venerdì 30 agosto 2024

DAL CAMERUN IL PREZIOSO “PEPE BIANCO DI PENJA”: CHE COSA SAREBBE LA VITA SENZA UN PO’ DI PEPE?



Si definiscono genericamente “Spezie” quelle sostanze aromatiche di provenienza vegetale che grazie alla validità gusto-olfattiva vengono usate (essiccate, fresche o miscelate) per insaporire prevalentemente cibi e bevande. Queste sostanze, grazie alle varie, molteplici e positive specificità possono essere usate anche nel campo Medico, Farmaceutico, Religioso, nella Cosmesi e per la conservazione dei cibi.

LeSpeziehanno avuto una straordinaria importanza nella Storia dell’Umanità.

Una delle principali Spezie è il Pepe”.

Piper Nigrum” è il nome scientifico della Pianta del Pepe”, è stata così denominata dal Medico, Botanico e Naturalista Svedese, Carl Nilsson Linnaeus (1707 - 1778), considerato l’ideatore della classificazione scientifica moderna di tutti gli organismi viventi.

La Pianta del Pepe è originaria di una Zona dell’India Sud-Occidentale denominata Costa di Malabar, ma oggi viene coltivata in modo estensivo in molti altri Paesi. Il Vietnam è il maggior produttore Mondiale di Pepe seguito da India, Brasile, Malesia, Sri Lanka, Thailandia, Cambogia, Cina e alcune regioni Africane. Il Pepe è una pianta appartenente alla grande Famiglia dellePiperacee” che contempla anche piccoli alberi, arbusti, rampicanti ed erbe.

La pianta (albero) del “Piper Nigrum” è una liana (pianta rampicante su alberi di supporto) legnosa e perenne (perenni si definiscono le piante che vivono più di due anni) e può arrivare a più di sei metri di altezza. Le Foglie di forma ovale raggiungono i dieci centimetri di lunghezza e i sei di larghezza, sono alterne e hanno una consistenza coriacea. I Fiori sono piccoli e sbocciano su di un asse pendulo inserito alla base delle foglie stesse e lungo alcuni centimetri.

I Frutti della pianta del Pepe sono delle piccoleDrupe”, frutti carnosi e rugosi, che “non si aprono” (indeiscenti), all’interno contengono un solo seme di circa cinque millimetri di diametro. Le Drupe inizialmente assumono un colore verde per poi diventare, raggiunta la maturazione, di colore rosso.

L’Albero del Pepe si sviluppa in terreni equilibratamente umidi e ben concimati. Dalle Drupe, che vengono raccolte e messe al sole a essiccare, per mezzo del procedimento di sgranamento si ottengono i frutti (granelli) che conosciamo come “Pepe”. Da questo frutto, attraverso diversificati metodi di lavorazione, si producono quattro tipologie di Pepe classificabili attraverso il colore: “Nero”, “Verde”, “Bianco” e “Rosso”.

Al Mondo esistono più di 600 varietà di Pepe ma quelle commestibili non sono più di un centinaio e ognuna ha le sue specifiche peculiarità aromatiche e di piccantezza. Quest’ultima è data dalla “Piperina” (un alcaloide = composto organico contenente azoto) che si trova nello strato superficiale dei frutti.

In commercio esistono anche altri prodotti che vengono denominati impropriamentePepe” come: il “Pepe Rosa” e il “Pepe di Sichuan”.

Grazie alla “Piperina” al Pepe in generale sono attribuite benefiche capacità come favorire la digestione promuovendo la secrezione dei succhi gastrici e stimolare il metabolismo, oltre ad altre proprietà antisettiche, espettoranti e antidepressive. Il Pepe è da sempre stato usato anche come conservante, vedi per esempio l’uso che se ne fa nei nostri insaccati.

Il Pepe ha piccole dimensioni ma ha avuto una grandissima importanza praticamente in tutta la Storia dell’Uomo.

Tracce archeologiche ci raccontano che l’uso del Pepe in India risale addirittura alla fine della Preistoria (cieca 4000 anni a.C.), era conosciuto da Assiri e Babilonesi, gli Egiziani ne facevano uso anche nel procedimento di imbalsamazione. Per i Greci e i Cinesi era un lusso. Dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno (356 a.C. - 323 a. C.) e l’apertura di vere e proprie strade carovaniere il Pepe (con altre spezie) iniziò ad arrivare in Occidente. Che i ricchi Antichi Romani usassero il Pepe ne abbiamo prove certe anche negli scritti del filosofo e naturalista Gaio Plinio Secondo (conosciuto come Plinio il Vecchio) e dal gastronomo Marco Gavio Apicio.

Nel 476, dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, gli Arabi acquisirono il controllo dei traffici commerciali delle spezie e quindi del Pepe. Poi furono le Repubbliche Marinare a diffondere il commercio anche del Pepe in tutta Europa e successivamente Portoghesi, Inglesi e Olandesi. Fino al XVII Secolo il Pepe ha avuto un valore così alto da essere usato addirittura come moneta negli scambi commerciali, non a caso veniva chiamato anche “Oro Nero”.  Nel 1800 quando nelle Ricette dell’Alta Cucina si suggeriva di aggiungere “un pizzico di spezie” era sottinteso che si trattasse di Pepe, Noce Moscata, Cannella e Chiodi di Garofano.

In Epoche più vicine a noi la grande produzione delle Spezie in genere, e del Pepe, ne ha favorito l’uso comune. Il Pepe oggi viene ampiamente usato, come anche altre spezie, nelle cucine di tutti i Paesi del Mondo sia nelle più varie ricette sia in preparazioni di dolci e bevande.

Oggi Vi voglio parlare di un pepe speciale che proviene dall’Africa in particolare dal Camerun: ilPepe Bianco di Penja”.

