senza sovrapporle, e un pochino
della loro acqua. Successivamente quando la salsa inizia a ritirarsi si spargono
sopra le uova sbattute e dopo 2/3 minuti di fuoco alto le cozze sono pronte. Possono
esse servite anche accompagnate da alcune fette di pane abbrustolito.
Ovviamente
le quantità sono proporzionate alle persone da soddisfare e a come volete
considerare la preparazione: “Antipasto” o “Secondo Piatto”.
Un
particolare ringraziamento va al mio Amico Maurizio Manetti che recentemente con
grande maestria me le ha preparate.
Le “Cozze al Tramonto” sono una gustosissima e facile preparazione della Cucina Livornese, con il loro straordinario sapore sono vera “poesia messa in tavola”, e inoltre riproducono con molta fedeltà i meravigliosi colori di un fascinoso e suggestivo “Tramonto Livornese”.
https://www.youtube.com/watch?v=YvaaGTgVFiE
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