La Repubblica del Camerun, indipendente dal 1960, si trova in Africa Equatoriale, ha come Capitale la grande Città di Yaoundé (la Città dei sette colli) e una superficie di 475 442 km², circa 30 milioni sono gli abitanti. Il Camerun conta oltre 200 diverse etnie e gruppi linguistici ma le lingue ufficiali sono il francese (maggioritario) e l'inglese.

Il Camerun confina a Nord-ovest con la Nigeria, a Nord-est con il Ciad, a Sud-est con la Repubblica del Congo e a Sud con la Guinea Equatoriale e il Gabon. La Costa del Camerun si affaccia sul Golfo di Biafra (una parte del più grande Golfo di Guinea) nell'Oceano Atlantico. Il suo Territorio si allunga per quasi mille chilometri nelle Regioni dell'Africa Sudanese fin quasi all'Equatore per cui ha una notevole varietà di climi e ambienti che passano dalla Savana arida del Nord, alla Savana verdeggiante e arborata nelle zone centrali, alle lussureggianti Foreste Pluviali equatoriali del Centro e del Sud. Il Territorio è costituito per la maggior parte da un vasto altopiano ondulato, che ricopre pressoché tutta la regione centrale e meridionale. Pianure alluvionali si estendono lungo la Costa Atlantica e nel Nord, dove il rilievo digrada verso la depressione del Lago Ciad.

Rispetto ad altri paesi africani, il Camerun gode di stabilità politica e sociale. Ciò ha consentito lo sviluppo dell'agricoltura, di strade e ferrovie e di un'importante industria legata al petrolio e al legname.

Il “Pepe di Penja” (Poivre de Penja) prende il nome dalla “Valle di Penja” la Zona di coltivazione che si trova intorno all’omonima Cittadina ubicata in un Sub-distretto della Regione Sud-occidentale del Camerun. In questa Valle si produce del Pepe speciale e di eccellenza (Nero, Bianco, Verde e Rosso) il cui aroma e gusto intenso è fortemente influenzato dalle condizioni climatiche e geologiche locali: un terreno vulcanico (Monte Camerun 4.040 metri) ricco di minerali e di sorgenti d’acqua e il forte sole dell’Africa.

Il “Pepe di Penja” non è una coltivazione autoctona ma è grazie a un ingegnoso coltivatore di banane, Antoine Decré, che aveva le piantagioni a Penja nel Dipartimento di Moungo, se negli anni trenta del novecento ci furono i primi tentativi di coltivazione di piante di pepe importate dall’India. L’esperimento ebbe successo e nei decenni successivi la coltivazione di pepe aumentò fino ad arrivare al 1958 quando venne fatta la prima spedizione all’estero di un piccolo quantitativo di Pepe Bianco.

Il “Pepe Bianco di Penja” chiamato anche “Tesoro del Camerun” o “Pepe degli Uccelli” (Poivre des Oiseaux) è un prodotto, raro, eccezionale e prezioso vista anche la particolare cura del metodo di produzione. Viene raccolto a mano quando è rosso, e quindi maturo, con metodi tradizionali, successivamente viene lavato per 10/12 giorni in botti, o vasche, piene d'acqua per staccare il pericarpo, la buccia rossa, dopo la fermentazione viene scolato ed esposto al sole per l’essiccazione. Il “Pepe Bianco Penja” ha una bacca più piccola rispetto ad altre varietà di pepe. La produzione è limitata a poco più di una quindicina di tonnellate: il confezionamento in sacchetti ermetici, o in altri contenitori, preserva l’eccezionale qualità.

Una eccezionale qualità, senza alcun tipo di conservanti, adatto anche per i vegetariani, che è stata riconosciuta Internazionalmente nel 2013 con il conferimento al "Poivre de Penja" del “Protected Geographic Indications” (PGL): la prima volta per un Prodotto Africano.

Recentemente ho ricevuto delle confezioni di “Pepe Bianco di Penja”, in Grani e Macinato, prodotto dall’Azienda BiologicaNgangue Ranch” di Penja e distribuito in Italia da “Les Cinq Terroirs”.

Il “Ngangue Ranch” è nato da una decina di anni grazie all’assoluto impegno per l’Africa di un noto imprenditore camerunese, Robert Ngangue (da anni anche funzionario delle Nazioni Unite), che ha voluto portare a conoscenza della più ampia platea del Mondo i moltissimi pregi del Pepe Bianco di Penja”.

Con tale preziosa campionatura di “Pepe Bianco di Penja” ho voluto condividere l’esperienza della valutazione e le potenzialità di abbinamento con alcuni bravissimi Chef amici come i Professori di una delle migliori Scuole di Cucina d’Italia, la “Scuola Tessieri”: il Coordinatore dei Corsi di Pasticceria Mario Ragona, il Coordinatore Didattico di Cucina lo Chef Stefano Cipollini e i Docenti Fabio Centoni e Christian Cecconi.

Scuola Tessieri” è una Scuola Superiore di Cucina Accreditata e Certificata dalla Regione Toscana, ha Sede a Ponsacco, in Provincia di Pisa, nella Zona Artigianale/Industriale, precisamente in Via Milano al Civico 24. Un grande open space di oltre 800 mq. che può essere suddiviso in ambienti separati mediante pareti trasparenti e insonorizzate. Le più moderne attrezzature arredano gli specifici Laboratori di Cucina, Pasticceria e Panetteria, Pizzeria, Bar e Sala, Gelateria, Cioccolateria. Telecamere e Schermi giganti permettono di proiettare ogni passaggio delle lezioni. La sua ubicazione strategica le permette di essere raggiunta con facilità trovandosi a solo 2,5 Km. dall’uscitaPontedera-Ponsacco” di una fondamentale arteria come la “Strada di Grande Comunicazione Fi-Pi-Li”.

La Scuola è nata nel 2015 per la brillante iniziativa di Alessio Tessieri (classe 1963) un noto imprenditore della zona. Alessio ha fondato e guidato nel tempo Aziende leader a livello Nazionale e Internazionale nel settore dolciario. “Casa Tessieri” l’Azienda madre del suo Gruppo imprenditoriale sceglie e distribuisce nel Mondo, da oltre 50 anni, prodotti di selezionatissime pasticcerie, panetterie e Aziende di trasformazione alimentare.

Il “Pepe Bianco di Penja” è un Pepe dalle note complesse e armoniose, dalla fragranza delicata, pungente e raffinata, con un ricco bouquet aromatico sia legnoso sia muschiato, il suo sapore è unico, leggermente piccante, avvolgente, caldo e persistente in bocca, un grande “Cru di Pepe”.

Il “Pepe Bianco di Penja” si presta a una infinità di abbinamenti, dagli snack agli antipasti, dai primi e secondi di mare e di terra fino agli abbinamenti più lussuosi (con ostriche e caviale per esempio), dalle verdure (cotte e crude) fino ai prodotti da forno e ai dolci, magnifico con il cioccolato. Non mi negherei neanche una spolveratina di “Pepe Bianco di Penja” macinato su alcuni formaggi delicati, freschi o a pasta morbida, e anche su qualche cocktail a base di frutta esotica e non solo.

Nel Pepe Bianco di Penja” (Poivre des Oiseaux), uno dei migliori al Mondo, si sente la selvaggia, sincera e fascinosa anima Africana del Camerun.

Il Pepe Bianco di Penjaè un prodotto prezioso ed eccellente che gli amanti della Cucina Gourmet non possono certo non prendere in considerazione, anche perché che cosa sarebbe la vita senza un po’ di pepe?

https://www.ngangueranch.com/ 

https://www.facebook.com/poivre5terroirs?locale=it_IT


"Pepe Bianco di Penja": Frutti della Pianta del Pepe (Foto LCT) 

"Les Cinq Terroirs Pepe Bianco di Penja" Macinato (Foto LCT)

Stefano Cipollini, G. Dracopulos, Christian Cecconi (Foto F. Latini)
 
Mario Ragona, G. Dracopulos, Fabio Centoni  (Foto Fabio Latini)

"Les Cinq Terroirs Pepe Bianco di Penja" in Grani e Macinato
(Foto LCT)

giovedì 22 agosto 2024

CHÂTEAU GALOUPET PRESENTA LO “CHÂTEAU GALOUPET CRU CLASSE ROSÉ 2023”, LA PRIMA ANNATA CERTIFICATA BIOLOGICA.



Una delle Regioni più antiche e Storiche della Francia è la Provenza, oggi forma gran parte della Regione Amministrativa denominata “Provenza-Alpi-Costa Azzurra”. Un magnifico Territorio che si estende dalla riva sinistra del basso Fiume Rodano a Ovest, fin quasi all'attuale confine con l'Italia a Est, delimitato a Sud dal Mar Mediterraneo.

La “Provenza Storica” oggi non costituisce un'unità geografica ben definita, ma si scinde in Regioni diverse per natura del suolo e morfologia, tuttavia si possono distinguere in essa tre unità fisiche principali: l'Alta Provenza (o Provenza Calcarea), la Provenza Cristallina e la Bassa Provenza.

Anche la morfologia Provenzale si diversifica in tre diverse tipologie: le “Zone Pianeggianti”, come per esempio il territorio del Comune di Crau (ubicato a circa 5 km. dal Mare) e la Camargue che è una zona umida a sud della Città di Arles, con i suoi 930 km² è il più grande delta fluviale dell'Europa Occidentale formato per un terzo da laghi e paludi; la “Zona Litoranea”, universalmente nota come “Costa Azzurra”, che si estende da Marsiglia sino al confine con l'Italia; la “Zona Interna” Prealpina e Alpina. 

La Provenza è battuta dal forte vento invernale proveniente da nord a sud chiamato “Mistral”, risultante dalla differenza di pressione fra le zone interne più fredde e la zona Mediterranea più calda.

Le Città Provenzali più importanti sono Aix, Marsiglia, Arles, Nizza, Avignone e Tolone.

La Provenza (insieme all’altra Regione Storica denominata Linguadoca) è l'unica Regione Francese colonizzata dagli antichi Greci e in assoluto quella che subì più intensamente il processo di assimilazione nell’Impero Romano: la Romanizzazione iniziò dalla seconda metà del II Secolo a.C. e si protrasse per ben seicento anni. Durante il Medioevo in Provenza crebbe una civiltà raffinata, che si irradiò in gran parte d'Europa e che arrivò al suo culmine a cavallo fra il XII e il XIII Secolo. Una importanza tale da essere spesso citata da molti autori, come ad esempio Dante Alighieri nella sua mitica “Divina Commedia”.

La Provenza è ricca di positività, a partire dal suo clima mite, che la rendono una meta turistica di primaria importanza, soprattutto lungo la costa. L’agricoltura, praticata nelle zone pianeggianti, vede ricche coltivazioni di riso (lungo il Delta del Rodano), di frumento, di oliveti, di agrumeti, di vigne, e di molte varietà di piante aromatiche tra cui la lavanda, tradizionalmente coltivata in gran parte del territorio, per l'industria cosmetica. Altre grandi attrattive Provenzali sono le Città d'Arte, la Cucina Tradizionale e la produzione Vitivinicola.

Molto probabilmente furono gli antichi Greci a introdurre in Provenza la coltivazione della vite, a partire dall’odierna Marsiglia (“Massilia” per i Greci che la fondarono), ma furono i Romani che successivamente svilupparono notevolmente tale attività. La Provenza attraverso i Secoli ha subito varie dominazioni che hanno influenzato profondamente anche la viticoltura. Nel periodo in cui parte di questo territorio fu sotto il Regno di Sardegna (fino alla metà del 1800) l’influenza della tradizione vitivinicola Italiana ebbe notevole importanza.

Il clima decisamente Mediterraneo, con temperature estive molto elevate e il già citato vento “Mistral”, un vento di terra che contribuisce assieme alla brezza marina a mitigare gli effetti dell’aria troppo secca, creano in Provenza le condizioni ideali per lo sviluppo dei vigneti.

Il sistema di più alta qualità dei Vini l’A.O.C. (Appellation d’Origine Contrôlée) in vigore in Francia prevede per la Provenza sette Zone di Denominazione: Bandol, Bellet, Cassis, Coteaux d’Aix-En-Provence et Les Baux-De-Provence, Coteaux Varois, Palette e Côtes de Provence.

La DenominazioneCôtes de Provence”, la più estesa delle sette (circa 18.000 ettari) con l’80% dei Vigneti della Regione, parte dalla Città di Tolone fino a Saint-Tropez e comprende aree diverse tra loro, sia come tipologie di suoli sia come condizioni climatiche, nel territorio costiero e nell’entroterra. In maggioranza la produzione è di Vini Rosati (con Uve di Vitigni Cinsaut, Tibouren, Grenache Noir), ma si producono anche Vini Rossi (da Uve di Cabernet Sauvignon, Cinsaut, Grenache Noir, Mourvèdre, Syrah), e i Vini Bianchi (da Uve Clairette,  Sémillon, Ugni Blanc, Rolle) che sono decisamente una produzione minore.

Oggi Vi parlerò proprio di un Vino Rosato che proviene dalla DenominazioneCôtes de Provenceed è prodotto dalloChâteau Galoupet”.

L’Azienda Château Galoupet è ubicata nella bella campagna del Comune di La Londe-les-Maures a circa 4 Km. dal Mare e 4 Km dall’abitato del Comune stesso.

La Londe-les-Maures” è un elegante Comune (circa 11.500 abitanti) del Dipartimento del Var sulla Costa Azzurra, rientra nella giovane (creata nel 2010) “Communauté de Communes Méditerranée Porte des Maures”. Un’autentica Località costiera a misura d’uomo La Londe-les-Maures che offre una vasta gamma di sistemazioni e un’ampia varietà di attività commerciali, è molto conosciuta per le sue spiagge, per il suo campo da golf e per il suo porto turistico tra i più grandi in termini di capacità di accoglienza della zona (1200 posti barca).

Château Galoupetdal 1955 è una delle diciotto Aziende classificateCru Classé de Provencee per la sua produzione ha laDenominazione Côtes-de-Provence AOC”. Una bellissima e verdeggiante Tenuta con 77 Ettari di boschi protetti e 69 Ettari di Vigneti.

Lo “Château Galoupet è stato acquisito nel 2019 da “LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton SE” (abitualmente accorciata in LVMH) una Multinazionale Francese con Sede a Parigi proprietaria di oltre settanta notissimi e importanti marchi divisi in Aziende di alta moda, di orologi, di gioielli, di editoria, di distribuzione, di alberghi di lusso, di vini e distillati. L’acquisizione di “Château Galoupet”, primo Cru Classé del portafoglio, è avvenuta al fine di creare Vini che siano autentiche espressioni di un Terroir d’eccezione nel massimo rispetto dell’ambiente.

Dal 2019, grazie al personale Aziendale supportato da un gruppo di esperti, allo Château Galoupet è iniziato un attento processo di rigenerazione della Tenuta che ha portato, nel mese di Maggio 2023, a ottenere la “Certificazione Biologica”. All’interno dell’ecosistema di Château Galoupet, tra vigneti e boschi protetti, la natura prospera rigogliosa e ricopre un ruolo fondamentale per l’ambiente. La flora e la fauna variegate che circondano le vigne agiscono come un vero e proprio filtro in grado di proteggere le viti dai cambiamenti ambientali, soprattutto dal caldo intenso e dai venti forti. Inoltre, l’azione degli insetti contro i parassiti permette di evitare un intervento troppo massiccio da parte dell’uomo e l’utilizzo di prodotti chimici.
Château Galoupet rispetta le pratiche sostenibili, quali l’agroforestazione e la coltura di copertura, per favorire la rigenerazione del suolo.

Allo Château Galoupet c’è un ecosistema decisamente speciale, per esempio è uno dei 12 luoghi di fecondazione delle api regine nel Mondo e ci vivono una dozzina di specie diverse di pipistrelli incluse alcune tra la più rare d’Europa. La Tenuta vuole essere un vero santuario della biodiversità, un modello di pratiche biologiche e ambientali per il settore enologico. 

In questa caldissima Estate 2024 lo Château Galoupet dal Mese di Luglio ha aperto i suoi cancelli al pubblico. L’apertura è stata attuata contemporaneamente all’inaugurazione della nuova Boutique/caffè, in Località Saint Nicolas (La Londe-les-Maures), che gode di una magnifica vista panoramica sul Mediterraneo. Nella Boutique oltre all’acquisto delle diverse annate dei loro rosé, è possibile trovare anche souvenir e altri prodotti dello Château, tra cui il buonissimo miele prodotto dalle api ospitate nei 200 alveari della Tenuta.

Allo Château Galoupet dopo le prime due annate, 2021 e 2022, di “Château Galoupet Cru Classé Rosé Millesimato” prodotte nel periodo di conversione biologica è stato finalmente messo in commercio lo “Château Galoupet Cru Classé Rosé 2023il primo Vino Certificato Biologico.

Le condizioni climatiche dell’annata 2023 sono state particolarmente complesse, caratterizzate da una persistente assenza di precipitazioni e da temperature alte, ben al di sopra della media stagionale, che hanno portato ad anticipare la vendemmia nel mese di Agosto. Le rese sono state dunque basse ma con una qualità elevata di uve dagli aromi concentrati. Lo “Château Galoupet Cru Classé Rosé 2023” testimonia l’accurata arte, la meticolosa maestria artigianale nel comporre un blend preciso di sei varietà di uve tutte di proprietà: Grenache 52% - Tibouren 16% - Syrah 14% - Rolle 15% - Cinsault insieme a Sémillon 3%.

Grazie alla scrupolosa gestione di 41 appezzamenti coltivati con metodo biologico e all'attenta vinificazione per circa 5 mesi in tini e demi-muid da 600 litri (50% nuove e 50% di un anno), la Tenuta garantisce l'espressione più precisa di ogni singola varietà di uva e di ogni appezzamento.

Lo “Château Galoupet Cru Classé Rosé 2023 Côtes de Provence AOC, 14% Vol, ha una bottiglia di vetro ambrato realizzata con l’80% di vetro riciclato e del peso di soli 499 grammi (contro una media di 770 grammi). Un Vino elaborato in Azienda al 100%, a partire da uve della tenuta, in ciascuna fase della sua creazione, il tutto verificabile grazie al Codice QR sull’Etichetta.

Lo “Château Galoupet Cru Classé Rosé 2023” è un Vino complesso, assolutamente piacevole e intrigante dai profumi ricchi di frutta bianca e agrumi, in bocca è rotondo, vellutato e con un’ampia struttura, il retrogusto è accompagnato da sinceri sentori minerali. Un Vino Rosé dal notevole potenziale di invecchiamento che offre infinite possibilità di abbinamento con il cibo.

LoChâteau Galoupet Cru Classé Rosé 2023”, laPrima Annata Certificata Biologica è un’espressione assolutamente sincera del particolare terroir di Château Galoupet magicamente ubicato nel cuore dellaProvenza Cristallina" e accarezzato dalla brezza marina Mediterranea.

https://www.lvmh.com/it/le-nostre-maison/vini-e-alcolici/chateau-galoupet


"Château Galoupet": Una Vista delle Vigne... (Foto CG)  

Un Vino Complesso e Assolutamente Piacevole... (Foto CG)

Un Vino dalla Infinite Possibilità di Abbinamento... (Foto CG)

Un Grande Vino... (Foto CG)

"Château Galoupet": Il Miele (Foto CG)

"Cru Classé Rosé 2023": Prima Annata Certificata Biologica (Foto CG)

venerdì 16 agosto 2024

“CASA MERLÒ” A BOLOGNA RADDOPPIA CON L’APERTURA DELLA NUOVA ACCOGLIENTE E BUCOLICA “LOCANDA” A CALDERARA DI RENO.




L'Emilia-Romagna è una bellissima Regione Italiana a statuto ordinario dell'Italia Nord-orientale (circa 4.500.000 abitanti), prefigurata nel 1948 è stata istituita ufficialmente il 7 Giugno del 1970 con le prime elezioni regionali. Il Capoluogo è la Città Metropolitana di Bologna. La Regione confina a Nord con Lombardia e Veneto, a Ovest ancora con la Lombardia e con il Piemonte, a Sud con LiguriaToscanaMarche e la Repubblica di San Marino. A Est è bagnata dal Mare Adriatico e questa lunga costa bassa e sabbiosa con tutte le infinite attività collegate è letteralmente mitica per il turismo estivo/balneare. L'Emilia-Romagna è composta dall'unione delle parti comprese entro il territorio Regionale di due “regioni storiche” con caratteristiche linguistiche, geografiche e storico/culturali distinte: l'Emilia e la Romagna.

La magnifica e antica Città di Bologna, i primi insediamenti risalirebbero ai primi millenni a.C., oggi è un fondamentale nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del Nord Italia, in un'area in cui risiedono importanti industrie meccaniche, elettroniche e alimentari. È sede di prestigiose istituzioni culturali (come la più antica Università del Mondo), economiche e politiche, e di uno dei più avanzati Quartieri Fieristici d'Europa. La Città è universalmente nota per le sue Torri (come le splendide Torri Gentilizie), per le sue Piazze (cito Piazza Maggiore con l’imponente Basilica di San Petronio edificata tra il 1390 e il 1659) per i suoi lunghi e bellissimi portici (oltre 38 km nel Centro Storico, dichiarati Patrimonio dell'Umanità” dall'UNESCO nel 2021) e per il fascinoso nucleo più antico della Città che ben conservato è tra i più estesi d'Europa.

Tra i Comuni compresi nella Città Metropolitana di Bologna c’è quello di Calderara di Reno fondato nel 1802, sotto il Governo Napoleonico, col nome di “San Vitale e Calderara”. Dal Gennaio 2012 fa parte dell'Unione dei Comuni Terre d’Acqua e dal 16 Dicembre 2019 ha assunto il titolo di Città.

Il Comune di Calderara di Reno (circa 12.500 abitanti) ha un territorio, diviso in sei Frazioni (Bargellino, Castel Campeggi, Lippo, Longara, Tavernelle Emilia, Sacerno), che si estende in una area essenzialmente piana e verdeggiante che costeggia il Fiume Reno a Nord ovest di Bologna. A partire dalla metà del XX Secolo, a causa della vicinanza con la Città di Bologna diventata una zona fortemente industrializzata, Calderara di Reno è passata da un'economia prevalentemente agricola a una in prevalenza industriale e artigianale pur mantenendo le sue campagne estremamente curate.

La Località di Sacerno, oggi una delle Frazione dell'attuale territorio Comunale, era denominata un tempo “Mezzomondo”, viene indicata dagli storici come il luogo dove nel 43 a.C. Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto, Marco Emilio Lepido e Marco Antonio si riunirono per decidere come dividersi, nel Secondo Triumvirato, l’Impero Romano di allora.

Proprio dalla odierna Sacerno parte una strada, costeggiata dalla bella e suggestiva campagna, in direzione di Bologna denominataVia di Mezzo Levantee qui al Civico 28 il Ristorante TrattoriaCasa Merlòdi Bologna ha aperto, all’inizio di questa caldissima Estate 2024, la sua seconda Sede: laLocanda Casa Merlò”.

La “prima Sede” il Ristorante/Trattoria Casa Merlò ha aperto i battenti, in pieno Centro Storico di Bologna sotto i portici della stretta Via de’ Gombruti al Civico 2/D poco distante da Piazza Maggiore, agli inizi del Mese di Settembre 2019 per volontà dei suoi vulcanici Titolari lo Chef Dario Picchiotti (nato a Chiusi nel 1980) e il Bolognese Francesco Tonelli.

Francesco Tonelli e Dario Picchiotti, prima di diventare Soci e aprire “Casa Merlò” a Bologna, si erano conosciuti e avevano simpaticamente legato all’Antica Trattoria di Sacerno, proprio a Calderara di Reno, dove Francesco andava spesso a mangiare e Dario era lo Chef Titolare del Locale.

In pochissimo tempo “Casa Merlò” a Bologna è diventata, grazie al suo fascino di Trattoria/osteria dove un tempo si rifugiavano a godersi la vita i “biassanot/tiratardi” (coloro che amano far tardi la notte) e per la sua ottima cucina “tradizionale, concreta e diretta, come nella semplicità del pollo arrosto o nei pomodorini gratinati, nell’assoluta goduria di mangiare bene sporcandosi le mani”. Come sostengono Dario e Francesco a “Casa Merlò” l'obiettivo è sempre stato uno solo: “divertirci e farvi divertire”.

Visto l’esponenziale crescita di consensi per la formula di “Casa Merlò” in Centro a Bologna, lo Chef Dario Picchiotti e Francesco Tonelli hanno deciso di raddoppiare la loro attività con una nuova esperienza assolutamente e piacevolmente bucolica ridando vita a un’antica fornace, diventata successivamente agriturismo, ubicata a soli 15 km. dal Centro di Bologna, proprio nella verdeggiante campagna di Calderara di Reno ecco, come già accennato, è nata la Locanda Casa Merlò”. Per questa nuova apertura Dario e Francesco hanno coinvolto nella Società anche Nicola Barilli, che per due anni è stato il bravo Responsabile di Sala aCasa Merlòin Centro a Bologna.

La struttura che ospita la Locanda Casa Merlò è accogliente e rilassante, immersa totalmente nel verde e arricchita da un fascinoso laghetto. Siamo nella caratteristica bassa Padana, dove i prati sono ombreggiati da alberi secolari e i campi di granturco, ben allineati, disegnano le geometrie dell’agricoltura tipica del luogo.

Per ora “Casa Merlò” a Calderara di Reno ha iniziato con la ristorazione ma successivamente è prevista la completa ristrutturazione delle sette camere disponibili, e anche molto altro, per la definitiva trasformazione in Locanda/agriturismo.

La “Locanda Casa Merlòsegue la stessa filosofia usata nella Sede di Bologna: rimettere a nuovo conservando il più possibile la morfologia e gli arredi originali. Lo stile è quello rustico dei legni massicci e torniti, fascinosa in sala la presenza di un ampio camino che per il prossimo inverno si doterà di girarrosto. I coperti arrivano all’incirca a 110 fra il salone interno e lo spazio open air, con il grande porticato e il bel prato dove campeggia la grande scultura “Città di Babele”, ispirata alle “Città Invisibili” di Italo Calvino, dello Scultore Michelangelo Barbieri, Artista della Galleria Forni di Bologna.

Alla “Locanda Casa Merlò” potete degustare le mitiche “Tigelle” e “Crescentine”, capisaldi storici non solo degli aperitivi Emiliani, farcite di “Friggione” (contorno tipico della tradizione culinaria Bolognese a base di cipolle e pomodori che si può gustare in ogni stagione, caldo d'inverno e freddo d'estate), Pesto Modenese e di Salumi come il Prosciutto di Vittorio Simonini, la Mortadella Bologna IGP Felsineo Selezione Tour-tlen e i Formaggi dell’Azienda Agricola Caretti. Tutte le materie prime sono assolutamente selezionatissime e provengono anche dalle altre attività di Picchiotti e Tonelli, il pane e la pasta fresca, per esempio, arrivano dal Forno/bistrotMerlino” (Il Mago della farina di Via Ercolani a Bologna). Da “Casa Merlò di Bologna” non si potevano non replicare piatti di clamoroso successo come le ormai leggendarie “Ruote Pazze Benedetto Cavalieri alla Vodka” (già definite da Critici e Gastronomi, come Joe Bastianich, fra le migliori mai assaggiate) o gli intramontabili piatti come il “Poldino” (il mitico mini panino marchiato con hamburger di ripieno dei tortellini, salsa verde e friggione), la “Pappa al Pomodoro”, i “Tortelloni Ricotta e Spinaci”, i “Tortellini Cremosi”, la “Gramigna alla Salsiccia”, i “Tortelloni Burro e Salvia”, i “Tortelli Bolognesi al Pomodoro”, il “Mix di Gratinati”, le “Polpette”.

Non mancano le delizie alla griglia realizzate con le carni de La Macelleria” di Via Giorgio Ercolani di Bologna, né quelli che addolciscono a fine pasto come il “Crème Caramel”, la “Panna Cotta”, la “Torta di Riso” o l’immancabile “Zuppa Inglese”.

Come hanno ampiamente dimostrato nei loro progetti precedenti, Picchiotti e Tonelli nutrono una passione sconfinata per i buoni Vini, che amano far apprezzare in contesti di piacevole informalità. Con disinvoltura ed esperienza abbinano etichette di grande caratura a pietanze dall'essenza casalinga e questa è stata una delle chiavi del grande successo diCasa Merlò Bolognariportata  alla Locanda.

Casa Merlò a Bologna ha voluto raddoppiare aprendo la nuova giovane e accoglienteLocanda Casa Merlòa Calderara di Reno, un Locale immerso nella natura che offre ai suoi ospiti molte positività a partire dal mangiare molto bene.

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https://www.casamerlo.it/#benvenuti-a-casa-merlo


“Locanda Casa Merlò”: L'Ingresso... (Foto Casa Merlò)

“Locanda Casa Merlò”: Una Vista Esterna... (Foto Casa Merlò)

“Locanda Casa Merlò”: Il Prato... (Foto Casa Merlò)

 "Poldino"... (Foto Casa Merlò)

"Pappa al Pomodoro"... (Foto Casa Merlò)

"Tortellini Cremosi"... (Foto Casa Merlò)

"Gramigna alla Salsiccia"... (Foto Casa Merlò)

"Tortelloni Burro e Salvia"... (Foto Casa Merlò)

"Tortelli Bolognesi"... (Foto Casa Merlò)

"Mix di Gratinati"... (Foto Casa Merlò) 

"Polpette"...  (Foto Casa Merlò)

Lo Chef Dario Picchiotti (Foto Casa Merlò)

 

giovedì 8 agosto 2024

RISTORANTE “ISOLA” DI “PALAZZO CORDUSIO GRAN MELIÁ” A MILANO”: UNA SINCERA E GUSTOSA ESPERIENZA CULINARIA ISPIRATA ALLA MIGLIORE CUCINA DI MARE ITALIANA.




Il Capoluogo della Regione Lombardia è Milano, oggi anche Città Metropolitana, una delle aree più popolose d’Europa rientrando infatti tra le 20 Città Europee più grandi. Milano è il principale centro economico, industriale, finanziario Italiano oltre a essere ai vertici dell’editoria e anche del circuito musicale mondiale grazie alla stagione lirica del mitico “Teatro alla Scala” con la sua lunga tradizione operistica. Milano è tra i principali Poli Fieristici Europei ed è considerata una delle Capitali Mondiali della Moda.

Con così tanti pregi Milano è una delle mete del Turismo Internazionale, figura tra le 40 Città più visitate al Mondo attestandosi seconda in Italia dopo Roma e quinta nell'Unione Europea. Una tale Città non poteva non avere un’accoglienza dalle mille sfaccettature al fine di coprire qualsivoglia richiesta e ciò ha favorito l’apertura di Locali e Alberghi di ogni tipo e livello.

Nel cuore del Capoluogo Meneghino (“Meneghino” maschera popolare Milanese diventata un simbolo della Città) è stato inaugurato, da pochi mesi, in Piazza Cordusio il magnifico Hotel (5 Stelle) “Palazzo Cordusio Gran Meliá”.

Piazza Cordusio originariamente una strada è diventata successivamente uno slargo e poi Piazza dal 1882. Una delle più belle Piazze di Milano ubicata dove sorgeva la “Corte dei Duchi Longobardi”, da cui “Curia Ducis” e poi "Cordusio". Un tempo rappresentava il Centro Finanziario della Città ospitando le Sedi di varie istituzioni finanziarie ma, a partire dal 2010, con il trasferimento di queste nei nuovi Grattacieli delle Zone del Progetto Porta Nuova” e “CityLife”, la Piazza si è convertita a vivace centro della vita sociale e commerciale.

Tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900Piazza Cordusio” venne riprogettata portando alla demolizione di molti edifici per fare spazio a nuove imponenti strutture, che tutt’oggi l’arricchiscono, come il Palazzo Broggi, il Palazzo del Credito Italiano e il Palazzo delle Assicurazioni Generali.

Il “Palazzo delle Assicurazioni Generali” (o Palazzo Venezia) è un suggestivo edificio situato in Piazza Cordusio al Civico 2 a poca distanza da Piazza del Duomo, dalla Galleria e dal Castello Sforzesco. Fu edificato tra il 1897 e il 1901 su progetto dell'Architetto Milanese Luca Beltrami (1854 - 1933) per conto della “Società Assicurazioni Generali Venezia”. L’edificio venne realizzato in quello Stile nato dalla mescolanza delle migliori caratteristiche riprese dai diversi movimenti architettonici, storici e anche esotici, denominato “Eclettico”,

Da notare che la struttura portante fu realizzata in calcestruzzo armato (un materiale innovativo per l'epoca) dall'Impresa dell'Ingegnere Sardo Giovanni Antonio Porcheddu (1860 - 1937), il primo che introdusse in Italia la tecnica delle costruzioni in cemento armato.

Il Palazzo delle Generali è decisamente il punto focale di Piazza Cordusio, si presenta con una facciata maestosa e concava caratterizzata da un “nicchione” splendidamente mosaicato e da una grande cupola ottagonale sormontata da un lanternino.

Dopo alcuni anni di accurati e impegnativi lavori, la struttura è sotto la “Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio”, il 2 Dicembre 2023 la SocietàMeliá Hotels International” ha aperto nel Palazzo delle Assicurazioni Generali il prestigioso Hotel (5 stelle) “Palazzo Cordusio Gran Meliá”.

La Società Meliá Hotels International (MHI), una delle aziende Leader nel settore degli Hotel Resort a livello Mondiale, è stata fondata nel 1956 a Maiorca in Spagna e oggi ha oltre 400 Hotel in più di 40 Paesi con 10 Marchi diversi: “Gran Meliá Hotels & Resorts”, “ME by Meliá”, “The Meliá Collection”, “Paradisus by Meliá”, “Meliá Hotels & Resorts”, “Zel”, “INNSiDE by Meliá”, “Falcon's Resorts by Meliá”, “Sol by Meliá” e “Affiliated by Meliá”.

Palazzo Cordusio Gran Meliá” è un lussuoso e accoglientissimo Hotel, con 84 tra Camere e Suite oltre a una infinità di altri servizi, la cui riqualificazione architettonica e la ridistribuzione degli interni compreso gli arredi e quant’altro si deve alla stretta collaborazione tra lo Studio Spagnolo ASAH - Alvaro Sans  Arquitectura e lo Studio dell’Architetto Milanese Marco Piva. Tutti gli ambienti sono arricchiti da prestigiosi Marchi Italiani che rendono tutto l’Hotel assolutamente fascinoso e raffinato.

All’interno di “Palazzo Cordusio Gran Meliá” c’è anche un’importante offerta gourmet, con libero accesso, che è stata affidata alla SocietàSunset Hospitality Group”: la PasticceriaGioia”, il Cocktail Bar nella Corte InternaGiardino Cordusio”, il Ristorante di Cucina GiapponeseSachicon un bancoomakase” e il RistoranteIsoladotato di panoramica terrazza.

La Società Sunset Hospitality Group (SHG), fondata nel 2011 da Antonio Gonzalez, Ahmad Hafez e Serge Dfouni, è Leader nel settore dell'ospitalità, degli investimenti e della gestione di formati pionieristici e marchi multinazionali di successo. Oggi è presente in 16 Paesi del Mondo con 4 diversi Dipartimenti (Living, Daylife, Dining e Nightlife), oltre 50 realtà in attività che hanno ricevuto negli anni importanti riconoscimenti da parte di moltissime eccellenze specializzate del settore come la “Guida Michelin” o “Condé Nast Traveller”.

Il super accogliente RistoranteIsolaè ubicato al Quinto Piano diPalazzo Cordusio Gran Meliá” ha un indiscutibile e particolare fascino anche grazie al sottotetto in legno abbinato al colore rosso vivo dei divanetti e delle poltroncine.

In questa caldissima Estate 2024 Francesco Bagnato e Achille Esposito, rispettivamente Brand Chef e Head Chef di Isola Ristorante, presentano un Menù che si veste con i profumi e i colori di una delle stagioni più attese, regalando una cucina fresca nei sapori, bella da vedere, ricca di giochi cromatici e soprattutto golosa che omaggia la ricchezza stagionale unendo piatti di Terra, Mare e Vegetali. Una narrazione culinaria carica di fantasia che ha per protagonista le specialità Italiane più sincere che si ispirano ai sapori e ai gusti della Sicilia, della Sardegna e di Capri (ricordo che ilMercato Ittico di Milanoè il più grande mercato del pesce d’Italia), accompagnate da un'ampia selezione di ottimi Vini. Il Menù è un invito a riscoprire piatti che raccontano storie di tradizioni uniche, eccellenze territoriali e una cultura gastronomica, grazie alla scelta di materie prime provenienti da piccoli produttori locali.

Otto gli Antipasti tra cui scegliere, come il classico “Fritto Misto Isola” dove calamari e mazzancolle del Mediterraneo vengono esaltati dalla freschezza della maionese al limone di Amalfi, portando in tavola un soffio di brezza marina. Oppure le "Cozze alla Marinara" con acqua di pomodoro, erbe fresche, servite con pane abbrustolito che evocano i tramonti isolani e le calde serate estive. Gli "Arancini di Riso” conditi con zafferano e piselli verdi, rappresentano un tuffo nelle tradizioni siciliane. Senza dimenticare la “Selezione di Salumi e Formaggi Affinati” un inno alla varietà e qualità delle eccellenze Italiane: capocollo, salsiccia di Calabria, fiocco di Scottona, pecorino di Moliterno e Provolone del Monaco.

Tra i Primi Piatti gli "Spaghetti al Pomodoro San Marzano DOP" e gli "Gnocchi alla Sorrentina", un tributo ai grandi classici italiani, gli "Spaghetti alla Nerano" con crema di zucchine e Provolone del Monaco e le "Linguine Vongole e Bottarga" con bottarga di muggine "Smeralda", tutti offrono sapori raffinati e inaspettati. La "Fregola Sarda di Mare" e la "Calamarata all'Astice Blu" per due persone, raccontano storie di pescatori e di mare, perfetti per condividere un momento speciale.

I 6 Secondi Piatti portano in tavola profumi e sentori estremamente deliziosi come la "Parmigiana di Melanzane" con pomodoro San Marzano, mozzarella di bufala e basilico, un classico senza tempo, o il "Polpo Grigliato" servito con purea di peperoni rossi, salicornia e levistico, o l'"Orata all'Acqua Pazza" cotta con Vermentino, pomodorini datterini ed erbe fresche, oppure il "Pesce Spada alla Mugnaia", con capperi, limone e salsa al prezzemolo una vera esplosione di sapori Mediterranei.

Non manca un’ampia scelta di gustose e ricche insalate, che celebrano la semplicità e la freschezza dei migliori prodotti, ideali per chi preferisce una proposta più leggera.

Al RistoranteIsola” (nomen omen = il nome è un presagio) di Palazzo Cordusio Gran Meliáa Milano troverete una sincera e gustosa esperienza culinaria ispirata anche alla migliore Cucina di Mare Italiana.

https://www.melia.com/it/hotels/italia/milano/palazzo-cordusio-gran-melia


Ristorante "Isola": Una vista della Sala (Foto Isola) 
 
 "Spaghetti al Pomodoro San Marzano DOP"... (Foto Isola)

"Spaghetti alla Nerano"... (Foto Isola)

"Linguine Vongole e Bottarga"... (Foto Isola)

"Calamarata all'Astice Blu"... (Foto Isola)

 "Polpo Grigliato"... (Foto Isola)

"Insalata di Polpo"... (Foto Isola)

 "Insalata di Gamberi e Patate"... (Foto Isola)